La Gazzetta Veneta: N. 39

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N.° 39.

Mercoledì addi 18. Giugno 1760.

Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

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In (sic.) certe Botteghette di Campagna mal provvedute, si veggono diverse scatole con le loro iscrizioni di fuori, che pajono additare quel che v’è dentro. Ma l’è, come dire una maschera, e un’apparenza del Bottegajo, il quale con quella bella mostra vuol mantenere il concetto delle faccende. E però se quà vedi scritto Gherofani, non t’affidare, che vi saranno finocchi, e dove leggi cannella, pensa che vi troveresti una polvere di tegolo pesto con alcun poco d’odore, e così dì del pepe, e di tutte l’altre Scritture. Il somigliante è di certi Uomini, che di fuori leggi una cosa, e dentro sono un’altra. Tu vedi in alcuni una scritta estrinseca, pratica con essi, la mercatanzia è un’altra. Ci sarebbero mille esempii, ma quello ch’io vidi pochi giorni fa sulla Riva degli Schiavoni basti per ora.

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Exemplum

Due Uomini col cappello alla sgherra, e con un’andatura da Paladini, che guardavano tutto con occhi biechi, e spiravano valenterìa, e franchezza, non so per qual cagione vennero a quistione insieme. I fatti sono vicini alle villanie, onde dopo un saettamento di parole sguainarono le coltella; ma non con molta furia. Uno d’essi, forse per ammazzare l’altro si ritrasse col suo coltello alla mano in una Bottega, e di là, come in un torrione sbalestrava ingiurie, mentre l’altro faceva qualche passo per andargli incontro, con molta voce; ma poca prontezza, perchè l’ira gli avea forse percossi i nervi delle ginocchia. Intanto certi Uomini veramente maschi, e d’una Nazione tutta cuore, di quelli, che costumano universalmente sopra quella riva, alla quale hanno dato il cognome, presero i due nemici per le braccia, e gli pregavano con dolcissimi conforti a non volersi sbudellare; ma essi trattenuti più infiammavano, e si dibattevano, che pareano invasati. Gli Schiavoni con caritativa voce gli pregavano, ed essi peggio, tanto che convenne usare un’altra eloquenza. Venuto a noja a coloro che gl’intrattenevano l’infruttuoso pregare, levarono tutti ad un tratto, chi certe palme di mano, che pareano d’acciajo, e chi certi piedi pesanti come magli, e cominciarono a picchiare in Bottega, e fuori. Il primo colpo dato di fuori a palma aperta dall’insù allo ingiù sul capo del combattente, gli fece schizzare il sangue del naso di qui colà; e il primo calcio che toccò al Paladino custodito dalla Bottega, lo gittò a terra come un capezzale; e i frammettitori suonavano senza dir parola. I due Guerrieri si levarono, e l’uno mettendosi la mano al naso, e l’altro alla parte colpita dal calcio, zitti, e cheti come olio, n’andarono da due diverse parti, accompagnati dall’occhiate de’loro benefattori; che gli guardavano, come aspidi, senza aprir bocca. Le coltella ritrovarono le guaine, e tutto fu pace, e contentezza in un momento.

Metatextualität

È nata una quistione a cagione di Lotto in un Villaggio del Territorio di Treviso fra una Donna, e un Uomo, e mi furono mandate le circostanze del caso, forse per udirne qualche parere da’ragionamenti del Pubblico.

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Allgemeine Erzählung

Pel corso di molto tempo, e in varie estrazioni, ha la Signora giuocato al pubblico Lotto in compagnia con l’Uomo di sopra accennato. Per l’estrazione del passato Aprile giuocò l’Uomo quattro quaderne, e diversi ambi, e fece sborsare alla Donna lire tre, e soldi tre. Il Prenditore in una quaderna errò nel ricopiare tre numeri, e gli mandò con tal errore da Treviso a Venezia, onde vennero le firme, e uscirono appunto i numeri segnati per errore. L’Uomo n’andò cheto a Venezia, riscosse ducati novanta con l’aumento; di che nulla si saprebbe, se il Prenditore, in grazia del cui fallo uscì il terno, non si fosse doluto di non avere avuta la mancia. Pervenne ciò agli orecchi della Signora, la quale domandò conto al vincitore; ed egli si scusò d’avere giuocato in una sola spezialità la quaderna de’numeri usciti con l’errore: richiesto, che facesse vedere le firme d’giuochi, rispose che i ragazzi l’aveano lacerate. La Signora lo fece citare, perchè fosse sentenziato in ducati 45. metà spettante a lei, e fino a quì non si sa più oltre.

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Allgemeine Erzählung

Domenica verso le ore otto, andò un Uomo a contrattare in erbaria d’una cestella di fragole. Diceva il venditore, che la cestella era quivi per conto d’un’altra Persona, che già l’avea acquistata; il comperatore la volea, il venditore la negava, onde il primo dato un calcio nella cestella rovesciò le fragole, che andarono sparse pel terreno. Il Fruttajuolo sdegnato si vendicò con una ceffata; l’altro vedendosi attorniato da tutti gli altri venditori, si morse il dito con atto di minaccia, e n’andò a’fatti suoi, promettendo di ritornarvi fra poco. Intanto i Fruttajuoli mandarono ad avvisare i Birri, i quali appostatisi con loro arme quietamente attesero quello che dovesse avvenire. Ed ecco sboccare fra poco quegli, che s’era già partito, con alquanti compagni armati, i quali ne venivano per azzuffarsi. Sbucano i Birri, e con qualche contrasto, pigliano e legano uno degli armati, e sbaragliano gli altri, i quali si ritirano; ma non affatto, perchè conducendo i Birri il prigione, trovano di nuovo gli assalitori in una calle, che vengono alle riscosse, per riavere il compagno legato. Furono i Birri dall’importunità, e violenza forzati a dar mano all’arme da fuoco, alla cui vista sbigottiti gli aggressori sparirono. Il prigione fu subito gastigato con certi giustissimi tratti di fune.

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Allgemeine Erzählung

Si querelò a’giorni passati agramente una femmina, che sendo grossa, era stata piantata da chi era stato cagione del suo errore, e del suo male. Narrava la sua confusione, e disgrazia ad un Uomo dabbene il quale compassionando tanta disgrazia, le dava qualche buon consiglio, e ragionando si maravigliò grandemente, che l’Uomo dalla Donna incolpato avesse più, che ottantasei anni. Le domandava dunque, s’egli era usato ad andare alla casa di lei, e la Donna rispose, che nò; s’ella andava alla casa di lui, ed ella negò. Dunque diceva l’Uomo dabbene, dove vi siete voi ritrovati? Al che ella pregandolo di segretezza gli confidò con piana voce, ch’egli era entrato pel buco della chiave. Avvidesi allora il buon consigliere, che la Donna era pazza, e come potè se la sbrigò dattorno. Di là ad alquanti dì costei, stando salda nella sua fantasia, immaginò d’aver dato alla luce un bambino, e fattone uno di cenci, più bello, ch’ella potè, lo si recò in braccio, e se n’andò ad una Bottega, dov’era solito a praticare il buon Vecchio da lei pazzamente accusato. Vedendolo quivi, che fra molti suoi Amici ragionava, gli si affacciò inviperita, come una biscia, e gli disse: Tè, Cane, queste sono le carni tue, e poichè non ti curi più della Madre, io non mi curerò più di te, nè del tuo figliuolo. Pascilo, allevalo, e non ti ricordar più di questa infelice. Così dicendo, le si ruppero negli occhi due fontane di pianto, baciò il bambino, lo posò sopra una panca, e voltate le spalle si tolse via da quel luogo; lasciando tutti prima attoniti, e poi piena la Bottega d’un riso universale.
S’io potessi parlare a voce con un mio amico, il quale mi scrive d’un certo errore a proposito d’abbaco, spererei di farlo capace, che nel Foglio non c’è quella colpa, ch’egli crede. Non potendo parlare, poichè si tiene celato, e manifesta la sua amicizia in un modo particolare, non dirò di più, lodando solamente la sua diligenza. Rimangasi egli intanto con la sua ragione, e il Foglio col suo apparente torto, e s’accerti, che in Istampa non posso dire altro; e che per quanto vada pensando, non imaginerà mai il vero, se non glielo paleso io medesimo. È uscita dall’Arsenale la seconda Galera Riformata, la quale si va allestendo pel suo viaggio. Della prima s’è fatto prova Venerdì, facendola con gran concorso di Popolo remigare fino a Santa Maria. Avviso Viene in Venezia una persona; la quale spedì anticipatamente questa Polizza; desiderando che sia dispensata. È molto tempo, che un Celebre Cerusico di Francia inventò un segreto particolare per far crescere i capelli. È nominato: Rosèe Comatique; cioè rugiada per le chiome; senza veruno odore; ma di nobilissima qualità, e vigore nel far crescere in breve tempo i capelli. Si sono vedute notabili sperienze fino ne’calvi. Per la morte dell’Inventore d’essa rugiada, è pervenuta la Ricetta nelle mani del nuovo Posseditore. Alla sua venuta la dispenserà, e darà in Istampa il modo dell’usarla. Cose desiderate. Vengono desiderati Ducati trecento a livello per tre Anni consecutivi a quattro, fino a quattro, e mezzo per cento, sopra un’ipoteca sufficiente di terreni, o altre sicure cessioni, come più piacerà. Chi volesse investire questo Danaro, ne dia avviso a Paolo Colombani in Merceria, il quale gl’indicherà con chi abbia a contrattare. La persona, che desidera l’Appartamento di Ducati 100. a 120. Annui, come nella Gazzetta 38. viene avvisata, che in Barberia delle Tolev’è un Stabile buono, e solido, di cui potrà parlare con Paolo Colombani. Libri nuovi fuori di Venezia. Il Tempio di Dio, o sia la Giustificazione dell’Uomo Simboleggiata nella Fabbrica d’un Tempio materiale. Opera Dedicata alla Santità di N. S. Clemente XIII. da Gian-Pietro Delfino Proposto di S. Lorenzo in Brescia. In Brescia 1760. Presso Giammaria Rizzardi in 8. si vende anche da Paolo Colombani Lire 4. Nel Proemio di questo Libro si da informazione dell’ammirabile Provvidenza da Dio tenuta nella fabbrica della Chiesa Prepositurale di S. Lorenzo in Brescia, dimostrata come un simbolo di quella, che Dio tiene nella giustificazione dell’Uomo, ch’è il vivo Tempio di Dio; e dopo d’avere Storicamente non solo, ma con pio ed erudito stile, e veramente di cuore narrata l’erezione d’esso Tempio di S. Lorenzo, si passa alla materia della correlazione, che passa fra il Tempio materiale, e il Tempio spirituale di Dio, che sono gli Uomini medesimi. È diviso il Libro in XXXIV. Capitoli, oltre una Prefazione, ed un Proemio. Tutto spira devozione, verità, e sacra erudizione; e rinnova la memoria dello scrivere de’Padri Antichi della Chiesa, ne’quali andava aggiunto all’ingenuità, e cordialità dell’espressione un continuo alimento dello spirito, tratto dalle sagre carte, e da più solidi fondamenti della Cattolica Religione. Case da Fittare. Casa d’affittar, Soler di sotto d’un Stabile sopra Canal Grande, in Contrada di S. Marcuola, in calle della Paggia, paga d’affitto all’Anno Ducati 350. Le chiavi sono dall’Affituale in detta Casa, che stà in Soler di sopra. V’è un Appartamento da fittare proprio per una picciola Famiglia in Contrada di S. Giacomo dall’Orio sopra il Rio di S. Giovanni Decollato, con Portico, tre camere, un camerino, e cucina, due luoghi a basso, cioè caneva, e Mezzà, con Pozzo perfetto, e Riva in casa, nuova, e lucida. Chi lo volesse a fitto, ne parli col Signor Paolo Colombani Librajo, che gli sarà dato l’indirizzo con chi avrà da trattare. Casa da fittare in Piscina a S. Moisè, vale di fitto Ducati 105. Chi desidera migliore informazione, parli con lo Speziale in detta calle. Casa appresso a’Padri Teatini quasi in faccia a Kà Condulmer, paga all’Anno Duc. 120. Vi sono stanze terrene. Un Appartamento grande di sopra, e uno nel secondo piano, però di solamente due Mezzadi. L’Illustriss. Sig. Simon Foresti Burloni, che suol praticare alla Malvagia in Frezzaria, può render conto è trattare della Casa medesima. Casino nuovo in Campo a S. Stefano in faccia la Chiesa di S. Vitale, appresso Cà Cavalli con ogni suo comodo, Mezzadi soffittati, finestre di lastre, matto che conduce l’acqua in Cucina, terrazzi di Marmorino. Chi vi applicasse parli con l’Aggente di Cà Cavalli. In Corte dei Risi a S. Paternian vi è una casa tutta su un Piano, cioè un portico grande, tre camere grandi, un camerino ed una cucina; chi vuole rinunciarla vuole far esito d’una camera fornita di tele con poltroncine e sofà simile, l’affitto è di Duc. 60. Ricapito, chi la vuol vedere dal Tapezier in campo a S. Luca. Case da Fittare fuori di Venezia. Palazzo, o sia Casa grande alla Fossa Padovana, mezzo miglio lontano da Mirano, e quattro da Mestre, sopra la strada serato di Muro, con Orto, Brollo, Giardino, e Peschiera, ed alcuni Campotti arattivi, con Vasi d’Agrumi, Barchessa e il tutto di Campi sette incirca di ricinto, e con ogni suo comodo, che potrebbe anco servire per due Civili Famiglie, senza che l’una desse suggezione all’altra, tenuto in buon ordine. Chi applicasse per prenderlo in affitto, o lo volesse a livello, parli con il Sig. Bortolo Alberegno, sta di Casa a S. Canzian in calle del Fumo, che tiene la commissione, ed accorderà del prezzo, o unito, o separato; Come pure se vi fosse chi volesse in affitto unitamente la Campagna di Campi 25. in circa assai ben tenuta, parli con lo stesso che tiene ogni comissione, ed ordine, e saranno dallo stesso accordati o separatamente, o uniti ad un prezzo discretto. Legni arrivati. Adì 5. Giugno. Fregadon, Patron Francesco Ballarin, venuto da Traù, con 13. cai Vin. 5. cai Oglio. Detto. Bracera, Patron Ignazio Viezzoli, venuto da Trieste, con 75. Sachi cera zala. 1. cassetta, e 1. Scatola Naranze Dolce. Detto, Bracera, Patron Francesco Viezzoli, venuto da Trieste, con 81. Sacco cera zala. Detto. Pieligo, Patron Antonio Gezzo, venuto da Monte Marchiano, con 25. Lardi. 5. Miera, e 200. Libre Formagielle. 73. Persutti. Detto. Tartana nominata Santissima Anonciata, e Sant’Iseppo, Capitan Domenico Mollo Napolitano, manca da Fiumesino 1. Mese, e da Castel Mare 22. giorni, raccomandata a sè medemo, con 465. carratade Porcellana. Detto. Pinco nominato Madonna del Rosario, Capitan Onofrio Scarpato Napolitano, manca da Messina li 10. Maggio, e dall’Augusta 17. giorni, raccomandato a sè medemo, con 43. Botte Sugo di Limon. 56. casse Pasta di Regolicia. 88. Sachi Mandole. 124. Sachi Pestachi. 5. car. Gripola. 50. Fassi Palme di Scoe. 45. Arnasi Liquori. 6. Sachetti colla. 40. cantara Formaggio. 280. cantara cenere in Sachi, e a refuso. Detto. Bracera, Patron Steffano Rocco, venuto da Zara, con 3. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Pasqualin Zanco, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Trabacolo, Patron Zuanne Brazzan, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Andrea Pavani, venuto da Rimani, con 800. Libre Strazze. 1. Fagotto Rame vecchio. 4. Miera Giesso. 7. geste Formagielle. Detto Trabacolo, Patron Domenico Supisich, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Antonio Sfrizo, venuto da Sebenico, con 4. cai Oglio. Detto. Tartanon, Patron Marco Lucio, venuto da Sinigaglia, con 1. cassetta Formagielle. 2. car. Vin. 6. Sachetti Seme di Melon. Detto. Tartanon, Piero Tubia, venuto da Sinigaglia, con 1. car. Vin. 1. cassetta Formagielle. 8. Sachi colla. Detto. Pieligo, Patron Francesco Vianello, venuto da Palma Nova, con 10. Stera Meggio. 79. Sachi Farina zala. 2. Sachi detta bianca. Detto. Bracera Patron Giusto Scolin, venuto da Trieste, con 5. Bar. cera. 4. Bar. Ferramenta. 1. Bar. Lime. 3. casse Acqua di Cilla. 1. Fag. Lana. 10. casse Sugo di Liquericia. 15. Fassi, e 2. Botte Azzali. 3. Fassi Lamarini. 79. Bar. chiodi. 32. Bar. Inchiò Salati. Detto. Trabacolo, Patron Biasio Olasanovich, venuto da Zara, con 3. cai Oglio. Detto.Trabacolo, Patron Nicolò Marinich, venuto da Zara, con 3. cai Oglio. 2. cassette Rosolin per Transito. 1. car. Rame vecchio di 200. Libre. Detto. Trabacolo, Patron Michiel Gasparovich, venuto da Zara, con 3. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Michiel Totto, venuto da Capo d’Istria, con 12. Rodoli Griso. 1. Balla capretti. 1. Bar. Oglio di Pesce. Detto. Pieligo, Patron Zuanne Vianello, venuto da Palaciol, con 350. Stera Formento. 116. Sachi Farina zala. Detto. Pieligo, Patron Fortunato Ballarin, venuto da Palaciol, con 141. Sacco Farina zala. Detto. Pieligo, Patron Alvise de Mondo, venuto da Spalatro, Sebenico, e Zara, con 38. Fassi Ferro. 3. cai Oglio. 1. Fagotto Rame vecchio a reffuso. 8. cai catrame. 2. Rodoli Rassa in più cavezzi. Detto. Pieligo, Patron Battista Bressan, venuto da Spalatro, e Zara, con 2. Bar. Sufini. 1. Rodolo Rassa in più cavezzi 3. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron MarcoVianello, venuto da Palma Nova, con 100. Sachi Farina zala. Detto. Pieligo, Patron Francesco Basso, venuto da Sebenico, e Zara, con 4. cai Oglio. 12. Mazzi Ferro a refuso. 258. Pezze Formaggio Morlacco. 150. Pelle Agneline. Detto. Tartanon, Patron Domenico Gaetano, venuto da Fermo, con 32. Botte Gripola. 22. Sachi detta in Polvere. 4. ceste Strutto, e Persuti. 8. Temporali Salati. 3. ceste Formagielle. 35. Persuti. 6. Lardi. 1. car. Vin. Detto. Pieligo, Patron Zorzi di Piero Lucovich, venuto da Cattaro, con 5541. Pezze Formagio Moriotto. 483. Pezze detto Morlaco. 8. Miera, e 800. Libre Scodano. 1. Fagotto Pelle Agneline. 320. Stera Semenza di Lin. 2. Rodoli Rassa in più cavezzi. 2. Fagotti cera zala. Detto. Pieligo, Patron Francesco Lazari, venuto da Castel Novo, e Ragusi, con 130. Balle, e 1. Fagotto Lana. 46. colli Cera. 2700. Pelle Pelami. 175. Libre Pastieri di Cervo. 28. Pelle Vedeline. 632. Pelle Montoni. 1. Fagotto Pelle di Gatti Salvatichi. 2. Fagotti Pelle di Lepro, Pelle di Orso, e Pelle di Tasso. 1. Fag. Sachi voti. 1. Fagotto Rame vecchio. Detto. Pieligo, Patron Andrea Venerando, venuto da Sebenico, con 6. cai Oglio. 4. cai Catrame 1. Fag. cera zala. 10. Mazzi Ferro grezo a refuso. 1. Fag. Rame vecchio. 1. Fag. cera, e coladure. 1. Rodolo Rassa, e Bedena in più cavezzi. Detto. Trabacolo, Patron Lorenzo Quintavalle, venuto da Pago, con 140. Mozza Sal. Detto. Pieligo, Patron Paolo Privileggio, venuto da Zara, con 3. cai Oglio. 11. Detto, Trabacolo, Patron Gerolamo Rasol, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Mattio Sandrin, venuto da Trieste, con 4. Bar. chiodi. 6. casse Frutti. 3. Miera Limoni a refuso. Detto. Trabacolo, Patron Zuanne Pettito, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Tartanon, Patron Francesco Zenaro, venuto da Sinigaglia, e Pesaro, con 12. Sachi colla cervona, 4. Balle carnizzo. 12. Balle Lana della Campagna di Roma. 12. casse Acqua di Nocera. 3. casse Trementina. 2. Bar. Mana. 1. cassetta Medaglie di Otton. 1. Balla Pelle di Volpe, e Pelle di Gatti Salvatici. 4. Sachi Radice di Capari. Detto. Trabacolo, Patron Silvestro Silvestri, venuto da Zara, con 4. cai Oglio. Detto. Bracera, Patron Cristofolo Spolar, venuto da Trieste, con 6. Bar. Sortiti. 1. Fagotto Fassoletti di Bombaso. 26. Mazzi Lamarini. 12. Pezzi Piombo. 1. Bar. Bande Raspade, e Fil di Otton. 4. Bar. Bande. 1. car. Orzo Todesco. 1. cassetta Drappi usati. 33. Fassi Azzali. 10. Balle cera greza. 6. Bar. Ottoni. 6. Bar. chiodi. 1. Fag. Bande Raspade. 5. Bar. Ferramenta. 5. Balle Telle. 2. casse Acqua di Cilla. 2. casse Porcellana. 1. cassa Lametta. 1. Bar. Ochi di Gambaro. Detto. Pieligo, Patron Andrea Chiribi, venuto da Spalatro, Sebenico, e Zara, con 145. Mazzi Cordoani. 163. Mazzi Montoni. 113. Schiavinotti. 3. Fagotti cera. 1. Rodolo Rassa in più cavezzi. 4. cai Oglio. Detto. Pieligo, Patron Christofolo Lucovich, venuto da Cattaro, con 10. Miera Pegola. 875. Pezze Formaggio Moriotto. 160. Pezze detto Morlaco. 15. Miera Scodano. Detto. Pieligo, Patron Piero Balarin, venuto da Palma nova, con 65. Sachi Farina zala. Detto. Pieligo, Patron Francesco Benuzzi, venuto da Spalatro, con 5. cai Oglio.

Cambj per le Piazze Estere, corsi addi 14. Giugno 1760.

Lione Ducati- 59 3/4 Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno. Bolzano Soldi Roma Scudi Oro Stampe 63 per Ducati 100. Banco. Napoli Ducati Regno 121 ¾ per Ducati 100. Banco. Firenze Scudi- 80 Oro da Lir. 7 ½ per Ducati 100. Banco. Livorno Pezze da 8/r 105 per Ducati 100. Banco. Milano Soldi- 156 ½ per un Scudo di Soldi 117. Imperiali. Genova Soldi- 94 1/4 per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco. Anversa grossi- 95 per un Ducato Banco. Amsterdam grossi- 91 ½ per un Ducato Banco. Amburgo grossi- 89 3/4 per un Ducato Banco. Londra Sterlini- 51 7/8 per un Ducato Banco. Augusta Taleri- 99 per 100. Ducati Banco. Vienna Fiorini- 189 ½ per Ducati 100. Banco.

Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.

A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian. In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo. Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo. In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore. Con Privilegio.