Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "All’Autore della Gazzetta urbana", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\0481 (1790), pp. 1-4, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2665 [consultato il: ].


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All’Autore della Gazzetta Urbana.

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Signor Gazzettiere.

LO spaccio che ha la vostra Gazzetta mostra l’aggradimento che a giusto titolo avete dal Pubblico meritato. Voi accoppiando alli piacevoli racconti le Letterarie novelle, divertite, ed illuminate nel medesimo tempo. Quest’ultimo oggetto come è il più nobile, è anco il più utile, e quello che più onora, e rende interessante la vostra produzione. Quindi è che io ho creduto che un rispettoso dettaglio tendente ad istruir la Nazione sopra uno degli oggetti più interessanti, qual’è la Regolazion della Brenta, non potesse aver luogo più addatto, nè più acconcio, che nella Gazzetta vostra, omai divenuta il trattenimento ordinario de’Curiosi, non meno che delle dotte Persone. Voi però farete il piacere di stamparlo, e dispensarlo ai vostri Associati.

Esposizione apologetica degli Assistenti de’Signori cinque Matematici destinati all’esame del Piano di Regolazion Brenta sopra le accuse date agli Assistenti stessi dall’Autore degl’Impetus nella sua Opera delle Considerazioni, e nel Libro intitolato Cogitata, & Visa.

Ne dum tacemus, non verecundiae, sed diffidentiae causa tacere videamur.

Cyprian. contra Demet.

Accusati avanti la Nazione gli assistenti de’Signori Matematici d’aver prodotti arbitrarj Profili, aborti informi della lor immaginazione, piuttosto che frutti delle osservazioni necessarie, d’aver istituito vane, ed infruttuose Livellazioni senza oggetto, e senza esattezza, d’aver gettate deplorabili somme nell’impianto di lussuriosi Idrometri inutilissimi, e ridicoli, e d’esser caduti in altri erronei rilievi, non ponno essi Ajutanti senza scapito del loro onore osservare sopra tali accuse un più lungo silenzio, che forse potrebbe venir interpretato sinistramente e sospendere l’assenso della Nazione a quelle Regolazioni, che debbon esser figlie de’risultati da loro esibiti.

Di soli effettivi 434, come può incontrastabilmente riscontrarsi dalle Polizze presentate all’Eccellentissima Conferenza è stata la spesa per l’impianto degl’Idrometri sopra cui l’Autor delle Considerazioni chiama le ceneri di F. Giocondo a piangere, e rattristarsi. L’utilità della loro istituzione è canonizzata non solo da tutti gl’Idraulici, ma dall’autor stesso, che ne ha dato il primo lodevolissimo esempio coll’erigerne uno ad Altichiero, da cui non differiscono quelli ora disposti ad ogni mezzo miglio, lungo tutta la Brenta, che per avere di legno le loro basi. Il fine principale propostosi nel loro impianto fù quello di poter, per mezzo di essi, conoscere l’altezze delle Piene sopra i fondi, e le loro cadenti. Se questi oggetti siano perfettamente adempiti, si lascia alla Nazion il giudicarne. Quando con diligenti, e ripetute Livellazioni è determinata la pendenza del Caposaldo d’un Idrometro all’altro, quando è rilevata di essi l’altezza sopra i fondi massimi, e ragguagliati dalle sezioni corrispondenti, quando si nota l’altezza della piena sopra questi stessi Capi saldi, bisogna voler chiudere gli occhi all’evidenza, per non vedere che sono dati tutti gli elementi, per conoscere di questa Piena la cadente tra un’Idrometro, e l’altro, e la sua altezza sul letto del Fiume. Per giungere a questo rilievo, non importa che i Capi-saldi siano distribuiti in un’ordinata cadente, ciò che l’angustia del tempo non ha permesso di fare, e qual’ora si abbia il Piedelista delle loro pen-[2]denze, non vi vuol altro per far il Pofilo di ciascuna piena che osservare, e far osservare gl’Idrometri al momento che ella è stanca. Il corto spazio di tempo che richiede quest’osservazione spiega come siasi dagli Assistenti formato il Profilo di quella dei 12. Ottobre, e leva dagli occhi di tutti la pretesa impossibilità di questo rilievo, che si volle desumerlo dubbio dalle posteriori Brentane: rapidamente correndo la linea del Fiume si poterono dagli assistenti visitare nel dì 12, non le centinaja, ma i soli 60 Idrometri, che sono da Limena a Codevigo. Ne è testimonio Stefano Breda pur di Limena, con cui si passò, e si osservarono propriamente quegli stessi Idrometri d’Altichiero, sopra cui si pretende di non aver mai veduto a praticare osservazioni di sorte, si raccolse l’altezza, cui eran arrivate le piene anteriori all’Idrometro proprio dell’Autor delle Considerazioni da uno de’suoi stessi dipendenti, ed è stato sopra questi elementi cosi raccolti, che gl’Assistenti hanno potuto formare il loro Profilo. Se questo è arbitrario, quale rilievo sì potrà dire fondato? E in una materia di tanta conseguenza vi sarà Persona, che si dia ad intendere potersi trovare assistenti così rei, che con informi parti della lor immaginazione si vogliano render causa di tutti quei mali che potrebbon derivare dai loro ideati rilievi?

La facilità di aver i Profili di qualunque Piena non è il solo vantaggio che si proposero i Matematici nella piantagion degl’Idrometri, altra utilissima vista vi aggiunsero, e fù quella di poter far conoscere per mezzo di essi, quando che piaccia, le alterazioni che porta al Fiume la vicissitudine delle sue acque, e delle operazioni che in esso si praticano.

Osservata nell’Estate dell’anno 1789 la profondità dei fondi ragguagliati delle sezioni corrispondenti agl’Idrometri sotto i Capi---saldi degl’Idrometri stessi, non si ebbe bisogno che di ripetere subito che lo ha permesso l’altezza dell’acque, le sezioni stesse, per formare il prospetto delle variazioni prodotto dalle Piene Autunnali; prospetto che mostra un’escavazion nell’Alveo di Brenta Vecchia, ed un’interrimento nel tronco da Strà al Dolo, effetti senza dubbio della Rotta aperta del Piovego. Non è lecito a semplici assistenti l’entrare in scientifiche discussioni, ma dietro l’esempio dell’Autor stesso delle Considerazioni, che ai confronti degli attuali con gl’antichi incerti stati del Fiume, ebbe ricorso per provare i suoi assunti, già la Nazione col suo voto decide, che se prima d’ora imitando l’Idrometro d’Altichiero, se ne fosse di altri, come in adesso si è fatto, arricchita la Brenta, forse non sarebbe il Pubblico involto in tanta incertezza sulla sua Regolazione. Gli annali del Fiume ai quali ognuno ricorre, per trarre i suoi Regolamenti, sarebbero più sicuri, si conoscerebbe l’epoca precisa degl’interrimenti dei Tronchi, se ne saprebbe la progressione, e si potrebbe con maggior sicurezza sapere da quali operazioni abbian avuta la causa, in somma si avrebbe una vera Istoria del Fiume, che non ammettendo contestazione nei fatti, e nelle cause dei mali, la escluderebbe forse anco nel suggerimento dei rimedj.

Questa semplice esposizione d’una parte dell’utilità degl’Idrometri fa sperare che la Nazione non creda affatto gettata la piccola spesa che essi hanno importata. Quando si vogliano giudicare le cose con occhio imparziale, non si crederà nemmeno inutilissima la ripetuta livellazione, che con la maggior possibile accuratezza si fece per renderli utili, e che costò soli Ducati 474, come si può riscontrare dalla polizza 6 Agosto. Se una perfetta corrispondenza di più risultati basta per renderli certi, e canonici, ecco reso d’ora innanzi superfluo il ripetere simili dispendiose Operazioni, qualunque volta si voglia esaminare la nuova Costituzione del Fiu-[3]me, le sole Sezioni agl’Idrometri, bastando in qualunque tempo, per confermare il temporaneo Profilo. E poi, se è lecito il dirlo, forse il nuovo Profilo, che sulla norma delle istruzioni de’Signori Matematici hanno formato i loro Assistenti, e che produrranno con la massa intiera degl’altri rilievi, è ben diverso da quelli che si hanno fino ad ora in materia de’Fiumi: non è segnato con una retta l’andamento di due, o tre miglia di Alveo, ma si trovano ad ogni miglio dieci punti livellati con altrettante Sezioni, che mentre dimostrano la continua disposizione del fondo, insegnano quanto sia poco sicuro il determinare la cadente di un lungo tratto per mezzo di due Sezioni prese all’estremità, un’altra Sezion vicina presa in luogo di una di queste, potendo alterare di molte oncie il risultato.

La vera costituzione del Fiume è in questo modo rilevata si può dire ad ogni passo, e le altre sue affezioni tutte sono poi analisate con ugual diligenza in un generale Piedelista, che preparato per solo zelo, e con considerabile fatica, come ognuno può giudicarne, lasciava sperare agli Assistenti, se non una consolante approvazione, almeno un benigno compatimento.

Ma tutt’altro dovea succedere. Gli sfortunati Assistenti dovevano esser accusati d’aver condotto in errore i Signori Matematici, non meno che la Nazione sulla vera profondità della Foce di Brondolo. Hanno però essi il piacere di poter assicurare l’Autore delle Considerazioni, ed il Pubblico, che gli era ben noto che le Foci de’nostri Fiumi piegano generalmente al Sopravento, ben sapendo per altro ancora che ciò non si verifica in tutti i casi, poichè lo Scanno che copre il Porto di Piave a Cortelazzo ha due aperture, o Foci l’una volta alla diritta, l’altra a sinistra, e la Foce del Sile a Jezolo è affatto rivolta al Sotto-vento, e viene col suo andamento quasi radendo il Litorale. Non è forse lontano il momento in cui potrà conoscer l’Autor delle Considerazioni, se l’Assistente de’Signori Matematici sappia scandagliare le Foci dei Porti, disegnare la loro situazione, e quella degli Scanni che li coprono. Per quanto ora spetta a quella di Brondolo, l’han essi determinata da una lunga base presa sul Litorale, intersecando due Barche ancorate ai luoghi, ove le onde marine, che si veggono spumanti sopra i Scanni laterali, cessano di rompersi nella Foce, e lasciano discernere l’apertura, attraverso la quale hanno strada le acque del Fiume; egli è stato appunto in quest’andamento della Foce così determinata, ed assicurata col corso di più Galleggianti, che gli Assistenti hanno praticati i loro Scandaglj, tessendo varie Sezioni dall’ultimo limite delle Spiaggie sino fuori in Mare, per conoscere il vero Trave. Ciò basta perchè il Pubblico intelligente possa decidere, se con tutte queste precauzioni gli Scandaglj de’fondi fatti dagli Assistenti de’Signori Matematici siano caduti nello Scanno, o nel vero Canal della Foce.

Abbiasi dunque dall’Autor delle Considerazioni qualche indulgenza anche per gli Assistenti stessi per quanto scarsi si suppongano i loro lumi, e per sentimento d’umanità, e per zelo del vero degnisi sospendere qualche volta l’assenso a quelle relazioni, che l’altrui malignità, o mala fede gli può aver fatte a loro carico. Certamente di questo numero è quella che leggesi alla pag. 54 della Cogitata, & visa in aggravio di quello, a cui fu da’Signori Matematici commesso di determinare l’espansion delle Rotte del Muson. Con quanta ingenuità però confessa questo Assistente d’aver accidentalmente trovato, che alcuni Campi al di sopra del Terraggion di Salgaro pagavano più che alcuni altri al di sotto, senza approfondare questo rilievo, con altrettanta franchezza egli dichiara esser false le pretese meraviglie, che spacciansi da lui [4] fatte di aver riscontrati risultati affatto contrarj alle sue prevenzioni. Egli ha rilevato che l’acqua espansa era arrivata dalla parte inferiore sino verso Saletto, e dalla parte superiore fino circa mezzo miglio di quà da Salagro; che quest’acqua nelle Case inondate era arrivata dove a 4, dove a 5, dove a 6 piedi d’altezza, che l’Argine sinistro di Vandura erasi dovuto presidiar con Coronelle, per ritenere la Piena che tracimava con altre particolarità, che quì non fa d’uopo descrivere. Ecco una semplice esposizione de’fatti da lui rilevati, ecco il conto che ha reso a’Signori Matematici in proposito della Commissione che gli avevano addossata. A qual idea di Regolazione sieno questi risultati favorevoli, l’Assistente non lo ha deciso, e non lo deve decidere, la Nazion ne può giudicare.

Ma perchè troppo lungo sarebbe il giustificarsi sopra ogni punto, gli Assistenti credono di poter in poche parole rispondere a tutte le accuse, dichiarandosi a fronte di chiunque pronti a sostenere per veri, dentro i limiti di quelle differenze, che sono inevitabili nel maneggio degli Istromenti, tutti i risultati, che esibiscono ne’loro Profili, e nel general Piedelista.

Sarà ella creduta temerità quest’apologetica esposizione degli Assistenti de’Signori Matematici, o si prenderà essa per una necessaria giustificazione senza la quale dovean considerare a troppo grave pericolo la loro delicatezza, il loro onore? Il Pubblico ha diritto di esser illuminato sopra rilievi contrastati, e messi in dubbio, e da’quali dipende una gran Regolazione. Esso però li sottoponga all’esame di rigida critica, li condanni, e proscriva pure se sono falsi, o fantastici, poichè a questo solo oggetto alla pubblica luce si espongono. Con un carattere di onestà, e con un zelo di Sudditi fedeli sdegnerebbono gli Assistenti de’Signori Matematici di far altrui pagare la loro imperizia, e fremerebbono delle dannose conseguenze che potessero alla Nazion derivarne. Ma se con irreprensibile probità cercando l’utile impiego delle Pubbliche somme, e con indefessa fatica applicandosi all’adempimento de’doveri proprj del loro Offizio, essi non han prodotto che de’risultati veri, e legittimi, è egli giusto che si vogliano far credere inutili le loro Operazioni, supposti questi loro rilievi, gettate le somme spese per farli? e che essi accusati d’infedeli, e visionarj siano così sciauratamente sagrificati? ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1