Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 104", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\104 (1790), S. 829-836, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2664 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Num. 104

Mercordì 29. Decembre 1790.

Ebene 2► Al principio dell’anno cadente s’è esibito su questi Foglj il servizio d’un abilissimo Giardiniere, che ritrovavasi fuor d’impiego. L’avviso pubblico gli valle di pronto mezzo a collocarli in una buona famiglia, trovando un ottimo padrone di cui egli è molto contento.

Lo seppimo soltanto la vigilia dello scorso pros. Natale, perchè ci venne un regalo di scelta cioccolata dalla persona che ci fece esporre l’esibizione a cui non possiamo far sapere la ricevuta, nè far giungere i nostri ringraziamenti che colla stampa di questa Gazzetta.

Quantunque i ricorsi ad essa per le cose trovate e perdute, per le case d’affittare ricercate ed esibite, per la gente che dimanda impiego, per la roba in vendita, e simili articoli, non siano più tanto rari come lo erano il primo anno di questa nostra impresa a cui accordar devesi il vanto d’aver superata la ripugnanza comune al valersi d’un Foglio pubblico per certe particolari occorrenze, nondimeno siamo ben lontani dall’averlo reso nel corso d’anni tre e mezzo un oggetto di reciproco vantaggio, e comodo alle tante e tante persone, che potrebber valersene ne’loro bisogni, o per farselo servire ad uno scambievole commercio di spirito. Parigi ne ha tra i molti altri periodici uno col titolo di Petites affiches, che unicamente serve agli oggetti accennati; e la Veneta Urbana Gazzetta, che esce due volte alla settimana non ha sovente per essi il più piccolo spazio.

La proporzione da Capitale a Capitale, e da numero a numero d’abitanti non dovrebbe mai lasciar mancare a questo Foglio almeno qualche pagina per le Venete Petites affiches o siano pubblici avvisi, ma è la sproporzione del genio quella che cagiona tale mancanza. Come però si giunse ad ottener poco, e si vinse la resistenza del nulla, così si può sperar che venga un giorno in cui sia riconosciuta l’utilità degli indicati ricorsi, e che la nostra Gazzetta non ne scarseggi cotanto.

Le Petites affiches di Parigi e delle Provincie di Francia sono state stabilite sul modello di quelle di Londra; le une, e l’altre son della maggiore utilità; ma quelle dell’Inghilterra per la libertà del Paese contengono delle burle pungenti, e sovente degli avvisi della più strana singolarità. Ne traduciamo due per saggio. [830] “Se un Giovine, che raccolse a San Paolo il fazzoletto d’una Signora, martedì scorso, di cui il Foglio del mercoledì susseguente ne fece menzione, non è maritato, e ch’egli abbia in cuore i sentimenti ch’essa crede d’aver letto negli occhj suoi, non ha egli che a dare uno stato de’suoi beni, ed un inventario della sua persona, e delle sue qualità, con l’indirizzo del luogo ov’egli ordinariamente soggiorna. La Signora che si lasciò cadere il fazzoletto, gl’insegnerà le occasioni di portarglielo, e di aspirare ai più gran favori.”

Il secondo, più singolare del primo, è conceputo in questi termini:

“Avvisasi chi può prevalersene, che una Vedova tra i trenta e i quarant’anni, d’onesta condizione, e di fortune considerabili, di forte costituzione, quantunque bionda, e quanto alla figura almeno passabile, vuole nel mese corrente render possessore della sua persona, e de’suoi beni, in qualità di marito vero e legittimo, un uomo in cui si ritrovino le qualità seguenti:

“Primieramente, si vuol un marito che sia in età di venti a venticinque anni.

“Secondariamente, ch’egli sia d’un buon temperamento, che non sia stato guastato dalla dissolutezza, nè soggetto a’vapori, nè ad alcuna affezione melanconica, o di mal di milza.

“In terzo luogo, ch’egli sia bruno di pelo, e di mediocre statura. Si ha delle ragioni per non volere un uomo troppo grande, e si crede che non sia sempre bene fidarsi a’piccoli. Quanto al viso ci si contenta d’un che non sia deforme; ma non si vuole assolutamente un Adone, perchè si cerca un marito per sè non per altre.

“In quarto luogo, a riguardo de’beni, nulla gli si dimanda, purch’egli abbia tutte le altre qualità richieste. Non si esige nemmeno, ch’egli abbia viaggiato in Francia, quando però sia stato bene educato, sia dolce, compiacente, e sappia come si debba vivere colle moglj. In eguaglianza però di qualità s’uno se ne trovasse che avesse passati due anni a Parigi avrebb’egli la preferenza.

“In quinto luogo si vuole ch’egli faccia professione, almeno esteriormente, della Religione dominante, da paura ch’un non conformista possa assoggettare sua moglie a’di lui capriccj, fissar l’ora, e il tempo della sua tavoletta, determinare i suoi abiti ed ornamenti, regolar le sue occupazioni, interdirle gli spettacoli, e privarla di tutti li divertimenti onesti, e permessi.

“Quelli che avranno delle pretensioni dovranno scrivere il loro nome e quello delle persone che potranno informare sulle lor qualità, in un biglietto sigillato sotto doppia coperta al Sig. Tompson banchiere in steet-street.

N.B. “Si avverte ogni Ecclesiastico per quanto egli sia giovine, e possa essere prevenuto dalla sua figura di non prendersi la pena del concorso. Escludonsi dal medesimo tutti quelli di tale stato a cagione della tristezza che spargono nelle famiglie.

“Non si vuole nemmeno persona alcuna che si diletti di fumare, perchè quelli che hanno contratto quest’uso volgare non amano la loro casa, o vi attraggono cattiva compagnia.”

Discesi dal ritrovato impiego del Giardiniere all’utilità delle Petites affiches non abbiamo riportati li due articoli inglesi, che per far conoscere a chi l’ignora, di quali bagattelle ingegnose si servino talvolta i compilatori delle Patrie Gazzette per allettamento d’una delle più colte Nazioni del Mondo. E l’esempio varrà a giustificarci se nella restrizione a cui siamo soggetti ci serviamo noi pure delle più piccole cose ingrandendole per necessità, e riducendole a qualche oggetto morale. Senza l’ajuto della fantasia niuno potrebbe mai sostenere la Veneta Gazzet-[831]ta Urbana; e se nell’empirla abbiamo in mira il diletto e l’instruzione non può mai mancarci il diritto del pubblico compatimento. Quando diamo un guardo al Catalogo degli Assocciati, e a ’nomi di quelli che costantemente fin dal principio proteggono. La nostra impresa, assicurarsi possiamo che questo benigno compatimento non mancaci; e il conforto di questa verità ci rende insensibili al disprezzo di que’che stimano darsi l’aria d’importanza col chiamar questo Foglio una raccolta di sole inezie, perchè talvolta siamo costretti ad introdurne affaticando intorno ad esse l’ingegno per renderle collerabili a’Leggitori discreti. Se non giungesse mai il giorno da pagare il semestre certuni non usererebbero un tale linguaggio sprezzante: ma allor che trattasi di sborsare L.11: il foglio diventa cattivo, e non è degno della sofferenza di chi non vuol darle, o le da di mala voglia. Buon per noi che questi son pochi, che i molti continuano a favorirci, e che ce ne vengono sempre di nuovi. Noi non abuseremo certamente della loro benevola disposizione, e procureremo sempre di meritarcela col fedele adempimento de’nostri doverti, e coll’essere attenti a tutto ciò che possa migliorar e arricchire il proseguimento di questi Foglj.

Il Serenissimo Principe fa sapere, ed è per Ordine del Magistrato Eccellentissimo de’Consoli d’Mercanti.

Che nonostante il Proclama 1787. 27. Agosto de’Precessori di loro Eccellenze pubblicato li 31. di detto Mese, e consegnato in stampa al Collegio degli Interveniente del Veneto Foro, e diffuso, ed affisso a luochi soliti, e consueti, vedendosi che da alcune persone viene egli trascurato, studiando con maliziosi dannati pretesti di togliere le materie della competenza del loro Magistrato, trasferendole ad altri Offizj, e massime la materia delle Sicurtà demandata peculiarmente, tanto in cognizione, quanto in esecuzione unicamente al detto loro Magistrato dal Serenissimo Maggior Consiglio con la Parte 1455.25. Luglio, dalla Terminazione 1771. 31. Agosto, approvata con Decreto dell’Eccellentissimo Senato 13. Febbraro susseguente seguita in Conferenza degl’Eccellentissimi Cinque Savj alla Mercanzia, Deputati alla Regolazione di Marina Mercantile, e Consoli de’Mercanti, e dal Codice di Marina Mercantile 1786. 26. Settembre, approvato con Decreto dell’Eccellentissimo Senato, formato dal Magistrato Eccellentissimo de’Cinque Savj alla Mercanzia, e perciò richiamandosi all’esecuzione, ed inviolabile osservanza il Proclama antecedente 1787 27. Agosto, sotto le pene alli Transgressori in esso cominate, Sue Eccellenze terminando risolutamente ordinano, che von vi sia verun Interveniente, Avvocato di questo Foro, Assicurato, o Assicuratore, o Mezzano di Sicurtà, o qualunque altra Persona, niuna eccettuata, che ardisca in avvenire di portare alcun ricorso di qualunque natura in prima instanza nella Materia di Sicurtà a verun altro Offizio in via Civile, fuori del Magistrato Eccellentissimo de’Consoli de’Mercanti unico, e solo Giudice competente, e così pure al caso di lievo di Depositi a cauzione delle pendenze, o sia per la disobbligazione de’ Capitali, o per il giro de’medesimi nella pubblica Zecca debba sempre precedere la cognizione di questo Magistrato, con, Terminazione apposita, che commettao la liberazione dall’Ipoteca de’Capitali obbligati, o il Giro de medesimi.

Qualunque persona ardisca di contraffare alla presente Terminazione, caderà nella pena già cominata nel precedente Proclama 1787. 27. Agosto che si vuole inalterabilmente esequito.

E perchè la presente Terminazione sia nota a tutte le persone che possono averne ingerenza nella materia, sarà [832] pubblicata, stampata ed affissa ne’luochi soliti, e consueti, ed in Rialto, ad universale notizia, e ne faranno consegnati Cento esemplari al Collegio degl’Intervenienti del Foro, per la sua inviolabile osservanza. Mandantes & c.

Dal Magistrato Eccellentissimo de’Consoli de’Mercanti li 20. Decembre 1790.

Pubblicato li 22. Decembre.

Metatextualität► Dopo aver data una qualche idea della venustà tipografica della Raccolta i pianti d’Elicona su la tomba di Teresa Ventura Venier; dopo avere nominati gli autori de’lamenti poetici, non resta che a presentare alcune delle più brevi Composizioni, perchè a quelli de’nostri Leggitori, che non la videro, non manchi almeno un saggio de’versi raccolti. Secondiamo così delle particolari premure, che ci furono espresse vocalmente e in iscritto, e poi lasciamo in pace la rinomata Defunta. ◀Metatextualität

Ebene 3►

Di Sua Eccellenza il Signor
Conte Alessandro Pepoli
Sonetto
.

Di mille faci allo splendor notturno

Resa d’impero in ogni cor capace,

Costei calzata il piede di coturno

Movea col finto duol pianto verace.

Al suon costei del molle plettro eburno

D’aure canore artefice sagace

Nel popolo pendente e taciturno

Rendea vivi i miracoli del Trace.

Costei alfin, che d’ogni pregio avea

Ricci dote celeste in sè ristretta,

Pur nel bel seno ogni virtù chiudea.

E noi stupimmo, se a morir costretta

Fu innanzi sera? Esser così dovea;

Che non dura quaggiù cosa perfetta. ◀Ebene 3

Ebene 3►

Del Nobile Signor
Mattia Butturini
Sonetto.

Che non puoi tu fra gli uomini e fra’ Dei,

Fato, che tutto innalzi, e tutto affondi!

Là m’additi, opra tua, lauri e trofei,

Qua marmi cinti di funeree frondi.

Per te onorata in mezzo a’Cigni ascrei

Trae l’amabile Banti i dì giocondi:

Per te la dotta Mara al par di Lei

S’alza, non paga degli onor secondi.1

Ma tu di sdegno e di livor ripieno,

Contro Teresa un colpo vibri intanto,

E fra il gaudio comun spargi il veleno.

Invido! Hai tolta a noi la Dea del canto,

Onde quelle tue Donne all’Adria in seno

Si dividan fra loro il primo vanto. ◀Ebene 3

Ebene 3►

Del Signor Giuseppe Marini
Bresciano P.R.
Sonetto

Quella, che in finta scena al suon d’eburne

Cetre parlò felice il sofocleo

Carme, e in sè stessa dalle squallid’urne

Trar le antiche Eroine al dì poteo,

Sospinse intempestivo alle notturne

Sedi di Morte un destin aspro a reo;

E colpo si crudel le taciturne

Grazie di lutto e di terrore empieo.

Or vanne pur, poiché recisa è in erba

La speme sua nel tragico lamento,

O Francia, del primiero onor superba;

Che lagrimosa per sì tristo evento,

Fuor che sul fato di Costei, non serba

Melpomene in Italia altro argomento. ◀Ebene 3

Ebene 3►

Del Signor Abate
Luigi Cerretti Pub. Prof. O. d’Eloquenza nell’Università di Modena
ODE
Quis desiderio sit puder, aut modus
T am chari capitis?

Oraz. Lib. 1. Ode 20.

A che quel pianto, o Pepoli?

Forse all’estinta salma

Tratta da’nostri cantici

Può ritornar quell’alma,

Che l’implacabil Erebo

Per sempre ti rapì?

Contro il destin non giovano,

Tu il fai, querele, o voti.

Fisso per tutti è l’ordine

De’suoi decreti immoti,

Tutto avrà fine un dì.

Se suon di fama argolica

Sempre non è mendace,

Preda spari l’Atlantide

Dell’ocean vorace.

L’ultima delle Plejadi

Più non risplende il Ciel.

Quante se i versi avessero

Di placar Dite il vanto,

Ombre d’amiche esanimi

Non avria rese al canto

Proserpina crudel?

Vago qual tu di lagrime

A gelid’urna intorno

Per la sua Cintia il fervido

Cantor dell’Umbria un giorno

Quai non diè voti a Nemesi?

Quai Numi non pregò?

Ma l’inflessibil Atropo

I carmi suoi deluse,

F. fu nud’ ombra e cenere,

Ad onta delle Muse,

Quella, ch’ei tanto amò.

Duro, lo so, fu agli ottimi

Perdere, e a te più amaro,

Donna, che il basso secolo

De’pregi suoi sea chiaro.

E troppo breve immagine

Fu degli Dei quaggiu`.

Ma che? sé stessa esercita

Ne’rischj un’alma forte,

E mentre il volgo opprimono

Son l’ire della forte

Cote della virtù

Altro da te che gemiti

L’itala gloria aspetta.

Genio sacro a Melpomene,

Te noto calle a movere

Il coturnato piè.

Già la tua voce implorano,

Scosso il fatal letargo,

Dall’are empie di Tauride,

E dalle torri d’Argo

Ombre di mesti Re. ◀Ebene 3

Bastimenti arrivati 17. corr.

Trab. P. Dom. Pelosi ven. d’Ancona con 6 bal. tabacco, 4 bal. Bachette, un fac. tartaro, 26 pez. legno campece.

18 detto.

Brac. P. Franc. Gregoretti ven. da Trieste con una cas. tele, una bot. colla, 50 pani piombo, 2 cas. orologj, 2 bar. arsenico, 3 mazzi crivelli, una cas. lbri e carta vecchia, 8 baze fil di ferro, 3 bar. chiodi, un bar. crauti.

Tartanon P. Franc. Davanzo ven. d’Ancona con 30 sac. polv. di grippola, 88 bar. fusinne, 2 bar. fighi, una casetta lime, un fag. libri.

Bergantino nom. il Triton, Cap. Guglielmo Arguaby Inglese, manca da Falmauth il 21. Ottobre rac. al Signor Eman. Jacur con 400 bar. cospettoni e 283 pezzi piombo grezzo.

Bergantino nominato Anna Cap. James Mell Inglese, manca da Pensanze li 16. Ott. rac. al Sig. Gius. Treves con 450 bar. cospettoni.

20 detto.

Battello Pat. Ant. Vianello ven. da Trieste con 35 m. limoni per Chiozza.

Tartanon P. Gius. dalla Menega ven [835] da Pesaro con una balletta merci, 10 bal. pelli finimenti, una cassetta e un fag. corde da suono.

22 detto.

Piel. P. Ant. Vulovich ven. da Cattaro e Castel nuovo con 3 majali salati, 15. sac. vuoti, 3 cassoni candele di sevo, 36. Bar. fighi, 267 bal. lana fina, 4800 lib. castradina.

Piel. P. Gius. Marassi ven. da Cattaro con 46m. 170 lib. Castradina, 8 cassoni e 2 cassette cand. Di sevo, 27 mogliazzi e mastelladi fighi, un rot. rassa, 1944 pelli boldroni compresi i gettati in mar per burrasca.

Piel. P. Lazaro Marchesini ven. da Cattaro con 35m. 490. lib. castradina, 403 pez. form. morlacco, 42 lingue di manzo salate, 4 cassoni e una cassetta cand. di sevo, 2 majali salati, 400 pel. boldroni.

Bracera P. Carlo Domianovich, ven. da Spalato con 60 bar. olive salate, 6 bal. becchine e boldroni.

Piel. P. Mat. Radimiri ven. da Cattaro con 2136 pel. boldroni, 52 m. 350 lib. castradina, un cao oglio, 4 cassoni cand. di sevo, 9 mogliazzi e mastelladi fighi, 7 majali salati, più cavezzi di rassa e bedena.

Teatri.

La prima recita d’una grand’Opera esser non suole che una prova generale, particolarmente quando ci son frammessi Cori e Balli, quando ci son molte scene nuove, una quantità di persone che agiscano, e delle decorazioni che per il buon esito esigono tutta la prontezza nell’esecuzione. Così è avvenuto in questo nobilissimo Teatro a s. Benedetto ove Domenica pros. scorsa lo spettacolo spiegò una grandezza reale ma segnò al tempo medesimo delle situazioni da essere corrette, come seguì nella sera susseguente, che il tutto andò meglio assai, e da una piena Udienza ottenne generali sonori applausi.

Per non intervenire alla rappresentazione di questo Dramma colla speranza di restarne commosso, e di gustare le dolcezze del sentimento, basta leggerlo in prima. Si trova un Ercole umanissimo quanto un Tito, come nel Ballo si vede Tito in una situazion da Nerone. Bisogna apparecchiar i sensi al diletto ond’evitare la delusione; e con questo punto di vista ognuno certamente resterà contento. Udirà degli eccellenti perzi di musica ne’quali si distinse la dotta mano del celebre Sig. Maestro Tarchi applaudito con quella universalità di consenso, che ottiene soltanto ciò ch’è nel suo genere raro e sublime. Udirà nel canto del gran Marchesi quanto può uscire di meglio dalle perfezioni della natura accoppiate a quelle dell’arte e particolarmente nella Preghiera, e nel Rondeau sarà rapito in estasi di musicale soavità; prodigio proprio del suo valore, che supera ogni confronto de’Musici più rinomati, e gli decreta la palma della singolarità. Vedrà nel Sig. Volcani un Ballerino d’agilità, di forza, di leggiadrezza, che ne’suoi a solo si fa ammirare e plaudire colla facilità d’eseguire le più stimate operazioni dell’arte sua. Vedrà delle superbe scene, che in gradazione di pregio tutte son degne dell’estro conosciuto, e del sapere del famoso Signor Cav. Fontanesi; un ricco e vago vestiario, e degli ornamenti maestosi che appartengono alle imprese da Corti. Le danze, e i cori intrecciati all’azione s’hanno a prendere come pezzi staccati dall’interesse del Dramma, e puri allettamenti de’sensi uditivo e visivo, che riempiono lo Spettacolo, e a parte a parte divertono. Il Ballo non corrispose alla giusta e grande aspettazione, che se ne aveva. Ciò conferma la verità tante volte sperimentata, che anche i grand’uomini sono essi pure soggetti a de’grand’inganni.

Per altro il tutto insieme è atto certamente alla soddisfazione degli spettori, e che che se ne dica in contrario il Pubblico non prevenuto, imparziale, [836] e sensibile alla magnificenza di questo teatrale divertimento, lo applaude, e ne dice bene.

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Biglietto indirittoci per farci dire quanto contiene.

“Dopo tante perquisizioni e scritture per la sistemazione della Brenta, esce un Discorso del Pubblico Ingegnere e Perito Sig. Carlo Scarabello. Una materia in tante guise versata, ed interessante il pubblico bene, dovea necessariamente devenire l’oggetto, e delle Persone di teoria, e di quelle di pratica. Cittadini cospicui, Matematici di professione, Teorici illuminati, esposero i loro piani. Parve al Sig. Scarabello di tener la via della semplicità. Le di Lui teorie sono quelle della natura. Egli sà le sistemazioni proposte e prima e da poi. Alieno da qualunque impostura propone un piano semplice, breve, poco dispendioso, e certo nelle sue utili conseguenze. Salva tutti gli usi socali e rapporti. Che ama il pubblico bene, e non è ignaro di tali materie, avrà certamente genio di leggere questa buona Operetta, ch’è facile insieme e dilettevole. Ma le cose piane sono per lo più le neglette. Ciò torna a danno del Pubblico, e noi nell’enunciare questa Opera nel Foglio nostro avremo almeno procurato di non cooperare a simile ordinaria trascuratezza. Si vende in Merceria dalli Signori Foglierini e Curti Libraj presso il Caffè di Menegazzo a soldi venti.” ◀Ebene 3

Notizie Marittime

Bastimenti Veneti partiti da Costantinopoli.

Cap. Tommaso Lombardo

Cap. Paolo Luccovich

Per Volo a caricar Grani.

Cap. Antonio Cralietto per Trieste con Merci.

Cap. Marco Faratovich.

Cap. Lorenzo Contelli

Cap. Tommaso Bronza

Per Acri a caricar Grani.

Arrivi in questo Porto.

Un’Inglese con aringhe

Due Danesi con baccalari

La Nave Fortuna Olandese da Amsterdam con Merci.

Cap. Gio: Petrina Veneto da Petersburg, e Livorno con Merci.

Cap. Cristofolo Coffovich da Corfù con Oglj.

Chi volesse comprare pelliccie di Zibellini del Kamgiatka, a buon prezzo, s’indirizzi al padrone della bottega da Caffè della Regina d’Ungheria sotto le Procuratie vecchie, che il Caffettiere insegnerà il Padrone di dette pelli.

Commedie per questa sera.

A Sant’Angiolo.

Una nuova Commediaccia di magia Quarta replica.

A S Gio: Grisostomo.

La Sposa Persiana quarta replica.

A San Luca.

La prudenza di Pantalon, ec.

La prima donna di questa Compagnia ha partorito, e per ciò non si potè eseguire il Disertor Francese a cui s’era invitato il Pubblico.

Morti.

N.H. Giulio Contarini qu: Domenico dalla Parrocchia di San Benedetto d’anni 91. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1La morte della Venier è seguita nel tempo che la Banti e la Mara cantavano a S. Benedetto, e a S. Samuele.