Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 85", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\085 (1790), pp. 677-683, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2648 [consultato il: ].


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Num. 85

Sabbato 23. Ottobre 1790.

Livello 2► Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Signor Gazzettiere.

“Mentre eravamo in qualche pensiere di ritrovar il modo opportuno di rend2re (sic.) noto il bisogno che ha la Chiesa di S. Liberale di Castel-Franco di rimpiazzare l’Organista rapitogli da morte immatura ci trasse d’impaccio un’Articolo inserito nella Vostra Gazzetta al Nu. 78., nel quale leggiamo ed il bisogno, e gli assegnamenti del futuro Organista. Crederemo che l’Autore di quell’Articolo quanto si mostra istrutto, tanto sia stato mosso da vero zelo a pubblicarlo. Comunque la cosa sia, veracemente l’Onorario ascende a cento Ducati correnti, compresa l’ordinaria riconoscenza solita ad usarsi all’Organista nelle principali funzioni. Un Sacerdote sarà provveduto della Messa, ed in proporzione dell’abilità, e maniera potrà proccurarsi dell’estranee utilità. A tutto ciò aggiungiamo che la concorrenza sarà aperta sin tutto il prossimo Mese di Novembre; che i Signori Concorrenti non anno che a farci giungere il loro Nome, ed indirizzo onde poterli avvertire della giornata (che fisserassi certamente nel Decembre seguente) nella quale dovranno ritrovarsi a Castel-Franco per dar saggio della loro abilità, a giudizio di celebre Maestro; che a tal fine sarà da noi eletto. I Signori Concorrenti sieno certi che nè gli ufficj, nè particolari circostanze prevaleranno giammai nella scelta all’intrinseco loro merito. Ci lusinghiamo che compiacente, e gentile come siete, vorrete coronare l’opera aggiungendo anche questo al pubblicato Articolo, e così rendervisi doppiamente obbligati. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

I Sindici della Chiesa sud.

Metatestualità► Que’che veder mai non vorrebbero le serie de’Piovani su questo Foglio, preghino Iddio per la vita degli attuali. Quando ne manca alcuno, all’elezione del suo Successore noi certamente continueremo l’usato metodo, che non è per tutti spiacevole. Ora però ci corre debito della seguente ◀Metatestualità

Serie delli Piovani di S. Michiel Arcangelo.

1069. Tino Notajo.

1188. Michiel . . . . .

1261. Paolo Biondi Notajo.

1288. Leonardo Falier, passò al Vescovato di Sebenico.

1312. Cardinal Morosini passò al Pio-[678]vanato di S. Maria di Murano poi al Patriarcato di Costantinopoli.

1346. Giovanni Rizzi Notajo, Canonico Ducal, Arciprete della Congregazione di S. Angelo.

1365. Niccolò . . . . Notajo.

1365. Lorenzo Torre Notajo, Arciprete della Congregazione di S. Angelo.

1369. Stefano . . . . Notajo.

1398. Alessandro Marini Notajo.

1420. Michiel d’Avanzo.

1437. Antonio Bon Vicario General di Marco Condulmer Patriarca di Grado. Questo per comando di S. Lorenzo Giustinian, Vescovo di Castello, investì al Piovanato di S. Benedetto Silvestro Moscato Piovan di S. Paternian.

1442. Giovanni Rizzi Notajo Canonico di S. Marco, prima Piovan di S. Sofia, ed Arciprete di S. Maria Formosa.

1458. Diodato Miani.

1461. Francesco Rugeri Notajo.

1475. Niccolò Pin Notajo prima Piovano di S. Geminiano.

1476. Giacomo Turella.

1485. Giovanni Allegri.

1496. Lorenzo Rubi.

1498. Gabriel Allegri.

1536. Georgio Dolfin Canonico di Castello.

1539. Gio: Maria Alessi Canonico di Castello, morì repentinamente nel Giovedì Grasso.

1543. Alvise Torre Canonico di Castello, e Arciprete della Congregazion di S. Angelo.

1556. Alvise Ceruti dopo 4. mesi, e 4. giorni di Piovanato vacante, Canonico di Castello.

1559. Bortolamio Ceruti Fratello del Defonto.

1577. Andrea dalla Pergola.

1590. Marc’Antonio Cajetani Canonico Ducal e Arciprete di S. Maria Mater Domini.

1617. Niccolò Sforza.

1622. Bernardin Grasselli, morì in età d’Anni 88.

1629. Francesco Cesata; per assistere assiduamente la Parrocchia la maggior parte infetta da febbre maligna, passò all’altra vita, vero martire di Carità, dopo tre mesi di Piovanato.

1629. Gio: Battista Boemi.

1631. Pietro Bianchini, morì non ancor terminato il secondo mese di Piovanato.

1631. Lorenzo Lazzaroni.

1668. Francesco Pilotti Canonico Ducal, e Arciprete di S. Angelo.

1688. Giuseppe Lanza Abbate Canonico di Castello.

1697. Giacomo Bonetti Canonico di Castello.

1716. Antonio Balocco. Morì improvvisamente.

1722. Giacomo Amigoni Canonico Ducal Arciprete di S. Maria Mater Domini.

1751. Francesco Bottion.

1761. Gio: Battista Gaspari Canonico prima della Cattedrale, poi della Ducale.1

1790. Bortolamio Fiorese.

Livello 3►

In Lode
del Sig. Matteo Babini
celeberrimo tenore
Sonetto
Venutoci l’altr’jeri da Padova.

Di Gloria al colmo or che dal merto vero

Vive immortale il tuo gran Nome eretto,

Più di livor non teme il torvo aspetto,

Nè di stolta incostanza il crudo impero

Grida già Fama ovunque in tuono altero:

Babini innonda di dolcezza il petto;

Egli è dell’arte il Precettor primiero;

Tutto è finito in lui tutto è perfetto.

In mezzo a tanti lusinghieri accenti

Tranquilla è l’Alma tua sempre modesta

Qual scoglio immoto al sibillar de’venti.

Invidia mai nel tuo bel cor si desta;

I giusti plausi altrui con gioja senti.

Qual rara union d’alte virtudi è questa! ◀Livello 3

Livello 3► Exemplum► Non ci è detto in qual Paese, da chi a noi scrisse l’Avvenimento, si ruppe un contratto nuziale per il solo articolo delle spille. Un benestante di età matura, che ama i suoi comodi ma è nemico del fasto, che sà far del bene senza vanità, che s’arrabbia perchè tutto il Mondo non pensa colla sua testa, contrasse del genio ad una conversazione per una Giovinetta brillante di civile estrazione, e questo poco a poco si convertì in fuoco d’amore, che riscaldò il freddo suo petto. Non mancò chi accorgendosi de’progressi della sua passione s’intromise per fargli perdere la tranquillità in tutto il resto della sua vita (come si deve probabilmente supporre) accoppiando il cadente Autunno alla florida Primavera. Chi ama crede, e l’uomo dabbene apriva l’orecchio, e il cuore a que’che gli mostravano nella sua Sposina un’animo de’più docili da adattarsi ad ogni sua volontà, da fargli la migliore compagnia che avess’egli potuto bramare. Ella se gli mostrava in-[680]namorata sino alle ciglia, e colle più accorte attenzioni seppe vincere la di lui ripugnanza al matrimonio conservata fedelmente per un lungo corso d’anni. Trattavasi d’un buon partito, e per ciò la scaltra Giovinetta, i suoi Parenti, e gli amici di casa soffiavan di concerto nelle viscere dell’amante, perchè il suo fuoco divenisse un incendio al quale non potesse resistere. Ci eran riusciti, e non avrebbero creduto mai, che bastar potesse ad ispegnerlo una pretesa della Sposa a cui certamente non volea cedere. La sua dote era una miseria se si voleva ristringerla al giusto valor delle cose, ma la civiltà della nascita, la gioventù, l’avvenenza, lo spirito, le davano un contorno di sommo pregio come i brillanti a un ritratto. Per questo nobilitar ella voleva il contratto con un obbligo ch’egli dovesse contribuirle duecento Zecchini all’Anno per le spille. Si scosse con tutto il suo amore che l’agitava il nostro Sposo maturo al leggere la pretesa nella Scrittura Nuziale, e che diavolo vuol far ella, disse alterato, di tante spille? Metter su forse un Negozio? Quelle che le occorreranno gliele comprerò io. Si ebbe un bel dirgli, che sotto questo titolo le Signore vogliono una maritale pensione per i loro minuti piaceri. Egli non volle intenderla, nè sottoscrivere se non annullavasi quell’Articolo. Montò sulle furie la Giovinetta elegante quando lo seppe, e nel bollore della sua collera gli scrisse un Biglietto infiammato accusandolo di zotichezza, e chiamandolo indegno della sua mano. La lettura d’esso gli raffreddò la testa, e lo fece riflettere. Giunse in buon punto da lui un saggio suo amico al quale comunicò il contrasto. Livello 4► Lettera/Lettera al direttore► Siete voi stanco, questo gli disse, di viver bene? Contate i vostri anni e vedete se vi convenga una Sposa sì fresca. Que’pregj che in lei vi seducono formeranno il vostro supplizio se la prendete. V’ha accarezzato per ridurvi al che vi leghi a lei: quando sarete legato vi mangierà il cuore se non la lascierete fare a suo modo, e non vi contenterete d’averla sposata per gli altri. Se non vi persuade la lezione ricorrete agli esempj per non infilzarvi. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 4 Gliene presentò tanti e tanti di passati e presenti che valsero a targli ottener la vittoria di sè medesimo. Pianse, si svelse un resto di capelli che coltivava con mota cura, si schiaffeggiò, si chiamò il carnefice del proprio cuore, ma volle vincere, e ci è riuscito a fronte dell’obblio offertogli delle spille, delle mediazioni usate, delle preghiere, e de’Biglietti amorosi della sua Bella ne’quali era studiato il pentimento con grand’artifizio, e con molta eloquenza l’arte di richiamarlo alla rete. ◀Exemplum ◀Livello 3

Chi ci avanzò questo aneddoto esorta quelle che non hanno gran dote a non insistere sulla pretesa delle spille, e saper vorrebbe l’origine di tale denominazione, e se il costume sia particolare all’Italia, o comune ad altre Nazioni. Nulla dirgli possiamo ove sia nato quest’uso, ma bensì assicurarlo, che non solo in Francia ma anche nell’Inghilterra è in vigore, Metatestualità► come vedrà dalla seguente Lettera inserita ne’Foglj pubblici ed ora da noi tradotta. ◀Metatestualità

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► “Accostumasi in Inghilterra di stipulare, in un contratto di Matrimonio, cert’annua summa per le spille di Madama. Un povero marito di Londra srcisse in questi termini.” ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► “Ho passato il mio grand’anno elimaterico, e sono d’un naturale molto pacifico. Mi accompagnai, per il miei peccati, dodici anni sono, con una Moglie di buona Famiglia, ma d’uno spirito sì orgoglioso, che non potei ridurla a meco vivere di concerto senza un solenne accordo di certe cose, di pjù (sic.) lunga durata che quello della grand’alleanza. Tra i diversi articoli, che lo compongono, vi fu stipulato ch’ella avrebbe quattrocento Lire sterline all’anno per le sue spille, ch’io mi ob-[681]bligai a pagare di tre in tre mesi ad una delle sue amiche, quale le serve di plenipotenziaria in questa negoziazione. Ho sempre soddisfatto al mio impegno con tutta esattezza. Sappiate che la mia Sposa ebbe diversi figli dopo il nostro matrimonio, e che, secondo il rapporto de’maliziosi vicini, le sue spille non hanno poco contribuito a metterli al mondo. Il mantenimento di essi che, contro la mia aspettazione crescon di numero, mi riduce tanto alle strette, che ho pregato la loro Madre a sollevarmi dal pagamento delle sue spille. All’udire questa proposizione bolle il suo nobil sangue, e fermenta nelle sue vene a tal segno, che trovandomi un pò lento a pagar l’ultimo trimestre mi minacciò un arresto, e fin di farmi morire in prigione. Ella aggiunge a ciò, quando il furor le permette d’esprimersi con qualche calma, che ha de’debiti di giuoco da pagare, e che non potrebbe perder i suoi denari coll’aria convenevole ad una donna della sua qualità, s’ella mi facesse qualche ribasso su questo articolo.

Mi lusingo, Signore, che vorrete prendervi la pena d’informarmi se i nostri antichi hanno mai dato un simil esempio, o se ritrovasi qualche menzione delle spille in Grotio, Puffendorfio od altri famosi Jurisconsulti. Sono ec.

Dupè ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore►

Parole del Gazzettiere Inglese sulla Lettera precedente.

Nulla v’ha di più singolare dell’Articolo delle spille in un contratto di matrimonio, ch’è più o meno importante a proporzione dell’età del Marito, e della nobiltà della Moglie. Quella di Dupè doveva impiegare ogn’anno 8 milioni 640 mila spille nuove. Si sà bene che sotto il termine di spille le Dame Inglesi intendono certe comodità; ma io avrei desiderato ch’esse vi avessero sostituita la parola ago, per farsi credere più inclinate al lavoro, e meno civette di quello che sono.

Un Inglese, che proponevasi di maritarsi, destinò cento jugeri delle sue terre per comperare un bel diamante alla sua Sposa, cinquanta delle più alte sue quercie per l’acconciatura del di lei capo, una mina di carbone per la sua biancheria, le rendite d’un mulino per i suoi ventaglj, e la lana di cento pecore per le sue sottogonne: ecco delle spille magnifiche. Se la moda continua, con sarà fuor di proposico ch’ogni Gentiluomo riservi particolarmente una buona Villa per le Spille di Madama. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Sig. Gazzettiere.

Treviso li 20 Ottobre 1790.

Lunedì sera fù li 18 del corrente lo Spettacolo Teatrale di questa nostra Città è riuscito poco felicemente. La presenza di Personaggj forniti di tutta l’intelligenza nella musica, e che aveano cantato due anni sono su codesto Teatro di S. Samuele con tanto applauso, mise tanta paura addosso il Musico, non meno che gli altri Cantanti, che loro fece soffocare la voce in corpo.

E il ballo per non so quall’incuria di coloro, che travagliano intorno le Scene, non potè terminarsi. Martedì sera poi l’Opera riuscì migliore. Il Signor Neri fece riconoscere in sè un personaggio, che sà la musica, e fornito di buona voce. Così pure gli altri non affatto dispiacquero. In quanto il ballo ebbe un esito felicissimo. A replicate incessanti battute di mano furono richiesti da questo rispettabile Pubblico a ricevere i ben meritati applausi sì il Signor Onorato Viganò, che i suoi figli. Faccia il piacere di inserire questa cosa nella sua Gazzetta, acciò da’ [682] malevoli con la vista di Lunedì sera non si dia offesa, a chi merita, e sono

Suo Affezionatiss. Associato.
N. N. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Si confronti questa lettera coll’altra impressa nel nostro Foglio di Mercordì per vederne la discordia più espressa. In quella parlando della prima recita si dice: Che il Signor Neri ha una ballissima voce, ed è gran professore; in questa che la paura gliela soffocò in corpo. La prima dice che la Donna è buona assai: la seconda non la nomina neppure, e solo al riferir l’esito della seconda recita la confonde con quelli che non affatto dispiacquero. L’Autor dell’una narrando il primo esperimento del Ballo lo chiama assai spettacoloso, e molto ben eseguito, e il Viganò caricato d’universali applausi. Quello dell’altra aggrava d’incuria gli Operaj delle scene per cui non potè terminarsi, e riporta l’esito felicissimo alla seconda sera. Le scene, l’orchestra, il complesso, ci son presentate dal primo avvisatore come concorrenti a formare un gran Spettacolo degno di qual si sia soggetto; il secondo non ne parla. Bello si è che quello, dopo tutte le sue lodi lo chiama lungo e nojoso ed esorta l’Impresario ad abbreviarlo almen di mezz’ora, o non vi sarà più alcuno che vadi al Teatro. Questo all’incontro nulla tocca sulla sua lunghezza, e si lagna che la prima sera il Ballo non si potè finire. Se regge la prim’accusa l’Opera sarebbe durata tutta la notte senza un tal mancamento.

Metatestualità► Faccia di queste due relazioni il Leggitore avveduto quel conto che meritano. Sappiamo che sulla prima risero de’Signori Veneziani, che furono alla prima Recita. Non sappiamo qual sensazione in loro produrrà la seconda. Ce ne aspettiamo una terza che metta tutto in chiaro senza parzialità, o contraggenio, e possa meritar sede. ◀Metatestualità

Seguito de’Bastimenti e lor carico.

Piel. P. Xaverio Serovich da Cattaro e Castel-Novo con 51 Bal. Lana fina, 4 c. oglio, 165 Bal. Lana grossa e da calcina, un fag. Bombace rosso, 2 Bal. pel. di Lepre, una Bal. pelo di Gambello, 200 pel. Boldroni 5500 lib. Castradina & altro.

Piel. P. Mat. Bertoli da Macasca con 9 Mastelladi Marasche 3 c. oglio 11 m. fighi 30 quarte mandole 2 rot. rassa.

Bat. P. Rocco Vianello da Trieste con 28 cas. limoni e 8 m. alla rinfusa per Chiozza.

15 Detto. Bergantin Cap. Gius. Dodero Genov. manca da Trapani li 12 Set. rac. al Sig. Pietro Franc. Lucovich con 372 salme di sale.

Bergantino Cap. Isacco Allesar Francese manca da Trapani li 24 Set. rac. a sè med. con 306 Salme di sale, e una cas. cristalli di ritorno.

Bergantino Cap. Gio: Batt. Guigues Francese manca da Marsiglia li 20 Ag. rac. al Sig. Men. Vivante con 180 bar. Zuc. Mascabà.

Bergantino Cap. Nic. Comello manca dalli Scoglietti li 20 Set. Parc. Signor Ant. Comello con 430 m. cenere.

Bergantin Cap. Guglielmo Burgher Inglese manca da Stocholm li 25 Maggio rac. al Sig. Is. Treves con 660 bar. catrame e 220 cas. lamarini di ferro.

Brac. P. Gius. Gioachin da Piran con un carat. grasso di pesce e 12 bar. Budelli salati.

16 Detto. Piel. P. Giac. Dobrilovich da Ceffalonia.

Al Signor Pietro Pevini uvapassa fag. 87.

Al Sig. Gio: Vanautgardem fag. 64. sem. di lin. st. 129 e 34ti miel bar. 5.

Al Sig Zorzi Veludo detto bar. 1. uva una cesta.

Al Sig. Spiro Pillarinò uva & altro una cassetta, Moscato un c.

Al Sig. Nic. Metaxà detto c. 3.

Al N. H. Dom. Muazzo detto c. 3.

[683] Uva passa fag. 11 e 3 fagottini, manna carat. 1.

Grazie del Cap. e Marin, Zibibbo fag. 18 e un bar. Moscato un carat.

Checchia Cap. Giaochin Pugnaletto ven. da Lisbona.

Al Sig. Valentin Comello Pepe sac. 70. Contrerba cas. 2. Zuc. verzir. cas. 108 e fesci 3. detto Mascabà cas. 7.

A’Signori CC. Frat. Revedin qu: Ant. detto cas. 11. Zuc. verzin cas. 90 Zuccaro cas. 77.

Al Sig. Marc’Ant. Zinelli detto cas. 30. Vino un bar.

Al Sig. Pietro Cappellis detto mezze Pippe 2. A chi presenterà Droghe un sac. Zuc. verzin cas. 23. detto Mascabà cas. 27 e 2 fescj.

Port. e Graz. del Cap. e Maria, zuc. cas. 1.

Piel. P. Ant. Vianello da Ceffalonia.

Al Sig. Eab. Cornet miel car. 1.

Al Sig. Bort. Rizzotti detto carat. 3. Zebibbo bar. 14. Moscato cai 60. uva passa fag. 100.

Al Sig. Elia Casaeti detta fag. 15. Moscato c. 24.

Al Sig. Gir. Manfrin detto c. 1.

Al Sig. Ales. Lazzaroni detto c. 2. Miel car. 1.

A chi presenterà Moscato c. 5. Limoni un bar.

Port. e Graz. del P. e Marin, uva passa fag. 26. Zebibbo lib. 350.

17 Detto. Nave Cap. Gio: Biondo venuto da Corfù.

Al Mag. Eccellentiss. al Sal, sale mog. 100 e 3 misure.

Al Sig. Men. Vivante oglio bot. 62.

Al Sig. Ben. Ciatto 2.

Al Sig. Pietro Favro 2.

Al Sig. Pietro Lovisello 5.

A’Signori Angeloni e Gheno 2 e 8 carat.

Al Sig. Ang. Papadopoli 8.

Al Sig. Jacob Messullam 2.

Al Sig. Salam. Costantini 6.

Al Sig. Jocob Mulli 6.

Al Sig. C. Gio: Dom. Rusteghello 11.

Al Sig. Elia Todesco 9.

Port. del Cap. e Marin. carat. 8.

Piel. P. Gab. Scarpa ven. dal Zante

Al Sig. Gir. Manfrin tabacco alla rinfusa lib. 7560.

Al Sig. Michele Glichì Moscato car. 3.

Al Sig. Salam. Costantini oglio bot. 47.

Al Sig. Dom. Damigliano detto 10.

Al Sig. Zuan. Rastopolo 4.

Al Sig. Conr. Martens 2.

Al Sig. Gab. Ardavani 7.

Port. del Pat. e Marin car. 2.

Pinco Cap. Casimiro Amadeo ven. da Terra-Nuova e Messina.

Al Sig. Marco d’Abramo Malta cenere in sacchi e alla rinfusa cant. 2000.

Al Sig. Spir. Colovò Gripola grossa bot. 11 in polv. bot. 6.

Al Sig. Pietro Scipioni vino liquor bar. 2.

Al Sig. Simon Carminati manna cassette 6.

Al Sig. Giov. Heinzelmann seta grezza 2 ballette.

Al Sig. C. Gius. Remondini Libri cas. 2. Port. del Cap. e Marin. Pasta ceste 50 e 4 fag. Limoni m. 15.

Lunedì 18 del cor. Ottobre nel Campo interno delle RR. Monache di San Zaccaria è stato ritrovato un Involto di carta con entro diversi capi di roba.

Chi lo ha perduto dirigasi alla Spezieria da Medicine in Campo a S. Angiolo che avrà l’indirizzo di chi lo custodisce, e lo consegnerà verso i debiti veridici contrassegni.

Si cerca una Casa nel circontorno di S. Marco la quale paghi dà 130 à 150 Duc. all’anno d’affitto, che abbia, se è possibile riva, e luoghi sufficienti per dar comodo ad un Signore che vuole abitarvi.

Chi la indicherà avrà ad affittanza fatta una mancia di Lire 44.

Il Ricapito è da Caracci sotto le le Proc. Vecchie, e si deve parlare con Bastiani custode del Casino. [684]

Savio di Settimana per la prossima v.

s. Z. Antonio Ruzzini.

Notizie Sacre.

19. Ott. S. Pietro d’Alcantara Francescano M. O. R. Festa a San Bonaventura. Vi fu Esposiz. per Carta, e la sera diede la Benedizione Monsignor Vescovo di Curzola.

Cambj 22 Ottobre corr.

Parigi 52 e mezzo.

Roma 62 e mezzo.

Napoli 119 e mezzo.

Livorno 102 e 3 8vi.

Milano 153

Genova 89 e mezzo.

Amsterdam 95 e un 4to.

Londra 49 e un 4to.

Augusta 103. e 3 4ti.

Vienna 199.

Prezzi delle Biade.

Formento da L. 24. e 10 a 25.

Sorgo Turco dalle 12. 10. a 13.

Segala a l. 14. e 10.

Fag. bianchi da l. 21. a 21. e 10

Miglio da l. 12. a 13.

Risi da Duc. 36. a 36 e 12. al m.

Prodigii.

Nella Casa d’un Interveniente di questo Foro un campanello si mise a suonare senz’esser toccato o scosso per mezzo della funicella pendente alla porta. La meraviglia e la confusione si sparse in quella Famiglia, e poi uscì fuori a susurrar nel vicinato, a raccoglier gente appresso quell’abitazione, a farne dire di quelle che fanno inarcar le ciglia alla Plebe, e ridere le persone spregiudicate. Dicesi che il Parroco della Contrada chiamato fosse a benedirla; che si facessero celebrar delle Messe per la sua quiete. Era meglio staccarla subito come si fece dappoi, che sarebbesi ammutolita com’è: benchè il Volgo inclinato al sorprendente non voglia crederlo, e gli sembri d’udirne il suono, e vedersela ballare dinanzi gli occhi. Si attribuisce la cagione del suo movimento all’elettricismo del filo di ferro che in più ravvolgimento se le univa a farla suonare.

D’affittare.

Palazzo in tre Appartamenti con mezzadi, magazzini, due pozzi, e orto grande sulla Fondamenta di S. Maria Maggior in Contrada di Santa Croce.

Commedie per questa sera.

A S. Gio: Grisostomo

Amurat Commedie Tragica spettacolosa mai più rappresentata, dell’Autore della Dama Benefica.

A Sant’Angiolo.

Replica di Mastino della Scala Capo del Popolo Veronese, Tragedia di S. E. March. Giov. Pindemonte.

A S. Luca.

Il Saggio Amico Commedia di carattere del Sig. March. Albergati.

Morti.

N. H. s. Bernardo Barnardo qu: Marin della Par. di S. Polo d’anni 62.

Morì nella Contrada di S. Moisè ed ebbe sepoltura nella Chiesa delle RR. MM. degli Ognissanti.

Il Sig. Pietro Pellegrini, Scalco delle Rason Vecchie morto nella Par. di S. Paternian. ◀Livello 2 ◀Livello 1

1Dal solito Berrettajo a S. Bartolomeo videsi scritto. Aeternam Requiem ingressus est Reverendissimus D. Joannes Baptista Gaspari S. Michaelis Archangeli Venet. Antistes, Castellanus, deinde S. Marci Canonicus; Rexit Ecclesiam Ann. XXIX. Mens. XI, dieb. VII.