Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 79", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\079 (1790), pp. 629-636, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2642 [consultato il: ].


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Num. 79

Sabbato 2. Ottobre 1790.

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Continuazione della Lettera sul veleno de’funghi.

Lettera/Lettera al direttore► “Prima di tutto (parlando noi de’soli funghi rossi) si deve far la scelta di quelli che sono globosi, per il cui motivo, sono da alcuni chiamati boleti, quali hanno il loro capitello chiuso. Per buona ventura la lor superficie è dappertutto difesa, e coperta di dura pelle, non tanto facile ad essere penetrata dalle punture degl’insetti, che cercano di depositare le loro uova in parti tenere e mocciose. In secondo luogo si devono presciegliere quelli, che sono stati raccolti in luoghi liberi e ventilati; mentre quivi l’aria battuta dal Sole, e da’venti è meno abitata dagl’insetti, che si raccolgono in maggior copia tra gl’alberi, e i cespugli. L’età de’funghi è di poche giornate, e i migliori, e più sicuri son quelli, che nascono e crescono in una sola notte. Dunque si rigettino i troppo adulti, i macchiati, i corrosi, e spaccando i prescelti per ogni parte, tanto per osservare se sieno verminosi, quanto perchè bollendo, più facilmente n’esca fuora il veleno. La bollitura è utile, anzi necessaria. Perchè la figlia di Pausania, presso Ippocrate, mangiò funghi non bolliti, fu per essi attossicata. Preparati così, e lungamente bolliti in molta acqua, se ne dee fare il saggio, tenendone piccola dose in bocca, e masticandola, onde provare se mandino una sottil acrimonia, che lascj in bocca calore e brugiore; se ciò succede si fuggono cane pejus & angue: se nulla del sopraddetto addiviene, si trangugino allegramente, poichè quell’esperimento è fedele: e non è periglioso, poichè il solo sciacquarsi la bocca con acqua ed aceto, con vino, con latte, può togliere ben presto quella prima impressione venefica se mai vi fosse; ricordando sempre di far il surriferito sperimento anteriormente alla seconda cottura; mentre gl’ingredienti aromatici lo renderebbero onninamente inutile. Una cuoca assaggiando de’funghi bolliti, sentì in essi un insolito sapore, ed una insoffribile amarezza; ma non palesò il suo sospetto per troppa voglia che avea di mangiarli: con che sè medesimo, e gl’altri avvelenò. Buono è lo sperimento del pane bollito coi funghi, che dassi a’cani, o gatti: purchè si avverta di trar sospetto dal vomito, e non dalla loro infermità, o morte: mentre queste bestie avendo facile e pronto il vomito, si liberano tosto dal ve-[630]leno. Vomitò un gatto il pane mangiato, ma non fu conosciuto a tempo. Si faccia conto ancora del petrosemolo co’funghi bollito: mentre ogni erba ad ogni stranio tocco perde il suo bel verde, ingiallisce, ed oscura. Poco fidatevi dell’aglio, del pepe, e degl’altri ingredienti aromatici e focosi, con cui si crede volgarmente rimediare al veleno de’funghi; rimedio immaginato dagli antichi, che s’ingannavano nella causa generatrice il veleno del tante volte mentovato frutto terrestre. Ottimo provvedimento per meno risentire il veleno de’funghi, se per disgrazia l’aveste ingojato, sarà, se lo stomaco sia pieno di cibo e di bevanda. Dunque si serbino i funghi sul fin del pasto. Mangiati i funghi, sarà bene subito dopo il pasto muovere il corpo, distenderlo e scuoterlo con qualche blando esercizio, acciocchè cangiata direzione il ventricolo, trovi il cibo più pronto l’esito dal piloro, nè si fermi lungamente in esso ciò, che può nuocere. Eccovi provvedimenti onde prevenire i cattivi effetti, se si abbiano per trista sorte mangiati de’funghi avvelenati. Passiamo a fare un breve cenno de’più sicuri rimedj al veleno de’medesmi caso che non vi si abbia a tempo provveduto.

Abbiamo a fare con un veleno rodente, infiammativo, nemico degli spiriti, e de’nervi come l’hanno mostrato più osservazioni fatte su tal proposito. Dunque si scacci questo veleno maladetto fuori del corpo. Si stempri, si dilavi; involvasi, e si copran le fibre da’suoi stimoli. Si rimedii per ultimo ai sintomi, e danni che internamente produce. Si ricorra a quest’oggetto a’vomitorj, purganti, diluenti, involventi, sudoriferi, calmanti; ma adoperati a tempo e luogo. I vomitorj fanno il doppio effetto desiderabile: di staccare, cioè, con produrre un moto inverso nel ventricolo ai funghi infetti, se vi stessero aderenti con la loro naturale viscosità; e nel tempo stesso di portarli fuori per la via breve dell’esofago, onde passando al basso, non portino il loro veleno agl’intestini. Guardisi però dai vomitorj tolti dai minerali, e da certe piante nemiche. Che se mai in voi si scoprissero sintomi indicanti veleno in tempo di notte quando non fosse pronto il rimedio, potrete comporre in un momento un vomitorio, mischiando ben bene in mezza libbra d’acqua tiepida due o tre oncie di olio comune, o di mandorle, o di buttiro; ajutando col dito in gola, o in altro modo il vomito, se fosse tardo o resistente. Se con ciò non succede, si deve ricorrere all’ossimele1 scillitico, misto con olio di mandorle; ovvero all’ipecacuana spolverizzata con nitro, dentro in brodo di pollo. I danni che risalendo far ponno all’esofago, si tolgono con bevanda latticinosa, e rinfrescatia. I vomitorj dunque sono i più potenti rimedj al caso di veleno; ma non si ommettano dopo quelli i purgativi, per vie meglio nettare lo stomaco, e sopratutto per portar fuori per secesso qualche porzione di morbosa infetta materia discesa negl’intestini. La diarrea ve ne darà segno, ed a quella proporzionata sarà la necessità de’purganti. Lo sciloppo di fiori di persico, di rosato; il miele parimente rosato solutivo; la manna, col cremor di tartaro, e con la sena lavorata; quella porzione, che dicesi magistrales saranno i purgativi d’adoperarsi in tali casi regolandone la dose, secondo le persone. Potrassi anche reiterarli se farà d’uopo. Si prendano in bevanda, che faranno miglior profitto. Procurasi in terzo luo-[631]go nel veleno de’funghi di far uso quanto si può maggiore di bevanda acquosa qualunque sia: essendo senza dubbio l’acqua l’unico forse, e miglior diluente; potrassi quella raddolcire con qualche conserva a talento d’ognuno. Si faccia conto ancora degl’involventi; trà quali il latte, il suo butirro, il suo siero; le decozioni d’Orzo, di Biada, d’Altea; Uova fresche sorbili; emolsioni di Mandorle, e de’semi freddi, ec. I sudoriferi finalmente si adoperano quando apparisce essersi il veleno introdotto nel sangue. Si eleggano quelli che più operano per quantità di liquido introdotto, che per virtù di droghe medicamentose: il Thè chinese, di Veronica, degli Svizzeri, in calda stagione, ed in corpi disposti al sudore possono bastare. Son più forti le infusioni semplici, o le decozioni di altre erbe, e fiori odorosi aromatici come la melissa, la menta, lo scordio, l’edera terrestre, i fiori di sambuco, di camomilla. Il solo spirito di vino, secondo Boeravio, ha il privilegio fra i medicamenti di penetrare a traverso, e a seconda de’nervi, e seco asportar per la cute le infezioni più intime dello spirito de’nervi medesimi, quindi servirà quello a render l’altre bevande vieppiù sudorifere: come può farsi ancora con lo spirito armoniaco, di corno di cervo succinato, e coll’olio animale del Dipellio. Nel caso nostro ove sono presenti convulsioni e spasimi che impediscano il sudore, si rende necessario aggiungere un poco d’oppio, ch’esso pure appartiene alla classe de’sudoriferi, per la facoltà di sedare le contrazioni de’canali, per cui sono impediti i sudori. Per ultimo si devono calmare i sintomi, che seco adduce il veleno de’funghi, come dicemmo da principio; ma devonsi sorpassare alcuni altri. Son da calmare i dolori, la febbre, le convulsioni, perchè sono questi d’impedimento al ripurgarsi dalle venefiche particelle. Il ptialismo, il vomito, la diarrea non si deono(sic.) impedire, perchè sono tante vie aperte al loro esito. Il salasso, l’oppio sono i più pronti calmanti. Tenghiamo fermo per altro con i nostri antichi, che il salasso direttamente non conviene contro qualunque siasi veleno, che abbatte le forze, e lo spirito, agghiaccia le membra, colliqua gli umori nutritivi, e li disperde per vomito, per seccesso, per sudore. Come però indirettamente non può più contribuire a frenare le febbri che troppo vive portano alla cangrena, a mitigare i dolori del ventre, che metton remora al secesso; a scemare le convulsioni impeditive del sudore, a divertire il corso degli umori al capo per evitare l’apoplessia, non è da ommettersi del tutto, massimamente dove sia o troppo copioso il sangue, o troppo grosso, e tenace. Dell’oppio non è da farsene uso al cominciamento del morbo. Ma se penetrato il veleno entro alle vene, si manifestino segni, che mostrino i nervi patire; allora, già praticata da principio la necessaria purga, comincia a farsi utile l’oppio, a sedare le convulsioni e le veglie, a promuovere al traspirazione e il sudore, per dove possa uscire l’introdotto veleno.

Gli antichi credevano che a qualunque veleno avesse la natura un antidoto prestato onde cantò il Tasso.

Livello 4► Citazione/Motto► Che sì come dall’un l’altro veleno

Guardar ne suol, tal l’un dall’altro Amore. ◀Citazione/Motto ◀Livello 4

Quindi l’aconito si è venuto a contrapporre allo scorpione, la Mandragora all’elleboro, le Cantarelle alla rabbia de’cani. Ma l’esperienza ha disapprovato questo metodo di medicare. Un buono e sicuro antidoto contro i sintomi del veleno de’funghi passato che sia il furore del morbo acuto, sarà qualche sorso di vino puro nostrale, o navigato. Nè sono da sprezzare la triaca, il mitridato, il diascordio, l’orvietano, ed altri cotali rimedj spi-[632]ritosi ed aromatici usati e lodati dai nostri maggiori: come quelli che servir possono a confortare l’abbattuto spirito, a riordinare i forzati moti de’nervi, e de’muscoli, a dar tono alle rilassate fibbre, a ristorare le perdute forze, e a poner fine ai dolorosi guai. Addio. Il ciel vi preservi dal canchero, e dalla ghianduzza, che dal veleno de’funghi vi preserverà la presente. Ridete pure quanto volete di questa letteraria metamorfosi, ch’io son contento d’avermi anche con ciò sempre più dimostrato ec.” ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Avviso indirittoci.

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► “È uscito alla luce un piccolo Libro intitolato Saggio di Poesie Italiane dedicato a S. E. la Nobil Donna Loredana Grimani Caval. Morosini. Il Sig. Francesco Belloni, che n’è l’Autore, ha spiegato nella giovanile sua età un genio decisivo per la bella Poesia d’Italia. Egli s’è mostrato degno di prendere per modello il più grande de’nostri Poeti il divino Petrarca. I suoi Sonetti, ne’quali l’unità del sentimento è conservata colla più religiosa osservanza, sono eccellentemente condotti, bellissimi i pensieri, vivaci le immagini, colte e veramente poetiche l’espressioni, Regna ne’suoi versi una estrema sensibilità, che facendo spargere delle lacrime, rendera forse immortale il nome dell’infelice sua Elisa.

Voi non cessate, Sig. Gazzettiere, di cogliere tutte le occasioni che vi si presentano per onorare ne’vostri scritti il merito e la virtù. Non vorrete perciò negarmi il piacere di stampar questa mia Lettera, che non ha altro oggetto che quello di render la dovuta giustizia al merito veramente distinto d’un giovane Poeta, che unisce ad un amore ardentissimo per le belle Lettere un carattere de’più amabili nella vita sociale. Sono ec.” ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

In Senato.

Mercordì 29. corr.

3. Savj agli Ordini. Per mesi sei.

s. Ben. Querini di s. Zuan. K.

s. Bernardin Renier di s. Alv.

s. Alv. Priuli qu. Ant. Marin.

3. Savj del Consiglio.

s. Zaccaria Valaresso.

s. Z. Ant. Ruzzini.

s. Filippo Calbo.

2. Savj di Terraferma.

s. Zuanne Emo.

s. Giac. Zustinian di s. Lor.

Prov. alle Beccherie mesi 24.

s. Giacomo Foscarini K.

2. Prov. in Zecca mesi 24.

s. Carlo Zino.

s. Antonio Grimani.

2. Prov. all’Arsenal mesi 24.

s. Giac. Ant. Marin.

s. Zorzi Angaran.

Prov. all’Armar mesi 12.

s. Gasparo Gherardini.

In M. C. 30. Detto.

60. Dell’Aggiunta al Cons. di Pregadi con cui si forma il Senato.

s. Marco Zorzi.

s. Antonio Zulian.

s. Giacomo Foscarini K.

s. Giacomo Boldù.

s. Tommaso Sandi.

s. Lodovico Angaran.

[633] s. Antonio Savorgnan.

s. Pietro Civran.

s. Zaccaria Valaresso.

s. Lorenzo Zustinian.

s. Anzolo Carminati.

s. M. Ant. Trevisan.

s. Girolamo Donà.

s. Bort. Mora Primo.

s. Zuanne Labia.

s. Renier Zen.

s. Filippo Nani.

s. Lorenzo Moro.

s. Pietro Zen.

s. Carlo Zino.

s. Zuanne Bonfadini.

s. Gir. Asc. Molin.

s. Francesco Tron.

s. Alvise Marin.

s. Anz. M. Labia.

s. Z. Andrea Renier.

s. Zuanne Paruta.

s. Gasp. Gherardini.

s. Franc. Soranzo qu. Tom. Moc.

s. Galeazzo Dondi Orologio.

s. Pietro Pesaro.

s. Massio Albrizzi.

s. Pietro M. Bonfadini.

s. Paolo Bembo.

s. Franc. Battaggia.

s. Seb. Ant. Crotta.

s. Francesco Foscari.

s. Silvestro Valier.

s. Z. Bat. Benzon.

s. Giac. Antonio Marin.

s. Niccolò Valier.

s. Almorò Grimani.

s. Andrea Querini.

s. Alvise Mocenigo K.

s. Alvise Barbarigo.

s. Carlo Antonio Donà.

s. Alvise Morosini.

s. Piero Alv. Bragadin.

s. Filippo Balbi.

s. Michiel Priuli.

s. Gir. M. Dolfin.

s. Francesco Morosini K.

s. Zuanne Pesaro.

s. Alvise Zusto.

s. Zuanne Bragadin.

s. Andrea Giulio Corner.

s. Antonio Boldù.

s. Alvise Tiepolo K.

s. Antonio Cappello.

s. Vicenzo Dofin.

Pod. a Cavarzere mesi 16

s. Simon Barbaro qu. Ang.

F. s. Z. Bat. Pizzamano qu. Ant.

Pod. a Loreo mesi 16

s. Luca Minio qu. Piero.

F. s. Lucio Ant. Balbi qu. Dan.

Pod. a Valle mesi 16

Z. Gaetan Balbi di s. Zorzi.

F. s. Lorenzo Balbi qu. Fer.

Pod. a Rovigno mesi 16

s. Ales. Contarini di s. Dom. M.

F. s. Zuanne Riva qu. Ant.

Pod. a Lonigo mesi 16

s. Antonio Ag. Corner qu. Zuan.

F. s. Silv. Bembo qu. And.

Pod. a Noal mesi 16.

s. Fr. M. Corner qu. Ant.

F. s. Antonio Bon qu. Zuan.

Castel. alla Chiusa mesi 24

s. Lor. Pasqualigo di s. Z. And.

F. s. And. Marcello di s. Vido.

Pagat. alla Cam. dell’Armamento m. 16

s. Ales. Morosini qu. Rin.

F. s. Marin Badoer qu. Z. Ant.

Offiz. alla Tern. Vecchia mesi 16

s. Lun. Foscolo qu. Daulo Aug.

F. s. Vic. Diedo di s. P. Alv.

Livello 3► Exemplum► Una nobile Giovinetta del cui petto non hanno ancora trovato le vie gli strali d’Amore, s’è teneramente affezionata ad un cagnoletto che le serve di delizioso passatempo. La intelligenza, e la gratitudine di questo bestiolino s’estendono al sommo grado. Sà distinguere quando la sua Padrona con un medesimo tuono di voce nello sgridarlo finga o dica davvero, quanto un perito fisionomo; ond’è che si accheta e rannicchiasi mortificato quand’Ella è in collera, e giuoca, scherza, abbaja, le salta intorno quando vuol parere di esserlo. I vezzi co’quali se le raccomanda per essere condotto a spasso allorch’Ella si veste per uscire di Casa [634] sono sì seducenti, e così bene impiegati a tempo da farle non di rado cangiar pensiere. Vigile sentinella della sua Camera non lascia entrar che per forza in essa chi non conosce, e avvisa co’suoi latrati delle visite che vengono alla sua Padrona. Nondimeno represse questo sentimento al dover del suo offizio per otto giorni continovi ne’quali ella giacque ammalata. Indivisibile dalla sponda del suo letto, svogliato, melanconico

Cibo non prende già, che de’suoi mali solo si pasce . . . . .

e non osa d’aprir bocca per non disturbarla nemmeno se vede avvicinarsele un munsulamno barbuto.

Per questo Ella risponde a’suoi di Casa da’quali è accusata di soverchio affetto ad una bestia, che non c’è chi più di quella la intendi, e l’ami, e che non può negarle la sua benevolenza.

Avvenne un giorno, mentre questa Giovinetta ammirava appunto la fedeltà, e il riflessivo contegno del suo cagnolino, che il suo Medico introdusse il discorso su’sistemi di Cartesio, e per incidenza si mostrò persuasissimo dell’opinione di questo celebre Autore sul meccanismo de’quadrupedi. Ella non volle accordargli a nessun patto che il di lei cagnuccio fosse un automato. Se la prese contro di Cartesio, e de’suoi seguaci, e i Medico cangiò linguaggio per non farle tornare la febbre, e non perdere la sua clientela. ◀Exemplum ◀Livello 3

Metatestualità► Un amico di quella Nobil Famiglia nell’informarci in iscritto di quanto abbiamo riferito, cortesemente ci stimola a prendere le difese dell’amabil Donzella: onde le presentiamo i seguenti versi di Voltaire, perchè li legga, li impari, e li reciti al Medico quando avrà occasione di rivederlo dalla quale Dio per sua bontà la tenghi lontana. ◀Metatestualità

Livello 3► Les habitans des airs, des forets & des champs,

Aux humains, chez Esope, enseignent le bon sens.

Descartes n’en eut point quand il les crut machines.2

Il raisonna beaucoup sur les aeuvres divines ;

Il en jugea fort mal & noya sa raison

Dans ses trois èlemens au coin d’un turbillon.

Le pauvre homme ignora dans sa phisique obscure

Et l’homme, & l’animal, & toute la nature.

Ce romancier hardi dupa longtems les sots. ◀Livello 3

Al Negozio del Foglierini in Merceria si vende al prezzo di L. 1:10.

Saggio Storico intorno all’elezione dell’Imperatore e del Collegio degli Elettori, aggiuntavi la Bolla d’oro di Carlo IV. e la Cronologia degl’Imperadori d’Occidente da Carlo Magno sino a Giuseppe II. [635]

Il resto de’Bastimenti arrivati.

14 Settem. Tartanon P. Is. Mondaini d’Ancona e Pesaro con 6 bot. catrame 23 Bal. Garzi, 2 Bal. lana, una Bal. pel. di volpi, una bal. seta & altro.

Brac. P. Ant. Spolar da Trieste con 14 Bot. tabacco, 2 Col. Pellizzarie & altro.

Chec. Cap. Rocco Molena manca da Corfù li 24 Ag. Parc. Sig. Menach. Vivante con 114 cai e un carat. oglio.

Pinco Cap. Santin Cordiviola Genov. manca da Massa Carrara li 6 Luglio rac. al Sig. Angelo Morlaiter con marmi, stuojoli d’erba, caccao, miel di spagna, paste, vino, fazzoletti, scatole, e velluto di bombace.

Nave Cap. Carlo Villa Genovese da Genova colla sola prov.

Piel. P. Lazzaro Marchesini da Cattaro con 589 pel. Boldroni 31 m. 480 libbre castradina, 4136 pezze form. morlacco e cotto, un casson, una cassa, e un fag. orsojo, 2 bal. pelli di lepre & altro.

Piel P. Olivo Greco da Spalato con 6 bar. bud. salati e 2 carat. sugo di marasche.

Trab. P. Andrea Buiasich da Spalato con 4 cai oglio.

Piel. P. Martin Nicolich da Liesina con un cao oglio.

15 detto, Brac. P. Gir. Moretto da Trieste con 8 bot. tabacco, 9 bar. arg. vivo, 6 col. ottoni, 2 bot. cera g. 3 bot. colla, una balla panni, 14 sacchi filati & altro.

Piel P. Fr. Spolar da Trieste con un bar. arg. vivo 10 bot. tabacco, 2 bot. crogiuoli, 9 col. e un fag. telarie & altro.

Checchia Cap. And. Zanchi manca da Lisbona 47 gironi, Parc. Sig. Is. Carminati e Figlì con 73 m. Cocchi, 247 cas. zuc. verzin, 68 cas. e un fescio Mascabà, un bal. Salsaperiglia, 6 bar. e 4 cas. vin.

16 detto, Piel P. Piero Petris da Porto Re con remi & altro.

Brac. P. Jovan Zarignach da Cattaro con 5800 lib. castradina, 955 pez. formaggio morlacco.

Bat. P. Ant. Vianello da Trieste con 52 case Limoni.

Piel. P. Zac. Doncovich da Cherso con 16 sac. Lana.

17 detto, Bat. P. And. Vianello da Trieste con 40 cas. limoni per Chiozza.

Brac. P. Gio: Bat. Viezzoli da Trieste con un Bar. azzurro 2 cas. tele, & altro.

Da vendere.

Un Gravicembalo a martelli con tre registri di forte voce ed armonia, con tasti num. 65.

Chi volesse provarlo per farne l’acquisto si porti dalla Tedesca al Ponte della Panada a qualunque ora gli accomodi, che resterà contento sì per la perfezione dello strumento, che per la discretezza del prezzo.

Bilgietto da comunicare al Pubblico.

“Venezia 2. Ottobre. Il Sig. Barone le Febure Dott. in Med. & Chirurg. nelle Cel. Università di Padova, e di Vienna, Consigliere di Corte, Cesareo-regio Oculista ec. partirà di qui Martedì 5. del corr. alla volta di Padova ove si trattenerà tre giorni alloggiato alla Locanda della Stella d’Oro. Sabbato 9. del corrente partirà per Vicenza e colà si fermerà due gironi prendendo albergo all’Osteria delle due Ruote. Martedì 12. del corrente passerà a Verona ove trattenerassi tre giorni all’Osteria del Cappello vicina alla Piazza. Sabbato 16. del corrente capiterà in Brescia e prenderà alloggio nella Osteria del Gambero. Chiunque avrà bisogno del di lui servigio per le malattie degli occhi, o per cinti inguinali Elastiche per l’ernie, potrà insinuarsi da lui e leggere l’avviso inserto al Num. 75. di questa Gazzetta, [636] in cui si dà un esteso ragguaglio delle sue virtù.

Savio in settimana per la v.

Mes. Francesco K. e Proc. Pesaro.

Capi dell’Eccelso Cons. di X.
Per il mese presente.

s. Z. Franc. Correr.

s. Zuanne Sagredo.

s. Giacomo Diedo.

Notizie Marittime.

Bastimenti Veneti arrivati a Costantinopoli.

Cap. Francesco Bergamin da Napoli di Romania.

Cap. Giovanni Babassi d’Alessandria con Sale.

Cap. Stefano Rocco

E Cap. Tommaso Bronza da Trieste con merci.

Il Cap. Francesco Albanese era a Millo.

Bastimenti Veneti partiti da Costantinopoli.

Cap. Antonio Ragusin per Trieste.

Cap. Antonio Budenich per Salonichi.

Cap. Gio: Tarabocchia per Salonichi a caricar Grani.

Cap. Gio: Premuda per Salonichi.

Cap. Leonardo Davanzo per Salon.

Cambj primo Ottobre.

Lione e Parigi nulla.

Roma 64.

Napoli 119 e mezzo.

Livorno 102 e mezzo.

Milano 153 e mezzo.

Genova 89 e 3 4ti.

Amsterdam 94 e 3 4ti.

Londra 49 e un 8vo.

Augusta 103

Vienna 198 e mezzo.

Prezzi delle Biade.

Formento da l. 23 a 24

Sorgo Turco da l. 11. 5 a 11. 10

Segala a l. 14 5

Fag. bianchi a l. 22

Miglio da l. 13 10 a 14.

Risi vecchi da Duc. 35 a 36

Detti nuovi a Duc. 37

Lunedì l’Ingresso del Reverendiss. Don Lorenzo Bianconi al Piovanato di Santa Maria Nuova.

La promessa Prefazione del Signor Cavalier Da Lisca, e il saggio del suo Poemetto avran luogo nel Foglio venturo.

D’Affittare.

Casa grande in Merceria a S. Salvador ultimo Solajo sopra il Negozio Baglioni. Si trovano le Chiavi al Negozio medesimo.

Casa a S. Aponal a canto del Palazzo di Cà Albrizzi. Le chiavi sono dal Sig. Gab. Pola Salumier in Campo delle Beccherie.

Casa in Calle delle Monache a S. Lucia. Ha le Chiavi Zuanne Gaspari che stà vicino alla stessa.

Jus di far Pistoria e vender Pane in tutte le Gambarare eccettuato il quarto Bosco. Chi vi applicasse si porti alla Fattoria di S. E. Pietro Canal a S. Barnaba.

Morti.

Il Circospetto Sig. Gregorio Lavezzari. ◀Livello 2

Ricapiti per le Notizie ed Assocciazioni di questo Foglio.

A S. Bartolommeo in Calle Stretta dal Colombani Librajo.

A S. Giuliano dal Curti Librajo appresso il Caffè di Menegazzo.

Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o diviso in Semestri, e ogni Assocciato è servito due volte alla Settimana alla sua abitazione, o ricapito.

Le Assocciazioni si ricevono in qualunque tempo. ◀Livello 1

1Liquore composto d’aceto, mele ed acqua.

2Cartesio era certamente un buon geometra ed un uomo di molto spirito; ma tutte le Nazioni illuminate confessano, ch’egli abbandonò la geometria, ch’esser doveva sua guida, ed abusò del suo spirito per non fare che de’Romanzi. L’idea che gli animali abbiano tuti gli organi del sentimento per non sentir nulla, è una contraddizione ridicola. I suoi vortici, i suoi tre elementi, il suo sistema sulla luce, le sue idee innate sono riguardate da tutti i Filosofi come assurde chimere. Conviensi che in tutta la sua Fisica non v’abbia una fisica verità. Questo grand’esempio insegna agli uomini che queste verità non si trovano che nelle matematiche, e nell’esperienza.