Sugestão de citação: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 77", em: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\077 (1790), S. 613-620, etidado em: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Os "Spectators" no contexto internacional. Edição Digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2640 [consultado em: ].


Nível 1►

Num. 77

Sabbato 25. Settembre 1790.

Nível 2► Nível 3► Carta/Carta ao editor► Pregatiss. Sig Gazzettiere.
Padova.

Con soave mia compiacenza ho meditata la ragionata elegantissima lettera dello Scrittore dimorante nel confine della Stato Veneto da Lei pregiatissimo Signore inserita nella sua Gazzetta Urbana. Non ho veduto in essa lo spirito di torbida animosità, ma solamente i caratteri luminosi della verità. Doveva però il saggio Critico arrestarsi più a lungo sul Poema il di lui titolo l’Elettricità, ed annalizzare quel guazzabuglio di mal ordite idee, che si veggono qua e là sconciatamente diffuse con quella nuda arricciatura, a cui volge sdegnosamente le spalle il gran Cantor di Venosa. A trionfo del vero esponiamo qui sott’occhio sei versi del Poema, e veggiamone i suoi arditi colori.

Nível 4► Non creder già Sposa gentil, che solo

Ministra sia questa tonante luce

Di scompigli, di danni, e di terrori;

Non di rado ne’suoi vortici guida

Soavità, letizia, e negli ardenti

Flutti nuota piacer . . . . ◀Nível 4

Io ho avuto l’onore di conoscere e di trattare varj celebri Letterati di Europa, i quali se di nuovo tornassero alla luce, e che leggessero questo epiteto, la tonante luce, che mai direbbono? Egli sproposita, tra gli altri griderebbe qui l’erudito Sig. Ab. Conti nel suo Trattato delle Fantasie particolari. Questo epiteto s’applica alla luce, mentre lo scoppio, e il tuono sono effetti della compressione dell’aria, cosichè nel vuoto si può avere qualunque gran scintilla senza il minimo strepito, o tuono. Proseguiamo ancora: Negli ardenti flutti nuota piacer. Che barbarica pedanteria ella è mai questa? Ella esplora e cribra le passioni di quell’amore, per cui il piacere nuota nei flutti ardenti. Belle espressioni degne d’un spaccato Seicentista! Il Poeta Francese in una delle sue Tragedie in altra foggia s’esprime:

Nível 4► Negli ardenti petti . . .

Con tenerezza in dolci sensi e grati

Trionfa Amor . . . ◀Nível 4

Qui lascio le moltiplici sue sconvenevolezze, approvando gentilmente quanto asserisce l’esperto critico sull’opera, il di cui titolo: Della Costruzione de’Teatri secondo il costume d’Italia. Ho letta quest’opera; ed ho scoperto quel freddo ricercamento di precetti, che cono bastevoli per i vasti [614] Teatri di vento. Fu solo un stizzoso prurito di stampare, per introdurre nuovamente la leggerezza, e la stravaganza. Riscaldato in tal guisa, scrisse altre materie spettanti alla Religione con quella infinità di spropositi, che lo danno a conoscere per uno spirito senza sale. Promise già il Critico illuminato di prendere per mano le sue riflessioni critiche sopra il Filosofo Militare; e però rispetto questo illustre Scrittore, che scortato dai più vivi lumi della ragione, e della verità, sarà in grado di ribattere interamente i suoi falsi paradossi. Con tutto ciò per vedere con somma sventura del nostro secolo tanti marciare sotto lo stendardo degli increduli più decisi, produrrò anch’io a vantaggio della Cristiana società un mio sentimento dimostrativo, onde distruggere una proposizione del suo Antifilosofo Militare. Alla pag. 142 del Cap. VII scrive in tal guisa: “Alla nostra stessa, ch’è la sola divina, la sola vera, si è dovuto sacrificare nel suo incominciamento una quantità dolorosa di tormenti, una quantità di vite, e sangue umano:” Da questo principio qual conseguenza risulta? Ecco la Religione cristiana sanguinaria anch’essa. Così pure la pensano i Rousseau, i Clerc, e i Bayle. Ma veggiamolo in brevi accenti. La legge generale ed assoluta d’amare i nostri simili, e li stessi nostri più fieri nemici, non può essere nè più chiara, nè più positiva. I grandi esempj di pazienza, di mansuetudine, di carità, coi quali il Legislatore della nuova Alleanza l’ha confermata, furono costanti, luminosi, e pubblici. L’ordine dato ai suoi Apostoli di diportarsi a guisa di pecore nel mezzo dei lupi sono chiari, e furono esattamente costuditi. Lo stesso Montesquieu fa un omaggio a queste divine verità là dove dice: “Che se le dispute di Religione Anführungszeichen am Rand hanno prodotto ribellioni, e guerre sanguinose, se i Cristiani armati gli uni contro gli altri si son trucidati per Dommi ed opinioni, le turbolenze ebbero mai sempre principio dalle nuove Sette; che queste sono state le prime a sguainare la spada contro la società cattolica, da cui s’erano separate, e che ordinariamente le guerre sono state intraprese e seguitate da uomini ambiziosi, ingiusti, e torbidi, i quali niuna premura particolare avendo per gli affari della fede, coprirono le loro mire sacrileghe sotto le apparenze d’un falso zelo.” Hist. Phil. des Etabliss. Questo ragionevole riflesso coopera colla più felice riuscita a smentire l’Autore dell’Antifilosofo Militare. Il motivo poi, che armò gli Arriani contro i Cattolici, fu lo sfrenato desiderio di perseguitarli col ferro, e col fuoco alla mano, procurando di invadere le Chiese, e di precipitare il genere umano nei disordini d’una universale Anarchia. I Cattolici dal canto loro non aveano bisogno del Vangelo per conoscere, ch’era permesso loro di resistere, e difendersi. Si videro giammai l’armate cattoliche in campo per forzare gli Arriani a far l’abiura dei loro vergognosi errori? Che risponde lo bello spirito Antimilitare? Ella è dunque cosa egualmente assurda l’attribuire alla Religione una quantità di vite, e di langue umano. Gli eccessi de’Donatisti in Africa nel quarto Secolo armarono il Governo contro di loro. Vi fu sparso del sangue; ma l’Autore confessarebbe, che i Donatisti, e i loro Circoncellioni erano forsennati; era dunque cosa giusta il reprimerli, indipendentemente dai motivi di Religione. I Pelagiani, i Monoteliti, i Maomettani, gli Iconoclasti, gli Albigesi, i Valdesi, e gli Ussiti in Allemagna con quale ferocia sanguinaria non s’avventarono contro i Cattolici? Molte di queste Sette impudiche e perfidiose non si poteano lasciar sussistere senza pregiudicare agl’impegni più sacri della Società. Si fece però uso delle armi contro di esse, particolarmente contro gli Albigesi, e se ne fece perire un [615] gran numero; mentre tanto esigeva la pubblica sicurezza. Oserà forse a tal ragione lo spirito della fantasia riscaldata asserire, che alla nostra stessa Religione si dovette sacrificare una quantità di vite, e di sangue umano? Io più non m’innoltro; lascio questi punti all’illustre Scrittore della saggia lettera da lei, pregiatissimo Signor Gazzettiere, stampata a glorioso vantaggio della Cristiana società; io me ne ritiro per tanto con tutto lo spirito, e il cuore a pregare per questo novello Dottore secondo il precetto, che c’impone la Religione.”

Un suo fedelissimo Associato. ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Metatextualidade► È uscita alla luce in Padova una seconda Lettera ad un Dottore di Teologia, fu Parroco.

Gira altra Lettera proveniente dal Mondo della Luna indirizzata ad un Italiano nella quale si parla dell’erezione del nuovo Duomo di Trevigi, e del destino a cui soggiacque il Disegno del nobile Architetto alla cui recente perdita diede quella Città tante pubbliche dimostrazioni d’affettuoso cordoglio. ◀Metatextualidade

Ricerca.

Se la felicità stia veramente nella ricchezza.

Risposta.

Senza filosofare sulla dimanda inviataci riportiamo ciò che al proposito fu detto da un Autore Oltremontano di cui traduciamo le parole.

Nível 3► Citação/Divisa► Se gli uomini, che avidi sono dell’oro, si prendessero la pena di considerare quante cose vi siano da non potersi ottenere coll’oro, essi lo adorerebbero molto di meno.

Io vorrei, che i medesimi facessero un’altra riflessione, ed è: che le cose le quali per denaro si acquistano sono quelle, che vagliono meno di tutte le altre. ◀Citação/Divisa ◀Nível 3

Posdomani sarà li 27. corrente Settembre alle ore vent’una nella Scola di S. Teodoro seguirà la distribuzione de’premj.

In tal giorno il nuovo Piovano di S. Simeon Profeta prenderà in privato modo il possesso del Piovanato.

Nível 3► Carta/Carta ao editor► Amico Cariss.

Addì 20. Settembre 1790.Treviso.

Terminò quì jeri il glorioso suo Reggimento S. E. il N. H. Gio: Battista Poli e n’è questa mattina partito per restituirsi a Venezia, con universale rincrescimento e rammarico. La sua giustizia, la sua umanità, la sua indefessa attenzione, e vigilanza, la sua disinteressatezza, la sua affabilità, e tante altre singolari e distinte qualità, che lo adornano, reso lo aveano l’oggetto della stima, della venerazione, e dell’amore di tutti.

La Città non lasciò di dargli a divedere questi suoi sentimenti con acclamazioni, con fuochi di artifizio, con reiterati sparri di mortaletti, col fornire ed addobbare la così detta Calmaggiore e la sera del giorno innanzi, e il girono medesimo della sua partenza, e con poetiche Composizioni ed Iscrizioni in sua lode. Il Popolo che in gran folla lo accompagnò questa mattina, giunto ch’egli fu alla Porta Attilia, per la quale doveva uscire, gliela chiuse, per dimostrargli con questo atto, quanto dispiacere, e quanta afflizione gli recasse il vederlo partire, e quanto a lungo resterà impressa nel suo animo la memoria del di lui giusto e saggio Governo.

Vi mando una delle Inscrizioni.

[616] Ioannem. Baptistam
Ioannis. F. Poli
Virum. Patricium. Antiqua. Virtute
Quod
In. Omni. Praetoris. Et. Praefecti
Munere. Fungendo. Ita. Se. Gesserit
Ut. Mirificam. Quam. De. Se. Concitaverat
Expectationem. Vicerit. Ne. Dum. Sustinuerit
Cum. Sibi. Leges. Ac. Ipsum. Populo
Praeesse. Lubens. Agnoverit
Quodque
Eo. Auspice. Atque. Adiutore
Forum. Lapide. Stratum
Urbis. Et. Agri. Viae. Refectae. Munitaeve. Fuerint
Quod. Tandem
Facilitate. In. Audiendo
Integrìtate. In. Ius. Suum. Cuique. Tribuendo
Egregiam. Laudem. Retulerit
Tarvisani. Cives
Quem. Venientem. Laetitia. Perfusi
Susceperunt
Abeuntem. Desiderio. Et. Lacrymis
Prosequuntur.

I. Felix. Meriti. Quo. Te. Opperiuntur. Honores
Tarvisij. Haud. Pigeat. Sed. Meminisse. Tui.
◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Serie delli Piovani di S. Simeon Profeta.

1081 Tribuno Calvi Nodaro.

1090 Pietro Regini Nodaro.

Manca.

1208 Niccolò . . . . .

1246 Simon Mauro.

1282 Serafin Lambardo Nodaro, e Cancellier Ducal.

1302 Marco Navogherio Nodaro.

1312 Bartolommeo Ravachaulo; sotto il cui governo fu trasferito da un antico ad un Nobilissimo Sepolcro il Corpo del glorioso Titolare.

1344 Marco . . . .

1347 Leonardo Bellossello.

1352 Francesco Cuppo.

1353 Francesco Marini.

1363 Francesco Trevisan.

1386 Domenico Bon.

1398 Egidio.

1401 Niccolò Drivesti.

1404 Teodoro Giovanni Durachio.

1402 Donato Mani Nodaro, nei di lui Rogiti fin all’Anno 1423. tace di esser Pievano, e chiamasi Cancellier della Tana.

1428 Simeon Viviani.

1461 Francesco Viviani Canonico di Treviso, nell’Anno 1493. a motivo dell’età sua decrepita rinunziò al Pievanato.

1493. Georgio Spatari.

1493 Basilio Negri.

1508 Alvise Bonsurer Nodaro della Procuratia di Supra, Canonico Vicario della Ducal Basilica, ed Arciprete di S. M. Mater Domini.

1546 Vettor Danese.

1548 Stefano Fermi.

1565 Agostino Gritti.

1576 Tommaso Ambulari.

1591 Marsilio Marsili, Arciprete di S. M. Mater Domini.

1632 Alessandro Gatti.

1645 Francesco Tinti.

1660 Domenico Pischiuta.

1690 Domenico Bombarda, Canonico Ducal, Arciprete di S. Maria Formosa.

1718 Alessandro Perdoa, Canonico Ducal.

1758 Antonio Ponga.

1760 Gio: Maria Negri, rinunziò al Pievanato 29. Gennaro 1762. M. V.

1762. Carlo Orsetti.

1790 Romolo Manetti.

Poetae nascuntur . . . . .

Nível 3► Retrato alheio► A dispetto della Natura, a fronte di tutti i consiglj, contro un torrente di motteggj e di critiche, un Giovinastro che avrebbe sufficiente talento per altri studj vuol essere a viva forza Poeta. Ogni pubblica solennità, ogni argomento di contese, ogni fatto strepitoso mette alla tortura il suo ingegno, e gli fa schiccherare de’fogli. Tormenta tutti i metri della Poesia senza mai avvicinarsi al ritmo, alla locuzione, alla legge d’alcuno. Si vanta acceso d’estro Pindarico, e canta sul tuono delle ottave di Buovo d’Antona e di Paris e Vienna. Pazienza se leggendosele se le godesse e facesse applauso a se stesso, come quel Pazzo mentovato da Orazio, ma tosto che ha imbrattata qualche carta corre a trovar l’uno, o l’atro de’suoi amici, ed esultante d’esser riuscito mirabilmente nelle sue composizioni gliele recita con un enfasi da cattivo Commediante, e dimanda a ogni tratto approvazione, e lode.

Misericordia che flagello è questo (gli disse un tale a cui volea fargli udire quattrocento versi sciolti per una monacale Professione) scappandogli dalle mani. Un altro che si salvò pur esso dall’assedio nojoso lo pregò a lasciarlo godere di sua salute; ed un terzo gli disse fuori de’denti, ch’egli poteva risparmiar la fatica per un arte a cui non era nato, l’esercizio della quale lo rendeva ridicolo ed incomodo alla So-[618]cietà. Tutti torti, tutte ingiurie, e ingiustizie, tutti effetti d’una crassa ignoranza, egli chiama i suggerimenti, che francamente s’oppongono alle adulazioni di chi ha bisogno di lui, ed è tanto persuaso del suo merito, che si credeva di trar profitto da una grossa Raccolta de’suoi versaccj, e d’arricchire qualche Librajo a cui ne propose l’acquisto. Vedendo che tutti gli voltan le spalle quando vuol avvicinare ora l’uno, ora l’altro, da paura di qualche attacco poetico, s’è ridotto a protestare di voler cangiare Paese, perchè nel suo non c’è più senso per il bello poetico: talvolta poi non potendo negare questa privazione s’appropria il Nemo Propheta in Patria. ◀Retrato alheio ◀Nível 3

Siamo incaricati d’avvisarlo, che ovunque egli passi troverà la sua Patria per tutto.

Verona 21 Settembre 1790.

Si ebbe sempre più motivo di ammirare la generosità, e saggia condotta di questo Nostro Eccellentissimo Rappresentante Giulio Antonio Mussati in tutti gl’incontri per sostenere il decoro, e la magnificenza del Principato. La manifestò anche nell’occasione del recente passaggio, e soggiorno in questa Città di S. A. R. l’Arciduchessa Elisabetta d’Austria, che preveniente da Venezia ritornò alla sua Residenza d’Inspruck. Combinando S. E. il genio dell’illustre Viaggiatrice di osservare l’incognito, e di non volere Pubbliche dimostrazioni, ed il suo desiderio di darle un qualche contrassegno del Pubblico Riguardo alla di Lei Persona, fece a sue spese illuminare a giorno questo Teatro Filarmonico, e rappresentare una Farsa, da Essa desiderata, colle migliori decorazioni. Le aveva già fatto allestire un comodo Palco, che cortesemente accettò, ed in cui da Esso, e dalla sua Dama fu visitata, e fatta servire con copiosi rinfreschi. Corrispose la Principessa a questi nobili tratti colle più riconoscenti espressioni, e restituì la visita a S. E. nel Palco Pubblico, ove dimorò mezz’ora; palesandoli il suo vivissimo aggradimento per i nobili trattenimenti avuti qui. Rincresce ad ogni Ordine di Persone la vicina partenza di un Rettore, che fa in tutte le circostanze conciliare tutti i riguardi.

Ommissis &c. ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Notizie di Miran.

Nível 3► Carta/Carta ao editor► Signor Gazzettiere

Addì 23 Settembre 1790.

Abbiamo finita la nostra Fiera. Il Lunedì solita giornata di Mercato fu causa, ch’ella ebbe il suo principio tre giorni prima con compimento di tutte le solite Botteghe.

I molti Casotti di saltatori, d’animali dell’Affrica, di Astrologhi, ed altra sorta di gente in Palco con tamburi battenti, con trombe sonanti, con ferri elastici, e con altri, e di fiato, e di corda sonori stromenti formavano un vero spettacolo in questa Piazza. Tutti i Mercadanti smaltirono chi tutto, chi molta parte delle sue merci, e partirono molto contenti perchè carichi di danaro. Gli Osti poi oltre tanti Bettolanti sparsi, e per le strade, e per la Piazza, erano e girono, e notte sempre affollati di Popolo, che con notabile vantaggio finirono le sue fatiche.

Rimarcabile in questo incontro fù la placidezza, e la quiete in tanto concorso; mentre non nacque alcuna benchè minima rissa. Il merito è tutto della costante vigilanza, e savia direzione del non mai abbastanza lodato nostro Nob. Signor Vicenzo Antonio Filarolo. Distribuì così bene e le milizie Urbane e la Squadra dei Soldati a cavallo che formavano una vera sicurezza ai buoni, e terrore a’baruffanti.

Con il solito poi della sua generosità [619] trattò egli con una lauta, e ricca mensa tutto il Pubblico Corpo di questa Magnifica Vicaria, e molti nobili suoi Cittadini, che invitati furono a fargli corona. Verso sera diede fine al piacevole invito con una sontuosa coperta e di gelati, e di biscotterie, che non solo bastarono a soddisfare gl’invitati, ma moltissimi altri, che concorsero al Pubblico Palazzo.

Un Vostro Associato. ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Continuazione del Carico della Nave Inglese.

Al Sig. Antonio Balico fornimenti da cavallo cas. 2 carte e bottoni di metallo pacchetti 1

Al Sig. Mandolin Jacob Levi legno S. Marta pezzi 3759

Al Sig. Elia Todesco robe di Gotton lavorato Bal. 1

Al Sig. Lazzaro Orsoni roba da uso bauli 1

A chi presenterà manifatture di Gottoni una cassa, Birra una botte e 8 panieri. Libri 2 casse, manifat. di Lana 2 balle, Vino rosso una botte e 2 casse, ferramenta lavorata una botte e 2 casse.

10 Detto. Nave la Risoluzione Cap. Cristiano Visman Olandese manca da Amsterdam li 13 Luglio rac. al Sign. Menach. Vivante.

Al suddetto Pepe balle 26 Cannella casse 2

al Sig. Ippoliti tele casse 1 Vino una bar. e 1 cassetta.

Al Sig. Gio: Vanautgardem sago cassette 1 Pepe bale 13 Libri cassette 1 Legno S. Marta pez. 413

Al Sig. Pietro Lovisello detto pez. 165 Pepe balle 10 Legno giallo pez. 26 Caccao botti 1 Cociniglia botticelle 1 Cannella casse 1 Rabarbaro cassette 1 Formaggio cassette 1 Endigo un barilotto. Legno pezzi 52

Alli Sigg. Er. Rubbi Legno giallo pez. 46 Cannella casse 1

Metatextualidade► Il resto Mercordì. ◀Metatextualidade

D’Affittare.

Casa a’Gesuiti con Magazzini sulle Fondamente Nuove. Annuo Affitto Duc. 140.

Le Chiavi sono dall’Affittuale, che abita sotto della medesima.

Chi trovasse l’Affittuale, a contratto eseguito avrà una mancia di L. 16., che saranno contate dal Librajo Curti a S. Giuliano dispensatore di questo Foglio.

Casa grande a S. Margherita in rio de’Carmini con tutte le sue comodità. Annuo Affitto Duc. 75. Le Chiavi sono appresso il Sig. Troni vicino alla detta Casa. Chi vi applicasse parli col N. H. Francesco Zane abita a S. Gio: Novo.

Jus di far Pistoria e vender pane in tutte le Gambarare eccettuato il quarto Bosco. Chi vi applicasse si porti alla Fattoria di S. E. Pietro Canal a San Barnaba.

Chi avesse ritrovata una busta da carte coperta di sagrin rosso con susta d’argento la porti dall’Orefice Costadoni in calle larga all’Insegna del Re di Spagna, che avrà un talero di mancia.

Cambj 24 corr.

Lione 55. Parigi 53 e 3 4ti.

Roma 64 e mezzo.

Napoli 119 e un 4to.

Livorno 102. e un 4to.

Milano 153. Genova 90.

Amsterdam 95 Londra 49 e un 8vo.

Augusta 102 e 7 8vi.

Vienna 198 e un 4to.

Prezzi delle Biade.

Formento da l. 23 10 a 24.

Sorgo Turco da l. 11 10 a 12.

Segala a l. 14.

Miglio da l. 12: a 13:

Risi da 34 a 36 Duc. e mezzo al m.

Savio di Settimana per la v.

s. Pietro Zen.

[620] L’Opera seria, che verrà posta in iscena a Treviso, è il Giulio Cesare musica del celebre Signor M. Francesco Bianchi.

Primo uomo Sig. Mich. Ang. Neri. Prima Donna Sig. Francesca Bocarelli. Seconda Donna Sig. Maria Catenacci. Tenore Signor Santino Sala.

Lettera a Noi.

Padova 23 Settembre cor.

“Pare impossibile, che fra tanti Associati, o tanti leggitori della sua Gazzetta, non vi sia stato alcuno, che da tanto tempo le abbia scritto le diverse novità quì accadute, che meritavano di aver luogo nella medesima, e neppure la venuta, soggiorno, e partenza della Real Arcid. Maria Elisabetta. Essa è quì arrivata il dopo pranzo del Venerdì scorso, fu avanti sera a vedere l’Orto Bottanico, il Prato della Valle ec., poi passò al Teatro nuovo, dove fu trasferita l’Opera buffa, che attualmente si fà nel recinto del Prà, e vi stette fino al fine. La mattina susseguente si è portata al Santo, a S. Giustina, alla Cattedrale, nel Salone, nella Specola, e nell’Università; partita poi essendo il dopo pranzo alla volta di Vicenza. Desidero, e meco uniti molti altri, ch’Ella abbia in seguito un qualche corrispondente, che con verità le scriva le cose meritevoli d’esser poste nella suddetta Gazzetta; e frattanto mi protesto con vera stima ec.” ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Da Monsignor Illustriss. e Reverendiss. Gius. Scotti nuovo Vescovo di Nona in Dalmazia fu onorato del decoroso titolo di Canonico soprannumerario di quella Cattedrale questo degnissimo D. Gio: Battista Nado Maestro di Sestiere a S. Moisè.

Morti.

Il Sig. Angiolo Porta Not. Pub.

Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 25. Settembre 1790.

Introito.

Di Venezia L. 220268: 2

Di Terra Ferma L. 120340:13

L. 348608:15 sono D. 56227:6

Numeri Estratti 21. 7. 88. 4. 69.

Vincite Qualità, e quantità de’Terni

Ambi coll’Augumento D. 18240: - N. 1. da Duc. 2000

Terni simili D. 27540: - N. 1. da Duc. 900

Estratti D. 2360: - N. 1. da Duc. 600

N. 4. da Duc. 500

D. 48140: - N. 2. da Duc. 400

N. 1. da Duc. 300

N. 8. da Duc. 200

N. 4. da Duc. 150

N. 36. da Duc. 100

N. 41. da Duc. 50

N. 34: da Duc. 25

La ventura estrazione sarà li 20 Novembre 1790. N. 133. ◀Nível 2 ◀Nível 1