Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 70", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\070 (1790), pp. 553-560, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2633 [consultato il: ].


Livello 1►

Num. 70

Mercordì Pr. Settembre 1790.

Livello 2►

In M. C.

Sabbato 28 Agosto p. p.

Consigliere del Sestiero di S. Marco

s. Niccolò Pisani l’Avvogador di Comun.

F. E. Paolo Contarini.

Consigl. del Sestiero di Castello.

E. Iseppo Diedo qu: Gir.

F. E. Lauro Cost: Querini.

Cons. del Sest. di Canal-regio.

E. Zuanne da Lezze.

F. E. Niccolò Michiel.

Tutte e tre elezioni dello Scrutinio conferm. dal M. C.

Conte a Curzola dura mesi 32.

E. Anz. Corner qu. Vic.

F. E. Defendi Zen qu: Dom.

Offiz. alla Ternaria Nuova.

E. Z. Bat. Badoer qu: Maf.

F. E. Z. Ant. Bon qu. Fr. Zorzi.

6 del Cons. di Pregadi.

E. Stef. Valmarana di E. Ben.

E. Lanc. M. Renier qu: Dan.

E. Leonardo Dolfin qu: Leon.

E. Alv. Renier qu: Bernardin.

E. Alv. Renier qu: And. K.

E. Mich. Morosini qu: Barbon.

Domenica 29 detto.

Podestà a Bergamo Reggim. c. p. dura mesi 16 elez. dello Scrut. conf. dal M. C.

E. Alv. Bernardo qu: Franc.

F. E. Pietro Pisani qu: Vet.

Pod. a Grisignana mesi 16.

E. Nic. Rug. Badoer di E. Marin.

F. E. Zorzi Riz. Querini qu: Ben.

Prov. a Novegradi mesi 24.

E. Marco Minio qu: Z. Ant.

F. E. Ant. Vet. Dolfin qu: P. A.

Consigl. alla Ceffalonia mesi 24.

E. Ant. M. Balbi di E. Zorzi.

F. E. Fantin Dandolo di E. Fr.

Cam. a Brescia mesi 16.

E. Alv. Zen di E. Deffendi.

F. E. Piero Dom. Contarini qu: Carlo.

Giud. al Mag. del Forestier.

E. Zuan. Bernardo qu: Marin.

F. E. Ottavian Zane qu: Zuan.

Giud. al Mag. del Procurator.

E. Nic. Bon di E. Zorzi.

F. E. Nic. Zorzi qu: Gir.

Prov. al Cottimo di Londra.

s. Tad. Badoer qu: Seb.

F. s. Ant. Agostin Corner.

Prov. al Cottimo di Damasco.

E. Franc. Bembo qu: And.

F. E. Zuanne Cicogna qu: Nic.

[554] Offiz. all’Estraordinario.

E. Zuan. Tron 2do qu: Zuan.

F. E. Michiel Minotto.

Offiz. alla Tavola dell’Entrata.

E. Z. Ant. Badoer di E. Riz.

F. E. Stefano Maria Balbi.

Offiz. alle Beccherie.

E. Marco Corner di E. Seb.

F. E. Michiel Ang. Riva.

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Signore.

Conegliano li 25 Agosto 1790.

Metatestualità► “È degno d’essere inserito nella vostra Gazzetta il toccante detaglio, che son per farvi. ◀Metatestualità Jeri siamo stati in questa Città trattenuti da uno di que’ spettacoli, che richiamano le lagrime di tenera emozione a quell’anime egregie, che si sentono rapite dall’aspetto di cose essenzialmente buone. Non vi attendete nò, nè la narrazione di una corsa di Barbari, nè di Feste, nè di Teatri, nè lodi bene spesso esagerate, e derivanti da parziali ragioni a Soprani, a Tenori, a Virtuose, a Ballerini, a Suonatori, a Pittori. Nò di altra specie anzi tutta opposta è la solennità qui verificatasi, solennità, che rinforzando vieppiù la santa Religione, che professiamo può dar forte argomento a’ buoni di consolarsi, ed a’ cattivi di smarrirsi nelle loro favolose sognate, e puerili predizioni.

Da più d’un secolo alcune pie Vergini si sono raccolte in questa Città in un Collegio di Terziarie Domenicane avendo dato alla loro Chiesa il specioso titolo del Corpus Domini. Perenne fu la loro edificante condotta in serie sì lunga di tempo, e tale, che quantunque li vincoli, che assumevano all’entrarvi fossero unicamente spontanei, ad ogni modo si diressero sempre del pari agl’altri Monisterj di canonica clausura, che esistono in questa Città. Seguendo pertanto le attuali Vergini, che formano detto esemplarissimo Collegio le traccie lodevoli di quelle che le hanno precedute, ed infiammate da uno spirito di benedizione Divina hanno pensato, e risolto d’impetrare la erezione del proprio recinto in Monistero fregiato di perpetua Canonica Clausura. Previa la Sovrana pubblica necessaria adesione ottennero queste elette Vergini dal Regnante Pio VI il Breve relativo alle loro petizioni, e quindi formati dalle autorità respettive gli atti opportuni, decretati poscia dalla approvazione dell’Eccellentissimo Senato fu a conforto massimo delle supplicanti, e con edificazione de’ Popoli compiuta in jeri la cerimonia con sacra solenne pompa. Levate però esse Vergini dal loro Collegio dalla Dama Consorte del Pubblico Rappresentante, e da altre Dame di questa Città vestite tutte di nero con molta ben intesa decenza le presero alla loro dritta, e le condussero nel magnifico Tempio de’ Rev. PP. Domenicani Osservanti, dove le avevano precedute Sua Ecc. Rev. Monsignor Pietro Antonio Zorzi, Vescovo di Ceneda Diocesano, l’Eccellentiss. Signor Podestà, e Capitanio, e li Nobili Rappresentanti questo Pubblico Corpo col corteggio più decoroso, e corrispondente alla dignità di tal comparsa. Nobile fu l’adornamento sacro del Tempio istesso, e veramente inspirava una certa sensibile devota commozione, che scorgevasi risultare nel volto delle colte, e distinte Persone che in gran numero concorsero da molti luoghi, e delle quali era ripiena la vasta Chiesa medesima presidiata da milizia di Cavalleria. All’entrare in essa di dette Religiose la di cui vista modesta, e relativa al gran momento di tutte offerirsi, e per sempre al loro Iddio, si presentò in quell’istante lo spettacolo il più caro, e tenero, che mai descriver vi possa, ed il pianto degl’animi penetrati formava l’elogio più sincero alla loro santa determinazione. Quindi fu con l’accompagnamento di [555] scelta Musica cantata dal Prelato Pontificalmente la Messa, dopo l’Evangelo della quale nuovo motivo di sacro rapimento ebbero le ivi raccolte numerose Persone nell’udire una dotta, colta, e analoga al proposito Omelia recitata dall’Illustre Prelato già noto per la sua insigne dottrina, e per il complesso delle virtù tutte che lo adorna, e lo rende il precioso venerabile oggetto di tutta la estesa sua Diocesi. Io che vi scrivo mi sono sentito più volte strascinato ad un grado massimo di religiosa emozione. Terminata la Messa solenne con ordine ben regolato di Processione chiusa dall’Eccellentiss., e Reverendiss. Vescovo, dall’Eccellentiss. Rappresentante, e Magnifici Signori Proveditori, ed Anziani, a cui v’intervennero anco il Reverendis. Capitolo de’ Signori Canonici, il Clero, le Religioni de’ Reverendi Regolari, e le Scuole Laiche, furono sempre nobilmente avvicinate dalle Dame antedette, e ricondotte le buone piissime Vergini al loro Monistero, dove dall’autorità Vescovile furono consumati li rituali soliti, ed accolti dalle spontanee volontà di esse li voti perpetui, e santi della loro professione sotto la regola di Sant’Agostino, e Costituzioni di San Domenico, e quindi offerto col replicato sparo di morteri, e col suono di tutte le campane al Re de’ Regi con flebile canto il salmo di laudi, e di ringraziamenti per sì felice avvenimento in questa Città, che vedesi così perpetuato un numero di anime accette al Signore, che alzeranno preci all’Altissimo per la sua prosperità. Straordinaria la cerimonia, e l’occasione, tutto procedette con magnificenza, buon ordine, e senza il benchè minimo sconcerto, avendo fino mai contribuito a render la giornata di perfetta soddisfazione il più bel sereno, e l’aria più temperata. Non è da porsi in silenzio, che il merito del buon successo di questa sacra Funzione deve attribuirsi alle cognizioni, alla vigilanza indefessa, ed alla desterità virtuosa dei Nobili Procuratori di detto Monistero Signori Co: Andrea di Montalbano, e Filippo dall’Angelo, a’ quali le Reverende lodevolissime Monache del Corpus Domini dovranno perennemente li loro sentimenti di riconoscenza, ed ossequio.

Metatestualità► Non lasciate vi prego di stampare sollecitamente questa descrizione, che ho gettata sopra questo Foglio in mezzo a’ molti fastidj delle mie occupazioni, e però senza verun stile, e colta dicitura. Addio. ◀Metatestualità

Vostro Affettuoss. Amico
G. B. ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Descrizione della Causa Celsi, accennata nel precedente Foglio.

Nel 1718 27 Giugno il N. H. Signor Giacomo Celsi qu: Giacomo in suo Testamento dispose a favore de’ N.N.H.H. suoi Nipoti Marc’Antonio, Marin, ed Angiolo di tutti i suoi Beni in Villa d’Istrana Territ. Trevigiano, della metà della sua Possessione in Villa di Vigo Novo Territ. Padovano, di tutte le sue Case a S. Ternita in Corte di Cà Celsi, e di due Case a S. Barnaba in Campiello de’ Squellini, ordinando di tutto uno strettissimo discensivo reciproco perpetuo Fideicommisso in essi, e ne’ loro discendenti Maschj nati di N. D. & abili al Sereniss. M. C. & in mancanza della stessa Discendenza Mascolina, o che di grado in grado non nascesse detta Discendenza Mascolina di N. D. c. s. vadino tutti essi Beni nel Pio Ospitale della Pietà di questa Città.

Tra i varj generosi Legati che succedono alla sua prima disposizione beneficò l’Ospitale med. d’un credito di cinque mila Duc. da lui dati a Livello affrancabile (al pur allora) quond. Mes. Daniel Bragadin Proc. di S. Marco, con tutti li Prò corsi, e successivi sino all’intera riscossione del suddetto Capitale.

[556] Di tutto il resto d’ogni suo avere: cioè denari investiti all’Università degli Ebrei, crediti, effetti, ragioni, & azioni, mobili in Città e in Villa, ori, argenti, gioje, contanti, ridotto tutto dalla vendita, a denari, ordina una investitura a benefizio del minore de’ Figliuoli che nasceranno dalli prenominati suoi Nipoti giunto che sia all’età d’anni 18 assoggettando un tal Capitale allo stesso stessissimo Fideicommisso discensivo mascolino perpetuo colle med. condizioni d’abilità al M. C. volendo che in caso d’estinzione di linea mascolina fregiata del Patrizio carattere passino tutte esse Investite nello stesso Pio Ospitale della Pietà; in Commissarj & Esecutori della cui volontà nominando li Governatori dello Spedale suddetto al quale lasciò per tale incarico duc. mille, per una volta, ed 80 all’anno finchè il futuro erede sia giunto all’età prescritta sino al qual tempo vuole investito il prò sopra il capitale; e dappoi cessate le Investite e diviso l’usufrutto ne’ Figlj mascj de’ suoi viventi Nipoti, siano serbati i Capitali a’ loro discendenti mascolini sotto la strettissima ripetuta condizione di Fideicommisso sottoposto alle prerogative antidette.

Seguì la morte del Testatore agli 11. Agosto anno 1718.

Mancato di vita in Valdagno il N. H. Francesco M. Celsi il dì 28. Giugno 1789. ab intestato, il Sig. Marin Celsi figlio del fu N. H. Marc’Antonio, è della Nob. Signora Angiola Varotari, (il qual N. H. fu figliolo del N. H. Lorenzo fu di s. Giacomo, e Fratello del Testatore,) fece sentenziare a Legge all’Offizio Illustrissimo del Procurator il riportato Testamento, ottenendo d’apprendere e conseguire tutti i Beni ec.

Al primo Luglio susseguente la N. D. Catterina Sorella del fu s. Francesco Maria dimandò successione a tutti i di lui Beni all’Off. Illustr. del Proprio; e il dì 29. a quello di Petizion accettò Essa L’Eredità cum B. L. & Inv. non intendendosi tenuta ultra vires della Eredità.

In Atto precedente, del giorno 27. al Mag. Illustr. Sopra Gastaldo contro la Dama suddetta dimandò il Sig. Marin il rilascio de’ predetti Beni componenti il Fideicommisso; e nel susseguente dì 28. dal Mag. Eccell. Sopra Ospitali, a favore di qeullo della Pietà ebbe S. a L. il prefato Test. 1718. e si mise l’Ospitale stesso all’Interdetto della S. a L. a favore del Sig. Marin come indebitamente seguita.

A’ 17. Agosto si praticò per il suddetto Sig. Marin Interdetto per Converso della S. a L. a favore dell’Ospitale. A’ 9. Settembre, fu ammesso per la summa de majori Interdetto della N. D. Cat. Selci alla S. a L. ottenuta dal Sig. Marin instandone il Taglio; ed altro Interdetto contro quella ottenuta dall’Ospitale, non opponendosi che per la morte di suo Fratello verificata si fosse la di lui sostituzione a norma del Test. 1718. quanto all’Eredità delli tre Nipoti del Testatore, ma contendendo soltanto la successione alle Investite e Prò disposte dal medesimo a benefizio de’ suoi Pronipoti e discendenti, implorando il Taglio in Parte & Partibus di detta S. a L.

Oppose l’Ospitale in Scrittura de’ 13. detto, che la chiarissima disposizione del Testatore non lasciava mai luogo alla pretesa che le Investite si fossero rese libere nel qu. s. Francesco Maria Selci, implorando il Laudo della propria S. a L. anche nella parte riguardante le Investite medesime.

Altra Scrittura e Costituto de’ 26. Mese istesso si produssero dal Sig. Marin contro la N. D. prenominata in cui chiama riflessibile la di Lei direzione di accordare all’Ospitale una parte de’ Beni del Testatore, e contendere poi ad esso l’azione alle Investite de’ Capitali egualmente disposti con Legge di Fideicommisso, protestando a qualunque divisamento, che colusoriamente, o in [557] qualunque altra forma si meditasse contro le sue regioni, e l’instituita Pendenza.

Comparve a’ 18. marzo 1790. Scrittura Regolativa dell’Ospitale, che in vista della separata Pendenza promossa dalla N. D. Celsi implora il Taglio della S. a L. 30. Giugno 1789. a favore del Sig. Marin onde resti deciso; che ad esso, figlio bensí d’uno de’ Nipoti del Testatore, ma non qualificato da’ requisiti da lui voluti, non competa azione e ragione alcuna per detto Testamento, come per le sue confessioni medesime sarà considerato.

Dietro a tale Regol. Scrittura il dì 29. la N. D. suddetta assunse Giudizio coll’Ospitale contro il Sig. Marin, che in Costituto successivo di dipendenza al Mag. di Procurator s’espresse di non opponere alla N. D. discendente anch’essa, come lui, da uno de’ Nipoti del Testatore, eguale compartecipazione al Fideicommisso.

Seguì agli 8. Giugno p. p. Spedizion Absente al Mag. Eccellentissimo Sopra Ospitali in favore del Pio Ospitale e N. D. Selci assuntrice di Giudizio, e a’ 19. detto l’Appellazione Avversaria.

Trattata la Causa con grand’impegno e con rapida eloquenza d’ambe le Parti ebbe il solenne Giudizio favorevole all’Ospitale e alla N. D. collo Spazzo di Laudo riferito nel Foglio precedente di Sabbato.

Catalogo delli Piovani di S. Paolo Apostolo di Venezia.

1148. Vital Michiel Vicario di S. Paolo, poi Vescovo di Castello.

Mancante.

1215. L. forse Lorenzo Piovano di S. Paolo; Giudice delegato da Onorio III. per compor le questioni fra l’Abbazia di S. Maria della Follina, e il Monastero di S. Fermo di Verona.

1249. Pantaleon Giustinian prima Piov. di S. Maria di Murano, poi Cappellano d’Innocenzio IV., e dal medesimo eletto al Patriarcato di Costantinopoli.

1286. Giacomo Maglaenzocho.

1306. Pietro Dondei.

1316. Pietro Foscarini.

1341. Marco Foscarini Canonico di S. Marco.

1356. Bartolommeo Prior dell’Ospital di S. Maria della Misericordia.

1366. Giovanni Sagredo; morì dopo due mesi.

1366. Stefano Pianigo Notajo prima Piovano di S. Stefano Confessor, Arciprete di Castello, e Canonico Ducale.

1403. Benedetto Michiel. Notajo, Prete di S. Gervasio, e Canonico di S. Marco.

1411. Basilio Darvasi Notajo, e Cancellier Ducale, prima Piovano di S. Maria Maddalena, poi di S. Ternita, e Canonico Ducale.

1416. Niccolò Grifalconi Notajo, e Cancellier del Magistrato al Petizion: fu l’ultimo ad esercitar cariche a’ Magistrati Secolari, venendo proibito con Bolla di Eugenio IV. Sommo Pontefice.

1430. Leonardo Bon.

1445. Ambrogio Basso Notajo, e Canonico di S. Marco, prima Piovano di S. Margherita.

1456. Francesco Graffi Notajo.

1467. Benedetto Ogniben.

1475. Giulian Ziato.

1493. Vettor Armelini.

1495. Giovanni Negri, prima Piovano di S. Leonardo.

1533. Pietro Spatari.

1554. Francesco Antonelli Canonico di S. Marco, e Arciprete della Congregazion di S. Paolo; morì improvvisamente per viaggio andando alla Visita del Santuario di Loreto.

1559. Marino Archi.

1562. Antonio Gatto Canonico Ducale, ed Arciprete della Congregazione di SS. Ermagora, e Fortunato.

[558] 1591. Bartolommeo Pelegrini Canonico di S. Marco.

1609. Santo Rizzi. Canonico di S. Marco.

1629. Gasparo Pellegrini.

1634. Gio: Battista Strazzolini.

1649. Francesco Albertini.

1653. Bartolommeo Callissoni Can. Ducale.

1663. Santo Amigazzi.

Dopo la di lui morte per pubblico Comando fu inibito agli Alunni di Chiesa il concorso al Piovanato.

1680. Bernardin Fontana Primo Prete Titolato di S. Agostino.

1706. Lorenzo Lazzari Canonico di S. Marco, ed Arciprete della Congregazione di S. Canciano.

1731. Bartolommeo Carminati Canonico, Vicario Ducale.

1770. Marco Lanfranchi Canonico Ducale.

1784. Bartolommeo Tosini.

1790. Pietro Dottor Pernion.

Prenderà questi il possesso del Piovanato il giorno 9. del corrente Settembre.

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore►

Padova.

30 Agosto 1790.

“Con le dovute permissioni, nel Recinto del Prato della Valle vi saranno quattro Balli mascherati, il primo la sera di Lunedì giorno 6 del prossimo venturo Settembre, e gli altri nelle sere che saranno destinate in seguito.

Avranno il loro principio alle ore due, e mezza.

Alla Porta ogni Persona dovrà pagare L. 1: 10.

Quelli che vorranno entrare nelle Platea dovranno essere muniti del rispettivo viglietto (sic.) per il quale ognuno esborserà L. 2: In oltre dovranno essere decentemente vestiti tanto gli Uomini che le Donne e dovranno avere almeno un mezzo volto, nè mai permanendo in Platea potranno levarselo.

Niuno potrà comandare all’Orchestra fuorchè il Maestro di Ballo.

Quelli che volessero eseguita qualche nuova contraddanza, o nuovo minuetto, dovran a tempo opportuno, dar la Musica al Maestro di Ballo acciò possino esser fatte le necessarie copie, altrimenti nulla sarà eseguito.” ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Ricerche.

“Se l’arte umana sia giunta ancora a trovar la direzione ne’ viaggj de’ Globi aerostatici. Se la smania di volare sia estinta, o regni ancora. Se sia vero che nello scorso secolo si volava in Inghilterra come nel presente in Francia, e in altre Parti.”

Risposta.

Come la longitudine in mare sfugge a’ tentativi degli uomini la scoperta di guidare a lor senno i bastimenti dell’aria.

S’innalzano ancora, vanno ove il vento li guida, cadono in terra, o in mare, qualcuno s’accoppa, od istorpiasi, altri s’affoga, e chi la finisce bene ha premj, pensioni, titoli, onori, ch’esser dovrebbero riserbati all’utili scoperte, e non a’ vani sforzi dell’umana arditezza.

Non ci è noto, che l’Inghilterra abbia dati esempj di questa temerità prima che a’ giorni nostri li desse la Francia. Abbiamo anzi una prova in contrario nel seguente Articolo rinvenuto nella Raccolta da cui ricaviamo sovente ciò che viene in acconcio delle dimande che fatte ci vengono. La traduzione a cui diamo mano potrà soddisfare particolarmente l’Autore delle ricerche, e generalmente allettare per la critica che vi si troverà ben maneggiata, e potrà appropriarsi ad ogni Nazione.”

Livello 3►

L’arte di volare.

“I Filosofi del tempo del Re Carlo, [559] nulla trascurarono per trovar il secreto di volare. La cosa loro stava a cuore sì fortemente, che mancò poco non s’irritassero contro della natura per averli fatti nascer senz’ali. Era questa la mania del tempo. Il famoso Vescovo Wilkins credeva la cosa tanto possibile, da non disperare, che gli uomini avessero un giorno da servirsi dell’ali pe’ viaggi, com’ora servonsi degli stivali. Prevalse talmente questa chimera fra i dotti, che ve ne furono sino d’uniti in partita per andare insieme nella Luna meno imbarazzati di giungervi, che de’ mezzi necessarj a sussistere in viaggio. Tutti sanno l’istoria d’una gran Dama, che fabbricava Castelli in aria per dar ricovero a tali viaggiatori. Trovasi negli Autori quantità d’esempj di gente che tese alla perfezione di quest’arte, e che fece prova del suo sapere in tal genere, alla presenza d’una moltitudine spettatrice. Ma come riuscirebbe troppo lungo il riportarli, limitiamoci al presente a comunicar al Lettore la Lettera ch’ora ricevo da un Artigiano, che mi scrisse sotto il nome di Dedalo.1 ◀Livello 3

Livello 3► Lettera/Lettera al direttore► Signore.

Satire► Avendo saputo che vi compiacete di animare i talenti, ho creduto di dovere l’insiruirvi de’ progressi considerabili da me fatti nell’arte di volare. Io svolazzo ogni mattina due o tre ore nella mia camera, e quand’ho preso le mie ali sono in istato di scorrere lo spazio di cento verghe in un tratto senza stancarmi. Volo sì presto come un gallo d’India, e di giorno in giorno mi vo perfezionando in quest’arte; e se continuo come ho cominciato, non tarderò a dare al Pubblico delle prove de’ progressi che ho fatti.

Io mi propongo Domenica prossima all’uscire dalla Predica d’andare a posarmi sulla palla del duomo di San Paolo, da cui, al primo tiro di canone che si farà dalla Torre, prenderò il mio volo, e traversando Eleet Street andò a sedere sul Maggio dello Strand. Abbassandomi in seguito poco a poco trapasserò il Parco di S. James, e andrò a discendere allo Stagno di Roscomondo. Credo che ciò basterà per convincere il Pubblico della realtà de’ miei talenti.

Ma vi prevengo, che non farò il mio esperimetno, se non dopo aver ottenuto il privilegio esclusivo di fabbricare dell’ali, con proibizione sotto pena di morte, a chiunque siasi, di volare con altre ali che quelle usciranno dalla mia Fabbrica. Mi propongo di lavorare io medesimo per la Corte, e avrò sotto di me degli artefici, che lavoreranno per il resto della Nazione. Voglio ancora, che mi si accordi il privilegio esclusivo d’insegnare alle persone di qualità; obbligandomi di non risparmiare né fatiche, nè cure per renderle tanto abili quanto lo sono io medesimo.

Volerò i primi quindici giorni con una donna sulle spalle. Comparirò al rpimo Ballo adornato di piume come un Principe Indiano, perchè vegga la colta gente come questa sorta d’abiti s’adattino a un uomo.

Voi sapete, Signore, quanto il Mondo sia prevenuto contro di que’ che fanno progetti: ciò è tanto vero, ch’ognuno mi tratta da pazzo quando parlo di volare; ma voi siete troppo illuminato per non rendermi giustizia. Nulla dirovvi degli avvantaggi, che risulteranno dalla mia invenzione. Si viaggerà più prontamente, e si eviterà la spesa de’ cavalli, e delle vetture: le [560] Poste saranno meglio servite: in poche parole, Signore, allorchè si sarà una volta in pieno possesso di quest’arte, si spedirà più affari in settantadue anni, che non si fa in mille secondo i metodi ordinarj. Mi raccomando dunque alla vostra protezione,. e sono ec. ◀Satire ◀Lettera/Lettera al direttore ◀Livello 3

Riflessioni sulla Lettera precedente.

“Dopo avere maturamente esaminato il progetto de’ nostri moderni Dedali, mi sembra, che in vece d’adottarlo, si debba tutto porre in uso per impedirne l’esecuzione, a cagione de’ mali che ne risulterebbero. Darebb’esso luogo a una quantità d’intrighi galanti. Si vedrebbe ogni girono gli amanti darsi degli appuntamenti a mezza notte sulla cima del Monumento2 , e il Duomo di S. Paolo coperto di persone dell’uno e dell’altro Sesso, quanto può esserlo una colombaja. Si vedrebbe ogni giorno de’ Galanti appollajarsi sulle finestrelle de’ granaj, e dare la caccia alle loro Belle come un falcone alla pernice. Li mariti sarebbero sempre ingannati non potendo sapere ciò che si passi sopra le loro teste. È vero, che quelli che son gelosi potrebbero tagliar l’ali alle loro moglj; ma a che varrebbe il farlo quando le loro case fossero dalla mattina alla sera coperte di civettini? Ogni padre di famiglia sarebbe obbligato di vegliare sulle sue figlie, perchè non gli volassero dalle mani; converrebbe guardar a vista tutte le ricche ereditiere; in una parola l’aria sarebbe piena di cacciagione. Convengo che gli affari sarebbero più presto spediti; ma son persuaso che se il mio corrispondente s’indirizzasse alla Corte per ottenere un simile privilegio, sarebb’egli riguardato come un Monopolista, e troverebbe delle opposizioni. Un Mercante che non avesse modi di tener una carrozza per una moglie potrebbe comperarle un pajo d’ali, ed io son certo, ch’Ella non mancherebbe di servirsene mattina e sera.

Avrei quantità d’altre obbiezioni contro questo metodo; ma attendo per pubblicarle, di veder prima il mio Amico a cavalcioni della palla del Duomo di S. Paolo.”

“Nel giorno di S. Agostino nella Chiesa di queste Reverende Monache di S. Andrea si distinse con Orazione Panegirica il M. R. Ab. Don Alessandro Beltrame Beneficiato dell’Illustre Cattedrale di Padova.”

La ballottazione per Arcidiacono di Scardona seguita il dì 26 p. p. Agosto nell’Eccellentissimo pieno Collegio, ed impressa nel Foglio dello scorso Sabbato, dev’essere emendata così

16 – 9 + Altei.

13 – 12 – De-Leva

7 – 18 – Dalla Barbara.

6 – 19 – Balbi.

6 – 19 – Mastrovich.

Capi dell’Eccelso Cons. di X. per il mese presente.

E. Giacomo Boldù.

E. Girol. Ascanio Molin.

E. Zuanne Widmann.

A questo Cons. Eccellentiss. di 40 C. N. un Bergamasco trattò la sua propria Causa al Taglio contro gli Avvocati Eccellenti Stefani e Bassi. Era divisa in due capi e seguì a danno suo lo Spazzo di Laudo con 25 – 6 e 4 nel primo Capo, e con 25 – 5 – e 5 nel 2do.

Morti.

Il Reverendiss. D. Dom. Toniuti Piovano della Par. di S. M. Nuova d’anni 66, eletto Piov. li 16 Decem. 1788. ◀Livello 2 ◀Livello 1

1Questo pezzo è estratto da un Giornale Inglese pubblicato a Londra nel 1769 col titolo di Memorie critiche del tempo.

2Colonna altissima di Londra tra il Ponte Nuovo, e il Mercato delle Biade, della cui origine, misura, manifattura, e inscrizione, s’è parlato in uno di questi Foglj.