Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 59", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\059 (1790), S. 465-472, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2622 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Num. 59

Sabbato 24. Luglio 1790.

Ebene 2► Metatextualität► Non è tanto per il risparmio della fatica quanto per la soddisfazione di presentare al nostro Pubblico delle cose degne di lui, che ci son care le carte di dotta mano alla cui lettura vanno del paro coll’instruzione il diletto. Se di queste avessimo minore scarsezza non avrebbero adito al nostro Foglio certi scritti, che tanto son superiori a’ tanti e tanti d’abbandono e rifiuto quanto son inferiori a que’ pochi, che onorano la presente collezione, e a parte a parte la rendono interessante e piacevole.

Ma se col tempo gli eccitamenti nostri, e la nostra costanza han potuto superare gli ostacoli della renitenza, e farci ottener qualche cosa di ciò che desideravamo, in progresso d’Impresa avremo forse il contento d’ottener molto, ed accrescere il volume degli scarti. Sappiano intano i nostri leggitori cortesi, che la sola penuria, e la ristrettezza del tempo ci costringono ad inserire su queste pagine le tante mal scritte Lettere ond’abbondano, e certe materie che senza tale necessità avrebbero un’assoluta esclusione. Non si stanchino di tollerare nelle cose, e nelle parole, la gran porzione di mediocre che affollasi alla concorrenza per la luce della stampa; si promettino dall’avvenire una più purgata raccolta, e contribuiscano a questo bene coll’opera, o col consiglio. Il nobile Assocciato d’Udine, che sì gentilmente ci ha favoriti delle due bellissime descrizioni de’ fuochi d’artifizio, vi coopera certamente, e se a lui non mancheranno soggetti da illustrare questi Fogli possiamo sperare dall’erudita sua penna di quelle carte, che vorremmo men rare. Converrebbe che in ognuna delle suddite Città contar potessimo un animo sì ben disposto accompagnato da un ingegno così felice, perchè i nostri voti fossero esauditi. Gradisca egli i sentimenti dell’ossequiosa nostra riconoscenza, sia di stimolo agli altri, e possa un giorno nella sperata riforma vagheggiar un’opera dal suo esempio promossa. ◀Metatextualität

Bergamo nel Mese di Luglio dopo la raccolta del Formento.

Brief/Leserbrief► Sig. Gazzettiere stimatiss.

Varj sono in vero gli articoli, che andate continuando nei vostri periodici Fogli interessanti alcuni anche fuori della Dominante, siccome altri servir possono a genio de’ concorrenti; sicchè così divengono sempre più accetti da chi va leggendo la vostra Gazzetta.

[466] Poichè talvolta non sarebbe discaro, massime agli amatori di Agricoltura, restare intesi per ogni dove sopra i felici progressi su tale proposito, sia di grazia effetto della cortese urbanità vostra, quando piacciavi, di accettare quel ch’ora mi vien fatto di tramandarvi, sebben tardi, e quanto è riuscito ad alcuni proprietarj poter indurre una volta finalmente questi Villici, a retrocedere dall’inveterato loro metodo, al dì d’oggi resisi del tutto persuasi intorno l’esperimentato buon successo, e disingannati a vista coi propri occhj.

Viene adunque coltivato in buona forma, e ben letamato il Terreno, estirpate al più possibile tutte le cattive pessime radici; poscia con rastelli a denti ristretti rendesi netto del tutto il destinato terreno per la semina.

In un appostato recipiente vien collocato il Formento, quale si copre con acqua caricata di disciolto sterco bovino, aggiungendovi a piacere alquanto di salnitro. Lo rivolgono di quando in quando nello spazio di ore ventiquattro, che tanto basta per farne poi lo spargimento. Al qual tempo nelle loro usate cavagne dimezzano una parte formento, e l’altra sabbia, oppure segatura fatta di assi; dal che nella sola semina ne risulta un non indifferente economico avvantaggio.

Rimandati da Primavera, come richiedesi, li Formenti stessi e fattone il taglio a maturazione, ne vien fatto tantosto il trasporto per entro i massarizj recinti a preservazione, si viene a fare la battitura a tempo opportuno, e la raccolta ordinariamente sormonta più del doppio del solito abbondante ricavato; dal che essi Villici non solamente sono a quest’ora persuasi, ma anzi bramosi di continuare nella solita maniera.

Quando dunque piacciavi di introdurre quest’articolo in alcuno de’ susseguenti vostri foglj, io potrò in appresso continuarvi altre esperienze.

Frattanto ho il piacere di dichiararmi a vostro favore, e desiderar di essere sempre più vostro parziale Associato. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Gazzettiere stimatiss.

18. Luglio 1790. Brescia.

Cessino in lei i stupori se non ha veduto nel Cartellone della nostr’Opera i nomi del Camisani, e del Pagliani, nè deduca da ciò che sia nata novità. Niente affatto, Signore. Tutto si trova ancora in statu quo. Il Sig. Trento primo Violino de’ Balli era già stato scelto dal nostro Impresario Sig. Girò avanti che fosse installato primo Violino dell’Opera il Sig. Camisani, e primo Violino de’ Balli il Sig. Pagliani. Il celebre Sig. Orlandini è stato destinato dopo, perchè ha creduto così del suo interesse l’Impresario, e per aver de’ sublimi Professori che diriggano lo spettacolo. Sappia poi, che per costume i nostri nazionali cedono sempre il luogo agl’esteri, e coprono solo i loro rispettivi posti quando non siano accordati Professori forastieri. Sono giunti tutti i virtuosi, si fanno le prove, e lo spettacolo dovrebbe riescire aggradevole. Il Sig. Rubinelli che è d’ottima salute, e la Sig. Marchetti sono impegnatissimi a smentir le dicerie d’alcuni malevoli, ed il Sig. Trafieri vuol distinguersi egli pure ne’ Balli. Speriamo pure di veder uno Scenario brillante, e dei più belli che abbiamo fin quì avuto.

Eccovi una novelletta. Venerdì sera fu commessa al Sig. Cornetta Begna una spedizion secreta con 12. Soldati a cavallo. Sabbato mattina si seppe essersi portato a Porzano per fermare il Nob. Sig. G. B. C. giovine di 30. anni circa, e si dice per un Processo Criminale che stà formandosi contro di lui. Egli pregò l’Officiale a lasciarlo [467] in libertà, promettendo sul suo onore che non sarebbe fuggito. L’Officiale lo prese seco in legno col Caporale, e co’ soldati che l’accompagnavano. Giunto al sito detto alle Chiavighe dimandò di poter sparger acqua. Gli fu accordato ed intanto i soldati a cavallo gli stavano d’intorno, ma egli bravissimo e lesto sbalzò nella vicina Ceriola quantunque piena d’acqua, e fuggì per i campi lasciando i soldati spettatori sorpresi del di lui coraggio.

Egli passò quindi alla vicina Terra di Fleno, pranzò quietamente da un suo amico, e proseguì il suo viaggio per quanto si dice a Bormio in Valtellina rifugiandosi in sicuro presso quel suo Zio. Si sono fatti molti discorsi a pregiudizio del Giovine Officiale, che si è lasciato fuggire l’arrestato, ma egli non avrà mai pensato che potesse saltar in acqua. Chi conosce per altro il Sign. C. non si fa veruna maraviglia, essendo un giovine snello, coraggioso e avvezzo alla caccia e alla Campagna.

Sono con vera stima

Un vostro Assocciato. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Niente di più proprio a questa Gazzetta, che i fatti gloriosi alla Veneta Nazione in qualunque parte siano seguiti; niente di più consolante al genio, e all’affettuosa sudditanza del suo estensore, dell’incarico di riferirli. L’amore di Patria, il giusto sdegno contro la piratica Africana rapacità, in lui svegliarono nel leggere e trascrivere la seguente Lettera, que’ sentimenti d’esultanza, ch’essa richiede da’ suoi sensibili leggitori. ◀Metatextualität

Napoli 13. Luglio corrente.

“Con recenti Lettere di Trapani in data de’ 5. Luglio corrente pervenuteci autenticamente per la via di mare, siamo informati come un armamento nemico di sei Legni, mezze Galere, e grossi Sambecchini Africani con equipaggi di doppia forza dell’ordinario, fu negl’ultimi del mese di Giugno occultamente destinato dai Gerbini, e Sfaxesi a distruggere e sottomettere la piccola divisione Veneta, che bloccava la Goletta di Tunisi, consistente di due Galeotte di 80. uomini per ognuna, e di un piccolo Sambecchino predato nell’anno p. p. dall’Eccellentissimo Sig. Ammiraglio Condulmer. Il nemico tuttochè di forza assai maggiore, dopo un vigoroso combattimento, non solamente è stato rispinto ma intieramente distrutto, due de’ loro Legni colati a fondo, uno abbruciato, e gli altri sommamente danneggiati correnti a rifugiarsi in Sfax, colla mancanza di più di 300. Tunisini tagliati a pezzi, annegati, e fatti schiavi, frà li quali 4. Reis. Sono tuttora ignoti li morti dell’Equipaggio Veneto. Un così considerabile vantaggio viene attribuito in gran parte alla bella artiglieria di detto Sambecchino armato a far fuoco sorprendente per ogni parte speciosamente nel Porto di Malta dal detto Eccellentissimo Ammiraglio, dalla quale derivò il massimo disordine del nemico, e dal calore di quella Nazione Schiavona ben diretta in questo conflitto dal Brigadiere dell’istessa Nazione Sig. Cleva, resa sufficiente questa armata preda da sè sola all’imblocco di tutto quell’africano Cantone.

Per le mirabili viste di detto Sig. Ammiraglio, e sue direzioni contemporaneamente fu predata una Galeotta di Biserta con 60. uomini, ed un Legno mercantile di cui si era essa poco prima impossessata, da due Galeotte Venete destinate dal detto Sig. Ammiraglio al corso ne’ mari di Lampedusa. Con questo avvenimento se durante il blocco hanno tenuto i Tunisini sequestrati li loro Bastimenti, d’ora in poi penseranno bene a sfuggire dalle mani de’ Veneti, dalle Coste del loro Continente, onde il Cristiano [468] Commercio sarà senza questo nemico.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

In M. C. 22. corrente.

Pod. a Vicenza Reggim. c. p. dura m. 16. elez. dello Scrut. conf. dal Maggior Consiglio. s. Domenico Cappello di s. Pietro; luogo di s. Antonio Renier dispensato.

Conte a Zara Reggim. c. p. dura m. 24. elez. dello Scrut. conf. dal Maggior Consiglio. s. Lio Bembo il Sopracomito. F. s. Luca Andrea Corner.

Pod. a Monfelice dura m. 16. s. Girolamo Pizzamano qu. Z. Battista. F. s. Giacomo Corner qu. Cam.

Castellan della Saracinesca di Padova s. Zorzi Barozzi qu. Tommaso. F. s. Piero Alvise Barbaro.

Auditor Novo. s. Iseppo Balbi qu. Riz. 2do. F. s. Giacomo Pisani qu. Marco.

Sig. di Notte al Civil s. Girolamo Minio qu. Alvise. F. s. Andrea Bon di s. Niccolò.

Avvocato per le Corti s. Francesco Maria Bon riconf.

Pagator alla Camera dell’Armamento s. Niccolò Bon qu. Francesco. F. s. Giacomo Antonio Contarini.

Offiz. alla Dogana da mar s. Fantin Contarini qu. Alessandro. F. s. Fort. Antonio Maria Balbi.

Consolo de’ Mercanti s. Alessandro Priuli qu. Iseppo fu 40. F. s. Vido Avogadro.

Offiz. alla Tavola dell’Entrata s. Z. Battista Mora pmo qu. Z. Battista 4to. F. s. Zuanne Tron 2do qu. Zuanne.

Offiz. alle Beccherie s. Lorenzo Boldù di s. Rob. F. s. Z. Antonio Tron di s. Zuanne.

Metatextualität► Di ignota mano, che ci scrisse più volte, ebbimo la seguente tra l’altre Lettere dello scorso ordinario sull’argomento della Difesa Filosofica. Spirando giustezza, e sincerità, come ci sembra, si stima dovere il pubblicarla. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► “L’imparzialità che dimostraste finora nel vostro esercizio, mi anima anche in quest’incontro a dilucidarvi una torbida riferta da voi accennata al num. 55. Non senza tradire la verità ed adulare chi non l’esige vi si potea scrivere che la difesa fatta dall’indicatovi giovine sotto la direzione di questi PP. Domenicani fosse stata una delle rare, perchè anzi fu solamente delle passabili a giudizio di chiunque. Non meno poi vi potean scrivere così male della persona arguente, perchè a dir il vero tutti gli errori, e spropositi da lei commessi si potrebbero ridurre ad un certo numero da poter commettere chiunque si azzarda a parlar in pubblico con un Idioma da studiarsi molti lustri prima d’esserne in assoluto possesso.

L’invidia però essendo un male radicato fra tutte le professioni, non rade le volte si fa conoscere anche tra le persone letterate, tanto più se occupano elevati posti. Gran meraviglia non debb’essere adunque se questa volta s’ha tentato d’oscurar la fama d’un Maestro per esaltare uno Scolare, che volentieri rinunzia a un tanto onore. Io non fui nè arguente nè difendente, ma semplice spettatore: ma so ben dirvi che ogni critico dovrebbe sempre approfittarsi dell’insegnamento di quel saggio Spagnuolo, che disse: En los errores agenos apprende, i no culpes, cioè impara negli altrui errori, e non offendere chi li commette, in cirtica; perchè gli altrui falli, dice Seneca, li abbiamo a vista fuori di noi, ma non si veggono i nostri, perchè li teniamo dietro alle spalle. Aliena vitia in oculis habemus, a tergo nostra sunt. (De Ira L. I. Cap. 28.) Colla solita stima io passo frattanto a confermarmi.”

Brescia 13. Luglio 1790.

Vostro Obblig. Amico.

N. N. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

[469] Metatextualität► Esaminati agiatamente tutti gli altri scritti, che trattano prò e contra su questo punto, li troviamo sospetti di causa propria, o tali da non pubblicarsi senza delle eccezioni. Però ci scuseranno i loro Autori se stimiamo che basti quanto s’è riferito senz’aggiungere ciò che potrebbe prolungar la contesa, e inasprire gli animi d’ambe le parti. Dopo l’accuse dell’Anonimo, dopo i due Attestati che le oppugnano, dopo l’ora riportata Lettera, che in aria di moderazione deffinisce l’affare, niuno può esigere di più dalla nostra condiscendenza, che aver deve i suoi limiti, e non perder di vista i riguardi ch’esigono i leggitori di questo Foglio, che fuori di passione s’annojano di tante repliche sopra uno stesso argomento.

Non possiamo però dispensarci dal trascrivere il seguente paragrafo. ◀Metatextualität

Ebene 3► Zitat/Motto► “Il Molto Reverendo Signor Don Bortolo Parzani Professore Pubblico di Teologia alle Grazie si duole assai del Gazzettiere (dovrebbe dolersi di chi scrisse al Gazzettiere) avendo egli intimata una Difesa di un suo Scolaro per la presente settimana (la Lettera è de’ 15. corrente) quando le sessanta Tesi tutte de Romano Pontif. si trovano per anco nel Negozio Pezzana per essere presentate al Sig. Dottore dalle Laste nel ritorno che farà dopo le Ferie alla Dominante. Di questa poi vi scriverò l’esito.” ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

Il seguente avviso ci venne in Lettera di Treviso dei 20. corr.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► “È morto in questo giorno per malattia avuta il Conte Giordano Riccati ottuagenario. Fu questo un uomo unico nell’Acustica, sommo nella Matematica, grande per la moral di sua vita, singolare per la sociabilità costante, eguale, interessante, e a tutti cara, che l’adornava.

Cittadini della Terra, piangete la perdita dell’uomo di Treviso.”

Io ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Bandi.

Il serenissimo Pricipe (sic) fa sapere, ed è per deliberazione dell’Eccelso

Consiglio di Dieci

De dì 6. Luglio 1790.

“Che Zeno Zaniboni nativo della Città di Verona absente, ma legittimamente citato.

Imputato per quello, che fungendo l’importante, e geloso Ministero di Assistente nella Cancellaria Pretoria di quella Città sostenuta in allora da Giuseppe Soranzo nella figura di Cancelliere attuale, palesasse un attenzione particolare nella custodia del Processo delegato Servatis Servandis da questo Consiglio a quel Reggimento formato sopra l’interfezione di Giuseppe Erbezzato d’Isola della Scala, nella di cui decretazione, per quanto viene respettivamente indicato, ed introdotto, era stato anco già pubblicato il Proclama contro la Persona imputata del delitto medesimo, la quale particolare custodia, congiunta a replicare secrete Conferenze da esso Inquisito tenute nella Cancellaria suddetta con Persone alla Giustizia soggette fautrici del Proclamato, motiva la ragionevole presunzione di una parziale sospetta intelligenza con le Persone medesime. Apertosi quindi il caso ad esso Inquisito di assumere l’impiego di assistente nella Cancellaria di Salò, ricercata quindi, ed ottenuta la permissione dal principale Cancelliere Soranzo del proprio distacco da quella Cancellaria di Verona prima, che terminasse il periodo del Reggimento, esibisse esso Inquisito da spontanea di lui opera di formare prima dell’assentito distacco l’Inventario de’ Processi Criminali esistenti in quella Cancellaria, solito a formarsi al termine di [470] cadaun Reggimento, per eseguire l’esatta consegna de’ Processi medesimi al Cancelliere Successore. Accolta pertanto dal sopraddetto di lui Principale, nessuna frode suspicante, questa spontanea di lui offerta, abusasse esso Inquisito dell’altrui buona fede, ed eseguisse il reo meditato disegno nel trascrivere l’Inventario suddetto, adulterando il Vecchio Inventario, cassando l’annotazione del Processo formato sopra l’interfezione dell’Erbezzato, sostituindo di proprio pugno l’arbitraria annotazione di altro Processo, scrivendo al margine l’annotazione di spedito, e trascrivendo nell’Inventario da esso formato l’annotazione del Processo sostituito, come dalli eseguiti legali confronti risulta, con il malizioso contemplato assunto di coprire in tal modo la propria gravissima colpa, posteriormente da esso Inquisito vocalmente con proprio Costituto, e con Lettera scritta di proprio pugno confessata, di aver trafugato, e dato alle fiamme il Processo medesimo, ritraendo per tale detestabile trapasso la tenue mercede respettivamente in Processo introdotta, ed indicata. Palesasse in oltre maggiormente esso Inquisito la cognizione della propria reità con l’abbandono dell’assunto impiego, e con la successiva di lui fuga, e costante dimora in Estero Stato, e come più diffusamente dal processo risulta.

Tanto avendo esso Inquisito commeso (sic) scientemente, dolosamente, temerariamente, con reo arbitrio, e detestabile mancanza alle proprie gelose ispezioni, e con malizioso abuso dell’altrui buona fede, con osservabile pregiudizio della vendicativa Giustizia, e con tutti gl’altri mali modi, ree circostanze, pessime conseguenze, e come più diffusamente in processo.”

Il Bando è da Venezia, e da tutto lo Stato senz’eccezioni, ed in perpetuo. La condanna di progionia in vita all’oscuro. La Taglia di Ducati mille de’ suoi Beni, e non essendovene, della metà de’ denari della Signoria deputati alle Taglie.

Le rigorose condizioni del suddetto Bando, pubblicato jeri, e della Condanna, gli obblighi imposti a’ Comuni delle Ville, ec. sono diffusamente espressi nel resto della pubblica Stampa, che quì si ommette.

Dalla frode rapace a’ giorni nostri

Non son salvi neppur gli umili Chiostri.

La smania di divertirsi almen qualche giorno in campagna nella presente stagione, non solo sconcerta l’economia di certe povere Famiglie ma acuisce l’ingegno alla colpa, e fa che in ogni tempo di villeggiatura or l’uno or l’altro resti gabbato. I bocconi mangiati all’altrui spese, senza delitto, fecero poco prò alli tre viaggiatori, che stesero a Chiozza le lor reti da merlotti. All’incontro colui di cui siamo per parlare ebbe migliore fortuna, potendo impunemente nutrirsi del frutto del sagace suo inganno.

Andò a Mestre, e si finse un cotino (gua) al Convento de’ Cappuccini. Ne avrà probabilmente l’apparenza, gli arnesi; avrà fatto credere d’aver in altro sito la macchina colla ruotante sua pietra, e forse si sarà presentato con degli strumenti proprj all’uomo qual si fingeva. In aria di divozioue (sic), con delle parole studiate, protestò a que’ buoni Religiosi un particolare affetto per il lor Ordine di cui volea dargliene prova esibendosi d’affilare senza mercede tutti i coltelli del Convento. Io mi struggo, diss’egli, dal pentimento d’essermi ammogliato, non per altro se non perchè non posso terminar i miei giorni in seno di questa quiete, e fare tra le vostre mani un lieto passaggio all’eternità. In tutti i Paesi ove sono stato ho voluto dare a’ vostri edificanti Confratelli qualche attestato della mia predilezione, e partir non voglio da questa Terra senza che voi pu-[471]re uno ne abbiate: quel maggiore, che può permettere la povertà del mio stato, sacrificando a vostro vantaggio il frutto della mia mano d’opera.

Con queste bell’espressioni meritò fede, e ringraziamenti da que’ buoni Frati, che in un fascio gli diedero tutti i coltelli da affilare, promettendogli da merenda quando riportati li avesse. Non voglio nulla, ei rispose, il merito delle buone opere perde il suo pregio se accorda qualche mercede. In ciò dire prese quell’armi da cucina, fece una profondissima riverenza, e andò a venderle qua e colà, ma sfuggì l’Osteria della Campana ove sapeva che potevan essere conosciute. I Cappuccini ancora lo aspettano. Le avranno probabilmente ricuperate dal pietoso dovere de’ compratori, e il birbone se l’avrà goduta a spese di questi.

Metatextualität► Tanto ci fu riferito come fatto storico da persona venuta l’altr’jeri da Mestre, che rise all’udirlo, e al riferirlo. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Tres estimable sieur Gazettier.

Mais, hèlas! que peut arriver de plus a un pauvre apprantif de la langue fFrançoise? Pendant que son maitre lui apprand a proferer les monosillabes dans un son, un autre qui est un aventurier lui contredit, en disant, qu’on les doivent prononcer en toute autre façon. Dès le commencement, pourtant je fais recours à vous, pour ne me tromper point; à fin que, comme Maitre, & qui peut bien dècider, vous me signifiez comment je me pourrai diriger; & pour cela, je vous transmets le meme chapitre du livre, qui porte le nom de, les aventures de Telemaque touchant le quel est nèe la question.

«Si l’on pouvoit gouter la Véritè toute nue, elle n’auroit pas besoin pur se faire aimer des ornemens que lui prete l’imagination: mais sa lumière pure & délicate *ne* flate pas assez *ce* qu’il y a *de* sensible en l’Homme;»

Mon Maitre ayant la Grammaitre de Goudar a la main soutenoit & pour cela me faisoit proferer les monosillabes entremises de deux etoiles comme dessus, en mainiere de ceu, deu, neu; & l’autre disoit, qu’on les doivent prononcer dans leur son naturel ce, de, ne;

Un de vos associès vous prie de la grace, & plein de ressource en votre bonté je me souscris avec l’honeur d’etre.

De vous tres humbel, tres obeissant & tres obligè Serviteur

N. N. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Senz’essere maestro di Lingua Francese, come non è il Gazzettier, ogni mediocre conoscitore della medesima troverà affatto nuova la lezione d’aggiungere la a’ monosillabi che finiscono colla e.

Dal nostro Serenissimo Doge il dì 20. Luglio corrente venne eletto in Canonico della Ducale Basilica il M. R. Sig. D. Giacomo da Ponte alunno della Chiesa di S. Marina e sotto Canonico della suddetta Basilica.

Posdomani sarà Lunedì 26. corrente seguirà il solenne Ingresso del Reverendissimo Don Carlo Mora Piovano della Parrocchia di S. Marcilian.

Libri nuovi.

“Da’ torchj di Giuseppe Rosa, è uscito in questi giorni un curioso Opuscolo, che porta per titolo: Dialogo trà Giovanni Comandador, e Santo Fante del Magistrato all’Acque, sulla vera Regolazione del Fiume Brenta.

In esso si propone al Pubblico una Regolazione sistematica di nuova data, pronta, facile, niente [472] complicata, e pochissimo dispendiosa.

Si vende al tennue prezzo di L. 1:5. al Negozio del Sig. Domenico Occhi librajo all’Orologio a S. Marco, e dallo Stampatore in Calle larga a S. Caterina.

Savio in settimana per la pross. v.

s. Francesco Kav. e Proc. Pesaro.

D’affittare.

Casa in tre piani in Campo a San Luca. Chi vi applicasse e volesse vederla parli col Scaletter in detto Campo.

Cambj:

Lione 55 e 5 8ti (sic).

Parigi 56.

Roma 64. e 3 8vi.

Napoli 115 e un 8vo.

Milano 153. e mezzo

Genova 90 e 3 4ti.

Amsterdam 94 e un 4to.

Londra 49 e un 8vo.

Augusta 102 e 3 4ti.

Vienna 198.

Prezzi delle Biade.

Formento vecchio a l. 24. e il nuovo dalle 21. 10 a 22.

Segala a l. 14.

Sorgo Turco a l. 12.

Miglio da l. 15. a 16.

Risi da’ 35. duc. a’ 36 al m.

Prezzi dell’Oglio.

Di Corfù da duc. 124. a 125.

Di Zante a 120.

Mosto a 120.

Notizie sacre.

22. Luglio. S. Maria Maddalena Chiesa Parrocchiale Coll. d’Anime 630. circa; nuovamente edificata in ampia, e nobil forma sul Disegno dell’Architetto Tommaso Temanza, che quì è sepolto.

Seguita nell’anno 1356. la Pace fra le due Repubbliche di Venezia, e di Genova fu in memoria perpetua del fausto successo stabilito con Legge del M. C. del giorno 29. Maggio 1358. che la solennità di S. Maria Maddalena dovesse annoverarsi fra le festività della Città di Venezia.

Morti.

L’Illustriss. Sig. Gio: Battista Barbeta Ragionato Pubblico morto al Dolo.

Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 24. Luglio 1790.

Introito.

Di Venezia L. 202447:9

Di Terra Ferma L. 135483: 1

L. 337930: 10 sono D. 54504: 22

Numeri Estratti 70. 37. 71. 64. 31.

Vincite Qualità, e quantità de’ Terni

Ambi coll’Augmento D. 8472: N. 1. da Duc. 500

Terni simili D. 6390: N. 3. da Duc. 200

Estratti D. 2300:- N. 1. da Duc. 150

N. 13. da Duc. 100

D. 17162: N. 14. da Duc. 50

N. 12. da Duc. 25

La ventura estrazione sarà li 21 Agosto 1790. N. 44. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1