Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 53", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\053 (1790), S. 417-424, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2616 [aufgerufen am: ].


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Num. 53

Sabbato 3. Luglio 1790.

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In Senato.

30. Giugno p. p.

3. Savj del Consiglio.

s. Zuanne Querini Kav.

s. Pietro Zen.

s. Francesco Pesaro Kav. e Proc.

3. Savj di Terraferma.

s. Francesco Vendramin.

s. Alessandro Marcello primo.

s. Marc’Antonio Michiel.

Cassiere.

s. Francesco Vendramin.

Alla Scritura.

s. Alessandro Marcello.

2. Savj agli Ordini.

s. Fabio Iseppo Gritti.

s. Niccolò Corner.

Capi dell’Eccelso Cons. di X. per il Mese corrente.

s. Zuanne Zusto.

s. Giacomo Boldù.

s. Alvise Mocenigo primo Kav.

Serie de’ Piovani della Parrocchia di S. Canziano.

1041. Celso Vicario della Chiesa di S. Canziano.

1044. Giovanni Vicario della Chiesa suddetta.

Manca.

1293. Niccolò Dolfino Piovano della Chiesa suddetta.

1328. Niccolò Renio Notajo, Cancellier Ducal, e Canonico di S. Marco.

1349. Luciano Zen Notajo.

1372. Graziano Graziani Notajo, Arcidiacono di Grado, e Canonico di S. Marco.

1399. Marco Dandolo Arciprete della Congregazione di S. Canziano.

1421. Giovanni Martini.

1429. Santorio Pellignani.

1433. Giovanni Maerni.

1438. Tommaso Prandi. Passò al Piovanato di S. Agostino.

1445. Giacomo Belli.

1476. Pietro Orso.

1498. Vettor Orso.

1504. Demetrio Ferrugi.

1531. Natal Anfileni Piovano di Sant’ [418] Antonino, eletto al Piovanato di S. Canziano ritenne tutte le due Parrocchie, Canonico della Cattedrale.

1550. Lorenzo Pegolotto, prima Piovano della Ss. Trinità.

Dopo la di lui morte vacò il posto per mesi quattro.

1556. Alvise Arseo Prete di S. Martino, rese la Chiesa per giorni 25., poi rinunziò.

1556. Andrea Leonini.

1563. Gasprao Oldroini Cappellano Curato di S. Severo.

1570. Matteo Mioni.

1572. Michiel Massari Canonico della Cattedrale.

1587. Domenico Tommasini Canonico della Cattedrale.

1605. Sebastiano Rinaldi Protonotario Apostolico Canonico della Cattedrale, poi della Ducale; ed Arciprete della Congregazione di S. Canziano.

1649. Tommaso Zappi.

1656. Gio: Maria Grattarol Protonotario Apostolico Canonico della Ducale, ed Arciprete della Congregazione di S. Canziano.

1686. Antonio Magno.

1688. Giovanni Maria Previo.

1702. Bernardo Pontello Canonico della Ducale, morto nel giorno della sua elezione al Canonicato.

1712. Sebastian Molin Canonico della Ducale.

1738. Antonio Casella.

1746. Francesco Guerra.

1747. Gio: Domenico Tamagnoni Canonico della Cattedrale.

1762. Sebastiano Sandri Canonico delal Cattedrale.

1777. Gio: Maria Lunardi. Nel di lui elogio funebre recitato con sommo applauso del M. R. D. Antonio Marchand alunno della stessa Chiesa si provò, dividendo i punti, ch’ei fosse premuroso nell’istruzione, indefesso nell’attenzione, giusto nella distribuzione.

1790. Michiel Zanutti.

Metatextualität► Ci vengono de’ frequenti avvisi da Brescia, che l’arte, e l’eloquenza Forense và facendo in quella Città de’ rapidi, e felici progressi, come s’è veduto nella Lettera da noi pubblicata sulla Causa Martinengo. In altra di posterior data è molto lodato l’Interveniente in detta Causa Eccellente Sig. Gaetano Feroldi, e chiamato giovine dotato d’una scienza profonda, d’un particolar dono nel disputare e nitidamente spiegarsi.

La seguente de’ 24. Giugno ratifica il valore della Gioventù, che s’esercita colà nella facondia del Foro. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► “Una Causa di molta aspettazione, che aveva contro di sè la preventiva opinione della Città, trattata da un giovine Avvocato, che s’è dimostrato veterano nelle prime sue mosse, ed al cui valore unicamente è dovuta la riportata vittoria, è il pezzo che vi mando, e che desidero inserito nel vostro foglio.

La causa vertiva tra questa cantante, e facoltosa dita Gioseppe Barboglio dall’una, ed il Sig. Abate Gialdi di Desenzano dall’altra. L’Avvocato che si è distinto, e che la guadagnò per l’Abate Gialdi, è stato il Sig. Antonio Pontura di Carpenedolo di età circa d’anni ventiquattro, di famiglia assai civile, e favorita di modi; giovine d’un talento assai raro, ed ingegnosissimo, di una onestà singolare.

La Causa fu da lui trattata avanti uno dei più riguardevoli, e sapienti Giudici di questo Collegio.

Un folto, e scielto Uditorio chiamato dalla curiosità specialmente per precedenti Giudicj d’ordine nati contrarj, è concorso alle dispute del giovine Avvocato; ma la sua maschia, e trionfatrice eloquenza spiegata in questa azione, in cui con un ordine, e chiarezza maravigliosa venne da tuti con-[419]fessata per un particolare suo dono, con un maneggio de’ più fini, riducendo all’evidenza argomenti astratti, e con un analitico sviluppo rendendo la materia piana, e di facile percezione ha saputo sorprendere l’animo di tutti, e strascinar seco il voto del Giudice incorruttibile, e perspicace.

Al fine di questa strepitosa sua azione coronata da un Epilogo, che fece di tutta la materia con molta facilità, robustezza, ed eloquenza, con simetrica gradazione di idee, ed argomenti resi più pastosi dall’industrioso maneggio, dall’affetto, che seppe destare in questa ultima parte della sua disputa, eccheggiò in tutto l’uditorio un evviva concorde, espresso dal sentimento degli ascoltanti, non confondibile collo schiamazzo di mani, che spesso succede in questa Città per essersi da qualche tempo nelle persone di palazzo introdotto lo sfacciato maneggio, e per dir tutto in una parola il pedantismo, e ciarlatanismo il più ridicolo, e scoperto. Sono ec.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Vicino al termine del suo reggimento di Lonigo il N. H. Silvestro Bembo si destarono le Muse latine a celebrarlo co’ Versi seguenti.

SILVESTRO BEMBO

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Leonici Prætori prudentia doctrina moribus spectatissimo Anno 1790. T. . . . .

Si non, quod pollicitus sum, Tua tecta frequento,

Mendacis turpem ne mihi fige notam.

Nam quamvis oculis liceat Te cernere raro,

Sæpe tamen vultus mente reviso tuos.

Nam modo succurrit majestas nobilis oris,

Quam vere dignam dixeris imperio

Nunc subeunt faciles mores, & amica voluntas

Nunc mecum ingenij munera volvo Tui.

Miror, ut imberbem sere Te prudentia cana

Ornet, ut exiguo hic tempore faca probant.

Miror sanguineæ ut cessent Te Judice lites

Testis Badia1 , ut nuncia fama canit.

Quaque hora Tua Musa mihi est audita, recurrit

Dulce sonans eadem sensibus ipsa meis.

Quo si Bembe gradu cæpisti, currere pergas

Quam Tua Bemborum nomine clara domus!

Cum ergo Tuas coner, sed frustra scribere laudes

Nulla die requies nullaque nocte mihi est.

Sæpe queror citius tardam advenisse senectam

Scribentique manus intremuisse meas.

Quemque sinu juvenem toties fovere Camænae,

Nunc versæ rident turba inimica senem

Me quoque tentantem Aonij juga scandere montis,

Præcipitem media misit Apollo via.

Sed quid ego nimium teneo Te lusibus istis?

Quem gravior rerum sollicitudo tenet.

Qui vel inextricatos suescis solvere nodos

Scis jam quid prima dicere fronte velim.

Assidue quamvis alij tua tecta frequentant,

Judice Te videar num minus ipse frequens? ◀Ebene 3

[420] Metatextualität► Ecco il Costituto accennato in quello pubblicato nel Foglio di Mercordì. ◀Metatextualität

Addì 24. Giugno 1790.

Costituto &c. l’Eccell. Gio: Domenico Fontaniva Interveniente, e per nome del Sig. Pietro Bianchi Architetto, ed in vista delle obbiezioni risultanti dalla Relazione delli Signori tre Inspettori Padre Buratti, Stratico, e Cavalier Fontanesi prodotta li 10. Maggio passato alla Nobile Presidenza della Società del nuovo Teatro sopra il Modello d’esso Sig. Bianchi segnato Lettera Z. si credè in necessità esso Costituente di portarsi personalmente al Monastero della Salute dal detto Molto Rev. Don Benedetto Buratti C. R. S. per incontrare, e confrontare le obbiezioni medesime colli tre Fogli componenti il suo proprio Disegno, già consegnati sotto li 7. Aprile passato al Fed. Gio: Battista Capellis Nod. della Società stessa, come da sua Ricevuta, e da esso Fed. Capellis passati poi per ordine della Presidenza al detto Inspettore Buratti, e con sorpresa li venne di rilevare, che due soli d’essi Fogli esistono nelle di lui mani, e che il terzo forse il più essenziale, perchè continente li Piani, e le Perpendicolari passò con arbitrio, e sprezzo della instituita Pendenza nella mani d’altro rispettabile Soggetto Presidente della Società medesima.

Quantunque però sia fuor d’ogni sospetto, che l’integrità e della Società, e delli molti suoi Ministri alterar possino in parte alcuna il Foglio medesimo, soggetto per altro ad assai facili alterazioni, potendo un solo punto, o la protrazione d’una linea sovertire, e sconvogliere l’esattezza del Disegno medesimo, ciò non ostante la gelosia con cui per decoro di esso Costituente, e per gloria del vero deve custodirsi il Foglio medesimo, lo posero nella più precisa necessità d’impetrare Comandamento dell’Eccell. Sig. Avvogador loco del presente Eccell. Magistrato non se reducente per l’innocente giustissimo effetto, che resti il Foglio stesso depositato in seno di questo Eccellentissimo Magistrato, dove verte la Pendenza, ben sicuro d’incontrare ad esso Comandamento una pronta obbedienza, e riservandosi in caso di non creduta opposizione l’uso pienissimo di sue ragioni; Et sic &c.

Tratta dall’estraordinario Coad. dell’Offizio Illustr. di Petizion.

Gio: Francesco Domestici Coad.

Die 26. Junij 1790.

Costituito D. Salvador Marconi Interveniente, e per nome delli NN. HH. s. Girolamo Ascanio Giustinian Kav. nec non s. Alvise Mocenigo pmo Kav. e Sig. Marin Ambelicopulo, e Giacomo Salarol Presidenti, e N. H. s. Sebastian Zen, e Sig. Conte Angelo Maria Revedin Aggiunti della Società del nuovo Teatro, e se il Sig. Bianchi dopo aver avvertito l’Interveniente di detta Società che fosse rimesso il foglio che non trovò esistente presso il M. R. P. Buratti si fosse portato di nuovo dal medesimo, come avea detto di fare vi averebbe trovato rimesso il foglio stesso che senza offesa delle Pendenze avevano potuto detti Costituenti per loro istruzione farsi consegnare mentre il Comandamento primo Giugno inibiva il muovere li Modelli dalla Casa ove esistono, non li disegni, che sono presso il Padre Buratti de’ quali non parla, ed avrebbe risparmiato il tal qual Costituto 24. cadente intimato però li 25. con cui si fa lecito d’introdur sospetti assai più convenienti a chi è capace d’immaginarli a carico di essi Costituenti, che hanno certamente la sicurezza d’esser superiori a così bassi, e inconvenienti sospetti. Ad ogni modo per venerazione al Comandamento jeri mattina praticatoli si [421] è tosto mandato dal detto R. P. Buratti, perchè si portasse in questa mattina al Magistrato Illustr. di Petizion a produrre come prescrive detto Comandamento; se però essendo festa di Palazzo ciò si avesse da detto Offizio potuto eseguire il foglio ricercato, e perchè al mancare della sua produzione venisse marcato dal medesimo con sue firme, e dal Sig. Pietro Bianchi riconosciuto per il proprio, a sicurezza appunto che non vengano annesse in detto foglio da chi si sia alcuna delle alterazioni sì facili a farsi, come asserisce il Sig. Bianchi, e di tanta conseguenza come egli stesso confessa, ma avendo trovato partito per la Campagna da Mercordì dopo pranzo detto Reverendo Padre con la famiglia Buratti dopo aver posto sotto gelosissime custodie tutti li Disegni, come può detto Sig. Bianchi accertasene che possino perciò detti Costituenti eseguire in questa mattina la ricercata presentazione, ma per adempirla con la maggior sollecitudine hanno fatto scrivere al medesimo Reverendo Padre, perchè si porti immediatamente in Venezia, e sperano per Lunedì mattina sarà effettuata con quelle cautele però, che vengono reputate necessarie a presidio della Pendenza, e di sì gran argomento restando validamente protestato il Costituto medesimo in ogni sua parte, & sic &c., & hoc adnotatum fuit de licentia Illustr. DD. Adv. Bonlini.

Nella copia di questa Carta vi son degli errori a’ quali non ha potuto supplire la nostra intelligenza. Non è permesso in simili Scritture il menomo arbitrio; però l’abbiamo stampata come ci venne senza intenderla in qualche parte, e ne daremo poi la correzione.

Die 28. Junij 1790.

Costituito &c. l’Eccell. Gio: Domenico Fontaniva Interveniente, e per nome del Sig. Pietro Bianchi Architetto, e quanto sorpreso esso Costituente dalle acri imputazioni, che gli vengono addossate col Costituto 26. Giugno cadente, nel quale per vieppiù opprimerlo si vedono dichiariti ad uno ad uno li rispettatissimi Nomi de’ N. N. H. H., e Signori Presidenti, ed Aggionti della Nobile Società del nuovo Teatro da erigersi in questa Città, altrettanto si trova sicuro, e tranquillo a fronte delle imputazioni medesime, che sono per altro puramente voci Forensi, anzi dell’Interveniente d’essa Presidenza, di non aver in conto alcuno mancato al dovuto ossequio, ed alli più delicati riguardi, che ben si convengono a così rispettabili soggetti, ad un solo cenno de’ quali, (prima dell’instituita Pendenza, e per dare a quelli un nuovo testimonio d’ossequio) avrebbe esso Costituente anche ommesso l’uso di quei diritti, che in lui essendo pervenuti dal Manifesto primo Novembre 1789. lo stabilirono a salvezza del proprio decoro a produrre a’ Fori competenti l’Estesa primo Giugno cadente.

Che se col suo Costituto 24. Giugno cadente manifestò il suo ben compatibile desiderio, che il Foglio componente la parte più essenziale del suo Disegno, che già si accorda dopo l’instituita Pendenza uscito dalle mani del Reverendo Padre Buratti C. R. S. venisse questo presentato nel Magistrato dove verte la Pendenza, e se indicò la somma facilità d’alterazione, di cui è suscettibile il Foglio medesimo, non per questo le passò nemmeno per mente, che quei rispettabilissimi Soggetti, che compongono la Presidenza fossero capaci d’abbassarsi ad eseguire, nè ad ordinare alterazione alcuna, che anzi si dichiarì col Costituto medesimo fuor d’ombra di così vile sospetto, ma deve per altro accordarsi, che il Foglio medesimo non era nelle mani, nè veniva custodito dalla Presidenza, nè dagli Aggionti, ma che anzi levato [422] dalle mani del padre Buratti dopo la prodotta Estesa poteva liberamente girare di mano in mano di chiunque, e forse di persone per giusti riguardi sospette al Bianchi, e questo bastar dovrebbe a giustificare il Costituto 24. Giugno cadente, ed il relativo Comandamento 25. del Mese stesso.

Per quanto poi alle giustificazioni introdotte in detto Costituto 26. Giugno cadente d’esser già stato restituito il Foglio in questione nelle mani del Padre Buratti, che si vuol partito solamente Mercordì 23. cadente per la sua Villeggiatura, e si dice richiamato per presentar il Foglio medesimo nella giornata d’oggidì, si risponde non alla rispettabile Presidenza ignara affatto d’annedoti così meschini, ma al di lei Interveniente, ch’è in fatto proprio, ed alla di lui reminiscenza richiamasi, che nella giornata di Lunedì 21. Giugno cadente sopra le rimostranze d’esso Costituente d’esser stato nella precedente Domenica dal Padre Buratti per riscontrar li suoi Fogli, ed aver ritrovato mancargli quello delli Piani, e delli Perpendicolari s’impegnò esso Interveniente, che sarebbe ricuperato il Foglio stesso non dalle mani della Presidenza, ma da quella del Sig. Francesco Kav. Fontanesi dove diceva, che quello esistesse per essergli stato consegnato molti giorni prima dal Signor Marin Ambelicopulo, e che nel giorno di Mercordì 23. cadente sarebbe riconsegnato al padre Buratti sulla fede delli quali impegni desistì esso Costituente dall’uso degli Atti, che gli competevano; ma portatosi esso Bianchi nella giornata di Giovedì 24. cadente al Convento della Salute per riscontrare una tal restituzione, si assicurò in non equivoco modo, che non solo non fu come si esagera eseguita la vantata restituzione del Foglio stesso, ma non poteva nemmeno effettuarsi stante l’absenza da quel Monastero del Reverendo Padre Buratti partito sino dal Martedì per la Campagna.

Quanto dunque compatibili, e giusti sono in tali circostanze gli Atti praticati da detto Costituente, altrettanto inconveniente comparisce l’indebito sopracarico, le convinte giustificazioni, e le acerbe mortificazioni, che con vero abuso del nome rispettabile de’ suoi Clienti si fece lecito l’Interveniente d’incautamente introdurre in detto Costituto, che resta perciò nel più amplo, e valido modo protestato; Et hoc adnotatum fuit de licentia Illustriss. Dom. Advocatoris Bonlini; Retulit Palazzi F. O.

Altro Costituto risponsivo a questo, ed altri due di precedente data staccati dal filo della Pendenza li riserbiamo al Foglio V. per collocar nel presente il seguente più fresco di tutti.

Li pochi cenni fatti dal Sig. Pietro Bianchi Architetto nel suo riverente Costituto 23. Giugno cadente in risposta dell’altro 16. del Mese stesso della rispettabile Presidenza del nuovo Teatro da erigersi in questa Città dovevano render avvertiti li avveduti Difensori di essa rispettabile Presidenza, che la dissimulazione quantunque accortissima delle loro direzioni era già intieramente scoperta, nè più poteva trionfare la tentata offesa dell’instituita Pendenza, e la delusione degli ottenuti Comandamenti, che lo garantivano da ogni turbativa novità.

In fatti se il mover da luoco a luoco li presentati Modelli, e se il conceder ad alcuno d’essi il promesso premio sarebbe in senso delle stesse confessioni dei Difensori Avversarj un offesa alla Pendenza, come poi potrà giustificarsi per un’indifferente operazione, che salvi la Pendenza, e li riguardi tutti della medesima il lavoro, che dopo l’instituzione di quella stà facendosi nell’erezione delle Fondamente del nuovo Teatro sopra le dimensioni, e coll’uso delli Disegni, e Modello del Sig. Gio: Antonio Sel-[423]va segnato Lettera T., che pur si confessò mancante, e difettivo in alcuna delle condizioni del Manifesto primo Novembre 1789. fatto pubblicare, e diffondere colla stampa della stessa Nobile Società.

Scoperta che siasi fuori d’ogni finzione sin’ora coltivata l’avanzata novità soversiva, e distruttiva della Pendenza e delli rapporti tutti della medesima non dovrebbe per verità esservi neppur dubbio alcuno, che la stessa Rispettabile Presidenza dovesse cola sua equità commettere a’ suoi Agenti, Proti, e Ministri di desistere da quella, e lasciar invulnerata, e senz’offesa quella Pendenza, che non da altri che dalla Podestà del Principe Giudicante dev’esser conosciuta, e decisa nello stato medesimo come fu instituita, ma quando mai il colmo della sfortuna d’esso Architetto Bianchi volesse, che in diverso modo pensassero li Nobili Presidenti d’essa Società, è pur costretto esso riverentissimo Bianchi d’implorare, come ossequioso implora dall’Autorità del presente Eccellentissimo Magistrato delli giustissimi Comandamenti primo, e 12. Giugno passato, Giudizio di pienissima confermazione nella parte, che comandano la preservazione della Pendenza illesa da ogni novità contraria, ed offensiva della medesima, non essendo per nessun modo combinabile l’erezion della Fondamenta, e del Teatro colle regole, dimensioni, e coll’uso delli Disegni, e del Modello del Sig. Gio: Antonio Selva colla salvezza, e preservazione della Pendenza, che anzi restarebbe intieramente distrutta dal fatto proprio delli Ministri, ed Agenti, d’essa rispettabile Presidenza per quanto sarà considerato. Salvis &c.

E quantunque si tratti d’un fatto pubblico, notorio, e palese a chiunque, pur non ostante per togliere ogni dubitazione in faccia l’Autorità della Giustizia si propone la giustificazione del seguente Capitolo.

Che dopo la Pendenza instituita dal Sig. Pietro Bianchi Architetto colla sua Estesa in Capi tre primo Giugno passato fu lavorato nel Fondo stabilito per l’erezione del nuovo Teatro, escavando la Fondamenta, e facendo le Palificate sulle dimensioni, regole, e coll’uso delli Disegni, e Modello del Sig. Gio: Antonio Selva marcato Lettera T., vel prout &c.

Pietro Bianchi Architetto in propria specialità.

Die prima Julij 1790.

Præsens Scriptura præsentata fuit in Offitio Advocariæ Comunis loco Sp. Magistratus Curiæ Petitionis per Dominum Jo: Dominicum Fontaniva n. q. i.

In Causa

Cum Dom. Salvatore marconi n. q. i. D. D.

Int. supradicto Marconi n. q. i.

Da Lettera de’ 2. Giugno prossimo passato scritta da Tripoli alla sua Consorte dimorante in questa Capitale intendesi, che il valoroso Signor Brigadiere Cleva ha fatto presa d’un piccolo Legno nemico con 9. prigionieri due de’ quali sono anco di carattere: cioè un Agà ed un Eremita di nobile estrazione caro al Bey di Tunisi.

Partecipandole questo nuovo successo di sue fatiche dovute al Sovrano, le fa sapere d’esser giunto in quel Porto a provisionarsi seguendo le sue comissioni, e che la sua stazione sempre sul mare è la cagione del ritardo delli di lei riscontri, ch’ei bramerebbe più solleciti, e frequenti.

Raccomandiamo alla stampa questa sua bella affettuosa espressione.

Intano per la mia salute avete particolare, e maggior dovere di rendere grazie a Dio Signore, che mi conserva per voi.

[424] Ebene 3► Per il fausto avvenimento del felicissimo parto della N. D. Camilla Balbi Maratti che diede alla luce una Figlia

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Sonetto.

Splendea nel Ciel la mattutina stella

E sul Talamo i fior spargean gli Amori;

Leggiadre Ninfe la diletta Clori

Più vezzosa facean, facean più bella.

Volgea lo sposo sue pupille a quella

Cui le Grazie donar tanti favori:

Pari fiamma accendeala, e ai primi albori

Arse le Tede lor nuova facella.

L’aure una figlia ebbe così di vita,

Per cui la cetra a risuonare i Vati

Oggi Parnaso, e l’Elicona invita;

E al suo nome immortal carmi sacrati

Tutto m’investe di speranza ardita

Se tu doni perdon bella MARATI. ◀Ebene 4

In verace segno della più ossequiosa venerazione.

A. P. ◀Ebene 3

Bergamo 24. Giugno.

“Il nobilissimo trattamento di 40. coperti dato a tutta questa primaria Nobiltà da S. E. il Sig. March. Pattaro Buzzaccarini il giono 20. del corrente nell’occasione del di lui solenne ingresso per l’assunta dignità di Capitano di questa magnifica Città, fu e per la squisitezza, e rarità delle vivande, e per la magnificenza dell’apparato, e per la generosità, decoro, e bell’ordine, de’ più splendidi, e superbi, che qui dati si sieno da’ Pubblici Rappresentanti.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Dolo 30. Giugno 1790.

Martedì giorno di S. Pietro con permissione di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Vescovo di Padova furono solennemente benedette da Mons. Illustriss., e Reverendiss. Federico Maria Molin Abbate di Asola Vescovo di Apolonia in Partibus quattro nuove Campane di questa Parrocchia.

Erano queste ben disposte ed appese sotto d’un Arco adornato nell’introito di questa Chiesa.

Le dette Campane formano un concerto ben regolato, e dilettevole, e sono opera delli celebri Fonditori Fratelli Colbechini d’Angaran di Bassano.

La maggiore di tutte fu onorata del nome di S. Federico in memoria del degnissimo Prelato, che le ha benedette.

La seconda di quello di S. Rocco Titolar della nostra Chiesa.

La terza di quello del Beato Gregorio Barbarigo per cui questa Comunità ha particolar divozione.

La quarta di quello di Sant’Antonio di Padova nostro Protettore.

Cambj 2. Luglio corrente.

Parigi 55, e mezzo.

Roma 63, e 3. 4ti.

Napoli, 114, e 3. 4ti.

Livorno, 101, e mezzo.

Milano, 154. Genova, 90, e 7 8vi.

Amsterdam, 94, e 3. 4ti.

Londra, 49, e un 8vo.

Augusta, 103, e mezzo.

Vienna, 199, e un 4to.

Prezzi delle Biade.

Formento vecchio a L. 26. cir. nuovo a 22. c. Sorgo Turco dalle 13: a 13:10.

Segala a 14:10. Miglio a 17.

Risi da 35:12. a 36. duc. al m.

Oglio di Corfù da duc. 125, a 127, al m. Di Zante e Mosto a 120.

Di Partenza.

Chec. La Pamela Cap. Gio: Bergamin Veneto con can. 8. e marin. 14, per Livorno e Genova entro il Mese corrente.

Bergantino S. Teresa Cap. Stefano Lombardo Veneto con can. 12, e marin. 16. per Smirne, e Costantinopoli entro il corrente. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1Testis Badia fu il primo Reggimento.