Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 52", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\052 (1790), S. 409-416, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2615 [aufgerufen am: ].


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Num. 52

Mercordì 30. Giugno 1790.

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Continuazione della Lettera della Viaggiatrice.

Brief/Leserbrief► Una colpa di cui m’accuso, è la troppa sensibilità, è l’irritamento in me prodotto da’mali morali che s’oppongono al mio sistema, ed a’miei sentimenti. Democrito rideva, e piangeva Eraclito sulle umane follie. Io mi sdegno, e tollerare non posso l’indecenza, la scostumatezza, il vizio in trionfo. Quanto meglio sarebbe, che me la godessi delle altrui debolezze. Ho saputo vincere le mie proprie passioni, e poi m’affanno per quelle degli altri. Secondata dagli amici miei s’è in me inveterato l’uso di declamare contro la depravazione del secolo, e non posso dire di goder quiete perfetta se non quando vivo a me stessa, a’miei libri, alla mia compagnia. Direte voi, Sig. Gazzettiere, che stà in poter mio l’esentarmi da tutto ciò che molestami. Vi rispondo, ch’è vero, ma confessovi, che un difetto mi conduce all’altro. Son donna anch’io, e non posso vincere la curiosità. Inclinata a’Teatri, agli spettacoli, a’concorsi, voglio veder tutto, ed ovunque presentansi alle mie riflessioni oggeti di censura, e di scandalo. Da ciò capirete, ch’io non pretendo darmivi in modello di perfezione per la vostra Gazzetta. Presa dalla volontà di scrivervi, mi proposi d’esser sincera, e non manco al mio impegno.

Ebene 4► Exemplum► Nel mio passaggio da costì a Mestre ebbi al fianco una Giovinetta di Terraferma mia stretta parente, che invocò tutti i Santi del Cielo, perchè la Laguna era un poco agitata. Alimentavasi il suo spavento dalla estesa dell’acque ond’eran coperti i paludi ch’offerivano a’timorosi suoi guardi un pelago senza lido. Aveva io un bel dirle che i pali dall’una, e dall’altra parte limitavano l’angusto canale del nostro passaggio; che al di la de’medesimi lo spazio non era transitabile neppure per la più leggiera barchetta; Ella non acchetavasi e m’afferrava ad un braccio credendosi così più sicura: immagine morale della dappocaggine, che si crea, e ingrandisce i pericoli per temere di tutto, e crede poi di ripararsi col dar corpo a delle chimere. Distratta in tanto dall’apparenza del volante caicco, sotto i cui remi spumando fremea la laguna, io la lasciava querelarsi, e non la vidi un pò serenata che all’entrare dallo stretto della Torre nel canale dell’Anconetta. Allora mi chiese se a me pia-[410]cesse più la gondola, o la carrozza. Su questo quesito tante volte promosso, e agitato, risposi che in Terraferma mi piacea più la carrozza, e a Venezia più la gondola. I confronti s’hanno a fare da barca a barca, e da un legno da tiro a un altro. Cangiammo discorso al trapassare d’un agile gondoletta spinta a voga sforzata da due gondolieri a livrea. V’entro col guardo, e trovo non una Dama ma una Favorita passata per tutti i gradi nel progresso della civetteria, che mi rivolge un’occhiata da protettrice, perchè mi vede in una barca meno bella della sua, e servita da gondolieri a’quali sempre vietai per modestia ogni segno di livrea. Questo basta ad inquietarmi, e a farmi inveire contro l’orgoglio di certe femmine scapestrate, che alzano la fronte superba in faccia di quella decenza, e di quell’onore, che dovrebbe umiliarle. La mia parente, che allora non avea più paura, si mise a rider di me, com’io rideva di lei. Chi non lascia il mondo come lo trova, dicevami, è sempre in burrasca anche in mezzo la calma, come il mio timor figuravami poco fa. ◀Exemplum ◀Ebene 4 ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Il resto Sabbato. ◀Metatextualität

Metatextualität► Serbando il costume d’inserire in questi fogli la serie de’Piovani di queste Parrocchie, al caso di nuove elezioni, diamo ora tocca alla Contrada di S. Marziale il cui Parroco prenderà il possesso dopo la corrente villeggiatura. ◀Metatextualität

Piovani della Chiesa Parrocchiale, e Collegiata di San Marziale di Venezia.

1305. Giovanni Alberegno Notajo.

1338. Marco Bianchi della Congregazione di San Silvestro, e Canonico.

1348. Almorò Pavon Canonico Ducale.

1377. Pietro Zonello Canonico Ducale, Notajo, e Cancellier Ducale.

1401. Giacomo Campi, Notajo Deputato al Concilio di Basilea per la Congregazione di Ss. Ermagora, e Fortunato. Nell’Anno 1409 passò al Piovanato di S. Apollinare.

Questo spazio è mancante di qualche Piovano.

1436. Paulo Zanchanello, nell’anno 1438 fu eletto Piovano di S. Mattia di Murano.

Quì manca di nuovo.

1441. Giacomo Gagiena di Puglia.

1475. Bartolommeo dall’Andrea.

1507. Domenico Testa Canonico di Castello, e Arciprete di San Canzian.

1543. Pietro Gianella Canonico di Castello.

1567. Antonio Rocca.

1580. Bernardo Giordani Canonico della Ducale.

1602. Bartolommeo Rocca.

1605. Paolo Amici.

1615. Pietro Rois.

1625. Paolo Meroni.

1630. Giuseppe Pozza.

1642. Domenico Bonfante.

1654. Domenico Colico.

1688. Giuseppe Pasquini, uomo di esimia carità verso i poveri, riedificò da’fondamenti la Chiesa, la ornò, e la consacrò.

1754. Domenico Urbani.

1756. Giovanni Querini.

1762. Venerio Venieri.

1790. Carlo Mora.

Nel Foglio di Sabbato sarà inserita qeulla dei Piovani di S. Canziano.

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Lettera a Noi.

Brescia 27. Giugno 1790.

Brief/Leserbrief► “Il coperto esterno del nostro Teatro che unisce i due Portici laterali è ormai al suo termine, ed incontra il pubblico aggradimento. Egli è riuscito molto bene, e per renderlo più compito, ed ornato si stà formando una [411] altra Società di benefattori Patriotti onde ricavar la summa per formar cinque statue da porsi sulla balaustrata esteriore, e tre magnifici Rastelli di ferro in luogo delle porte di legno che danno l’ingresso all’atrio del Teatro medesimo.

È giunto il celebre Sig. Kav. Fontanesi per far lo scenario dell’Opera di questa fiera prossima. Oltre le sei intere scene nuove, e li due Teloni già accordati, fu preso anco da questa Illustriss. Reggenza di far di nuovo il sipario, che per verità era molto meschino.

Essa Reggenza nella scorsa settimana si radunò straordinariamente, e con Decreto rimosse dal suo posto di primo Violino questo Professore Sig. Giuseppe Pagliani. Esso lo copriva, investito da formale Decreto della precedente Reggenza. Un tal colpo inaspettato, ed improvviso determinò il Pagliani medesimo a presentare alli Signori Componenti la detta Reggenza nella riduzione seguita Venerdì scorso il seguente memoriale, che fu anco accettato. Eccolo” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Illustriss. Signori.

L’unico modo con cui io Giuseppe Pagliani servo osseq.mo di V.V. S.S. Illustrissime ritraggo il sostentamento mio, e della mia Famiglia composta del Padre, Madre, Moglie, Sorella, e quattro Figlie è quello del suono di Violino, che procurai sempre di esercitare decorosamente, e da onesto Professore in guisa di meritarmi l’universale compatimento.

Quanto fatale però, e desolatorio stato sia il fulmine che mi ha colpito levandomi dal posto di primo Violino in questo magnifico Teatro, e togliendomi in un solo punto onore, e sostentamento, ben lo può comprendere l’animo umano, e pietoso di V. V. S. S. Illustriss., e tanto più che un tal fulmine giunse per me a ciel sereno impreveduto, in tempo della più perfetta calma, senza mai averne da chi che sia immaginabile cenno per cui prevenir lo potessi colle mie giustificazioni, e con quei ricorsi che si convengono all’uomo onesto, quantunque innocente, ma posto in istato di altrui dipendenza.

Pure colla fronte per terra venero le disposizioni di V. V. S. S. Illustriss., e so riconoscer tanta sciagura dalla suprema Divina mano.

Non posso però in mezzo a questa sorpassare quel peggiore de’mali che per inevitabil conseguenza ne deriva al mio onore. Questo bene che niuno può togliermi senza ragione, lo vedo macchiato, dovendo comparir in faccia al mondo in figura di colpevole, e di reo, ciò che forma l’ultima mia desolazione.

Sò di non aver offeso in veruna maniera, nè questo rispettabile corpo, ne alcuno degli egualmente rispettabili individui che lo compongono, quindi la sola calunnia o malignità altrui dee (sic.) aver sparso contro di me qualche veleno, che abbia penetrato nel loro animo illibato, e generoso.

A questo unico, e solo oggetto io mi presento dunque in atto il più rispettoso alle S. S. V.V. Illustriss., ed imploro che si voglia rilevar la mia reità, o la mia innocenza, per subire la meritata pena se sono delinquente; ma per esser altresì redento nell’onore in faccia al mondo, se sono innocente.

La mia supplica contempla un Atto di sola, e nuda Giustizia, e spero perciò d’esser esaudito dalla loro umanità. Grazie ec.

D’altra di Brescia della medesima data abbiamo, che il tempo non può andar meglio per la campagna; che la grand’opera del ristauro de’pubblici stradoni s’avanza al suo compimetno a passi di gigante. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

L’Eccell. nostro Rappresentante Albrizzi (soggiunge l’Autore di questa) [412] vicino al termine del glorioso suo Reggimento, la di cui memoria resterà sempre viva tra noi, spese del proprio per detta opera da 12 in 13. mila Ducati, opera certamente ch’eternerà per ogni dove il suo nome.

Oggi, conchiude, solennizzasi la festa di S. Luigi Gonzaga nella Chiesa delle Grazie. Jeri credevasi di godere la famosa macchina di palloni del nostro Mostacchina ma il tempo piovoso ci tolse questo divertimento.

Ebbimo quì ne’passati giorni S. E. Monsignor Firao Nunzio Apostolico appresso la Serenissima nostra Repubblica.

Avviso Teatrale per il Nobilissimo Nuovo Teatro di Padova.

“Essendo primario oggetto, pressochè unico scopo de’Socj Impresarj, d’uniformarsi al genio del Pubblico, per quanto il permettono le circostanze, onde meritarsi l’aggradimento comune, cogliendo l’opportunità d’una più lunga serie di Recite, concedute in quest’anno, per rendere lo Spettacolo Teatrale, vario ed interessante, hanno determinato di produr sulla Scena uno de’più celebri Drammi, sì per l’eccellenza della Poesia, che per il valor della Musica, cioè l’Olimpiade dell’immortal Metastasio, scritta dal celeberrimo Signor Domenico Cimarosa. E perchè l’intrapresa sia veramente completa, alla non ordinaria condiscendenza de’Signori Attori dell’Opera, s’unisce l’indefessa attività, e singolare premura del Sig. Francesco Clerico, il quale ha già in pronto un nuovo Ballo in luogo del primo, che avrà per titolo Li due Fratelli Rivali. S’aprirà dunque la Scena unendo il tutto in una sera medesima che sarà del girono di Giovedì primo dell’entrante Luglio. Resta a desiderarsi soltanto, l’effetto corrisponda al desiderio degl’Impresarj, ed il compatimento del Pubblico alle loro premure.”

A nostra invenzione si attribuisce l’articoletto dell’ultima pagina della precedente Gazzetta, ma il caso è storico non romancesco.

La luce della Luna penetrata per la bucata porta nell’Atrio della ducale Basilica, prese negli accidenti del lento suo movimento qualche cosa d’umana figura da far travedere. Ecco l’origine del concorso, del bisbiglio, dell’inganno, per cui fu aperta la Chiesa, e visitata dalla vicina Guardia, non per timor d’anime, ma di corpi; e per finir quella scena con un valido disinganno.

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Biglietto.

“Tra i Teatri, che più non esistono, e tra quelli che sono in piedi, vi siete scordato, Signor Gazzettiere, di quello di S. Fantin di cui precisamente si mostra il sito dov’era? Questa ommissione non è scusabile. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Risposta.

Nella nostra Gazzetta si riferì fedelmente quanto contiensi alla fine del Tomo Primo dell’Opera del Sig. Ab. Tentori, ove nulla dicesi del Teatro di S. Fantino.

Quell’Orbo, che ha il suo posto mendicando sul ponte de’Baretteri, che col suo tono di voce, colla novità ed energia delle sue querele, delle sue speranze e de’suoi scongiuri a’passanti move le risa, ebbe la mattina della scorsa Domenica una bella occasione di far onore alla prontezza delle sue mani, e del suo spirito. Un fanciullo gittogli per ischerzo un tallero nel cappello dicendogli: prendi Orbo ma stendendo al momento stesso la mano per ripigliarlo. Il cieco più presto di lui se lo tolse, serrando il pugno come un pina, e dicendo: Iddio ve ne rendi il merito, s’alzò dalla sua seggiolina, e avviossi alla propria casa seguito da una turba di sfaccendati che gli dicean cento cose. De’galantuomini presi da compassione per il disperato Ragazzo tentarono di persuader l’orbo alla restituzione. Si restituisce, diss’egli, ciò che si prende ad imprestito, quello che viene per carità s’ha a te-[413]nerlo; io non m’abuso della Provvidenza: Se voi, Signori, siete mossi a pietà per il putello fategli una colletta di dieci lire: che queste io vado a mangiarmele, e farò un brindesi al mio benefattore.

Tutto ciò diceva cammin facendo. Il caso insegni a non ischerzare co’poveri, perchè ce ne son di quelli, che san approfittarsene come il nostro cieco eloquente.

Bastimenti arrivati.

12. Giugno corrente.

Polacca la Partenope Cap. Luca Bericcoich venuto da Genova. Al Sig. Antonio Duodo Cacao sac. 55. legno campecce pez. 4155.

Al Sig. Giam. Guizzetti Cocchini fardi 50.

Alli Sig. Fratelli Svajer detti fardi 80. Caccao sac. 163. China cas. 4.

Al Sig. Antonio Zatta Lib. bal. 1.

Al Sig. Paolo Cortinovis Cina cas. 1.

Al Sig. Giacomo Gritti Garosolata fardi 1.

Al Sig. Girolamo Ippoliti Vino bar. 3.

Al Sig. Giovanni Svajer Gialappa tarlata fardi 4.

Al Sig. Antonio di Ben. Buratti Lana di Spagna bal. 20.

Al Sig. Simon Carminati China cas. 2. Gial. tarlata fardi 20.

Alli Sigg. Eredi di Giuseppe Rubbi Cocchini fardetti 20.

Alli Sigg. Fratelli Conti Revedin qu. Antonio Oglio fusti 1.

Al Sig. Pietro Lovisello cocchini, e cassia linea col. 20.

Al Sig. Claudio Aurelio Procasio China cas. 2.

Al Sig. David Serfati detta cas. 5.

Al Sig. Girolamo Zulian Lesci cas. 1.

A S. E. il Sig. Zaccaria Valaresso Vino bar. 1.

A S. E. il Sig. Andrea da Mula Oglio fusti 2.

Al Sig. Gaetano Poli Vino bar. 1.

Al Sig. Tommaso Bevilacqua detto bar. 1.

Al Sig. Pietro Antonietti detto bar. 4.

A chi presenterà caccao sac. 40. Legno campecce pezzi 637. Cenere di Spagna sporte 100. cassia fusti 6. Mandole fusti 7. China cas. 29. Gial. tarlata fardi 3. Cannella cocchina fardetti 68. merci, e telarie per transito col. 1.

Bergantino la Regina Cap. Giovanni Draper ven. da Liverpool e Camarden.

Al Sig. Marc’Antonio Zinelli Pipe cas. 10. Latta stagnata cassette 515. Latta nera cassette 35. Piombo pani 628. Retrigerio bar. 100. Terraglie col. 2.

Ai Signori Fratelli Conti Revedin qu. Antonio manifatture di Gotton cas. 1.

Al Sig. Giovanni Heinzelman Cera gialla bar. 21.

Al Sig. Girolamo Sala manifatture di Gotton, e tele Nankin cas. 1.

14. Detto.

Piel. P. Biagio Radonesich venuto da Tebe.

Al Sig. Natal Radonesich Formaggio moriotto pez. 4300. compreso il rottame.

Portata del Pat. e marin. detto pez. 200.

Brac. P. Fr. Spolar da Trieste con 4 bot. tabacco. 4 sac. filati 9 bot. zuccaro. 3 bot. cola . 7 bot. e 16 balloti cera g. 6 bal. e un fagoto tele 8509 lib. tetra manganese & altro.

Piel. P. Lor. Vio da Sebenico con 4 cai oglio.

Tartanon P. Francesco Davanzo d’Ancona con 2 bal. lana. 35 m. e 700 baccalari, 83 bar. Salamoni, 2 bal. pel. finimenti. 50 pani di piombo & altro. [414]

Piel. P. Gir. di Niccolò da Trieste con 3 bot. tabacco. 8 bal. pepe. 8 bot. zuccaro, & altro.

Piel. P. Fel. Benussi da Traù con 7 cai oglio.

Piel. P. And. Sirovich da Cattaro e Castel nuovo con 43 bal. lana da calcina. 21 bal. lana fina & altro.

Brac. P. Fr. Romano da Capodistria con 4 bal. e 13 rot. Griso.

15 detto.

Piel. P. Ales. Rosada da Pago con 200 mog. di sale.

Checchia la Prov. Divina Cap. Bart. Scarpa da Corfù.

al Sig. Giov. Zuccalà e Comp. oglio cai 20.

Al Sig. Costantin Orliotti c. 1.

Al Sig. Ben. Ciatto c. 6.

A’Signori Ageloni e Gheno c. 12.

Al Sig. Jacob Mulli c. 5.

Al Sig. Stef. Critti c. 2.

Al Sig. Elia Todesco c. 20.

Al Sig. Bart. Rizzotti c. 2.

Al Sig. Tom. Guizzetti c. 4.

a’Signori Fr. e Giov. Merlini c. 1.

Al Sig. Pietro Favro c. 4.

Al Sig. Ben. Scarpa c. 1.

Port. del Cap. e Marin vetro rotto, e ferro v. m. 3.

Piel. P. Crist. Radimiri da Tebe con 2072 pez. Form. morioto compr. il rot. al Sig. C. Luca Ivanovich. Portata del P. e Marin. pezze 350.

16 detto.

Pinco Capo. Casimiro Amadeo da Terra nuova, Malta, e Messina.

Al Sig. Gio: M. Ruberti cenere cantara 1600. Mandole sac. 60. Pistacchi fag. 44. Sugo di limon carat. 4.

Pinco C. Gius. Caffiero da Palermo e Trapani.

Al Sig. Corticelli e Comp. sale salme 161.

Al Sig. Gius. Mazzola sughero mazzi 1300.

Piel. P. Vic. Davinovich da Corfù.

Al Sig. Em. Jacur Vallonia m. 55. oglio c. 21.

Al Sig. Jacob Jacur c. 5.

Al Sig. Menach. Vivante c. 8.

Al Sig. Malta e Semo c. 10.

Al Sig. Elia Todesco c. 4.

Al Sig. Ang. Papadopoli c. 13.

Al Sig. Pietro Lovisello c. 4.

A’Signori Marco e Gio: Verona c. 5.

Al Sig. Jacob Mulli c. 1.

Al Sig. Gasparo Tripovich c. 6.

Port. del Pa. e Marin. car. 8.

Chec. la Fortuna Cap. Pietro Supranich da Trieste colla sola prov.

Brac. P. Ant. Spolar da Trieste con 7 bar. colofonio. 7 bot. cola. 3 bal. tele & altro.

Piel. P. Giov. Rovere da Trieste con 3 bar. contaria 80 pez. di piombo. 2 bot. cola & altro.

17 detto.

Piel. P. Bern. Benussi da Traù con 4 cai oglio.

Brac. P. Giov. Magnaron da Trieste con 10 fac. cera g. 75 pani di piombo.

5 bot. tabacco. 10 bot. mandole. 7 col. tele.

Piel. P. Ant. Zupicich da Pago con 76 mog. di sale.

18 detto.

Battello P. Gius. Doria da Ravenna con 8 sac. spazzature da Orefici.

Piel. P. Giorgio Lazzari da Mosconissi e dal Zante con 91 c. 13 carat. e 3 ludri d’oglio.

Piel. P. Fr. Curti da Rimini con 12 m. gesso. 9 bar. miele 6 m. solfere & altro.

19 detto.

Piel. P. Ant. Privilegj da Macasca con 7 cai oglio.

Piel. P. Giac. di Giac. Viezzoli da Trieste con 4 bar. arg. vivo, 2 bar. azzurro, 4. bot. cera g. 6 col. tele, 2 [415] bal. lanarie, 60 pez. di piombo, 7 bot. tabacco 15 m. 722 fusti di Terra manganese & altro.

20 detto.

Piel. P. Santo Vianello da Pago con 205 mog. di sale.

Bergantino Cap. Stef. Lombardo da Costantinopoli, Salonicchio, e Trieste con 3114 cuoj salati. 242. bal. gotton. 2 bal. gambello. 3 bot. e una bal. cera gialla: 5 balloti filati. 16 bal. sengona. 2. bot. e 700 lingue fumate. 2 cai e una bar. vino da Scopulo. un fag. tele, bordati, dimiti, pelli, e filati.

21 detto.

Trab. P. Nat. Bernetich da Corfù con 83 m. Vallonia e lib. 575. 85 cai e 3 carat. oglio.

23 detto.

Piel. P. Ant. Gregoretti da Macasca con 6 c. oglio.

Trab. P. Ant. Marinich da Pago con 192 mog. di sale.

Trab. P. Paolo Costich da Pago con 200 mog. di sale.

Piel. P. Dom. Rosada da Pago con 125 mog. sale.

24 detto.

Brac. P. Mat. Spellich da Trieste con 17 bot. Cola. 6 bot. tabacco. 3 col. e un fag. tele. 91 fascj di ferro & altro.

Piel. P. Giov. Rosada da Pago con 119 mog. di sale.

Piel. P. Ant. Spellich da Trieste con 2. bar. arg. vivo. 140 pani di piombo. d. bot. Col 2 bar. mastici una cas. merci, e 2 bal. pelli di castrato.

In vendita.

Due Piani-Forti Inglesi giunti di fresco, della maggior perfezione, uno nuovo, l’altro usato.

Per vederli si parlerà col Sig. Smith professore di Fagotto al ponte di San Lio in faccia alla Malvasia.

Proseguimento degli Atti Forensi relativi al Teatro da erigersi.

Die 26. Junii 1790.

Costituito Dom. Salvador Marconi Interveniente, e per nome delli NN. HH. s. Girolamo Ascanio Giustinian Kav. e s. Alvise Mocenigo pmo Kav, Signori Marin Ambelicopulo e Giacomo Salarol Presidenti nec non del N. H. s. Sebastiano Zen, e Signor Conte Angelo Maria Revedin Aggiunti della Società del nuovo Teatro, ed in vista del tal qual Costituto del dì 24. corr. del Sign. Pietro Bianchi, siccome evidentemente risulta, che riconoscendo egli invincibili le verità marcate ed espresse apertamente nel Costituto 16. detto a nome di detti Costituenti prodotto, ma con immaginari supposti chimerizzando un’ideale composizione per giustificare in qualche modo, e per non confessare espressamente destituti di appoggi, e mancanti di soggetto li sempre riveribili Comandamenti da lui troppo abusati sotto il mentito pretesto di garantire da mal figurate turbative novità la Pendenza, che egli stesso anzi riconosce non poter esser più esattamente rispettata, e illesa; così alla troppo aperta orditura del Costituto antedetto, e fallacissime sue arbitrarie supposizioni, nella più ampla, e rigorosa forma si protesta non admettendo il Costituto medesimo altra risposta, che un’intiera ripetizione del precedente delli NN. HH. sudetti (sic.) 16. Giugno corr. al quale sempre più ragionevolmente, e fondatamente si riportano precisamente in ogni sua parte appunto come stà espresso, e si conclude nel Costituto anzidetto.

E perchè in seguito d’una direzione in ogni aspetto singolare si vedono li NN. HH. antedetti anco portata una [416] tanto affettata, e vana quanto troppo indiretta incompetente notizia di certo tal qual di lui Costituto annotato a fronte d’altro in quello accennato, qual notizia si vede con sempre maggior arbitrio avanzata ad incompetenti intrusioni, e troppo illecite mal inventate imputazioni, ed un procedere troppo scorretto, perciò nell’atto che il tutto si protesta, è contradice, si eccita anco il Sign. Bianchi bensì ad accudire con quanto fervor egli crede alla propria Causa ma a procedere nel tempo stesso con quei riguardi, e modi che siano più adeguati, e convenienti all’argomento, ed alla figura del giudizi, & sic &c., & hoc &c. loco Sp. Mag. Curiæ Petitionis non se reducentis &c.

Nel foglio di Sabbato saranno riportate altre Scritture sullo stesso argomento.

Abbiamo nuovi motivi d’avvertire certi Signori Anonimi, che dirigendoci delle Lettere usino la conveniente bontà di Francarcele se vogliono vederle stampate.

Quando ci aspettavamo qualche notizia sull’Opera di Treviso, una Lettera di colà in data de’27 cor. ci partecipa una rissa tra due Giovani, proceduta, come dicesi, dall’Amore, in quella Parrocchia di S. Michele, che terminò colla morte d’uno di essi. L’uccisore è nelle forze della Giustizia.

Non abbiamo avviso alcuno neppure della Corsa di Lacchè seguita l’altr’jeri a Mestre.

Il formaggio mangiato nella trapola fa cattiva digestione.

Cadde la notte di Lunedì vigilia di S. Pietro una dirotta pioggia, che ruppe molti disegni a’dilettanti di Sagre, e fu molto nocevole alle Bettole, ed a’Caffè di Castello. Ma il buon tempo per gli amanti furtivi, e per i ladri, è quello delle tenebre, onde tre di questi avvezzi a rubar col favore dell’oscurità nelle Barche che mettono scala a terra lungo la nuova riva che stendesi da S. Marco a S. Biagio, s’introdussero in una Braccera da Rovigno per sollevarla da qualche peso. Per Bacco, che i Rovignesi, o stando all’erta per sospetto, o destato alcuno d’essi da involontario romore, hanno potuto, fuggendo gli altri due, prendere il terzo. Se lo percossero come và, e l’hanno poi legato all’albero della Braccera tenendolo come in Berlina qualch’ora della mattina seguente, sinchè fu dato in mano de’birri, con un’ancora, come corpo del suo delitto. Si dice, ch’egli, e i suoi compagni sian marinaj da galera.

Metatextualität► Compiuto col presente numero il primo Semestre del corrente Anno, preghiamo li Signori Assocciati a favorirci dell’anticipato pagamento a’Libraj di Terraferma di nostra corrispondenza, o alli due di Venezia ove abbiamo ricapito, o a noi direttamente. ◀Metatextualität ◀Ebene 2

A questo periodo della nostra Impresa, è necessario rinnovare il seguente indirizzo.

Si ricevono le notizie ed assocciazioni per la Gazzetta Urbana Veneta

In Venezia a S. Bartolommeo dal Librajo Sig. Colombani, e a S. Giuliano dal Librajo Sig. Curti.

A Padova dalli Sigg. fratelli Conzatti Libraj al Ponte di S. Lorenzo.

A Verona dalli Sigg. Eredi Moroni Libraj, e dal Sig. Tommaso Passarini direttore della Posta di Venezia.

A Brescia dal Sig. Dionisio Colombo Librajo.

A Bergamo dal Sig. Francesco Locatelli Librajo.

A Udine dal Sig. Gio: Battista Damiani Librajo.

Nelle suddette Città li Sigg. Assocciati son serviti da’prenominati nostri Corrispondenti senz’aggravio di Posta.

Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o in due rate, e le Assocciazioni ricevonsi in ogni tempo. ◀Ebene 1