Sugestão de citação: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 35", em: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\035 (1790), S. 273-280, etidado em: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Os "Spectators" no contexto internacional. Edição Digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2598 [consultado em: ].


Nível 1►

Num. 35

Sabbato Primo Maggio 1790.

Nível 2► Metatextualidade► Abbiamo dovuto, per la sua lunghezza, ritardare al Foglio presente la seguente descrizione giuntaci a tempo per la diligenza di chi ci favorisce le notizie sacre. ◀Metatextualidade

15 Aprile. S. Marco Evangelista: fu di nazione ebreo, e consobrituo di Barnaba. Battezzato dall’Apostolo S. Pietro, divenne suo figlio, discepolo, e compagno. Nella Città di Roma scrisse il suo vangelo in greco, conforme ciò che San Pietro gli aveva raccontato, e dopo averglielo approvato, l’Apostolo si trasferì ad annunziarlo nell’Egitto. Nella Città d’Alessandria fu il primo a piantarvi la sede Patriarcale, a cui quella d’Antiochia cesse il primato, essendosi così contentato S. Pietro per onorare il suo Discepolo. Coll’esempio di sue operazioni vi operò meravigliosi prodigj. Finalmente celebrando un dì la S. Messa, gli fu posta una fune al collo dalli nemici della S. Chiesa colla quale strascinato barbaramente per la strade, vi lasciò la vita.

Sua Serenità si porta ad udir la Messa solenne nella Ducale dove s’espone il Tesoro e vi concorrono le Scuole Grandi con l’arti delli [...], e Sarti, e Fabri, e Dipintori dove offrono cere alla Chiesa.

Descrizione del Tesoro, che vien esposto al Altar Maggiore.

Dodici pettorali d’oro massiccio, colli quali dicesi, che le Damigelle di S. Elena Imperatrice s’adornassero il petto al tempo del gran Costantino, quando vestendosi a gala uscivano colla loro Sovrana dall’imperial palazzo vedendosi in uno d’essi l’effige di essa Santa. Sono tempestati con le seguenti gioje

Num. 1. adornato con 4 fiori, e rosetta nel mezzo.

Balascj 30. Zaffiri 36 Smeraldi 33. Perle grosse e mezzane 205 minute nel contorno 165.

Num. 2. Quattro fiori e una rosetta nel mezzo.

Balascj 38. Zaffiri 32 Smeraldi 23.

Perle grosse e mezzane 224 minute nel contorno 161.

Num. 3. 5. Fiori in forma di croce nel mezzo.

Balascj 31 zaffiri 35 smeraldi 30.

Perle grosse e mezzane 198 minute nel contorno 158.

Num. 4. 5 Fiori in forma di Croce nel mezzo.

Balascj 33 zaffiri 35 smeraldi 28.

Perle grosse e mezzane 202. minute nel contorno 166.

[274] Num. 5. Un Zaffiro grande nel mezzo e due alle parti.

Nel corpo Balascj 24 Zaffiri 30. Smeraldi 27.

Rubini due, e un amatista nel mezzo.

Perle grosse e mezzane 186 minute nel contorno 158

Num. 6. Zaffiri tre, servono per fiori.

Balascj 30 Zaffiri 34. Smeraldi 25.

Perle grosse e mezzane 190 minute nel contorno 167.

Num. 7. Un fior, e due peri di Zaffiro alle parti.

Balascj 37 Zaffiri 30. Smeraldi 36.

Perle grosse e mezzane 188. minute nel contorno 162.

Num. 8. Rosetta in forma di croce, e 2 peri di perle alle parti.

Balascj 37 Zaffiri 30 Smeraldi 36.

Perle grosse e mezzane 182 minute nel contorno 167.

Num. 9. Un fior in forma di croce, e 2 peri di perle alle parti.

Balascj 43 Zaffiri 28. Smeraldi 48.

Perle grosse e mezzane 183 minute nel contorno 177.

Num. 10. Un fior in forma di croce, e 2 peri di perle alle parti.

Balascj 37. Zaffiri 29. Smeraldi 31.

Perle grosse e mezzane 183 minute nel contorno 169.

Num. 11. Un Fior, e due peri di perle alle parti.

Balascj 44. Zaffiri 32. Smeraldi 38.

Perle grosse e mezzane 179 minute nel contorno 166.

Num. 12. Un Fior in forma di croce, e 2 peri di perle alle parti.

Balascj 35. Zaffiri 30. Smeraldi 32.

Perle grosse e mezzane 183. minute nel contorno 173.

Dodici Corone consimili nella preziosità, e nel lavoro, colle quali, dicesi, che parimenti esse Damigelle si ghirlandassero il capo. Presentemente si snodano per lungo, ad uso di accomodarle dove si espongono. Contengono le seguenti gioje.

Num. 1. Zaffiri 34. Balascj 36. Smeraldi 12.

Perle grosse, mezzane, piccole 184

Num. 2. Zaffiri 34. Balascj 36. Smeraldi 13 Amatiste 1.

Perle grandi, mezzane, e piccole 173

Num. 3. Zaffiri 38. Balascj 31. Smeraldi 13. Perle grosse, mezzane, e piccole 162.

Num. 4. Zaffiri 33. Balascj 35. Smeraldi 14. Perle grosse, mezzane, e piccole 154.

Num. 5 Zaffiri 26. Balasci 30. Smeraldi 14. Perle grosse, mezzane, e piccole 154.

Num. 6 Zaffiri 29. Balascj 26. Smeraldi 14. Perle grosse, mezzane, e piccole 134.

Num. 7. Zaffiri 27. Balascj 30. Smeraldj 13. Perle grosse, mezzane, e piccole 136.

Num. 8. Zaffiri 28. Balascj 30. Smeraldi 11 Perle grosse, mezzane, e piccole 141.

Num. 9. Zaffiri 29. Balasci 30. Smeraldi 18. Perle grosse, mezzane, e piccole 131.

Num. 10. Zaffiri 31. Balascj 27. Smeraldi 11. Perle grosse, mezzane, e piccole 149.

Num. 11 Zaffiri 29 Balasci 28. Smeraldi 12. Perle grosse, mezzane, e piccole 145.

Num. 12. Zaffiri 29. Balascj 28. Smeraldi 15. Perle grosse, mezzane, e piccole 137.

Una Corona Reale d’oro massiccio del Regno di Candia, con 5 grosse Perle nella cima: Balascj 18. Zaffiri 12. Smeraldi 7. Perle grandi, mezzane, e piccole 51 e queste parole Regnum Candiae.

Una Detta del Regno di Cipro con 5. grosse Perle nella cima, Balascj 18. Zaffiri 13. Smeraldi 7. Perle grandi, e piccole 51 e queste parole Regnum Cypri.

Una Croce di oro massiccio, tempestata con diamanti 13. Balascj 9. Un Zaffiro biadetto nel Pellicano che sta di sopra, con quattro grosse perle nel contorno. Rubini 11. Rosette 8 con perle [275] grosse quattro per una. Altre Rosette trentasei con perle più piccole quattro per una, e nel contorno di tutta essa perle 261.

Una Pace d’oro giojellata sopra una borsa di velluto, che si dà a baciare nelle fonzioni più solenni al Doge, agli Ambasciatori, e alla Signoria, con Diamanti otto, Rubini otto, Perle otto, con l’immagine del Salvatore Crocifisso di smalto, con lettere di diamanti che formano la parola Jesus, e quattro Cherubini. Una detta, fatta di radice di perla, la quale fu donata da Giovanni Grimani Patriarca di Aquileja. Contiene 4 perle, due turchine, due smeraldi, 4 balasci 4 Zaffiri, e due Rubini. Rappresenta Gesucristo che fa orazione all’orto.

Un Diamante di fondo legato in mezzo un giglio d’oro, posto sopra una guglietta dorata, il quale Enrico III. Re di Francia donò al Doge Luigi Mocenigo l’anno 1574 quando passò per Venezia.

Due Diamanti di fondo legati in due Anelli posti sopra due gugliette dorate, i quali Francesco I. de’Medici Duca di Fiorenza donò nell’anno 1579. alli due Ambasciatori Tiepolo, e Michiel, quando in nome della Repubblica andarono a rallegrarsi per li sponsali seguiti fra lui e Bianca Capello Dama Veneziana, e vi si ritrovarono presenti alla di lei coronazione.

Balascj 9. di varia grandezza e sommo pregio, quali furono donati l’anno 1343. da Gio: Paleologo.

Un Zaffiro biadetto grande donato dal Cardinale Domenico Grimani, Figlio del Doge Antonio, che regnò l’anno 1521.

Un Anello grande d’Oro con 4. Balascj, e quattro perle.

Questo è quanto viene esposto sopra l’Altar Maggiore.

In tal giorno si vide anche la nuova magnifica aurea Ombrella fatta a spese di Sua Ser. Descrive Marco Antonio Sabellinoc nella sua istoria veneziana a C. 97. donde nacque il portar dell’Ombrella al Principe.

“Essendo tutta la Città al porto corsa per onorare la Patria loro, per nome publico furono offerte le Ombrelle una ad Alessandro Pontefice, & l’altra a Fedrico Imperatore. All’ora comandò che fosse portata al Principe di Venezia la terza, ed allora concesse, ch’egli, & gli altri Dogi usassero quella in perpetuo, la quale ancora a nostri tempi, in pompa solenne, con altre insegne del Magistrato veggiamo portare innanzi.”

Gli ornamenti in Cristallo del rinomato Sig. Codognato per il solito Banchetto dato in tal giorno da Sua Serenità espressero le sacre funzioni per la traslazione del glorioso Corpo di San Marco a Venezia.

Al Consiglio Eccell. di XL. C. V.

1790. 26. Aprile.

Questa mattina fu dispensato il Pender in Causa di Vacui e fu ottenuto dal N. H. s. Zuanne Semitecolo, e LL. CC. Semitecolo al Laudo contro il N. H: s. Pietro Kav. Co: Manin come Proc. del Serenissimo DD. Lodovico Manin Assuntor di Giudizio, e N. D. Loredana Maria Grimani Kav. Morosini Assuntrice di Giudizio, al Taglio.

Comincierà il primo Vacuo al Taglio li 4. Maggio prossimo, e proseguirà fino li 10. cioè sei Vacui. Li 11. poi comincierà il primo Vacuo al Laudo, e proseguirà fino li 18. per sei Vacui. Il giorno 19. sarà il secondo Consiglio. Li Vacui al Taglio saranno fatti dall’Eccellente Co: Giuseppe Alcaini. Quelli al Laudo dall’Eccell. Stefano Steffani. Il secondo Consiglio sarà fatto al Taglio dall’Eccell. Conte Cesare Santonini, ed al Laudo dall’Eccell. Gio: Battista Cromer.

Avvocati al Taglio.

Eccell. Co: Cesare Santonini.

Eccell. Co: Giuseppe Alcaini.

Di riserva.

Eccell. Domenico Campiuti.

Eccell. Antonio Sozzi.

Eccell. Domenico Facini Interuttor.

Intervenienti. Al Taglio.

D. Gio: Antonio Peretti.

D. Salvador Marconi.

Avvocati al Laudo.

Eccell. Stefano Steffani.

Eccell. Gio: Battista Cromer.

Di riserva.

Eccell. Co: Girolamo Medini.

Eccell. Girolamo Bagolin.

Eccell. Co: Niccolò Sola.

Intervenienti al Laudo.

Eccell. Giuseppe Tabacchi.

D. Stanislao Bonzio.

Nota de’Giudizj seguiti in questa gravissima importante Causa.

1786. 5. Decembre.

Spazzo di Patta al Taglio di un Spazzo di Laudo absente 1682. intromesso dall’Eccell. Avvogador Gerardini li 27. Settembre 1786. a favor delli NN. HH. Semitecolo, ch’erano al Taglio.

Al Taglio 15.)

Al Laudo 14.) Patta.

N. S. 1)

1787. 14. Aprile.

Spazzo di Taglio a favor NN. HH. Semitecolo in Dispatta.

Al Taglio 19.)

Al Laudo 7.) Taglio.

N. S. 4.)

Rimasta la Pendenza di Merito 1682. tra le suddette Parti da farsi decider, fu dedotta la questione in Causa di Vacui e seguì li 6. Maggio 1788. il seguente Spazzo di Taglio a favor de’NN. HH. Semitecolo.

Taglio 19.)

Laudo 10.) Taglio.

N. S. 3.)

Fù annotato Pristino dalla Parte soccombente e seguì Spedizion absente in prima istanza a favor de’NN. HH. Semitecolo. Fu annotata l’Appellazione, e disputata la Causa in Vacui nacque lo Spazzo di Taglio come segue.

Al Taglio 18.)

Al Laudo 14.) Taglio.

N. S. 1.)

Fù annotato il Pristino dalli NN. HH. Semitecolo, e contestata la Causa nacque li 18. Agosto 1789. Sentenza al Magistrato Eccell. di Superior a favor de’NN. HH. Semitecolo.

Li 22. Agosto 1789. fu interposta l’Appellazione di essa Sentenza al Consiglio Serenissimo di 40. C. V. furono concessi sei Vacui per parte, ed ottenuto dalli NN. HH. Semitecolo il Pender sarà disputata per giorni 13. la importante Causa.

Opere di pietà.

Oggi, domani, e posdomani starà esposta sopra il suo Altare l’Immagine miracolosa del Crocefisso di S. Geremia. Tre celebri Oratori reciteranno un divoto discorso alle ore 22. Primo il Reverendissimo Monsignor Francesco Maria Bonetti Canc. Apostolico del Veneto Coll. de’Medici, e Piovano della Chiesa di S. Giovanni in Bragora. Se-[277]condo l’Illustriss. Sig. Abb. Marco Regolo C. Sanbonifazio Ex-Gesuita. Terzo Il Nob. Sig. Abb. Vincenzo Giorgi Romano Ex-Gesuita. V’è Indulgenza Plenaria concessa dalla Santità del Sommo Regnante Pontefice. Sono invitati i Fedeli al bacio del Sacro Manipolo per contribuire al compimento della Cappella maggiore di detta Chiesa, e parteciparne dello spirituale vantaggio impartito da S. E. Rev. Mons. Patriarca a’benefattori concorrenti alla fabbrica del Tempio medesimo.

Modelli.

Metatextualidade► V’ha tra gli altri, che presentati si sono all’esame, quello ancora del Sig. C. Ferrante Rossetti Vicentino, e d’esso pure la descrizione a stampa. Noi trarremo da questa scorrendola alcuni passi che vagliano a darne un’idea, senza trattenersi, per amore di brevità, alle particolari adiacenze. ◀Metatextualidade

“La facciata di tutto il corpo della fabbrica lunga piedi 64. e oncie 6. alta 52. con base d’ordine rustico d’altezza piedi 14., con cinque Portoni, due chiusi, e tre aperti, tutti larghi piedi 6. ed alti 11., e mezzo, con 3. gradini interni, (l’ha egli) innalzata sopra una linea retta che comincia in Campo a S. Fantino sulla punta della Calle del Forno e termina alla Corte di Cà Molin. È composta di sei colonne di tutt’altezza d’ordine corintio con cinque finestroni in archivolto con pergolato, ornati superiormente da cinque bassi rilievi sopra i quali vi sono altre cinque finestre quadrilunghe, chiudendosi tutta la facciata da cornice modiglionata nel suddetto Ordine ornata al di sopra da sei statue corrispondenti alle sei colonne.

L’ordine della facciata, eccettuate le colonne, bassi rilievi, e statue, si volge, e continua per lo spazio di piedi 21. sopra il confin della Corte di Cà Molin nel quale spazio si vedono due portoni chiusi, ed in ognuno d’essi formata una piccola finestra con ferri, due finestroni in archivolto, e due superiori quadrilunghi.

Egualmente dalla parte della Calle del Forno si volge la facciata col suddetto ordine, e progredisce per piedi 129. in linea retta; cioè fino al punto del confin dello spazio dato.”

Egli dice d’avere ommesse in queste due parti laterali le colonne ed altri ornati, mancando il punto prospettico; e confessa che gli ingressi, e gli atrj, su quali soprassiamo nel saggio presente, sembreranno forse non tanto regolari quanto esser potrebbero, perchè ha creduto preferibile il comodo del nuovo ingresso dalla parte della Calle del Forno a quell’esatte regolarità, che senza quello si sarebbero forse ottenute per appagar soltanto l’occhio.

Dopo avere fatta la descrizione delle adiacenze egli passa così a quella del Teatro.

“Egli è di figura elittica, e gira in circuito piedi 350.

Si rifletta, che la configurazione del corpo del Teatro non ammettendo, com’è solito, l’archivolto maggiore sopra li proscenj, il quart’Ordine resta senza i sei incomodi palchi detti comunemente forni.

Si rimarchi parimenti, che avendo io alzato più del solito il Pepiano sovrapposto ad un Ordine di colonne Dorico senza basi, nell’andito a livello della Platea, i tre ingressi della medesima non levano alcun palco come accade comunemente.

Come cosa essenziale alla buona costruzione del Teatro ho cercato, che i palchi abbiano tutta la possibile visuale; spero però d’aver colto nel segno costruendo il corpo de’palchetti in forma d’un ovale sfiancata, che dolcemente si accosta fino all’imboccatura della scena, potendo accertare esservi in ogni ordine tredici quasi perfette faccie, ed avere ogni palco una conveniente, e comoda visuale.”

Aggiunge che la Platea non compre-[278]sa l’Orchestra è lunga 45 piedi, larga 43. L’Orch. larga 8. e oncie 9. Il piano della Platea dalla porta d’ingresso all’orchestra avrà un declivio d’un piede e mezzo. La porta principale nel punto medio, e altre due simili laterali. Il coperto del Teatro è concavo, e dovrà essere intavelato.

“Siccome (egli dice) l’essenza del suono, secondo tutte le leggi acustiche, dipende dall’aria posta in azione, la superfizie concava, e lisciata, è più atta a rifletter l’aria, e gli angoli al contrario servono d’obice alla di lei propagazione; perocchè rompono i circoli, che l’aria dalle voci percossa và formando. Così io ho allontanati tali angoli dal corpo del Teatro, come da quello della scena, mediante la forma elittica, e lisciata, che a questo corpo ho dato togliendo anche ogni ornato di rilievo a’palchi.”

Un vuoto concavo sotto il piano della scena, e dell’orchestra, produrrà, com’ei dice, la tanto necessaria armonia.

L’oggetto importantissimo di cercar d’allontanare gl’incendj, o almeno il procacciar dei pronti mezzi ond’evitare i progressi del fuoco, lo ha molto occupato nel suo Disegno, e nella sua descrizione, onde pose molto studio per rendersi utile nelle sue idee. Quella della spesa, ch’egli dà, è così divisa.

Nobili adiacenze duc. correnti da L. 6. 4. D. 50000

Ponte, Rive, Rio nuovo, ed atrio Barcaroli L. 20000

Teatro e Macchina per fuochi L. 90000

In tutto Duc. 160 mila.

Eclissi

La serenità della notte, la dolcezza della stagione che invita a’notturni passeggj, il plenilunio, hanno contribuito a render visibile a gran parte degli abitatori di questa Città lo spettacolo della totale ecclissi a cui soggiacque la Luna, e a farne osservar e goder gli accidenti, e i progressi.

Cominciò ad oscurarsi dalla parte sinistra del disco la notte de’28 alle ore 3 minuti 19. Fu interamente coperta dall’ombra del nostro Globo un ora dopo.

Seguì il mezzo dell’Ecclissi a ore 5. m. 8; comincio l’emersione alle cinque e 56,, [sic] ed ebbe fine l’Eclissi alle 6 e 54, la cui grandezza massima fu di 20 digiti.

Tra le prove adotte dal celebre Sig. Cagnoli nel suo Almanacco di Verona dell’anno presente, per la rotondità della Terra, si trova la seguente che cade in acconcio per render sensibile a chi ne ha d’uopo la cagione di questo fenomeno.

“Alla cognizione della sua forma un secondo passo fu fatto considerando gli eclissi della Luna. Generalmente parlando ogni corpo produce l’ombra simile a sè. Da un corpo quadrato non sarà mai generato ombra rotonda, nè da rotondo quadrata. Ora la Terra illuminata dal Sole getta un ombra dietro di sè: e questa si stende a una gran lontananza, siccome porta il volume grande di quella. La Luna col suo natural movimento va ad incontrar la dett’ombra, e nel trappassarla che fa da una parte all’altra, si trova infrattanto nell’oscurità: ecco l’ecclissi. Mentre però che la Luna sta entrando così poco a poco in quell’ombra, ognun può vedere che l’ombra stessa sopra la faccia della Luna termina in arco, e non in linea retta. V’entri la Luna dall’alto, o di fianco, o dal basso dell’ombra, da ogni parte fu questa sempre veduta tirare al rotondo. Dunque se l’ombra è di forma rotonda anche il corpo che la genera, o sia la Terra, di simigliante forma dev’essere.”

I be’discorsi, che uditi si sono dalla popolare ignoranza nel contemplare a [279] bocca aperta l’Ecclissi descritta, se cero ridere chi dilettavasi di passare da un sito all’altro orecchiando per raccoglierli mentre fingevasi immerso in profonda meditazione. Vi fu chi sentiva pietà della Luna come se fosse attaccata da un corpo inimico, che soggiogarla volesse, e farcela cadere sul capo. Si credeva di vedere in essa una resistenza difensiva contro la sognata ostilità, negli accidenti dell’ombra sul luminoso suo disco che ondeggiava avanzando, e ritrocedendo.

Vi fu chi si rattristò come a segno di mal augurio allorchè vide questo Pianeta restar senza luce, e non adombrato, ma come coperto da un velo sanguigno annunziatore d’umane stragi. Vi leggea sopra il riflessivo Politico a neri caratteri il Delirant Reges, e dal minaccioso prospetto della belligera Europa salir faceva il Carme Latino su quel manto rossiccio per piangere le sventure de’Popoli. V’eran di quelli che affaticavansi per ispiegare ad altri come succedan l’ecclissi senza ch’essi neppur lo sapessero: altri sì oscuri nella loro deffinizione, che lasciavano nelle tenebre chi lor la chiedeva: molti poi che ridevano come di cosa della maggior evidenza, e imbarazzati trovavansi a provar ciò che credevano di sapere. Gl’ignoranti discreti ed umili ammiravano la sapienza degli Astronomi, che ne’loro calcoli giungono sì giustamente a predire, le apparizione delle Comete, l’Eclissi del Sole, della Luna, delle Stelle. Erano questi i più saggi nella loro ignoranza.

Fu però fatta un’interrogazione a cui si eccita a rispondere qualch’Astronomo. È visibile l’ombra della Terra in cui s’immerge la Luna ecclissandosi: ma come avviene poi, che sparendo l’ombra dal suo disco, ella resti per lunga pezza come un globo infocato alla nostra vista, prima di riprendere la sua luce?

Sarà forse descritto questo come nel Poema dell’Ecclissi scritto in versi latini dall’erudito P. Boscovich, di cui i Francesi fecero la traduzione nella loro Lingua: ma intanto si desidera udirlo d’altra parte per soddisfare a una lodevole curiosità.

Bastimenti arrivati.

da’19 Marzo fino al presente.

Tartanon P. Is. Zanetti d’Ancona.

20. Tartanon P. Franc. Davanzo d’Ancona. Nave C. Dom. Daltin da S. Maora con sal ed oglio. Trab. P. Dom. Contegali da Ravenna.

21. Piel. . Franc. Spolar da Trieste. Brac. P. mat. Orlandini da umago. Piel. P. Val. Benussi da Traù.

22. Piel. P. Nic. Bonacich da Spalato, Brazza, e Traù con pelli & altro. Piel. P. Franc. Candelari d’Ancona con Baccalari.

23. Brac. P. Ant. Spolar da Trieste. Trab. P. Giov. Padoan da Manfredonia con lana & altro. Piel. P. Giov. Cindrè da Spalato. Piel. P. Giov. Fiorentin da Veggia.

24. Piel. P. Is. Maras da Cattaro con pelli & altro. Piel. P. Ant. Amadi da Spalato. Piel. P. Vic. Vianello da Piran con sal. Pinco C. Salv. Scarpato da Palermo con limoni, sughero, cenere & altro. Piel. P. Pietro Classevich da Budua e Cattaro con oglio. Piel. P. Lor. Giot da Traù con oglio.

25. Piel. P. Giov. Rovere da Trieste. Chec. C. Franc. Nordio da Corfù con oglio Vallonia, & altro. Piel. P. Crist. Bellafusa da Cattaro con oglio, pelli & altro. Piel. P. Giov. Gavagnin da Trieste. Piel. P. Luigi Venturini da Rimini. Brac. P. Laz. Pauluzzi da Trieste. Piel. P. Ant. Spelich da Trieste.

29. Bergantin C. Gugl. Deveson ven. da Bellys Amon con salamoni. Tart. C. Luca Lazari da Corfù con oglio.

31. Piel. P. Marco Brusian da. Du-[280]razzo con Lana, pelli, cera, oglio, gotton, e tabaco.

2 Aprile. Chec. C. Rocco Molena da Corfù con oglio.

(Il resto Mercordì.

Capi dell’Eccelso Consiglio di X.

Per il Mese presente:

s. Zuanne Bonfadini.

s. Lorenzo Memmo

s. Z. Battista Contarini.

Savio di settimana per la ventura.

s. Alvise Zusto.

È arrivata la Nave il Pacchetto di Londra, proveniente dall’Isola di Maan con carico d’Aringhe; e la Polacca Cap. Camenarovich Veneto, che viene da Castel Nuovo con Lane, & Oglio.

Non si ha alcuna notizia del Cap. Calvi che attendesi da Lisbona, e si sperava che fosse in Istria.

Posdomani giungerà di passaggio a Verona, nel suo ritorno dall’Ambasciata estraordinaria di Spagna, S. E. Kav. e Proc. Pesaro.

Cambj 30. Aprile.

Lione 56. Parigi 53 e un 4to. Roma 62 e 7 8vi. Napoli 114 e 5 8vi. Livorno 100 e un 4to. Milano 154 e mezzo. Genova 91 e mezzo. Amsterdam 94 Londra 48 e 7 8vi. Augusta 102 e 3 4ti. Vienna 197 e 3 4ti.

Prezzi delle Biade

Formento a l. 28.

Sorgo Turco a l. 15.

Segale a l. 20.

Fagiuoli bianchi a l. 21.

Miglio a l. 17.

Risi da’duc. 35 a 37 al m.

D’Affittare.

Palazzino alla Carità, fuori di Treviso, con rimessa, e adiacenze.

Chi vi applicasse parli col Fedele Sig. Giambattista Calvi Corriere in Venezia, o a Treviso col Sig. Antonio Mandruzzato. ◀Nível 2

Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 30 Aprile 1790.

Introito.

Di Venezia L. 228671:9

Di Terra Ferma L. 142754:1

L. 371425 10 – sono D. 59907:9

Numeri Estratti 9. 54. 45. 62. 44.

Vincite. Qualità, e quantità de’Terni

Ambi coll’Augumento D. 11688: - N. 1. da Duc. 2000

Terni simili D. 22500: - N. 2. da Duc. 1000

Estratti D. 1020: - N. 3. da Duc. 500

N. 1. da Duc. 300

D. 35208: - N. 1. da Duc. 250

N. 7. da Duc. 200

N. 8. da Duc. 150

N. 21. da Duc. 100

N. 23. da Duc. 50

N. 12. da Duc. 25

La ventura estrazione sarà li 2 Giugno 1790. N. 79. ◀Nível 1