Sugestão de citação: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 23", em: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\023 (1790), S. 177-184, etidado em: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Os "Spectators" no contexto internacional. Edição Digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2586 [consultado em: ].


Nível 1►

Num. 23

Sabbato 20 Marzo 1790.

Nível 2►

Ecco l’elogio in forma Lapidaria Romana promesso nel Foglio antecedente.

Serenissimo. Principi
Lvdovico. Manino
Venetorvm. DVCI. C.XIX
Votum. Anniversarivm

Lvdovico. Manino
Principi. optimo. pio. felici
qvi
nobilissimo. ortvs. genere
flroentiae.foroivlj. venetiis.qve
Honoribvs. et. opibvs. clarissimo
svpra. aetatem. ingenio. florens
omnibvs. disciplinis. excvltvs
parentes. virtvtvm. splendore. incomprarabiles
conivgem. qve. ornatissimam
amavit. ac. colvit
qvi
ampliss. magistratibvs. cvm. lavde. fvnctvs
vicetinis. et veronesibvx. praetor. datvs
sanctissime. ivs. dixit
[178] dein
inter. patres. conscriptos. cooptatvs
omnivm. ordinvm. consensv. ac. plavsv
legvm. et. liberatis. adsertor. ac. vindex
de. religione. de. patria. de. repvblica
optime. meritvs
d. marci. procvrator. renvntiatvs. est
extra. ordinem. legatvs
pivm. vi. pontificem. maximvm
vindobonam. religionis. cavssa. proficiscentem
ad. vfnetos. fines. honorificentiss. excepit
svmma. qve. diligentia. et. obseqvio. comitatvs
eqves. avratvs
a. pontifice. dici a. senatv. probari
mervit
familiae. stvdiosiss. amicis. cariss.
civibvs. gratiss. cvnctis. officiosiss.
ingenti. vrbis. laetitia
venetorvm. princeps
omni. svblato. ad. maiorvm. leges.
largitionvm. ambitv
salvtatvs
missilia. popvulo. ampliss.
congiarivm. splendidiss. dedit
in maxima. dignitate. constitvtvs
aeqvitatis. mvnificentiae. hvmanitatis. qve
eximia. optimorvm. dvcvm. exempla
apvd. cives. et exteros
expressit. ac. probavit
maiora. et. in. postervm. datvrvs
anno. primo. principatvs
feliciter. exevnte
vii. idvs. martj. cic. iccc.lxxxx.
ioannes. et. petrvs. ff. tergestj. de. peregrinis
tanto. principi. atqve. patrono
obseqventissimi
inter. commvnia. vota. ex animo. concepta
laeti. lvbentes. qve
favsta. fortvnata. aeterna. q. tempora
adprecentvr
d. d. n. m. q. e.

[179] Nível 3► Carta/Carta ao editor► Sig. Gazzettiere

Verona 12 Marzo 1790.

In questi giorni essendosi riaperta la tomba, in cui giacevano le ossa dell’illustre Marchese Scipion Maffei, per riporvi un suo congiunto, il Chiariss. Cavalier Gio: Battista da Lisca indi prese l’argomento d’un suo Sonetto. Questa produzion Lirica di quell’Ornatissimo Poeta fu con ragione da tutti ammirata, avendo egli unito in essa ciocchè potea suggerire in un argomento lugubre un cuor sensibile. La condotta del pensiero, l’armonia dei versi, e la naturalezza, ed insieme eleganza dell’espresioni ben dimostrano, che questo Sonetto egualmente, che le altre Poesie del suddetto erudito Cavaliere, merita non ordinaria lode, onde l’Autore s’incoraggisca a seguir la carriera intrapresa con sì dichiarato favor delle Muse, e di Apollo.

Vostro corrispondente
e Amico P. S. ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Nível 3►

Sonetto.

D’allor, che avara morte in questa fossa,

De’mesti cittadin deluso il pianto,

Trionfando ripose le fredd’ossa

Di Scipio, onde ancor Palla ha bruno il manto,

La pietra sepolcral non fu mai scossa,

E solo in questa notte al sacro canto

D’inni lugubri si rialza, e mossa

L’alma ne freme a sì serale incanto.

Al tremolo splendor di nera face

In quel regno di morte il guardo io fiso,

U’fra tenebre tutto posa, e tace.

Muta salma di Scipio or ti ravviso:

Io ti bacio, io t’infioro, e soffri in pace,

S’anche del pianto mio ti bagno il viso. ◀Nível 3

Metatextualidade► Sull’argomento della difesa e vittoria di Picchio celebre cavallo napoletano, con cui proccurato abbiamo di scuoter le Muse, ci venne questo Epigramma

Nível 3► Citação/Divisa► Guerra fero nel Ciel perfin gli Dei,

Guerra fanno tra lor gli uomini in terra;

Tu dagli Dei, dagli uomini a far guerra,

Picchio, apprendesti, e gran guerrier tu sei. ◀Citação/Divisa ◀Nível 3

Questo pensiero vestito di Latine o Greche parole, sulle quali studiar si dovesse a capirlo, passar potrebbe per qualche cosa di grande da farsi tradurre: come original italiano non avrà la stessa fortuna. Non son che le Lingue morte quelle che rendono stimabili questi brevi componimenti, e fanno giganteggiare all’occhio de’vivi le più piccole idee. ◀Metatextualidade

“Dal Sig. Gio: Antonio Curti Librajo nella Merceria di S. Giuliano si vende la nuov’Edizione dell’Opere Teatrali del celebre Sig. Abbate Andrea Willi Veronese già in 8vo t. 6 al discrettissimo ristretto prezzo di soldi trenta al tomo.

Dallo stesso parimenti si vendono tanto uniti come separati li cinque numeri dell’Annuale Veneto stampato da Pie-[180]tro Torre. Ognuno che ha veduto quest’Opuscoletto lo compatisce, e lo pregia. esso dopo aver dato il Giornale dell’Anno, descrive la Storia Veneta, e quella della Chiesa, da una Geografica descrizione dello Stato Veneto, dell’Ecclesiastico, di quello posseduto da S. M. il Re di Sardegna, e finalmente di tutta la Germania, cosa molto interessante nelle presenti circostanze. Inoltre contiene un succinto dettaglio cronologico di tutto l’accaduto in Europa in quest’ultimi Anni, ed anche quantità di fatti dilettevoli ed eruditi, atti per conseguenza ad istruire specialmente la Gioventù dilettandola. Si vende cadaun numero soldi 30 legato in rustico.

Allo stesso Negozio Curti si ricevono le assocciazioni al Romanzo del Sig. Fielding intitolato Le traversie dal sentimento prodotte tradotto per la prima volta in italiano, dal Sig. Andra Metra Cittadino Torinese, la cui stampa è intrapresa a sue spese, e sarà eseguita da Gianant. Curti qu. Vito.

Di questo celebre Romanzo nel corso d’ott’anni se ne fecero tre ediz. a Londra dell’ultima delle quali si servì il Sig. Mercier per la sua versione in francese pubblicata nell’anno scorso, a Parigi, e a Ginevra. È diviso in 2 tomi il primo de’quali comparirà trà pochi giorni, ed il secondo entro il prossimo Aprile. Il prezzo è di 3 lire al tomo.

Punto della Causa tra li Fed. Ministri del Pub. Banco Giro ec. ed il Sig. Pietro Bertani.

“Alli 2 Set. 1786 il Sig. Pietro Bertani dispose di l. 548: 19. 2. senza il nome del Padre col quale aveva credito in Banco, onde per l’intacco formato soggiacque alla pena di l. 54. 17. 11. relativamente alla condanna stabilita dalla Legge del 10. per cento.

Prodottosi egli a’5 Settembre dinanzi S. E. Leonardo Donà allora Depositario al Banco ne implorò ed ottenne l’assoluzione, udite in contradditorio le ragioni de’Ministri espresse dal loro Procuratore; e ciò per la facoltà accordata a tal Carico di Depositario da un Decreto 10 Maggio 1710.

A’4 Gen. li Fed. Ministri del Pub. B. Giro appellarono un tal Atto di assoluzione come malamente, indebitamente, e con espresso disordine seguito a grave lor danno. E nella loro Scrittura è detto: che la Dita Pietro Bertani avendo il dì 30. Ag. 1786 credito di sole L. 51: 15. l. di Banco, commise reale intacco di L. 548. 9. 2. di sponendo di L. 600: 15: 1. e per sottrarsi dalla criminosità ha dovuto portar dall’altra Dita di Pietro Bertani di Angiolo a quella di Pietro Bertani solo la summa appunto di L. 548. 19: 2. a saldo e pareggio del commesso intacco.

Nella Scrittura di risposta del 16. Maggio dichiarasi” che il Bertani aveva a proprio credito in Banco summa maggiore della disposta; che assolto dall’Eccellentiss. Depositario dalla pena non era credibile che fossero li Ministri per interporne l’appellazione, e sostenerne il Taglio con fallacie apertissime, e coltivati pretesti.

Vedi il Giudizio nel precedente Foglio num. 22

Continuazione della risposta al Quesito proposto nell’antecedente Foglio.

Il cuore di Tizio pasto dell’avoltojo, che rinascevagli per nutrire la sua voracità; la sete di Tantalo non ispenta col fugace ruscello alle labbra; il tormento d’Issione stretto ad una ruota girante; la pena di Sisifo condannato a rotolare incessabilmente il gran sasso, son le infernali immagini, che poeticamente dipingono il supplizio d’un amante sviscerato non corrisposto.

Ama chi t’ama. L’amor nasce dall’amore, sono [...] proverbj. Ch’un uomo s’inganni nell’assicurarsi d’una corrispondenza amorosa non è difficile. [181] La sua felicità stà nel credela. Ma che s’ostini in una sventurrata passione trovando nell’oggetto delle sue smanie una ripugnanza oltraggiosa ed aperta; vedendosi ad altri posposto, non curato, disprezzato, deriso, ed ami la Furia che sbranagli il cuore, è questa una simpatia così strana, ed opposta all’indole de’nostri affetti; che non saprebbesi come diffinirla, nè si crederebbe possibile da chi ne fu sempr’esente, se mille esempj non ce la dimostrassero. Quanti orrori! quanti delitti per essa! Vittime d’un amor disperato quante infelici caddero morte per le mani medesime de’loro adoratori, divenuti empj e crudeli per il disprezzo delle lor fiamme! E quanti di questi adoratori di sorde ed ingrate divinizzate Bellezze divennero i carnefici di sè medesimi non potendo reggere al martirio d’una non corrisposta passione! Se per questa non di rado giungesi a sì abbominevoli eccessi, dalla loro atrocità si può aver la misura de’patimenti che soffre chi ama svisceratamente senza mercede, o speranze; patimenti al certo più aspri, più duri, più eccessivi di que’di chi odia mortalmente; il quale non arriva al suicidio ne’suoi delirj, e suole per lo più dissfogarli in desiderj impossenti, in tristi augurj parto d’anima inquieta.

Riassumendo il già detto, concluderemo, per nostra opinione, che più d’un accerrimo odiatore peni un amante sviscerato non corrisposto, ma che certamente peni assai meno quello ch’è corrisposto, per quanto avverse combinazioni ritardino, o difficoltino il sospirato compenso de’suoi affanni.

Notizie Sacre.

“19 Marzo S. Giuseppe della Tribù di Giuda e della Real Casa di David, fu distinto coll’onore il più segnalato, poichè gli toccò in isposa Maria, quella, che l’Eterno Verbo si avea prescielta per Madre. Standosene perplesso, e confuso nello scoprimento della di lei gravidanza, per non concepirne il Mistero, fu consolato dall’Angelo, che gli apparve, e gli disse: Giuseppe figlio di David non temere d’avere per tua sposa Maria: quello che in lei è nato, lo è per opera dello Spirito Santo. Partorirà un figliuolo, il quale lo chiamerai col nome di Gesù e questo sarà quello, che libererà il suo popolo dalli peccati.

“ Alla deliberazione di Erode, che volea ucciso Gesù colla strage delli Bambinelli Innocenti, apparvegli nuovamente di notte, e gli disse: Giuseppe levati, prendi il Bambino e sua Madre, e fuggì in Egitto, e fermati là fino che te ne avanzi un avviso, il quale fu alla morte di Erode, nel cui tempo fu comandato a ritornarsene nella terra d’Israelo, dove colle sue fatiche mantenne la Sposa, ed il Figlio; ed arrivato al fine della sua vita, ebbe presenti al suo transito Gesù e Maria, in mezzo un stuolo d’Angeli, che portarono l’anima sua in seno di Abramo.

Chiesa di Monache Agostiniane a castello. Dell’origine di questa chiesa se ne parlò nella sua Gazzetta al Num. 23 dell’anno 1788. altro non v’è da aggiungere se non che in questa Chiesa si venera li corpi de’Santi Martiri Pietro e Claudio tratti dal cimiterio di S. Calisto di Roma l’anno 1578. In tal giorno fu eletto Doge Niccolò da Ponte.”

San Leonardo per il giorno 5. Aprile 1790. mattina, e dopo pranzo.

“Tra le molte opere che possono distinguere la religiosa pietà de’Fedeli Cristiani, la più significante è quella certamente di offerir elemosine per la edificazione del Tempio d’Iddio Signore.

La Chiesa di San Leonardo, le di cui mura furono rifabbricate sin dall’anno 1772, trovasi mancante nella parte in-[182]terna di tutto ciò che servir deve alla decenza, al decoro, ed al dovuto adornamento.

Un motivo così interessante anima il Reverendissimo Pievano ad invitare la cristiana divota pietà de’Fedeli, nella Chiesa, e giorno suddetti al bacio del Sacro Manipolo; ben certo che ogni Benefattore riporterà da S. D. M. centuplicata la ricompensa.”

In Senato

Giovedì 18 corrente.

2 Prov. sopra ori e monete dura m. 12.

s. Pietro Civran

s. Ang. M. Labia

3 Savj agli Ordini dur. m. 6.

s. Andrea Corner

s. Alvise Minotto

s. Giacomo Bolani.

Musica.

Lunedì ser avi fu Accademia al Casino de’Seguaci d’Orfeo ove cantò il Sig. Babbini. Qnesti [sic.] trattenimenti musicali sono sì frequenti, che i Signori Filarmonici mai non ne restano privi, e per esservi a tutti converrebbe che in più parti potesser dividersi; imperocchè ogni sera ve n’ha in più luoghi, o di Società, o di proprietà particolare, ove il fior della Nazione raccogliesi. Così le persone di merito, che cantano, o suonano, hanno anche in questa stagione di privazion de’Teatri una rendita sufficiente; e fino i mediocri, e gl’infimi vi guadagnano (perchè quando c’è scarsezza tutto si fa servire) o coll’operare accessoriamente, o col godere in ispezialità i frutti delle protezioni benefiche, che mai non mancano a chi bene o male sà cantar, o suonare, e quel che più importa, sà bene raccomandarsi.

Questo gusto per l’armonia, che certamente fa onore ad una Nazione, si potrebbe renderlo, almeno in questi giorni, in qualche modo profittevole alla vergognosa indigenza. Senza osare di proporre un metodo, presentiamo il seguente articolo ora tradotto dalla nostra mano. Sia letto, degnato di riflessione, e rimanendo senza effetto, come probabilmente avverrà, condannisi almeno quel riso maligno, che vi si spargerà sopra, da chi non avendo cuore di far del bene, non vuol sentirlo nemmeno consigliato, e promosso dall’altrui zelo.

Arte dilettevole resa utile.

“Non v’ha forse Città al Mondo ove la musica sia più coltivata che a Londra; essa vi riceve ad un tratto cogli onori le ricompense. È questo, egli è vero, un trattenimento che piace e interessa; ma non potrebbesi ancora renderlo più caro col farlo essere utile al ben pubblico, e alla virtù? Non sarebbe possibile (e con tal mezzo si verrebbe a correggere quella vernice d’inutilità attaccata a quest’arte) che le persone de’due sessi, le quali per il talento della voce, o per quello degli stromenti, son certe di contribuire a’piaceri della Società, in vece di dare de’concerti particolari, si unissero a formare un’Accademia di Musica eseguita in certi giorni determinati a profitto de’poveri? In questo modo si renderebbero dilettevoli ed utili. Far del bene al genere umano, egli è un adempire il primo de’doveri, e gustare il più grande de’piaceri.

L’Irlanda, quella rivale dell’Inghilterra, ha gia stabilita un’Accademia di questa natura, che presta denari in piccole summe, e senza il menomo interesse, agli artigiani industriosi e poveri. Questa carità sì rara, ì maravigliosa nel suo genere, è stata ricompensata dalle più felici conseguenze. Nello spazio di due anni, questi soccorsi hanno restituita la vita a 1282 Famiglie indigenti. La summa, che ordinariamente si presta, è di quatro lire sterline da rimborsarsi a due scellini alla settimana. Li [183] curatori, che son incaricati di questa carità, si uniscono ogni giovedì per ricevere gli attestati, visitan essi le case delle persone bisognevoli; s’informano delle loro condotta, delle lor applicazioni, e della loro industria, e nel giovedì seguente danno i danari a quelli, che più degli altri meritano d’essere soccorsi ed incoraggiati. Due cauzioni idonee assicurano il credito.

Per questa saggia precauzione, il fondo è stato sinora al riparo d’una diminuzione sensibile. Tale carita, che dall’umanità ottiene delle lagrime di gratitudine, e copre di gloria l’Irlanda, somministra all’artigiano degli strumenti, e tutto ciò ch’è necessario alle sue operazioni; quelle braccia che la povertà aveva indebolite, e snervate, si rialzano con nuove forze; in una parola, l’inazione, che accompagna l’indigenza, e che si può chiamar madre della miseria, è al presente vinta. La Musica, per questo sì lodevole oggetto de’suoi diletti, risale alla prima sua origine; l’anima le deve la sua attività, il corpo il suo vigore; essa bandisce l’inerzia, sorgente di tante malattie fisiche, e morali, che presto, o tardi, cagionano la morte agli Stati.”

Pretende un Anonimo, da cui ci fu diretto un Biglietto, d’avere scoperto un errore, o nella popolazione fissata a questa Capitale nell’Almanacco di Gotha di 149 mila e 400 anime, o nel calcolo che ivi trova d’un 28 per migliajo che muore d’anno in anno trà il numero de’viventi. Se nello scorso 1789, egli dice, morti ne furono in questa Città 5613, come apparisce dal Registro, che avete steso nel Foglio di Mercordì, bisogna credere, o che la popolazione sia maggiore, o che il computo del 28 per migliajo sia falso, perchè se fosse giusto, col ragguaglio di 149 m. e 400 i morti non potrebber essere, che 4185 poco più, o poco meno.

Senz’adorare gli oracoli dell’Almanacco di Gotha, nè rispondere della loro veracità, si può dire soltanto, che prima di pronunziare contro i pretesi suoi errori, bisogna calcolare le differenze d’un decennio, e giudicar poi dal loro risultamento.

Avvisasi, che nell’accennato Registro de’morti, oltre lo sbaglio della testura uno ne corse nel numero degli Ecclesiastici defunti ch’è di 65 cominciando dal Cardinale, e terminando da’Preti d’Estero Stato. I Suddiaconi, i Diaconi, i Sacerdoti furono nell’anno scorso ordinati, non morti.

Casino d’affittare alla Mira vicino a Cà Foscarini verso le Porte, con tutte le sue comodità, con Orto di due Campi, e mezzo in circa tutto circondato di muro, Giardino, Pozzo d’Acqua perfetta, due Caneve, ed un Canevino, Rimessa, Luoco al di sopra della medesima per riponer il Fieno, altro Luoco per collocar le Legna, e Camerino da Servitù, Stalla da cavallo per sei Poste, Cucina, e Camera per li Gastaldi, Granaro, Lissiera, Saletta sovraposta alla Strada, Riva di Pietra, e Forno, sito per uno, o due animali Porcini.

Chi vi applicasse, si abbocchi con il Sig. Andra Ruggeri attual Cancellier della Mira, ovvero con il Sig. Giuseppe Battagiarin domiciliato in Casa dell’Eccellente Andrea Maria Calichiopoli, abita a S. Angelo in Calle del Pestrino.

Savio in Settimana per la prossima ventura

s. Zaccaria Valaresso.

Cambj

19. Marzo 1790.

Lione 57. e 5 8vi.

Parigi 54. e 3 4ti.

Roma 63

[184] Napoli 114. e 3 4ti.

Livorno 99 e 7 8vi.

Milano 155.

Genova 91 e 5 8vi.

Amsterdam 93. e mezzo.

Londra 48. e 7 8vi.

Augusta 103.

Vienna 198

Prezzi delle Biade

sotto il giorno stesso.

Formento da l. 30. a 31.

Sorgo Turco da l. 15. a 15. 10.

Segale da l. 21. a 21. 10:

Fagiuoli bianchi a l. 22.

Miglio a l. 17.

Risi da’duc. 35 12 a’36 al m.

Quegli spiriti colti, che gustano la solidità, e le bellezze dell’arte oratoria, la chiarezza nelle proposizioni, la fedeltà dimostrativa nella divisione d’punti, uno stile ornato senza mollezza e superfluità, un’eloquenza che dipinge gli oggetti, convince gl’intelletti, domina i cuori, tutti restano soddisfattissimi delle Prediche del Nob. Sig. Conte Ab. Pietro Paletta Veronese a S. Lorenzo.

Mane 19. cor. alla C. N.

Laudo 22 + Taglio 8. n. s. 2.

Avv. al Laudo

Ecc. Lorenzoni e Costantini.

Al Taglio

Ecc. Gallini e Stefani.

Trattavasi d'un pingue canonicato.

Sul punto di questa causa si procureremo de'lumi per il Foglio v.

Padova.

19 Marzo 1790.

“Jeri in questa Contrada della Savonarola verso S. Benedetto furono trovate morte due donne ed un vecchio. Era l’una di mezza età, l’altra di più avanzata. Un cadavere quasi putrefatto: gli altri due incorrotti, come da poco rimasti senz’anima. Visitati dall'offizio di Sanità, e Malefizio, e dagl'incombenti medici e chirurghi, si giudicò che quelle persone fossero morte d'inedia, e da mala cura, e che non avesser potuto chiamare soccorsi umani e divini. Furono aperti li cadaveri onde ne nacque la decisione.

Vi avviso che a questo nobile Consiglio, oltre le Famiglie Forastiere che vi son aggregate, delle quali faceste menzione, vi son anche quelle di cotesti Signori Fontana e Salvioni dell'Ordine de'Segretarj; e che sovente de'Membri di questo generale Consiglio ritrovansi come Residenti alle Corti Estere, essendo Segretarj di cotesta Serenissima Repubblica.”

Alla interrogazione venutaci da Verona questa mattina risponderemo nel venturo Foglio di Mercordì, prese le più sicure informazioni.

Diremo intanto che li quattro Veneti Bastimenti periti, secondo le pubblicate notizie, andavano a Costantinopoli carichi di grano; e che queste due Compagnie d’Assicurazioni n'ebbero disugual danno.

A tenore d'altra ricerca in Lettera anonima avvisiamo esser vero che stampate furono Due Lettere d'un Inglese in occasione del suo viaggio in Toscana scritte al Marchese di Marnasia, nelle quali si dà un’idea del carattere, e delle massime politiche ed economiche del Gran Duca Pietro Leopoldo ora Re Apostolico d’Ungheria, e di Boemia, ec. ec.

Si vendono in Milano dal Sig. Fedrico Agnelli R. Stampatore. ◀Nível 2

Ricapiti per le Notizie ed Associazioni di questo Foglio.

S. Bartolommeo in calle stretta dal Colombani Librajo.

A S. Giuliano dal Curti Librajo appresso il Caffè di Menegazzo.

Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o diviso in Semestri, ed ogni Assocciato è servito due volte alla Settimana alla sua abitazione, o ricapito.

Le Assocciazioni si ricevono in qualunque tempo. ◀Nível 1