Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 20", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\020 (1790), S. 154-160, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2583 [aufgerufen am: ].


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Num. 20

Mercordì 10 Marzo 1790.

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Notizie di Palma

3. Marzo 1790.

Brief/Leserbrief► Un infausta notizia arrivata jeri l’altro a questo Eccell. Generale, per mezzo di Messo straordinario spedito dal Sig. Callegari Console Veneto in Trieste, portò qui una quasi universale costernazione. Essa conteneva il tragico luttuoso fine fatto da un benemerito e valoroso soggetto dell’ordine militare, che ha fedelmente servito per tanti anni questa Serenissima Repubblica ed era giunto al ragguardevole grado di Colonnello d’un Reggimento di Croati a Cavallo. Questo è il Co: Pietro Gregorio Carrara, che parti di quà il dì 22. Febbrajo scaduto incaricato di Pubbliche commissioni per la Dalmazia, e che si risolsce di fare il suo viaggio per terra credendolo più prospero, e meno pericoloso; ma appunto egli s’ingannò mentre essendo tre quarti d’ora distante da Fiume sopra una strada d’una ripida discesa, se gli ruppe improvvisamente il timone, e li cavalli non furono più in istato di frenare l’impeto del calesse sicchè precipitando lor nelle gambe si spaventarono, e costrinsero il Cocchiere, il Colonnello, ed un suo servo a tentare la loro salvezza saltando fuori del legno. Riuscì felice il tentativo al Giovine servitore che restò illeso senza alcun’immaginabile offesa, ma il cocchiere soffrì una lieve contusione nel capo da una ruota che gli passo di sopra così velocemente, che non ebbe per così dire il tempo di schiacciargleilo: lo sventurato Colonnello poi v’impegnò una gamba tra i raggi d’una ruota, e fù strascinato per venti passi, e più sopra la strada: così maltrattato fù raccolto da cordiali persone, che gli porsero la più premurosa assistenza, ma inutilmente perchè erasi già rotte le gambe, tutto confuso, avendo anche perduto l’uso della parola, dopo alquante ore passò all’altra vita. La qualità della sventura risveglia l’orrore, e la compassione per qualunque a cui fosse succeduta; qual commozione, e qual sentimento non dovrà eccitare un caso sì funesto accaduto ad una persona, che si avea aquistata per tutto colle sue maniere, e colle sue prerogative, la benevolenza, ed estimazione? ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Terminazione degl’Illustrissimi, ed Eccellentissimi Signori Proveditori sopra la Giustizia Vecchia, e Giustizieri Vecchj, approvata con Decreto dell’Eccellentissimo Senato 25. Febbraro 1789. M. V.

Avendo l’Eccellentissimo Senato, col dichiarire tra le Arti Liberali quella de’Suonadori, espressamente spiegato il Pubblico oggetto di promuovere anche per tal modo la sua perfezione; E lodevole risultando il desiderio, con cui si produsse l’Arte stessa alla unione de’Magistrati Loro per le consonanti disposizioni di Disciplina. Hanno perciò all’oggetto stesso adecquati cogli opportuni esami li seguenti Capitoli, che dipenderanno per la loro validità dalla Sovrana approvazione.

I. L’Arte de’Suonadori potrà colle Riforme infradichiarite, e salvi nel resto gli ordini, e metodi correnti, assumere la Denominazione di Collegio, e adattarvi le cariche, sull’esempio di quella de’Pittori, cui ella è richiamata col Decreto 17. Settembre passato.

II. Gl’Individui, che vi sono in presente ascritti, sotto qualunque titolo di Prova, resteranno tutti alla Condizione di prima, e ciò per non alterar nelle Persone loro i metodi e il piano di Governo, in cui furono ammessi.

III. Perchè poi solamente quelli, che fanno la Prova di cognizione secondo la Teoria, posseggono l’Arte, e ne sostengono in questa Capitale a confronto delle altre l’impegno, verso i quali per conseguenza è rivolto l’oggetto di Perfezione per i gradi di Eccellenza, che in loro possono verificarsi; Perciò dovendo distinguersi in questi il pregio della Professione a differenza di quelli che materialmente, e senza principj fanno la Prova a orecchio per servire agli usi Popolari sulle strade in qualunque modo, o altrove senza decenza e impegno; Resta stabilito, che in avvenire si descriverà nel Collegio unicamente chi farà la Prova di cognizione secondo la Teoria; e quelli della seconda Classe saranno registrati separatamente in nuovo Catalogo, che sarà istituito.

IV. Quelli che nel nuovo Catalogo anderanno descrivendosi, come sopra, verranno a costituire un Colonello separato in riguardo al Collegio, in cui non avranno voce o ingresso; Ma goderanno nel resto la promiscuità de’Benefizj spirituali, e i vantaggj di esser tutelati, di partecipare nella Cassa de’Poveri, ed altro; siccome soggiaceranno ancora al Carato per la loro Tangente di Tansa, e Taglione, e agli altri consueti pesi, secondo le correnti. Leggi e Pratiche, ai presenti Capitoli non repugnanti.

V. Quando gl’Individui, che andranno descrivendosi come sopra nel nuovo Catalogo, saranno giunti a eccedere il Numero di 25., potranno formar le loro Riduzioni Capitolari coi metodi ordinarj, e coll’intervento del Priore, e Sindici del Collegio, per le cose occorrenti, e per fare le annuali Cariche di tre Deputati alle Prove, e di un Tansador, necessarie nell’ordine loro; e potranno allora eleggere il Capo del Colonello, e il Vice-Capo, soggetti a Contumacia di Anni 5., colla ispezione al primo d’invigilare, ed al secondo di far le veci al bisogno, per la buona direzione di quel Colonello; continuar dovendo una sola esazione e Cassa, come in presente.

VI. Sinchè si verificherà il caso espresso nel precedente Capitolo le suddette Cariche di Deputati, e Tansandor saranno dal Collegio provisionalmente elette del Corpo de’Suonadori a orecchio. Le Cariche poi del Collegio stesso saranno scielte del Ceto di quelli, che vi sono ammessi colla Prova di cognizione, e che sono addetti intieramente alla Professione senza esser distratti in altre Arti; Dovendo attendersi nella Carica di Priore la Contumacia [155] di Anni 5., e di un Anno nelle altre.

VII. Perchè tutto poi adecqui all’oggetto della Perfezione con reciproca Gara e Stimolo per ogni modo sarà aperto e libero al Genio ed ai Talenti d’ognuno, così Forastieri che Sudditi, l’accesso coi metodi soliti, e non potranno ricusarsi a chississia le Prove. Per tal modo potranno collo studio aspirare al Collegio, mediante la Prova di cognizione, anche li Suonadori a orecchio, Beninteso, che senza tal Prova non potranno esercitarsi altrimenti che a orecchio.

VIII. Li Figli di quelli, che si trovano già descritti, goderanno la solita facilità di Benentrata, senza la minima spesa nel far la Prova di cognizione per esser ammessi nel Collegio; Ma non potranno già esimersi dal necessario studio per rendersi abili, e dimostrarsi tali col mezzo della Prova, la quale, essendo requisito di cognizione; non potrà mai a pretesto di agevolezza o privilegio dipensarsi.

IX. Saranno in appresso aggregati a titolo di onorificenza al Collegio dal Voto della Cariche li Maestri di Cappella e Compositori di grido, atti a promuovere in esso lo stimolo della Perfezione; sotto il qual nome non potranno intendersi quelli, che senza tal Celebrità si espongono a battere e diriggere le Musiche in questa Città, li quali, desiderando di esservi aggregati per distintivo, dovranno adattarsi prima allo sperimento della Prova, come nella Regola delle Prove infraregistrata; salvo il provedere altrimenti al disordine, che dal diriggere inscientemente le Musiche deriva nelle Pubbliche Funzioni. Se poi del numero di tali aggregati volesse alcuno abbracciare la professione di qualche Instromento, non anderà esente dai metodi consueti.

X. Se mai chiunque ammesso nel Collegio fosse rilevato Reo per mal Costume con Pubblica Censura, dovrà intendersi imediatamente depennato, e non potrà esser rimesso che per Grazia delli due Presidi Magistrati con sette Voti almeno. Se poi taluno si prestasse fuori del proprio ordine ai Suoni popolari sulle strade, o nelle Taverne e Luoghi indecenti, decaderà dalla ragione d’Ingresso, voce, e titolo del Collegio, dal cui Registro sarà depennato, e s’intenderà essersi volontariamente addetto alla Classe de’Suonadori a orecchio.

XI. Fermi gli ordini tutti e metodi finora usati, alle presenti disposizioni non repugnanti, e con riserva delle Prescrizioni, che risultassero in seguito opportune, dovranno i Capitoli presenti, previa la Sovrana Approvazione osservarsi ed eseguirsi in ogni parte.

Segue la Regola per le respettive Prove.

Prova di Cognizione. Il Candidato produrrà una suonata a sua elezione, che sia in tre Caratteri, cioè di un primo Alegro, di un adaggio, e di un ultimo Alegro, e farà sopra quella il primo esperimento con quell’Istrumento Musicale a titolo del quale vorrà essere ascritto. Imediatamente dopo farà il secondo esperimento sopra una Suonata secondo il Moderno gusto, pur in tre Caratteri, di quelle che dovranno tenersi custodite a questo fine, e che sarà estratta a s/forte sul fatto.

Prova a Orecchio. Basterà una Suonata a orecchio di quell’Istrumento, a titolo del quale il Concorrente vorrà esser ammesso nel Colonello de’Suonatori a orecchio.

Prova per li Direttori delle Musiche. Sotto un Tema, che sarà scritto sul momento da uno dei Compositori aggregati per onorevolezza, chi fa la Prova (ritirandosi solo in una Stanza contigua) leparti aggiungerà componenti l’intiera Armonia, secondo le vere Regole del Contrappunto, Maestrevolmente disposte.

Essendo per li tre Deputati alla Prova a orecchio dichiarito il metodo del-[156]la Elezione nelli Capitoli V. e VI., così per li Deputati alle altre due Prove sarà osservato il seguente metodo.

Entro giorni 8. dopo la Ratifica delle Cariche del Collegio le Cariche stesse, elette per l’Anno successivo, unitamente alle attuali dell’Anno, faranno le elezione di quattro Individui per ogn’Istrumento col titolo di Deputati alla Prova di cognizione; e di altri quattro dell’ordine de’Maestri e Compositori, aggregati per onorevolezza, con titolo di Deputati alla Prova de’Direttori delle Musiche.

Li Deputati alle Prove suddetti potranno esser confermati senza soggezione di Contumazia. Alla Prova di Cognizione assisterà il maggior Numero delli quattro Deputati, e delle Cariche, costituenti la Banca attuale, oltra il Priore, o suo Vicario; E s’intenderà ammessa la Prova anche quando abbia un voto solo oltra la metà con Secreta Ballottazione.

Alla Prova a orecchio assisteranno due almeno delli tre Deputati, e altrettanti delle Cariche del Collegio, estratti a sorte, cosicchè siano in parità, oltra il Priore, o il Capo del Colonello, quando sarà la prima volta eletto; e s’intenderà ammessa la Prova colla pluralità de’Voti Secreti come sopra.

Alla Prova de’Direttori delle Musiche interveniranno li soli quattro Maestri e Compositori Deputati, e s’intenderà ammessa colla pluralità de’loro Voti.

Il Luogo per far le Prove sarà destinato respettivamente o dal Priore, o dal Capo del Colonello, o dalli Compositori Deputati, esclusa sempre l’Abitazione propria del Candidato. Per gl’Inviti, Ballottazioni, ed altro, dovrà prestarsi il Bidello nelle Prove tutte. Il Registro dovrà esser tenuto dal Cancelliere del Collegio, appresso il quale sarà pure il Registro delle Elezioni de’Deputati. E la spesa per la Prova di Cognizione non potrà mai eccedere li Ducati 5. V. P., siccome li Duc. 2. per la Prova a orecchio; dovendo esser del tutto esente quella de’Direttori delle Musiche.

Perchè si verifichi nelle Prove l’oggetto che si contempla, non una inconveniente tortura o restrizione; sarà dato ascolto sulla ingenuità delle Prove in via summaria dalla Giustizia de’Magistrati Presidi; e la decisione coi metodi Legali de’Magistrati stessi dovrà aver effetto.”

Il Signor Carlo Curz attuale Priore di quest’Arte de’Suonatori ha il maggior merito nella promozione del suo onorifico innalzamento. È però di tutta giustizia, che sia raccomandato su questi Foglj il suo nome alla stima, e agli elogj, di quegl’individui che sentono il dovere dell’aggrandimento de’loro rispettivi Corpi, e di tutte quelle persone che pensano giustamente su’stimoli, e sull’attività di chiunque tenta di nobilitare la sua condizione.

Oh cani! cani! oh uomini, che gl’insegnate ad esser crudeli!

Nel Prestrino a S. Alvise il Sig. Ab. D. Franc. Saverio Sona tiene il suo amato Picchio cavallo intiero napoletatano, d’ammirabili qualità, ch’una volta gli fu rubato a Padova, e ritornò da sè alla sua stalla, con un’intelligenza, e una fedeltà degna di Storia.

Ad oggetto di trattenimento, e di salute ei si esercita quasi ogni girono cavalcando sull’erboso terreno, che serve a’tiri de’nostri urbani Bombardieri, detto il Bersaglio.

Venerdì alle ore 19 entrato in tal luogo, avea dati appena pochi passi il suo cavallo, quando venne assalito da un cane da toro, che senz’abbajare gli saltò, e risaltò alla testa per lacerargli l’orecchio. Dicesi, che sciolto si fosse violentemente dalla catena, senz’ajuto dell’altrui mano. Picchio spaventato all’assalto improvviso si mise in ardenza, e si difese in tutti i modi possibili contro del suo furioso inimico, che [157] spiccava voli dal suolo per insanguinarsi i denti arrabbiati ne’suoi vergini orecchj.

Avrebbe potuto il Sig. Abbate sottrarlo al pericolo collo spingerlo ad una sforzata carriera, se avesse avuto il cammino libero, ma era acccidentalmente ingombro di lane, ed intrecciato dalle corde sulle quali erano stesi i panni delle Lavandaje, onde ciò facendo correr rischio poteva di sterminarsi. Fu dunque costretto di tenersi fermo a cavallo difendendo le sue povere gambe da’morsi di quel maledetto cane, che non voleva mai ritirarsi. Non poteva egli nemmeno scendere a terra senza esporsi a grave pericolo per i salti frequenti ed irregolari, che faceva il suo Picchio, e per l’insistenza del cane, che avrebbe potuto sfogarsi contro di lui.

La Custode di quel luogo gridava: misericordia: gli uomini che stendevan la lana eran attoniti nè avean coraggio di correre in suo soccorso. Il cavallo sbuffa, nitrisce, arde, si contorce, s’impenna, tira calcj da atterrar un fortino, e l’Alessandro di questo Bucefalo saldo in sella, e il cane si schermisce, e non abbandona l’impresa. Durò un quarto d’ora il conflitto.

. . . . . . . . . degne d’un pieno Teatro opre sarian sì memorande. Il chiaro Sole le vide, e colle persone suddette le vider due Cavalieri che giunsero alla fine del combattimento.

Riuscì finalmente all’irato Picchio di calpestare colle ferrate zampe il can prepotente, che per vendicarsi dell’affronto accolse tutte le sue forze, e rimettendole in uso, vedendo che nulla poteva fare alla testa s’avventò alla coda del cavallo, e colla dentatura ferina gliela spogliò d’una boccata di pelo. Al grave torto s’aguzzò l’ingegno del Corridore napoletano, unì le due zampe di dietro, e vibrò un colpo sì giusto, che colse quel temerario mastino, lo fece volar qualche passo, piombar a terra, e poi cantare la ritirata sulla musica cagnesca del cain cain.

O Picchio

Di Poema degnissimo, e d’Istoria la tua vittoria lo merita, e verrà celebrata da qualche grazioso Sonetto.

Padova. 7. Marzo 1790.

“Poichè il vostro Foglio scarseggia molto delle notizie di questa Città io voglio parteciparvi le più recenti.

È qui oggetto di discorsi, e di stupori, la difficoltà nell’elezione del nostro Nunzio per cotesta Capitale, di cui ne’Registri di questa mia Patria non v’ha esempio. Si farà quanto prima un altro esperimento nel Generale Consiglio, o cogli usati, o con altri metodi. Eccovi intanto l’esito de’passati.

Sabbato 27 Febbrajo

Antonio Brunelli Bonetti di sì 93. di nò 104.

Conte Marc’Ant. Corbelli di sì 50. dinò 149.

Conte Giov. Nic. Bolis di si 89. di nò 107.

Seconda Nomina

Brunelli 86 e 106. Corbelli 36 e 159.

Bolis 89 e 114.

Roberto Bonfio 38 e 158.

Terza Nomina

Brunelli 89 e 101. Corbelli 38. 153. Bolis 81 e 108.

Come per l’elezione del Nunzio il Consiglio si tiene a porte aperte, così qualche votante esce, e non è per ciò il numero sempre lo stesso.

2 Marzo

Bolis 93 e 96 Brunelli 90 e 102.

Seconda Nomina

Bolis 86 e 102. Brunelli 88 e 101.

Bened. Trevisan 32 e 151.

Terza Nomina

Bolis 88 e 98. Brunelli 87 e 100.

3 Detto.

Brunelli 93 e 97 Bolis 87 e 102.

Co: And. Cittadella 41 e 147.

[158] Seconda Prova

Brunelli 91 e 99 Bolis 89 e 100.

Dot. Gius. da Pace 34. 156.

Terza Prova.

Brunelli 90 e 100. Bolis 88. 101.

Co. Ag. Scotti 12 e 183. Co. Franc. Abriani 24. e 164.

S. E. Podestà e V. Capit. Da Riva ottimo nostro Rettore, è partito Giovedì per Montagnana attesa mortalità di 8 animali in una Boaria, e di due altrove. Credesi il male provenuto da’cattivi pascoli, e che non sia progressivo.

Tra’Predicatori distinguonsi il P. M. Frassen Inquisitor di Treviso al Santo, e un Riformato nella Cattedrale. Vi son però altri valenti Sacri Oratori.

Società di Nobili, Scolari, e d’altri Ordini civili, incominciando da questa sera aprono nella Sala del nostro Eccellentiss. Rappresentante un’Accademia Filarmonica.

Cotesto Eccellentis. Senato decretò a’25 dello scorso pros. mese l’importantissima escavazione del canal d’Este conducente a Padova, e il riattamento della strada postale dalla Battaglia a Monselice colla soprantendenza del valente Munaretto Padovano, da eseguirsi sul modello di quelle famose delle Brentelle, e del Ponte di Brenta.

Notizie Sacre.

“7 Marzo. S. Tommaso d’Aquino Dottor Angelico entrò nell’Ordine de’Predicatori l’anno 1224 in età d’anni 13. Fa testimonianza di sua profonda virtù, oltre quella de’suoi Libri, la voce del Signore allorch’egli prostrato dinanzi a un Crocifisso udì dirsi: bene scripsisti de me Toma. Incamminatosi al secondo Concilio Generale di Leone salì al Cielo nel 1274 in età d’anni 50 dal Monastero di Fossa. Giovanni XXII lo canonizzò nel 1323 e nel 1368 il suo corpo fu trasferito a Tolosa. Pio V Domenicano lo dichiarò Dottore della Chiesa nel 1567.

Questo Santo è Protettore de’Libraj e Stampatori la cui Scuola è posta sotto i Claustri del Convento di SS. Giov. e Paolo. La tavola dell’altare è di Pietro Negri, come pure un quadro del soffitto. L’attuale Priore è il Sig. Giuseppe Fenzo.

A lato di questa Scuola nel muro giaccion le ceneri di Giacomo Ciera Vescovo di Coron in Morea, che fu prima Piovano di S. Gio: Grisostomo, e Can. di S. Marco, morto verso il 1400.

Nella Veneranda Scuola della SS. Annunziata in S. Caffiano nella pros. v. Domenica si esporrà alla pub. adorazione l’insigne Reliquia del Velo della SS. Vergine tinto del prezioso sangue di G. C. Alle ore 22 vi sarà Orazione Panegirica recitata dal Rev. Piov. di S. Sofia.”

Jeri il nostro Serenissimo Doge scesce in forma pubblica co’Trionfi nella Basilica di S. Marco allo sparo d’Artiglieria ad assistere alla Messa in Musica e solenne Te Deum per il compleanno della sua gloriosa elezione. Apparve in ricco e magnifico manto; le sue livree erano nuove, e di gala

Furono dispensate le copie del suo Ritratto in istampa di rame a’bottegaj di questa Città, disegnato dal celebre Signor Castelli pittore.

Questi giorni si festeggiano sempre con universale letizia, ed uniscono i lieti augurj de’sudditi, quando son sacri ad ottimi Principi come il nostro regnante.

Disinganno soddisfacente.

S’è finalmente saputo l’arrivo a Costantinopoli del nostro Capit. Franc. Beroaldo, che non sofferse neppur burrasche, e si temeva perduto.

Insorgono delle nuove tristezze per la divulgata perdita d’altri Legni di Veneta Bandiera unitamente ad alcuni di varie Nazioni. Forse non dovremo ratificare la funesta notizia, come speriamo.

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Al Giovine che non acconsente al taglio de’suoi capelli.

Satire► Dica pur ciò che vuol vostro Padre, e il Medico gl’insegni quanto in capo gli sale, l’usanza di tener i proprj capelli è antichissima; si avea per essi tanto rispetto che si consideravano quei delle Vergini consecrate al culto della Divinità come le offerte più grate a’Dei Tutelari; e tra i Greci e i Romani sugli altari di Bacco, di Nettuno, e d’altri Numi presentavasi la prima lanugine, che copriva il mento, e le tempie. Al principio della nostra Era sarebbe stato un delitto il non prestar fede ad un uomo che giurava pe’suoi capelli. Era il maggior segno di rispettosa attenzione quello di salutar una persona collo strapparsi un capello, e presentarglielo; e per riconoscer uno per suo padrone gli si dava la cappellatura a recidere, e questo gli promettea nel tagliarglela la protezione richiesta. I capelli corti erano la marca della schiavitù, e quando un debitore, che pagar non poteva, abbandonavasi al suo creditore, ei presentavagli le forbici, che spogliandolo de’suoi capelli lo privavano in un istante della libertà.1

Eccovi servito sul punto dell’antichità di portar i capelli, sul conto che se ne facea dagli antichi onde una lunga chioma fu sempre il più bell’ornamento della Gioventù d’ambi i sessi. Si tratta di volere la recisione della vostra non per sacrificarla a delle false Divinità, non per implorar protezioni, nè per rendervi schiavo d’un creditore, ma unicamente per secondar l’umore di vostro Padre, che stima una parrucca necessaria a dar credito a un uomo. Se prescindasi dagli uffizj che la richieggono, a noi sembra, che non dovrebb’esser ammessa se non da’soli, che dopo aver perduti i proprj hanno d’uopo dei capelli degli altri. L’invenzione è utilissima per coprire una zucca pelata, e far valer l’arte nelle veci della Natura, ma, corpo di Bacco, voler che un Giovinotto si privi della folta sua zazzera co’ fili della quale ha legato il cuore d’una Ragazza, e non per altro che per dargli un’aria d’importanza, per un mal inteso costume, questa è una barbarie. Se la condotta d’un Figlio co’suoi capelli, è buona, perchè volere che se li taglj? Se non è tale cangierà forse al sentirsi in capo quelli degli altri? Eh via caro fior Pare lasciate che il vostro Putto si goda ciò che gli donò la Natura, e se non vi fa sospirare con quegli sviamenti che son sì comuni alla Gioventù del tempo corrente, non fate ch’egli sospiri per una bagattella di cui l’ombre in parrucca de’vostri nonni non avranno a farvi un rimprovero mostrandovela come un fideicomisso ripudiato da non lasciarli in pace neppure nell’altro Mondo. ◀Satire ◀Ebene 3

Seguito de’Bastimenti.

Al Sig. Giammaria Guizzetti Verderame pani 20.

Al Sig. Gabriel Cornet Zuccaro Verzin Bot. 9 detto Mascabà Bot. 7 Terra Oriana Bar. 1 elizzi Cassette 1. Vino Casse 24 e ceste 5. Merluzzo un Ballotto. Mandole una cassa. Olive cassette 1. Mostre di Zuccaro un Pacchetto.

Alli Signori Eredi di Giuseppe Rubbi Smaltino Barili uno.

Al Sig. Isacco Morpurgo Libri pacchetti uno. Zucchero verz in Botti 9. Vetri rotti una cassetta. Calzette vecchie un pacchetto. Frutta secche una cassetta.

Al Sig. Pietro Biondini. Radice di Cina una cassa.

[160] Al Sig. Remondini Libri 2 Casse. al Sig. Girolamo Ippoliti. Acciughe una cassetta. Vini 3 casse e una cesta mandole fine una cassa. Bidet num. 2 in una cassa.

Al Sig. Gio: M. Ruberti Chincaglie una Balla.

Del Capitano vino casse 2. Zuccaro Arnasetti 3.

A chi presenterà Mandole Bal. 53. Botti 12. e colli 26. Garbello di cassia Bot. 6. Resina barili uno. Terra Oriana Bar. 15. Verderame colli 11 e bot. 10. Zenzaro Fardi tre. Salsaperiglia Balle 12. Zuccaro Mascabà Bot. 6. Pevere Garofolato Bal. 6. Vino casse 2.

2 Marzo 1790.

Bergantino nominato Buxton Cap. Clemente VVots venuto da Germauth con 600 Barili d’Aringhe al Sig. Pietro Paolo Alghisi.

Al Cons. di 40. C. N. Mane 8 Marzo cor.

Trá il Sig. Bart. Fassi per la sua Dita Giamb. Fassi al Laudo, e il Sig. Faustino Lucchi per la sua Dita al Taglio

Av. al Laudo Ecc. Stefano, e Sozzi.

Al Taglio Ecc. Cromer e Orlandi.

Interv. Benetelli.

Era Causa in 3 capi, e di tutti tre segui questo Giudizio.

Al Laudo 18 + al Taglio 8. n. s. 4.

Raccoltosi il Coll. Illustris. De’Pub. Notaj nel Mag. Eccellentis. del Sopragastaldo elesse al suo Corpo li Signori Casser e Maderni, ch’erano in concorrenza colli Signori Nomicò e Foppa.

Una di queste sere nella Sala del Sig. Meo si replicherà il Pimmalione dal Sig. Babbini, e dalla Sig. Pitrot. Il Biglietto d’entrata per i soli Nobili costa L. 8. Poi v’interverranno i cittadini, e civili persone per l.4

Questa stessa Scena drammatica si reciterà, e canterà in Padova Accademicamente nella Sala dell’Eccell. Rappresentate.

In Lettera data d’jeri, che ci dà questo avviso confermasi quanto contiensi nell’altra relativamente alle ballottazioni per Nunzio della Città, e v’è aggiunto che i concorrenti erano tre cioè il Sig. C. Bolis primo dichiarito sin da cinqu’anni, il Sig. C. Brunelli, e il Sig. C. Corbelli, che s’è poi ritirato. Che gli altri furono scontri senza concorsi, trà i quali il Bonfio coprì altre due volte la nunziatura, ed è dell’Ordine de’Deputati: Anche il Trevisan, e L’Abriani son del numero de’32 magnifici Deputati nel quale trovansi il Bolis e il Brunelli.

“Un Giovane che conta l’età d’anni 18 esibisce l’opera sua a chi si compiacesse d’onorarlo di commissioni analoghe ala sua abilità. Egli possede perfettamente la lingua Tedesca, e si impegna alla formazione esatta di conti implicati sì mercantili che d’altra sorte, oltre un assai bel carattere, e provata onestà di costumi. Chi valersi volesse dell’avviso presente si dirigga ad Antonio Staffiere in Casa di S. E. il Sig. Marchese Albergati Capacelli, che ne avrà le più precise direzioni, e notizie.” ◀Ebene 2

Ricapiti per le Notizie ed Associazioni di questo Foglio.

S. Bartolommeo in calle stretta dal Colombani Librajo.

A S. Giuliano dal Curti Librajo appresso il Caffè di Menegazzo

Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o diviso in Semestri, ed ogni Assocciato è servito due volte alla Settimana alla sua abitazione, o ricapito.

Le Assocciazioni si ricevono in qualunque tempo. ◀Ebene 1

1V. Alman. di Gotha.