Num. 99 Antonio Piazza Moralische Wochenschriften Ingrid Scherk Editor Kirsten Dickhaut Editor Magdalena Albert Editor Alexandra Fuchs Editor Institut für Romanistik, Universität Graz 23.09.2015 o:mws.4098 Piazza, Antonio: Gazzetta veneta urbana. Venezia: Zerletti 1789, 785-792 Gazzetta urbana veneta 3 099 1789 Italien Ebene 1 Ebene 2 Ebene 3 Ebene 4 Ebene 5 Ebene 6 Allgemeine Erzählung Selbstportrait Fremdportrait Dialog Allegorisches Erzählen Traumerzählung Fabelerzählung Satirisches Erzählen Exemplarisches Erzählen Utopische Erzählung Metatextualität Zitat/Motto Leserbrief Graz, Austria Italian Gesellschaftsstruktur Struttura della Società Structure of Society Estructura de la Sociedad Structure de la société Theater Literatur Kunst Teatro Letteratura Arte Theatre Literature Arts Teatro Literatura Arte Théâtre Littérature Art Italy 12.83333,42.83333

Num. 99

Mercordì 12 Decembre 1789.

Avviso Sacro.

Il R. P. Giuseppe Manzoni Alunno della Chiesa Veneta P. C. di SS. Apostoli, ha invitato per ciascuno prima Domenica del Mese al Ragionamento Parrocchiale nella Chiesa de’Canonici Regolari di S. Salvadore di Venezia. Acciocchè non manchi nelle Feste fra l’anno la Predicazione Evangelica in una Metropoli, in cui i Rev. Piovani, occupati in cura malagevole, e distinta dalle Cure Rurali, non possono dall’Altare spiegare i Vangeli al popolo, ha introdotto l’uso de’Ragionamenti Parrocchiali nelle Chiese P. C. di SS. Apostoli, e di S. Fosca. Il Ragionamento Parrocchiale non è una Predica di Artificio, come le Quaresimali; nè una Lezione di Scrittura Sacra, la quale rechi spirituale diletto colla sua dilicatezza, ed erudizione Biblica. Non è un Catechismo, cioè una filata Esposizione del Credo, del Pater noster, del Decalogo. Questo si fa da’Rev. Piovani a piana terra, nell’Estiva Stagione, a ora di Cristiana Dottrina in Venezia. Non è un Sermone, in cui si parla con qualche attenzione al Numero Oratorio, benchè sia di una dicitura più facile, che la Predica di Artificio. È un Discorso sacro lavorato con giro di parole, e concetti a fiato, senza Periodi Oratorj, maneggio di Tropi, e Figure raro, e senza il Vergine Toscanismo, e la spiritosa Trasposizione; ma con frase popolare, e propria di Estemporaneo Dicitore il quale a nome del Parroco su qualche Verità Cattolica ammaestra il suo popolo, inveisce contro i vizj, l’eccita alle Cristiane Virtù, dietro le traccie della Scrittura Sacra, della Tradizione Divina Apostolica, de’Sacri Concilj, Interpreti, Santi Padri. È piuttosto Teologo in pulpito, che Oratore. Non s’impegna in Esordio limato, in polizia di termini, in leggiadro vezzo di frasi, in mozione tragica di Affetti, in Patetica Perorazione; in Fantasie gentili. Si chiama Parrochiale Ragionamento, perchè se il Parroco dovesse parlare ne’dì Festivi al suo popolo non gli sarebbe adattato il brio troppo aggradevole della moderna Sacra Oratoria. Perchè in Pulpito, e non dall’Altare, diranno alcuni, maniera di dir sì familiare, e disadorna! Il Pulpito mete nell’aspettazione de’Rostri, ciascuno desidera colà un perfetto Oratore. Perchè in Venezia dall’Altare parlando non si raguna il popolo, siccome intorno al Sacro Pergamo, e il Gius Divino comanda al Sacerdozio Diocesano radunarlo spesso, non solo in Quaresima, ad udire la Divina Parola. Se si rispetteranno i Ragionamenti Parrocchiali s’incoraggieranno a predicare in Venezia ne’ dì Festivi dopo pranzo, con molto frutto pareccchi Sacerdoti, i quali hanno studiato Teologia Dogmatica, e Morale; ma temono l’Arte del sagro dire oggidì nella sua più luminosa esaltazione. Quando il Predicatore Dominicale schiva l’indecente, debbono gli Amatori delle Prediche di artificio, a bene pubblico della Chiesa militante, tollerar il Parrocchiale Ragionamento.”

Dimanda d’un Ignorante ai Sapienti del suo Secolo.

“Mentre che aspetto di sapere col mezzo di questa Gazzetta, se si dia in natura, la Nobiltà: e se dandosi realmente, cosa sia ciò che la formi; mentre, ripeto, ch’io attendo lumi su questi importanti punti della scienza Civile, io riunendo l’idee che su la Nobiltà comunemente si spaziano, propongo ai sapienti la risoluzione della seguente difficoltà.

Essendo dimostrato che tutti, e nascono da Donne, e sono contenuti nell’Ovaja delle medesime a segno che in quelle di Eva si contenevano i germi di tutti gli uomini e di tutte le donne future; si dimanda, ripeto, per qual ragione la Nobiltà delle Famiglie si deduca dagli uomini che non sono inviluppati e contenuti gl’uni negl’altri, piuttosto che dalle Donne che lo sono; e che così formano una serie in natura, cui solamente si può appoggiare l’Albero Genalogico delle Case.”

Un Ignorante Associato.

Belle Lettere.

È uscito il quarto Trimestre del Giornale Poetico, che compie l’anno 1789. Gli Autori che compongono tutto il Giornale sono 164. Quelli dell’anno presente sono i Signori Bondi, Malvezzi, Bonfioli, Filomarino, Preti, Morari, dalla Cella, Donvillet, Sassatelli, Pepoli, Nappi, Novelli, Roberto Corniani, Salina, Sauli, Giovio, Barili, Perucchini, Monti, Ricci oltre molti altri con nome ignoto. Essendo morto ai 2. Decembre lo Stampatore del Giornale Pietro Marcuzzi si avvisano i Signori Associati di far capitare il loro nome e la loro associazione all’Editore Ab. Andrea Rubbi, e dire a chi si dovranno consegnare li Tomi quattro.

Avviso.

Dalla Calcografia di Antonio Zatta, e Figli Stampatori, e Libraj Veneti sono stati pubblicati ne’passati giorni li seguenti Articoli.

La Carta Geografica rappresentante il Brabante, le Fiandre Austriache, Olandesi, e Francesi, e il Ducato di Liegi per l’intelligenza de’fatti che colà accadono alla giornata. Detta Carta è stampata in foglio Imperiale e miniata all’uso oltramontano; e si vende al discreto prezzo di Paoli 2. e bajocchi 5.

Li Ritratti dei rinomati Generali Principe Luigi Nassau, e Principe di Potemkin, i quali vendonsi al solito prezzo di Bajocchi 3 Romani.

Troppo essendo memorabile ne’Fasti della Francia la strepitosa rivoluzione colà seguita, e interessando il Pubblico per sino le più picciole cose che hanno relazione colla medesima sonosi determinati li suddetti Zatta di porre sotto l’incisione il Prospetto della Sala dell’Assemblea Nazionale tratto da autentico Originale, e dove si veggono convocati li tre Stati. Questa stampa sarà data in luce al principio del venturo Gennajo in foglio Reale.

Finalmente dai Torchi Tipografici dei predetti Stampatori è sortito il Tomo sesto Storia della Guerra presente, e trovasi sotto il Torchio il settimo. L’Associazione è sempre aperta a Paoli 3. al Tomo.

Il Librajo Pietro Torre ha pubblicato in questi giorni il suo Annuale Veneto istruttivo e dilettevole corredato di curiosi aneddoti e singolarità varie per l’anno 1790.

Il compatimento ch’ottenne nelli precedenti quattr’Anni quest’Opuscoletto, che in realtà corrisponde al specioso suo titolo, tiene in lusinga il suo Autore, che li venga dal Pubblico vieppiù sempre aumentato in vista del presente, arricchito veramente di nozioni tutte interessantissime.

Esso già si trova vendibile presso molti Libraj di Venezia, ed anche nella Bottega che dispensa la presente Gazzetta.

A soldi 30 legato in rustico ed a L. 3. legato con più politezza.

Programma proposto da questa Accademia di Scienze, Lettere, ed Arti di Padova per gli Anni 1790-1791.

Universali essendo le lagnanze sopra la scarsezza di ogni genere di legname sia da fuoco sia da Fabbrica e costruzione, scarsezza che ogni dì più si sperimenta avanzarsi per le moltiplicate consumazioni, e per la distruzione de’Boschi in Monte ed in Piano, l’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Padova investendosi dei bisogni e dei voti della Nazione, eccita gl’ingegni capaci, e le persone ben intenzionate a pensar seriamente su questo importante argomento col proporre il seguente Programma.

“Investigare nelle Provincie, e nei Distretti dello Stato Veneto di Monte, di Piano o di Valle, in quali luoghi e siti, e quali piantagioni in ciascune fosse possibile ed utile di fare per moltiplicare le legna ad ogni uso, specificando quali specie di alberi o di frutici secondo la condizione de’terreni, con quali avvertenze, spese, e conseguenze fossero da coltivarsi o introdursi, con tutto quello che può aver relazione a questo oggetto.”

“E perchè appunto l’oggetto grande esige tempo, osservazioni, e spese di viaggj, l’Accademia ha deliberato di accordare doppio tempo e doppio premio; sicchè sarà il tempo di due anni, ed il termine sarà a tutto il 1791, ed il premio di sessanta Zecchini.”

Le Memorie saranno spedite all’Accademia innanzi lo spirar dell’anno 1791, e saranno giudicate dentro il 1792.

Dovranno essere scritte in Italiano, o in Francese, e pervenire franche di porto all’Accademia, dirette ad uno de’Secretarj, Signor Conte Abate Franzoja, o Sig. Abate Cesarotti.

Si esige che gli Autori non palesino i loro nomi, e non ne diano verun indizio manifesto, altrimenti le dissertazioni non saranno ammesse al concorso.

La dissertazione non porterà in fronte, che una sentenza o un motto, e alla stessa si unirà un biglietto sigillato collo stesso motto al di fuori, e dentro il nome dell’Autore, il luogo di sua dimora, ed il suo indirizzo: questo biglietto non si aprirà se il concorrente non otterà il premio, o l’accessit: in caso diverso, chiuso come verrà, sarà abbruciato pubblicamente in piena Acccademia [sic.].

Il premio di 60 zecchini sarà consegnato dall’Accademico Cassiere all’Autore stesso, o a chi presenterà una procura dell’Autore accompagnata da una sua lettera.

Dichiarazione per chi ne abbisogna sull’Articolo 30. Nobili estratti alla palla d’oro.

L’età prescritta dalle Leggi, che apre a’Veneti Patrizj le porte del Serenissimo Maggior Consiglio, è quella di anni 25. Quando però son giunti a quella di 20 possono concorrere all’estrazione fortuita, che si fa ogni anno il girono di Santa Barbara nell’Eccellentissimo Collegio sotto gli occhi di Sua Serenità. Poste in un’urna tante palle quanti sono i concorrenti, trà le quali trenta dorate, i nomi che accompagnano l’Estrazione di queste sono i favoriti, onde con tal mezzo ogn’anno il M. C. è accresciuto di 30. Individui non ancor giunti all’età che ordinariamente ad esso accorda l’ingresso. Per esser ammessi alla concorrenza, è però necessario, che sian muniti del bullettino sottoscritto dagli tre Eccellentissimi Avvogadori del Comune, e ciò per una Legge dell’Eccelso Cons. di X. del 1506. Questo bullettino è il documento certificato della legittimità di nascita, della discendenza maschile in ordine Patrizio, e della nobiltà della Madre, o della sua condizione atta a dar successione che non escluda dal Corpo Aristocratico.

Teatri.

La recita del p. p. Mercordì che si fece in questo Teatro a S. Luca andò a benefizio del Sig. Petronio il quale egregiamente sostenne la parte di Padre di Famiglia Protagonista della Commedia. Si fecero volar dei Sonetti a sua lode. Dicesi che questa recita gli abbia reso un profitto di 200. Ducati.

La Tragedia Gli Americani, che si diede per nuova a Sant’Angiolo la stessa sera, è l’Alzira di Voltaire. Non tutti sanno che nel titolo originale è l’Alzira o si gli Americani, e che i Comici sanno fare di queste burle, onde l’Udienza chiamata dal mai più rappresentata restò delusa, e s’è disgustata. Alcuni però non v’intervennero prevedendo il colpo, ed altri non s’irritarono intervenuti, perchè sempre preferiscono una buona Tragedia vecchia ad una nuova cattiva. Nondimeno furono questi ancora poco contenti della sua rappresentazione, perchè a dir il vero i Personaggj di questo Teatro, che son grati nel Comico, non hanno nel Tragico la stessa bravura; e ciò sia detto senz’offesa della prima Donna, che particolarmente ne’Baccanali seppe sì bene destare la compassione della sensibile udienza.

Credete, Comici amici, che la Gazzetta parla per vostro bene quando prende a difesa i diritti del Pubblico. Persuadetevi una volta, che non sono tutti gonzi que’ che vengono a’vostri Teatri; che la parte colta ed intelligente di essi sà compatirvi nelle vostre cadute alle quali talvolta assoggettavi la costituzione de’tempi presenti, ma non può tollerare d’essere infinocchiata sì spesso dalle vostre false chiamate, e ne’Caffè, ne’Casini, nelle Conversazioni fate per questo sparlare di voi, e chiamarvi con certi titoli, che certamente tutti non meritate, ma che per altrui colpa tutti v’abbracciano.

Correggetevi, in nome del Cielo, e non vi sdegnate contro chi ha il coraggio di dirvi la verità.

Estratto d’una Lettera di . . . .

Lode al Cielo, che la pittura Teatrale comincia a far qualche sensazione anche a Venezia. Questo merito lo ha certamente il Sig. Cav. Fontanesi, di cui lessi con piacere le lodi come pure l’articoletto, che ne vien in conseguenza. Egli rivolse a questo generale attenzioni del pubblico, giacchè se ne discorre, si esamina, si loda, si critica. Spero che si persuaderà in seguito che ben trattata la pittura nelle rappresentazioni può servire all’illusione non meno che a mover il cuore. Un miserere in tuono lugubre quanto volete, cantato in una sala illuminata, ed addobbata a festa non farà mai l’effetto, che produrrebbe in una stanza parata a lutto. Ciò ch’entra per gli occhi distrugge, o impedisce l’operazione di ciò che entra per gl’orecchi, o almeno tutte due queste forze analoghe avran più efficacia. Il primo moto in Teatro vien dall’aspetto della scena. Ma li Poeti non istimano che si possa racchiuder sentimenti che nelle parole, onde è inutile il discorrerne.

P. G.

Il suicidio non è trà i viventi particolare alla Spezie Umana.

Il gatto d’un Chimico di questa Città, benemerito della Famiglia per la sua vigilanza e destrezza alla caccia de’topi, ch’ebbero in esso uno de’più fatali nemici della loro razza, invecchiato tra i fumi, ed i vapori delle varie distillazioni, le quali producono degl’incomodi a chiunque esercita quell’arte, si ritrovò sensibilmente attaccato da un’affezione ipocondriaca, e da una svogliatezza per cui non badava nemmeno al pesce. Forse per credere di trovar un rimedio a’suoi mali si mise a rodere certi capi-morti, o siano globi terrei di mescolati ingredienti, che restano in fondo a’vetri, dopo che al vigore del fuoco hanno esalate le parti fluide e sottili. Il riparo fu veramente per lui peggiore del male. Preso il povero micio da convulsioni, e dolori non potè più tollerare la sua esistenza. Stava miagolando pochi giorni sono alla porta di strada, e la graffiava pregando colla voce, e cogli atti, che qualcuno l’aprisse. Mosso a compassione un Figlio del Padrone di Casa, lo ha prontamente servito, e gli tenne dietro curiosamente col guardo. Il gatto corse a più potere in capo alla vicina strada che mette a un canale, e colà spiccando un salto con una coraggiosa risoluzione da Curzio terminò affogato i suoi giorni.

Questo recente storico aneddoto merita d’esser inserito nella ristampa del Saggio filosofico sull’anima delle bestie.

Il Serenissimo nostro Doge ha eletto l’altr’jeri al Piovanato di S. Giovanni di Rialto il M. R. Sig. D. Giamb. Gasparini alunno di quella Chiesa. La sua fondazione rimonta al secolo Decimo, e il primo Piovano di cui ci resti qualche memoria fu Pietro Gradenigo, che nell’anno 1142 sottoscrisse il Decreto della famosa festa delle Marie. Fu essa distrutta dall’incendio di Rialto del 1513, e rifabbricata dal Doge Andrea Gritti. Il Senatore Cornaro nelle sue Deche riferisce diffusamente le lunghe controversie, e le varie vicende alle quali soggiacque. Dopo essere stata più volte ridotta in Commenda, ritornò al primiero suo stato sotto la obbedienza de’proprj Piovani, i quali egualmente che i Titolati della Chiesa medesima sin dall’anno 1493 vengono eletti dal solo Doge, privilegio che fu poi riconfermato dal Romano Pontefice Paolo III. nel giorno 16 Ottobre 1549.

Così il Sig. Ab. Tentori nel Tomo IV della sua Storia Veneta.

Ci è giunto alle mani un Biglietto, che avvisa il ritrovamento d’un MS. originale in cui eruditamente discutesi la Causa del Sommo Pontefice Gregorio VII. contro Enrico IV. Imperatore.

Chi lo custodisce si dimostra onestamente disposto a restituirlo al lume de’contrassegni: ma dice di aver lasciato l’indirizzo della sua persona alla Stamperia di questa Gazzetta, mentre nè il Fenzo, ne il Colombani, nè il Curti ne sanno nulla. Se corse qualche sbaglio l’avvertimento presente lo stimoli a verificare la sua buona intenzione.

Sig. Gazzettiere.

Siete pregato di rispondere, se trà i Commedianti italiani ve n’ha alcuno, o ve n’è stato a’nostri giorni degno d’esser messo al paragone del famoso Garrik degl’Inglesi.

Risposta.

Noi pretendiamo di soddisfare questa ricerca senza fare verun confronto. Li due seguenti aneddoti che traduciamo tutta dimostrano l’abilità singolarissima di quell’insigne Attor portentoso. Dopo averli letti si esamini chi solleva presentemente il suo merito su quello degli altri nell’Arte Comica, si rischiami alla memoria quanto di più seducente videsi in prima sulle nostre Scene, e poi si decida.

Garrik fu l’Attore il più sorprendente del nostro Secolo, per la facilità colla quale egli sapeva ordinare e scomporre i muscoli del suo viso, e far prendere alla sua fisonomia il carattere proprio alla parte ch’egli rappresentava. Allorchè il Sig. Nerricault Destouches fu inviato a Londra per la Corte di Francia, egli vide Garrik, allora molto giovine, che in una Rappresentazione sosteneva il Personaggio d’un vecchio di novant’anni, e quel celebre Poeta Francese fu talmente colpito dalla verità della sua azione, e dalli segni di caducità, ch’egli aveva saputo dare all’insieme de’suoi lineamenti, che parlando con lui nella sua loggia, dopo la Rappresentazione, non poteva ancora persuadersi, che quello fosse l’attore medesimo, ch’egli aveva ammirato in iscena.

Garrik ed il Pittore Hogarth erano intimi amici del celebre Fielding. Questi morì, senza che alcuno avesse potuto mai persuaderlo di lasciarsi fare il suo ritratto. Poco tempo dopo la sua morte si fece un’edizione compita di tutte le sue Opere. Hogarth è il primo a lagnarsi che il Ritratto dell’Autore non orni il frontispizio del Tomo Primo, e comunica a Garrik il suo rincrescimento. Questo nel giorno seguente entra nel luogo di lavoro del suo amico, nel momento delle più gravi sue occupazioni. Vengo, gli disse, per provare alcune situazioni teatrali che ho immaginate; indicatemi un sito dov’io possa raccogliermi. Hogarth, senza staccarsi dal suo lavoro, nè profferir parola, gli accenna colla mano la porta d’uno stanzino contiguo a quel luogo. Garrik, v’entra, e il Pittore continua la sua operazione. Questo, da lì a pochi momenti, ode una voce che distintamente pronunzia: Hogarth. Sul momento vi prestò poc’attenzione, ma la seconda volta che udilla fu preso da un forte tremore. Egli non crede certamente . . . . . . . . . . . . nondimeno non può dissimulare, che la voce di Fielding gli sia giunta all’orecchio. Il terrore, e la rapidità delle sue riflessioni, che l’une all’altre succedonsi, non posson assicurarlo. Finalmente una terza volta la medesima voce articola con forza: Hogarth . . . . non sei tu stanco di farmi attendere? Prendi il tuo lapis, vien quì: io non posso darti che pochi momenti.

L’agitazione d’Hogarth confonde le sue idee; egli non si ricorda che nello stanzino da cui si parte tal voce, erasi ritirato Garrik,. Prende la sua matita, e vola precipitosamente ov’è chiamato. Qual prodigio! È Fielding quello, ch’ei vede; sono suoi i lineamenti, è sua l’aria, l’acconciatura di capo, suo il portamento; in una parola è il suo amico. Hogarth stordito, spaventato, interessato, commosso, disegna in fretta, applaudendosi della rassomiglianza. Egli non esce d’errore se non quando, compiuta l’opera, scappa un riso al Commediante, che scompone il suo volto, e fà sparire i lineamenti presi ad imprestito, restituendo al loro sito quelli dell’inimitabile Garrik.

Questo disegno originale è quello che vedesi in fronte alle Opere di Fielding.”

Brescia li 30. Novembre 1789.

“In uno dei passati giorni fu arrestato finalmente anche l’altro complice del rubamento fatto al Signor Majoli. Mancando a questi ancora 100. Zecchini tutto il mondo parea che incolpasse i Birri, quando li medesimi erano in esborso di 14. de’loro proprj per esborsati a chi pretendendo d’ottenere l’impunità preventivamente svelò l’arcano ai medesimi. Sicchè per punto d’onore sono stati sforzati ad arrestarlo. Inseguito dunque dai ministri, ebbe il coraggio di sbalzare dalle mura in fossa, ma fermato fu nonostante, e con un buon coltello, quindi tradotto alle Carceri, cove sarà esaminato, e decisa la incorruttela de’ministri.

Con uno stratagemma poco usitato venne pure arrestato un’altro Ladro. Essendogli stata scritta Lettera da un suo compagno retento, che per sollevarsi dalle sue miserie gli occorreva del dinaro, epperciò dovesse la susseguente giornata portarsi nel tal luogo, dove sarebbe stata persona che avrebbegli indicati degli effetti da esitare onde poterlo soccorrere; fu pronto all’ora indicatagli nel luogo medesimo, ma in vece trovò li ministri di Giustizia, che nonostante la tentata sua fuga fu raggiunto, e catturato. Si chiama costui se non isbaglio Gamba di Legno. Ognuno deve confessare igenuamente, che la Giustizia veglia continuamente, e che non manca di attenzione onde sollevare questa popolazione dai tanti Ladri e malfattori, che ci infestano le contrade. Mi confermo sempre.

Vostro AmicoN. N.

P. S. A correzione al Capitolo di questi Professori Suonatori non già li Maestri di Capella deggiono far il deposito ma bensì li Suonatori esteri se quà vogliono esercitare: e poi intendono di non esser comandati dai medesimi Maestri di Cappella in qualunque occasione, ma d’essere segregati, cosicchè chi volesse qualche Musica dovrebbe fare due contratti coi Professori Suonatori l’uno, e coi Maestri di Musica l’altro. Essendosi per altro intromessa questa Eccellentissima Carica si potrebbe sperare che possa terminarsi anche questa leggenda a vicendevole soddisfazione delle Parti.

In Senato.

19 corente.

Soprant. al Sum. delle Leggi

Dura m. 36.

s. Marco Zorzi

Prov. sopra Beni Comunali

dura m. 12.

s. Paolo Bembo.

Savio in Settimana per la prossima ventura.

s. Z. Antonio Ruzzini.

Abitava in una Casetta di questa Contrada di San Pantalon un povero Ciarlatano, ch’era solito a passar in Terra ferma qualche tempo dell’anno esercitando il suo mestiero. Chiusa da sei mesi la piccola sua abitazione il vicinato credeva che fosse fuori di Venezia. Giunto il tempo della nuova rata d’affitto si fecero delle ricerche, che passarono a dè sospetti onde fu presa la risoluzione d’atterrare la porta, ch’era internamente chiusa dal catenaccio. Si ritrovò jeri questo infelice morto sul suo letto reso uno scheletro. Tutti stupiscono che al putrefarsi del suo cadavere non si sia sparsa una fetida esalazione da render avvertiti i vicini del funesto avvenimento. Forse la personale magrezza, e la situazione del suo letto di morte furono i motivi che non uscissero questi sensibili indizi. Siccom’era solo, e non gli si trovò alcun segno che potesse far sospettar di suicidio così non si può credere senon che sia mancato improvvisamente di vita.

Domani sarà Domenica 13 cor. mattina, e dopo pranzo, in questa Scuola di S. Teodoro in Campo di S. Salvatore, due delle povere Famiglie, che sono rimaste nella più deplorabile miseria per l’incendio, descritto su questi Foglj, del dì 28. p. p. attendono dalle anime caritatevoli di questa Cristiana Città que suffragj che dimanda la mendicità del loro stato.

Forastieri di rango a questo Albergo della Regina d’Inghilterra.

Sua Eccellenza il Signor conte De Chornisky gran Capitano e Presidente delle Truppe Austriache, Consigliere intimo di Stato di S. M. I. con 4 persone di seguito.

Il Signor Blangenhager

Il Signor Da Basler. Russi.

Il Sig. Barone de Haftrouy fiammingo.

Cambj. 11 corente.

Lione 59

Parigi 56 e 3 4ti.

Roma 63

Napoli 117

Livorno 99 e 3 4ti

Milano 155

Genova 92

Amsterdam 92 e mezzo

Londra 48 e mezzo

Augusta 102 e mezzo

Vienna 197

Prezzi delle Biade

Formento da L. 35 a 35.10.

Sorgo Turco da 16. 10 a 17.

Segale a L. 22.

Fag. bianchi a L. 22. 5.

Miglio da L. 17. 10 a 18.

Risi a Duc. 35. 36 e 37 al m.

D’affittare.

Casa in Campo della guerra dietro la Chiesa di S. Sofia. Annuo affitto Duc. 130. cor. e 4 pani di zuccaro da lib. una e mezza.

Le chiavi son appresso il Sig. Dom. Viel, ch’abita in vicinanza della medesima, con cui potrà intendersela, chi prenderla volesse in affitto.

Una bellissima Casa fornita a S. Silvestro. Si parli col Locandiere alla Reg. d’Inghilterra.

Morti.

Il Nob. Sig. Conte Antonio Jaconia.

S. E. N. D. Maria Minoto Donà.

Commedie per questa sera.

A S. Luca Le Baruffe Chiozzotte.

A S. Gio. Gris. La Putta Onorata.

L’ultima Recita d’Alessio Comneno è seguita Giovedì.

A S. Angiolo Carlo Duca di Borgogna ec..

Ricapiti per le Notizie ed Associazioni di questo Foglio.

A S. Bartolommeo in calle stretta dal Colombani Librajo.

A S. Giuliano dal Curti Librajo appresso il Caffè di Menegazzo.

Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o diviso in Semestri, ed ogni Assocciato è servito due volte alla Settimana alla sua abitazione, o ricapito.

Le Assocciazioni si ricevono in qualunque tempo.

Num. 99 Mercordì 12 Decembre 1789. Avviso Sacro. Il R. P. Giuseppe Manzoni Alunno della Chiesa Veneta P. C. di SS. Apostoli, ha invitato per ciascuno prima Domenica del Mese al Ragionamento Parrocchiale nella Chiesa de’Canonici Regolari di S. Salvadore di Venezia. Acciocchè non manchi nelle Feste fra l’anno la Predicazione Evangelica in una Metropoli, in cui i Rev. Piovani, occupati in cura malagevole, e distinta dalle Cure Rurali, non possono dall’Altare spiegare i Vangeli al popolo, ha introdotto l’uso de’Ragionamenti Parrocchiali nelle Chiese P. C. di SS. Apostoli, e di S. Fosca. Il Ragionamento Parrocchiale non è una Predica di Artificio, come le Quaresimali; nè una Lezione di Scrittura Sacra, la quale rechi spirituale diletto colla sua dilicatezza, ed erudizione Biblica. Non è un Catechismo, cioè una filata Esposizione del Credo, del Pater noster, del Decalogo. Questo si fa da’Rev. Piovani a piana terra, nell’Estiva Stagione, a ora di Cristiana Dottrina in Venezia. Non è un Sermone, in cui si parla con qualche attenzione al Numero Oratorio, benchè sia di una dicitura più facile, che la Predica di Artificio. È un Discorso sacro lavorato con giro di parole, e concetti a fiato, senza Periodi Oratorj, maneggio di Tropi, e Figure raro, e senza il Vergine Toscanismo, e la spiritosa Trasposizione; ma con frase popolare, e propria di Estemporaneo Dicitore il quale a nome del Parroco su qualche Verità Cattolica ammaestra il suo popolo, inveisce contro i vizj, l’eccita alle Cristiane Virtù, dietro le traccie della Scrittura Sacra, della Tradizione Divina Apostolica, de’Sacri Concilj, Interpreti, Santi Padri. È piuttosto Teologo in pulpito, che Oratore. Non s’impegna in Esordio limato, in polizia di termini, in leggiadro vezzo di frasi, in mozione tragica di Affetti, in Patetica Perorazione; in Fantasie gentili. Si chiama Parrochiale Ragionamento, perchè se il Parroco dovesse parlare ne’dì Festivi al suo popolo non gli sarebbe adattato il brio troppo aggradevole della moderna Sacra Oratoria. Perchè in Pulpito, e non dall’Altare, diranno alcuni, maniera di dir sì familiare, e disadorna! Il Pulpito mete nell’aspettazione de’Rostri, ciascuno desidera colà un perfetto Oratore. Perchè in Venezia dall’Altare parlando non si raguna il popolo, siccome intorno al Sacro Pergamo, e il Gius Divino comanda al Sacerdozio Diocesano radunarlo spesso, non solo in Quaresima, ad udire la Divina Parola. Se si rispetteranno i Ragionamenti Parrocchiali s’incoraggieranno a predicare in Venezia ne’ dì Festivi dopo pranzo, con molto frutto pareccchi Sacerdoti, i quali hanno studiato Teologia Dogmatica, e Morale; ma temono l’Arte del sagro dire oggidì nella sua più luminosa esaltazione. Quando il Predicatore Dominicale schiva l’indecente, debbono gli Amatori delle Prediche di artificio, a bene pubblico della Chiesa militante, tollerar il Parrocchiale Ragionamento.” Dimanda d’un Ignorante ai Sapienti del suo Secolo. “Mentre che aspetto di sapere col mezzo di questa Gazzetta, se si dia in natura, la Nobiltà: e se dandosi realmente, cosa sia ciò che la formi; mentre, ripeto, ch’io attendo lumi su questi importanti punti della scienza Civile, io riunendo l’idee che su la Nobiltà comunemente si spaziano, propongo ai sapienti la risoluzione della seguente difficoltà. Essendo dimostrato che tutti, e nascono da Donne, e sono contenuti nell’Ovaja delle medesime a segno che in quelle di Eva si contenevano i germi di tutti gli uomini e di tutte le donne future; si dimanda, ripeto, per qual ragione la Nobiltà delle Famiglie si deduca dagli uomini che non sono inviluppati e contenuti gl’uni negl’altri, piuttosto che dalle Donne che lo sono; e che così formano una serie in natura, cui solamente si può appoggiare l’Albero Genalogico delle Case.” Un Ignorante Associato. Belle Lettere. È uscito il quarto Trimestre del Giornale Poetico, che compie l’anno 1789. Gli Autori che compongono tutto il Giornale sono 164. Quelli dell’anno presente sono i Signori Bondi, Malvezzi, Bonfioli, Filomarino, Preti, Morari, dalla Cella, Donvillet, Sassatelli, Pepoli, Nappi, Novelli, Roberto Corniani, Salina, Sauli, Giovio, Barili, Perucchini, Monti, Ricci oltre molti altri con nome ignoto. Essendo morto ai 2. Decembre lo Stampatore del Giornale Pietro Marcuzzi si avvisano i Signori Associati di far capitare il loro nome e la loro associazione all’Editore Ab. Andrea Rubbi, e dire a chi si dovranno consegnare li Tomi quattro. Avviso. Dalla Calcografia di Antonio Zatta, e Figli Stampatori, e Libraj Veneti sono stati pubblicati ne’passati giorni li seguenti Articoli. La Carta Geografica rappresentante il Brabante, le Fiandre Austriache, Olandesi, e Francesi, e il Ducato di Liegi per l’intelligenza de’fatti che colà accadono alla giornata. Detta Carta è stampata in foglio Imperiale e miniata all’uso oltramontano; e si vende al discreto prezzo di Paoli 2. e bajocchi 5. Li Ritratti dei rinomati Generali Principe Luigi Nassau, e Principe di Potemkin, i quali vendonsi al solito prezzo di Bajocchi 3 Romani. Troppo essendo memorabile ne’Fasti della Francia la strepitosa rivoluzione colà seguita, e interessando il Pubblico per sino le più picciole cose che hanno relazione colla medesima sonosi determinati li suddetti Zatta di porre sotto l’incisione il Prospetto della Sala dell’Assemblea Nazionale tratto da autentico Originale, e dove si veggono convocati li tre Stati. Questa stampa sarà data in luce al principio del venturo Gennajo in foglio Reale. Finalmente dai Torchi Tipografici dei predetti Stampatori è sortito il Tomo sesto Storia della Guerra presente, e trovasi sotto il Torchio il settimo. L’Associazione è sempre aperta a Paoli 3. al Tomo. Il Librajo Pietro Torre ha pubblicato in questi giorni il suo Annuale Veneto istruttivo e dilettevole corredato di curiosi aneddoti e singolarità varie per l’anno 1790. Il compatimento ch’ottenne nelli precedenti quattr’Anni quest’Opuscoletto, che in realtà corrisponde al specioso suo titolo, tiene in lusinga il suo Autore, che li venga dal Pubblico vieppiù sempre aumentato in vista del presente, arricchito veramente di nozioni tutte interessantissime. Esso già si trova vendibile presso molti Libraj di Venezia, ed anche nella Bottega che dispensa la presente Gazzetta. A soldi 30 legato in rustico ed a L. 3. legato con più politezza. Programma proposto da questa Accademia di Scienze, Lettere, ed Arti di Padova per gli Anni 1790-1791. Universali essendo le lagnanze sopra la scarsezza di ogni genere di legname sia da fuoco sia da Fabbrica e costruzione, scarsezza che ogni dì più si sperimenta avanzarsi per le moltiplicate consumazioni, e per la distruzione de’Boschi in Monte ed in Piano, l’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Padova investendosi dei bisogni e dei voti della Nazione, eccita gl’ingegni capaci, e le persone ben intenzionate a pensar seriamente su questo importante argomento col proporre il seguente Programma. “Investigare nelle Provincie, e nei Distretti dello Stato Veneto di Monte, di Piano o di Valle, in quali luoghi e siti, e quali piantagioni in ciascune fosse possibile ed utile di fare per moltiplicare le legna ad ogni uso, specificando quali specie di alberi o di frutici secondo la condizione de’terreni, con quali avvertenze, spese, e conseguenze fossero da coltivarsi o introdursi, con tutto quello che può aver relazione a questo oggetto.” “E perchè appunto l’oggetto grande esige tempo, osservazioni, e spese di viaggj, l’Accademia ha deliberato di accordare doppio tempo e doppio premio; sicchè sarà il tempo di due anni, ed il termine sarà a tutto il 1791, ed il premio di sessanta Zecchini.” Le Memorie saranno spedite all’Accademia innanzi lo spirar dell’anno 1791, e saranno giudicate dentro il 1792. Dovranno essere scritte in Italiano, o in Francese, e pervenire franche di porto all’Accademia, dirette ad uno de’Secretarj, Signor Conte Abate Franzoja, o Sig. Abate Cesarotti. Si esige che gli Autori non palesino i loro nomi, e non ne diano verun indizio manifesto, altrimenti le dissertazioni non saranno ammesse al concorso. La dissertazione non porterà in fronte, che una sentenza o un motto, e alla stessa si unirà un biglietto sigillato collo stesso motto al di fuori, e dentro il nome dell’Autore, il luogo di sua dimora, ed il suo indirizzo: questo biglietto non si aprirà se il concorrente non otterà il premio, o l’accessit: in caso diverso, chiuso come verrà, sarà abbruciato pubblicamente in piena Acccademia [sic.]. Il premio di 60 zecchini sarà consegnato dall’Accademico Cassiere all’Autore stesso, o a chi presenterà una procura dell’Autore accompagnata da una sua lettera. Dichiarazione per chi ne abbisogna sull’Articolo 30. Nobili estratti alla palla d’oro. L’età prescritta dalle Leggi, che apre a’Veneti Patrizj le porte del Serenissimo Maggior Consiglio, è quella di anni 25. Quando però son giunti a quella di 20 possono concorrere all’estrazione fortuita, che si fa ogni anno il girono di Santa Barbara nell’Eccellentissimo Collegio sotto gli occhi di Sua Serenità. Poste in un’urna tante palle quanti sono i concorrenti, trà le quali trenta dorate, i nomi che accompagnano l’Estrazione di queste sono i favoriti, onde con tal mezzo ogn’anno il M. C. è accresciuto di 30. Individui non ancor giunti all’età che ordinariamente ad esso accorda l’ingresso. Per esser ammessi alla concorrenza, è però necessario, che sian muniti del bullettino sottoscritto dagli tre Eccellentissimi Avvogadori del Comune, e ciò per una Legge dell’Eccelso Cons. di X. del 1506. Questo bullettino è il documento certificato della legittimità di nascita, della discendenza maschile in ordine Patrizio, e della nobiltà della Madre, o della sua condizione atta a dar successione che non escluda dal Corpo Aristocratico. Teatri. La recita del p. p. Mercordì che si fece in questo Teatro a S. Luca andò a benefizio del Sig. Petronio il quale egregiamente sostenne la parte di Padre di Famiglia Protagonista della Commedia. Si fecero volar dei Sonetti a sua lode. Dicesi che questa recita gli abbia reso un profitto di 200. Ducati. La Tragedia Gli Americani, che si diede per nuova a Sant’Angiolo la stessa sera, è l’Alzira di Voltaire. Non tutti sanno che nel titolo originale è l’Alzira o si gli Americani, e che i Comici sanno fare di queste burle, onde l’Udienza chiamata dal mai più rappresentata restò delusa, e s’è disgustata. Alcuni però non v’intervennero prevedendo il colpo, ed altri non s’irritarono intervenuti, perchè sempre preferiscono una buona Tragedia vecchia ad una nuova cattiva. Nondimeno furono questi ancora poco contenti della sua rappresentazione, perchè a dir il vero i Personaggj di questo Teatro, che son grati nel Comico, non hanno nel Tragico la stessa bravura; e ciò sia detto senz’offesa della prima Donna, che particolarmente ne’Baccanali seppe sì bene destare la compassione della sensibile udienza. Credete, Comici amici, che la Gazzetta parla per vostro bene quando prende a difesa i diritti del Pubblico. Persuadetevi una volta, che non sono tutti gonzi que’ che vengono a’vostri Teatri; che la parte colta ed intelligente di essi sà compatirvi nelle vostre cadute alle quali talvolta assoggettavi la costituzione de’tempi presenti, ma non può tollerare d’essere infinocchiata sì spesso dalle vostre false chiamate, e ne’Caffè, ne’Casini, nelle Conversazioni fate per questo sparlare di voi, e chiamarvi con certi titoli, che certamente tutti non meritate, ma che per altrui colpa tutti v’abbracciano. Correggetevi, in nome del Cielo, e non vi sdegnate contro chi ha il coraggio di dirvi la verità. Estratto d’una Lettera di . . . . Lode al Cielo, che la pittura Teatrale comincia a far qualche sensazione anche a Venezia. Questo merito lo ha certamente il Sig. Cav. Fontanesi, di cui lessi con piacere le lodi come pure l’articoletto, che ne vien in conseguenza. Egli rivolse a questo generale attenzioni del pubblico, giacchè se ne discorre, si esamina, si loda, si critica. Spero che si persuaderà in seguito che ben trattata la pittura nelle rappresentazioni può servire all’illusione non meno che a mover il cuore. Un miserere in tuono lugubre quanto volete, cantato in una sala illuminata, ed addobbata a festa non farà mai l’effetto, che produrrebbe in una stanza parata a lutto. Ciò ch’entra per gli occhi distrugge, o impedisce l’operazione di ciò che entra per gl’orecchi, o almeno tutte due queste forze analoghe avran più efficacia. Il primo moto in Teatro vien dall’aspetto della scena. Ma li Poeti non istimano che si possa racchiuder sentimenti che nelle parole, onde è inutile il discorrerne. P. G. Il suicidio non è trà i viventi particolare alla Spezie Umana. Il gatto d’un Chimico di questa Città, benemerito della Famiglia per la sua vigilanza e destrezza alla caccia de’topi, ch’ebbero in esso uno de’più fatali nemici della loro razza, invecchiato tra i fumi, ed i vapori delle varie distillazioni, le quali producono degl’incomodi a chiunque esercita quell’arte, si ritrovò sensibilmente attaccato da un’affezione ipocondriaca, e da una svogliatezza per cui non badava nemmeno al pesce. Forse per credere di trovar un rimedio a’suoi mali si mise a rodere certi capi-morti, o siano globi terrei di mescolati ingredienti, che restano in fondo a’vetri, dopo che al vigore del fuoco hanno esalate le parti fluide e sottili. Il riparo fu veramente per lui peggiore del male. Preso il povero micio da convulsioni, e dolori non potè più tollerare la sua esistenza. Stava miagolando pochi giorni sono alla porta di strada, e la graffiava pregando colla voce, e cogli atti, che qualcuno l’aprisse. Mosso a compassione un Figlio del Padrone di Casa, lo ha prontamente servito, e gli tenne dietro curiosamente col guardo. Il gatto corse a più potere in capo alla vicina strada che mette a un canale, e colà spiccando un salto con una coraggiosa risoluzione da Curzio terminò affogato i suoi giorni. Questo recente storico aneddoto merita d’esser inserito nella ristampa del Saggio filosofico sull’anima delle bestie. Il Serenissimo nostro Doge ha eletto l’altr’jeri al Piovanato di S. Giovanni di Rialto il M. R. Sig. D. Giamb. Gasparini alunno di quella Chiesa. La sua fondazione rimonta al secolo Decimo, e il primo Piovano di cui ci resti qualche memoria fu Pietro Gradenigo, che nell’anno 1142 sottoscrisse il Decreto della famosa festa delle Marie. Fu essa distrutta dall’incendio di Rialto del 1513, e rifabbricata dal Doge Andrea Gritti. Il Senatore Cornaro nelle sue Deche riferisce diffusamente le lunghe controversie, e le varie vicende alle quali soggiacque. Dopo essere stata più volte ridotta in Commenda, ritornò al primiero suo stato sotto la obbedienza de’proprj Piovani, i quali egualmente che i Titolati della Chiesa medesima sin dall’anno 1493 vengono eletti dal solo Doge, privilegio che fu poi riconfermato dal Romano Pontefice Paolo III. nel giorno 16 Ottobre 1549. Così il Sig. Ab. Tentori nel Tomo IV della sua Storia Veneta. Ci è giunto alle mani un Biglietto, che avvisa il ritrovamento d’un MS. originale in cui eruditamente discutesi la Causa del Sommo Pontefice Gregorio VII. contro Enrico IV. Imperatore. Chi lo custodisce si dimostra onestamente disposto a restituirlo al lume de’contrassegni: ma dice di aver lasciato l’indirizzo della sua persona alla Stamperia di questa Gazzetta, mentre nè il Fenzo, ne il Colombani, nè il Curti ne sanno nulla. Se corse qualche sbaglio l’avvertimento presente lo stimoli a verificare la sua buona intenzione. Sig. Gazzettiere. Siete pregato di rispondere, se trà i Commedianti italiani ve n’ha alcuno, o ve n’è stato a’nostri giorni degno d’esser messo al paragone del famoso Garrik degl’Inglesi. Risposta. Noi pretendiamo di soddisfare questa ricerca senza fare verun confronto. Li due seguenti aneddoti che traduciamo tutta dimostrano l’abilità singolarissima di quell’insigne Attor portentoso. Dopo averli letti si esamini chi solleva presentemente il suo merito su quello degli altri nell’Arte Comica, si rischiami alla memoria quanto di più seducente videsi in prima sulle nostre Scene, e poi si decida. “Garrik fu l’Attore il più sorprendente del nostro Secolo, per la facilità colla quale egli sapeva ordinare e scomporre i muscoli del suo viso, e far prendere alla sua fisonomia il carattere proprio alla parte ch’egli rappresentava. Allorchè il Sig. Nerricault Destouches fu inviato a Londra per la Corte di Francia, egli vide Garrik, allora molto giovine, che in una Rappresentazione sosteneva il Personaggio d’un vecchio di novant’anni, e quel celebre Poeta Francese fu talmente colpito dalla verità della sua azione, e dalli segni di caducità, ch’egli aveva saputo dare all’insieme de’suoi lineamenti, che parlando con lui nella sua loggia, dopo la Rappresentazione, non poteva ancora persuadersi, che quello fosse l’attore medesimo, ch’egli aveva ammirato in iscena. Garrik ed il Pittore Hogarth erano intimi amici del celebre Fielding. Questi morì, senza che alcuno avesse potuto mai persuaderlo di lasciarsi fare il suo ritratto. Poco tempo dopo la sua morte si fece un’edizione compita di tutte le sue Opere. Hogarth è il primo a lagnarsi che il Ritratto dell’Autore non orni il frontispizio del Tomo Primo, e comunica a Garrik il suo rincrescimento. Questo nel giorno seguente entra nel luogo di lavoro del suo amico, nel momento delle più gravi sue occupazioni. Vengo, gli disse, per provare alcune situazioni teatrali che ho immaginate; indicatemi un sito dov’io possa raccogliermi. Hogarth, senza staccarsi dal suo lavoro, nè profferir parola, gli accenna colla mano la porta d’uno stanzino contiguo a quel luogo. Garrik, v’entra, e il Pittore continua la sua operazione. Questo, da lì a pochi momenti, ode una voce che distintamente pronunzia: Hogarth. Sul momento vi prestò poc’attenzione, ma la seconda volta che udilla fu preso da un forte tremore. Egli non crede certamente . . . . . . . . . . . . nondimeno non può dissimulare, che la voce di Fielding gli sia giunta all’orecchio. Il terrore, e la rapidità delle sue riflessioni, che l’une all’altre succedonsi, non posson assicurarlo. Finalmente una terza volta la medesima voce articola con forza: Hogarth . . . . non sei tu stanco di farmi attendere? Prendi il tuo lapis, vien quì: io non posso darti che pochi momenti. L’agitazione d’Hogarth confonde le sue idee; egli non si ricorda che nello stanzino da cui si parte tal voce, erasi ritirato Garrik,. Prende la sua matita, e vola precipitosamente ov’è chiamato. Qual prodigio! È Fielding quello, ch’ei vede; sono suoi i lineamenti, è sua l’aria, l’acconciatura di capo, suo il portamento; in una parola è il suo amico. Hogarth stordito, spaventato, interessato, commosso, disegna in fretta, applaudendosi della rassomiglianza. Egli non esce d’errore se non quando, compiuta l’opera, scappa un riso al Commediante, che scompone il suo volto, e fà sparire i lineamenti presi ad imprestito, restituendo al loro sito quelli dell’inimitabile Garrik. Questo disegno originale è quello che vedesi in fronte alle Opere di Fielding.” Brescia li 30. Novembre 1789. “In uno dei passati giorni fu arrestato finalmente anche l’altro complice del rubamento fatto al Signor Majoli. Mancando a questi ancora 100. Zecchini tutto il mondo parea che incolpasse i Birri, quando li medesimi erano in esborso di 14. de’loro proprj per esborsati a chi pretendendo d’ottenere l’impunità preventivamente svelò l’arcano ai medesimi. Sicchè per punto d’onore sono stati sforzati ad arrestarlo. Inseguito dunque dai ministri, ebbe il coraggio di sbalzare dalle mura in fossa, ma fermato fu nonostante, e con un buon coltello, quindi tradotto alle Carceri, cove sarà esaminato, e decisa la incorruttela de’ministri. Con uno stratagemma poco usitato venne pure arrestato un’altro Ladro. Essendogli stata scritta Lettera da un suo compagno retento, che per sollevarsi dalle sue miserie gli occorreva del dinaro, epperciò dovesse la susseguente giornata portarsi nel tal luogo, dove sarebbe stata persona che avrebbegli indicati degli effetti da esitare onde poterlo soccorrere; fu pronto all’ora indicatagli nel luogo medesimo, ma in vece trovò li ministri di Giustizia, che nonostante la tentata sua fuga fu raggiunto, e catturato. Si chiama costui se non isbaglio Gamba di Legno. Ognuno deve confessare igenuamente, che la Giustizia veglia continuamente, e che non manca di attenzione onde sollevare questa popolazione dai tanti Ladri e malfattori, che ci infestano le contrade. Mi confermo sempre. Vostro AmicoN. N. P. S. A correzione al Capitolo di questi Professori Suonatori non già li Maestri di Capella deggiono far il deposito ma bensì li Suonatori esteri se quà vogliono esercitare: e poi intendono di non esser comandati dai medesimi Maestri di Cappella in qualunque occasione, ma d’essere segregati, cosicchè chi volesse qualche Musica dovrebbe fare due contratti coi Professori Suonatori l’uno, e coi Maestri di Musica l’altro. Essendosi per altro intromessa questa Eccellentissima Carica si potrebbe sperare che possa terminarsi anche questa leggenda a vicendevole soddisfazione delle Parti. In Senato. 19 corente. Soprant. al Sum. delle Leggi Dura m. 36. s. Marco Zorzi Prov. sopra Beni Comunali dura m. 12. s. Paolo Bembo. Savio in Settimana per la prossima ventura. s. Z. Antonio Ruzzini. Abitava in una Casetta di questa Contrada di San Pantalon un povero Ciarlatano, ch’era solito a passar in Terra ferma qualche tempo dell’anno esercitando il suo mestiero. Chiusa da sei mesi la piccola sua abitazione il vicinato credeva che fosse fuori di Venezia. Giunto il tempo della nuova rata d’affitto si fecero delle ricerche, che passarono a dè sospetti onde fu presa la risoluzione d’atterrare la porta, ch’era internamente chiusa dal catenaccio. Si ritrovò jeri questo infelice morto sul suo letto reso uno scheletro. Tutti stupiscono che al putrefarsi del suo cadavere non si sia sparsa una fetida esalazione da render avvertiti i vicini del funesto avvenimento. Forse la personale magrezza, e la situazione del suo letto di morte furono i motivi che non uscissero questi sensibili indizi. Siccom’era solo, e non gli si trovò alcun segno che potesse far sospettar di suicidio così non si può credere senon che sia mancato improvvisamente di vita. Domani sarà Domenica 13 cor. mattina, e dopo pranzo, in questa Scuola di S. Teodoro in Campo di S. Salvatore, due delle povere Famiglie, che sono rimaste nella più deplorabile miseria per l’incendio, descritto su questi Foglj, del dì 28. p. p. attendono dalle anime caritatevoli di questa Cristiana Città que suffragj che dimanda la mendicità del loro stato. Forastieri di rango a questo Albergo della Regina d’Inghilterra. Sua Eccellenza il Signor conte De Chornisky gran Capitano e Presidente delle Truppe Austriache, Consigliere intimo di Stato di S. M. I. con 4 persone di seguito. Il Signor Blangenhager Il Signor Da Basler. Russi. Il Sig. Barone de Haftrouy fiammingo. Cambj. 11 corente. Lione 59 Parigi 56 e 3 4ti. Roma 63 Napoli 117 Livorno 99 e 3 4ti Milano 155 Genova 92 Amsterdam 92 e mezzo Londra 48 e mezzo Augusta 102 e mezzo Vienna 197 Prezzi delle Biade Formento da L. 35 a 35.10. Sorgo Turco da 16. 10 a 17. Segale a L. 22. Fag. bianchi a L. 22. 5. Miglio da L. 17. 10 a 18. Risi a Duc. 35. 36 e 37 al m. D’affittare. Casa in Campo della guerra dietro la Chiesa di S. Sofia. Annuo affitto Duc. 130. cor. e 4 pani di zuccaro da lib. una e mezza. Le chiavi son appresso il Sig. Dom. Viel, ch’abita in vicinanza della medesima, con cui potrà intendersela, chi prenderla volesse in affitto. Una bellissima Casa fornita a S. Silvestro. Si parli col Locandiere alla Reg. d’Inghilterra. Morti. Il Nob. Sig. Conte Antonio Jaconia. S. E. N. D. Maria Minoto Donà. Commedie per questa sera. A S. Luca Le Baruffe Chiozzotte. A S. Gio. Gris. La Putta Onorata. L’ultima Recita d’Alessio Comneno è seguita Giovedì. A S. Angiolo Carlo Duca di Borgogna ec.. Ricapiti per le Notizie ed Associazioni di questo Foglio. A S. Bartolommeo in calle stretta dal Colombani Librajo. A S. Giuliano dal Curti Librajo appresso il Caffè di Menegazzo. Si paga un Zecchino all’anno anticipato, o diviso in Semestri, ed ogni Assocciato è servito due volte alla Settimana alla sua abitazione, o ricapito. Le Assocciazioni si ricevono in qualunque tempo.