Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 75", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\075 (1789), S. 594-600, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2396 [aufgerufen am: ].


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Num 75.

Sabbato 19 Settembre 1789.

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Prospetto dell’Accademia d’armi eseguita a Verona il giorno 11. del cor. Settembre, come s’è detto nel precedente Foglio.

Assalto Primo.

Li Signori Antonio Milanovich e Lauberg Maestro.

Giuoco a solo di Bandiera.

Il Sig. Giuseppe Malvotli.

Assalto Secondo.

Li Sig. Ottavio Bernardi e Giambatista Siron.

Giuoco a solo di Picca.

Il Sig. Carlo Badini.

Assalto Terzo.

Li Sig. Giov. Fratacchio e Ales. Lauberg secondo Maestro.

Concerto di Picche e Bandiere.

Maneggiate le Picche dalli Sig. Ottavio Bernardi, Gio: Battista Siron, Ang. Casarotti, Carlo Badini. Maneggiate le Bandiere dalli Sig. Antonio d’Adda, Giov. Sassonia, Gius. Malvolti, Ant. Gianxich.

Assalto Quarto.

Li Sig. Andrea Zambaldi, Leone Rizzardi.

Giuoco a solo di Bandiera.

Il Sig. Antonio d’Adda.

Assalto Quinto.

Li Sig. Ang. Casarotti, Marino Rubbi.

Giuoco a solo di Bandiera

Il Sig. Ottavio Bernardi.

Assalto Sesto.

Li Sig. Ant. d’Adda e Giac. Morosini.

Giuoco a solo di Picca.

Il Sig. Alessandro Lauberg.

Giostra di Alabardini, e Spade e Pugnale.

Maneggiati gli Alabardini dalli Signori Ottav. Bernardi, Giambatista Siron, Ant. Romanò, Leone Rizzardi, Carlo Badini, Vicenzo Sale, Angelo Casarotti, Antonio d’Adda, Antonio Gianxich, Andrea Zambaldi, Giacomo Morosini, Andrea Zannoni. Maneggiate le spade e pugnali dalli Sig. Marino Rubbi, Giov. Sassonia, Giov. Fratacchio, Antonio Milanovich, Lor. Monti, Fil. Emilj, Gius. Malvolti, Luigi Scotti, Franc. Bevilacqua, Martino Foscarini, Stefano Navarini, Ben. Valenti.

Giuoco a solo di Bandiera

Il Sig. Alessandro Lauberg.

Assalto Settimo.

Li Sig. Giuseppe Malvolti e Lauberg. M.

Giuoco di Bandiere in due.

Li Sig. Ang. Casarotti e Giamb. Siron.

Assalto Ottavo.

Li Sig. Ant. Romanò, e Antonio d’Adda.

Giuoco a solo di Bandiera

Il Sig. Antonio Gianxich.

Giuoco di Picca in otto.

Li Sig. Ang. Casarotti, Ottavio Bernardi, Ant. d’Adda, Giambatista Siron, Ant. Gianxich, Marino Rubbi, Carlo Badini, Gius. Malvolti.

Giuoco a solo di Bandiera

Il Sig. Antonio Romanò.

Assalto Nono.

Li Sig. Giamb. Siron ed Ang. Casarotti.

Assalto Decimo.

Li Sig. Ant. d’Adda e Ant. Rubbi.

Giuoco a solo di due Picche.

Il Sig. Alessandro Lauberg.

Combattimento di Sciable, Spade, e Scudo.

Maneggiate le Sciable dalli Signori Ang. Casarotti, Ant. d’Adda, Ant. Romanò, Ant. Gianxich, And. Rambaldi, Andrea Zannoni, Ott. Bernardi, Giamb. Siron, Giac. Morosini, Leone Rizzardi, Carlo Badini, Vincenzo Sale. Maneggiate le Spade e scudo dalli Signori Marino Rubbi, Marino Foscarini, Luigi Scotti, Franc. Bevilacqua, Lorenzo Monti, Fel. Emilj, Giuseppe Malvolti, Giov. Sassonia, Giov. Fratacchio, Ant. Milanovich, Stef. Navarini, Benedetto Valenti.

Giuoco a solo di 2. Bandiere.

Il Sig. Alessandro Lauberg.

Assalto Undecimo.

Li Sig. Ang. Casarotti e Lauberg M.

Assalto Duodecimo.

Li Sig. Ang. d’Adda e Ales. Lauberg.

Salto del Cavallo.

Li Sig. Ottavio Bernardi. Ant. d’Adda, Gius. Malvolti, Carlo Badini, Luigi Scotti, Giamb. Siron, Leone Rizzardi, Alessandro Lauberg ed altri.

Battifondo nel quale si riposò chi ebbe ricevuta la botta.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Carissimo Sig. Gazzettiere.

Molte, e troppo frequenti son le sciagure di cui n’è ricolma l’umana vita; ciò non basta, ma o per vario temperamento di cui la Natura volle guernirci, o per varia costituzione in cui il Destino ci pose, alcune di queste sciagure a certi sembrano di poco momento, e ad altri molto gravose, e pesanti. Tal’è il mio caso.

Ebene 4► Exemplum► Io sono martirizzato da persone, che per giovarmi tuttodì secretamente mi tormentano; strano delirio! Di più; non posso a queste palesemente dimostrarle il mio libero sentimento, attese varie inconcepibili combinazioni, che a far l’opposto mi obbligano.

Immaginatevi, Sig. Gazzettiere, la costituzione d’un pover’uomo, che colla maggior possibile diligenza cerca di schivar tutto ciò, che produr li potrebbe conseguenze disgustose; d’uno che fisicamente soffre, dovendo a viva forza trattener nel suo cuore ciocchè vorrebbe apertamente manifestare; in vero dire sembrami d’esser degno di commiserazione. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Preveggo, che un tale Articolo esposto sulla vostra Gazzetta parrà ad alcuno fuor di proposito, e compiangerà che un breve spazio di quella sia destinato ad espor questi superflui lamenti. No, Sig. Gazzettiere, vi supplico, ad onta di ciò, di esporlo, poichè pervenendo alle mani di quelli, a’quali indirizzo questo mio sentimento, chi sa che non si avveggano del male, che voglio credere involontario, ch’essi mi procurano, sollevandoli anch’essi nello stesso tempo dai continui interessanti maneggj, e turbanti pensieri che applicano a tale oggetto.

Che se mai ciò ne avviene, io v’assicuro di conservar verso di Voi un sincero attaccamento, riconoscendo dal vostro Foglio la mia salute cui fuor, che per questo mezzo, veggo, con mio [595] dolore, impossibile di poterla ottentere. Addio.

Vostro assocciato. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Si stupirà, che tra tante Lettere escluse, a noi recentemente dirette per essere in questi Fogli inserite, non abbia avuta la sorte medesima quell’ancora, che quì abbiamo trascritta, la quale diranno (e con ragione) i malcontenti scrittori dell’altre, è misteriosa, enigmatica, che non può interessar nè piacere, perchè intesa soltanto da chi la scrisse, e da alcuni per i quali fu scritta; quando al contrario le nostre, che rimasero inedite, contenevano de’fatti degni della cognizione del Pubblico.

Tutto vero, ma questi fatti da chi erano garantiti? Da un N. N. o assocciato anonimo. Si dirà che ciò bastò tante altre volte per la nostra adesione; vero anche questo, ma appunto per gli ultimi inganni, o mal prese informazioni, che venute ci sono, siamo in obbligo d’esser più cauti, onde non siano disgustati degli altri, e non abbiano a moltiplicarsi le ritrattazioni. Che se ancora questi scritti ommessi avessero contenuta la pura verità, e da noi conosciuta, sarebbe stato sempre dover di prudenza il non pubblicarli, perchè tutte le verità nè si possono, nè si devono stampare. Si ha un bel dire: Che il comun bene ha da superare tutti i riguardi. Avrebbe questo coraggio nel caso nostro, chi non ha quello nemmeno di sottoscriversi nelle Lettere, che c’indirizza?

Il sentimento dispiacevole, che ci cagiona la necessità di non corrispondere a certi, benchè onesti desiderj, ci condusse a questa giustificazione, che sarà sempre meno disobbligante d’un assoluto silenzio. Quanto poi all’oscura ora riportata Lettera, la soffrino unitamente a questa digressione i nostri Leggitori cortesi con quel riflesso che ce la fece accettare, ch’è quello di poter fare un bene. ◀Metatextualität

Oratorj nuovi.

“Il pieno concorso di gente intervenuto alla seconda Recita dell’Oratorio Abigail del Signor Maestro Andrea Favi di Forlì seguita la scorsa Domenica, fa ragionevolmente dedurre il di lui incontro felice, ed il pubblico aggradimento. Fu in detta giornata l’Oratorio stesso onorato della presenza ed attenzione di Sua Eccellenza il Signor Conte Potoki, e del nobil suo seguito.

Domani 20. corrente se ne farà la replica.”

Notizie Teatrali.

Questa Comica Compagnia del Teatro a San Gio: Grisostomo, rinnovata in gran parte, trà i Personaggj della quale vi sono il Signor Antonio Belloni, e la Signora Luigia sua Moglie, ch’erano a San Luca, è passata a Treviso a far alcune Recite sino all’apertura del suo Teatro in questa Città, che seguirà la sera de’cinque del prossimo Ottobre.

Quanto è amara la perdita della stima di sè medesimo!

Bagnata di lagrime, e scritta tra i singulti, e gli affanni, ci è una giunta una Lettera d’una donna tradita da un finto, e barbaro Amante. Seppe questo colle seduzioni dell’arte impossessarsi del di lei cuore, e in appresso con una sacra promessa di matrimonio, accompagnata da’ più tremendi giuramenti, trionfare empiamente della sua innocenza, e della sua onestà, resistente in povertà di stato alle più lusinghiere offerte della viziosa grandezza. Fatta madre d’una bambina abbandonata ri-[596]mase dall’infame suo ingannatore, che da lei s’è allontanato col pretesto d’una gita a Verona per affari di conseguenza, e passò in estero Stato ove le scrisse di rassegnarsi al suo destino, e riputarlo per morto, giacchè aveva risolto d’andare in America a cercare la sua fortuna.

L’animo afflitto dell’amorosa Madre non regge all’idea di staccarsi dal seno il frutto delle sue viscere, sollevandosi dal dolce peso col mezzo del comun Ricettacolo dalla Pubblica Pietà instituito. Coperta di miseria, di vergogna, d’orrore, invoca i fulmini dell’ira celeste sul capo del suo traditore, e accusando la sua debolezza dell’obbrobrio che la spaventa, e del più tristo avvenire a cui è apparecchiata, ha pure in mezzo a’suoi guai il sano oggetto di rendersi utile colla manifestazione dello sciagurato suo esempio, onde meritare dal Cielo il perdono della sua colpa.

Letta la sua Lettera l’abbiamo subito lacerata, secondando con ciò le sue calde preghiere, ritenendo la sostanza che fu vestita delle nostre parole.

Come la prudenza qualche volta abbandona i più saggi, così l’onestà non è sempre sì forte nel cuore delle fanciulle da resistere alla seduzione dell’eloquenza, de’preghi, de’giuramenti; particolarmente delle innamorate, che vinte son per metà prima d’essere combattute.

Si specchino in questa vittima d’un turpe Ingannatore, quelle che sono in pericolo delle illegittime anticipazioni, che non di rado conducono al pentimento, all’infamia, ed al pianto.

“Per il Magistrato Eccellentissimo de’Proveditori Sopra Ospitali si fa pubblicamente noto, che li giorni 18. 21. e 22. Settembre corrente, un’ora dopo Terza, al suo Magistrato farà gl’Incanti per la deliberazione della Valle denominata dei Tagli, e Beni tutti A. P. V. Prativi, e Pascolivi di ragione del Pio Ospitale di S. Lazzaro de’Mendicanti di questa Città, situati sotto la Giurisdizione di Torcello apparenti, e descritti nel Disegno formato dal Pubblico Perito, ed Architetto Giovanni Pigazzi esistente appresso il Fedelissimo Segretario del detto Eccellentissimo Magistrato con li patti, obblighi, e condizioni dichiariti nella Polizza d’Incanto a Stampa, che sarà dal detto Fedelissimo Segretario Gratis consegnata.

Data dal Magistrato de’Proveditori sopra Ospitali e Luoghi Pij li 15. Settembre 1789.”

Sebastian Zocchi Deputato.

In Senato. 17. cor.

Prov. in Zecca. m. 24.

s. Tommaso Sandi.

Rev. e Reg. alla Scrittura m. 24.

s. Bertucci Contarini.

Prov. a’Beni Inculti m. 24.

s. Francesco Raspi.

Savio in settimana per la v.

s. Francesco Foscari.

Se Pipo vicentino, se il famoso Taccon veneziano, se il Gatto milanese del Balestieri ebbero alla loro morte piagnistei, epicedj, epitaffi; se de’giglj del Parnaso onorati furono i loro cadaveri, possibile che non ci sia chi voglia comporre un Sonetto, o altra breve poesia in lode di Zuccherino il mio cane favorito, quando si sappia le ottime qualità che lo adornano?

Ebene 3► Exemplum► Cosi è scritto da un anonimo in Lettera a noi, nella quale soggiunge. Egli è piccolo, magro, di pelo bianco, soffice, e lucido. Non è carezzevole, come i cani spagnuoli, ma egli ha (e in ciò ben merita d’esser imitato) una sorta di tenerezza mutola e altiera, che manifestasi piuttosto quand’egli mi crede maltrattato dagli altri, che quan-[597]do passeggiamo insieme tranquillamente. Se in amicizia il punto essenziale, è quello di prestarsi a’movimenti, e alle inclinazioni de’suoi amici, oso dire, ch’ei possede questa qualità in un grado eminente. Egli si corica quando io seggo, e mi segue quando cammino: il che è più di quello che da’buoni amici si ha diritto d’esigere. Corrucciasi quando mi vede di cattivo umore, e non dà la menoma confidenza alla mia gattina di casa, benchè vogliale bene, anzi le abbaja, la minaccia, e leggermente la morte se vuol disturbarlo: quando poi scopremi allegro giuoca e sollazzasi seco lei colla più buona grazia del Mondo. Sà distinguere se nello sgridarlo, o nell’accarezzarlo, fingo o fò davvero, e il suo timore, o la sua esultanza non dipendono da segni esterni, ma da’secreti movimenti dell’animo mio, come se raffinato ei si fosse negli studj della cortigianesca accortezza. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Metatextualität► Molto egli dice di più nell’elogio del suo Zuccherino, ma basti il più essenziale per Tema del componimento poetico da lui bramato. Si capisce nel suo scritto, che lo vorrebbe fatto da noi, ma questo merito lo lasciamo a chi vorrà averlo. Sono forde le Muse se le invoca, chi non ha ozio, tranquillità, vigoria di salute. Aveva un bel dire Orazio. ◀Metatextualität

Ebene 3► Zitat/Motto► Musis Amicus, tristitiam, & metum

Tradam protervis in mare Creticum

Portare ventis . . . . . ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

perchè l’importuna povertà da lui stava lontana, e poteva pregar Fauno di non portar danni a’suoi terreni passandovi, e dedicare a Diana Pini delle sue campagne. Se avesse dovuto cozzarla co’bisogni della vita non avrebbe fatto de’versi da durare più delle Piramidi de’Re.

Noi intanto reprimendo a fatica la mestizia e il timore concentrati nel nostro cuore, per non poter darli a’venti che li portino nel mar di Creta, lasciando agli altri fare de’versi per diletto, facciamo delle prose per necessità, e senza perdere di vista nulla che servir possa à soggetti propostici, aggiungeremo a lode de’cani alcuni passi i più gloriosi alla loro razza, che possan esser citati, onde porgere varj argomenti sul Tema medesimo a chi vorrà poeticamente trattarli.

Le fedeltà de’cani si trova celebrata nella Storia più che quella degli Amici. Li due Libri più stimabili e antichi che vi siano, l’uno sacro, l’altro profano; cioè la Scrittura, ed Omero, ci danno le nozioni più avvantaggiose di questi animali. La menzione fatta nel primo del cane di Tobia, e nel secondo d’Argo cane d’Ulisse, hanno eternata la loro fama. Ciò che Omero racconta di questo è, ben esaminato, assai commovente, e prova l’eccellente naturale dell’antico Poeta. Ulisse aveva lasciato il suo cane ad Itaca, quando s’imbarcò per Troja, e lo ritrovò vent’anni dappoi.

Ebene 3► Exemplum► “Quando il saggio Ulisse (dice il Poeta) che lunghe guerre e numerose tempeste tenuto aveano lontano dal suo Paese, riguadagnò finalmente la nativa sua terra, non fu egli riconosciuto nè da’suoi Amici, nè dalla stessa Penelope. Solo, povero e vecchio, i suoi travagli e le sue cure leggevansi sul di lui volto, ed imbiancati avevano i suoi capelli. Egli dimandò il suo pane nel suo proprio palazzo, disprezzato da quegli schiavi che la sua antica bontà aveva nutriti, e scordato da tutti i suoi domestici. Mal nutrito, negletto, e coricato nel fango, il fedele suo cane trattato vedevasi come un vecchio Servitore, che non è più buono da nulla. Tanta ingratitudine lo penetrò di dolore, ed aumentò il desiderio, ch’egli avea sempre avuto di vedere il suo antico padrone. Appena ei videlo, s’alzo, e strascinandosi verso di lui (questo era tutto quello ch’ei [598] far poteva) l’accarezzò, gli baciò i piedi, rapito da una muta gioja; poi cadendo da un lato, alzò gli occhi, riguardò Ulisse, e mori” ◀Exemplum ◀Ebene 3

Ebene 3► Exemplum► Plutarco, raccontando che gli Ateniesi obbligati furono d’abbandonare la loro Città al tempo di Temistocle, fa una digressione espressamente per descrivere i gridi lamentevoli, e gli urli de’cani, che lasciaron essi in Atene. Fa egli menzione d’uno di questi che seguì il suo Padrone attraversando il mare sino a Salamina ove morì, e fu onorato di sepolcro dagli Ateniesi, che diedero il nome di Tomba del cane a quella parte dell’Isola ove fu sotterrato. Questo rispetto per un cane, d’un popolo il più colto della Terra, è degno di molta considerazione. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Ebene 3► Exemplum► Un moderno esempio di riconoscenza verso d’un cane, è che l’Ordine il più distinto della Danimarca (che appellasi ingiustamente l’Ordine dell’Elefante) fu instituito ad onore d’un cane nominato Wild brat, da un Re del Paese, ch’era stato abbandonato da tutti i suoi Sudditi. Questo Principe diede per motto dell’Ordine Wild brat fu fedele. Questo fatto è riferito dal Cav. di Warwick nelle sue Memorie.

Trattenendosi il Re con alcune persone della sua Corte, durante il periodo delle sue disgrazie, si agitò la questione, qual sorta di cani meritasse la preferenza. Tutta la compagnia convenne ch’era lo spagnuolo, od il bracco. Il Re pronunziò in favor di quest’ultimo, perchè, disse, ha il buon naturale dell’altro, senza far tante carezze. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Eccellente tratto di satira contro de’Cortigiani.

San Rocco
Invito Sacro

Domenica sarà li 20 del corrente Settembre.

La Santità di N. S. PIO Pp. VI. felicemente regnante, mentre nell’anno 1782 trovavasi di passaggio in questa Dominante, visitata nel dì 18 Maggio clementissimamente la Scuola Grande, e la Chiesa di San Rocco Protettore di cotesta augusta Città, volle dappoi con largizione apostolica a perpetua memoria del fatto, a maggior decoro della stessa Scuola Grande, ed a Spirituale consolazione non solo dei Confratelli, ma di tutti eziandio i Fedeli Cristiani, che ora, e ne’tempi avvenire visitassero la detta Chiesa, impartire benignamente le Pontificie sue Grazie, innalzando la detta Scuola al grado di Archiconfraternità con facoltà di aggregare tutte le Scuole dell’istesso Titolo esistenti in questo Veneto Serenissimo Dominio per l’oggetto di comunicar loro le proprie Indulgenze; ed arricchindo la di Lei Chiesa di tutti quelli Spirituali Tesori, dei quali a comun benefizio in varj tempi da diversi Sommi Pontefici fu decorata la Collegiata Chiesa di S. Maria ad Martyres, volgarmente detta la Rotonda di Roma.

Dietro adunque un Sovrano Decreto dell’Eccellentissimo Senato del dì 23 Aprile 1789, che permette l’effetto delle enunciate Pontificie Grazie, e l’Approvazione di Monsignor Illustrissimo e Reverendissimo Patriarca, nel giorno e Chiesa suddetti si diverrà alla solenne pubblicazione de’Brevi relativi. Alle ore 13. però, presente il detto Piissimo nostro Prelato, e tutta la pia Congregazione de’Confratelli, si leggeranno dal Reverendo Cappellano di essa Grande Archiconfraternità gli stessi Brevi, e si reciterà sul proposito un breve discorso. Dopo questo Esso Monsignor Illustrissimo e Reverendissimo Patriarca celebrerà la Santa Messa, e intuonato quindi un solenne Te Deum sarà questo cantato da’Religiosi Coristi di essa Chiesa. In fine darà Esso Religiosissimo nostro Prelato la sua Pastorale Benedizione, e si dispenserà ai divoti concorrenti una stampiglia, in cui [599] troveranno esposte tutte le Indulgenze ad essa Chiesa impartite, con i giorni, ed il modo, nei quali, ed in cui potranno acquistarle.

S’invitano i Fedeli ad approfittarsene dell’incontro per loro istruzione, e vantaggio, onde visitando la detta Chiesa, sappiano quali misericordie la Carità di Gesu’ Cristo per mezzo del suo Vicario tiene in essa di già preparate; e si eccitino a percepirle come conviene a benefizio delle proprie anime, mentre tante volte quante quindi innanzi verranno, premesse le debite disposizioni, sono a loro beneplacito.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

Io non so quanto saporiti fossero i Conviti di Lucullo, ma scometterei, che nè quelli nè quanti altri, e dalle storie, e anche dalle vostre gazzette sono resi immortali superarono il sommo gusto, che apportò il più semplice dei Conviti ad una Compagnia di fervida gioventù unita l’altrieri nella sì poca decantata terra del nostro Campalto. Voglio di questo raccontarvi la storia, acciò voi che avete tanta corrispondenza col Pubblico possiate persuaderlo una volta, che non ista il piacer vero fra la schiavitù, e i riguardi, che tiranneggiano universalmente, sotto lo spezioso titolo di convenienze. Ebene 4► Exemplum► Convinti di questa massima dieci civili giovani, ricercando un qualche sollievo alle loro occupazioni, stabilirono di procurarselo da sè medesimi senza esserne debitori ad alcuno. S’indrizzarono a tal oggetto verso Campalto al numero di otto, martedì mattina, dovendoli altri due seguire dappoi. Com’erano esperti gli antichi giovani Romani negli esercizj del nuoto, della lancia, del disco, così resi questi per genio patrio valenti sollazzieri vogarono da per loro i battelli, che li conducevano, entro dei quali tutto l’occorrente si ritrovava per costruir in qualunque luoco la cucina, ed imbandire la tavola. Arrivati colà ognuno caricatosi di qualche necessaria mobilia s’avviarono processionalmente verso il Bosco, chi portando tende, chi pentole, chi piatti, chi sedie, chi biancheria, chi vivande. Al primo sito opportuno si sono fermati, e tutto avendo con molto buon ordine distribuito cominciarono dal batter il fuoco, e compirono col preparar un pranzo, ch’esser non poteva migliore per la semplicità degli ingredienti, per il sapore de’cibi, e per la perfezion della cuocitura. Trattanto anche gli altri due compagni terminate lo loro faccende si misero in viaggio per arrivar a questo luogo di delizie, almeno tal per quel giorno, e ritrovato a sorte un terzo amico lo invitarono a seco unirsi, il quale essendo amante anch’esso della semplicità non potè resistere all’eccitamento. Strada facendo venne loro il capriccio di far una burlesca sestina in forma di supplica per l’accettazione di questo membro, che fù così concepita.

Magnifici Signori a voi la fama

Della vostra magnifica adunanza

De’ghiotti, e Bacco un buon seguace chiama.

Deh voi non lo tacciate d’increanza!

Anzi dategli bene da mangiare,

Ch’è questa la gran via di farsi amare.

Fu accolta a piene voci la supplica; ed ecco per undeci apparecchiata la tavola. La fatica aveva aguzzato l’appetito. La compiacenza che tutto fosse opera delle proprie mani dava maggior gusto alle pietanze. L’esser all’aperto d’una campagna rallegrava il cuore. L’amicizia, la gioventù, la libertà tutto influiva a far brillar quell’unione. Amabilissimo era di tutti il carattere, di uno in particolare non si può mai dirne abbastanza. Faceto per temperamento, d’una poetica fantasia, abbondante di sali, e di motti piccanti [600] ravviva qualunque brigata ove si ritrova, e in questa occasione specialmente tanto sparse fra tutti il buon umore, e l’allegria, che fu il condimento più prezioso di quella giovial adunanza. Tanto che non può credersi ch’egli sia per effettuare, l’austera risoluzione già presa di licenziarsi dal Mondo. I passeggi, i giuochi di agilità, e di destrezza, i canti discordi pur al cuor loro armoniosi, le novellette brillanti, i geniali discorsi, il caffè; i conti, e l’imbarco furono le aggradevoli occupazioni che terminarono quel lieto giorno; ◀Exemplum ◀Ebene 4 a cui pur anco sò grado del piacer che mi offre di potermivi protestare

Pieno di ammirazione
N. N. N. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Amico Carissimo.

Che vi pare del paragrafo inserito nel foglio Urbano di mercoledì in prosito dell’Opera di Bergamo! siete voi persuaso, che gli impresarii non abbino badato a spesa per divertire, e render contento il pubblico sicuri di un discapito? Io sono sicuro, che teoricamente avranno ideato un piano, il cui risultato avrà pronosticato delle utilità; se in pratica poi non ha corrisposto, ecco una delle solite vicende, ma se non curavano il discapito, perchè non accresecere l’illuminazione scarsissima? perchè non accresere l’orchestra? perchè non servirsi d’altro pittore per render contento il Pubblico? La Villeneuva in seguito del paragrafo non è trattata bene, ma a torto: nel ballo Giulietta, e Romeo con la sua solita naturale viva espressione non lascia desiderarne allo spettatore una migliore, tanto sorprende questa grande attrice. Io scommetterei, che chi ha esteso tal paragrafo, o non la ha veduta a ballare, o pure in que’ due o tre giorni, che diceva essere ammalata, oppure, che c’è, qualch’altra ragione.

La tombola continua con entusiasmo: due cavaglieri, che ora vi posiedono han fatto cessarre c quegli inconvenienti, quali, benchè senza colpa di alcuno, avevan dato motivo al Pubblico di sosopettarne malizia, ed inganno.

Bergamo 13. Sett. 1789.

Jeri s’è radunata la Società del Nob. Teatro a S. Samuele, e fu presa Parte per la superiorità di pochi voti affermativi d’aprirlo ad Opera seria nel pros. vegnente Autunno, e susseguente Carnovale. Un’imposizione di L. 72. per palchetto, oltre il solito canone, si fece supplire alla deficienza de’necessarj Carati. Si nominano trà i primi Personaggi cantanti la Sig. Mara ed il Sig. Babbini, e tra quei di Ballo La Sig. Pitrot, e il Sig. Volcani, e come Compositore il Sig. Viganò.

Quesito raccomandato al presente Foglio.

“Se più sia offesa la dignità d’una Gazzetta Politica dall’ammettere una musicale notizia, o dall’esibire una camera d’affittare, od offerire impiego a una Serva da bassi uffizj.”

Cambj. 18 Settembre.

Lione 57 e mezzo. Parigi 57. Roma 63. Napoli 115. e mezzo. Livorno 99 e 3 4ti. Milano 155. Genova 91. e un 3to. Amsterdam 93. Londra 49. Augusta 103 Vienna 196 e mezzo.

Prezzi delle Biade.

Formento a L. 31 10.

Sorgo Turco vecchio a L. 16. 10.

Nuovo L. 15.

Segale a L. 21. 10.

Fagiuoli bianchi a L. 22.

Miglio L. 17

Risi da 34 a 35. Duc. al m. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1