Gazzetta urbana veneta: Num. 63
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Num. 63. Sabbato 8. Agosto 1789.
Il Serenissimo Principe fa sapere, ed è
per ordine degl’Illustrissimi, ed Eccellentissimi Signori Governatori dell’Entrade. Che essendo
stati deliberati li due Partiti Carte da Giuoco, cioè, quello della Dominante, e Dogado per la
Fabbrica, e Vendita delle Carte grosse bianche denominate ad uso Veneto per Anni otto da principiar
28. Luglio 1789., e parimenti l’altro della Terra Ferma comprendente anco la Fabbrica delle Carte ad
uso di Bologna per pari tempo di Anni otto da principiar primo Settembre di detto Anno, Abboccatore
di questo Partiti D. Antonio Zeltron qu. Pancrazio, fanno noto a chiunque, e col presente Proclama
specialmente intendere, e sapere alli Venditori tutti nella Dominante e Dogado sì delle Carte grosse
bianche, egualmente che delle altre fabbricate ad uso di Bologna, delle però provenienti dalla
Fabbrica della Terra Ferma permesse introdursi dal Capitolo Sesto della Polizza d’Incanto quanto
segue. Volendosi per ogni modo impedita al terminare del cadente Partito qualunque rimanenza, o
codazza di Carte di qualsisia genere fabbricate in qualunque luogo dello Stato dal Partitante D.
Francesco Orsoni qu. Lazaro, o dalli di lui Subconduttori, ed Agenti, e procedendo loro Eccellenze
con le facoltà del Capitolo Nono della Polizza d’Incanto a Stampa approvata dal
Decreto dell’Eccellentissimo Senato 24. Novembre 1779. dichiarano ora per lume, e regola delli
Venditori sopraccennati, che al terminare del cadente Partito s’intenderanno di Contrabbando, e
soggette per conseguenza ad essere confiscate tutte quelle Carte, che si attrovassero in Vendita del
Partito medesimo, e fossero riconosciute dalla Marca, o Manifattura della Fabbrica del Partito
stesso, dovendosi nel giorno 28. Luglio 1789. sopraccennato essere fatta Vendita unicamente delle
Carte fabbricate dal nuovo Conduttore Zeltron, o di lui Agenti, in quanto alle Carte bianche, e per
l’altre ad uso di Bologna li primo Settembre susseguente. Sarà permesso a quel Confidente, o Cerca,
che sarà munito da legali Mandato da loro Eccellenze il poter visitare dopo il giorno 28. Luglio
1789. nella Dominante, e Dogado le Botteghe tutte, ove si vendono Carte della Fabbrica del cadente
Partito, e similmente le Botteghe, Magazzeni, ed Osterie ove si giuoca, e si pagano da’Giuocatori le
Carte per praticare le più opportune perquisizioni, ed asportare da qualunque luoco le Carte della
sopraddetta qualità inibita per Vendita, e per Giuoco, presentando l’asporto al Magistrato medesimo
per il lievo di quelle pene pecuniarie, ed afflittive, che sono da replicati Proclami cominate. Ed
il presente sarà stampato, e pubblicato, non che intimato alli Gastaldi dell’Arte dell’Acquavita, e
Naranzeri per dover esser trasfuso ad ogni Individuo dell’Arti stesse, e così a cadauno Oste, e
Magazzeniere, come pure trasmesso alli rispettivi Reggimenti del Dogado per la sua pubblicazione, ed
inviolabile esecuzione. Data dal Magistrato Eccellentissimo de’Governatori dell’Entrade li 5
Settembre 1788. Addì detto. Gl’Illustriss., ed Eccellentiss. Signori Governatori dell’Entrade, hanno
ordinato al Pubblico Stampator Pinelli, che a spese del Partitante delle Carte da Giuoco Antonio
Zeltron sia stampato il presente Proclama.
Questo tratto d’umanità nobilitato da un disinteresse sì raro nella gente di sua condizione
merita la luce delle stampe, e gli elogj dell’anime oneste. Notizie varie. Nelle vicinanze di Vicenza vi sono 33. campi allo in circa con
casino e sue adiacenze, e in Città una Casa con Bottega, il tutto libero, e in vendita. Questo
affare è raccomandato al Sig. Giuseppe Reccanè pub. Sensale il cui ricapito è al Caffè della Fortuna
a S. Marco. E siccome gli son venute delle proposizioni da persone colle quali dovea dividere la
provvigione in caso d’accordo, così egli dichiara di non voler ascoltarne, che dagli immediati
acquirenti. Sono da lui esibiti in vendita gl’infrascritti vini in bottiglie, d’ottima qualità.
Bordeaux, Borgogna, Lunel, Moscato di Cipro vecchio, Generoide, Canarie bottiglie doppie, S.
Laurent, Monte Libano, e Reno. Si notifica, per certa particolare ragione, ed a comune certezza, che
a Milano il Sensal teatrale di cui si vagliono gli Impresarj dello Stato Veneto nelle loro
occorrenze per quella parte, è il Sig. Giuseppe Verzellotti. Un Giovine di 28. anni cerca impiegarsi
in qualche scrittojo, o in altro offizio onorato. Egli oltre di attendere al suo dovere farà scuola
ai figli del suo Principale di Grammatica, di Rettorica, di Geografia, di leggere, e scrivere
francese, d’aritmetica, di scrittura mercantile, e d’azienda; del vero metodo d’apprendere facile il
modo di calcolare riguardo alla specolazione de’Banchieri, e Negozianti tanto rispetto al banco, che
alla mercatura. Darà cognizione della sua persona, e idonea sicurtà di qualunque somma. Indrizzo dal
Colombani venditore di questo foglio.
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Invenzioni d’utilità.
Metatextualität
S’è posto, alcuni ordinarj sono in uno di questi Fogli1certo articolo spettante alla pratica Economia domestica sull’uso d’un
fornello da cuocere perfettamente con una sola libbra di carbone la quantità di carne di bue
bastante ad una tavola di molte persone. S’è detto in esso esserne l’inventore il Signor D. Giambat.
Omizzolo Prete de’Sette Comuni abitante nella Villa della Rosà Territorio di Bassano; e ch’esso
esibivasi d’andare ove fosse chiamato per ordinare e soprantendere alla costruzione d’un tal
fornello, ch’è di poca spesa. Questa esibizione fece a noi dirigere due ricerche, una da Verona,
l’altra da Brescia, che furono stampate successivamente su questa Gazzetta affine di servire al
desiderio altrui, e all’interesse del fabbricatore. Ma passò tutto questo tempo senza che avessimo
alcun risponsivo riscontro onde entrammo in sospetto di qualche burla come quella dello specifico
per la sordità: giacchè l’anonimo medico Vicentino (creato forse da un cervello bizzarro) non si
difese da’colpi vibrati contro di lui; nè chi fece parlare questo fantasma dell’immaginazione
aggiunse nulla in sua lode per sostenerlo contro l’attacco. Un mezzo particolare ci fece uscir da un
tal dubbio. Per esso venne l’infrascritta Lettera, che assicurerà il Pubblico della veracità del
fatto, e spargerà maggior lume, sull’abilità del prenominato Religioso, presentando al tempo
medesimo una qualche idea del suo onesto carattere.
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Brief/Leserbrief
Eccellenza. Il Religioso inventore del noto Fornello da cucina ebbe
nel prossimo passato mese di Giugno Lettere particolari dal Sig. Giulio Marchese Carlotti di Verona,
e altra da Bologna, alle quali egli stesso rispose, e se la intese con que’Signori. Ora che io
medesimo sono testimonio oculato della nuova costruzione di detto Fornello, e che ho visto, e
sperimentato l’ottimo effetto, ne fò tutta la fede a V. E. che può assicurare il . . . Sig.
Gazzettiere della verità del fatto, che non è altrimenti scherzo, nè favola. Ne ha fatti parecchi di
questi fornelli qua da noi, e nei nostri contorni; molti altri fuor di Paese. In Bassano tra le
altre nelle due Famiglie Compostella. Fu ancora a Breganze: ed è impegnato di portarsi a Piove di
Sacco ne’primi del venturo per farne costruire due alla N. D. Giulia Cigogna Badoer. Il fornello più
grande da lui messo sinora in opera porta una pentola di rame capace di quattro secchi d’acqua, e
non ha difficoltà a farne di maggior ampiezza con eguale riuscita; se non che in proporzione
crescerà il consumo del fuoco. Esso è onest’uomo, non avido, non pretendente: ma non è ozioso, nè
facoltoso da intraprender viaggi a diporto per soddisfare a chi lo ricerca. È per altro disposto di
compiacer tutti con venire volontieri costì, o andare dovunque fosse desiderato, senza però suo
aggravio, promettendosi qualche ricognizione dalla generosità de’clienti; perchè se per donarsi
a’vantaggi altrui bisogna che scapiti ne’suoi proprj, è poi giusta una ricompensa.
Rosà 29 Luglio1789.
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Brief/Leserbrief
Signor Gazzettiere. “Mi piacque il caso dei Cavalieri da Voi inserito
nella vostra Gazzetta N. 59., e tuttochè messo in dubbio, vi dirò, che quanto a me lo credo vero, e
verissimo. Simili casi mi furono raccontati da parecchi coltivatori di questi Vermi. Persone di
autorità, e degne di fede, ed io stesso fui testimonio di casi ben dissimili nelle loro circostanze,
ma niente meno sorprendenti, e rari. Non ve ne faccio la descrizione, poichè non vi scrivo ad
oggetto di provare un Fenomeno verificato dall’esperienza, ed osservato da tanti senza poterne
spiegare l’arcana ragione. La questione per altro proposta da chi l’ammirabil caso vi scrisse, è
ella compatibile colla grandezza, e colla profondità del Fenomeno? Può essere; sebbene a crederlo io
m’abbia della difficoltà; ma un mio pari, uomo di Campagna, di pochissimo studio, e niente versato
nelle materie Forensi, si crede permesso di tener chiusa la bocca intorno alle pretese del
contadino, e del proprietario dell’Uccelliera. Concedetemi invece, di dirvi, che il caso dei
Cavalieri è meritevole dei più serj, e maturi riflessi dei Fisici, perchè vi confesso, non so, nè
posso comprendere da per me, come questi delicatissimi Vermi abbandonati alla sorte, e gettati dai
poveri contadini sul Letamajo, o sul Campo, massime allora, che v’è penuria di Foglia di Moraro
(d’altra Foglia non si costuma cibarli) abbiano a far le Gallette sode, pesanti, e in fatti migliori
delle Gallette lavorate dai Cavalieri, che si coltivano con tanto stento, e fatica, con tanto
studio, e spesa dai Benestanti di campagna. Tra’vostri benemeriti Associati vi saranno dei Filosofi
profondi, e dei pratici Fisici. Dimandate a questi grand’Uomini il loro parere sopra
un Fenomeno quanto vero, altrettanto misterioso alla più parte dei Coltivatori di Cavalieri, i quali
non si sanno dar pace allorchè nascono dei casi simili, o poco differenti al riportato da Voi, e in
verità quasi ogn’anno ne nascono; onde molti di essi, deboli di spirito, rimangono scoraggiati per
sì fatto modo che abbandonano il pensiero dei Cavalieri, e ne dimettono la coltivazione, poco, o
niun profitto, ritraendo dalle loro fatiche, perchè questi Vermi deludono le speranze del
Georgofilo, anche allora, che sono a far la Galletta. Qual danno ciò apporti alla lucrosa
negoziazione delle sete chiaro voi vel vedete. Se verrà risposto da essi alle vostre ricerche, com’è
desiderabile pel comune interesse, e se risponderanno con quello spirito di verità proprio del sano
Filosofo, voi renderete il vostro Foglio assai interessante, e verrà ricercata la vostra Gazzetta
anche dagli uomini di Campagna. Vi saprò grado, se mi favorirete di pubblicare questa qualunque
siasi mia Lettera, che null’altro ha per oggetto, salvochè il mio desiderio d’intendere il
sentimento dei Dotti sul Fenomeno da Voi pubblicato, lusingandomi d’averne dei Lumi, e delle
Cognizioni molto utili alla migliore coltivazione dei Cavalieri, e alla medesima Società, il cui
bene desidera a pieni voti chi con tutto l’ossequio si segna Vostro Aff. Inassociato
Mario Paulotti. Camisan sul Vicentino
Mario Paulotti. Camisan sul Vicentino
4. Agosto 1789.
Correzioni.
La donna, o finta donna, di Treviso, che ha cominciato ad iscrivere per questi Fogli, ha sognato nella seconda sua Lettera in data de’27 Luglio stampata al Num. 60, od ha malignamente inventato che travagliate dalla più fastidiosa miseria le R. R. Monache di Castel Franco, sieno per Sovran Decreto provvidentissimo, per passare nel nobilissimo Monastero di S. Taolo di Treviso. Non è vera la somma loro indigenza, ed è falso egualmente, che sia stato proposto, o sognato il Sovrano Decreto per l’accennato passaggio. Il dicesi non può giustificare la mendacia di simili asserzioni; e quando trattasi di cose sì gravi ci vuole qualche fondamento per non ingannare il Pubblico seducendo chi presentagli le correnti notizie. Credemmo di comunicare a’nostri Lettori un cangiamento piacevole a quelle pie Religiose, ed esse probabilmente legate d’affetto all’attuale loro soggiorno, si saranno forse rammaricate alla capricciosa invenzione svelataci da un Soggetto degno di rispetto, e di fede. La spedizione absente all’Uffizio illustrissimo dell’Avvogaria, è seguita a favore del Sig. Ghirardi e l’appellazione all’Eccellentis. Cons. di 40 fu fatta da’Nobili suoi Avversarj. Benchè gl’intelligenti delle cose Forensi dal seguito Giudizio abbian potuto conoscere l’errore di chi ci ha male informati, è nondimeno un dover l’emendarlo. V. nel Foglio precedente pagina 496.In Senato. Giovedì 6. corrente.
Sopra l’esaz. del danaro pub. dura mesi 36. s. Ang. Marcello Primo. Prov. sopra Beni Comunali dura un anno s. Zuanne Sagredo. Una madre afflittissima per la perdita dell’unico suo Figlio in tenera età rapitole dal Vajuolo, comunica al Pubblico i suoi lamenti per mezzo di questo Foglio, ed essendo in età da secondare ancora il suo letto dimanda se v’abbia nell’arte medica alcun rimedio, che prevenga l’attacco d’un sì fatal morbo desolatore di tante famiglie, prescindendo dall’innesto di cui assolutamente non vuol ella udir nemmeno a parlare, ad onta di tante felici esperienze che lo raccomandano, e di quanto abbiamo scritto e riferito ne’passati tempi per renderne famigliare la pratica. Questa ricerca risvegliò in noi la memoria d’un articolo del Giornal di Parigi, che fa onninamente a proposito per soddisfarla. Ebbimo della difficoltà, e della pena a rinvenirlo, ma questa ci condusse finalmente alla compiacenza bramata. Lo legga tradotto, come glielo presentiamo, la madre dolente, e con essa gli amatori di questo foglio, tra i quali forse vi sarà alcuno, che facendone conto, potrà salvar delle vite.Ebene 3
Brief/Leserbrief
Ai Signori Giornalisti. Siccome tutto ciò che interessa l’Umanità non
potrebb’esservi indifferente, così m’affretto a farvi giungere il seguente avviso, pregandovi
d’inserirlo in uno de’vostri prossimi Fogli. Egli può esser utile, e non è giunto a mia cognizione
che poco fa.
Questo avviso, Signor, non vi sembrerà certamente da negligere. Sarebbe desiderabile che i maestri
dell’arte, degni amici dell’umanità, volessero occuparsi su tal soggetto. Tocca ad essi
l’illuminarci. Quando ancora non ammettessero l’efficacia della proposta pratica, dovrebbero dire
almeno se la medesima potesse produrre qualche conseguenza funesta per l’individuo. Ecco di che si
tratta; perchè se questa prova non ha per sè stessa niente di pericoloso, non costerebbe nulla il
tentarla, purchè s’usasse la prudenza raccomandata da M. Salchon. Più vale l’esperienza di tutti i
ragionamenti. Non basta forse, per eccitar l’attenzione e l’interesse, che un metodo sia proposto
come un preservativo contro uno de’più terribili flagelli che affliggano l’umanità? Oltre ciò, come
non desiderare che un metodo sì semplice sia nello stesso tempo sicuro ed efficace? È questo il voto
di tutte le anime sensibili; e sarà senza dubbio anche il vostro. Io sono ec.“ Gabriel.
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“Il Sig. Salchon, Medico a Melford, indicò nel quinto
Volume delle Raccolte di Berlino, come un preservativo dal Vajuolo la pratica di far ripassare il
sangue verso la placenta prima della legatura, e della sezione de filo umbilicale. Nel cominciamento
dell’anno 1769 egl’insegnò questo metodo alle Levatrici della Provincia di Fidertithmaschen, e le
impegnò a praticarlo. Egli lor disse di risospingere cautamente, ma prontamente, e compiutamente
quanto più fosse possibile verso la placenta il sangue contenuto nel cordoncello umbilicale
de’bambini appena venuti al Mondo; in modo, che la porzione di questo cordoncello, che dopo la
sezione restasse attaccata al feto, fosse quanto più si potesse purgata dal sangue, dal fiero, e
dagli altri fluidi; e di non applicare la legatura seguita dalla sezione, che dopo l’evacuazione
ordinata. L’autore osservò nel 1778 che tutti i fanciulli nati nel 1769, per i quali seguito si
aveva il suo metodo, erano stati esenti dal Vajuolo. Questo morbo fece delle stragi terribili alla
fine del 1769 e nel 1771 a Melford, continuate ancora nelle sue vicinanze con maggior danno, e
rinnovate a Prines nel 1776. Nondimeno esso non attaccò che i fanciulli nati avanti di quell’epoca,
o quelli su’quali non fu praticato un tal metodo. Il numero de’nati a Melford dal 1769 ed ancora
viventi nel 1778, i quali dalle Levatrici erano stati trattati coll’accennata pratica, ascendeva a
260, e nemmen uno soggiacque alla contagione del vajuolo nelle mentovate epidemie. Si può osservare,
a proposito di questa pratica, che gli animali fendono co’loro denti il cordone umbilicale, e lo
leccano sino a tanto che non vi sia più sangue, prima d’abbandonarlo al suo diseccamento. Così
preservano i loro parti, non solamente dal Vajuolo ma presso che da tutte le altre malattie. Forse le persone, che illese rimasero dalla infezione di questo morbo, sono state pure
garantite dalle Levatrici, che hanno seguito un tal metodo, senza conoscerne l’utilità.”
Metatextualität
Questo Articolo è nell’Originale al Num. 109 del prefato Giornal di
Parigi in data 18 Aprile 1780. Veggasi quali sono le carte indiritte a’compilatori di quel
pregiatissimo Foglio, e si consideri quale sarebbe l’utilità del nostro, se la coltura illanguidita,
ed il genio ritroso non ci privassero di que’soccorsi letterarj, e scientifici che vanno in copia
a’Signori Giornalisti di Francia. Noi non possiamo sperare qualche dissertazione di Medicina, o di
Chirurgia se non al caso che risorga una nuova contesa trà professori tendente ad iscreditarsi
vicendevolmente su qualche operazione particolare. Non c’è generosità, che di burle, o d’inezie, ma
una stretta avarizia di cose generali, utili e belle.
Addì 18. Luglio 1789.
Pubblicato sopra le Scale di San Marco, e di Rialto, per Gio: Battista Pace Comandador Pubblico. Per l’innalzamento alla Porpora Cardinalizia di S. E. Monsignor Flangini Auditor della Sacra Rota Romana per questa Seressinima Repubblica, si son vedute la sera del prof. scorso Giovedì illuminazioni di gioja a questo suo Palazzo nella parrocchia di San Geremia, come in altre parti della Città a quelli degli Eccellentissimi suoi Parenti. Dicesi, che siano tre gli aspiranti al vacante posto della S. R. R. due de’quali del corpo degli Eccellentis. Cons. di 40. Sentite si sono (e tanti l’attestino che bisogna crederlo) delle leggiere scosse di terremoto nella notte del p. p. Lunedì, e verso la sera del giorno seguente. Molti Abitatori di questa Capitale spaventati si sono, alcuni protestarono di non aver avuto il menomo timore; e tanti altri non vogliono assolutamente creder nulla, perchè di nulla s’accorsero. Abbiamo avvisi da Treviso, che colà pure negli stessi indicati tempi si sentì il minaccioso scuotimento, e Dio non voglia che in qualche lontano Paese sia succeduto del male. Descrizione d’un’Opera. La musica di quaranta Autori. Il primo mezzo Carattere buono. La prima donna un atorto della musica. Il primo Buffo, ch’è un Giovine di 72 anni fa bene la parte di servo; e meglio la potrebbe fare se posto fosse alla pratica esecuzione, essendo corrispondente figura, ed abilità. Gli altri meritano d’esser proscritti dal ceto civile, e musicale. Li Balli sono un caos di cose, che formano un trattenimento da plebe, non essendo neppure esposto il sentimento della musica. Il primo Ballerino eseguirebbe benissimo la parte di primo figurante. La prima Ballerina è un niente. La seconda ohimè! L’orchestra non merita d’esser serva, rapporto all’accompagnamento di sì fatta gente. La prima Grottescha per età eguale al primo buffo. Per abilità passabile. Le Scene erano belle ora sono tutte logore e cattive. Illuminazione buona. Il concorso ve lo potete immaginare. Io per altro vado quasi ogni ser a per avermi miseramente accordato.Ebene 3
Brief/Leserbrief
Signor Gazzettiere.
5. Agosto 1789 . . . . .
Un famoso duello nato in questa città degno d’esser posto su’vostri fogli.Ebene 4
Exemplum
“Erano in due caffè tre Forastieri, due fratelli Romani, ed un
Mantovano. Incominciarono a contender questi sopra punti sopraffini Algebraici e tanto
s’affaticavano, che riscaldata la fantasia d’ognuno più non uscivano argomenti giusti, ma parole
sciocche. Quindi a poco a poco dall’Algebra sopraffina passarono ad argomentar con acute offensive
parole. Tanto s’insultarono che un Romano s’avvicinò al Mantovano e gli trasse di testa la parrucca
e volle che uscisse dal Caffè. Questi vedendosi mancar la parrucca e maltrattarsi in quella guisa lo
sfidò a seco duellare fino all’ultima stilla di sangue. Il Romano accettò e impugnata la spada da
entrambi e dato il fatal segno della battaglia tutti e due combatterono con tal ardore, e in guisa
che le spade mai per il timore si toccavano, ed altro non si sentiva, a lei se hà cuore, a lei se hà
cuore. Lo schiamazzo fatto in quella strada fu incredibile; quando saziata la gente appieno della
ridicola scena agevolmente suonarono la ritirata, e facendo restituire al Mantovano la sua parrucca
questi dall’una e quelli dall’altra parte presero la partenza, con un seguito di fanciulli che gli
gridavano dietro: bravi i campioni.
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Exemplum
Jeri dopo pranzo trovavasi sulla fondamenta dell’Arsenale il
servitore del sig. Pietro Menegatti, che conduceva a spasso un Nipotino di questo suo Padrone,
Speziale da Medicine all’Insegna della Madonna. Un Forastiero colà trastullavasi facendo saltar in
canale il suo cane dietro un pezzo di legno che vi gettava, e veniva preso e ripreso a nuoto da
quella bestia. Sceso per ciò su’gradini d’una di quelle rive, e sbilanciandosi nel lanciare il
legno, a sdrucciolando sul marmo bagnato, cadde in acqua, e fu a pericolo d’affogarsi, perchè non
v’era alcuno a portata d’assisterlo. Mosso a compassione il buon servo si gettò in canale, e lo ha
salvato. Ebbero ambidue ricovero da un barbiere, e ogni assistenza possibile. Il Forastiero voleva a viva forza ricompensare il benefizio ricevuto, col far accettare delle monete a chi
per serbarlo in vita aveva messo in rischio la propria: ma questo con una generosità eguale alla sua
compassione ricusò costantemente il dono per non scemar col riceverlo la sua soddisfazione onorata
d’aver fatta un’azione degna di lode.
Metatextualität
V’ha un
aneddoto Inglese, che quì verrebbe in acconcio, ma la mancanza di spazio ce lo fa riserbare al
foglio v.
Savio Grande in Settimana per la prossima ventura
s. Francesco Foscari. Prezzi delle Biade. Venerdì 7. cor. Formento a l. 32. Sorgo Turco a 16 in circa. Segale a 20. 10. Miglio a 17. Risi da’ 34. a 35. duc. al m. Se non piace a certuno di Terraferma il veder pubblicato il valore del Sorgo Turco, sappia che per fargli servizio da noi non devesi accrescerlo di qualche lira alterando quello che fa la Piazza nelle cui riferte siamo fedeli. Cambj. Addì detto. Lione 57. e mezzo. Parigi 57. e un 3zo. Roma 62. e 7. 8vi. Napoli 114. e 3. 4ti. Livorno 100. e un 3zo. Milano 155. Genova 91. e 3. 4ti. Amsterdam 92. Londra 48. e 3. 4ti. Augusta 103. Vienna 196. e mezzo.D’Affittare.
Bottega e magazzino grande alla Zuecca vicina al Ponte lungo. D’annuo affitto ducati 32. Le chiavi sono dal fruttajuolo vicino. Chi v’applicasse parli con l’Agente di Cà Gradenigo alli Gesuiti.Morti.
L’Illustrissimo Signor Antonio Alcaini Maggiore del Castello di Chiozza, d’anni 88.1Vedi al Num. 45. pag. 356.