Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 44", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\044 (1789), S. 345-352, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2365 [aufgerufen am: ].


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Num. 44.

Mercordì 3 Giugno 1789.

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Notizie venuta da Chiozza
con lettera de’29 Maggio scorso.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► La gravissima malattia dell’Eccellentissimo Sig. K. Tiepolo, ora uscito di pericolo in esaudimento delle preci, e de’voti di questa Popolazione, ha ritardata sino al passato Mercordì la venuta di S. E. Gian Dom. Almorò di lui Figlio nostro Podestà.

Ci giunse egli alle ore 22 accompagnato da 4 Poete ed altrettante Barchette, con trombe e altri musicali stromenti da fiato, corteggiato da 12 Cavalieri e Dame del più alto rango della Dominante. Dalle rive folte di gente fu solennizzato il suo passaggio con lieti unanimi evviva. Era nel Palazzo Pubblico imbandita una lautissima mensa per 24.

Nel Giovedì seguente fec’egli il suo Ingresso. Prima di tutto espresse i sentimenti confortativi d’ottimo rettore, che rinforzarono le nostre ben fondate speranze d’un saggio ed util governo. Trattò d’un sontuoso Rinfresco tutto l’ordine civile di questa Città, indi s’incamminò al Duomo col seguito della sua Corte, delle Cariche, e de’Signori di questo Paese, e col corteggio nobilissimo, che l’accompagnò da Venezia. Il suo Mastro di Casa gittò qua e là denari nella gita, e nel ritorno. Prima di risalire in Palazzo fu da lui visitato il S. Monte di Pietà, e il Fontico della farina bianca, che fece abbassar di prezzo a 2 lire per stajo. Dalli poggiuoli fu gettata al Popolo da quella nobiltà, quantità di pane, e moltissime monete d’argento dal da dieci al mezzo Ducato.

Il magnifico apparecchio per il pranzo servito avrebbe per più di cento, ma i Commensali non furono che 43 a cagione del Consiglio di Pregadi che trattenne a Venezia molti Patrizj V. disposti ad onorare col loro intervento la solennità d’un tal giorno.

Immaginarsi tutto quello di più gran-[346]de, e di splendido, che può vedersi ad una mensa Signorile, è coglier nel punto sul trattamento di quel giorno.

Terminata la tavola questo Sig. Capitano de’soldati artiglieri comandò su questa Piazza l’esercizio a fuoco vivo, che fu eseguito con molta bravura.

Oggi S. E. in attestato di gratitudine alle Dame, e Cavalieri, che decorarono il suo Ingresso, ha voluto precederli nel loro ritorno alla Capitale, alle ore 18 colla sua Corte nobile sino al di là del Porto di Malamocco, e nella Casa del Mag. Eccellentiss. alle Acque posta nel sito detto gli Alberoni loro diede un terzo trattamento generoso.

I fornimenti del suo Palazzo sono di somma magnificenza. I poveri ebbero jeri tanto vino in dono, che non rimasero da empire più boccali nè fiaschi, e sudarono sei soldati a frenar l’ingordigia, e ad impedir che la calca non producesse disordini.

Questi segni di grandezza, che sì ben corrispondono alla nostr’aspettazione ci son più cari perchè ci vengono da una generosità che accoppiasi alla saviezza, e al zelo del pubblico bene. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Compimento
de’pubblici documenti sulla Vittoria de’Veneziani &c.

Il Dandolo nel Libro X. degli Annali riporta i seguenti versi, che leggevansi in una Sala del Palazzo di San Giov. Laterano di Roma ov’era dipinto il fatto d’armi tanto onorifico all’armi Venete.

Ebene 3► Zitat/Motto► Cessit Alexander Venetis tunc Papa Beati

Ecclesiae Marci, Tertius ille fuit.

Si quis in ascensu Domini cum venerit illic

Confessus verè corde perpenitens

Vesper utrumque lavat totum, quod inter utrumque

Christus cum culpa, penaque nulla manet.

Additur & rursus octava tempore toto

Septima peccati pars relevatur ei.

Gratia multa Ecclesia, regalia multa ducatum

Ampliat, & decorat rebus, & officijs.

Nam profugus latet in Venetis tandem manifestus

Regi Romano pacificatus abit. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

Il Papa Pio IV. fece rifar tal pittura in una Sala del Vaticano, avendo per ciò chiamato Gius. Salviati. e ordinò questo elogio da sottoporvi:

Alexander Papa III. Federici I. Imperatori iram, & impetum fugiens, abdidit se Venetias; cognitum, & a Senatu perhonorificè susceptum, Otbone Imperatoris filio, Navali prelio a Venetis victo, captoque, Federicus pace facta, supplex adorat, fidem, & obedientiam pollicitus, ita Pontifici sua dignitas, Venete Reip. beneficio restituta, &c.

Per concepire il valore delle riferite autorità si deve riflettere che quasi tutti gli Autori citati sono stranieri non d’altro mossi che dal dovere di Storici a conservar la memoria d’un sì gran fatto, che il Nauclero fu uno Scrittore gravissimo di molta fede, e il Corio sommmamente riputato per la sua esattezza, e per l’intrinsichezza ch’ebbe co’Duchi di Milano onde [347] potè esaminare molte antiche Scritture; che Benvenuto de Rambaldi viveva un secolo dopo ch’era seguito il conflitto marittimo, e per la sua antichità tiensi molto in pregio. La scelta de’loro passi equivale all’estese narrative di tanti altri Storici, che scrissero su questa materia. Asserisce il Sansovino, che a’suoi tempi trovavansi in diversi Libri privati sparsi per molte Case di questa Città, registrati i nomi de’Capitani, o Governatori delle Galere, che si trovarono nella zuffa; e di questi forse se ne conservano ancora da quei che fan conto delle antiche memorie. A Siena pure in una pubblica Sala era dipinta cotesta Istoria veduta da tanti e tanti de’nostri, trà i quali Matteo Dandolo, e Luigi Mocenigo, che poi fu Doge, i quali tornando dall’ambasciata di Roma furon condotti a vederla da que’cittadini. Finalmente s’anche mancassero altri documenti d’un sì gran fatto merita tutta la fede quello de’quadri che lo rappresentano in questa Sala del gran Consiglio ordinati non da un solo ma da un gravissimo e prudentissimo Senato.

Ecco dunque la vera origine dello sposalizio del mare. Oltre a molti privilegj conceduti dalla riconoscenza d’Alessandro III. al Doge Ziani, gli donò un anello dicendogli: Ricevi, o Ziani, qnest’anello, col quale tu, & i tuoi successori, usarete ogni anno di sposar il mare; acciochè i posteri intendano, che la Signoria del mare, acquistata da voi per antico possesso, ò per ragion di guerra, è vostra; & che il mare è sottoposto al vostro dominio, come la moglie al marito.

Il Giorgio descrisse questa solennissima funzione co’seguenti versi.

Ebene 3► Zitat/Motto► Milite collecto, mutlisque triremibus auctus,

Intulit in Venetos Rex Otho bella patres ;

Quod Dux Pontificem bospitio servasset in urbe hac,

Apprebensum nollet quodque dedisse sibi;

Contra quem validas Veneti eduxere triremes;

Hoste que devicto, mox rediere demum,

Captivos Regem secum, Comitesque trabentes,

Remigium, Scaphas, tegmina, tigna, tubus;

Unde Duci excelsos Papa est largitus honores,

Cui maris una etiam contulit Imperium;

Hinc Bucentauro vehitur Dux quolibet anno,

Hinc epulo nautas, prosequitureque Patres. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

Prima di chiudere questo articolo conviene rispondere a due recenti obbiezioni, che cadono in acconcio. Una sopra l’etimologia della voce Bucentoro. Pretendesi da un Incognito non esser vera del Ducentorum hominum, da noi riferita nell’anno scorso, ma non adduce ragioni, e non ne produce alcun’altra. Sappiamo esservi stato qualch’autore antico che derivata la voleva da Bisatauro per essere questo Legno due volte grande come la Nave Taurus descritta da Virgilio allorch’Enea celebrò co’giuochi la memoria d’Anchise. Ma noi ci siamo attenuti all’opinione più ricevuta. L’altra aggirasi sulla parola Sensa. Siamo rimproverati d’usarla perchè corrotta, e puramente Veneziana. Gradisca chi ci accusa l’insegnamento ch’è voce adottata dall’uso onde se ne son serviti, e se ne servono i più purgati Scrittori. [348] Gli basti il solo Bembo nel primo Volume delle volgari sue Lettere.

In Senato.

30 Maggio.

Almirante delle Navi dura m. 36.

s. Tom. Condulmer qu: Dom. Finisce s. Ant. Marin Priuli di s. Ant. Marin 4to.

2 Deputati all’Ospitale della Pietà.

s. Z. Franc. Correr.

s. Ant. Vendramin qu: Niccolò.

In M. C.

Primo Giugno.

Avvogador del Comune.

s. Iseppo Bonlini il 40 Criminal elez. dello Scrut. conf. dal M. C.

Fin. s. Ang. Marin Priuli il 29 Luglio.

Pod e Cap. a Capodistria dura m. 16.

s. Vinc. Corner qu. Ant.

F. s. Ant. Corner qu: Marc’Ant.

Conte a Grado dura m. 16

s. Gir. M. Badoer di s. Zuanne

F. s. And. Semitecolo di s. Bart.

Cam. e Cap. a Cattaro dura m. 32.

s. Marc’Ant. Diedo qu: Bonav

F. s. Dom Pizzamano qu: Ant.

Cam. a Vicenza dura m. 16.

s. Ang. M. Balbi qu: Nic.

F. s. Leon. Ant. Bembo

Cam. a Padova dura m. 16.

s. Luigi Dolfin qu: Pier. Ant.

F. s. Franc. Venier qu: Is. Maria.

Avv. ai Consigli

s. Crist. Bonlini di s. Is. Maria.

F. s. Ang. Balbi di s. Marchiò.

5. XL. C. N. alla loro riconferma.

s. Bernardo Manolesso qu: Zorzi.

s. Zuanne Minio qu: Alv.

s. Giamb. Dolfin qu: Crist.

s. Giustin Donà qu: Ang.

s. Domenico Gritti qu: Z. And.

Libri Nuovi

La notte affannosa Commedia in tre atti in versi sciolti di A. Z. dedicata a S. E. il Sig. March. Franc. Albergati Capacelli il cui favorevol giudizio ne sollecitò la pubblicazione. Si vende da Gian Ant. Curti lib. in Merceria di S. Giuliano.

Dietro all’edizione dell’altra Commedia: I Falsi Galantuomini verrà in luce trà poco, com’abbiamo accennato, Il Pittore Naturalista, e in appresso altre Composizioni Teatrali dell’Autore medesimo. Ha in mira lo Stampatore suddetto di formar poco a poco una Biblioteca Teatrale Accademica composta di quelle Commedie, Tragedie, Drammi, Farse, e altre Rappresentazioni, ch’ebbero dalle scene un’approvazione generale, e non furono più stampate, Nè conterrà questa Collezione sole produzioni originali ma trà esse avran luogo le traduzioni di quanto di meglio uscirà di mano in mano in tal genere dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Germania. Senza prendersi un positivo impegno l’Editore darà un Pezzo o due al mese, e talvolta anche di più; e ognuno potrà averli separati a suo piacimento.

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Biglietto.

Brief/Leserbrief► Sabbato 30 di Maggio questa nobile Accademia de’Rinnovati rappresentò il Fayel Tragedia del Signor Arnaud tradotta dal Conte Carlo Gozzi ove la Signora Sguario diede il primo saggio dell’esimia sua abilità sostenendo nel carattere di Gabriella dinanzi a un imponente uditorio, e presso alla N. D. Venier emola delle Clairon e delle Champsmelè il più arduo di tutti i cimenti. Fu questa la prima volta, che quel Dramma traduce senza soggetto e monotono in mezzo a’trabalzi fermò tra noi l’attenzione del Pubblico; perchè la passionata e correttissima espressione di Adelia, di Fayel, di Gabriella, lo distolse da quelle irregolarità, che [349] le truppe Comiche di due de’nostri teatri non valsero giammai a velare. I voti dell’universale aspirano a veder da un tanto valore onorati i Capi d’opera del teatro; e se la tenera Adelia, la virtuosa Gabriella, il varioforme e sempre esatto Fayel nella monotonia di quel Dramma seppero riprodursi colle tinte d’un sempre nuovo interesse, ei se n’attende l’effetto il più sorprendente qualor si prestino a ricondur su le nostre scene l’Ifigenia, la Berenice o talun’altra delle sublimi opere del Coturno. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

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Delitto Orribile.

Exemplum► Un Figlio di Famiglia di Pastrovich Territorio di Budua nella Albania Veneta, dopo molti anni di vita errante nel corso della quale potè arricchirsi di beni di fortuna, ritornò alla sua Patria con un compagno di viaggio, e creder bisogna che vi fosse partito fanciullo, perchè potè presentarsi a’suoi genitori senz’essere da loro riconosciuto. Un giovanile capriccio l’indusse a mentir il suo nome per passare una notte nella casa paterna, e palesarsi nel giorno seguente. Si divise a tal fine dal suo compagno. I segni di sua ricchezza tentarono quei che gliela diedero a togliergli spietatamente la vita. Auri sacra fames. Suo Padre fu consigliato dalla di lui Moglie al barbaro omicidio, e l’ha eseguito senza che un naturale ribrezzo cader gli facesse il ferro dall’empia mano, che si lordò nel proprio suo sangue.

Secondo l’accordo andò la mattina il di lui amico per visitarlo colà, e intese da’suoi Genitori, ch’egli non c’era. Passando d’interrogazione in interrogazione s’accorse, ch’essi si confondevano; concepì qualche sospetto, e a poco a poco discese a manifestargli, ch’era il loro Figlio quello ch’egli cercava.

La durezza di que’cuori ferini non potè resistere a un sì gran colpo. Si mossero a lacerarli i più vivi, e cruciosi rimorsi. Impugnata da lui una pistola ammazzò sua Moglie, che all’abbominevole suggerimento non si ricordò d’esser Madre d’un Figlio anch’essa; indi con quella stessa fermezza onde commise il delitto aggiunse al secondo il terzo uccidendosi con un ferro, e precipitando sul di lei corpo spirante. Così quell’abitazione riguardata nel dì antecedente come un sacro asilo d’ospitalità divenne una scena del più tragico orrore ove col sangue innocente mescolato quel de’colpevoli, l’umanità versale sue lagrime ed è in certo modo sforzata a compiangere col tradito i suoi traditori.

Questo funestissimo avvenimento è scritto in una Lettera ad un prestantissimo Senatore. Un Cavaliere degno di fede compiacquesi d’instruirci vocalmente della sua sostanza. ◀Exemplum ◀Ebene 3

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Lettera di Cologna

15 Maggio 1789.

Brief/Leserbrief► “Io avrei voluto, mio caro Benini, che il giorno dodici di questo mese, vi fossero state a Cologna tutte quelle anime fredde ed insensibili, che non hanno mai gustato il piacere di far dei felici; esse avrebbero dovuto abjurare il loro insensato Egoismo.

Voi sapete, quanto l’Eccell. Contarini Prov. di Padova sia stato benefico a tutti, e specialmente ai Colognesi, coll’aver disciplinata tutta la materia di Canapi nazionali, sbarazzato il loro commercio da una troppo timida precauzione inceppato, facilitata la prontezza dei pubblici pagamenti, sradicata la tentazione dei contrabbandi [350] prevenuti i motivi di sempre odiose inquisizioni, ed acceso nei coltivatori il sacro fuoco di una libera industriosa emulazione.

Ma ciò non ancora bastava. Era necessaria una Tana a Cologna, che sollevandoci dal debito di condur il nostro prodotto a quella di Montagnana, per istrade inabissate, e fangose, nel tardo autunno, con rischio degli animali, e del genere, piantata sul margine del fiume nuovo, che mette direttamente a Venezia, raccogliere in deposito la nostra Canape, e quella eziandio de’conterminanti territorj Veronese, e Vicentino, i quali profittando del nostro esempio vanno già apprendendo l’arte di così felice coltivazione; e il Contarini ci hà creata una Tana.

Io non mi perdo a farvene la descrizione. Voi la vedrete, e ne ammirerete la solidità, l’eleganza, e l’ottima disposizione proporzionata all’oggetto. Era impossibile, che la somma già assegnata bastar potesse a compir questa fabbrica colle annesse adjacenze; se non che l’indefessa vigilanza, e l’illuminata attività del Nob. Sig. Maria Tonetto Tenente di Crovatti, cui S. E. ne affidò la economica direzione, condusse a termine l’impresa con una sollecitudine, e quasi direi con una facilità, che sorprende tuttora noi stessi. O mio caro Tonetto, noi non potremo mai ricordarsi del Contarini senza ricordarsi di Voi.

Venne il giorno dodici, giorno, in cui si aspettava in Cologna l’Eccellentissimo Contarini a visitar i nuovi edificj. Io era già andato il dì innanzi con alcuni altri ad attenderlo a Montagnana. Qual fù la mia sorpresa, quando la mattina, presentandomi all’abitazione di S. E. viddi schierata dinanzi al Castello una quantità di cavalli, e di legni, quanti io non avrei creduto, ch’esser potessero a Cologna! E quanto il mio trasporto al veder la più scelta parte de’miei concittadini corrermi incontro, a gridar tutti “Eccovi, noi pure ad accompagnar a Cologna il nostro ottimo benefattore!”

Partimmo tutti con lui, ed all’entrar nel nostro distretto cominciò lo strepito di rimbombanti mortari a salutare il suo passaggio. Le strade erano tutte lateralmente popolate, e molte anche infrascate a segno di gioja, e di trasporto.

Si giunse a Cologna, e quì un nuovo ordine di cose. Tutte le case esteriormente addobbate, ogni bottega, ogni mercante, ogni artigiano avea messe in mostra le cose di sua professione, gli arnesi di suo mestiere, e ne avea composti evviva, emblemi, lo stemma del Contarini, la rappresentazion della Tana, e che so io. Le vie pubbliche inondate di gente, tutti i villaggi accorsi a vederlo, migliaja di banderuole in mano del popolo esultante, i più gravi, i più vecchj i più riguardevoli misti colla gioventù, e frà la plebe, ornati il cappello di nastri allusivi, una sola voce composta di tutte le voci, una generale continuata acclamazione, una ebbrezza, una fe sta, un trasporto sì spontaneo, sì vivace, sì universalmente diffuso, ch’io non ho espressioni bastanti a pennelleggiarlo.

Smontò a casa Nodari l’Eccellentissimo Proveditor; e quì se gli presentarono i due corpi per complimentarlo, ma il complimento fù soffocato dalle lagrime di giubilo, e di commozione; dopo di essi l’Accademia, poi li capi del popolo, poi molti de’più distinti Signori, e Cittadini; e tutti questi umiliarono a S. E. composizioni poetiche sull’argomento.

[351] Da lì a poco, egli s’indirizzò verso la Tana, accompagnata da tutti gli ordini di persone, e preceduto dalla baccante allegria del popolo giulivo, che a doppio coro celebrava, e ripeteva le lodi del Protettore. Oh quì sì, che s’infiammarono i cuori de’nostri buoni compatrioti. Io non posso dirvi altro, mio caro Benini, se non che questo fù un trionfo. Venite quì, io diceva in silenzio, e fra me stesso, o voi tutti, che potreste felicitar le nazioni, e nol fate, e ricusate le vostre lagrime, se il potete, a uno Spettacolo sì delicioso, sì commovente.

Sorge nel mezzo del Portico, che fà facciata alla Tana, scolto in finissimo marmo, con iscrizione a caratteri d’oro, testimonio durevole della nostra riconoscenza il busto del Contarini. Vi aveano fatta anche all’intorno per quel dì una svelta addobbatura; e l’aere intorno romoreggiava allo strepito di musicali stromenti in suon patetico, e delicato accordati. L’inaspettata sorpresa, che gli era stata preparata con arte, giunse improvvisa al cuore del Contarini, e non ne potè occultare l’interna commozione. Alzossi allora un eccheggiamento, e corse per tutti i cuori una scossa, un dolce fremito universale, e mille voci ripeteano egli s’è commosso, s’è intenerito, gli son cari i segni della nostra riconoscenza, noi siam felici per lui.

Io vi ommetto mille dettagli, mille variate scene, mille teneri aneddoti, che fanno onore alla sensibilità dei Colognesi, e all’animo eccelso di chi la seppe sì vivamente, sì universalmente, si pienamente destare.

Verso la sera tutti quelli, ch’erano stati a levarlo a Montagnana, ve lo ricondussero; e dopo di essere stati onorati dal benefico Cavaliere coi più distinti segni di benevolenza, e di cortese aggradimento, se ne ritornammo, oime! senza di Lui”.

Il Vostro Amico Mabil. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Bastim. arrivati. 15 Maggio.

Piel. P. Vic. Vianello da Pirano con 152 mog. sale.

Bat. P. Dom. Zenaro da Trieste con 12 fag. mandole, e 40 cas. arancie.

16 Detto.

Bat. P. Rocco Vianello da Trieste con 100 cas. Limoni per Chiozza.

Tartanon P. Laz. Davanzo ven. da Zullia Nova con 450 ceste di piatti.

Bat. P. Nat. Vianello da Trieste con 65 cas. Limoni.

Tartanon P. Vic. Mondaini da Zulia Nova con 305 ceste di piatti.

Piel. P. Ant. Berussi da Zara con 8 sac. erba Dioscordio.

17 Detto.

Piel. P. Giov. Fiorentin da Trieste con 1700 lib. ferro v. una bot. e 2 sacchetti vetro rotto, 2 bisaccie ritagli di carta.

Pol. Cap. Gius. Lucovich manca da Ceffalonia 20 giorni e da Corfù 17. Parc. Sig. Franc. Lucovich con 90 fag. uvapassa, 97 cai e 12 carat. Oglio.

Brac. P. Nic. Spagna da Trieste con 24 Bal. tabacco. 5 Bot. cera gialla, un Bar. Terlisi, una cassetta acqua di cilla. Una Bal. Filati. 2 Bar. color verde. una cas. e 2. pacchi tele. una Bot. Falci. 30 cas. acciaj. 30 fascj ferro. 15 Basse cortine. 15 maz. Lamarini. 2 Carattelletti merci.

18 Detto.

Piel. P. Gius. Turchi da Rimini con 3 ceste Formaggiette, 2 cassettine presciutti e strutto, 2 ceste carne insaccata.

Piel. P. Ant. Ballarin da Goro con st. Formento 700.

[352] Piel. P. Vic. Venturini da Rimini con 40 ceste Formaggiette. Lardi e Presciutti alla rinfusa.

19 Detto.

Piel. P. Giac. Viezzoli da Trieste con 15 bar chiodi. 45 cas. acciaj. una cassetta acqua di Cilla.

Tartanon P. Romualdo Mazzuccato da Ancona e Pesaro con 15 sac. polv. di Gripola. 2 Bal. pelli lanute.

Tartanon P. Ant. Davanzo da Pesaro con 15 sac. polv. di Grippola. Una Bot. palle da giuoco. 3 cas. Cristi e Medaglie. Una Bal. pelli di Volpe.

Bat. P. Pasq. Ballarin da Trieste con 130 carra pece.

20 Detto.

Brac. P. Crist. Spolar da Trieste con 22 cas. Limoni. un pacco pistacchj. 2 Bot. cera gialla. Un bar. fil d’ottone. 2 cas. telarie. una scat. gomma arabica. 2 bar. scatolami. un bar. ferramenua. 23 cas. acqua di cilla. 11 colli chiodi. un bar. padelle. 3 bar. e 20 mazzi fil di ferro. 7 cas. rifiuti d’aociaj.

Piel. P. Marianno Boscoli da Comacchio con 3 m. e mezzo vetro r. e chiodi v. 2 cassette cera abbruciata.

Piel. P. Vic. Scarpa da Rovigno con 334 pezze Form. salato. Una lampada d’argento usata.

Piel. P. Ant. Cesaro da Capo d’istria con 2 fag. cera abbruciata. un fag. cera gialla. un bar. Griso da cartaj. 12 sac. ritagli di pelli concie. un fag. presciutti. 2 cassette liquore.

(il resto Sabbato)

Domenica ha compiuto il suo Reggimento di Patrone all’Arsenale S. E. il Sig. Gian Franc. Labia. Fù de’più lieti e festosi il seguito de’lavoranti di quella Regia Casa, che ln barchetto scoperte ornate leggiadramente trà il suono de’musicali strumenti alternavano i loro gridi di gioja plaudente; in attestato chiarissimo della giustizia, e del zelo con cui egli li ha governati. Si sono esposti in varj siti della Città de’Sonetti a sua lode, ne’quali i due corpi di Marangoni e di Callaffai espressero la riverente lor gratitudine.

Jeri poi comparvero d’intorno alla Piazza alcune poetiche Composizioni ad onore di S. E. K. Contarini per il suo Reggimento di Padova compiuto gloriosamente.

È prossimo alla paterna per la sua straordinaria Ambasciata di Spagna questo Eccellentissimo Sig. Kr. e Proc. Pesaro.

Capi dell’Eccelso Cons. di X. per il Mese presente.

s. Zuanne Moro.

s. Zuanne Minotto.

s. Paolo Bembo.

Forastieri di rango.

Venerdì della scorsa settimana, dopo pranzo, arrivò in questa Città S. Em. il Card. di Lomenie de Brienne con alcune Signore di sua Famiglia, e numerosa servitù dell’uno e dell’altro Sesso. Prese alloggio alla Locanda delli Tre Re in Contrada di S. Benedetto.

Cose perdute.

Un tocco di catena d’oro. Chi l’avesse ritrovata la porti al Caffè di Floriano, che avrà una mancia di due Ducati.

Morti.

L’Eccellente Sig. Alessandro Forestieri Fiscale del Magistrato Eccellentiss. del Sindico, della Parrocchia di Sant’Angelo.

Il Reverendissimo D. Giambat. Mazari Pievano di S. Agnese d’anni 50. eletto il 26 Maggio 1785. Morì a Este nel Convento de’Cappuccini. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1