Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 39", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\039 (1789), S. 305-312, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2360 [aufgerufen am: ].


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Num. 39.

Sabbato 16 Maggio 1789.

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Continuazione
del Proclama sull’esazione de’pubblici crediti.

Siccome nell’uno, e nell’altro, sarà ad ogni Lira apposta la rispettiva Quota di Contribuzione, ridotta in sola valuta di Ducato effettivo, si fa pubblicamente intendere, e sapere a qualunque Contribuente; che per il primo giorno del prossimo venturo Ottobre sarà stabilito nella Camera l’Impianto di tutto l’Estimo, colla riduzione in una sola Dita di tutte quelle, che figurassero in più di uno degli Estimi delli tre Corpi, onde col confronto degli Estimi medesimi, che pure esisteranno nella stessa Camera, possa ognuno chiaramente riconoscere la legittimità della propria appostazione.

Sarà pure nel medesimo tempo piantato il Quaderno de’Campatici, sulla base delle Polizze presentate l’Anno 1743, sulla quale attualmente si esigono, ridotti ancor essi alla sola Valuta di Ducato effettivo, computato il Don; e verrà alla ricerca di ogni Contribuente dal Quaderniere, Gratis, rilasciato un Mandato a Stampa, connotante la precisa quantità di Gravezza Ordinaria, di Temporanea, e di Campatici ad ogni Dita incombenti; sulla base del quale Mandato si doverà eseguire in mano del Contadore l’integro relativo pagamento.

Per inalterabile termine perentorio a questo pagamento volontario, resta immancabilmente fissato, non meno per il corrente Anno, che per tutti gli Anni successivi, l’ultimo giorno di Decembre; oltre il quale non potrà essere né dal Quaderniere rilasciato Mandato di Gravezza Corrente, né dal Contadore ricevuto pagamento in Don.

Spirato questo termine saranno tosto trasportate dal Ministro Residuario ne’Quaderni in Pena tutte le Dite Debitrici col sopracarico del venti per [306] cento, con le quali misure avranno adito di eseguire il pagamento in Pena sino all’ultimo girono di Aprile; mentre il primo di Maggio immancabilmente si comincerà la diffusione de’Sequestri contro li Renitenti, tanto sopra gli affitti de’Stabili in Città, quanto sopra li Prodotti de’Fondi in Campagna, indistintamente, per la Summa dupla del Debito.

Agli Affittuali de’Stabili sarà sequestrata la Rata corrente, e dopo la Scadenza della Rata medesima, avranno un Mese di tempo, per venire a pagare nella Camera la quantità del Dinaro, ad essi sequestrato, coll’aggiunta della Spesa del Sequestro.

Spirato questo termine e resistendo essi di verificare l’imposto pagamento, si procederà immediatamente contro di loro all’atto di Pignorazione, asportando tanta quantità di Effetti, quanta venduta sul Pubblico Incanto sia sufficiente a saldare il respettivo Debito, coll’aggiunta delle spese dell’Esecuzione; e se la gara degli Incanti procurasse qualche sopravanzo in Dinaro, verrà immediatamente, ed indeminutamente restituito al Padrone degli Effetti venduti.

Per l’Esecuzione in Campagna saranno sequestrati agli Affittuali, e Lavoratori delle Terre, sempre nelle misure sopra espresse, oltre le Rate in Dinaro, li Prodotti delle Terre medesime, cioè Biade, Vino, o Fieno; e dopo l’Intimazione del Sequestro verrà pur loro concesso lo spazio di un Mese di tempo a soddisfare nella Pubblica Camera l’intiero importare del Debito, coll’aggiunta della spesa del Sequestro, per evitare il carico delle spese successive.

Passato questo termine, e non eseguito l’intiero pagamento, tostocchè siano maturati li Prodotti stessi, si procederà immancabilmente all’asporto de’Generi sequestrati per tanta quantità, quanta venduta sull’incanto sia sufficiente a saziare indeminutamente il Debito, ed in oltre a coprire le spese necessarie per la Condotta, Custodia, e Vendita, sulle misure per simili Esecuzioni stabilite dalle Leggi, e dalla pratica della Provincia. Qualunque sopravanzo di Dinaro derivasse dalla gara degl’Incanti, dopo soddisfatto il Debito, e supplite le spese, verrà immediatamente, ed indeminutamente restituita al Padrone delli Generi venduti.

Conseguito l’intiero risarcimento dell’Erario, allora solamente saranno levati li Sequestri, apposti sopra la quantità maggiore, li quali in nessun’altro caso, e per nessun’escogitabile motivo, non potranno essere mai da alcuna Autorità rivocati, nè sospesi fuorchè dalla Potestà Sovrana dell’Eccellentissimo Senato.

Dovranno li Merighi, ed Uomini di Comun, come lo precettano le Leggi, ed è costantemente in pratica, colle consuete mercedi, prestare ogni assistenza alli Ministri, che saranno muniti di un Mandato dell’Inquisitorato, tanto per la Dispensa de’Sequestri, quanto per le Esecuzioni da praticarsi coll’asporto de’Generi.

E come sarà vigile la cura dell’Inquisitorato alla tranquilla esecuzione di questa Esazione per garantire li Sudditi da ogni indebita molestia, e vessazione, così terrà sempre aperta con l’Autorità, e Rito dell’Eccellentissimo Senato una severa Inquisizione contro quelli, che temerariamente ardissero di violare li Pubblici precetti, o col trafugare li Generi sequestrati, o col resistere violentemente agli Aspor-[307]ti; come pure contro li Merighi, ed Uomini di Comun, che mancassero alli loro doveri; riservandosi a misura delle risultanze di procedere a quelle pene eziandio afflittive, e personali, che la Giustizia troverà proporzionate alla colpa.

Non tanto però dal timore delle giuste pene cominate a’Renitenti, quanto dalla lealtà de’proprj Sudditi, per corrispondere alle Paterne cure del Senato, tendenti a sollevarli da indebiti pesi, ed aggravj, egli si promette l’intiero pagamento nella Pubblica Camera del Tributo a cadauno incombente: E perchè sieno pienamente soddisfatti li riguardi tutti di Giustizia, statutariamente prescrive, che alli Particolari Acquirenti di Dadie, Tasse, Alloggj, e Fabbriche di Legnago, previa la produzione de’loro titoli, e la Fede di non essere Debitori di Gravezze correnti, vengano dalla Camera medesima inalterabilmente corrisposte le annue summe ad essi dovute, nelle misure stabilite da’Pubblici Decreti, e singolarmente da quello 22. Decembre 1714, siccome pure esattamente corrisposti li Censi, e nello spazio di Anni dieci per anzianità di tempo affrancati li Capitali alli Proprietarj, che gli hanno somministrati alli Corpi di Città, Clero, e Territorio, coll’oggetto delle riparazioni delle Arginature dell’Adige.

Preside a tutta questa Amministrazione, tanto nella parte della Rendita, quanto in quella delle assegnate Corrisponsioni, sarà unicamente l’Uffizio delli tre Nobili Deputati all’Esazione delle Pubbliche Gravezze, istituito nella Fiscal Camera dall’Eccellentissimo Senato, per l’esatta, e sicura verificazione di queste sue massime.

Sistemata in tal modo l’Esazione delle Gravezze correnti a sollievo de’Sudditi, ed a salvezza delle ragioni dell’Erario, e di quelli, che hanno un titolo di esigere sopra le Gravezze medesime li Censi degli esborsati Capitali, non essendo sfuggita alle riflessioni del Senato la ragguardevole summa di Crediti Residui, tanto spettanti all’Erario, quanto a’Particolari Acquirenti, verrà in seguito per il rimborso sì degli uni, che degli altri pubblicato quel Piano, che concilj con gli oggetti di umanità quelli di Giustizia: E frattanto per rimuovere ogni indebita molestia da’Sudditi, resta intieramente sospeso, ed annullato qualunque Sequestro, o Atto esecutivo, che per conto de’Debiti Residui di Gravezze, e Campatici Pubblici, fosse stato incamminato da qualunque Magistrato, ed Uffizio; come pure resta ad universale notizia dichiarito, che fuori delli sopraccennati pagamenti, che dovranno eseguirsi nella sola Pubblica Camera, non potrà d’ora innanzi essere molestato alcun Suddito per oggetto di annuo Tributo dovuto al suo Principe.

Ed il presente approvato che sia dalla Sovrana Autorità dell’Eccellentissimo Senato, sarà stampato, pubblicato, e diffuso a comune intelligenza.

Dall’Inquisitorato all’Esazione de’Pubblici Crediti li 27. Febbraro 1788.

Pubblicato il dì 7 Maggio 1789.

Belle Lettere.

Abbiamo da alcuni mesi avvisato, che uscire in luce doveva un Lirico Componimento intitolato Il Genio Patrio in lode di S. E. K. e Proc. Emo del Sig. Ab. Filippo Mattei Baldini [308] Nobile di Pergola, e Camerino ec. Certe circostanze delle quali non è necessaria l’informazione hanno ritardata la pubblicazione del medesimo, ch’ora trovasi in vendita al prezzo di L. 2 dal Librajo Gian Antonio Curti nella Merceria di S. Giuliano. È questo di pag. 58, di forma 8va, in buona carta, ed in bel carattere fregiato di due piccoli rami d’esatto disegno, e di ben eseguita scultura. La Dedica al defunto Doge Serenissimo Paolo Renier al quale fu già presentata, è corredata di note erudite, come lo sono gli aurei versi di questa felice Composizione: tanto che l’Operetta è non meno ammirabile per i voli dell’estro, che per la dottrina ond’è sparsa accessoriamente. Veggasi come s’annunzj un ingegno veramente poetico in questo cominciamento della Composizione.

Almo soave Genio

Che dolcemente ispiri

Il Patrio Amor negli animi,

Ove ti ascondi, e aggiri?

Forse le fredde ceneri

Bagni d’amaro pianto

Del fido Acheo Temistocle

Onor di Atene, e vanto?

Forse tu spargi tenero

Su le tombe famose

Di Sparta, e Tebe un candido

Nembo di giglj, e rose?

Forse una tersa Epigrafe

Formi su’chiari avelli

Di Curzio, Orazio, e Scevola,

Dei Decj, e dei Metelli?

Forse? . . . . ma veggio sorgere

Cinto di raggj un Nume,

Ch’ora per l’aere liquido

Batte le aurate piume.

Il festeggiante giubilo

Di lui superbo porta

Le palme, e i serti, e i vigili

Lari gli son di scorta.

Ecco un bell’elogio al Senato Veneto nell’immagine del Genio Patrio che se gli presenta:

Con franco passo avanzasi

Al grave alto Consesso

Cui l’interesse pubblico

Ei legge in fronte espresso

continuato dalla risposta del medesimo al Genio di cui ne’quattro seguenti versi può aversene un’idea

Coll’almo tuo presidio,

Del tuo favor ripiene,

In tanti petti Veneti

Un solo cor rinvieni.

Possiamo assicurare i dilettanti di Poesia, gli amici del patrio onore, che non avranno a dolersi del nostro eccitamento se per esso fanno l’acquisto di questa Operetta pregevole.

In Senato. 14. cor.

Sopraintend. alla Camera de’Confini dura mesi 36. s. Pietro Zen.

Fin. Ms. Francesco Morosini K. e Proc.

Per error di ricapito ci è giunta una Lettera di Vicenza in data degli 11. cor. la mattina de’13, onde non s’è potuto inserirla nel precedente Foglio. Per ciò ristringiamo in questo ciò che contiene.

Ritornando dal glorioso suo Reggimento di Verona alla volta di questa Capitale Ms. Seb. K. e Proc. Mocenigo arrivò in quella Città alle ore nove del giorno cinque, e vi si trattenne sino alle 21 del dì susseguente. Prese alloggio alla Locanda dello Scudo di Francia. Al suo arrivo fece dispensare molti denari in elemosine a’poveri, che durante il suo breve soggiorno ebbero dalla sua mano caritatevole de’replicati soccorsi, e lo accompagnaro-[309]no al suo partire colle loro fervide benedizioni esalate da cuori grati e divoti alla pietà del suo grand’animo.

L’ingresso di quell’Eccellentissimo Capitano Pasqualigo, che seguir doveva il dì 7 non è seguito che agli 11 ad ora di nona. Secondo il solito egli si portò ad udire Messa solenne nella Cattedrale con decoroso seguito di Nobiltà a cui diede in prima unitamente alle Dame un rinfresco magnifico.

Nelle p. p. notti le Nob. Accademie de’Rinnovati e degli Uniti trattennero vicendevolmente i favoriti lor uditori con tragiche e comiche Rappresentazioni, con musica strumentale alternata alla recita, e con de’pezzi di vocale eseguita mirabilmente. La nobilissima de’Filarmonici darà l’accennata Cantata a 4 voci ad onore di S. S. la sera del Martedì prossimo sarà li 19 cor. Gli autori della Poesia, e della Musica son que’medesimi della precedente che diede la Società de’Mercanti, gli esecutori delle tre principali Parti cantanti parimenti gli stessi, incaricato dell’ultima il Sig. Cavana al servizio di questa Ducale Cappella.

Anticipata l’apertura di questo Nob. Teatro a San Benedetto, oggi son permesse le maschere, e questa sera si avrà l’Opera intitolata la Ippermestra messa in musica dal Sig. M. Astaritta.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere Amatiss.

Con piacere si leggono le belle novelle dei Teatri, delle Accademie, e dei spettacoli tutti che sulla vostra Gazzetta si stampano. Scusate se sino ad ora hò diferito di parteciparvi il divertimento del nostro Teatro; ma siccome ben sapete che i nostri passatempi non vanno mai disgiunti da’favori della Dea Bellona, così ho atteso il momento per non molestarvi tante volte. Prima dirovvi che abbiamo una compagnia di Comici sul gusto di quella di . . . ., e perchè abbiate una giusta relazione non ho voluto fidarmi di me stesso, bensì ho voluto prima consigliare diversi miei Amici molto capaci di darmene una esatta idea dei personaggi tutti. Uno di questi miei Amici, che fà il Careghetta, e che in conseguenza ne sà molto di oratoria, mi disse che basta sapere che il poeta della compagnia ha fatto una Tragedia in quattro giorni preso l’argomento da un fatto successo in questa Città, allora che il Tassoni s’impadronì di questa piazza; sicchè basta questo per decidere dei altri tutti. Delle decorazioni non ne parlo perchè troppo vi sarebbe da dire; si profonde in queste dei tesori, e bastivi il sapere che in un sotterraneo furono gettate lire sei della nostra moneta. Veniamo al fatto successo. L’infelice Signora . . . . . prima Attrice invitò per la sua serata che fù Sabbato sera, immaginare vi potete il concorso. Ella era per terminare le sue fatiche, quando in Teatro si sentì uno sparo di pistola al quale accorse la guardia che fermò un giovanotto che l’aveva scaricata contro d’un servitore; ma il colpo andò a vuoto e fù posto in prigione il delinquente.

Ad onta di queste cose tutte, pure la sera dopo il concorso fù migliore e più numeroso assai; m’immagino che tutti questi Sigg. vengano al Teatro per farvi la sua conversazione; perchè non vi trovo cosa che possa impegnare il Pubblico, e bastavi sapere che abbiamo l’Orchestra senza Contrabassi. Se in seguito avrò cose per voi sarete avvisato. Mi vi protesto.

Aff. Amico N. N. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

[310] Martedì della pros. settimana v. si comincierà all’Eccellentis. Conf. di 40 Criminal il Placito contro certo Capeto Arsenaloto, da S. E. Zuanne Dolfin che fù l’Avogadore a cui spettò il suo Processo. Li due Avvocati estratti a forte alla difesa del reo sono li giovani Notola ed Antonelli. Costui sarà placitato e difeso a porte chiuse.

Jeri fu pubblicato il Bando del Cons. Eccellentissimo di 40 al Criminal contro Gir. Panetti barcajuolo del cui delitto s’è anonimamente parlato al num. 18 di questi fogli. Alla incertezza di quel racconto possiamo ora aggiungere quanto d’autentico ci somministra il bando suddetto.

Alle ore 7 della notte del primo Marzo p. p. si portò il Panetti uomo altre volte avvolto in risse, e solito andar munito di coltello colla propria chitarra in contrada di S. M. Zobenigo con altre persone che al di lui suono cantavano. In una casa molto bassa abitava l’ora qu. Luigi Bellotti a cui dispiacque quel trattenimento, e per il romore che disturbavalo nel suo riposo, e per il sospetto che diretto fosse a sua Moglie. Spiegò ad essa la sua disposizione d’uscir a bastonare coloro, poi commise ad una Ragazza ch’era seco loro di gettar giù un pezzo di coppo, il che ella fece senza colpire alcuno. Ciò servì di motivo alle suaccennate persone d’insultare verbalmente il qu. Luigi, che corispose con altre ingiurie, e si pose in seguito a lanciar coppi contro di esse, che gli vennero rimandati. Trovando il Panetti facile l’accesso sul tetto di quella casetta vi salì sopra ed isforzò l’imposta del luminal colà posto da cui riceve lume la stanza ove dimorava l’infelice con sua moglie e una figliuoletta d’anni 5. Gli riuscì d’aprirlo, svellendo il catenaccio. Lanciò due coppi contro il Bellotti con uno de’quali smorzò il lume. Scese al basso sua Moglie per chiedere ajuto, e ritornandovi con un altro lume accompagnata da persona accorsa alla sua assistenza trovò il misero suo marito ucciso da tre ferite inondato del proprio sangue.

Quanto alle persone di sua compagnia, per ora la Giustizia riservasi.

Il Panetti è bandito da tutto lo Stato Veneto; e venendo preso la sua condanna è di servire in galera al remo per anni 10 co’ferri a’piedi, e in caso d’inabilità di star chiuso in una prigione all’oscuro per anni 20. La Taglia è di 500. Duc. V. P. de’suoi beni, o in mancanza, de’danari della Serenissima Signoria deputati alle Taglie. Non potrà mai liberarsi dal Bando se passati non siano anni 20, e non abbia avuta la pace dalli parenti più prossimi del meschino Interfetto.

Bastimenti arrivati

3. Maggio.

Bat. P. Pasq. Vianello da Trieste con 81 cas. Limoni per Chiozza.

Piel. P. Seb. Battistuzzo da Traù, Spalato, Sebenico e Zara con 16 carat. e 4 cai catrame. 8 cai Oglio. 30 mazzi ferro grezzo. 143 rot. rassa. 10 pelli cigno. una Bal. Lana Morlacca. 648 pezze form salato.

4 Detto.

Piel. P. Franc. Derin dalla Motta di Friuli con 770. st. Sorgo rosso.

Piel. Pat. Giov. Vianello da Piran con 166 mog. di sale.

Chec. La Fede Cap. Marc’Ant. Colich, manca da Ceffalonia li 20 Apr. Parc. Sig. Gab. Cornet con 20 fag. uva [311] passa. 36 Candiotte Cossonicchio. 1 carat. miel. 3. Candiotte Liatico. Una Cand. moscato v. un barilotto vetro r. e ferro v. 18 st. sem. di Lino. 61 Bot. e 10 carat. oglio.

Bergantin l’Entreprise Cap. Beniamin Bidgood Ingl. manca da Londra li 21 Marzo, rac. a se med. con 1320 panni piombo. 30 Tonellate Legno S. Marta in pezzi 12813.

5 Detto.

Brac. P. And. Bonifacio da Trieste con un bar. Trementina. una Bot. Scatolami. una cas. acqua di Cilla. 13 bar. chiodi. 3 bar. ottoni. un bar. arg. vivo. 4 cas. 2 Bal. e un fag. tele. 2. Bot. e un Ballotto manifat. di gotton. 5 Bal. Griso.

Piel. P. Nic. Marcinco da Veggia con un fag. pelli di Lepre. 1 di volpi, fuine, e gatti salvatici. un rot. rassetta bianca. un bar. Gripola. un fag. cera gialla. 9 bar. miel.

Piel. P. Mat. Camenarovich da Castel Nuovo e Cattaro con 156 Bal. Lana calcina. un fag. seta. 17 col. cera gialla. 3. fag. grana 510 pel. montoni bianchi. Un fag. pel. di Lepre. 1. fag. rame v. 395 pez. form. morlacco. 2 cassoncini cand. di sevo. 1 cavezzo panno di ritorno.

6. Dett.

Bat. P. Dom. Genaro da Trieste con 100 cas. limoni per Chiozza.

Checchia C. Gius. Chersanaz manca da Trieste li 2 cor. rac. al Sig. Ant. Cosovich con 9 mazzetti penne di Struzzo. 3 bozze tabacco per transito.

Checchia C. Gugl. Brester Ingl. manca da Londra li 19 marzo, rac. al Sig. Gius. Treves con 8792 Pezzi legno S. Marta. 6 bar. endego d’America. 10 Bal. Pepe. 600 pezzi piombo. 2 Bal. e una cas. merci di Gotton. 5 Bal. merci di Lana. 7 Bot. Birra. 12 Bot. Pepe garofolato. 8. Bot. Sal d’Inghilterra. 11 Coffe e un col. Terraglie. 5 Bot. e 2 cassette Ferram. lavorata. una cassa gucchiarie di stame. 8 Bot. roba da colori. 8 Vasi e una cassetta oglio di Vitriolo. 50 Bar. Retrigerio. una Bal. Fazzoletti. 2. cas. e un fag. chincaglie. 1 bar. Tamarindi 2. cas. cassia linea. 2 bar. fiori di cassia linea 2 cas. e un bar. gomma. una cassetta Spermacetti. 2 Bot. e una cas. Ferram. lavorata e chincaglie. Una carrozza.

D’Affittare.

Casino al Dolo sulla Brenta quasi rimpetto alla Posta de’cavalli, con altro Casinetto adjacente, orto, e giardino. Paga all’anno ducati cento.

Chi lo volesse parli col Sig. Antonio Nori Caffettiere in Piazza del Dolo, o quì in Venezia col Cartajo a San Basso.

Un magazzino in Corte di Cà Semenzi sulle Fondamente nuove. Paga all’anno Duc. . . 36.

Le chiavi sono al Casino di S. E. Zorzi Semenzi in Canonica.

Avviso.

In Cassellaria a S. Giuliano vicino al Prenditore di Lotto Pubblico abita il Sig. Pietro Pezzoli Veneto, professore d’Aritmetica, il quale con licenza degli Eccellentissimi Sig. Riformatori dello Studio di Padova tiene scuola di conti, e scrittura doppia mercantile. Lo stesso darebbe anche, a chi lo desiderasse lezioni private nell’altrui case.

Cambj. 15 Maggio.

Lione 58. Parigi 57. e 7 8vi. Roma 62 e un 3zo. Napoli 115 e 3 4ti. Livorno 100 e 3 8vi. Milano 155 e mezzo. Genova 92 e un 8vo. Amsterdam 93. Londra 49 e 3 8vi. Augusta 102 e 3 8vi. Vienna 197 e mezzo.

[312] Prezzi delle Biade.

Formento dalle L. . . 35 alle 36.

Sorgo Turco L. . . 26 . .  10.

Segale a L. . . 26 . . . .

Miglio a L. . . 21 . . . .

Risi a Duc. 35 al m.

Per rispondere ad una ricerca venutaci intorno al prezzo degli ogli avvisiamo, che quello posto su questi Fogli è il corrente nel dì che precede la loro pubblicazione, e non di prima o seconda mano ma il fisso per tutti a pronti contanti, avvertendo chi nol sapesse che i ducati non son correnti, o effettivi, ma di banco.

Jermattina fu portato alla Piazzetta un giovine annegato di fresco con una percossa di capo. Dicesi che sia un artista. S’ignora la causa della sua morte.

La Carrozza da vendere, all’uso Inglese, fatta in maniera da poter servire per viaggio, e per Città, e con tutte le altre singolarità, accennata in altro di questi Fogli, deve vendersi frà dieci giorni a discretto prezzo, onde chi la volesse, può contrattare con il Sig. Agostino Savioli Libr. al Ponte de’Beretteri.

Un Palazzo appartenente alli Signori Fedoni fabbricato dal cel. Sansovino, un miglio entro la Strada di Mogiano, con Chiesa, due Barchesse, grande Granaro; un Canevone, e luogo per follare, Scuderia per 12 Cavalli, Rotonda murata, Colombara, Giardino, Brollo, ec., è in vendita dal Sig. Savioli suddetto.

Un gondoliere al servizio di Patrizia Famiglia fu assalito alle 7 della notte del giovedì, steso a terra con un potentissimo manrovescio, spogliato di quanto avea di valore, e vilmente percosso senza ch’ei potesse difendersi. Portava un cordoncin d’oro al collo, e avea nelle tasche altri capi di prezzo. Il caso seguì alla Toletta in questa Contrada di S. Gregorio, e fu così espresso dal suo racconto medesimo.

L’Avvocato compagno del Sig. Nottola nella difesa del reo non è il Sig. Antonelli ma il Sig. Mutinelli.

Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 16 Maggio 1789.

Introito.

Di Venezia L. 162536

Di Terra Ferma L. 80243: 17

L. 242779: 17 sono D. 39158:1

Numeri Estratti 41. 67. 19. 4. 35. Qualità, e quantità de’Terni.

Vincite. N. 1. da Duc. 1000.

Ambi coll’Augumento D. 10932: N. 1. da Duc. 600.

Terni simili D. 13725: N. 2. da Duc. 500

Estratti D. 550: N. 1. da Duc. 300.

N. 6. da Duc. 200.

N. 5. da Duc. 150.

N. 13. da Duc. 100.

N. 23. da Duc. 50.

N. 21. da Duc. 25.

D. 25207:

Summa N. 73.

La ventura Estrazione sarà li 10. Giugno 1789. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1