Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 37", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\037 (1789), pp. 289-296, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2358 [consultato il: ].


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Num. 37.

Sabbato 9. maggio 1789.

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Continuazione
Delle Avventure di un Comico ambulante.

Exemplum► Ricomparvi in iscena nel carattere di Bajazeth. Pareva che la Natura m’avesse formato espressamente per la rappresentazione d’un tal Personaggio. Son grande, ho la voce rauca, e con un gran turbante calcato sugli occhi aveva l’aria del più fiero munsulmano, ch’abbia veduto mai l’Oriente. Nel dare i primi passi sul palco scossi sì bene le mie catene, che il Teatro ebbe a rovinar dagli applausi. Addolcendo i miei guardi con un sorriso grazioso, e profondamente inchinandomi verso gli Spettatori, ravvivai ed accrebbi il plaudente romore. Siccome la parte di Bajazeth è appassionata estremamente, ebbi la precauzione di rinforzare i miei spiriti con tre bicchieri di buon vino nostrale. È inconcepibile il calore ch’io misi nella mia declamazione. Tamerlano appetto mio non fu che uno stolido. Tratto tratto egli voleva alzare il suo tuono di voce, ma io l’abbassava ben presto colla superiorità, e col vigore del mio. I miei gesti eran ammirabili, variate all’infinito le mie positure, innumerabili le mie esclamazioni. Che frastuono allorch’io incrocicchiava le mie braccia sul petto! Osservai che a… ciò produceva un effetto meraviglioso. In due parole mi son coperto di gloria, e fui riguardato come un prodigio. Tutte le Dame di… vennero a complimentarmi su’miei talenti. Le une lodavano la mia voce, altre la mia figura. Sull’onor mio, disse una d’esse, egli diverrà ben presto uno de’migliori Attori d’Europa; son io che lo dico, e me ne intendo abbastanza.

Un Commediante è sempre sensibile alle prime lodi, e le riceve come un favore; ma quando gli vengono prodigalizzate, le prende come un tributo rapito dal suo merito. In vece di ringraziare quelli che mi ricolmavan [290] d’elogj, io m’applaudiva in me stesso, e non di rado aveva l’impertinenza d’essere stato trattato come l’insolenza mia meritava, il che ora vedremo.

Abbandonammo quel Paese ove le Dame d’onore giudicano sì bene delle Composizioni Teatrali, e meglio ancora decidono del merito degli Attori. Entrai colà smoccolator di candele, e mi son partito un Eroe. Così và il Mondo: oggi lacchè domani gran Signore. Io potrei dir d’avvantaggio fu questo soggetto, ch’è veramente sublime; ma non si parli della fortuna, e delle sue bizzarrie; questo incomoderebbe il sollazzo. Da . . . . passammo a . . . . . luogo celebre per l’amenità del suo sito, e per il genio bizzarro de’suoi abitatori. Nelle prime Recite io brillai al mio solito, e son persuaso che sarei passato lungo tempo per il più gran Commediante dell’Universo senza il seguente avvenimento crudele.

In una Commedia ossia Pasticcio poetico, composta dalla nostra Compagnia, nella quale tutti misero qualche cosa, e in conseguenza ebbi anch’io la mia porzione di merito come autore, intitolata, non so perchè, Lo sconcerto domestico io sostenni un carattere ridicolo, che divertiva moltissimo. Al solo prender tabacco mi venivano i più lusinghieri segni d’ammirazione. Quando poi bastonava un curiale le donne erano convulse dal ridere. Venne per mia disdetta una maledetta Provinciale, che aveva dimorato nov’anni a . . . . Capitale dello Stato . . . . e pretese per ciò di fare l’Oracolo del gusto, che si doveva adottare colà. Le si parlò de’miei talenti, ciascuno m’innalzava alle nuvole: e nondimeno ella ostinavasi a non voler giudicare che per suo sentimento, non potendo persuadersi che un Istrione ambulante (le si perdoni il termine) potesse esser proprio ad altro, che a far languire di noja. Essa stordiva tutte le Società delle lodi di . . . . . celebre Commediante, e non parlava che delle Comiche Compagnie della Metropoli ove aveva soggiornato. Finalmente si persuase di venire allo Spettacolo. Fui secretamente avvertito, che alla mia prima rappresentazione doveva avere questo terribile giudice. L’avviso non mi sbigottì punto. Comparvi in iscena d’un’aria libera e disinvolta, con una mano nella cintura de’miei calzoni, e l’altra cacciata al petto nel mio farsetto, come vidi fare nelle gran Città un Commediante di grido; ma in vece che badassero a me vidi che tutti gli spettatori rivolgevano il guardo alla Provinciale tornata dalla Metropoli, per aver segno da lei d’applaudirmi o fischiarmi. Apro la mia tabacchiera, prendo tabacco; la Provinciale si compone in una serietà che mi agghiaccia, la quale poco a poco si sparge su tutti i volti. Rompo il mio bastone sulle spalle del Curiale; la Provinciale alza le sue, e tutti gli ascoltatori fanno lo stesso. Finalmente mi metto a ridere della migliore grazia del Mondo, ma non sono più fortunato. Confesso che in quel momento mi vidi totalmente perduto. Le mie risa sforzate non furono più che sconcj sberlessi: e mentre io tentava rappresentare la giocondità, negli occhi mi si leggeva la più profonda tristezza. In poche parole, la Provinciale venne alla Commedia colla intenzione ch’io non le piacessi, e le dispiacqui. Così spirò la mia gloria. ◀Exemplum ◀Livello 3

Notizia Funesta.

Un Letterato d’estero Stato, che da alcuni anni dimorava in questa Ca-[291]pitale, e si esercitò incessantemente ne’più penosi lavori delle traduzioni, e delle correzioni, non meno che in certe compilazioni faticosissime, senza mai uscire da’languori della miseria: solito destino della maggior parte di quelli che si stemprano il cervello per i ibraj e stampatori del nostro Paese, iscrisse al Caffè di M. . . . . . la sera delsa p. p. Domenica un Foglio diretto Pad un suo Compatriotta, che gli fu recato nella seguente mattina. Questi intese all’aprirlo, che lo scrivente aveva determinato a sangue freddo il suo suicidio per sottrarsi filosoficamente a’mali d’una travagliata esistenza. Accusò in esso principalmente la crudeltà della sua albergatrice, che per un credito di l. 54 lo cacciò di Casa, e gli trattenne alcuni originali, e stampe, che l’hanno molto pregiudicato. Non si fa più nulla di lui, e secondo la sua relazione, fermamente si crede chi siasi affogato in queste Lagune.

Dio volesse ch’egli non avesse data esecuzione ad un sì tremendo pensiero, e che in vece del suo cadavere rigurgitato dal mare, rivivesse tra noi a chi lo stima uno sventurato uomo di merito per la cui salvezza ora si vantano, che dati avrebbero anche cinquantaquattro zecchini alcuni, che forse nelle strette de’suoi bisogni gli hanno negato 54 soldi.

Non è questo il tempo da palesare il suo nome. Stimiamo soltanto dovere d’avvisare che la sua patria è Reggio di Calabria affine di sottrarre da orridi dubbj le famiglie d’altri esteri Paesi, che qui avessero de’Letterati parenti meschini.

Si consolino intanto tanti oziosi maldicenti e buffoni a’quali nulla mai manca sebben nulla fanno, o fanno soltanto del male. Essi non saranno mai in pericolo di queste dannate risoluzioni dalle quali Iddio tenga lontano ogni uomo.

Questa notizia era destinata al Foglio di Mercordì, ma se ne sospese la stampa per una falsa voce della sua salvezza prodotta da un artifizio tendente ad iscoprire se l’infelice, avendo finito, si tenesse nascosto. Svanirono la notte del Martedì tutte le speranze concepute da’suoi veri amici.

I dilettanti di Cause si lagnano vedendone privi questi fogli da qualche tempo. Oda le loro querele il nostro parziale Forense, e temer non ci faccia col suo lungo silenzio la perdita d’un favore, che ci riesce di tanto sollievo ed utile.

La seguente ci è venuta d’altra mano, e soltanto Venerdì della passata settimana, benchè di non freschissima data.

Il qu. Andrea Conter Nobile di Brescia dispose con suo Testamento una Eredità grandiosa nell’anno 1647. li 10. Agosto, e dopo la disposizione di alcuni Legati alli Signori Conter, lascia di tutti li altri suoi beni Erede sua figlia Emilia maritata in Marc’Antonio Scalvino. Prevede il caso che la stessa passasse ad altro matrimonio, o morisse e ciò verificandosi vuole eredi instituiti e sostituiti li figli maschi nati, e che nasceranno di essa, dal det- suo Marito, o figli de’figli maschi, per stirpe e non per capi, volendo mostrar questo affetto alla famiglia de’Signori Scalvini, con condizione ancora che morendo alcuno d’essi figli senza figli maschi legittimi succedano gli altri o i loro Figli maschi come di sopra con reciproca instituzione, e sostituzione volgare e fideicomissaria tra detti figli della Signora Emilia e tra li figli d’essi figli maschi ut supra caso ch’uno o più morissero senza prole mascolina. Proibisce a’detti di non poter mai far [292] alienazioni, volendo et espressamente comandando che tutti essi beni restino sempre ed in tutti i momenti appresso detta figlia e suoi figli, e figli de’figli come di sopra. L’ultimo paragrafo poi è il seguente, a parola per parola.

“Proibendo inoltre a detta Signora Emilia suoi figli maschi, e figli de’figli, come di sopra, il far distrazione alcuna di legittima, di Tribellianica o quinta statutaria; e ciò durante la vita di detta Signora, figli, e figli di figli come di sopra affine, che tutti essi beni restino nelle persone loro drittamente con l’ordine detto di sopra, ma in caso che per l’estinzione di tutte le predette linee, si purificasse il caso del fideicomisso a favore delli Signori Conter, vuole, che l’ultimo gravato de’Signori Scalvini, ovvero i suoi Eredi, possano fare le dettrazioni che de jure le competessero. La stessa proibizione d’alienazione, in tutto come di sopra, il detto Signor Testator fà, et ingionge anco a tutti li Signori Conter per i beni lasciati ad essi per ragion di legato, ed anco per li beni, che potessero in loro capitare in virtù delle sostituzioni sopradette come se di parola in parola fosse anco, quanto alle loro persone distesa, sin alle dettrazioni per l’ultimo inclusive.

Li casi verificati sono li seguenti da’quali è derivata la importante causa.

Emilia ebbe il solo maschio Calimerio figlio capace, quale per il testamento era gravato. Morì Calimerio e si verificò il caso per il fideicomisso a favor delli Conter, e passò la facoltà in Francesco figlio di Agostino per metà, ed in Gio: Battista figlio di Gio: per l’altra metà. Morì Francesco quale avendo li quattro figli era gravato, e tra questi seguirono le divisioni. Morì il Reverendo Don Andrea l’anno 1782. ch’è uno delli 4. fratelli dividenti, e con suo Testamento dispose delli Beni avuti in divisione e di tutto il suo a favor di Francesco Conter figlio di Agostin suo nipote instituendolo Erede proprietario, assieme con Lionardo Conter suo fratello in figura di usufruttuario, ed alli figli di Clemente lascia 100. oncie d’argento.

Questi figli di Clemente sostenendo che fosse esso Testator suo Zio gravato delli beni che possedeva dipendenti dal Testator 1647 e che dovessero essere fideicomissi perpetui sentenziarono a Legge il Testamento 1647. nel Foro di Brescia, ed opposta dalli Nobili Signori Leonardo e Francesco Eredi di questo ultimo Testatore seguirono reciproche contestazioni, negando questi ultimi vocazion e caso agl’altri, e li primi sostenendo che fosse il Testator ultimo 1782. gravato alli Conter e di conseguir in conseguenza la loro porzione. Seguì spedizione absente a Brescia a favor delli figli di Clemente, che fù appellata dalli Signori Leonardo Francesco Conter. Fù fatto il pender dalli figli di Clemente e li 17. Aprile scaduto seguirono le seguenti dispute. L’Avvocato Orlandi al Taglio ha sostenuto che il fideicommisso fosse instituito e sostituito in tre soli gradi e non più nella Famiglia Scalvini, e lo provava con Emilia primo Grado, con li figli di questa secondo, e figli de’figli terzo; e sosteneva che non sostituendo il Testator altri fosse in conseguenza in tre gradi e non più. Soggiungeva poi che così doveva esser in tre soli Gradi nelli Conter sostiuiti, e cominciando esso il grado dal primo Conter beneficato con beni di Legato, ch’era Agostino figlio di Francesco, cominciava da questo il primo grado, poi il secon- [293] do in Francesco, ed il terzo nelli figli di questo, ch’erano li 4 Fratelli dividenti; e perciò sempre sosteneva libera la porzione di cadauno. Stefani al Laudo ha risposto e propose essere il Fideicomisso perpetuo e lineare, e non in 3 gradi, e lo provò come segue. Sostenne egli che il Testatore volendo con un sempre condizionati li Beni, e con un mai disponibili, avesse in conseguenza ciò forza di perpetuità. Soggiunse che contemplava maschj e prole, e che poi chiudeva, che mancando le predette linee voleva il fideicom. passato nelli Conter con che propose: che la mancanza delle linee non dovesse esser delli 3 gradi; che la linea non sia il grado; e che chiamando il Testator l’estinzion delle linee esser dovessero queste quelle che da figli e figli de’figli d’Emilia venissero formate, quali arrivando sino all’ultimo de’maschj ch’estingue le linee dovessero in conseguenza essere fideicomissi li beni in tutti li discendenti maschj. Soggiunse poi che il Testator anche instituendo un benefizio di Cappellania perpetua con obbligo a’suoi eredi di eleggere il Cappellano, anche tal cosa provasse la volontà del Testatore; che passando dunque il fideicom. nelli Conter colle stesse Leggi come se fosse parola per parola, in conseguenza il Testator 1782 non potesse disporre ma i beni siano fidecom. in tutti li maschi. Quando poi alli gradi, se vero fosse il sostenuto, provò che il primo dovrebbe cominciar nelli Conter solo al primo del caso: cioè alla morte di Calimerio in Francesco Conter primo grado, e secondo grado essendo li 4 Fratelli figli di questo sempre sotto gravami al – terzo grada, che sono li figli di questi. Rispose Santonini in terza Disputa, con forza e con argomenti volendo far conoscere che le perdette linee sono le predette persone, cioè li gradi nominati; ma rispose il Cromer in quarta disputa che le predette linee devon essere quelle formate dalle predette persone; e che in conseguenza le linee non essendo gradi nè punti continuano sino all’ultima. Chiuse col dimostrarlo un perpetuo fideicom. in tutti li maschj Scalvino, e così in tutti li maschj Conter; perchè il Testator li sostituisce come se fosse di parola in parola quanto alle loro persone esteso sin alle dettrazioni per l’ultimo inclusive; terminò poi con altri importanti riflessi ed argomenti sicchè nacque il seguente Giudizio che decise di 2 mila duc. d’entrata.

al T. 13. al L. 18. ( N. 5. 1.

Av. al Taglio Orlandi e Santonini.

Interrut. Facini Interv. Fedrigo.

Al Laudo Stefani e Cromer

Interv. Tabacchi.

Belle Lettere.

Da’torchj del Cagnani di Ceneda è uscito l’Elogio del N. U. Marc’Antonio Giustiniani per la compiuta Logotenenza della Patria del Friuli, dedicato alli magnifici Signori Deputati della Città d’Udine dall’Illustrissimo Signor Girolamo Perucchini, che fu impiegato nel Ministero di quel Reggimento, com’è accennato nel giustissimo veritiero suo Elogio in cui per far onore a’vivi incomodate non si sono l’ombre de’morti, nè l’adulazione prestò i suoi mendaci colori per far un bello ma non fedele Ritratto. Le lodi risultano da’fatti, nè si avanza proposizione ad onore di S. E. che sostenuta non sia da uno storico fondamento.

S’è impressa su questi Fogli l’Inscri-[294]zione scolpita in marmo sul pubblico Palazzo di Tolmezzo; ed ora raccogliamo in questo gli altri monumenti della sua gloria eretti dalla gratitudine all’ottimo suo governo, tratti dal predetto Elogio.

Per la liberazione del Friuli dalla Truppa di Masnadieri che l’infestava diretta dal famoso Pagnuti, quella Patria fece coniare in bronzo una medaglia col busto alla militare di S. E. nel cui contorno leggesi.

M. Ant. Justiniano. P. F. I. Præt. e sotto il busto Patrie. VI. Viri & Ruralium. Sindici.

MDCCLXXXIX.

Nel rovescio v’è un fascio d’armi: da fuoco e da punta sotto cui Arma. Domitis. Latronibus. Extorta

Nel Contorno

Ob. iter. Viatorum. totum. et. securit. Pub. Restitutam.

Fra Venzone e Tolmezzo fece erigere S. E. de’ponti di romana arditezza ove si scolpì dalla riconoscenza di quegl’industri alpigiani.

Via & Pontes

Ausu Romano

AEre & arte Nationis

Marco Antonio Justiniano

Fori Julii optimo Proesidi

Consilio & praesentia juvanti

arni et Tulmetienses in gratia recepti

P. P.

A. D. MDCCLXXXIX.

Alle seguente Inscrizione è d’uopo far precedere questo paragrafo dell’Elogio.

“Per far conoscere alle presenti non meno che alle future generazioni, che il gradimento di questo suddito Corpo era stato da voi accolto qual segno di esuberanza non di meritata riconoscenza, faceste a vostre spese rialzare il pubblico stendardo; locchè non fù che un partito onde apporvi un’aurea iscrizione (*) che servisse qual rendimento di grazie all’affetto di questa divota Città, e qualificasse gli onori resi alle vostre virtù di spontanee obbliganti dimostrazioni.”

(*) Marcus Antonius Justinianus

Patriae Fori Julii Praeses

ut meritam studiosissimae civitati gratiam

In evum persolveret

Vexillum Hoc

Temporis iniuria collapsum

Restituit.

A. D. MDCCLXXXIX.

Bastimenti arrivati

16. Aprile.

Bracera, Patron Giacomo di Giacomo Viezzoli, venuto da Trieste, con 1. Bar. argento Vivo. 2. Bar. Gala. 14. Bar. Colofonio. 5. Sacchi Gripola. 2. Bar. Antimonio. 1. Cassetta Smalto. 8. Colli Tele. 2. Bar. Terlisi. 3. Colli Panni. 1. Balla pelle di Vedelo. 3. Bar. Ottoni. 1. Botta Scatolami. 10. Colli Chiodi. 2. Bar fil di Ferro. 6. Fassi Ferro. 1. Cassa Lanarie.

17. Detto.

Bracera, Patron Antonio Spolar, venuto da Trieste, con 2. Botte Susini. 12. Bar. Colofonio. 1 Bar. cola. 1. Sacco Valonia. 2. casse Carta. 2. Botte legnami. 1. Balla Panni. 2. Colli Tele. 1. Bisaca Carnuzzo. 10. Colli Noselle. 6. Bar. Argento vivo. 5. Casse oglio di Vetriol. 2. Fiaschi oglio di Anesi. 1. Cassetta spirito di Trementina. 7. Botte Curizioli. 34. Colli fil di Ferro. 2. Bar. fil di Rame. 31. Bar. Chiodi. 4. Colli Ferramenta. 10. Casse Azzali.

Detto. Pielego, Patron Zuanne Ghezzo, venuto da Trieste, con 1. Casset-[295]ta 1. Balla e 2. Fag. Tele per Venezia. 120. Stera Carobbe ) 60. Casse Limoni. ) per Chiozza.

Detto. Nave nominata Bella Livia, Capitan Gio: Biondo, manca da Corfù li 31. Marzo, Parcenevole D. Menachen Vivante, con 149880. Libbre Valonia. 89. Cai e 7. Car. Oglio.

Detto. Bergantin nominato l’Esperimento. Capitan Vicenzo Padoan, manca dal Zante li 30 Marzo, Parcenevole D. Giuseppe Bianchini, con 95. Cai Oglio. 72. Fag. Uvapassa.

Detto. Pielego nominato la Madonna della Salute, Patron Cristoforo Draghichievich, manca da Samo pr. Marzo raccomandato a D. Mattio Chiorco, con 91. Cai Moscato. 400. Lengue Fumate. 15. Miera Rasina a refusa. 1. Car. Oglio.

18. Detto.

Pielego, Patron Lisandro Balarin, Venuto da Palma, con 1. Cassa vecchia. 4. Casse vero rotto. 3. Colli Tele. 7. Car. e 16. Sacchi Gripola.

Detto. Pielego, Patron Vicenzo Vianello, venuto da Piran, con 173. Mozza Sal.

19. Detto.

Pielego, Patron Francesco Spolar, venuto da Trieste, con 3. Bar. Ottoni. 3. Botte cera Zalla. 4. Botte Curizioli. 145. Sacchi Salnitro. 3. Bar. fil di Ferro. 1. Botta Anesi. 8. Colli Chiodi. 2. Bar. Lime. 1. Cassa ferri da Molin. 10. Fassi Ferro. 1 Cassa Postarelle.

Detto. Battelo, Patron Pasqualin Vianello, venuto da Trieste, con 50. Casse Limoni per Chiozza.

20. Detto.

Pielego. Patron Francesco Curti, venuto da Rimini, con 17. Ceste Formagelle. 1. Fag. lume d’Otton. 200. Libbre Ferro vecchio.

Detto. Pielego nominato Providenza Divina, Patron Bortolo Lorenzini, manca da Corfù li 28. Marzo, raccomandato a D. Menachen Vivante, con 800. Pastieri di Bue 235 Miera e 900. Libbre Valonia. 4. Car. Oglio. 300. Cipole.

Addì 20. detto.

Pielego, Patron Bortolo Lorenzini, venuto da Corfù.

D. Menachen Vivante Valonia Miera 235. Libbre 900.

Portada e Grazie del Patron e Marineri pastieri di Bue n. 800. Oglio Car. 4. Cipole n. 300.

21. Detto.

Pielego. Patron Piero Bagatella, venuto da Pago, con 190. Mozza Sal.

22. Detto.

Pielego, Patron Francesco Bertoli, venuto da Spalatro e Sebenico, con 2651. Tocchi Porcina salata. 7. Cassoni candele di Seo. 2. Ballette pelle di Lepre. 615. Pezze formaggio Morlaco.

Detto. Pielego, Patron Francesco Chiereghin, venuto da Traù Sebenico e Zara, con 4. Cai Oglio. 1. Sacco pelle di Lepre. 6. Bar. Miel 10. Mazzi ferro Grezzo. 1. Fag. Becchine e Boldroni. 7. Bar. Seo in Pan. 1. Sacco Carnuzzo. 4. Balla Rassa e Bedena in più cavezzi. 1. Sacco pelle di Cigno. 1 Cassetta seda Grezza. 1. Rod. Rassa in più cavezzi. 25. Sacchi Lana Sucida. 127. Pezze formaggio salato. Mandole in scorso a refusa. Ferro vecchio e vero rotto. Rame vecchio a refusa. Strazze a refusa. 1. Cassetta Merli di ritorno.

Detto. Bracera, Patron Giacomo Brazzatti, venuto da Prian, con 3. Cai Oglio. 14. Cai Menole salate, 1. Mastella Cievoli salati. 98. Pelle Agneline. 1. Sacco cera Coladure.

Detto. Battelo, Patorn Zuanne Vianello, venuto da Trieste, con 12. Miera limoni per Chiozza.

23. Detto.

Bracera, Patron Andrea Spolar, venuto da Trieste, con 3. Bar. Antimonio. 4. Rod. Griso. 2. Bar Cola, 1. Bar. fil d’Otton. 1. Collo Terlisi. 1. Colli Tele. 1. bar. Bande raspate. 5. bar. Merci. 1. Cassetta Porcelana. 2. Colli Abiti usati.

(Il resto Mercordì.)

Questa mattina 9 corrente fu pubblicato il Bando di questo Eccelso Cons. di X da tutto il Dominio Veneto contro Ant. Gir. Cambeluvich di Matteo di Spalato.

Notizie Sacre.

5 Maggio. S. Pio V. Comandò che in fine della Messa si recitasse il Vangelo di S. Giovanni compendio de’misteri di nostra Fede la quale il celebrante professa a nome suo, e di tutta la Chiesa. Ordinò l’emenda del Breviario, Messale, e del Rituale. Le di lui forze unite a quelle del Re Cattolico, e de’Veneziani, ma più le sue oraaioni decisero della famosa vittoria de’Curzolari, avendo in prima benedetto il Cristiano esercito, ed inspirato a’Soldati l’ardor della Fede. Scomunicò Elisabetta Regina d’Inghilterra; soccorse coll’armi e col soldo de’Potentati a danno de’Nemici di Cristo; proibì l’alienazione delle Terre dello Stato Ecclesiastico; e vieto alle donne d’entrare nè Monasteri de’Religiosi.

Sotto la protezione di questo Santo fù istituita li 15 Decembre 1644 una Scuola di divozione in questa Chiesa de’Cavalieri di Malta detta di S. Giov. de’Furlani. Solennizzasi la sua Festa anche a’SS. Giov. e Paolo.

Jeri in un Terzo Consiglio Post all’Eccellentissimo Collegio de’XXV contro gli Eccellenti Signori Sartori e Rodella, in unione all’Eccellente Sozzi fece la prima prova della sua forense eloquenza il laureato giovinetto Eccellente Signor Girolamo Antonelli ed ebbe l’animatore conforto di giusti sinceri applausi, e la compiacenza d’aver vinta la Causa fausto augurio alle future sue imprese. La figura, la voce, il coraggio son doni di natura che in esso fanno molto valere le doti dello spirito, e il vigore della persuasiva facondia. L’universale linguaggio di que’che spinti dalla curiosità udirono la sua disputa, è: che pochissimi son quelli che comincino sì ben come lui, e che i personali suoi pregj, ed il colto ingegno in esso promettono al Foro Veneto un Avvocato da salire a’primi gradi dell’arte oratoria.

Jeri nell’Eccellentissimo pieno Collegio fu eletto con tutti i voti in sopraintendente di Narenta il Signor Giacomo Noncovich.

Cambj 8. Maggio.

Lione 58. Parigi 57 e 7 8vi. Roma 62 e un 3zo. Napoli 115 e 3 4ti. Livorno 100. e mezzo. Milano 155 e mezzo. Genova 92. Amsterdam 93. Londra 49 e un 8vo. Augusta 102 e un 4to. Vienna 197.

Prezzi delle Biade.

Formento a L. 35 circa. Sorgo Turco a 26 circa. Segale a 26 circa. Miglio a 21 circa. Risi da 35 e mezzo ai 36 duc. al m.

Degli Ogli.

Di Corfù da Duc. 139 ai 140. Di Zante da 134 a’135. Mosti da’134 ai 135.

D’Affittare.

Magazzino era ad uso di marangon, a S. Cassiano al ponte delle tette paga all’anno Duc. 24. Chi vi applicasse parli al N. U. Giacomo Ang. Foscarini a S. Tomà. ◀Livello 2 ◀Livello 1