Gazzetta urbana veneta: Num. 13
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Num. 13 Sabbato 14. Febbrajo 1789.
Conchiusione
XIV. A comune conforto
resta di chiarito, che li Capitali tutti trasportati dalli detti
Depositi Vecchi di Zecca, e fuori di Zecca nell’Offizio
Conservator del Deposito, di qualunque natura essi sieno,
continueranno a godere de’privilegj annessi alli Depositi della
Zecca, in tutto come godevano quando esistevano nelli medesimi
Vecchj Depositi, e così pure resta dichiarito, che li Capitali
tutti formati dalle Rate corse potranno esser obbligati a
cauzione di Pubblici Parti, e Dazj. XV. Volendosi libera in
qualsivoglia tempo la disposizione a qualunque Capitalista e
Ratario dei proprj Capitali, e Rate; si dichiara che le
alienazioni che far si volessero dei Capitali Vecchj, e relative
Rate scorse, potranno esser effettuate nelli respettivi Offizj
della Zecca, e fuori di Zecca durante soltanto il periodo di
Mesi quattro successivi, dal dì dell’approvazione del presente
Proclama; dovendo esser obbligo delli rispettivi Quadernieri il
ricevere li soliti Costituti di alienazione, e quelli pure di
obbligazioni, e di Ipoteche delli Capitali, e Rate stesse, sì a
Pubblica, che a privata cauzione nelle forme, e colli metodi fin
ora corsi a tenor delle Leggi. Spirato poi il soprafissato
periodo di Mesi 4. non potranno effettuare li Capitalisti le
disposizioni sopraddette, sennon nell’Offizio Conservator del
Deposito, dove si sarà verificato il trasporto dei Capitali
Vecchj, e relative Rate decorse. XVI. Tutte le operazioni del
riconoscimento, esami, impianti, ed altro che occorresse per il
trasporto delle Partite de’Capitali, e Rate delli Vecchj
Depositi suddetti nell’Offizio Conservator del Deposito, non
avranno a cadere minimamente a peso delli Capitalisti, e Ratarj,
ma a tutto sarà supplito col Dinaro della Pubblica Cassa;
restando in seguito a solo peso delli Capitalisti,
respettivamente, le mercedi alli Ministri incombenti per le
Copie delle loro Partite di Quaderno, e Fedi di Credito, che
loro occorresse di estrarre dall’Offizio Conservator del
Deposito a norma delle Tariffe di esso Offizio, e secondo il
praticato. XVII. Si dichiara in fine, che ogni Azionario potrà
riconoscere l’effettiva sua azione seguito che sia il trasporto
de’Capitali, e Rate nell’Offizio Conservator del Deposito, dove
per il corso di due Anni avvenire esisteranno li Quaderni
Vecchj, onde possa ognuno verificare li necessarj confronti;
libero restando loro il ricorso al Magistrato competente per
l’emenda di quelle differenze, che dai confronti medesimi ne
risultassero. Et fic & c. Dal Magistrato Eccellentissimo
delli Deputati, ed Aggionti sopra la Provision del
Dinaro colli Savj Cassieri Attuale, ed Uscito li 26. Settembre
1788.
Uno straniero (così è sottoscritto nel suo Foglio a noi
diretto) gentilmente ricerca se sia incontrastabilmente vero,
che in questa Città non pochi uomini vivano oltre un Secolo,
come vide nel Catalogo de’morti, che successivamente abbiamo
dato. Facendo conoscere il suo dubbio su questa lunghezza di
vita d’alcuni de’nostri abitanti, sembra che sostenerlo voglia
colla dimostrazione che ne’luoghi bassi vi sono sempre meno
vecchj che negli elevato e che secondo un calcolo ricavato
da’registri de’morti, non se ne trova uno di cent’anni che in
3125. Venezia non è sopra una montagna; il numero de’suoi morti
d’anno in anno non arriva ordinariamente che a 6 m. cir.
Reggendo il calcolo dello Straniero dovremmo contare appena in
essi due uomini d’un secolo, ma ve ne sono costantemente sempre
di più, e all’autenticità delle memorie, che si conservano a
questo Eccellentissimo Magistrato alla Sanità, bisogna piegar il
capo. Non solo è verità quanto riferito abbiamo su questo
proposito, ma vi sarebbe da aggiungere qualch’altro recente
esempio ommesso su questi Fogli, che riguardo a noi renderebbe
il computo meno giusto ancora. Discorrevasi ieri ad una
conversazione intorno all’umana felicità, e trà quei che la
negavano assolutamente, v’erano alcuni che collocarla volevano,
chi nelle ricchezze, chi nella povertà, chi nella sola salute,
chi nello splendore del Secolo, chi nella tranquillità d’un
ritiro. Si voleva da un tale che nel sapere consistesse, da un
altro nell’ignoranza. L’ultimo a parlare fu un giovine, che dopo
aver recitato con enfasi il verso d’Orazio
protestò che desiderava una guerra per morire al servizio
del suo Principe, e che non sapeva immaginarsi più bella
felicità di quella di sagrificare la vita per la sua Patria. A
questo entusiasmo d’antica virtù romana risero tutti gli
astanti, ed uno d’essi ce ne diede in iscritto l’avviso
stimolandoci a dirci sopra qualche parola. A noi sembra che il
morire per la Patria sia un’onorevole infelicità. La felicità è
il vivere per essa, e contribuire quanto meglio si possa alla
sua socievole prosperità. Beati que’Governi pacifici, che
risparmiando il sangue de’Sudditi, lascia a quelli degli altri
la gloria di farsi ammazzare.
Del Sig. Ab. Clemente
Bondi. D’Affittare. Appartamento di Casa annesso al Palazzo di
Cà Zen alla Riva di Biasio: cioè Camere diverse, soffitta grande
ad uso di telai, magazzini ed altro; tutto per il prezzo di
Ducati sessanta. sei valuta Piazza ––– Duc. 66. Le chiavi sono
appresso il Custode di Cà Zen. Palazzo grande con tutti i comodi
possibili, con pozzo d’acqua perfettissima in Corte di Cà Bolani
alla Pietà paga d’annuo affitto Duc. 400. Le chiavi son in mano
del Sig. Sebastiano Privato al ponte della Pietà. Se alcuno
applicasse all’acquisto del medesimo può ricorrere dal Sig. Gian
Andrea Bonzio Interveniente a S. M. Zobenigo che avrà tutti i
più certi documenti dello Stabile libero, e svincolato da
qualunque obbligazione. Casa grande in due Solaj
con pozzo d’acqua buona, scale di pietra, magazzino, riva,
terrazza grande, ed altre comodità, sulla fondamenta di Cà
Corner a San Maurizio vicina al Palazzo Zaguri paga all’anno
Ducati correnti num. 101. Chi la vuole parli col Fruttajuolo
appiedi del ponte di San Maurizio. Da vendere. Un servizio da
Tavola, Dessert, Caffè per 24. persone, di Porcellana di
Sassonia nuova d’ultima moda, dipinto a fiori naturali, con orlo
dorato a merletto. Chi volesse acquistarlo parli col Sig.
Valentino Francesconi detto Florian Caffettiere sotto le
Procuratie Nuove. Dodici Cavalieri diedero la notte del Giovedì
a loro spese nella Sala del Sig. Jucchi una brillante Festa di
Ballo empiuta da sole Ballerine Teatrali tra le quali
intervennero le celebri Signore Bacelli, e Pitrot. Il
ricevimento si fece dalla Signora Campioni. Questa sera gran
festa dalla Magnifica Accademia degli Orfei. Seguì, a norma del
nostro avviso, quella de’Rinnovati la notte de’7., e le
succederà la seconda quella dei 24. Cambj.
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Notizie Letterarie.
Giornale Poetico o sia Poesie inedite d’Italiani viventi in 8. 1789. in Venezia presso Pietro Marcuzzi. Quest’opera annuo periodica è una racolta delle più brillanti Poesie inedite de’viventi. Quattro Volumetti all’anno, uno per ogni trimestre. S’invitano i letterati a concorrervi co’loro Mss. franchi di porto. Avranno il proprio nome o nò, come più piace. La scelta è affidata all’Ab. Andrea Rubbi, che dopo aver dato il Parnaso Italiano de’Morti, continua a propagare il buon gusto colle produzioni de’vivi. Serio e burlesco vi è ammesso in ogni metro. Le poesie sieno brevi e di casta morale e di sana politica; nè mai satiriche. Otto paoli all’anno per gli Associati Autori, e Paoli dieci per li non Autori. Si distribuisce dai principali Libraj. È già uscito il primo Foglio; e ciò per quelli che sel volessero procacciare anche separato. Alla consegna del prima Trimestre, che sarà in Marzo di questo anno, si sborserà il denaro in mano di quello che riceverà l’Associazione. Ecco i nomi degli Autori che lo compongono. S. E. M. Giovanni Pindemonte, i Sigg. CC: Arnaldo Tornieri, Lorenzo Tornieri, Ab. Gio: Battista Velo, Ab. Tauro Bettolini, Arc. Gio: Battista Duso, Angelo Mazza, Ab. Parini, P. Vaninetti C. R. S. P. Belcredi C. R. S., Artemisco Dedaleo, Bartolomeo Cav. Ricci, Ab. Colombo, Co: Gio: Battista Cornianti, Dot. Giuseppe Pasta, Cau. Vannetti, Cidisto ac. Ipp. Andrea Rubbi, ed altri molti, che vollero essere annunziati o colle iniziali, o col N.N. Avviso. Avuta la permissione dall’Eccellentissima Carica si fa noto, che il giorno di Sabbato 21. Febbraro si farà in Verona una Pubblica Corsa di Lacchè, la quale avrà al solito principio e fine al Caffè del Ciampi e anderà fino a Dosso-Buono dove vi saranno Persone destinate dai Giudici per dare li Biglietti, e li Premj saranno li seguenti. Scudi di Milano …. N. 12. Scudi di Milano …. N. 8. Scudi di Milano …. N. 6. Scudi di Milano …. N. 4. Scudi di Milano …. N. 2.Conchiusione
Del Proclama
riportato ne’precedenti Fogli.
XIV. A comune conforto
resta di chiarito, che li Capitali tutti trasportati dalli detti
Depositi Vecchi di Zecca, e fuori di Zecca nell’Offizio
Conservator del Deposito, di qualunque natura essi sieno,
continueranno a godere de’privilegj annessi alli Depositi della
Zecca, in tutto come godevano quando esistevano nelli medesimi
Vecchj Depositi, e così pure resta dichiarito, che li Capitali
tutti formati dalle Rate corse potranno esser obbligati a
cauzione di Pubblici Parti, e Dazj. XV. Volendosi libera in
qualsivoglia tempo la disposizione a qualunque Capitalista e
Ratario dei proprj Capitali, e Rate; si dichiara che le
alienazioni che far si volessero dei Capitali Vecchj, e relative
Rate scorse, potranno esser effettuate nelli respettivi Offizj
della Zecca, e fuori di Zecca durante soltanto il periodo di
Mesi quattro successivi, dal dì dell’approvazione del presente
Proclama; dovendo esser obbligo delli rispettivi Quadernieri il
ricevere li soliti Costituti di alienazione, e quelli pure di
obbligazioni, e di Ipoteche delli Capitali, e Rate stesse, sì a
Pubblica, che a privata cauzione nelle forme, e colli metodi fin
ora corsi a tenor delle Leggi. Spirato poi il soprafissato
periodo di Mesi 4. non potranno effettuare li Capitalisti le
disposizioni sopraddette, sennon nell’Offizio Conservator del
Deposito, dove si sarà verificato il trasporto dei Capitali
Vecchj, e relative Rate decorse. XVI. Tutte le operazioni del
riconoscimento, esami, impianti, ed altro che occorresse per il
trasporto delle Partite de’Capitali, e Rate delli Vecchj
Depositi suddetti nell’Offizio Conservator del Deposito, non
avranno a cadere minimamente a peso delli Capitalisti, e Ratarj,
ma a tutto sarà supplito col Dinaro della Pubblica Cassa;
restando in seguito a solo peso delli Capitalisti,
respettivamente, le mercedi alli Ministri incombenti per le
Copie delle loro Partite di Quaderno, e Fedi di Credito, che
loro occorresse di estrarre dall’Offizio Conservator del
Deposito a norma delle Tariffe di esso Offizio, e secondo il
praticato. XVII. Si dichiara in fine, che ogni Azionario potrà
riconoscere l’effettiva sua azione seguito che sia il trasporto
de’Capitali, e Rate nell’Offizio Conservator del Deposito, dove
per il corso di due Anni avvenire esisteranno li Quaderni
Vecchj, onde possa ognuno verificare li necessarj confronti;
libero restando loro il ricorso al Magistrato competente per
l’emenda di quelle differenze, che dai confronti medesimi ne
risultassero. Et fic & c. Dal Magistrato Eccellentissimo
delli Deputati, ed Aggionti sopra la Provision del
Dinaro colli Savj Cassieri Attuale, ed Uscito li 26. Settembre
1788. Metatextualität
Al num. 104. dell’anno
scorso in questi Fogli si riferì una ricerca sul dovere di
rispondere alle Lettere intorno a cui da noi fu detto
qualche cosa. Instrutti dappoi della cagione che la mosse,
da un cortese incognito, ci fece egli sperare di poter
somministrarci una copia della Lettera, che si lasciò senza
risposta, assicurando esser degna della pubblica luce.
Ignoriamo, come da lui si potesse averla, e crediamo con
esso che il vederla stampata riuscirà di stupore a chi la
scrisse, ed a chi l’ha ricevuta. Non possiamo per la sua
lunghezza darle luogo in questo Foglio, e la riserbiamo a
quello del Mercordì venturo. Quelli, che ritrovano nella
nostra Gazzetta mutilati gli scritti indirittici; e molto
più gli altri, che non veggono in essa una parola nemmeno di
quanto hanno mandato, nè veruna risposta a certe domande,
saranno disgustati, però a torto, del nostro contegno.
Alcuni credono, che stampare si possa tutto ciò che si
scrive; altri vibrando il colpo e celando la mano pensano
alla sola loro soddisfazione, e mai al dovere, e alla nostra
convenienza, nè al pericolo a cui esporrebbeci il
secondarli. Certuni poi mai si stancano d’inviarci delle
cose innocenti, è vero, ma senz’ordine, senza un punto
d’interesse, o di curiosità, onde siamo in necessità di
scartarle. Ma chi udisse a parte a parte tutti questi
malcontenti la ragione sarebbe dal loro canto. Non possiamo,
nè dobbiamo stampare tutti i perchè, i quali impongono
l’esclusive; e ci costa non di rado un gran ripugnanza il
darla a certi pezzi scritti bene, e d’oggetti importanti,
che sarebbero accolti con pubblica soddisfazione. Giacchè,
vantaggio del tempo e della nostra costanza, ora
somministrate vengono a questo Foglio molte materie,
preghiamo fervorosamente tutti quei che ci scrivono ad avere
in vista i riguardi ch’esige il nostro incarico; a non
operar per propria passione, ma per comun bene, o diletto; a
considerare scrivendoci s’essi nel nostro caso darebbero in
luce quanto tentano di veder pubblicato per nostro mezzo.
Una riflessione morale potrà regolare la loro penna. Vi sono
tanti argomenti da esercitare lo spirito a comune vantaggio,
che si potrebbe rendere un Foglio come questo del più utile
trattenimento senza tentar il coraggio del suo estensore, od
obbligarlo a de’rifiuti spiacevoli. Possa giungere un giorno
in cui sia pago questo sincero voto del nostro cuore, e resa
la nostra opera degna d’una maggiore fortuna, e
dell’aggradimento de’saggj, scopo onorevole delle nostre
fatiche. Lettera pervenuta da Barban Territorio Vicentino in
data dei 4. Febbraro 1789, ad un Nobile Padovano, quale la
rende pubblica ad oggetto d’interessare il genio degli
scrutatori della natura a quali può spettarsi l’esame, e
cognizioni del seguente fenomeno.
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Brief/Leserbrief
Mi si è presentata occasione
di scrivervi per ragguagliarvi di un fenomeno
stravagante e molto sorprendente, del quale me ne
assicurai cogli occhj proprj, e perciò io
stesso ve ne presto sincera testimonianza. Nella Villa
di Grumolo distante circa due miglia dalla mia
abitazione da pochi giorni nella Casa del Fabbro
s’appiccò fuoco ad un piè del cavalletto d’avanti del
letto, quale si abbruciò ben presto insieme cogli angoli
del Pagliariccio, e del Materasso, e si sarebbe vieppiù
esteso, se la donna, che nel detto letto dormiva, non lo
avesse sollecitamente estinto. La cagione di questo
fuoco venne sul momento stesso attribuita alla
negligenza di detta donna. Da lì a poco il fuoco si
scoprì ne’travi della medesima Casa, e fu egualmente
spento, ed un istante dopo viddesi acceso il fenile, nel
quale, mediante il pronto soccorso di molte persone,
ebbe sollecito termine l’incendio; tutto questo avvenne
nel corso della notte, e si continuò ad attribuirne la
cagione alla inavvedutezza della stessa donna. Nel
giorno susseguente, portatosi il Fabbro a governare il
di lui Cavallo s’avvide, che in poco sterco raccolto
vicino alla posta v’era una fiamma, la quale lambendo
v’aggirava d’intorno; gridò egli acqua, e con essa
giunse ad estinguerla. Trascorsi pochi momenti,
ricomparve agli occhj di lui la fiamma presso la testa
del Cavallo, e n’accese il fieno, ch’egli aveva
d’innanzi per cibo; chiamò tosto il Fabbro assistenza, e
gli riuscì per la quarta volta di ammorzarla. Si fece
ben presto noto questo accidente nella Villa,
v’accorsero diverse persone, insieme col Parroco, e col
Cappellano, quali consigliarono questo pover’uomo di
trasportare fuori di detta Casa i di lui attrezzi, e
mobili. Il Cappellano fece porre nel suo granajo la
biada, e lo stesso fecero altri del rimanente della
roba. Frattanto che facevasi un tal trasporto per ben
venti due volte d’intorno alla Casa s’appiccò il fuoco,
ed allora terminò il sospetto che fosse la donna,
attribuendone a tutt’altro la cagione: e quì si
risvegliarono nell’animo di questi Villani pregiudizj,
superstizioni, idee chimeriche, e ridicole. Eseguito il
trasporto, come dissi, della roba dopo alcune ore si
manifestò il fuoco nella Casa del Cappellano, la quale
fu totalmente abbruciata, e così in seguito
s’abbruciarono altre quattro Case, che avevano ricevuto
porzione degli effetti del Fabbro. Mi trovai presente a
questi diversi incendj, e malgrado l’assistenza di
trecento, e più persone il fuoco correndo per ogni
parte, restò vincitore frà le di lui rovine. Commossi
questi Villici da sì lugubre, e deplorabile caso, fecero
divote orazioni implorando la Divina Provvidenza ad
assisterli, a soccorrerli, e a preservarli da maggiori
disgrazie. Le Case tutte di questa Parrocchia sono
rimaste quasi vedove; per ogni parte si veggono pianti,
e s’odono grida. Nessuno degli abitanti s’affida di
restarsene in Casa, e stentatamente passano i loro sonni
frà i Campi. Quest’infelici, a dir vero, destano ogni
compassione, ed assistenza. Il fuoco continua ad
invadere alcuni luoghi, e a mostrarsi piuttosto
insistente nell’uno, che nell’altro; però fino ad ora non ha cagionato ulteriori rovine, e
se in avvenire si facesse più lagrimevole la scena, non
mancherò di darvene adeguata, e sincera notizia.
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Zitat/Motto
Dulce, decorum est pro patria
mori,
Causa.
Adi 28. Gennaro 1788. V. M.
Nell’Eccell. Cons. di 40. C. N. prima fù introdotta la presente Causa per il N. H. Avvocato Ordinario, e per nome della Comunità di Cherso, Ossero, e Veglia, absenti ma per essa presente D. Gregorio Bortolotti loro Interveniente parte appellata; absente benchè citato D. Antonio Cordich Conduttore delle Gabelle unite de’Sali della Provincia della Dalmazia per la Condotta principiata 10 Giugno 1788. come appar delle Citazioni registrate negli Atti del presente Eccellentissimo Consiglio sotto li 22. Gennaro cadente, parte appellante & c. Che questa Sentenza delli Eccell. Sigg. Proveditori al Sal del dì 4. Giugno 1788. di due & uno seguita a favor delle Comunità di Cherso, Ossero, e Veglia, e contro D. Antonio Cordich Conduttor delle Gabelle unite de’Sali della Provincia della Dalmazia, per la Condotta principiata li 10 Giugno sud. del tenore e continenza come in quella & c. Addì 9. Febbraro nel terzo, & ultimo Consiglio la Causa sopraddetta è stata introdotta, e disputata dall’Ecc. Silvestrini Avvocato, e per nome del sopraddetto Antonio Cordich Conduttore delle Gabelle unite de’Sali della Provincia della Dalmazia per la Condotta principiata li 10 Giugno 1788 del quale fece fede l’Ecc. Giacomo Galzigna di lui Interv. parte appellante. Al quale rispose l’Ecc. Cromer Avvocato, e per nome del Capitan Antonio Budunich da Lossin Grande, come Procurator delle Magnifiche Comunità di Veglia, Ossero, e Cherso, del quale Budunich Procuratore fece fede D. Gregorio Bortolotti di lui Interveniente parte appellata. Replicanti hinc inde li Ecc. Gallino, & Alcaini, con la presenza anche dell’Ecc. Marco Maria Sabioni Proc. Fisical per le Pubbliche ragioni. E per la Serenissima Signoria posta la detta parte, servato il giuramento, e date al Consiglio le Balle furono. Quod incidetur – 11 undici) Quod laudetur – 16 sedici) Restò Non sincere – 2 due) Laudata Dal Libro Spazzi Del Cons. Eccell. di 40. C. N. Giovanni Cassuro Coad. Teatri. Giovedì fu posta in iscena a S. Gio: Grisostomo una non più rappresentata Commedia intitolata Il Matrimonio raro col Personaggio del Sior Tonin Bonagrazia. Ebbe lo stesso infelice destino di quella a S. Luca Lo Sposo e mai Marito, non avendo avuto replica alcuna, nè l’una, nè l’altra. In questo Teatro s’espose jeri una Farsa non più rappresentata L’Amor Platonico. A Sant’Angiolo riprodotto li Comici in questi giorni le loro fortunate Commedie dell’anno scorso, ed ora recitano Carlo l’Ardito Duca di Borgogna. A S. Moisè si lasciò l’Opera nuova, e si rimise in iscena l’Amor Contrastato. Li due Teatri d’Opera Seria hanno il possibile diviso concorso, e la stessa parzialità è costretta a confessare esservi sì nell’uno, che nell’altro del grande, e del buono. Ad onore del Sig. Senesino stampati sono de’Sonetti che si faranno volare una di queste sere con profusione, e dispendiosi accompagnamenti. Preparansi pure de’luminosi onori per la celebre M. Bacelli. Chi avesse trovato Una Cagnetta bianca con due macchie nere una sulla testa, l’altra sulla schiena, perduta Sabbato della scorsa Settimana in Piazza vicin all’Orologio la porti al Casino di S. E. Candian Bolani in Calle del Carro, che avrà 4. Duc. d’Argento di mancia.Zitat/Motto
AL MERITO SINGOLARE
Zitat/Motto
DEL SIGNOR
Zitat/Motto
PIETRO BENEDETTI SARTORINI
Zitat/Motto
PRIMO ATTORE NELL’OPERA SERIA
Zitat/Motto
CHE SI DA NEL REGIO-DUCAL TEATRO VECCHIO DI
MANTOVA
Zitat/Motto
NEL CARNEVALE 1789
Zitat/Motto
SONETTO.
Zitat/Motto
Alludesi ai Cigni, che perdutisi da lungo tempo
sonosi veduti quest’Anno con meraviglia ricomparire sul
Lago.
Ebene 3
L’Augel canoro, che sul Mincio un
giorno Col dolce canto moribondo piacque, Poi da sì lunga
età nascoso giacque, O profugo abitò stranier soggiorno.
Ecco improvviso or fa nuovo ritorno Sul le dilette sponde,
ove già nacque; E con le penne candide in quest’acque
Guizzar si vede, ed aleggiar d’intorno. Ma in vece, oimè,
del tenero concento, Ond’ebbe un tempo sì famoso vanto In
rauco or geme, e tacito lamento. Sembra, o divin CANTOR,
ch’egli par senta Le tue magiche note; e del tuo canto Forse
geloso, il paragon paventa.