Gazzetta urbana veneta: Num. 9
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Livello 1
Num. 9.
Continuazione
Fu
accettata la detta Supplica: e commesse sopra la medesima le
informazioni al Magistrato de’Censori ed Aggionto, e al Collegio
della Milizia da Mar. Dell’Atto appunto di accettazione di detta
Supplica, assieme colle susseguenti commissioni d’informar, fu
citato per intromissione dal Tiozzo prenominato. E seguita
l’Intrommissione, la Causa di questo giorno era in punto
d’ordine a cercare, se fosse procedibile e regolare l’Atto di
Accettazion della Supplica dell’Arte dei Battioro. Per parte del
Tiozzo al Taglio lo si pretendea irregolare, perch’era stato
ommesso di dar ad esso notizia del praticato ricorso, onde
potesse egli pure addur delle sue ragioni: e perchè il punto
dell’azione dell’Arte dei Battioro d’esser presservati nel
diritto di fabbricar e vendere Smeriglio e Spontia, è un punto
puramente civile, dipendente dai titoli di essa Arte: e di cui
perciò non alla messe deliberativa, ma bensì alla giudiziaria
spetta l’esame. Per lo che si voleva piuttosto, che si avesse
proceduto col dimandar al Senato di poter senza l’obice dei
Decreti proponer il punto della propria azione in via
giudiciaria: e che in relazione si avesse poi contestata la
Causa al Tribunal competente, perchè dovess’esser discussa in
appellazione da un Consiglio di 40. Si rispondeva al Laudo per
parte dell’Arte, che il suo ricorso non è in fine che un peto
audiri: che i Decreti togliendo all’Arte il proprio diritto, non
può essere che al Taglio o Laudo dei medesimi proposto il punto
dell’azione; e che perciò sull’esame della giustizia de’Decreti
non può esser giudice competente, se non se quello che
destinasse il Senato: e ch’è sempre salvo al Tiozzo di poter
addur delle sue ragioni appresso quel giudice,
dinanzi al quale dovrà esser esaurito l’ascolto implorato. Il
Giudizio seguito fu a favor dell’Arte, e contro il Tiozzo con
Voti Q. Incid. 14. Q. Laud. 17. N. S. O. Avvocato al Taglio
Avvocati al Laudo Co: Alcaini Co: Santonini Ecc. Steffani Ecc.
Cromer Inter. Facini Interv.Co: Medini. Interv. Notola.
Un Signore vorrebbe un motto da porre in un Orologio a
Sole. N’ebbe alcuni Italiani, e Latini ma niuno gli piacque.
Consigliato a palesarci il suo desiderio lo fece in Biglietto di
poche righe nel quale non si avvilisce a chieder un favore anzi
sembra che sia veramente persuaso di farcelo. Nondimeno vogliamo
servire al suo genio proponendogli i Versi seguenti de’quali non
è a nostra memoria l’Autore, nè ci ricordiamo ove averli letti.
Se gli piacciono può farne uso. Se gli accomoderanno meglio
tradotti non mancherà chi provi il suo ingegno a ridurli alla
nostra Lingua conservandone il sentimento, e lo spirito.
In Senato.
Sabbato 31. Gennaro 1789
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Continuazione
Della Causa Tiozzo.
Fu
accettata la detta Supplica: e commesse sopra la medesima le
informazioni al Magistrato de’Censori ed Aggionto, e al Collegio
della Milizia da Mar. Dell’Atto appunto di accettazione di detta
Supplica, assieme colle susseguenti commissioni d’informar, fu
citato per intromissione dal Tiozzo prenominato. E seguita
l’Intrommissione, la Causa di questo giorno era in punto
d’ordine a cercare, se fosse procedibile e regolare l’Atto di
Accettazion della Supplica dell’Arte dei Battioro. Per parte del
Tiozzo al Taglio lo si pretendea irregolare, perch’era stato
ommesso di dar ad esso notizia del praticato ricorso, onde
potesse egli pure addur delle sue ragioni: e perchè il punto
dell’azione dell’Arte dei Battioro d’esser presservati nel
diritto di fabbricar e vendere Smeriglio e Spontia, è un punto
puramente civile, dipendente dai titoli di essa Arte: e di cui
perciò non alla messe deliberativa, ma bensì alla giudiziaria
spetta l’esame. Per lo che si voleva piuttosto, che si avesse
proceduto col dimandar al Senato di poter senza l’obice dei
Decreti proponer il punto della propria azione in via
giudiciaria: e che in relazione si avesse poi contestata la
Causa al Tribunal competente, perchè dovess’esser discussa in
appellazione da un Consiglio di 40. Si rispondeva al Laudo per
parte dell’Arte, che il suo ricorso non è in fine che un peto
audiri: che i Decreti togliendo all’Arte il proprio diritto, non
può essere che al Taglio o Laudo dei medesimi proposto il punto
dell’azione; e che perciò sull’esame della giustizia de’Decreti
non può esser giudice competente, se non se quello che
destinasse il Senato: e ch’è sempre salvo al Tiozzo di poter
addur delle sue ragioni appresso quel giudice,
dinanzi al quale dovrà esser esaurito l’ascolto implorato. Il
Giudizio seguito fu a favor dell’Arte, e contro il Tiozzo con
Voti Q. Incid. 14. Q. Laud. 17. N. S. O. Avvocato al Taglio
Avvocati al Laudo Co: Alcaini Co: Santonini Ecc. Steffani Ecc.
Cromer Inter. Facini Interv.Co: Medini. Interv. Notola. Metatestualità
Dallo stile, dal metodo, dalla
precisione sugosa, ognuno potrà accorgersi, che questa
Causa, e la precedente inserita nel Foglio di Mercordì,
venute ci sono dalla mano cortese del benemerito incognito
Forense. Ringraziandolo quanto egli merita lo preghiamo a
non servirsi più del ricapito del Caffè a S. Bartolommeo per
farci avere i suoi scritti ma di quello del Sig. Florian a
S. Marco qualora non gli accomodi meglio la bottega del
Colombani, o quella del Curti. Così avendoli più presto
potremo usare a tempo de’suoi favori con maggiore
soddisfazione del Pubblico.
27. Gennaro
Dall’Eccell. pieno Collegio furono eletti in Capitani alle Ordinanze di Terraferma trà i dieci concorrenti li due qui sotto distinti dal segno. Sig. Giacomo Giorgio, 14-11. Sig. Gir. Fantasia Visentini 4-21. Sig. Antonio Paderni 20-5. + Sig. Giov. Rossi 16-9. in riballottazione 12-13. Sig. Pietro Ferrante 6-19. Sig. Giov. Bizzarini 10-15. Sig. Domenico Brizzi 12-13. Sig. Paolo Gazzoli 16-9. in riballottazione 21-4. + Sig. Letanzio Teotocchi 14-11. Sig. Andrea Magnanini 10-15. Oggi, come s’è avvisato, prese privatamente il possesso del Piovanato di Santa Sofia il Reverendissimo D. Martino Ortolani. In adempimento però della nostra promessa diamo la seguente Serie de’Rev. Pievani della Chiesa Parrocchiale, e Coll. di S. Sofia di Venezia. 1182. Giacomo Lampardo. 1206. Pietro… 1245. Stefano… 1267. Antonio… 1280. Niccolò Morosini. 1293. Matteo Crescenzj Notajo, e Cancellier Ducale. 1300. Egidio .. Notajo. 1310. Niccolò .. Arciprete della Congregazione di San Canciano. 1319. Domenico Mozzi Notajo. 1338. Marchesino… 1358. Giacomo Spada Notajo. 1386. Giovanni Boninsegna Notajo, prima Prete di S. Maurizio, poi Pievano di S. Sofia poscia Pievano di S. Giminiano. 1389. Pietro Negri prima Prete di S. Leonardo poi di S. Fosca poscia Pievano di S. Sofia, Arciprete della Congregazione di San Silvestro, e Notajo. 1433. Giovanni Rizzo Canonico Ducale ed Arciprete della Congregazione di S. M. Formosa. 1443. Tommaso Tomei Notajo, e Cancellier Ducale, Vicario della Chiesa di S. Marco, ed Arciprete della Congregazione di S. Canciano. 1476. Lorenzo Bon Arciprete di Malamocco, prete di S. Sofia, poi di S. Benedetto, e Pievano della Chiesa stessa, e finalmente Pievano di S. Sofia. 1485. Giacomo Rizzo. 1504. Lorenzo Trevisan. 1517. Vincenzo Stefani. 1526. Tommaso Bianchi Canonico Ducale ed Arciprete della Congregazione di S. Canciano. 1570. Alvise dalla Tore Arciprete della Congregazione di S. Canciano. 1607. Domenico Querengo Canonico Ducale. 1611. Giovanni Turatto. 1644. Lorenzo Crappi. 1668. Francesco Speranza Canonico di S. Marco, e Pro-Vicario Patriarcale. 1677. Pietro Bellotto. 1684. Domenico Todescato. 1697. Tommaso Curini. 1707. Pietro Leoni. 1737. Antonio Capretta Canonico Ducale. 1758. Giovanni Maria Marchioni. 1766. Pietro Marco Fabiani. 1776. Pietro Antonio Colauto. 1789. Martino Ortolani.Livello 3
Esempio
Una Giovine di non volgar
nascita, ma di stato povero, diede la mano di Sposa
dieci anni sono ad un Vecchio settuagenario, non ricco,
ma che la fa vivere senza bisogni. Dopo un decennio di
sterilità conjugale ella rimase incinta, e diede il luce
un bambino. Sulla sua gravidanza, e maternità il
Vicinato rise, e ride tuttora spargendo ne’suoi motteggj
quell’avvelenata maldicenza, che offende la sua
riputazione. E siccome quello che alle Signore dicesi
dietro le spalle, alcuno ha l’imprudenza, e la crudeltà
di farlo sentire a Lei medesima, perch’è una povera
donna, così ella s’agita, adirasi, e non può soffrirlo
in pace, ad onta del testimonio confortativo della sua
propria coscienza. Arrivate le sue lamentazioni
all’orecchio della Gazzetta s’è incaricata di condannare
l’empio trastullo di chi turba così la sua pace. Se ?
Catone il Censore ebbero due Figliuoli all’età di 80.
anni, perchè non può averne anche il di lei marito? E
senza cercar esempj nella Storia antica, non ne abbiamo
di frequenti ancora a’tempi nostri? Si danno de’giovani
vecchj, e de’vecchj giovani; ma questo Mondo benedetto,
che pensa sempre male, e vuole rider di tutto, non la
perdona nemmeno alle Penelopi, e alle Lugrezie, quando
le regole generali autorizzano il suo genio di
divertirsi all’altrui spese, che non acconsente alle
dovute eccezioni.
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Citazione/Motto
Vous qui vivez dans ces
demeures Etez-vous bien, tenez vous y, Et n’allez popint
chercher midi B quatorze heures.
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Lettera/Lettera al direttore
Signor Gazzettiere Stimatissimo. Lessi il
bellissimo Epigramma inserito nella vostra Gazzetta Num.
5., e mi piacque a segno che ne volli tentare una
Traduzione in Italiano. Qualunque ella sia ve la
spedisco, perchè ne facciate quell’uso che crederete, e
sono con tutta la stima. Un Vostro fedele Assocciato.
Padova li 28. Gennajo 1789.
Padova li 28. Gennajo 1789.
Citazione/Motto
Sopra due Fratelli, che’ebbero genio, e sorte
diversa.
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Traduzione. Là dove pose in ben
sicuro sito Cinte d’acque palustri in ogni parte L’alte sue
mura il peregrino Osiri, (1) Alla luce del Ciel d’indole, e cuore Due Fratelli
fra loro uscir diversi; Prodigo di sua vita ardisce l’uno
Del dubbio Marte disfidar i rischi: L’altro i Campi di
Venere discorre Nitido Giovinetto, e franco impugno Di
Cupido guerrier l’armi più belle. D’infelice battaglia al
caso acerbo Cade qugli ferito in man nemica, E da ferree
catene il collo avvinto Geme là dove l’Ellesponto l’onde
Gonfia orgoglioso: alati strali vibra Con più sicura man
questi, ed impiaga Il dilicato sen delle Donzelle, Che
incatenato il cor, miseramente Piangon, pregando invan
l’alma superba Che porga lor la desìata aita. Deh soccorri
il German, Garzon felice, E togli insiem d’angoscia il
vecchio Padre. Tra le belle tue schiave la bellissima
Scegli, che degna sia del più possente Nerboruto dell’Asia
alto Guerriero; Guidala ad esso prigioniera: credi, La
giovin bella Vergine, sebbene Avvinto il piè, saprà spezzar
ben rosto Dell’amato Fratel le rie catene.
Metatestualità
A noi sembra questa Versione
felice, d’un linguaggio veramente poetico, sostenuto,
armonioso, e sparso d’eleganza, e di brio; per ciò con molta
compiacenza pubblicata l’abbiamo sperando di
far cosa grata agli amatori della bella Poesia. Siamo
maggiormente obbligati alla cortesia di chi ce la fece
giungere in Lettera Franca, al contrario d’un altro, che da
Rovigo ci scrisse una novità da non valersene, facendoci
pagare la carte tre soldi al Foglio, come se ne avessimo
gran penuria.
Giovedì 29. corrente.
Soprantendente alle Xme del Clero. S. Prospero Valmarana. Teatri. È nostra intenzione di non render conto esatto della nuova Opera del Teatro a San Benedetto, che dopo averla udita. Seguita la prima sua recita furono così discordi i giudizj, che non si sapeva a quale attenersi per decidere del suo destino. La parzialità trovò tutto buono, la prevenzione contraria molto di cattivo. Così sempre avviene dove c’è più d’un Teatro aperto agli spettacoli d’un medesimo genere. Credendo alle asserzioni degli Spettatori indifferenti, e giusti, può dirsi intanto, che la Nob. Impresa prosuse anche in quest’occasione nelle decorazioni, e che il celebre Sig. Cav. Fontanesi continuò a rendersi ammirabile nelle superbe Scene dipinte dalla maestra sua mano. Che il Sig. Guglielmi si fece onore con de’be’pezzi di Musica, ma ch’essendo questi raccolti nell’Atto Primo l’Opera non ha quel progressivo accrescimento che si prometteva l’Udienza. Che il Rondeau del Sig. Senesino non corrispose alla pubblica aspettazione, e si trovò inferiore all’altro della prima Opera produttore d’un comune diletto. Che il Signor Clerico col suo Primo Ballo ottenne l’aggradimento universale. Che il Sig. Angiolini rese maggiormente osservabile la distinta sua abilità, e si meritò i più considerabili applausi. Quanto alla famosa Mad. Baccelli non v’ha situazione in cui ballando ella non possa molto piacere. Ci riserbiamo a parlare di Lei come spettatori temendo che non basti quanto inteso ne abbiamo a rendere la dovuta giustizia all’altro suo merito. Per ora non istà bene aggiunger di più onde potere frà poco con maggior fondamento compire questo imperfetto Articolo. Studiasi frattanto dalla Compagnia Musicale del Nob. Teatro a San. Samuele il Dramma dell’immortal Metastasio: La Nitteti, messo in musica dal rinomato Sig. Ferdinando Bertoni Accademico Filarmonico, e Maestro di questa Ducale Cappella di San Marco, il quale sarà posto in iscena la sera d’uno de’primi giorni del vicinissimo Febbrajo. Il primo Ballo in quattro Atti del Sig. Ricciardi avrà per titolo La Morte di Pirro. Il Secondo Sander alla Carolina, quel medesimo, che tant’onore gli fece nel Carnovale dell’anno passato, e che si rimette in iscena per secondare il desiderio del Pubblico. L’Opera attuale La Morte di Cesare non manca mai di numeroso concorso, interessa l’attenzione degli Ascoltatori, e il loro applauso mantiensi. L’enunziata Azione rappresentata Mercordì per la prima volta a Sant’Angiolo, è presa dalla Mitologia, scritta in versi sciolti sulla favola d’Amore e Psiche ma con delle aggiunte e de’cangiamenti, che si diranno necessarj per colpire il genio del Popolo, e farlo correre a quel Teatro. Li Comici hanno molto speso nelle nuove Scene; i tuoni, la grandine, i fulmini son benissimo imitati; le trasformazioni a meraviglia eseguite. C’entra di tutto, Numi, Sacerdoti, Re, Mostri, ec. ec. ec. Arlecchino ha la sua parte esso pure, e fa mescolare il riso col pianto; ha pure la sua Servetta; succede a’versi la prosa; scendono le Divinità dall’Empireo in globi di nuvole; si suonano delle marcie; l’occhio si stanca nella rapida varietà degli oggetti; le burrasche stordiscono, gl’incanti non hanno mai fine. Questo ci vuole per far delle piene. Piuttosto che l’uomo è meglio mettere in iscena il diavolo. Evviva il buon gusto del nostro Secolo illuminato, e il giudizio, e la bontà di chi lo coltiva.Ricerca.
Se la pratica d’innestare il Vajuolo tra noi sia antica o moderna, e chi veramente abbia avuto il merito d’introdurla.Risposta.
Pretendosi, che a Mylady Montague debba l’Europa la sua riconoscenza per avergliela fatta conoscere, ma non mancano documenti di più sicuro fondamento, che il benefizio di questa cognizione ci sia venuto da un Medico Greco nominato Emanuello Timonio, il quale nell’anno 1713 la comunicò alle Università d’Oxford e di Padova delle quali era membro. Bastimenti arrivati.18. corrente.
Checchia l’Elena Cap: Guglielmo Tobin ven. da Dougles dell’Isola di Man. Al Sig. Giov. Vanautgardem Arringhe Bar. 910 in pesci 805 mila. Dette Bar. 47, e 300 di mezzi in pesci 157 m. e 600. Dette a chi presenterà Bar. 144, e 3 di mezzi in pesci I 14 m. e 400. Piombo panni 23. 25 detto. Chec. Cap. Pietro Marincovich ven. da Patrasso e Corfù. Al Sig. Giov. Pasco Seta Balle 1. al Sig. Giov. Lazzaro detta B. 16. Gotton B. 75. Valonia m. 174. Piel. P. Ant. Vatta venuto da Corfù. Al Sig. Gius. Carminati sera gialla casse una. Al Sig. Giam. Guizzetti detta Cilelle 4. Al Siig. Men. Vivante e Pietro Buadini cipolle n. 3100. Al Sig. Elia Todesco oglio c. 47. Al Sig. Menach. Vivante 5. Al Sig. Jacob Mulli 6. Al Sig. Isacco Mordo 5. Al Sig. Tom. Guizzetti 2. Al Sig. Ben. Ciato 2. Al Sig. Ang. Papadopoli 9. Al Sig. Jacob Curiel 10. Al Sig. Em. Jacur 4. Al Sig. Marco d’Abramo Malta 5. Al Sig. Sal. Costantini 1. Port. P. e Mar. carat. 5: 26 Detto. Chec. Cap. Nic. Berengo ven. da Corfù. Al Sig. Em. Jacur sem. di Lino St. 242 e mezzo. Valonia m. 96 e lib. 632. Oglio Bot. 6. Al Sig. Jacob Curiel 4. Al Sig. Jacob Jacur 3. Al C. G. Dom. Rusteghello 4. Al Sig. Elia Todesco 4. Al Sig. Ang. Papadopoli 13. Al Sig. Jacob Mulli 4. Al Sig. Men Vivante 2. Al Sig. Nic. Illespulo 1. Al Sig. Isac Mordo 3. Al C. Tris. Lucovich 5. Al Sig. Sal. Costantini 8. Port. Capit. e Marin. Carat. 6. Bergantin nom. Beafoy Capit. Sohnclerk ven. da Vermouth. Al Sig. Gius. M. Venturali Aringhe Bar. 703 e 67 di Mezzi. A chi presenterà merci di Lana Balle 3. Polacca Cap. Silv. Bevilacqua ven. da Samo e Corfù. Al dig. Franc. Cavaco moscato cai 108. Carubbe Cantara 1300. Al Sig. Mich. Crogni Cappotti Balle z. Al Sig. Cristof. Teocheri Balle 4. detti. Al Sig. Giorgio Anastasio detti B. 10. Al Sig. Anastasio Carissinò detti B. 4. Cera colli 12. Filati rossi B. 2. Drappi usati cassette 1. Bottarghe cassette 1. Al Sig. Atan. Cottovoschi Montonine rosse colli 2. Al Sig. Nic. Croni cappotti fag. 4. Al Sig. Spir. Colovò Filati rossi colli 2. Port. Cap. e Marin. Moscato cai 7. oglio carat. 1. 27 Detto. Nave nom. La Concordia Capit. Ant. Pugnaletto ven. da Smirne. Alli Sig. Angeloni e Gheno e Comp. Gotton Balle 156. Al Sig. Gius. Treves qu. Eman B. 6. Al Sig. Menach. Vivante B. 6. Al Sig. Giov. Einzelman B. 50. Gambello B. 2. Filati Ballotti 70. Al Sig. Cristo Zuanne detti Ballotti 17. Gotton B. 94. Al Sig. Memo Curiel detto B. 32. Valonia Cant. 700. Al Sig. Franc. Cuvarà Smeriglio Cant. 1053. Al Sig. Franc. Cavaco Gotton Bal. 6. Pignoli Killò 1831 e mezzo. Telarie Ballotti uno. Mandorle Bar. 1. Frutti scatole 14. Specchj rotti n. 2 in una cassa. Al Sig. Spir. Conomo cera B. 1. Gomma Draganti cassette 4. Al Sig. Dan. Bonsil cera B. 2. Al Sig. Giac. di Lucia Borghi Ballotti 1. Al C. Dom. Serioli Droghe casse 3. A chi presenterà dette casse 8. Gotton B. 18. Vino da Scopulo cai 7. Moscato da Samo cai 2. Port. Capit. e Marin. Telarie e Borghi Ballotti 1. Frutti Cant. 2. Sem. di Gotton Ballotti 1. Dimito, e Filati Pacchetti 1. Coltre num. 4. Polacca nom. Il nuovo Commercio Capit. Bart. Zorzi Bernetich ven. da Palermo e Trapano. Alli Sig. Angeloni, Gheno, e Comp. Sale Salme 152. Al Sig. Val. Comello Sughero Cantara 240 alla risula. Al Sig. Gius. Colauto pasta casse una Tarantella Bar. 2. 28. Detto. Checchia nom. Nuova Aurora, Capit. Goi. Ant. Boegan ven. da Lisbona. Alli Sig. CC. Frat. Revedin qu. Ant. Zuccaro casse 14. Detto Verzin casse 180. Detto Mascabà cas. 23. al Sig. Val. Comello detto cas. 2. Detto Verzin cas. 70 Balsamo Bar. 6. Caccao sacchi 114. Garosolata Fardi 1. Zuccaro casse 11, e Fescj uno. Al Sig. Gius. Carminati cas. 20. Alli Sig. Rech e Lamminitz 5. Al. Sig. Gius. Beluses di Trieste Malv. Bar. 3. A chi pres. Verzin cas. 8. Mascabà cas. 12. Port. e Graz. Capit. e Marin. Garofolata Ciurli 25. Tonina Bar. 2. Zuccaro casse 1 e Fesci 3. Caccao sacchi 12. Cambj.Venerdì 30. corrente.
Lione cinquantotto e 7 8vi. Parigi cinquantanove. Roma sessantatre e un 8vo. Napoli 119 e un 4to. Livorno 99 e tre quarti. Milano 155. Genova 92 e mezzo. Amsterdam 92 e mezzo. Londra 48 e 3 4ti. Augusta 102. Vienna 195 e mezzo. Prezzi delle Biade. Sotto dello stesso giorno. Formento dalle L. 29:10 alle 30. Sorgo Turco dalle L. 22:10 alle 23. Segale dalle L. 19:10 alle 20. Fagiuoli bianchi a L. 22:10. Miglio a L. 18. Risi a Duc. 35:12 al m. Prezzi degli Oglio. Di Corfù a Duc. 145. Di Zante 142. Mosti 140. Ieri in questi tre Comici Teatri vi fu replica delle accennate Rappresentazioni. Comunemente si dice tutto il bene della Signora Battaglia, e non è da stupirsene, perchè dell’intelligenza sua, della sua esattezza, e distinta abilità n’ebbimo le più convicenti prove in passato. La rinomata Accademia de’Seguaci d’Orfeo diede una Festa di Ballo colla solita magnificenza, che dimostrò in ogni occasione pubblica. Questa sera sono chiusi i Teatri. Ma oltre la Recita avvista alli Rinnovati, v’è Musicale trattenimento alla Nobilissima Accademia de’Filarmonici.Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Sig. Gazzettiere.
Padova 29 Gennaro 1789.
Jeri a ventitre ore videsi comparire nelle strade di questa Città una strepitosissima Mascherata, che potea dirsi tale a più titoli. Questa era preceduta da varj Lacchè, i quali correvano per avvertire il Pubblico, che i migliori suonatori d’Europa venivano a suonar sotto le finestre di tutte le Belle di Padova. Vedeasi poi quaranta e più suonatori, che tutti erano vestiti colla più ridicola e strana caricatura. Gran numero di suonatori di Violino, e d’ogni strumento, trà i quali non mancavano i Campanelli, e il tamburro. Il raccoglitore della gran Musica era un Giovinotto magnificamente vestito, vivissimo nell’atteggiare, e pieno di tutte le grazie. Quel che più importa è, che l’Orchestra non sapea far altro che strepito romorosissimo. Il brio, e la vivacità che formava il carattere di questa Mascherata ottenne l’applauso delle persone più fredde, e nemiche del riso, che non è minestra. State sano, e credetimi ec.Metatestualità
Grati all’espressioni d’un Figlio
in data de’26 venuto da una Città dello Stato Veneto in
Terra ferma, preghiamo a considerar chi lo scrisse ch’egli
doveva manifestarci il suo nome per avere da noi una privata
risposta la quale non appartiene alla stampa. Il bel Sonetto
Francese inviatoci sarà pubblicato su questi Fogli, ma a
tempo che gli convenga: cioè al cominciare della prossima
ventura Quaresima. Non cangj egli intanto la volontà, e
l’idea di farci del bene.
Morti.
Il Fedele Signor Carlo Tassini Ragionato. Il Nob. Sig. Conte Giac. Dot. Percotto Professore giubilato della Università di Padova, mancò il giorno 28 cor. nella Contrada di San Felice.1Il Bonifazio Storico di Trevigi vuole che Osiride abbia edificato Trevigi.