Gazzetta urbana veneta: Num. 4
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Niveau 1
Num. 4.
Mercordì 14. Gennaro 1789
Niveau 2
3. Gennaro 1788. M.
V. Alla C. N. Mane. Con sua Cedola 1616. 30. Marzo,
disponendo separatamente il N. H. s. Niccolò Dolfin dell’Abbazia
nominata di Ceredo nel Territorio Cremasco, ordinò che dovesse
questa passare con titolo di perpetua Primogenitura nel
Primogenito di Mis. Marco Dolfin suo Nipote, e così
successivamente di Primogenito in Primogenito Maschio
legittimamente nato, in perpetuo: escluse espressamente da tal
benefizio le Femmine, e i Discendenti da esse. Vuol però, che i
Primogeniti possessori dell’Abbazia debbano contribuir
annualmente agli Ospitali de’Santi Gio: e Paolo, e de’Mendicanti
il quarto di tutte le Entrate dall’Abbazia medesima provenienti.
In caso poi che mancasse la Discendenza Mascolina di detto
Nipote; vuole che i due sopraddetti Ospitali conseguiscano la
metà di esse Rendite: e l’altra metà abbia ad esser goduta da un
Priore, che dovrà eleggersi nel modo seguente. Si dovranno, dice
il Testator, congregare tutti quelli della Famiglia Dolfina,
quelli però che sono del nostro Colonello, e che portano
nell’Arma i tre Dolfini; e tutti questi (che siano però di età
di Anni venticinque, e da là in sopra) insieme con li
Governatori delli due Ospitali sopranominati….. ove dovranno
presentarsi tutti quelli che idonei vorranno concorrer a detto
benefizio del Priorato, pur d’età maggiore di Anni venticinque.
Quì dice, che tutti questi Competitori dovranno andar a capello:
e quei quattro che caveranno balla d’Oro s’intenderanno restare
per concorrenti: e subito ballortati, quelli che avrà più voti,
resterà Priore, sua vita durante. Soggiunge poi: E prego li
predetti Sign. Elettori, anzi aggravo le loro conscienze di aver
mira nel detto caso di elegger il più meritevole per bontà, e
retta conscienza, che a loro parerà dover riuscire a maggior
utile, a benefizio della detta Abbazia, ed a gloria d’Iddio.
Successa nell’Anno 1629. la morte di detto Eccell.
s. Marco senza Discendenza, ottennero gli Ospitali sudetti
Sentenza a Legge per conseguir il benefizio della metà
dell’Entrate come sopra disposte, e di più anco, a nome delli
Governatori d’essi Ospitali, a goder il benefizio
dell’imbossolazione, ballottazione, ed elezione di Priore.
Insorsero allora i N.N. H.H. Dolfini che portano nell’Arma i tre
Dolfini, e sopra il punto che concerne la pretesa dei
Governatori degli Ospitali di poter essere eletti al Priorato,
contestato il Giudizio, seguì al Magistrato Eccellentissimo
de’Conservatori alle Leggi G. D. li 9. Agosto 1630. Sentenza di
due ed uno a favor di detti Governatori. Interposero dette Nobb.
Famiglie l’Appellazione al Consiglio Eccellentissimo di 40. C.
N.; ma rimase essa Causa giacente. Frattanto nell’Anno 1632. il
fu N. H. s. Niccolò Contarini, col pretesto d’essere stato
lasciato dal predetto N. H. s. Niccolò Dolfin, Erede residuario
di tutta la sua facoltà, apprese il possesso anco de’Beni tutti
soggetti all’antedetta Abbazia. Risoluti allora i N.N. H.H.
Dolfini, che portano nell’Arma i tre Dolfini, di difendersi da
detto spoglio; furono dalle Congregazioni de’SS. Gio: e Paolo, e
dei Mendicanti, prese due Parti 1634. 30. Aprile, e 1634 8.
Maggio, che stabiliscono che in caso d’un esito favorevole, non
possano nell’elezion di Priore esser imbossolati se non se
quelli della Famiglia Dolfin dai tre Dolfini. Non effettuarono
nondimeno i detti N.N. H.H. le loro deliberazioni, senonchè
nell’Anno 1723., tempo nel quale fu da essi ottenuta Sentenza a
Legge, e proposte, in confronto della Famiglia Eccellentissima
Contarini, Scritture, nelle quali fu espresso, che i Beni
dell’Abbazia di Ceredo disposti furono a favor delle Famiglie
Dolfin, che portano i tre Dolfini nell’Arma. Nello stesso anno
1723. seguì Convenzione tra i detti N.N. H.H. Dolfini, ed i Pii
Ospitali, colla quale restò concordato, che i due Ospitali
medesimi assumeranno unitamente il Giudizio nella Causa in
confronto della Famiglia Eccellentissima Contarini; ma che le
spese dovranno tutte esser fatte dai N.N. H.H. Dolfini, per
esserne per metà rimborsati nel solo caso di vittoria: e ciò
colla metà dei frutti ai detti Ospitali in tal caso aspettanti.
Fu assunto in conseguenza dagli Ospitali il Giudizio: e con due
Spazzi 1724. 31. Agosto, e 1725. 30. Aprile, fra i quali il
primo di Vacui, furono vendicati i Beni di detta Abbazia.
Eccitati dipoi dai N.N. H.H. Dolfini i Governatori d’ambidue gli
Ospitali ad unirsi insieme per devenire all’elezione del Priore
in alcuno dei Nobili di esse Famiglie; fu commesso dagli
Ospitali medesimi ai loro Deputati alle Liti, che informino su
tutto ciò che potesse considerarli nel proposito. Tal
informazione dopo aver riportate le parole del Testamento
conchiude esser queste Parole, che a senso nostro, e degli
Avvocati, coi quali s’è fatta la consultazione evidentemente
manifestano esser volontà del Testaore, che l’eletto sia della
Famiglia Dolfina del suo Colonello, che porta nell’Arma li tre
Dolfini, purchè siano con il requisito dell’età, e come in essa
Cedola. Abbandonata adunque dai Governatori degli Ospitali ogni
pretensione d’esser eletti, e solo ritenendosi il diritto
d’eleggere fu nel 1727. 17. Marzo fatta per la prima volta
elezion di Priore nella persona del N. H. s. Zuanne Dolfin fu di
s. Vicenzo; essendo restati imbossolati i solo concorrenti delle
Famiglie Dolfin. In simil modo fu nel 1760. 4. Maggio fatta la
seconda elezione nel N. H. s. Lonardo Dolfin fu di
s. Pietro. Seguita nell’Anno 1787. la morte di detto N. H. s.
Leonardo, fu dilazionata la nuova elezione per motivo
dell’insorgenza del N. H. s. Andrea Dolfin primo, Cav. attual
Ambascistore appresso Sua Maestà Cesarea, che quantunque
absente, pretese d’esser ammesso con Proccura al concorso del
Priorato suddetto. Data di ciò notizia ai Governatori dei due
Ospitali, fu da questi con loro Estragiudiziale risposto, che ad
essi non appartengono tai differenze: e fu espressamente di
nuovo riconosciuto esser essi unicamente chiamati al jus
eligendi. Malgrado però a così moltiplici riconoscimenti
devennero con loro Parte 22. Maggio 1788. a tagliare ed
annullare le Parti 30. Aprile, e 8. Maggio 1634. per l’effetto,
che il punto della capacità de’Governatori al concorso del
Priorato abbia ad esser sottoposto ai Voti del Conseglio
Serenissimo di 40. C. N. ov’era tuttor pendente la Sentenza
1630. 9. Agosto, onde in conformità del di lui Giudizio abbia ad
aver corso l’esecuzione della volontà del Testatore. Assunto
pertanto reciprocamente il Giudizio sopra detta Pendenza:
l’esame del Terzo Consiglio versò a cercare, se il dritto
d’esser eletti alla detta Abbazia competesse privativamente alle
Nobili Famiglie Dolfin, che portano dell’arma i tre Dolfini; o
fosse promiscuo anche ai Governatori dei due Ospitali de’Santi
Gio: e Paolo, e de’Mendicanti. Gli appoggi principali de’N.N.
H.H. Dolfini al Taglio, erano, che il Testatore aveva escluse
dal benefizio dell’Abbazia le stesse Femmine provenienti da suo
Nipote, e i Discendenti di esse; e che avea parimenti escluse
tutte le Famiglie Dolfin che non fossero del suo Colonello. Dal
che concludevano che ha voluto riservar il benefizio a favor
della propria Agnazione. Rimarcavano in oltre, che il dar
concorso all’elezione anco ai Governatori de’due Ospitali; era
lo stesso che ridur irrisorio il benefizio per i N.N. H.H.
Dolfini, perchè essendo questi in numero appena di venti, ed i
Governatori all’incontro in numero fra tutti di circa novanta,
non avrebbe toccato ai primi senonchè di dover essere
spettatorie instrumenti del passaggio delle sostanze della loro
Famiglia in estranei. Al che aggiungevano la fede, colla quale
gli Autori loro incontrata aveano a loro spese la Causa coi N.N.
H.H. Contarini; le espressioni corse in dette Pendenze; e le
varie Parti, e i replicati riconoscimenti seguiti. Rispondeano
gli altri, che la Causa del Testamento non fu giammai giudicata;
e che niente può alla stessa ed a loro pregiudicare. In
Testamento poi pretendeano di non trovar preferenza alcuna a
favor dei N.N. H.H. Dolfini, perchè le condizioni di portar i
tre Dolfini nell’Arma, e d’esser d’età maggiore degli anni
venticinque, erano tutti requisiti solamente per poter
congregarsi; ma per poter esser eletti il requisito era diverso,
e competente a tutti, d’esser di retta conscienza, e più atto a
riuscire di benefizio all’Abbazia. Seguì però giudizio di Taglio
a favor de’N.N. H.H. Dolfini. Quod Inc. 25. Q. Laud. 5. N. S. o.
Avvocati al Taglio Avvocati al Laudo. Ecc. Cromer, e Co:
Santonini. Steffani. Ecc. Orlandi. Interr. Faccini. Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Brescia 8. Gennaro 1789.
Ho detto, che avendo nuove meno cattive della
nostra Opera mi farei dato il piacere di
avanzarvele, eccomi però pronto a soddisfare all’assunto
impegno. Un’aria, che nell’Atto secondo, da qualche
giorno fatta nascere, si canta dalla Signora Maddalena
Granati con estro, e brio, benchè da noi già sentita
ogni sera nella ultima scorsa Primavera dalla stessa
virtuosa, dà qualche anima all’Azione, e ci fà senza
noja stare in parte zitti ogni sera qualche momento.
Martedì si mutò il Ballo intitolato “Giulietta, e Romeo”
e si mise in iscena in sua vece il Gran Con. vitato. Se
si fossero col cambiarsi del Ballo cambiati anche i
Ballerini, averei sperato di migliorare: ma comparsi sul
teatro i medesimi, non ho trovato variarsi che le scene,
ed il Vestiario; quali cose non deciderei con franchezza
essere migliori delle prime. Il Ballo ebbe per altro un
fortunatissimo incontro. Trovatosi il Parterre non sò
per quale studiata casualità ripieno di figure a tutti
ignote, di ciere, che in passato non si tolleravano
nella nostra Platea, e che anzi si allontanavano
forzatamente da chi invigila alla decenza, fù tale il
batter delle mani che seguì il nuovo Ballo, che furono
forzati a venir fuori per ricevere le congratulazioni
pubbliche ed Arlecchino, e D. Anna, e persino la figura
principale, che avea dato mano all’asporto della gran
tavola. l’Arlecchino fù applaudito, e colle sue ridicole
positure, e smorfiosi passi fece capire aver egli
abilità per far ridere. Quando possa scrivere di più non
sarò tardo.
Comunicando al Pubblico l’infausto avvenimento della
quasi instantanea morte del Sig. Abbate Allegro, dell’arresto a
cui soggiacque il Fratello suo per sospetti d’averlo avvelenato,
ebbimo la lusinga di dover in appresso manifestare il trionfo
della sua innocenza, la quale con nostra pienissima
soddisfazione s’è felicemente verificata. Fu preciso obbligo
dell’onestà che vantiamo il moltiplicare attentamente le
ricerche onde avere le più pronte notizie da sciogliere il
dubbio sparso del suo preteso delitto. Non ben contenti del
semplice avviso della Metatextualité
sua
liberazione, da noi pubblicato, molestammo un nostro
corrispondente di Verona per sapere qualche cosa di più ad
istruzione de’Leggitori del fatto, ed egli appagò il nostro
desiderio inviandoci la seguente Lettera, a lui scritta
intorno il medesimo.
Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Mantova primo del 1789.
Nel disparere dei due Medici chiamati a decidere
sul supposto veneficio del fù Abate Don Luigi Allegri,
la Regia Delegazione Medico-Chirurgico-Farmaceutica,
dopo il più scrupoloso esame del Processo, hà conchluso,
che non sia altrimenti morto di veleno, avvegnacchè non
le fù dato di riscontrare alcuno di que’segni, che
avrebber dovuto precedere, accompagnare, e susseguire
una tal morte. Il perchè dal Regio Tribunale d’Appello
fù risoluto, che si dovesse immediatamente scarcerare il
Sig. Gaspare Allegri Fratello del Desunto, che al primo
avviso dell’impensato successo era quì giunto da Verona
spintovi dal dolore di una perdita la più acerba, ed
amara. Come alla inaspettata sua detenzione eccitossi un
fremito universale, così un sentimento di compiacenza, e
di giubilo si manifestò in ogni ceto di persone al
vederlo comparire tra i conoscenti, ed amici con
quell’aria di tranquillità, che non puossi associare
alla memoria di un delitto il più inumano, ed atroce.
Ora si stanno sospirando le ulteriori conseguenze di un
sì importante giudizio. Interessa al pubblico bene la
sicurezza della innocenza cui devesi sentir
portato chiunque non abbia chiuso il cuore alle voci
della vera giustizia; ed è perciò, che l’Augusto
Legislatore nelle vigenti ordinazioni criminali non
lascia d’inculcarlo ai Giudici. Chi però si mostra
restìo alle sue Leggi; chi sconosce i sentimenti
d’umanità, e chi questi, e quelle impudentemente
calpesti, fassireo dell’abuso di un potere, che pel solo
bene de’Sudditi gli fù confidato. Merita, che un delitto
sì enorme venghi punito con la più rigorosa severità.
Egli è questo il voto di tutti i buoni, ed il desiderio
di un’intiera nazione per non veder moltiplicati gli
esempj dell’oppressione, dell’ingiustizia, e della
inquità.
In M. C.
11. corrente.
Auditor Vecchio delle
Sentenze. s. Masseo Badoer. Fin. s. Ottavian Zane. Offiz. di
Notte al Criminal. s. Giac. Priuli qu. Fed. F. s. Vinc. Ant.
Bragadin. Ai X Savj. s. Ang. M. Zorzi qu. Pietro fu 40. Luogo di
s. Marco Zen el. Sav. agli Ordini. 5 Della Quarantia C. N. s.
Ant. Cigogna qu. Ang. s. Pietro Benzon qu. Vettor. s. Lod.
Morelli qu. Tom. s. Franc. Moro di s. Gasp. s. Ag. Minotte qu
Alv. Metatextualité
Non è per sentimento di
vanità, o per credere che ci convenga la lode in esso
direttaci, che diamo in luce il seguente Sonetto, ma per
servire alla premura di chi furtivamente ce ne mandò Copia,
e per dare un saggio della facile vena poetica
dell’ornatissimo Signor Bada costante Assocciato a questo
Foglio, e parzialissimo suo faustore. I tratti di benevola
protezione, che da lui venuti ci sono, dal coltissimo Signor
Foppa, e dal dotto Forense la cui penna descrisse la
riportata Causa Dolfin, furono doni preziosi la cui memoria
non verrà mai cancellata nel nostro cuore riconoscente. Si
và opportunemente scemando il peso delle nostre fatiche con
questi pezzi somministrati alla presente Gazzetta, ma non
aumentasi i numero degli Assocciati, perchè i nuovi concorsi
occupano i vacui lasciati da quei che hanno detto basta.
Così voga e voga siamo sempre al palo, e se non si và più
avanti adempiuto il pubblico impegno, ed estinte le
anticipazioni, bisognerà fare una bella ritirata, e cedere
l’impresa a chi vorrà proseguirla, senza sagrificar
d’avvantaggio il tempo, e la libertà in un incessante
travaglio a solo profitto degli altri. Il nostro merito è
tanto scarso, che a superarlo ci vuole pochissimo, ma ci
vuole molto di meno a superar la nostra fortuna. Se come a
fronte di chi ne sprezza di quei si trovano, che difendono,
proteggono, e cominciano a contribuire alla nostra
collezione degli Articoli interessanti, si trovasse un
qualche numero anche di quelli che prendessero un nobile
impegno per accrescere la summa raccolta in associazione,
potremmo cominciar a godere il giusto compenso di tanti
stenti; e già la dolce speranza ci apparecchiava de’giorni
migliori in questi, che cominciano l’anno ma Sogni, e favole
io fingo …
Niveau 3
Al Sior Bortolo Zanetti El So Cordial Amigo Z.
Battista Bada Soneto.
Tute le novità
del nostro stato, Le Sagre de Venezia, e le funzion, La
morte dei Sogeti, e l’elezion Del Consegio Magior, e del
Senato. Anedoti, e de Libri qualche Estrato, E d’Opere, e
Comedie informazion; Le vencite del Loto, e l’Estrazion, E i
prezzi dele Biave ogni qual trato. Le Mercanzie che ariva, e
i Bastimenti; I Foresti de rango che và, e vien, Le Cause, i
so Avocati, e Intervenienti. Un scriver elegante sempre pien
D’arguzie, e de morali sentimenti, Del mal disendo mal, e
ben del ben. Questo è quanto contien (Za che volè saverlo
Amigo caro) La Gazzeta del Plazza, per un Traro.
Teatri.
La Tragedia nuova rappresentata in
questo Teatro a San Luca col titolo Zorami Re di Creta, della
quale ci è ignoto l’Autore, non piacque, e nemmeno fu replicata
una volta. Questo tristo destimo, ad onta del favore con cui
ricevute sono dal Pubblico le fatiche dell’Attore Sig. Petronio,
prova un’assoluta mancanza d’aggradimento negli uditori
intervenuti alla sua rappresentazione; ma se poi questa le
convenisse noi possiamo asserire senza parlare a caso. Lunedì
prossimo passato s’è posta in iscena a Sant’Angiolo la tanto
desiderata Tragedia intitolata Virginia del Nobile Signor Conte
Vittorio Alfieri d’Asti, Autore ammirato per la precisione, e
solidità de’suoi tragici piani, per la superata difficoltà di
condurre delle azioni con pochissimi Personaggj, e per la
robustezza del maschio e forte suo stile. Nulla diremo del
merito di questa sua Composizione già stampata, e ristampata
coll’altre del Tragico suo Teatro, e riconosciuta
dagl’intelligenti forse per la più atta dell’altre sue a piacer
dalle Scene, non meno per certe felici situazioni, che per una
locuzione meno difficile e resistente alla recita. Nondimeno
proviamo la mortificazione d’avvisare, ch’ebbe scarsi applausi,
che piacque a pochi, e che per disgusto, o prevenzione maligna,
furono dati de’segni d’insulto, e nel corso
della rappresentazione, e dopo il suo fine, quando vollero
alcuni vedere i Personaggj, e applaudirli secondo il solito.
Questa esperienza ha fatto conoscere la somma difficoltà di ben
recitare i versi del suddetto Autore; che le sue Tragedie son
più proprie alle Accademie, che a’Teatri pubblici; ch’esigono
una certa Udienza scelta, e d’uomini dotti per essere intese e
gradite, la quale non mai ritrovasi che affogata ed oppressa
nelle Assemblee dove il Popolo ha libero accesso. Parliamo
sull’esito della prima recita, che nulla diede a sperare in
appresso: nondimeno se mai succederà una diversità d’opinioni, e
di gusto, nel rinnovarsi, e cangiarsi dell’Uditorio, ne staremo
in attenzione onde bene informare, chi di questi avvenimenti
dilettasi. È un piacere a ritrovarsi in certi Caffè frequentati
dopo le recite de’Teatri. Lo spirito di partito, che fa
travveder, o mentire, accende delle questioni; e mette in campo
delle scommesse. Vien uno da San Samuele; gli si chiede: quanti
biglietti? Cinquecento in circa. Ne sopraggiunge un altro:
quanti? nemmeno duecento. Avviene lo stesso riguardo all’Opera a
S. Benedetto. Uno vede tante macche (1)
nella maggior parte degli Uditori; un altro conta per pagatori
anche i gondolieri. Gl’imparziali se la godono, e ridono alle
spese del fanatismo, concludendo che c’è del buono in ambidue i
Teatri, e che per ciò dividendosi il numero di quei, che lo
frequentano, succede che nè l’uno, nè l’altro abbia una
superiorità decisa da chiamar tutti a sè. Continua il Sig.
Babbini a meritar i giusti comuni applausi, il Sig. Pacchierotti
alcune sere, per universale consenso, ha mirabilmente cantato;
del Secondo Ballo del Sig. Ricciardi, e delle decorazioni non si
cessa di dirne bene. Sostiensi nel pubblico favore il bravo
Signor Senesino; non istancano le repliche del maestoso primo
Billo del Sig. Clerico, e l’inimitabile Mad. Baccelli forma la
delizia del gusto piu raffinato coll’esattezza, la leggiadria,
la precisione, e la forza ond’eseguite sono le belle sue
operazioni in quel mezzo nobil carattere, nel qual Ella è
singolare ed eccellente. Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Signor Gazzettiere. Verona li 11 Gennaro 1788.
Vi
continuo le nuove del nostro Teatro. Sempre più il
Pubblico si persuade che Madama Ballon sia una Ballerina
impareggiabile. Tutte le sue azioni del primo Ballo
interessan a un segno, che convien che lo Spettatore
prenda parte ne’suoi affetti. Nel suo abito da uomo nel
secondo Ballo inspira fino nelli uomini de’sentimenti di
amicizia; immaginatevi quali ne inspiri nelle donne. Si
può per essa applicare molto bene il seguente Epigramma
Francese. Niveau 4
Sur
ten double Portrait, le Spectateur perplexe O
charmante Ballon, vent t’admirer partout. A ses yeux
changes tu de sexe ; Il ne fait que changer de gout.
S’il voit en femme, dans l’ame D’etre Homme il sent
tout le plaisir ; Tu deviens Homme, d’etre Femme
Soudain, il auroit le desir. Converrebbe che
qualcuno lo traducesse, perchè fosse a comune
intelligenza. Vi assicuro che quanto si può dire di lei
è poco. Dunque, direte voi, il Teatro sarà sempre pieno.
Oh qui stà il male, perchè anzi fin ora poca è stata la
Gente che è concorsa; ma già in Verona i Spettacoli
producono ne’suoi Abitanti un moto irregolare, che non è
possibile nemmeno all’Astronomo il più attento
osservarne le Leggi. Dieci anni fà per un’Opera cattiva
era pieno il Teatro, dieci anni fà da una poca, e umida
Neve, erano elettrizzati più di 20. brillanti Nobili
Giovani, che avevano un interno foco bastante a
cimentare una fredda Atmosfera. Ora v’è una eccellente
Ballerina, un eccellente Primo Musico, una brava Prima
Donna, uno Spettacolo insieme buono, una Illuminazione
alla Quinquet, eppure in nostro Teatro diventa al doppio
più freddo perchè manca la Gente. Ora vi è una asciutta
polverosa Neve; non mancano i Nobili Equipaggi per
Slitta, non mancano Cavalli, non mancano leggiadre
Nobili Ninfe; eppure regna in vece il gusto della
Portantine, ed amano i nostri Giovani di soccombere
piuttosto sotto il peso di una esorbitante Manizza, di
quelli che snelli, e pieni di fuoco emulare nel corso i
venti e ridersi di una Stagione fatale solo per i
vecchi. Speriamo che possa una volta fissarsi questo
moto irregolare, e che possa con certezza l’Astronomo
osservatore pronosticare che nel Carnovale i spettacoli
sarano frequentati. Sono al solito.
Rappresentazioni per questa sera.
A S.
Angiolo replica della Virginia. Jersera stettero chiusi tutti li
tre Teatri d’Opera, onde potè combinarsi alla recita di questa
Tragedia una Nobile Udienza, che l’ascoltò attentamente, e le
fece applauso. a San Luca.
La casa Nuova,
ossia la mutazione di Casa del celebre Sig. Goldoni, la quale
viene recitata a meraviglia da questa Comica Compagnia. a San Gio: Grisostomo
L’Inglese e il
Francese in Italia, Com. Originale Italiana. Morti.
Il Cavaliere del Serenissimo nostro Doge. Il
Circospetto Signor Girolamo Colombo. Ebbe jeri sepoltura nella
Chiesa di San Luca, nella cui Contrada egli abitava, con molta
pompa funebre. Il Fedelissimo Sig. Martino Imberti. Siamo
nuovamente privi delle notizie sacre senza sapere d’aver
demeritata la grazia di chi ce le somministrava. Stanco egli
fosse d’incomodarsi per noi gli basta d’averci favoriti per
lungo tempo. Non iscemasi punto la nostra gratitudine per la sua
risoluzione, disgustosa è vero, ma che dobbiamo soffrire in
pace.
Niveau 2
3. Gennaro 1788. M.
V.
Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Brescia 8. Gennaro 1789.
Metatextualité
sua
liberazione, da noi pubblicato, molestammo un nostro
corrispondente di Verona per sapere qualche cosa di più ad
istruzione de’Leggitori del fatto, ed egli appagò il nostro
desiderio inviandoci la seguente Lettera, a lui scritta
intorno il medesimo.
Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Mantova primo del 1789.
Metatextualité
Non è per sentimento di
vanità, o per credere che ci convenga la lode in esso
direttaci, che diamo in luce il seguente Sonetto, ma per
servire alla premura di chi furtivamente ce ne mandò Copia,
e per dare un saggio della facile vena poetica
dell’ornatissimo Signor Bada costante Assocciato a questo
Foglio, e parzialissimo suo faustore. I tratti di benevola
protezione, che da lui venuti ci sono, dal coltissimo Signor
Foppa, e dal dotto Forense la cui penna descrisse la
riportata Causa Dolfin, furono doni preziosi la cui memoria
non verrà mai cancellata nel nostro cuore riconoscente. Si
và opportunemente scemando il peso delle nostre fatiche con
questi pezzi somministrati alla presente Gazzetta, ma non
aumentasi i numero degli Assocciati, perchè i nuovi concorsi
occupano i vacui lasciati da quei che hanno detto basta.
Così voga e voga siamo sempre al palo, e se non si và più
avanti adempiuto il pubblico impegno, ed estinte le
anticipazioni, bisognerà fare una bella ritirata, e cedere
l’impresa a chi vorrà proseguirla, senza sagrificar
d’avvantaggio il tempo, e la libertà in un incessante
travaglio a solo profitto degli altri. Il nostro merito è
tanto scarso, che a superarlo ci vuole pochissimo, ma ci
vuole molto di meno a superar la nostra fortuna. Se come a
fronte di chi ne sprezza di quei si trovano, che difendono,
proteggono, e cominciano a contribuire alla nostra
collezione degli Articoli interessanti, si trovasse un
qualche numero anche di quelli che prendessero un nobile
impegno per accrescere la summa raccolta in associazione,
potremmo cominciar a godere il giusto compenso di tanti
stenti; e già la dolce speranza ci apparecchiava de’giorni
migliori in questi, che cominciano l’anno ma Sogni, e favole
io fingo …
Niveau 3
Al Sior Bortolo Zanetti El So Cordial Amigo Z.
Battista Bada
Soneto.
Tute le novità del nostro stato, Le Sagre de Venezia, e le funzion, La morte dei Sogeti, e l’elezion Del Consegio Magior, e del Senato. Anedoti, e de Libri qualche Estrato, E d’Opere, e Comedie informazion; Le vencite del Loto, e l’Estrazion, E i prezzi dele Biave ogni qual trato. Le Mercanzie che ariva, e i Bastimenti; I Foresti de rango che và, e vien, Le Cause, i so Avocati, e Intervenienti. Un scriver elegante sempre pien D’arguzie, e de morali sentimenti, Del mal disendo mal, e ben del ben. Questo è quanto contien (Za che volè saverlo Amigo caro) La Gazzeta del Plazza, per un Traro.Niveau 3
Lettre/Lettre au directeur
Signor Gazzettiere. Converrebbe che
qualcuno lo traducesse, perchè fosse a comune
intelligenza. Vi assicuro che quanto si può dire di lei
è poco. Dunque, direte voi, il Teatro sarà sempre pieno.
Oh qui stà il male, perchè anzi fin ora poca è stata la
Gente che è concorsa; ma già in Verona i Spettacoli
producono ne’suoi Abitanti un moto irregolare, che non è
possibile nemmeno all’Astronomo il più attento
osservarne le Leggi. Dieci anni fà per un’Opera cattiva
era pieno il Teatro, dieci anni fà da una poca, e umida
Neve, erano elettrizzati più di 20. brillanti Nobili
Giovani, che avevano un interno foco bastante a
cimentare una fredda Atmosfera. Ora v’è una eccellente
Ballerina, un eccellente Primo Musico, una brava Prima
Donna, uno Spettacolo insieme buono, una Illuminazione
alla Quinquet, eppure in nostro Teatro diventa al doppio
più freddo perchè manca la Gente. Ora vi è una asciutta
polverosa Neve; non mancano i Nobili Equipaggi per
Slitta, non mancano Cavalli, non mancano leggiadre
Nobili Ninfe; eppure regna in vece il gusto della
Portantine, ed amano i nostri Giovani di soccombere
piuttosto sotto il peso di una esorbitante Manizza, di
quelli che snelli, e pieni di fuoco emulare nel corso i
venti e ridersi di una Stagione fatale solo per i
vecchi. Speriamo che possa una volta fissarsi questo
moto irregolare, e che possa con certezza l’Astronomo
osservatore pronosticare che nel Carnovale i spettacoli
sarano frequentati. Sono al solito.
Verona li 11 Gennaro 1788.
Vi continuo le nuove del nostro Teatro. Sempre più il Pubblico si persuade che Madama Ballon sia una Ballerina impareggiabile. Tutte le sue azioni del primo Ballo interessan a un segno, che convien che lo Spettatore prenda parte ne’suoi affetti. Nel suo abito da uomo nel secondo Ballo inspira fino nelli uomini de’sentimenti di amicizia; immaginatevi quali ne inspiri nelle donne. Si può per essa applicare molto bene il seguente Epigramma Francese.Niveau 4
Sur
ten double Portrait, le Spectateur perplexe O
charmante Ballon, vent t’admirer partout. A ses yeux
changes tu de sexe ; Il ne fait que changer de gout.
S’il voit en femme, dans l’ame D’etre Homme il sent
tout le plaisir ; Tu deviens Homme, d’etre Femme
Soudain, il auroit le desir.
1Nel nostro gergo intendiamo persone, che a Teatri non pagano.