Cita bibliográfica: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 3", en: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\003 (1789), pp. 17-24, editado en: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Los "Spectators" en el contexto internacional. Edición digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2317 [consultado el: ].


Nivel 1►

Num. 3.

Sabbato 10. Gennaro 1789.

Nivel 2► Metatextualidad► Il cortese Forense, è uomo di parola davvero. Egli non ha promesso molto per mantener poco, o niente, come quel tale, che ci lusingò di somministrare a questa Gazzetta una quantità d’Articoli interessanti, e di pubblica utilità, ed ha cominciato, e finito col suggerimento di seccare l’uva candiotta; ma è giunto non solo a realizzare, a superare le nostre speranze. Fu dono della sua gentilezza l’informazione della Causa Memmo, inserita nel precedente Foglio per cui siamo in dovere di rendergli de’nuovi ringraziamenti supplicandolo a continuarci, per quanto i suoi impegni ponno permetterlo, i di lui favori, giacche abbiamo certi riscontri, che la precisione, il metodo, la chiarezza, con cui tessute sono le sue relazioni, piacciono molto, e rincrescerebbe a non pochi d’una mancanza, o d’un cangiamento di penna nelle materie Forensi.

E non solo da lui ci viene diretta mente un grato sollievo accreditar il nostro lavoro, ma per effetto della sua parziale bontà s’impegnano sino gli Amici suoi a meritare la nostra riconoscenza, come si vede nella seguente Lettera ed annessa Causa, che pubblicata coll’altra sarebbesi nel prossimo scorso Ordinario se mancato non fosse lo spazio nel Foglio. ◀Metatextualidad

Nivel 3► Carta/Carta al director► Sig. Gazzettiere.

Inter amicos omnia comunia. Sapendo che il forense che vi comunica la relazion delle Cause, era occupato l’altra mattina nell’ascolto di quella, che tratta vasi alla C. V. io mi sono assunto il suo impegno, facendomelo considerar come mio la vera amicizia che seco lui indissolubilmente mi lega; e perchè voi non restate digiuno della descrizione anche di quell’altra che nella stessa mattina si trattava al Coll. de’XXV. ho procurato di ascoltarla, e d’intenderla, l’ho estesa, e ve la mando.

[18] Vi prego peraltro di non appropriare intieramente questo picciolo vantaggio all’anima sola in due corpi, mentre vi ha una gran parte anche la somma stima, che a voi meritamente professo. ◀Carta/Carta al director ◀Nivel 3

Causa.
Coll. XXV. Mane.

2. Gennaro 1788. M. V.

In Udine nel Settembre 1785. tra Giuseppe Ferrari, e Giuseppe Visentini si firmò una scrittura di compagnia per aprire un Negozio di salumi, ed altri generi a reciproca utilità, in cui s’impegnarono entrambi, il Visentini di mettervi il Capitale, e il Ferrari la propria industria; obbligandosi questo tra gli altri patti di non far mai fidi, nè credenze, nè comprar alcun capo di Negozio ascendente la summa di L. 50. senza saputa, e consenso del compagno Capitalista.

Nel Decembre 1786. il Ferrari si diede alla fuga abbandonando il Negozio, e palesando così la sua decozione. Immediate ottenne il Visentini un Decreto in quel Foro d’Udine, che lo assicurava degli effetti abbandonati, e ciò a cauzione, e del suo Capitale di Lire 13000, e di cadaun Creditore avente interesse; facendo eleggere un economo per l’amministrazione, e custodia dei generi, ed effetti esistenti in bottega.

Malcontenti i Creditori del decoto Ferrari, a cui avevano affidate le proprie Merci, ottennero essi pure un Decreto che loro accordava il dritto d’impossessarsi a respettivo pagamento di tutti i sopraddetti effetti. Produsse il Visentini una Scrittura al Taglio di tal Decreto: fu a questa risposto. Seguì Spedizion absente a favor Creditori; e si riduceva in presente la Causa al Taglio, o Laudo di tal Sentenza.

Erano gli appoggj del Visentini al Taglio, esser egli il Creditore di maggior summa; aver il privilegio dell’anzianità accordato dalle Leggi al primo sequestrante; Che nel Negozio non aveva nè direzione, nè dita, e in conseguenza niuna responsabilità. Che neppur per la privata scrittura poteva il Ferrari senza sua saputa comprar Merci di maggior valore delle L. 50. e che quelle somministrate dai Creditori Avversarj quasi tutte di molto superavano tal summa nè a lui n’era noto l’acquisto; finalmente proponeva un Capitolo, che il Ferrari era anche sensale, per provar con ciò, che molti dei generi potevano esser dallo stesso comprati non per uso di Negozio.

Si difendevano i Creditori al Laudo, sostenendo, che il Visentini non si poteva chiamar Creditore essendo anzi il Capitalista, e che doveva sottostare ai danni avendo anche percepiti gli urili; Che i loro Crediti erano innocenti, incontrati sulla fede di quei Capitali, che vedevano esposti, e dove fondavano la loro cauzione; che finalmente molte delle Merci ancora esistenti erano appunto le da loro somministrate. Seguì uno Spazzo di patta con Voti.

Quod Incid. 10. Quod Laud. 10. N. S. 0.

Avvocati al Taglio Avvocati al Laudo

Ecc. Silvestrini Ecc. Bagolin

Ecc. Gromer Ecc. Sossi

Interrutor Calvi Interven. Notola.

Interven. Bertani.

Metatextualidad► Sarebbe un mancar di civiltà lasciando senza qualche risposta la breve gentilissima Lettera, che precede la descritta Causa, particolarmente per il paragrafo che la chiude. Conosciamo sì bene la nostra insufficienza, che attribuir non possiamo l’espressione di somma stima, che ad una cortesia esu-[19]berante tendente a ravvivar il nostro coraggio. Il solo compatimento di chi s’esprime con tanto nostro vantaggio, e quello del pregiato suo Amico, è un compenso onorevole da renderci care le nostre fatiche. ◀Metatextualidad

Governo.
In Senato.
8. corrente.

Presid. alla Milizia da Mar.

s. Ant. Vendramin qu: Franc.

Prov. Alle Fortezze.

s. Franc. Angaran.

Esec. del Senato.

s. . Bat. Morosini.

Avvertimento.

Metatextualidad► Chi scrive per far istampare in un Foglio Pubblico, e con sollecitudine, deve usare molta diligenza nel carattere, particolarmente ne’nomi proprj, perchè talvolta non si sà come indovinarla. Siamo avvisati da Treviso, che non è il Sig. Marzan ma il Sig. Marzari quello, che colà attendesi a soggiornarvi, e diamo la correzion d’un errore provenuto non dalla stampa ma dalla parola mal scritta. ◀Metatextualidad

Continuazione

Dell’Articolo sul presente Inverno incominciato nel precedente Foglio.

Metatextualidad► Avrebbe un bell’argomento di giocosi episodj, chi cantando la gelata Laguna tutti volesse accessoriamente descrivere gli accidenti, i tratti di coraggio, e di spirito, gli spettacoli, e le stravaganze, che tuttogiorno variano il Quadro animato da cui tanto è interessata la pubblica curiosità. ◀Metatextualidad Nivel 3► Relato general► I Nicolotti hanno bravamente eseguiti de’giuochi di Forze, con quella sicurezza medesima onde il Giovedì grasso solennizzano le feste della Piazza alla presenza del Serenissimo Doge, e d’un foltissimo Popolo. Là dove nuotano i pesci, e mormorar sogliono l’onde, si son essi innalzati in varie ben disposte figurazioni, trà gli applausi di centinaja di persone raccoltesi allo spettacolo senz’ombra nemmen di timore. Ad esso quello aggiunsero Moresca (*) eseguito non sul paludo, ma sul piano indurato della profonda Laguna. Noi sappiamo di certo, ma è ben da credere, che i Castellani valorosi lor emoli siansi essi pure esercitati in simili giuochi sul ghiaccio, che dalle Fondamente Nuove estendesi verso Murano, e d’intorno. Sappiamo bensì, ch’una elegante Signorina al fianco d’un uomo, volle anch’essa trapassare quello spazio detto Sacca della Misericordia, e per non lordarsi le seriche bianche calzette deviando un poco dal sentiero ov’era in parte guazzoso, trovò non ben fermo il gelo, e precipitò fino al collo. Fu tratta in salvo; ma è ben da credere, che lo spavento, e l’eccesso del freddo [20] abbiale reso fatale quel dilettevole esperimento. ◀Relato general

Relato general► Altre donne volgari scese dalle rive di San Job emularono per un tratto di via la maschile franchezza, finchè la più ardita, che precedeva i passi delle sue compagne sdrucciolò, e con varj scorcj di vita tentò di sostenersi, ma dopo molti sforzi cadde supina senza poter impedire, che la gonnella le si rovesciasse sul capo. Rialzata coll’altrui assistenza ritornò indietro colle pianelle in mano, e prese terra colle sue amiche accompagnate da una baja sonora, e da volgari fischiate, solite galanterie della Plebe, che di certi altrui mali suol farsi un soggetto di trastullo, e di riso. ◀Relato general

Relato general► Due conduttori d’un vivo majale ebbero il vantaggio di farlo camminare per la metà del viaggio, arrivato alla quale l’animale coricossi sul ghiaccio, e si lasciò strascinare assordando co’suoi grugniti, ma non volle alzarsi nè colle buone, nè colle cattive. Giunti a questa Città stanchi, e spossati li due conduttori suddetti sfogarono la loro rabbia contro di quella bestia legata maledicendo la sua razza, e vibrandogli delle solenni ingiurie, indi a vicenda caricandolo di cazzotti, e di calcj, e sputandogli sugli orecchj, e sul sozzo grugno irritato. Il vendicativo risentimento di coloro contro quel pingue majale legato, che non volle a patti venir a farsi scannare, servì di piacevole distrazione agli spettatori, e li mosse al riso. ◀Relato general ◀Nivel 3

Metatextualidad► Non è questo, che un saggio degli avvenimenti piacevoli da’quali è ornata la Storia della presente glaciale rivoluzione; ma l’estendersi in minuti dettagli di queste bagattelle aggrinzar farebbe il naso alla serietà di certi leggitori di questo Foglio, i quali sdegnan le inezie opposte alla gravità del loro gusto. Non le abbiamo descritte che per dare un’idea generale della prospettiva offerta dalla gelata Laguna da cui condotto il nostro pensiero a più degni oggetti, pessiamo soddisfare l’ossequio di nostra sudditanza narrando: ◀Metatextualidad

Che vegliante il Serenissimo nostro Principe nelle Magistrature, che lo rappresentano, a riparare le calamità da cui sarebbe aggravato il Popolo per l’inclemenza della corrente Stagione, usò di tutte le possibili provvidenze, che allontanano i tristi effetti del suo rigore. Gli operaj di questo Regio Arsenale si sono incessantemente impiegati a tagliare il ghiaccio del Canal di Fusina tenendo aperto l’adito all’arrivo, e partenza de’Corrieri. Per la via di mare venir si fecero de’trabacoli d’acqua di Piave, e li Capi di queste contrade ebber ordine di tener chiusi i pubblici pozzi onde serbare quella che vi si trova al maggior uopo della povertà, e non lasciarla esposta al gran consumo, che ne fanno certe Arti. Per la stessa via giunse una quantità di Farina, e sospender si fece il lavoro de’Forni Pubblici per averne un deposito da valersene in qualche futura estrema occorrenza. Molti hanno fatto delle particolari provvigioni strascinate sul ghiaccio, e dicesi ch’una ascendesse fino a 4 cento sacchi, il proprietario de’quali reso sospetto di mire troppo interessate abbia dovuto sul giusto risarcimento privarsene a servizio de’Pubblici Fondachi. Dal zelante Eccellentissimo Magistrato alla Sanità ebber ordine li Signori Presidenti delle Fraterne de’Poveri di queste Contrade di far che i Visitatori delle medesime si portino ad esaminare lo stato delle Famiglie indigenti onde soccorrerle di elemosine proporzionate alla loro necessità ed alla summa d’ogni rispettiva Cassa di esse i minacciati i trasgressori de’meritati castighi, venendo accusati. Quanto alla [21] Legna i bottegaj per comando pubblico non ponno negar a’poveri il lor bisognevole. E siccome i beccaj prevalendosi dell’occasione avevano a loro grado innalzato il prezzo della carne così dall’Eccellentissimo Inquisitore del Magistrato alle Beccherie ebbero l’assoluto comando di non alterar d’un quattrino il prezzo di soldi 14. alla libbra, quando abusivamente la vendevano a quindici prima che il ghiaccio fermasse la Laguna, e poi a sedici, a diciassette, e più in là secondo la qualità, ed il taglio. Il timor de’minacciati castighi, e la vigilanza degli accusatori, ora li tiene in dovere.

Tali, e molt’altri atti di cura paterna, che onorano la pietà del Serenissimo nostro Principe, servono a renderci più soffribile la stravaganza di questa Stagione, e ad allontanare que’commoventi spettacoli, che presentarebbe la miseria abbandonata.

Nivel 3► Carta/Carta al director► Sig. Gazzettiere.

Verona li 8. Gennaro 1789.

Mi compiaccio moltissimo nel sentire universalmente approvato il Bilancio delle bellezze, e difetti della nostra Opera inserito nel vostro Foglio dei 7. corrente, nè altrimenti potevo sperare, poichè dal mio Mezzà Mercantile non escono che verità Aritmetiche. Siccome però da per tutto, e massime qui da Verona si fomentano discordie, e da piccole scintille si accendono fuochi distruttori, così non ha mancato a me, che insorgano alcuni spiriti turbolenti per tormentarmi. Indovinate! questa mattina vengo citato a sentir decretare la falsità del Bilancio nell’Articolo Illuminazione “Alla Moda, e di ottimo effetto” & si pretende approggiarla a 4. Capi.

Primo. Che in queste sere non abbia mai illuminato, anzi oscurato il Teatro.

Secondo. Che produca un denso fumo.

Terzo. Che costi assai per la quantità di Cristalli che si rompono seralmente

Quarto. Che le Macchine siano mal eseguite.

Vi assicuro, che io ero tutto fuoco a tale insorgenza; ho consigliato un celebre Avvocato in queste materie, e dopo il di lui consulto sono un poco quieto. Ecco il finale Consulto. Contestare la Rejezione dell’Avversaria Domanda, e de’Capi, a’quali si vuole appoggiarla; anzi instare che venghino admessi i seguenti Capi di Converso.

Primo. Che quando si agghiaccia l’oglio, manca il nutrimento alla fiamma, nè questa può più illuminare.

Secondo. Che il fumo non è denso nè da questi nuovi lumi prodotto.

Terzo. Che non la fiamma è quella che spezza i Cristalli, ma bensì la mala grazia de’Ballerini, che nelle loro infocate Azioni, gettano quanto hanno nelle mani addosso ai lumi, e spezzano i Cristalli.

Quarto. Che a Verona per ora non sanno fare di meglio.

Finalmente proponer ex abbundanti un Capitolo da provarsi serv. serv. a giustificazione del secondo Capo di Converso, che il Fumo e posseduto in Privativa dal nostro Teatro per Privilegio antichissimo.

Ecco dunque come penso di impiantare la mia difesa, e ve ne dò un’idea, perché al caso del Giudizio in Appellazione ne abbiate il vero fondamento della questione.

Quì non corrono novità fuori che quella che il nostro Impresario Rossi fosse improvvisamente partito a cavallo alla volta di Londra per accordare il Musico Marchesi per Verona nel prossimo Autunno, ma fu scoperta falsa, e chi la inventò, addusse per sua giustificazione di averlo veduto vestito alla Corriera con Berrettone di Bestia dispersa; si seppe poi [22] che egli non và vestito altrimenti in tutto l’Anno, e che in vece di andare, ha mandato la Scrittura di 800. Zecchini. O vadi, o mandi, basta che otteniamo l’intento, e che venghi il gran Marchesi a registrare il cuor dei Veronesi.

Sono il suo
Ass. Assocciato.
◀Carta/Carta al director ◀Nivel 3

Teatri.

Stupiscono alcuni Assocciati a questo Foglio di Terraferma, che dando le notizie de’loro Musicali spettacoli, stiamo in silenzio su’nostri. Possiamo giustificarlo coll’asserire, che la prima relazione espressa in uno de’passati numeri intorno alle due magnifiche Opere serie di questa Città ebbe la comun approvazione degl’imparziali conoscitori di simili Spettacoli, asserendo soltanto, che il Pubblico non ebbe finora quel maggior aggradimento, che promettevasi dall’abilissimo Sig. Pacchierotti, e ch’egli gustar ci fece in tante passate occasioni; e che la celebre Madama Baccelli fissò sempre più l’attenzione, e gli applausi degli colti Spettatori, come fece nell’altro Teatro la valorosa Signora Carolina Pitrot. Per altro l’eccessivo rigore del Freddo, che gelò le note sulle labbra de’Signor Virtuosi di Musica, e lo scarso concorso prodotto da esso, particolarmente per il transito delle gondole impedito dal ghiaccio, ha lasciato per i corsi prossimi giorni un languore ne’nostri Teatri da non somministrar materia ad una Gazzetta.

L’Opera Giocosa a San Mojsè sostiensi nel pubblico favore, e non le mancò mai un competente concorso relativo a’danni cagionati alle Imprese dalla perfidia di questi giorni.

A Sant’Angiolo fu rimessa in iscena la Commedia Non si conta gli anni una Donna, e replicata fu alcune sere con soddisfazione di quelli, che intervennero ad ascoltarla.

A San Gio: Grisostomo si recitò Martedì p. p. una nuova Favola Chinese di nobil penna Modanese intitolata Pertorax. Inimici di questo mostruoso genere di Composizioni non ci mosse la curiosità ad udirla. Se ne disse molto male; nondimeno ebbe due Repliche, o per amore, o per forza. Piacque moltissimo nella sua parte la Ragazza Fiorilli, che dicesi abbia recitato benissimo.

A San Luca si rappresentò una Farsa nuova tradotta dal Francese intitolata Lo Spazzacammino, che divertì, e fece ridere. Ebbe una replica.

Speriamo, che la copiosa neve caduta nella note del Giovedì, ed jeri, abbia dato un segno di confine all’estremità del freddo; e che lo Scilocco dominatore costante del nostro Paese voglia riprendere la sua benigna influenza onde sollevarci da tanti incomodi, e patimenti. Di fatti il ghiaccio cominciò a cedere sensibilmente; quei che son venuti a piedi da Mestre non ci tornano più che in barca; sgombro è il Canal Grande, e vi scorrono sopra liberamente le gondole, ed altri Legni, mediante l’opera de’tagliatori, che l’hanno sciolto ne’siti dov’era fermo. Possiamo però lusingarci d’un vicino miglioramento, che molto contribuisca alla risorsa di questo Teatri, alla produzione di cose nuove, all’interesse dell’Imprese; e che ci accordi tempo d’esserne spettatori onde poter dire abbiamo veduto, e parlare con un sentimento, quale si sia, tutto nostro.

[23] L’altr’jeri fu eletto in successore del defunto Piovano di San Benedetto il Rev. Sig. D. Giacomo Loris alunno di quella Chiesa, e Maestro delle Scuole Pubbliche con tutti i sei voti degli possessori di Stabili in quella Contrada, intervenuti alla sua ballottazione.

Jeri poi l’elezione del nuovo Piovano di Santa Sofia seguì a favore del Rev. Sig. D. Martino Ortolani Curato, ed alunno nella Chiesa di questa Parrocchia con 20. voti di sì, ed uno di nò.

Al vacante posto di Canonico della Ducale Basilica di San Marco fn [sic.] nominato dal Serenissimo nostro Doge il Reverendissimo Sig. Don Giovanni Bortoli Piovano di Eustachio.

Il resto dei Bastimenti.

23 Detto.

Piel. P. Gaet. Sponza da Macasca con 5 C. Oglio. 4 fac. e 3 Bar. Sem. di Cenere.

Pinco Cap. Is. Pasenisi Napol. manca dalli Giorgenti il 23 Ot. da Terra Nuova li 13 Nov. e da Saragozza li 27 rac. a sè med. con 500 Cant. Cenere. 122 sac. mand. 24 sac. pistacchj. 4 Bal. pelli di Capra. Un Bar. e una cas. roba da uso. Una cassetta Capari. Un colletto calzette di gotton. Un Pacco Libri di ritorno.

24 Detto

Battello P Gaet. Toreobolo da Ravenna con 4 cas. pignoli curati. 19 sac. polv. di Grippola.

Bergantino Giovanni Cap. Gugl. Bell. manca da Berghen li 30 Set. rac. a sè med. con 300 Bal. Baccaladi in pesci 50 m.

26 Detto.

Piel. P. Is. De Grassi da Capodistria con 8 Bot. polv. di grippola. 5 cas. Cand. di sevo. 30 mazzi Doghe.

28 Detto.

Battello P. Nad. Vianello da Trieste con 25 cas. e 10 m. Limoni.

Nave il Commercio Cap. Iens. Nickeben Danese, manca da Berghen li 23 Ag. rac. a sè med. con 1200. B. Baccaladi in Pesci 150 m.

Nivel 3►

Risposta
Al Sig. Giuseppe Foppa.

Mentre il livor d’occhio sanguigno, e torto

Guata le mie meschine aspre fatiche,

Qual di dolce amistà viemmi consorto

Scordo per esso colle ingiurie antiche

Le recenti molestie, e non mi curo

Delle su me veglianti alme nemiche.

All’uom d’onro sempre divien men duro

Uno stato penoso allorchè sia

D’un favor non volgar conscio, e sicuro.

E chi s’accinse alla difesa mia?

Non di vuote parole Autor nojoso,

Nè di stramba sconvolta fantasia;

Non entusiasta ardito, e capriccioso,

Privo di senno, e alle menzogne usato;

Non de’Caffè novellator verboso,

[24] Ma un Vate egregio, uno scrittor sensato

Cui dell’Itale Muse, e le Latine

Il casto sen puro alimento ha dato;

Che dell’alloro sacro ornato il crine

La Davidica cetra or tempra, ed ora

Alle tragiche è volto alte rovine.

Calza il Coturno, e l’umil Socco ancora

E da’pieni Teatri in suon plaudente

Da colta Udienza il nome suo s’onora.

Lui non morde d’Invidia acuto dente,

Stima chi ‘l merta, e non disprezza alcuno,

Attributo real d’uomo valente.

Da finzion lontan, semplice ed uno

Del cor ne’sensi, e negli accenti suoi,

Non macchia il suo candor tinta di bruno.

Se tanti son gregi raccolti in Voi

Foppa gentil, come non sia ch’io vanti

L’esservi caro, e non mi curi poi

Se me prende di mira a parte a parte

De’parolaj la turba ardita, e sciocca,

O se rece il velen sulle mie carte

L’atro Livor dalla nesanda bocca? ◀Nivel 3

Metatextualidad► I be’versi non s’improvvisano nemmeno da chi sà farne di belli; voglion ozio le Muse: le cure offuscan l’ingegno: il freddo intorpidisce l’estro. Quante ragioni da rendere scusabili questi che furono dettati da un sentimento di gratitudine, e stima, senz’aver tempo di ritoccarli dappoi. Il Sig. Foppa se ne contenterà per quel genio parziale, che lo ha determinato ad onorarci della sua graziosa Composizione, ma come sperare altrettanto dagli altri nostri Leggitori? Ci basterebbe il loro solo compatimento. ◀Metatextualidad

Cambj.

Venerdì 9 corrente.

Parigi 59 Roma 62 e 7 8vi. Napoli 119 e un 4to. Livorno 100. Milano 155 e mezzo. Genova 93 e un 4to. Amsterdam 92 e mezzo. Londra 48 e 6 8vi. Augusta 101 e 3 4ti. Vienna 195 e mezzo.

Prezzi degli Ogli.

Di Corfù a Duc. 150.

Di Lecce a Duc. 145.

Di Zante a Duc. 145.

Mosti ---- a Duc. 136.

Tutti i Canali di questa Città son affatto liberi, e il ghiaccio delle Lagune che la circondano và progressivamente sciogliendosi onde sulle rive di San Job si può scrivere, chi ha fatto ha fatto.

Questa sera và in iscena a San Luca una nuova Tragedia intitolata Zorami Re di Creta.

Morti.

Il N. H. s. Vinc. Foscarini qu. Ang. di San Tommà d’anni 72. ◀Nivel 2 ◀Nivel 1