Gazzetta urbana veneta: Num. 16
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Nível 1
Num. 16.
In Senato.
E. Alvise Zusto. E.
Francesco Lippomano. Li tre Senatori, che compongono questa gravissima Magistratura, si appellano
Revisori e Regolatori dell’Entrate Pubbliche in Zecca. La loro prima elezione fu fatta nell’anno
1584. Unitamente a’Proveditori della Zecca, e al Collegio de’Savj, riformarono le regolazioni del
1579. Nell’anno 1596. furono pubblicati, in risultato delle loro applicazioni, que’Capitoli che
hanno per titolo Regolazioni della Zecca. Provigion del Danaro. E. Antonio Zen. Dall’enormi spese,
che fece questa Repubblica, nella difesa del Regno di Cipro contro de’Turchi, nacque la necessità
d’obbligare i Nobili, ed i Ministri che sevivano ne’Pubblici Impieghi, a contribuire all’erario
Pubblico una qualche parte de’loro stipendj e salarj, relativa alla maggiore o minore utilità, per
cui nell’anno 1571. fu creato il Magistrato delli Proveditori sopra Danari che formasi da tre
Senatori. Li due Aggiunti si elessero dal Senato nel 1641. Poco tempo dappoi, opera di questa
Magistratura così ampliata, comparve quella Redecima sì famosa trà i regolamenti Economici di questo
Governo. In M.C. Pod. E. Cap. A. Treviso.
Camerlingo a Treviso dura mesi 16. E. Zorzi Muazzo
qu: Z. Antonio. Forastier. E. Dom. Gritti qu: Alvise. Fioriva in tal guisa il commercio Veneto al
declinare del duodecimo Secolo, che dalle più rimote Provincio venivano ad istabilirsi in questa
Città innumerabili Forastieri. Conseguenza d’un immensa quantità di mercantili affari marittimi,
nasceva una faraggine di civili contese: laonde si tolse al Magistrato del Proprio quella facoltà
che aveva anco sopra gli Esteri, per darla a questo a’cui tre Giudici apparteneva la giudicatura
delle cause trà Estero ed Estero. In progresso di tempo s’estese la loro autorità sopr’altri oggetti
indipendenti dall’originaria instituzione di questa magistratura, di cui non esiste alcun antico
Capitolare. Sopr’Atti. Questo terzo esperimento non ebbe miglior destino delli due precedenti, ma
servì ad annunziare la prossima elezione d’un Patrizio di gran Famiglia a cui mancò un solo Voto,
per superare la facoltà negativa. Noi desideriamo, ch’egli torni ad essere nominato nella prossima
ventura riduzione del M. C. onde segnar col suo nome il confine a questa opposizion di suffragj.
Fontico de’Tedeschi. E. Giacomo Corner qu: Camillo di Santa Termita. Giustizia Nuova. E. Zo. Got.
Cati. Li Giustizieri in numero di sei componevano un Collegio instituito nel 1261., e diviso in due
Magistrati di tre Giustizieri Vecchj e tre Nuovi nel 1262. A questi restò l’incombenza sopra le
osterie, le taverne, e tutti i Venditori al minuto, di vino. Durò fino all’anno 1501. La loro
autorità, senz’essere soggetta a vicende: ma in appresso per migliorare la regolazione del Dazio del
vino venduto a spina, il Senato creò il Collegio de’Sette Savj al quale vanno in appellazione i
giudizj de’tre Giustizieri Nuovi. Cinque della quarantia C. N. L’Eccellentissimo Magistrato de’cinque Savj alla Mercanzia, sempre inteso a
dilatare i rami del Veneto commercio, ed a farne fiorire di nuovi, non trascurando mai mezzo alcuno
di render utili al pubblico il suoi grandi oggetti, si valse del Signor Dottor Michel Angiolo Parri,
allorché trovavasi in Russia per affari mercantili, onde ritrarre que’lumi che valevoli fossero ad
intraprendere trà questa Nazione e quel vastissimo Impero, una vicendevole negoziazione. Ritornato
il suddetto in Venezia, ebbe l’ordine di comunicare le sue scoperte alli Mercanti di questa Piazza,
acciocchè potessero con fondamento agire in conseguenza delli benefici Sovrani impulsi, ricevuti
da’Capi della medesima, relativamente alle pubbliche deliberazioni del 21. Decembre 1786, emenate
sulla proposizione dell’Eccellentissimo Pietro Pesaro Savio in Settimana, il cui zelo indefesso ebbe
sempre in mira i vantaggi della Nazione, e lo rese uno de’più riputati Soggetti, che compongono le
Auguste Assemblee del Collegio, e del Senato. Non avendo trovato la Società Mercantile, combinabili
cogl’interessi suoi le viste della Sovrana Munificenza, il Magistrato de’Cinque Savj ordinò al
Dottor Parri di proccurare un Saggio effettivo dell’accennato commercio, valendosi di
que’mezzi, che la sua esperienza trovassi i più convenienti. Si prestò il medesimo all’esecuzione
de’venerati comandi tentando di formare una privata Compagnia, sotto gli auspizj
dell’Eccellentissimo Senato, che dichiarò la sua protezione alla cominciata Impresa, con li Decreti
2. e 30. Giugno p. p. il Primo per opera proponente del venerando Statista E. Francesco Foscari, i
cui giorni sono raccomandati al Cielo de’voti pubblici, il Secondo per mezzo di E. Francesco Battaja
la cui attività e fermezza segnalate si sono in molte onorevoli congiunture. Ci è giunta oggi una
Lettera di Vicenza, a tempo di potere aver luogo nel Fogli presente, non meritando l’esclusiva come
qualch’altra.
Avviso
Ricerca.
La Persona, che ricercò le tre Opere accennate in uno
de’passati nostri Fogli, ritrovò l’Iconologia di Parma, ma vorrebbe anco il Vocabolario della Crusca
Edizione di Firenze; e rinnova al Pubblico le sue raccomandazioni. Chi l’avesse, e volesse
privarsene lo significhi al Colombani. Chi avesse due mezzadi forniti o da fornire, ad uso
d’Interveniente, nella Contrada di San Moisè, o di S. M. Zobenigo, o di S. Fantin, o anco di S.
Angiolo, lascj una memoria scritta dal Pirier in campo a S. Bartolommeo, che la persona da cui son
chiesti, si porterà a vederli. Oggi, 25. Giugno il Serenissimo M. C. elesse alla Magistratura
Sopr’Atti il N. H. E. Odoardo Collalio. Riforma del Calendario.
Lettere
Ritorno di Patrizj. Lunedi 23. corrento alle ore venti circa,
tornò a questa sua Patria Sua Eccell. Co: Carlo Aurelio VVidman, dopo aver compiuta la sua carriera
marittima coll’ultima carica di Capitan delle Navi. All’atto che sbarcò al Lazzeretto Vecchio, tutti
i Legni che si trovano in quarantena nel Canal dei Marani, l’hanno salutato con replicati tiri di
cannone, che sentir fecero il loro strepito a tutta questa Città. Giunse sul Bastimento di Capitan
Domenico Ballarin venuto da Corfù. La esultanza della Marina Veneta su un tributo giustissimo reso
alla sua virtù. La voce comune del Popolo non inganna. Basta parlare con che l’hà servito, e
combinare tutte le relazioni che son venute dal Levante intorno a questo coltissimo ed amabile
Cavaliere, per trovar ogni lode insegriore al suo merito, e per rendere omaggio alla magnanimità del
suo cuore, ed alle doti rarissime del suo docile spirito. Cariche in Vendita. Quaderniere alla Cassa
Dazj, e Cassa grande alle Biave. Scontro alli Prò in zecca. Scontro Masser all’oro in Zecca. Scontro
in Pena alli Governatori dell’Entrade. Scontro in Don alli Governatori dell’Entrade.
Quaderniere alla Sanirà. Dazj. D’ordine di S. E. Giacomo Boldù Camerlingo alla Cassa dell’Eccelso
Consiglio di X. Si fa intendere, che si esporrà al pubblico Incanto al Primo del prossimo venturo
Agosto, il Dazio di vino A Spina della comunità di Buje incamerato per debiti dalla Cassa suddetta.
Verrà deliberato a norma della Terminazione dello stesso Eccelso Consiglio, del di 27. Luglio 1768.
Signor Gazzettiere.
Il seguito nel Foglio venturo. Morti. Il Signor Paolo Rubelli della Fam. de’Tintori alle
Pietà.
Mercordì 25. Luglio 1787.
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In Senato.
21. Luglio.
Due All’Entrate Pubbliche.
E. Alvise Zusto. E.
Francesco Lippomano. Li tre Senatori, che compongono questa gravissima Magistratura, si appellano
Revisori e Regolatori dell’Entrate Pubbliche in Zecca. La loro prima elezione fu fatta nell’anno
1584. Unitamente a’Proveditori della Zecca, e al Collegio de’Savj, riformarono le regolazioni del
1579. Nell’anno 1596. furono pubblicati, in risultato delle loro applicazioni, que’Capitoli che
hanno per titolo Regolazioni della Zecca. Provigion del Danaro. E. Antonio Zen. Dall’enormi spese,
che fece questa Repubblica, nella difesa del Regno di Cipro contro de’Turchi, nacque la necessità
d’obbligare i Nobili, ed i Ministri che sevivano ne’Pubblici Impieghi, a contribuire all’erario
Pubblico una qualche parte de’loro stipendj e salarj, relativa alla maggiore o minore utilità, per
cui nell’anno 1571. fu creato il Magistrato delli Proveditori sopra Danari che formasi da tre
Senatori. Li due Aggiunti si elessero dal Senato nel 1641. Poco tempo dappoi, opera di questa
Magistratura così ampliata, comparve quella Redecima sì famosa trà i regolamenti Economici di questo
Governo. In M.C. Il dì 18. Luglio.
Podestà a Chiozza dura mesi 16. Reggimento con pena. Elez. dello Scrutinio confermata dal M. C. E. Antonio Farsetti qu: Daniel.Pod. E. Cap. A. Treviso.
Prima Prova.
Camerlingo a Treviso dura mesi 16. E. Zorzi Muazzo
qu: Z. Antonio. Forastier. E. Dom. Gritti qu: Alvise. Fioriva in tal guisa il commercio Veneto al
declinare del duodecimo Secolo, che dalle più rimote Provincio venivano ad istabilirsi in questa
Città innumerabili Forastieri. Conseguenza d’un immensa quantità di mercantili affari marittimi,
nasceva una faraggine di civili contese: laonde si tolse al Magistrato del Proprio quella facoltà
che aveva anco sopra gli Esteri, per darla a questo a’cui tre Giudici apparteneva la giudicatura
delle cause trà Estero ed Estero. In progresso di tempo s’estese la loro autorità sopr’altri oggetti
indipendenti dall’originaria instituzione di questa magistratura, di cui non esiste alcun antico
Capitolare. Sopr’Atti. Questo terzo esperimento non ebbe miglior destino delli due precedenti, ma
servì ad annunziare la prossima elezione d’un Patrizio di gran Famiglia a cui mancò un solo Voto,
per superare la facoltà negativa. Noi desideriamo, ch’egli torni ad essere nominato nella prossima
ventura riduzione del M. C. onde segnar col suo nome il confine a questa opposizion di suffragj.
Fontico de’Tedeschi. E. Giacomo Corner qu: Camillo di Santa Termita. Giustizia Nuova. E. Zo. Got.
Cati. Li Giustizieri in numero di sei componevano un Collegio instituito nel 1261., e diviso in due
Magistrati di tre Giustizieri Vecchj e tre Nuovi nel 1262. A questi restò l’incombenza sopra le
osterie, le taverne, e tutti i Venditori al minuto, di vino. Durò fino all’anno 1501. La loro
autorità, senz’essere soggetta a vicende: ma in appresso per migliorare la regolazione del Dazio del
vino venduto a spina, il Senato creò il Collegio de’Sette Savj al quale vanno in appellazione i
giudizj de’tre Giustizieri Nuovi. Cinque della quarantia C. N. riballottati alla loro ordinaria.
E. Federico Calbo. E. Z. Francesco Manolesso. E. Marc. Aur. Soranzo di Pietro. E. Antonio Maria Valaresso. E. Domenico Condulmer. Solennità Ordinarie. Domenica 22. corrente giorno consecrato a S. M. Maddalena, si celebrò la sua festa nella Chiesa della Parrocchia, dedicata a questa Santa, che pochi anni sono minacciando rovina per la sua antichità, venne riedificata in più ampla e simmetrica forma, ed or ora ridotta alla sua perfezione. Dice il Sansovino che la Chiesa antica fu eretta dalla Famiglia Baffa. Altri aggiungono che la Famiglia Carole divise con quella il merito della sua edificazione nell’anno 1222. Certo si è, che nel sito dov’era vedesi, v’era un Castello chiamato Baffo, circondato dall’acque che scorrevano nell’ora detto Rioterrà, e che il campanile era la torre ad esso adiacente. Nel susseguente Lunedì dedicato al Santo Vescovo e Martire Apollinare vi fu in questa Chiesa, posta nel Sestiero di S. Polo, la consueta annua funzione. Essa fu fabbricata a spese del Nobile Alessandro Scievola da Ravenna, che venuto a piantare il suo domicilio in Venezia, volle segnalare la sua divozione verso il Santo protettore della sua Patria, coll’erigervi un Tempio. Ciò seguì nell’anno 1034. Venne rifabbricata al cominciare del Secolo XV., e solennemente consecrata del Patriarca Giovanni Tiepolo nel 1630. Li Pittori delle cui opere è adorna, sono Andrea Schiavone, Luigi Bensatto, il Palma giovine, il Padovanio, il Mariotti, Giambatista Tiepolo, e Giulio dal Moro. Oratorj Nuovi. Domenica 22. correnti si cantò nel Pio Luogo de’Mendicanti un Oratorio nuovo del celebre Signor Maestro Anfossi, intitolato Ninive Conversa in cui s’espose la prima volta al Pubblico una Fanciulla nominata Francesca Darduina. Le Signore Sacchetti e Pavan ottennero gli applausi meritati dalla loro singolarissima abilità. Commercio.Metatextualidade
In adempimento della pubblica
nostra promessa, ecco un’esattissima informazione dell’origine, e stato nascente della Compagnia di
commercio, che si và formando in questa Città, per il mar nero, tratta da incontrastabili autentici
documenti.
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Carta/Carta ao editor
Signor Gazzettiere. L’improvviso e terribile Oragano, che
atterrò la maggior parte del nostro Anfiteatro in Campo Marzio, colla perdita di due persone, e
molte di ferite, fu una ragione per cui il Pubblico ancora spaventato da sì orribile caso, non
ascoltò con animo tranquillo la nuova Opera posta in iscena il giorno di tale disgrazia; sicchè non
ebbe quell’esito felice che si sperava, anzj si può dire che in quella sera sia interamente caduta.
Anco la Signora Pozzi, fosse per cattivo umore, o per altre sue ragioni particolari, ha contribuito
in gran parte alla sua decadenza. Oggi poi tutto si è cangiato. L’Opera è alle Stelle, la nostra
Prima Donna ha cantato sorprendentemente, e il Signor Bruni ha superato sé stesso, sì per
l’armoniosa sua voce, che per il suo modo di recitare. Li migliori pezzi di questo Dramma sono la
Cavatina del Primo Uomo, l’Aria d’agilità della Prima Donna, e due Rondeaux di queste Prime Parti
nell’Atto Secondo, ma in particolare quello della nostr’amabile Pozzi, che può dirsi inimitabile. In
Campo Marzio lavorasi a precipizio, e si spera che mediante l’indefesso travaglio de’nostri
disgraziati ma veramente intrepidi falegnami, l’Anfiteatro sarà in pochi giorni rimesso nel suo
stato primiero, e potranno aver effetto gli annunziati Spettacoli. Vicenza li 24.
Luglio.
Nível 3
Carta/Carta ao editor
Signor Gazzettiere.
Vicenza li 24. Luglio.
Metatextualidade
Dalla Posta di Padova, riceviamo una Lettera, che ha tutti i segni
d’essere scritta in questa Città, e consegnata a qualche portatore di Lettere, per farcela avere.
Veramente diranno con ragione li nostri Leggitori, che non potevamo darla in luce, senza mancar alle
nostre promesse; ma sò che molti trà essi amano di divertirsi, e non bisogna lasciarsi scappare
tutte le occasioni di far ridere la gente di buon umore. A tal oggetto ci facciamo lecito di
sottoporre agli occhi del Pubblico, l’invito contenuto nel Foglio seguente.
Nível 3
Carta/Carta ao editor
Signor Gazzettiere. Il desio d’acquistare un nome perenne, ed il
riflesso di dare esteso campo alla letteraria Società di divertirsi, mi spinse vergar questo foglio.
Un animo allevato sino da suoi primi anni nel seno delle ridenti Grazie, e nudrito del latte più
puro delle Castalie Sorelle non può certamente, che beare gl’altrui animi co’melliflui versi, ed
armoniosi. Io senza dubbio sono uno di que’tali dal cielo favorito per la Poesia di un
estro sublimissimo coltivato sempre ne’giardini più fioriti, e deliziosi d’Elicona. Li miei Versi
ponno dare a suoi Assocciati un piacere non indifferente. Avrei avuto mille composizioni che non
senza qualche onore avrebbero potuto incontrare la publica (sic.) luce, ma mai si mi presentò più
propizia occasione. Il Campo ora mi si è aperto, sorga qualche bel spirito, e diami materia di
verseggiare, che io qual annoso Abete saldo ed immobile a burascosi venti farò forza per
respingerli. Stò attendendo intanto motivi di scrivere, e mi dò l’onore di servirla. Devotissimo
Servitore.
Carlo Gaudenzio uno d’Associati.
Nível 3
Carta/Carta ao editor
Signor Gazzettiere.
Carlo Gaudenzio uno d’Associati.
Avviso
appartenente alla Vendita di questa Gazzetta.
Metatextualidade
Si fa noto a quelli, che non essendosi assocciati al nostro Foglio,
sogliono prenderlo di volta in volta, o ricercano de’numeri per perfezionare la Raccolta, che
mancano l’uno e il due, i quali non si danno separati nè dal Colombani né dagli altri Libraj della
Terraferma, onde chi volesse averli tutti non potrà essere servito che in assocciazione, essendo
destinate per essa le poche copie perfette, che restano libere; che veramente son poche a dispetto
di chi dice e vorrebbe che fossero molte, onde verificare i maligni presagj suoi sopra la nostra
impresa. Prescindendo dalli due Primi, offeriamo però gli altri numeri a chi li bramasse, i quali
separati si danno dal Colombani dispensatore di questa Gazzetta.
Ricerca.
di Libri.
La Persona, che ricercò le tre Opere accennate in uno
de’passati nostri Fogli, ritrovò l’Iconologia di Parma, ma vorrebbe anco il Vocabolario della Crusca
Edizione di Firenze; e rinnova al Pubblico le sue raccomandazioni. Chi l’avesse, e volesse
privarsene lo significhi al Colombani. Chi avesse due mezzadi forniti o da fornire, ad uso
d’Interveniente, nella Contrada di San Moisè, o di S. M. Zobenigo, o di S. Fantin, o anco di S.
Angiolo, lascj una memoria scritta dal Pirier in campo a S. Bartolommeo, che la persona da cui son
chiesti, si porterà a vederli. Oggi, 25. Giugno il Serenissimo M. C. elesse alla Magistratura
Sopr’Atti il N. H. E. Odoardo Collalio. Riforma del Calendario. Metatextualidade
Giacchè abbiamo rinvenuto un articolo, in un’Opera francese, che può appagare la ricerca di chi
brama de’lumi su questo soggetto, e non dispiacere a molti de’nostri Lettori, che non isdegnano di
trovare in questi Fogli delle materie astratte e dal loro scopo rimote, ci diamo la soddisfazione di
pubblicarlo cosi tradotto.
Nível 3
Allorchè il Calendario su riformato, sotto il Pontificato di Gregorio
XIII, la Regina Elisabetta, ch’era poco disposta ad approvare tutto ciò che veniva da Roma, non
volle che i suoi Popoli s’assoggettassero a quel nuovo modo di contare: e ad esempio suo, la
Provincia d’Utrecht, la Città di Ginevra, e alcuni altri Principati d’Allemagna, che s’erano
separati dalla Chiesa Romana, serbarona l’Era Giuliana, che allora si chiamo Vecchio Stile. Può
dirsi che l’Anno non ha ne principio né fine: e per ciò i Greci lo nominavano Eniauto, che significa
reiterazione, e ritorno a sé medesimo. Il suo geroglifico è un Serpente che ringhiotte la propria
coda. Alcuni l’hanno cominciato dalla Primavera, altri dall’Autunno: ti Cristiani dalla
Circoncisione che viene il primo di Gennajo: gli Astronomi dal mese di Marzo allorchè il Sole entra
nel Segno del Montone, e che il mese d’Aprile è ful punto d’aprire il seno secondo della Natura. La
divisione dell’Anno in quattro Stagioni, ciascuna delle quali è di tre mesi composta, non è ignota
ad alcuno: ma si può offervare, che le quattro parti del giorno divise in sei ore l’una,
rappresentano queste quattro Stagioni dell’Anno: il mattino la Primavera: il Mezzogiorno l’Estate:
la sera l’Autunno: e le sei ore, tre che precedono la mezzanotte e tre che ad essa succedono,
l’Inverno. Da questa divisione possiamo calcolare i diversi movimenti, che sentono il corpo e lo
spirito, nel corso della giornata e dell’anno. Sulcominciare del Cristianesimo, i tempi si contavano
per Olimpiadi ognuna delle quali era d’anni cinque. Ma fotto l’Impero di Giuliano, nell’anno 532. Di
G. C. Si cominciò a contar l’anno dalla nascita del Salvatore. Il Papa Gregorio XIII. Osservè nel
1582, che a noverare esattamente, l’anno aveva 365. Giorni, 5. Ore, 49. Minuti, e 16. Fecondi. Sotto
di Giulio Cesare l’anno contavasi di 365. Giorni e 6. Ore intere; e questa differenza di quasi 11.
Minuti, nel corso di 134. Anni, formava un di interno, per cui succedeva talvolta che trà il giorno
di Pasqua e l’Equinozio, v’erano due mesi, contro la prima instituzione di questa Festa, che sempre
doveva essere celebrata la Domenica dopo il plenilunio che fa l’equinozio di Primavera. Questo Papa
dunque levò dieci giorni, per l’errore che poteva esser corso a motivo degli 11. Minuti, dalla
nascita di G. C. fino all’anno 1582. Vale a dire quando per l’uso antico, da noi chiamato Era
Giuliana, contavasi gli undici del mese, il suddetto Pontefice non contò che il primo. Essendo il
suo calcolo trovato il più giusto degli altri, si ricevè da quasi tutta l’Europa, e per distinguerlo
dall’altro si nominò Era Gregoriana.
Metatextualidade
Agli amatori delle cose Patrie, non potrà che piacere la cognizione
che l’anno trà noi comincii dal Marzo, secondo i metodi dell’Astronomia, sebbene gli veneti antichi
fossero determinati da divota cagione a principiarlo dal mese suddetto. Intendasi qui di
que’leggitori, che non son dotti, che alli dotti facciamo una prosondissima riverenza, e rispettiamo
il loro sapere.
Lettere
Che abbiamo ricevuto nella Settimana presente.
Metatextualidade
Speravamo, che il silenzio dell’Accademico Planetario segnar dovesse
il termine alla contesa sul canto delle cicale, ed eravamo disposti a non dir più nulla su tale
argomento, se la questione ravvivata veniva da qualch’altra parte. Ma un erudito Foglio a noi
pervenuto da chiozza, ha più potere del fatto proponimento, e defraudar non vogliamo il Pubblico
d’un pezzo, che giustisicando la ricerca dell’Accademico, abbatte l’argomento più forte di chi gli
diede quella lunga risposta, che abbiamo stampata. Riferbiamo ad un altro numero di questa Gazzetta,
l’accennata Lettera, se in questo non potremo inserirla. Ce ne giunse un'altra da Brescia, ma ci
perdoni chi la scrisse se la condanniamo all’obblio. Quand’egli c’invierà qualche cosa di meglio,
come promette, non mancheremo di soddisfare la sua volontà. Un Vicentino ci narrò in una terza
Lettera le recenti disgrazie della sua Patria, ma con tanto difordine, e con una confusione tale,
senza dettagliare i fatti, e dir nulla che non si sappia, che questa pure merita il destino di
quella di Brescia. Tanto più che contiene foltanto ciò che v’era in una Relazione venduta jeri per
le strade die questa Città, il cui compositore ha moralizzato col solito tuono che s’ufa
all’occasione de’Giustiziati.
Metatextualidade
Giacché ci resta il vacuo necessario per la Lettera di Chiozza, la
diamo in luce nel Foglio presente.
Nível 3
Carta/Carta ao editor
Rileggendo l’altro giorno i pensieri di versi del Co: Algarotti per
rinvenirvi un detto, che mi ricordava d’aver una volta quivi veduto, il quale faceva a un certo mio
proposito, ecco che mi si para dinanzi agli occhi il quesito proposto nella di Lei Gazzetta al
numero 6. Da quel Sig. Accademico Planetario sul canto delle cicale; il quel quesito veramente io
m’avea dimenticato d’aver letto, come di cosa di cui forse allora io non ne avrò fatto caso. Nel
settimo Tomo delle opere di questo illustre Scrittore dell’edizione di Livorno Egli dice cosi:
Veh, dissi, non si potrebbe egli quasi credere che il Sig. Accademico avesse tolto da questo
Autore la sua domanda? Ma i begl’ingegni s’incontrano, e voglio anche persuadermi che cotesto
signore, siccome uomo ingenuo e sincero, non voglia poi farsi bello delle altrui penne, ne moveat
cornicula risum furtivis nudata coloribus. E mi determina a credere che possa essere stato pensier
suo, il vedere ch’egli attribuisce ad Omero la denominazione di dolci profeti della State data alle
Cicale, quando Algarotti la fa di Anacreonte con più verità ed esattezza. Nondimeno io compartisco
il Sig. Accademico, perché supponendolo uomo di moltiplice lettura massime di poeti greci, non è
maraviglia che nell’atto di scrivere abbia confuso queste idee; essendo pur vero che alle volte la
nostra memoria al maggior uopo ci tradisce. Siccome anche l’Algarotti pare che abbia fatta una
piccola confusione dicendo che il Salvini traduce voce fiorita, o gigliata, perché a prima vista si
crederebbe che questo fosse nella sua traduzione di Omero; ma ivi traduce voce dolce.
Nível 4
Citação/Lema
“Donde mai viene che i Greci, nazione fornita di organi cosi
dilicati, amavano talmente il canto delle Cicale? Anacreonte le chiama dolci profeti delle State:
Omero qualifica la voce loro di voce fiorita, di voce gigliata, secondo che traduce il Salvini; e
Teocrito per lodare il canto di un pastore lo mette sopra quello di una Cicala, come noi lo
metteremmo sopra quello di un rosignuolo, o di un’Egiziello. Virgilio chiama le Cicale rauche, e con
orecchio men fino dei Greci diede loro un epiteto assai più giusto.