Gazzetta urbana veneta: Num. 34
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Num. 34.
Cause. “S. E. Reverendissima Monsignor Niccolò Antonio
Zustinian Vescovo di Padova ricorse con Memoriale
all’Eccellentissimo Serato per avere la facoltà confermativa
dell’elezione de’Canonicati, anche di quelli, che vengono eletti
dalli Reverendissimi Canonici del Capitolo della detta Città,
sostenendo, che atteso il Decreto dell’Eccellentissimo Senato
1769 devono li Vescovi rientrare nelle loro antiche potestà, e
diritti. E siccome con due Bolle Pontificie li Canonici di
Padova ottennero il gius di conferma de’Canonici da loro eletti,
così richiese a fronte del medesimo la preservazione
de’primitivi diritti della sua dignità estesi anche sul
prenominato Capitolo Reverendissimo. Questo oppose al Memoriale
l’autorità dell’antico possesso di ratificare da sé medesimo
l’elezioni delli suoi Canonici, sostenendo che il Vescovo
interno del Capitolo sia il Capitolo istesso. Delegata la
materia dall’Eccellentissimo Senato al Serenissimo Consiglio della Quarantia Criminale sotto li 22 Aprile
corrente, fu trattata la Causa, e deffinitivamente decisa a
favore di S. E. Reverendissima. Li su i Avvocati furono
L’Eccellente Sig. Tommaso Gallino. L’Eccellente Sig. Stefano
Stefani. L’Interruttore il Signor Faccini. Voti 25 – 6 – I.”
La Sentenza di fatti fù
analoga alle soppliche di questo infelice. Fù assolto
liberamente, e rilasciato dalle Carceri. Si sà anche, che per
tal caso furono assai commessi da pietà, e tutto insieme da
indignazione li Nostri due Eccellentissimi Rettori, e li tre
loro rispettabili Assessori. Noi qui ci facciamo pregio di
nominarli, perché ognuno riconosca quanto vana rendasi
l’impostura, e la calunnia qualora la Giustizia risieda in anime
nobili, ed illibate. Li due prestantissimi nostri Rettori sono
l’Eccellentissimo Zuanne Barbaro Podestà, e l’Eccellentissimo
Sebastian Crotta Capitanio. Dessi con ammirevole armonia
governano questa vasta Provincia, e sono la delizia de’buoni, ed
il terror de’malvagi. Il Signor Vincenzo Cogo, che copre
l’onorevol posto di Vario, è abbastanza noto a chiunque; e per
la sua sapienza, esperienza, e probità può chiamarsi a giusta
ragione il primo trà gli Assessori, e Maestro di color che sanno
in materia criminale. Il Sig. Niccolò Boerio, è il Giudice al
Maleficio. La sua indefessa fatica, e pazienza nelli moltiplici
affari, che lo circondano, merita particolar lode. Egli seppe in
pochissimo tempo sbrigare molti Processi di varj retenti, che
giacevano polverosi in obblio. Il Sig. Giuseppe Mainardi, che
copre il terzo luogo di Giudice alla Ragione, è un Giovine di
somma abilità, e probità, e che si distingue nel proprio
ministero seguendo le orme de’suoi Colleghi. Non restarebbe, che
a far qualche parola del Difensore, che con tanta carità, ed
impegno si presso al sollievo di quel misero: ma non essendoci
permesso di nominarlo ci restringeremo a rallegrarsi seco lui
della bell’opera prestata all’umanità, e a desiderargli dal
Cielo una lunga serie d’anni felici, giacché ebbe
la forte di fuggire dagli artigli di morte a cui si trovò
esposto un anno fà. Libri. Sino dal cominciamento dell’anno
presente questo Librajo Giovanni Antonio Curti pubblicò un
Avviso per promuovere l’assocciazione all’Opera intitolata
Prospetto dell’Asia, dell’Africa, e dell’America, ovvero
Descrizione de’luoghi con molte osservazioni sopra le Religioni,
i Governi, le Scienze, l’arti, il Commercio, gli Usi, i Costumi,
i Caratteri, ec. delle Nazioni, Traduz. dal Francese. Egli
promise in otto Tomi circa il riassunto, o la sostanza delle
Storie dei Viaggj nelle tre Parti del Mondo sud. e in seguito
altri tre relativi a quei dell’Europa. “Quest’Opera, è detto nel
Manifesto, in vece d’incontrarvisi ripetizioni nojose, inutili
digressioni, od altre superfluità che stancano la pazienza di
chi legge, ha il pregio d’essere una ristretta e precisa, ma
piena e soddisfacente descrizione dei diversi Paesi dei quali
tratta. L’illuminato e giudizioso Scrittore, conducendo, diciam
così, per mano i suoi Lettori sopra la faccia dei luoghi dei
quali vuole far loro conoscer il Fisico ed il Morale, pone loro
sotto gli occhj un vivo quadro di quanto ne riguarda la
Geografia, la Storia Naturale, la Politica, il Governo, la
Religione, l’Indole, il Carattere, i Costumi, e gli Usi dei
rispettivi Popoli con una chiarezza, che nulla lascia a
desiderare. Nella Versione il Traduttore si è poi studiato, e si
studie à costantemente d’imitare quell’elegante semplicità di
stile, che caratterizza le Opera de’culti Scrittori di tutte le
Nazioni, lontana egualmente dalle pressioni basse e volgari che
avviliscono la locuzione, e dai termini ricercati, dalle frasi
mendicate, dalle stiracchiate posposizioni, e dalle altre
insipide affettazioni dei Retori condannate e derise dai veri
Intelligenti del buon linguaggio Toscano: talché si spera che
l’Opera riesca plausibile per tutti i riguardi, ed incontri il
comun gradimento.” Bisogna che queste speranze comincino a
verificarsi, perché il concorso degli Assocciati, il loro
contentamento, il vantaggio con cui della medesima parlano i
Fogli Letterarj, particolarmente questo di Venezia chiaramente
lo dimostrano. Sono usciti i due primi Tomi. La forma è in 12,
buona la carta, nitido e bello il carattere. Il primo è di
pagine 269 non comprese la Dedica a S. E. K. Giacomo Foscarini,
la Prefazione dell’Autore Francese, e due Carte Geografiche, una
dell’Impero del Giappone, l’altra di quello della Cina. Il
secondo di pag. 260 con una Carta Geografica della Tartaria
Indipendente. Il prezzo d’assocciazione è di Lire tre al tomo.
Si tiene aperta appresso il prenominato Librajo Giannantonio
Curti, che dalla sua Botteghetta vicina al ponte de’Berretteri,
passerà Lunedì v. a quella lasciata dal Fogliarini contigua al
Caffè di Menegazzo nella Merceria di S. Giuliano. Nel N. 26 e
nel 30 di questo Foglio dell’anno presente sono esibiti in
vendita alcuni Libri Latini, de’quali i seguiti vennero
acquistati, e se ne dà l’avviso per far sospendere le
commissioni a chi scelti li avessi, o tutti, od in parte. Statuti & ordini de Ignolita Città di Venesia
ec. Spretus Desiderius de amplit. de vast. & de inst. urbis
Ravene. Fontanus Jacobus de Belle Rhodio. Hipparchi Bithyni in
Arati & Eudoxi Phenomena ec. Telesius Bernardinus de serum
natura ec. Canones & Decreta Sacros. Conc. Tridentini apud
Manutium. Claudianus Opera (fine anno) Il M. R. Sig. D. Pietro
Rossi di Verona sarà grazia di portarsi dal Signor Giuseppe
Lonardi Librajo, che da lui saprà i prezzi ristretti di tutti
quelli, che restano liberi. In Senato.
Solennità ordinarie. Jeri giorno di San Marco principale
protettore di questa Città, S. S. scese alla Messa Pontificia
nella Basilica Ducale, Parrocchiale, e Matrice, ove giace il suo
corpo. Secondo l’annuo costume vi passarono le scuole Grandi
lasciandovi quantità di cere; e finita la Sacra funzione fu
trattata a lauto Banchetto la muta d’Estate dal Serenissimo
Doge. Non v’hà Tempio, che sia di questo più celebre nella
nostra Città, si consideri la copia e finezza de’marmi suoi, o la quantità e bellezza de’lavori a mosaico, o il
tutto insieme interno ed esterno, che presenta della
magnificenza originale, e del bello all’occhio intelligente di
chi scorre col pensiero lo spazio retrogrado di dieci Secoli
circa per ritrovare del gusto nell’invenzione, e negli ornamenti
d’un Edifizio sì antico di cui son venerabili sino i difetti,
come lo sono anche le più barbare voci di Dante per la massiccia
originalità del suo Poema, che sotto la rozzezza d’una Lingua
nascente nasconde i tesori dell’Italiana Poesia, a guisa
de’metalli che sono nelle miniere concentrati e sepolti tra la
terra, ed i sassi. Questa superba Basilica sì nota per fama
all’estere Nazioni, privilegiata da’Sommi Pontefici, arricchita
da Principi, ed Imperatori Greci, oggetto una volta di lunghi e
frequenti pellegrinaggj per le sue molte Sacre Reliquie, è
nondimeno la più scarsa di tutte le Chiese esistenti di
monumenti, e notizie, perché soggiacque più d’una volta
agl’incendj unitamente al suo Archivio, e interamente, o in gran
parte incenerita rimase. Particolarmente in quello avvenuto
sotto il Dogado di Giacomo Tiepolo tutte le Scritture preda
furono delle fiamme. La sua origine devesi riconoscere dalle
traslazione del Corpo del Santo Evangelista dalla Città
d’Alessandria a questa Dominante mentr’era in Sede il Doge
Giustiniano Partecipazio, che assegnò gran summa d’oro per
l’erezione di questo Tempio onde Giovanni di lui fratello, e
successore nel Principato desse esecuzione alla Fabbrica.
Secondo il Sansovino, ed altri Scrittori la sua fondazione seguì
il 4 Marzo dell’anno 829, nel sito ov’era la Chiesa di San
Teodoro. Si ha dal Banduri nel Tomo Primo dell’Impero Orientale,
che servì di modello a questo Tempio quello eretto un Secolo
prima in Costantinopoli dall’Imperatore Basilio il Macedone; e
il famoso Fozio ne fece un confronto ammirabile allorché recitò
una spezie di Panegirico in lode di questa Basilica. Gli
ornamenti di mosaico incominciati si sono nell’anno 1071.
Trent’anni prima si tenne in essa il Concilio Nazionale, ed ebbe
la sua consecrazione il dì 8 Ottobre 1094. Riparata dalle
ingiurie del tempo, che rovinosa e cadente la resero
nell’esterne parti sue laterali, e ne’bassamenti della facciata,
e ricomposte in essa le guaste figure a mosaico, se non presenta
più quell’antica venustà spirante della finezza de’marmi, e
dalle regolarità del pittoresco disegno, almeno è tolto lo
spettacolo disgustoso d’un eccelso Edifizio pericolante,
dandogli una solidità confortativa e piacevole. Avviso Per la
Locanda delle Scudo di Francia In Sinigaglia. L’esito felice,
che ebbe nell’anno scorso 1787 in Sinigaglia la condotta del
nuovo Albergo, e Trattoria, avvalorato dal numeroso concorso de
Forestieri, Mercanti, ed Abitanti d’ogni grado, e condizione,
diretta, e sostenuta da Antonio Ercolini Locandiere in Venezia
allo Scudo di Francia, lo animò al termine della condotta a
porsi in grado per altri tre anni consecutivi, che avranno
principio col presente 1788. di prestare la sua indefessa
servitù ai Signori Concorrenti alla Fiera di detta Città nello
stesso luogo dell’Ampliazione, in Casa di ragione del Signor Francesco Stramigioli, contigua al Teatro,
accresciuta in numero di Camere a qualunque uso, per maggior
comodo de’Forestieri, unica meta dei desiderj del sopradetto
Ercolini. Sarà pure sua particolar premura, che siano questi con
la più possibile puntualità, ed esattezza serviti nell’Alloggio,
nelle Cibarie, ed in fine in tutto ciò che spetta a’propj
doveri. Alle ore sedici di ogni giorno sarà preparata una
decente Tavola, come il consueto al prezzo di Paoli quattro
Romani, e alle ore diecisette ve ne sarà pure preparata un’altra
non meno decente della prima al prezzo di Paoli tre Romani, e
sarà in libertà di qualunque Forestiere, mercante, od altri, il
poter fare Tavola a parte in Locanda, e fuori di questa,
trasportando il necessario, allorché per questi non combinassero
le succennate ore, ben sicuri però d’essere con ogni precisione
serviti. Se qualche persona poi di qualunque siasi sfera, per
essere più sicuri dell’immancabile Alloggio, volesse
preventivamente indirizzarsi al detto Ercolini, si dà avviso,
che resterà aperto Carteggio a tal uopo in Venezia allo Scudo di
Francia sino al giorno 20. del p. v. Giugno 1788. e da detto
giorno in poi in Sinigaglia all’istessa Insegna, sino
all’apritura della Fiera e così al principio delle incessanti
fatiche, e premure del sudetto Locandiere, verso i suoi
Forestiere, Albergatori, d quali si dà francamente a sperare di
ottenerne un desiderabile aggradimento.
Sullo stato attuale dell’europa
Cadde Vergennes: del Germano Impero L’Eroe Vecchiezza nella
Tomba spinse Pace smarrita coprì il volto, e cinse Marte il
cimiero. Rise Discordia: non chiamato Auriga Saltò sul carro
apportator di Guerra, E con un sguardo misurò la Terra Dalla
Quadriga. All’armi, all’armi con sembiante orrendo Gridò
sferzando i corridor fuggenti All’armi, all’armi replicar le
genti Stolte fremendo. Allor percossa da maligna sorte, Par,
che di sdegno tutta Europa avvampi Spira sui mesti
abbandonati campi Aura di Morte. Tinge di Tema l’avvilita
faccia Scherno del Prusso il Batavo discorde Le labbra il
Franco per vergogna morde, L’Anglo minaccia. Scende il
Sabaudo a nuovi acquisti intento Sul contrastato rustico
confine, Cinto d’ulivo ancor Liguria il crine, Corre al
cimento. Guata la Grecia, e nuove Schiere appresta L’Adriaca
Donna all Usberghese invito, Mentre di Lidia fulminando il
Lito L’ira ridesta. Gli Antichi Daci sul Tibisco aduna
Dell’Istro il Forte; i gran pensieri occulta, Dal freddo
Ponte Catterina insulta L’Odrisia Luna. Impugna l’aste, e
alfin prorrompe all’onte Fremendo il Trace, e al minacciato
danno Le bende al molle Oriental Tiranno Tremano in fronte.
Da un Dio di Pace eccelsi Re Tutori Dati all’afflitta
umanità, che langue Dal crin togliete di fraterno sangue
Lordi gli Allori. Ma ohimè d’estinti la
Campagna è piena Vedo chi spira, e chi rivolto al Cielo
. . . . . Musa ricopri di retoso velo L’orrida Scena.
Questa mattina 26 corrente sono usciti dal Pubblico Arsenale i
seguenti Legni La Bellona Fregata lanciata all’acqua di fresco,
che dicesi verrà coperta dal Sig. Capit. Vicenzo Tommasi. Il
Nettuno Sciambecco. Una Galera. 4 Bergantini. 4 Feluconi. V’è
persona, ch’esercita per professione la medicina, e la
chirurgia, quale bramerebbe di stabilirsi in condotta. Il suo
ricapito è dal Colombani venditore di questo Foglio da cui avrà
esatte informazioni che avesse l’opportunità di secondare il suo
desiderio. Bastimenti Arrivati Un Fagotto
Grippola, un Fagottino Strafusaria, una Canna rame vecchio. una Cassa Vino in Bottiglie Una Coffetta
Paste. Bastimenti partiti
Alba O. m. Leva il Sole O. m. Mezzodì O. m. Mez. notte O. m. Luna
Leva O. m. Tram. O. m. 27 Cor. 7.30. 9.27. 16.28. 4.28. 5.34. 14.34.
28 7.26. 9.24. 16.27. 4.27. 5.19. 15.37. 29 7.22. 9.22. 16.26. 4.25.
6.21. 16.39. 30 7.18. 9.19. 16.24. 4.24. 6.42. 17.40. Ricapiti per
questo Foglio A Padova dalli Fratelli Conzatti Libraj. A Verona da
Giuseppe Lonardi Librajo. A Brescia da Dionisio Colombo Librajo. A
Bergamo da Francesco Locatelli Librajo. A Udine da Giambattista
Damiani Librajo. A Venezia da Paolo Colombani Librajo. Dalla
Stamperia Zerletti Venezia.
Sabbato 26. Aprile 1788.
Livello 2
Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Bergamo 19 Aprile 1788.
Essendo stato, il Nob. Signor Conte Giulio Santorini
Colonnello de’Corazzieri, e attuale governatore
dell’Armi in questa Piazza, promosso al grado di
Sergente Maggior di Battaglia, e Soprantendente Generale
della Cavalleria di questo serenissimo Dominio, i
Signori Assocciati al Casino de’Cinquanta, di cui egli è
attuale Presidente, hanno voluto dare un pubblico segno
della loro esultanza solennizzandola con un’Accademia di
Musica consistente principalmente in una Cantata
composta in sua lode. Questa fu eseguita la sera dello
scorso Giovedì nella loro Sala dalle migliori Parti del
Paese, e decorata in tutto colla possibile magnificenza.
Li Signori Socj in questo incontro hanno avuto il
dispiacere di non essere stati onorati dalla presenza di
S. E. il N. U. Conte Leonardo Valmarana attuale
Canisano, e Vice-Podestà, per essere incomodato da
leggera malattia (la qual cosa fu io parte compensata
dall’intervento dell’Eccellentissimo di lui zio) e di
non essere capace la loro Sala di dare ricetto a tutte
le nobili, e civili persone, che desideravano
d’intervenirvi, e ch’essi con ogni soddisfazione
avrebbero ammesse.
Livello 3
Conchiusione della Difesa del Lanfranchi.
“Pietosissimi Senatori, Assessori sapientissimi, oggi Voi non giudicate la causa del solo Lanfranchi, ma quella dell’umanità tutta. Guai se avessero luogo tali orribili attentati! Guai se la mano vendicatrice della Giustizia distributiva esser dovesse lo strumento della vendetta, dell’odio, e della persecuzione d’un particolar individuo! Non esset salva omnis caro. Quanti innocenti, quanti infelici cadrebbero alle macchinazioni vendicative dei potenti! Grande dunque è il caso presente, che decidete; grande perché versa sulla vita d’un uomo, che tanto costa alla Società, e tanto è caro al suo Principe; grande perché servir Jee d’esempio luminoso in faccia al mondo; grande perché riguarda la vita d’ogni individuo, che vive in Società. Segnate dunque, Augusto Delegato Confesso, il luminoso vostro Giudizio di libera assoluzione, strappate dalle mani d’una fiera un innocente agnello, e fate, che possi il misero in mezzo a’suoi ceppi esultare colle voci del Reale Salmista. Virga tua, & Bacculus tuus ipsa me consolata sunt. Grazie.”23 Corrente.
Sospraint. alle Xme del Clero E. Antonio Zuliani. Sopraintend. al Summario delle Leggi E. Giacomo Nani K. Teatri. Il Dramma serio con cui si riaprirà questo nobilissimo Teatro di S. Benedetto per la prossima Fiera dell’Ascensione, è intitolato Arminio. La musica sarà del Signor Gaetano Andreozzi Mastro di Cappella Napoletano, che nel Carnovale dell’anno passato si fece tant’onore nel Teatro medesimo onde ragionevolmente si spera, che la sua composizione debba riuscire d’universale aggradimento. Parti Musicali. Primo Uomo il Sig. Giovanni Rubinelli. Prima Donna la Sig. Franc. Buccarelli. Primo Tenore il Sig. Natale Mazzoni. Secondo Uomo il Sig. Lorenzo Biatti. Seconda Donna la Sig. Maria Generini. Secondo Tenore il Sig. Camillo Pezzoli. Li Balli saranno d’invenzione e direzione del Signor Francesco Clerico, e la loro musica composta da lui medesimo. Il Primo avrà per titolo li Amleto tratto dalla Tragedia, che fu recitata, e applaudita più volte in questa Città.Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Signor Gazzettiere. “Le due
Accademie date in Padova dal Signor Cav. Pinetti ottener
gli fecero il comune aggradimento. Il concorso fu
innumerabile, e la sorpresa della sue esperienza fu
universale, onde dal comune desiderio viene affrettato
il momento di godere anche in questa Capitale della
singolarissima sua abilità, il che avverrà nella Sensa
vicina. Fà dello strepito un disgustoso affare ad esso
avvenuto Martedì passato. Certo Pietro Battaglia Romano,
preso per pietà al suo servizio in figura di Secretario,
gli rubò i denari lire undici mila, un orologio d’oro
collo svegliarino, e catena di corniole antiche legate
in oro un cameo, biancheria, calzette di seta, &
altro. L’ingratitudine costui mosse l’attenzione di
molti per proccurare il modo di sapere ove sia nascosto,
o fuggito. La prego d’inserire questo Biglietto nel suo
Foglio di Sabbato, e mi protesto ec.”
Livello 3
Sullo stato attuale dell’europa
Ode
Safica
del Nob. Sig. Conte Fantoni di Firenze.
Cadde Vergennes: del Germano Impero L’Eroe Vecchiezza nella
Tomba spinse Pace smarrita coprì il volto, e cinse Marte il
cimiero. Rise Discordia: non chiamato Auriga Saltò sul carro
apportator di Guerra, E con un sguardo misurò la Terra Dalla
Quadriga. All’armi, all’armi con sembiante orrendo Gridò
sferzando i corridor fuggenti All’armi, all’armi replicar le
genti Stolte fremendo. Allor percossa da maligna sorte, Par,
che di sdegno tutta Europa avvampi Spira sui mesti
abbandonati campi Aura di Morte. Tinge di Tema l’avvilita
faccia Scherno del Prusso il Batavo discorde Le labbra il
Franco per vergogna morde, L’Anglo minaccia. Scende il
Sabaudo a nuovi acquisti intento Sul contrastato rustico
confine, Cinto d’ulivo ancor Liguria il crine, Corre al
cimento. Guata la Grecia, e nuove Schiere appresta L’Adriaca
Donna all Usberghese invito, Mentre di Lidia fulminando il
Lito L’ira ridesta. Gli Antichi Daci sul Tibisco aduna
Dell’Istro il Forte; i gran pensieri occulta, Dal freddo
Ponte Catterina insulta L’Odrisia Luna. Impugna l’aste, e
alfin prorrompe all’onte Fremendo il Trace, e al minacciato
danno Le bende al molle Oriental Tiranno Tremano in fronte.
Da un Dio di Pace eccelsi Re Tutori Dati all’afflitta
umanità, che langue Dal crin togliete di fraterno sangue
Lordi gli Allori. Ma ohimè d’estinti la
Campagna è piena Vedo chi spira, e chi rivolto al Cielo
. . . . . Musa ricopri di retoso velo L’orrida Scena. 23 April 1788.
Pielego Pat. Giorgio Benuzzi venuto da Zara e Non con Da Nona Balle 53 Tabacco, Sacchiero 4 Detto.Addi Detto
Saccoleva Capit. Michele Psarianò di Filini, venuto da Napoli di Romania raccomandato al Signor Conte Giuseppe Biscucchia, e Giuseppe Gambaro. Alli Signori sudetti Pezze 4000 Formaggio Moriotto compreso il rottame. Portata del Capit. e Marin. Pezze 300 Formaggio compreso il rottame.Addi Detto
Pielego Pat. Giorgio Tramontana venuto da Macasca con Cai Vino num. 19. un Rotolo rassa in più Cavezzi.Citazione/Motto
Tramessi
Addi Detto
Gaeta Pat. Giuseppe Giurovich venuto dalle Bocche di Cattaro, e Zara con Formaggio Morlacco Pezze num. 140.25 Detto
Polacca Capit. Girolamo Bonivento da Trapani, e Messina con A Spiridion Taraculli 256 Salme Sali da Trapani. Grazie e Portata del Capit. e Marinaj 3 Botti Agro di Limon da Messina.Citazione/Motto
Tramessi