Gazzetta urbana veneta: Num. 34

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Num. 34.

Sabbato 26. Aprile 1788.

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Carta/Carta ao editor

Bergamo 19 Aprile 1788. Essendo stato, il Nob. Signor Conte Giulio Santorini Colonnello de’Corazzieri, e attuale governatore dell’Armi in questa Piazza, promosso al grado di Sergente Maggior di Battaglia, e Soprantendente Generale della Cavalleria di questo serenissimo Dominio, i Signori Assocciati al Casino de’Cinquanta, di cui egli è attuale Presidente, hanno voluto dare un pubblico segno della loro esultanza solennizzandola con un’Accademia di Musica consistente principalmente in una Cantata composta in sua lode. Questa fu eseguita la sera dello scorso Giovedì nella loro Sala dalle migliori Parti del Paese, e decorata in tutto colla possibile magnificenza. Li Signori Socj in questo incontro hanno avuto il dispiacere di non essere stati onorati dalla presenza di S. E. il N. U. Conte Leonardo Valmarana attuale Canisano, e Vice-Podestà, per essere incomodato da leggera malattia (la qual cosa fu io parte compensata dall’intervento dell’Eccellentissimo di lui zio) e di non essere capace la loro Sala di dare ricetto a tutte le nobili, e civili persone, che desideravano d’intervenirvi, e ch’essi con ogni soddisfazione avrebbero ammesse.
Cause. “S. E. Reverendissima Monsignor Niccolò Antonio Zustinian Vescovo di Padova ricorse con Memoriale all’Eccellentissimo Serato per avere la facoltà confermativa dell’elezione de’Canonicati, anche di quelli, che vengono eletti dalli Reverendissimi Canonici del Capitolo della detta Città, sostenendo, che atteso il Decreto dell’Eccellentissimo Senato 1769 devono li Vescovi rientrare nelle loro antiche potestà, e diritti. E siccome con due Bolle Pontificie li Canonici di Padova ottennero il gius di conferma de’Canonici da loro eletti, così richiese a fronte del medesimo la preservazione de’primitivi diritti della sua dignità estesi anche sul prenominato Capitolo Reverendissimo. Questo oppose al Memoriale l’autorità dell’antico possesso di ratificare da sé medesimo l’elezioni delli suoi Canonici, sostenendo che il Vescovo interno del Capitolo sia il Capitolo istesso. Delegata la materia dall’Eccellentissimo Senato al Serenissimo Consiglio della Quarantia Criminale sotto li 22 Aprile corrente, fu trattata la Causa, e deffinitivamente decisa a favore di S. E. Reverendissima. Li su i Avvocati furono L’Eccellente Sig. Tommaso Gallino. L’Eccellente Sig. Stefano Stefani. L’Interruttore il Signor Faccini. Voti 25 – 6 – I.”

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Conchiusione della Difesa del Lanfranchi.

“Pietosissimi Senatori, Assessori sapientissimi, oggi Voi non giudicate la causa del solo Lanfranchi, ma quella dell’umanità tutta. Guai se avessero luogo tali orribili attentati! Guai se la mano vendicatrice della Giustizia distributiva esser dovesse lo strumento della vendetta, dell’odio, e della persecuzione d’un particolar individuo! Non esset salva omnis caro. Quanti innocenti, quanti infelici cadrebbero alle macchinazioni vendicative dei potenti! Grande dunque è il caso presente, che decidete; grande perché versa sulla vita d’un uomo, che tanto costa alla Società, e tanto è caro al suo Principe; grande perché servir Jee d’esempio luminoso in faccia al mondo; grande perché riguarda la vita d’ogni individuo, che vive in Società. Segnate dunque, Augusto Delegato Confesso, il luminoso vostro Giudizio di libera assoluzione, strappate dalle mani d’una fiera un innocente agnello, e fate, che possi il misero in mezzo a’suoi ceppi esultare colle voci del Reale Salmista. Virga tua, & Bacculus tuus ipsa me consolata sunt. Grazie.”
La Sentenza di fatti fù analoga alle soppliche di questo infelice. Fù assolto liberamente, e rilasciato dalle Carceri. Si sà anche, che per tal caso furono assai commessi da pietà, e tutto insieme da indignazione li Nostri due Eccellentissimi Rettori, e li tre loro rispettabili Assessori. Noi qui ci facciamo pregio di nominarli, perché ognuno riconosca quanto vana rendasi l’impostura, e la calunnia qualora la Giustizia risieda in anime nobili, ed illibate. Li due prestantissimi nostri Rettori sono l’Eccellentissimo Zuanne Barbaro Podestà, e l’Eccellentissimo Sebastian Crotta Capitanio. Dessi con ammirevole armonia governano questa vasta Provincia, e sono la delizia de’buoni, ed il terror de’malvagi. Il Signor Vincenzo Cogo, che copre l’onorevol posto di Vario, è abbastanza noto a chiunque; e per la sua sapienza, esperienza, e probità può chiamarsi a giusta ragione il primo trà gli Assessori, e Maestro di color che sanno in materia criminale. Il Sig. Niccolò Boerio, è il Giudice al Maleficio. La sua indefessa fatica, e pazienza nelli moltiplici affari, che lo circondano, merita particolar lode. Egli seppe in pochissimo tempo sbrigare molti Processi di varj retenti, che giacevano polverosi in obblio. Il Sig. Giuseppe Mainardi, che copre il terzo luogo di Giudice alla Ragione, è un Giovine di somma abilità, e probità, e che si distingue nel proprio ministero seguendo le orme de’suoi Colleghi. Non restarebbe, che a far qualche parola del Difensore, che con tanta carità, ed impegno si presso al sollievo di quel misero: ma non essendoci permesso di nominarlo ci restringeremo a rallegrarsi seco lui della bell’opera prestata all’umanità, e a desiderargli dal Cielo una lunga serie d’anni felici, giacché ebbe la forte di fuggire dagli artigli di morte a cui si trovò esposto un anno fà. Libri. Sino dal cominciamento dell’anno presente questo Librajo Giovanni Antonio Curti pubblicò un Avviso per promuovere l’assocciazione all’Opera intitolata Prospetto dell’Asia, dell’Africa, e dell’America, ovvero Descrizione de’luoghi con molte osservazioni sopra le Religioni, i Governi, le Scienze, l’arti, il Commercio, gli Usi, i Costumi, i Caratteri, ec. delle Nazioni, Traduz. dal Francese. Egli promise in otto Tomi circa il riassunto, o la sostanza delle Storie dei Viaggj nelle tre Parti del Mondo sud. e in seguito altri tre relativi a quei dell’Europa. “Quest’Opera, è detto nel Manifesto, in vece d’incontrarvisi ripetizioni nojose, inutili digressioni, od altre superfluità che stancano la pazienza di chi legge, ha il pregio d’essere una ristretta e precisa, ma piena e soddisfacente descrizione dei diversi Paesi dei quali tratta. L’illuminato e giudizioso Scrittore, conducendo, diciam così, per mano i suoi Lettori sopra la faccia dei luoghi dei quali vuole far loro conoscer il Fisico ed il Morale, pone loro sotto gli occhj un vivo quadro di quanto ne riguarda la Geografia, la Storia Naturale, la Politica, il Governo, la Religione, l’Indole, il Carattere, i Costumi, e gli Usi dei rispettivi Popoli con una chiarezza, che nulla lascia a desiderare. Nella Versione il Traduttore si è poi studiato, e si studie à costantemente d’imitare quell’elegante semplicità di stile, che caratterizza le Opera de’culti Scrittori di tutte le Nazioni, lontana egualmente dalle pressioni basse e volgari che avviliscono la locuzione, e dai termini ricercati, dalle frasi mendicate, dalle stiracchiate posposizioni, e dalle altre insipide affettazioni dei Retori condannate e derise dai veri Intelligenti del buon linguaggio Toscano: talché si spera che l’Opera riesca plausibile per tutti i riguardi, ed incontri il comun gradimento.” Bisogna che queste speranze comincino a verificarsi, perché il concorso degli Assocciati, il loro contentamento, il vantaggio con cui della medesima parlano i Fogli Letterarj, particolarmente questo di Venezia chiaramente lo dimostrano. Sono usciti i due primi Tomi. La forma è in 12, buona la carta, nitido e bello il carattere. Il primo è di pagine 269 non comprese la Dedica a S. E. K. Giacomo Foscarini, la Prefazione dell’Autore Francese, e due Carte Geografiche, una dell’Impero del Giappone, l’altra di quello della Cina. Il secondo di pag. 260 con una Carta Geografica della Tartaria Indipendente. Il prezzo d’assocciazione è di Lire tre al tomo. Si tiene aperta appresso il prenominato Librajo Giannantonio Curti, che dalla sua Botteghetta vicina al ponte de’Berretteri, passerà Lunedì v. a quella lasciata dal Fogliarini contigua al Caffè di Menegazzo nella Merceria di S. Giuliano. Nel N. 26 e nel 30 di questo Foglio dell’anno presente sono esibiti in vendita alcuni Libri Latini, de’quali i seguiti vennero acquistati, e se ne dà l’avviso per far sospendere le commissioni a chi scelti li avessi, o tutti, od in parte. Statuti & ordini de Ignolita Città di Venesia ec. Spretus Desiderius de amplit. de vast. & de inst. urbis Ravene. Fontanus Jacobus de Belle Rhodio. Hipparchi Bithyni in Arati & Eudoxi Phenomena ec. Telesius Bernardinus de serum natura ec. Canones & Decreta Sacros. Conc. Tridentini apud Manutium. Claudianus Opera (fine anno) Il M. R. Sig. D. Pietro Rossi di Verona sarà grazia di portarsi dal Signor Giuseppe Lonardi Librajo, che da lui saprà i prezzi ristretti di tutti quelli, che restano liberi. In Senato.

23 Corrente.

Sospraint. alle Xme del Clero E. Antonio Zuliani. Sopraintend. al Summario delle Leggi E. Giacomo Nani K. Teatri. Il Dramma serio con cui si riaprirà questo nobilissimo Teatro di S. Benedetto per la prossima Fiera dell’Ascensione, è intitolato Arminio. La musica sarà del Signor Gaetano Andreozzi Mastro di Cappella Napoletano, che nel Carnovale dell’anno passato si fece tant’onore nel Teatro medesimo onde ragionevolmente si spera, che la sua composizione debba riuscire d’universale aggradimento. Parti Musicali. Primo Uomo il Sig. Giovanni Rubinelli. Prima Donna la Sig. Franc. Buccarelli. Primo Tenore il Sig. Natale Mazzoni. Secondo Uomo il Sig. Lorenzo Biatti. Seconda Donna la Sig. Maria Generini. Secondo Tenore il Sig. Camillo Pezzoli. Li Balli saranno d’invenzione e direzione del Signor Francesco Clerico, e la loro musica composta da lui medesimo. Il Primo avrà per titolo li Amleto tratto dalla Tragedia, che fu recitata, e applaudita più volte in questa Città.

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Carta/Carta ao editor

Signor Gazzettiere. “Le due Accademie date in Padova dal Signor Cav. Pinetti ottener gli fecero il comune aggradimento. Il concorso fu innumerabile, e la sorpresa della sue esperienza fu universale, onde dal comune desiderio viene affrettato il momento di godere anche in questa Capitale della singolarissima sua abilità, il che avverrà nella Sensa vicina. Fà dello strepito un disgustoso affare ad esso avvenuto Martedì passato. Certo Pietro Battaglia Romano, preso per pietà al suo servizio in figura di Secretario, gli rubò i denari lire undici mila, un orologio d’oro collo svegliarino, e catena di corniole antiche legate in oro un cameo, biancheria, calzette di seta, & altro. L’ingratitudine costui mosse l’attenzione di molti per proccurare il modo di sapere ove sia nascosto, o fuggito. La prego d’inserire questo Biglietto nel suo Foglio di Sabbato, e mi protesto ec.”
Solennità ordinarie. Jeri giorno di San Marco principale protettore di questa Città, S. S. scese alla Messa Pontificia nella Basilica Ducale, Parrocchiale, e Matrice, ove giace il suo corpo. Secondo l’annuo costume vi passarono le scuole Grandi lasciandovi quantità di cere; e finita la Sacra funzione fu trattata a lauto Banchetto la muta d’Estate dal Serenissimo Doge. Non v’hà Tempio, che sia di questo più celebre nella nostra Città, si consideri la copia e finezza de’marmi suoi, o la quantità e bellezza de’lavori a mosaico, o il tutto insieme interno ed esterno, che presenta della magnificenza originale, e del bello all’occhio intelligente di chi scorre col pensiero lo spazio retrogrado di dieci Secoli circa per ritrovare del gusto nell’invenzione, e negli ornamenti d’un Edifizio sì antico di cui son venerabili sino i difetti, come lo sono anche le più barbare voci di Dante per la massiccia originalità del suo Poema, che sotto la rozzezza d’una Lingua nascente nasconde i tesori dell’Italiana Poesia, a guisa de’metalli che sono nelle miniere concentrati e sepolti tra la terra, ed i sassi. Questa superba Basilica sì nota per fama all’estere Nazioni, privilegiata da’Sommi Pontefici, arricchita da Principi, ed Imperatori Greci, oggetto una volta di lunghi e frequenti pellegrinaggj per le sue molte Sacre Reliquie, è nondimeno la più scarsa di tutte le Chiese esistenti di monumenti, e notizie, perché soggiacque più d’una volta agl’incendj unitamente al suo Archivio, e interamente, o in gran parte incenerita rimase. Particolarmente in quello avvenuto sotto il Dogado di Giacomo Tiepolo tutte le Scritture preda furono delle fiamme. La sua origine devesi riconoscere dalle traslazione del Corpo del Santo Evangelista dalla Città d’Alessandria a questa Dominante mentr’era in Sede il Doge Giustiniano Partecipazio, che assegnò gran summa d’oro per l’erezione di questo Tempio onde Giovanni di lui fratello, e successore nel Principato desse esecuzione alla Fabbrica. Secondo il Sansovino, ed altri Scrittori la sua fondazione seguì il 4 Marzo dell’anno 829, nel sito ov’era la Chiesa di San Teodoro. Si ha dal Banduri nel Tomo Primo dell’Impero Orientale, che servì di modello a questo Tempio quello eretto un Secolo prima in Costantinopoli dall’Imperatore Basilio il Macedone; e il famoso Fozio ne fece un confronto ammirabile allorché recitò una spezie di Panegirico in lode di questa Basilica. Gli ornamenti di mosaico incominciati si sono nell’anno 1071. Trent’anni prima si tenne in essa il Concilio Nazionale, ed ebbe la sua consecrazione il dì 8 Ottobre 1094. Riparata dalle ingiurie del tempo, che rovinosa e cadente la resero nell’esterne parti sue laterali, e ne’bassamenti della facciata, e ricomposte in essa le guaste figure a mosaico, se non presenta più quell’antica venustà spirante della finezza de’marmi, e dalle regolarità del pittoresco disegno, almeno è tolto lo spettacolo disgustoso d’un eccelso Edifizio pericolante, dandogli una solidità confortativa e piacevole. Avviso Per la Locanda delle Scudo di Francia In Sinigaglia. L’esito felice, che ebbe nell’anno scorso 1787 in Sinigaglia la condotta del nuovo Albergo, e Trattoria, avvalorato dal numeroso concorso de Forestieri, Mercanti, ed Abitanti d’ogni grado, e condizione, diretta, e sostenuta da Antonio Ercolini Locandiere in Venezia allo Scudo di Francia, lo animò al termine della condotta a porsi in grado per altri tre anni consecutivi, che avranno principio col presente 1788. di prestare la sua indefessa servitù ai Signori Concorrenti alla Fiera di detta Città nello stesso luogo dell’Ampliazione, in Casa di ragione del Signor Francesco Stramigioli, contigua al Teatro, accresciuta in numero di Camere a qualunque uso, per maggior comodo de’Forestieri, unica meta dei desiderj del sopradetto Ercolini. Sarà pure sua particolar premura, che siano questi con la più possibile puntualità, ed esattezza serviti nell’Alloggio, nelle Cibarie, ed in fine in tutto ciò che spetta a’propj doveri. Alle ore sedici di ogni giorno sarà preparata una decente Tavola, come il consueto al prezzo di Paoli quattro Romani, e alle ore diecisette ve ne sarà pure preparata un’altra non meno decente della prima al prezzo di Paoli tre Romani, e sarà in libertà di qualunque Forestiere, mercante, od altri, il poter fare Tavola a parte in Locanda, e fuori di questa, trasportando il necessario, allorché per questi non combinassero le succennate ore, ben sicuri però d’essere con ogni precisione serviti. Se qualche persona poi di qualunque siasi sfera, per essere più sicuri dell’immancabile Alloggio, volesse preventivamente indirizzarsi al detto Ercolini, si dà avviso, che resterà aperto Carteggio a tal uopo in Venezia allo Scudo di Francia sino al giorno 20. del p. v. Giugno 1788. e da detto giorno in poi in Sinigaglia all’istessa Insegna, sino all’apritura della Fiera e così al principio delle incessanti fatiche, e premure del sudetto Locandiere, verso i suoi Forestiere, Albergatori, d quali si dà francamente a sperare di ottenerne un desiderabile aggradimento.

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Sullo stato attuale dell’europa
Ode Safica
del Nob. Sig. Conte Fantoni di Firenze.

Cadde Vergennes: del Germano Impero L’Eroe Vecchiezza nella Tomba spinse Pace smarrita coprì il volto, e cinse Marte il cimiero. Rise Discordia: non chiamato Auriga Saltò sul carro apportator di Guerra, E con un sguardo misurò la Terra Dalla Quadriga. All’armi, all’armi con sembiante orrendo Gridò sferzando i corridor fuggenti All’armi, all’armi replicar le genti Stolte fremendo. Allor percossa da maligna sorte, Par, che di sdegno tutta Europa avvampi Spira sui mesti abbandonati campi Aura di Morte. Tinge di Tema l’avvilita faccia Scherno del Prusso il Batavo discorde Le labbra il Franco per vergogna morde, L’Anglo minaccia. Scende il Sabaudo a nuovi acquisti intento Sul contrastato rustico confine, Cinto d’ulivo ancor Liguria il crine, Corre al cimento. Guata la Grecia, e nuove Schiere appresta L’Adriaca Donna all Usberghese invito, Mentre di Lidia fulminando il Lito L’ira ridesta. Gli Antichi Daci sul Tibisco aduna Dell’Istro il Forte; i gran pensieri occulta, Dal freddo Ponte Catterina insulta L’Odrisia Luna. Impugna l’aste, e alfin prorrompe all’onte Fremendo il Trace, e al minacciato danno Le bende al molle Oriental Tiranno Tremano in fronte. Da un Dio di Pace eccelsi Re Tutori Dati all’afflitta umanità, che langue Dal crin togliete di fraterno sangue Lordi gli Allori. Ma ohimè d’estinti la Campagna è piena Vedo chi spira, e chi rivolto al Cielo . . . . . Musa ricopri di retoso velo L’orrida Scena.
Questa mattina 26 corrente sono usciti dal Pubblico Arsenale i seguenti Legni La Bellona Fregata lanciata all’acqua di fresco, che dicesi verrà coperta dal Sig. Capit. Vicenzo Tommasi. Il Nettuno Sciambecco. Una Galera. 4 Bergantini. 4 Feluconi. V’è persona, ch’esercita per professione la medicina, e la chirurgia, quale bramerebbe di stabilirsi in condotta. Il suo ricapito è dal Colombani venditore di questo Foglio da cui avrà esatte informazioni che avesse l’opportunità di secondare il suo desiderio. Bastimenti Arrivati

23 April 1788.

Pielego Pat. Giorgio Benuzzi venuto da Zara e Non con Da Nona Balle 53 Tabacco, Sacchiero 4 Detto.

Addi Detto

Saccoleva Capit. Michele Psarianò di Filini, venuto da Napoli di Romania raccomandato al Signor Conte Giuseppe Biscucchia, e Giuseppe Gambaro. Alli Signori sudetti Pezze 4000 Formaggio Moriotto compreso il rottame. Portata del Capit. e Marin. Pezze 300 Formaggio compreso il rottame.

Addi Detto

Pielego Pat. Giorgio Tramontana venuto da Macasca con Cai Vino num. 19. un Rotolo rassa in più Cavezzi.

Citação/Lema

Tramessi
Un Fagotto Grippola, un Fagottino Strafusaria, una Canna rame vecchio.

Addi Detto

Gaeta Pat. Giuseppe Giurovich venuto dalle Bocche di Cattaro, e Zara con Formaggio Morlacco Pezze num. 140.

25 Detto

Polacca Capit. Girolamo Bonivento da Trapani, e Messina con A Spiridion Taraculli 256 Salme Sali da Trapani. Grazie e Portata del Capit. e Marinaj 3 Botti Agro di Limon da Messina.

Citação/Lema

Tramessi
una Cassa Vino in Bottiglie Una Coffetta Paste. Bastimenti partiti

23 corrente.

Per Zante e Ponente Capit. Riccardo Coranforth. Per Corfù Capit. Niccolò Ponzetta. Cambj

Venezia 25 corrente.

Lione cinquantotto e un quarto. Parigi cinquantotto. Roma sessantadue e tre quarti. Napoli cento e sedici e tre quarti. Livorno centuno e tre quarti. Milano cento e cinquantaquattro e mez. Genova novantadue. Amsterdam novantatre. Londra quarantanove e sette ottavi. Augusta cento e due. Vienna cento e novantacinque. Addizioni. La serenità della giornata d’jeri, la temperanza dell’aria, un numero considerabile di Forastieri, chiamati da’trattenimenti della Sensa, hanno reso più folto e brillante dell’usato il concorso alle funzioni della Chiesa, e alle processioni delle Scuole Grandi, che si stesero lungo la Piazza. Pareva che Venezia tuta raccolta fosse a San Marco. I nostri zerbinotti attillati, che d’occhiate si pascono hanno avuto una bella occasione di saziare la loro curiosità, e di fare una raccolta d’osservazioni da empire il vacuo delle loro teste, e dar sapore a’critici dialoghi del Caffè, e de’Casini. Questi camaleonti amorosi vanno a’Mendicanti più che per la bella voce della Bianchetta per il bel viso della Bettina o della Marietta, e finito l’Oratorio corrono a stringersi in fil fuori della porta per divorare co’guardi le Bellezze, ch’escon di Chiesa, e lor lasciano un sentiero sì angusto per il loro passaggio, che sottrarsi non ponno alla più esatta rassegna. Questo è un trionfo per gli amabili visi, ma per le brutte un castigo, che son punite de’difetti della Natura con certi derisori sogghigni, ed altri atti d’insultante arditezza. Una di queste che ama estremamente la musica, si priva del piacere d’intervenire agli Oratorj per non divertire questi giovinotti insolenti, che passano per gente di spirito; e in un Biglietto scritto con tutto il calore, confessando d’avere una faccio che non può dare nel genio, senza però nominarsi, ci prega a dire una volta qualche cosa sul nostro Foglio sopra una sì indegna licenza. L’abbiamo servita: ma se mai ella credesse, che le voci d’una Gazzetta corregger potessero la Gioventù inclinata a passatempi simili, oh s’inganna a partito, e se vuol farne esperienza concorra anch’essa al primo Oratorio, che se ne accorgerà. Jeri dalla Nazione Greca stabilita in questa Città, la cui Pasqua cade domani, fu fatta la solita processione solenne. I Legni non sono usciti dall’Arsenale questa mattina, usciranno Martedì.
Alba O. m. Leva il Sole O. m. Mezzodì O. m. Mez. notte O. m. Luna Leva O. m. Tram. O. m. 27 Cor. 7.30. 9.27. 16.28. 4.28. 5.34. 14.34. 28 7.26. 9.24. 16.27. 4.27. 5.19. 15.37. 29 7.22. 9.22. 16.26. 4.25. 6.21. 16.39. 30 7.18. 9.19. 16.24. 4.24. 6.42. 17.40. Ricapiti per questo Foglio A Padova dalli Fratelli Conzatti Libraj. A Verona da Giuseppe Lonardi Librajo. A Brescia da Dionisio Colombo Librajo. A Bergamo da Francesco Locatelli Librajo. A Udine da Giambattista Damiani Librajo. A Venezia da Paolo Colombani Librajo. Dalla Stamperia Zerletti Venezia.