Gazzetta urbana veneta: Num. 18
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Livello 1
Num. 18.
Nomi degli Azionarj. N.H.MSS. Francesco Morosini 2.0 K. e
Proc. di S. Marco N.H.MSS. Niccolò Erisso p.0 K., e Proc. di S.
Marco N.H.MSS. Lodovico Manin K., e Procurator di S. Marco
N.H.MSS. Vettor Pisani Procurator di S. Marco N.H.MSS. Angiolo
Emo K., e Procurator di S. Marco Girolamo Asc. Giustinian K.
N.H. Giacomo Miani N.H. Alvise Emo N.H. Vicenzo Tron N.H.
Sebastiano Zen N.H. Zuanne Pesaro N.H. Francesco Pisani Sigg.
Fratelli Revedin qu.Antonio Zuanne Lazzaro Zuanne Lazzaro
Menachem di Leon Vivante Gio: Diego Marinovich Pietro Cappellis
Rech, e Lammit Giovanni Vanautgardem Fratelli Svajer Antonio di
Benedetto Buratti Giacomo Revedin qu. Angelo Giuseppe Antonio
Cavallar Vicenzo Tripovich Giacomo Peruzzi Giovanni Heinzelmann
Giuseppe Zoppetti Valentin Comello Gio: Battista Tamossi Amadeo
Cristiano Haid Federico Pfauz Girolamo Haù Tommaso Carminati
Antonio Bellatto Paulo Avanzetti Giuseppe Casara Matteo Chiorco
Gio: Antonio, e Giacomo Curnis qu. Zuanne Franc. di Girolamo
Fracasso Simon Carminati Marin Bellini Franc. Sonzogno qu.
Pietro Franc. Georgio Maii Vincenzo Bonsiol Gio: Andrea Bonzio
qu. Ant. Marco Astori d’Antonio Gius. qu. Franc. Cavenezia Gio: Cristoforo Guuinner Gabriel Cornet Andrea
Bortolotti Sebastiano Gaggio qu. Antonio Pietro Piccoli qu.
Gugliemo Antonio Duodo Daniel Bonfil, e Figlio Occioni, e Milesi
Gius. Treves qu. Emanuel Gio: Maria Guizzetti Giuseppe Occioni
di Gio: Luigi ux. o nomine Bartolommeo Cornet Aurelio, e Carlo
Todero Corrado Martens Niccolò Zuccalà Franc. Domenico Manenti
Bonomo Algarotti Giovanni de Serpos Simon Stella Pietro Cita
Leon. qu. Demetrio Capitanacchi Zuanne Pasco Carlo Lazzarini
Abram di Davin Almeda Spiridion Colovò Caliman Grassini Giovanni
Guarnieri Liberal Carnio Bartolommeo Bevilacqua Paolo Santini
Felice Lucchesi Giuseppe Carminati, e Figli Pietro Luisello
Giuseppe Mangilli Riesch, e Wagner Francesco Marsand Gio:
Battista Stua Almorò Daniel Pisani Gio: Battista Albrizzi Gio:
Antonio, e Fratello Pagan Antonio Cita Pietro Fontanella, e
Antonio Cita Francensco Camerata Zuanne Zeffiri Niccolò Beati
qu. Giuseppe Abram Vita d’Angeli Marco d’Abram Malta Leon di
Jacob Vita Vivante
Quale delle tre Italiane traduzioni meriti la palma tocca
giudicarlo agl’intendenti di Poesia, e particolarmente di questo
genere; a’conoscitori perfetti d’ambedue le Lingue. Se verrà
qualche decisione ragionata non mancheremo di darla prontamente
in luce. Ricercasi da un Anonimo in qual Opera del Signor Serin
si trovi l’Arietta esibita alla versione. Potrà comunicarcelo
chi ce l’ha mandata, o chiunque altro il sapesse. Le riflessioni
sopra la medesima piacquero infinitamente ad alcuni de’colti
Assocciati a questo Foglio, che sentir ci fecero la loro
approvazione, non meno per la forza d’argomentare, che per la
precisione, e facilità con cui son esse concepute ed espresse.
Conchiusione dell’idea del Libretto intitolato Teatro e discorso
sulle Donne, che vendesi dal Fogliarini per soldi dieci.
Avvenimento Tragico.
Avviso Teatrale. Si dà per certa notizia, che al servizio
del Nobilissimo Teatro di San Samuele verrà per la prossima
ventura Sensa il celebre Signor Onorato Viganò non meno
ammirabile per le invenzioni, che per la felice esecuzione
de’suoi Balli, come in passato ed in varj tempi n’ebbimo in
questa Città le più sicure onorisiche prove. Aggiungesi, che un
suo Figlio ora cresciuto allo stato di capacità sia un ballerino
molto stimabile, e che sotto la direzione d’un Padre e Maestro
sì intelligente debba ovunque meritare que’ pubblici applausi,
che qui si presagiscono, e che ottenne in Roma ove da
qualch’anno s’è esercitato. Scuole Grandi. Nella dignità di
Guardian Grande alla Carità è succeduto elettivamente
all’Illustrissimo Signor Matteo Michele Soranzo l’Illustrissimo
Signor Leonardo Spinotti. Casini. Frà i Nobilissimi Casini che
in questa Capitale mantengonsi con isplendidezza e decoro uno
de’primi è quello di S. Samuele così denominato dal Teatro di
tale Contrada. Questo è posto nelle Procuratie Vecchie, e per
istituzione non pagano che le Dame componenti la Società,
intervenendo i Cavalieri senz’ alcun aggravio. Siccome le
contribuzioni mensuali, e quelle d’entrata forniscono delle
summe eccedenti le spese, ed attualmente la cassa ha un avanzo
di 1500 zecchini, così ogni anno si estraggono quattro Grazie di
zecchini 50 l’una, che toccano in forte a quattro delle Dame
suddette. Mercordì p. p. seguì l’Estrazione dell’anno cor. a
favore delle L. L. E. E. Margherita Condulmer Corner, Barlenda
Berlendis Barziza, Cavaliera . . . . Civran Contarini, Cecilia
Michel Zustinian. Furti. Certo falegname di cui d’uopo è
credere, che l’abilità non fosse mediocre, perché lavorar soleva
ne’Palazzi de’nostri Signori, servivasi del suo mestiero come
mezz’ opportuno di fare il ladro domestico. Si dice, che i
recenti suoi latrocinj li abbia commessi in Cà Gritti a San
Marcuola, ed in Cà Moncenigo a San Samuele. Teneva una spezie di
magazzino a prigione sotto una Scala in Corte Firenzuola a San
Giacomo dall’orio ove chiudeva le cose rubate. L’altro jeri fu
aperto questo luogo per ordine dell’Illustrissimo Collegio
de’Signori di Notte al Criminal, e dopo un esatto inventario
furono di là traportati argenti, rami, specchi, commestibili ed
altri capi, che restituiti verranno senza in menomo aggravio
a’riconosciuti legittimi loro padroni. È incerto, se trà alcuni
ladri presi nel giorno suddetto vi fosse anche costui. Si crede,
che abbia avuto a tempo l’avviso di mettersi in salvo.
Tipografia. Dalli Torchj di Carlo Palese è uscito l’Elogio
Funebre dell’Eccellentissimo Kav. Erizzo che abbiamo steso nel
precedente di questi Fogli. È stampato in bella carta, buon
carattere, e colla solita sua esattezza. Si vende dal Fogliarini
al prezzo di soldi dieci. Esposizione per Carta. A San Bastiano.
Sabbato Primo Marzo 1788.
Continuazione de’Capitoli della Compagnia d’Assicurazioni.Livello 2
Livello 3
Citazione/Motto
Capitolo x. Non avrà voto
nelle deliberazione della Società, chi non ci sarà
entrato almeno con cinque Azioni; e ne avrà due chi ne
possederà dieci, tre chi ne avesse venti, e quattro chi
trenta, ma non più s’anche fosse maggiore il numero
delle sue Azioni. Sarà legittima ogni Riduzione, e
valide le sue risoluzioni perse dalla pluralità de’voti,
egualmente se pochi o molti individui si uniranno a
comporla. XI. Come non può vedersi il netto dell’utile o
danno de’Tocchi di Sicurtà del corso d’un anno che molto
tempo dopo, così ogni anno dovrà farsi dalli Direttori
un Bilancio provvisionale estratto esattamente da’Libri
Giornale e Maestro della Compagnia nel modo &c. Se
da detto Bilancio così formato ogn’anno nel mese di
Marzo risulterà un avanzo netto, allora li Sig.
Direttori detratto da esso il dieci per cento che si
assegna in compenso delle loro cure, ed uno per cento
d’elemosine a’poveri, riconosceranno del residuo ogni
Individuo proporzionatamente alle suo Azioni, onde
corrispondere il pagamento nel susseguente Aprile. E se
all’incontro apparisse intaccato il fondo di Cassa
de’Duc. 40 m. dovrà ogni Azionario nello stesso mese
d’Aprile scrivere in B. G. alli Presidenti Cassieri
della Compagnia l’occorrente a prorata delle sue Azioni,
per supplire all’intacco, e ciò fino alla consunzione
del settanta per cento, ch’ognuno è obbligato di
contribuire al bisogno. XII. Potrà ognuno vedere,
cedere, e alienare le proprie Azioni prevj gli atti
convenienti verso la Società pel riconoscimento de’nuovi
Socj, e sempre preferita la medesima all’acquisto
de’caratti che ceduti venissero. XIII. In qualunque caso
di naufragio o danno, che nascesse, siano per conto
della Società destinati per capi di ricupero li cinque
prenominati Direttori, uno o più d’essi, come meglio
converrà; e la provvigione dovuta per la figura di capi
di ricupero esser debba tra tutti cinque divisa. XIV. In
capo a’dieci anni fissati alla durazione della
Compagnia, cesseranno li Signori Deputati dal toccare
Sicurtà, e formato un generale deffinitivo
Bilancio, cessati li rischj de’tocchi per l’avanti
fatti, soddisfatti tutti li debiti, prededuzioni
prescritte, e venuti li Capitali di Duc. 80 m. di Zecca,
ogni ultimo avanzo che risulterà dallo stralcio della
Compagnia dovrà essere compartito a soldo per lira dalli
Presidenti Cassieri a cadauno degli Azionarj
proporzionatamente alle sue Azioni. XV. Per qualunque
questione che nascesse trà Socj o loro legittimi
Rappresentanti, a cagione della Compagnia durante il
corso di essa, o spirata che sia, s’intenda sempre
proibito il procedere per le vie del Foro con atti
Giudiziarj in pena di Ducati mille applicabili
all’Ospedale della Pietà, a chi mancasse, qual pena
ancora supplita si stabilisce, che qualunque contesa
abbia ad essere rimessa in due Soggetti, uno per parte
scielti, con facoltà a’medesimi di scegliere un terzo in
caso di discordia per deffinitivo giudizio, laudando ora
per allora le loro Terminazioni come Spazj di Laudo
de’Sereniss. Consigli e Collegj. XVI. A cauzione di
tutti gl’Interessati nella presente Società ed a cautela
di tutti li Contraenti colla medesima, sarà questa
Scrittura di Compagnia notificata al Magistrato
Eccellentissimo de’Sopra Banchi e presentata in atti al
Pubblico Veneto Nodaro. S’ implora da Dio Signore la
Benedizione alla presente Intrapresa.
Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Signor Gazzettiere.
. . . . . Commedie, ecco che io le somministro un
Argomento tratto dalla verità, e se non è suscettibile
di tale composizione potrà servire per il suo foglio.
Serv. ed Associato N.N.
L’Orfanella Riconosciuta.
Livello 4
Esempio
Anni sono si
stabilirono in questa Città una Signora Genovese
con persona se dicente suo Marito ed una picciola
Ragazza di due anni appena. Passati alcuni anni in
cui avevano messo in piedi una picciola Bottega di
mode sparirono i due finti conjugati e lasciarono
l’orfana figlia dell’età di diec’anni in mano ad
una buona Donna che la serviva di Maestra. La
compassione delle anime sensibili e cristiane fece
che fosse la figlia accettata in un Ritiro. Giunta
alla età in cui la natura fa conoscere i suoi
diritti sugli esseri a Lei soggetti, e bramando
anche di godere d’una libertà, la Ragazza era per
prender marito. E già il tutto era pronto; ma
troppo necessario erano le sedi di Battesimo per
parte sua, e però non sapendo ella dir altro se
che era nata a Genova e sbagliando sul cognome
della Madre e del Seduttore, ch’ella credeva suo
Padre, si rendeva difficile il modo di trovar la
verità. Frattanto che persone s’interessavano e
scrivevano per saper ed indagare dei lumi su tale
Orfanella si era questa collocata in qualità di
Cameriera presso una Dama. Quando la combinazione
ha fatto, che il Padre vero siasi egli pure
indirizzato al Negoziante stesso in Genova per
indagare le notizie di sua figlia che era
parimenti ricercato da qui per estraere le fedi.
Il giubilo del Padre è stato estremo: si è scritto
tosto alla Dama che la figlia sarebbe stata
mandata a prendere da persona sicura. Questa si è
distaccata colle lagrime le più amare
dalla sua Padrona. A Novi ha riconosciuto il suo
vero Padre, e si è svenuta fra le braccia paterne.
Ella è figlia unica di ricco Banchiere. Ella, che
ha dato alle stampe alcune
Questa Lettera viene da Brescia.
Livello 3
Biglietto.
Lettera/Lettera al direttore
Se a V. S. non dispiace questa Traduzione
dell’Arietta di Serin è pregata di stamparla nella
prossima Gazzetta imminente.
Livello 4
Lisa è cara ed amorosa, Lisa incanta
allor che parla; Il conoscerla e l’amarla È per
tutti una sol cosa: Vi sia pur chi la condanni Come
forse un pò cangiante; Io la giudico costante, Ella
m’ odia da trent’ anni.
Livello 3
Il parere del Signor D’Alembert
scritto al Signor Roussau intorno alle donne, è tratto dal
Melan. de Littere d’Histoir. V. 2. a Amsterdam. Questo
celebre Autore, uno de’più grandi ch’abbia avuto a’nostri
giorni la Francia difende il ben Sesso contro il Cittadino
di Ginevra ch’esclama: dove si troverà una Donna amabile, e
virtuosa? Trattiamo in esse la Natura, dice il loro
Apologista, come la trattiamo ne’giardini; cerchiamo di
ornarle tenendole oppresse. Non possiamo dissimulare, egli
aggiunge, che nell’opere di genio e di piacere, elle
riuscirebbono meglio di noi; ma specialmente in quelle che
son animate da sentimento, e da tenerezza. Rimprovera il
Roussau di non aver mai lette nell’originale le Lettere
d’Eloisa quando giunge a dire che le donne non sanno
descrivere nè sentir amore. Sostiene che la debolezza del
corpo non facendo ostacolo all’opere di genio, e di sagacità
negli uomini, com’ è provato da mille esempj, così
un’educazione più solida e maschia potrebbe ad esse render
atte anche le femmine, sentimento di Cartesio che le giudicò
più capaci che noi non siamo alla Filosofi, come lo dimostro
una sventurata Principessa che fu la più illustre trà gli
Scolari di quel gran Filosofo. Impugna la massima avanzata
dal sud. Roussau che la coltura dello spirito sia perniziosa
alla virtù degli uomini, e molto più la quella delle donne.
Conclude, che se la verità spandesse un lume
più libero, esteso ed eguale, non terremmo le donne più
oltre in ischiavitù, e nell’ignoranza, ed elleno si
rimarrebbero dal sedur noi, dall’ingannar, e aggirare i loro
mariti. Nell’Esame di questo Parere, dice il Compilatore del
Diario, che le proposizioni del Signor d’Alembert intorno
alle donne, potrebbero forse aver luogo in qualche Globo del
Fontenelle, ma nel nostro non mai. Aggiunge ch’essendo esse
formate dalla Natura più deboli degli uomini, vuole ragione,
e la loro stessa utilità, che siano custodite, e protette
come sua parte, e ch’elleno scambievolmente si prestino a
sovvenirli in ragione della loro debole, e inferior
condizione decretata, e voluta, e ostentata dalla Natura.
Cita Aristotele, al passo ove dice che: Alcuni sono per
natura liberi, ed altri servi, e l’annotazione del
Pufendorfio, che nega un diritto di natura al più robusto
della persona, o più perspicace e più scaltro sopra a chi
per questi riguardi è meno di lui: ma riflette, che questa
inuguaglianza è però principio e radice di subordinazione in
quelli che son da meno, e di precedenza in quelli che
vagliono più, quali concorrono ad un patto sociale, ed una
ragione economica. La testura delle donne, ei soggiunge, il
tuono della loro voce, la delicatezza della loro carnagione,
le convulsioni a cui sono soggette, provano la debolezza del
corpo. In opposizione al Signor d’Alembert sostiene che
questa influisca su quella dello spirito; e che se la
debolezza accidentale degli uomini non impedisce alla loro
mente d’alzarsi a sublimi pensieri, e in essi fermarsi, ciò
non può fare la essenziale e costitutiva delle donne
risultante da tutti gli elementi che compongono il corpo,
fibre, umori, visceri ed elaterio. Lasciando al d’Alembert
le Lettere d’Eloisa egli rammenta Il Laberinto d’Amore del
Boccaccio, e la Satira VI. di Giuvenale. Riconosce il pudore
delle donne dalla pusillanimità, che nasce dalla loro
debolezza, porta un paragone per sostenere il suo assunto, e
promette il resto nel mese venturo.
Metatestualità
Questo saggio sopra il Libretto
annunziato può invogliare il bel Sesso a provvedersene per
difendere la sua causa trattata sì liberamente e con forza
dalla Parte avversaria, chiamando in soccorso Mons. Thomas,
che molto può assisterlo col suo Essai sur le caractere des
femmes.
Metatestualità
La seguente Lettera è risponsiva ad una nostra
ricerca sulla dilucidazione d’un caso funesto successo a
Schio nella Settimana grassa del Carnovale prossimo passato.
Abbiamo ritardata la sua pubblicazione per riferirlo con
fondamento al solo oggetto d’imprimere nelle menti, e
ne’cuori degli uomini un salutare terrore per il maneggio
dell’armi da fuoco la cui domestichezza sì spesso fà nascere
delle tremende disgrazie.
Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Signor Gazzettiere. Ecco il
succinto dettaglio di quanto mi ricercate. Il Lunedì
grasso alle ore 17. circa certo Francesco Rampon, era
accordato al servizio del Maniscalco di Schio, fu
introdotto in casa del Sig. Antonio Alberti dal servitor
del medesimo ad oggetto d’allestir l’occorrente per indi
insieme mascherarsi il dopo pranzo da Contrabbandieri. A
tal fine Rampon prese da un angolo della casa certo
archibuso, che sembrava negletto, comincia ad
esaminarlo, e nel preparar lo stesso
(come da certi vien detto), senza osservar dove fosse
diretta la bocca (o come altri vogliono) rivogliendo per
ischerzo la stessa verso la serva dell’istesso Signore
la quale era appena entrata in casa, le sortì una fiera
arcobugiata; colpì essa fra il torace, e l’umbilico
l’infelice serva Anna Righetta, e nel momento restò
esangue vittima, o della riprensibile inavvertenza, o
del condannabile scherzo del sud. Rampon. Questo è
quanto si può raccogliere sopra un fatto, che più
preciso non si può rilevare per mancanza di testimonj.
Metatestualità
La Gazzetta s’è dichiarita
vigorosamente contro queste maledette mascherate da
contrabbandieri, e da assassini. Se le si badasse su certi
articoli si potrebbero evitare de’mali. Ignoriamo da qual
Paese, e da quale mano ci sia venuto il Foglio che qui diamo
in luce. La sola tardanza di pubblicarlo ci sembrebbe una
colpa.
Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Signore. Sapendo quanto voi
abbiate a cuore di rendere la vostra Gazzetta tanto
utile che interessante, io credo di rispondere alle
ciste che vi animano, pregandovi di rendere manifesta
una scoperta, che veramente è stata fatta da molto
tempo, ma che probabilmente è ancora ignorata da una
infinità di persone, come ho potuto vedere in alcuni
de’vostri Fogli sul soggetto di cui son per parlarvi.
Accade frequentemente in cotesta vostra Patria, come in
ogni altra gran a’cammini, con ispavento delle Famiglie
per le fatali conseguenze che può produrre, se mancano i
più pronti soccorsi. Quelli, che ordinariamente
s’impiegano cagionano un grand’imbarazzo, e sovente non
giungono ad arrestare i progressi delle fiamme. Io
dunque propongo un mezzo facile e semplice per
estinguere il fuoco in simili casi. L’esperienza che
molte volte ne feci, ed anche recentemente, avendo
sempre avuto l’esito che le desiderai, mi son finalmente
determinato a pubblicarla indicandone il modo da me
praticato. Tosto che mi son accorto, che il fuoco s’era
comunicato alle fuligine che turava la gola del cammino
incendiato, cavai tutta la legna che allora trovavasi
sul focolare lasciandovi soltanto la brace: presi poi
tre o quattro cipolle ch’io tagliai in sottilissime
fette, ed avendole stese sopra gli accesi carboni, ho
sempre veduto con un eguale soddisfazione cessare le
fiamme quasi nell’istante medesimo che il vapore esalato
dalla cipolla innalzavasi nel cammino. È necessario
avvertire, che bisogn’ aver cura di tenere chiuse le
porte e le finestre della camera, o cucina dov’è il
focolare, per non aver contraria l’aria esteriore.
Questa maniera d’estinguere il fuoco non è, come vedesi,
nè difficile, nè dispendiosa; ed io credo che volontieri
verrà adottata perché non c’è Famiglia sì povera, che
tener in casa non possa tre o quattro cipolle. Siccome
io non sono l’autore di questa scoperta, così nemmeno
pretendo di partecipare alla gloria di quello che fu il
primo a fare l’esperienza di cui vi parlo; ma almeno
sarò ben soddisfatto s’io posso pubblicandola
contribuire alla tranquillità de’particolari, e
garantirli dalle conseguenze alla tranquillità
de’particolari, e garantirli dalle conseguenze funeste
che ponno derivare dall’incendio d’un cammino. Giacché
voi, Signor Gazzettiere, avete avvertito
chi nol sapeva, che l’oglio acceso non s’estingue
coll’acqua ma colla cenere, cercando dal canto vostro
d’illuminar l’ignoranza onde prevenire il pericolo del
quale ho parlato, ci sarà caro d’offerire un mezzo
d’evitarne i tristi progressi al caso che non abbiasi
potuto prevenirlo.