Gazzetta urbana veneta: Num. 15
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Num. 15 Mercordì 20. Febbrajo 1788.
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Sabbato p. p. vi fu concorrenza al
Consolato di Durazzo trà il Signor Angiolo Stefano Marconi ed il
Signor Girolamo Morana. Fu eletto il Primo dall’Eccellentissimo
Collegio con 25 Voti di sì, e 4 di nò. Il Secondo n’ebbe di sì
16, e di nò 13. Continuazione degli Ordini
Degli Eccellentissimi Prov. in Zecca,
e Masseri all’Argento. Parti Oro. XXVI. Che ogni esercitante tal Professione, o per sè, o per altri, debba di mese in mese portare nota giurata al Ministro Deputato in Zecca dalle L. L. E. E. di tutte le verghe, o siano bolzoni, che averà fatto, dichiarendo il loro peso, e qualità, e le persone per le quali sono state fatte, e ciò sotto le pene &c. Fabbri. XXVII. A chiunque in tal Arte viene espressamente proibito il battere in qualunque siasi luogo verghe, o bolzoni d’argento per li Mercanti da oro, od altri, volendosi che ciò far possa soltanto il Fabbro incaricato di questo lavoro nella Zecca, a norma della Terminazione di L.L. E.E. 1677. 25 Luglio. E se a qualch’altro Fabbro fuori di Zecca portate venissero delle verghe da battere, sia esso in obbligo di presentarle al loro Magistrato, e conseguirà oltre la metà dell’offerto valore, la metà ancora della pena pecuniaria a cui condannato fosse il committente; premj che verranno accordati anche a’garzoni, o lavoranti de’Fabbri che denunziassero una simile trasgressione ne’loro padroni &c. XXVIII. Si proibisce al Fabbro di Zecca esecutore di tali lavori, il poter battere alcuna verga se prima ricevuto non abbia il solito Bollettino segnato del giorno, numero e peso delle verghe, da consegnarlo poi al Ministro a cui spetta; nè potrà batterle che in quel solo indicato giorno: alle quali cose &c. Il resto in seguito.
Carte Pubbliche. Avendo rivolte l’Eccellentissimo Senato
le paterne sue cure, e sollecitudini sopra l’argomento delle
Scuole private al comun uso ch’esistono disperse in questa
Dominante, nelle quali senza alcuna soggezione di Legge, e di
sopraintendenza viene da Persone tanto Suddite, che Estere
educato un copioso numero de’Giovani di tutte le Classi con
metodi tra loro affatto diversi, o che potrebbero essere non
analoghi a quelli prescritti dalla Pubblica Autorità, ha perciò
conosciuto con principj di Religione, e di Governo necessario,
che abbia ad aversi anche sopra d’esse Scuole
un’attenta continua pubblica sopraveglianza, sicché sia tolta la
troppo illimitata libertà di metodi, e d’insegnamenti, e sia
possibilmente conformata la privata Educazione con quanto è
stato per la Pubblica stabilito. A questi essenzialissimi
oggetti avendo dirette le provvidenze espresse nelle
Deliberazioni delli 7. del mese presente, e comandata l’estesa
di articolata Terminazione che le raccolga per esserne
prescritta la loro diffusione, ed osservanza; Gl’Illustrissimi,
ed Eccellentissimi Riformatori dello Studio di Padova
infrascritti, in adempimento de’Sovrani Comandi, sono devenuti
da terminare, e terminando comandare le cose seguenti. I. Si
statuisce, che restando in libertà delle Famiglie di valersi
nelle loro Abitazioni dell’Opera di qualunque Maestro per
l’Educazione de’respettivi Figliuoli, non abbia ad essere
tenuta, nè aperta nella Dominante alcuna Scuola per l’Educazione
della Gioventù senza la previa Pubblica permissione. II. La
licenza per tenere, ed aprir Scuola, cioè di ridurre in Casa
propria un qualche numero di Giovani di qualunque Classe, e
condizione per istruirli nelle Lettere, e nelle Scienze, sarà
con Mandato Gratis accordata dal solo Magistrato nostro a tutti
li Sudditi sì Ecclesiastici, che Secolari, qualora sieno forniti
di probità e di capacità conosciute. III. Comprovar dovranno i
Concorrenti colla produzione di Fede di Battesimo la loro
Sudditanza; così pure il loro buon costume col mezzo di Fedi, o
de’respettivi parrochi, ovvero di Discessi Vescovili. IV. Non
potranno per conseguenza tener, nè aprir Scuola Persone di
Estero Stato, quando non ne ottenghino con particolar Decreto
dell’Eccellentissimo Senato sopra le informazioni del Magistrato
nostro il specioso permesso. Si dichiara però, quanto a quei
Maestri Forastieri, i quali si trovassero in attualità
d’esercizio, che sarà loro accordato il termine di mesi tre
dall’Approvazione della presente, onde possano prodursi ad
ottenerne la licenza, nel quale frattempo saranno abilitati a
poter proseguir le respettive loro Scuole. V. Resta proibito
a’Chierici Veneti di tener Scuola aperta, dovendo tosto
dimetterla quelli che l’avessero intrapresa, nel che si terrà
vigile il Magistrato; pubblica intenzione essendo, che compier
abbiano prima la propria loro istruzione delle pubbliche Scuole,
con tanta pubblica cura istituite, e con tanto dispendio, e
sollecitudine mantenute. VI. Si proibisce l’insegnare nelle
predette Scuole Studj Teologici, e Canonici per i quali
abbondantemente si è provvisto nelle Pubbliche, in quelle
de’Chierici ne’Sestieri, e nelle altre de’Seminarj. Si potrà
solamente in esse istruir la Gioventù negli Studj, e nelle
Scienze, divise nelle cinque infrascritte Classi, che sono la
prima Leggere, Scrivere e Conti: la seconda Grammatica: la terza
Umanità: la quarta Logica, Rettorica, e Belle Lettere: e la
quinta Giurisprudenza Civile. Sarà però dal Magistrato accordato
il permesso a quei Maestri, che si distinguessero per
cognizione, e dottrina: il dar pur anco Lezione nelle loro
Scuole ne’Studj di Metafisica. VII. Doverà ogni Maestro per
ottenere la licenza di tenere, o d’aprir
Scuola dichiarir al Magistrato in qual genere di Studj, e di
Lettere intenda d’ammaestrar la Gioventù, nè potrà mai
estendersi ad insegnare nella sua Scuola altre facoltà, che
quelle, per le quali avesse ottenuta la licenza. VIII. Sarà cura
del Magistrato di far, riguardo alle Classi superiori,
riconoscere, col mezzo di accreditati dotti individui del Veneto
Clero, la qualità de’Metodi, de’Libri, e delle Discipline da
cadaun Maestro impiegate, facendo anche esaminare detti Maestri,
qualora non avesse il Magistrato dalla notoria fama sufficienti
riscontri. IX. Alle condizioni suespresse sarà pur permesso di
tenere Scuola della Natura delle suddette anche a quei Regolari,
i quali esercitar si volessero nell’Uffizio d’insegnar
ne’respettivi Monasteri ad Individui estranei dalla Monasteri
medesimi. il resto in seguito. Domenica di sera 17. cor. dal
Corpo rispettabile delli Sig. Rinnovati si diede un’Accademia
nella quale trà le Parti Cantanti si distinse il celebre Sig.
Babbini il cui merito fa ovunque nascer gli applausi. Anche
questo Spettacolo fu sì bene diretto ed apparecchiato con tanto
decoro, e grandiosità, che servì del migliore e più nobile
trattenimento che aver potesse in questa stagione, alla scelta,
ragguardevole, e numerosa Udienza che si raccolse a goderlo.
Nella sera medesima s’accese all’Anconetta una rissa trà uno
sventurato Costajo abitante alle due Corti in Contrada di San
Marcilian, e tre malviventi che dalle ingiurie passarono
a’fatto. Egli rimase ferito, e nel giorno seguente spirò.
Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 16 Febbrajo 1787 M. V.
Introito. Venezia L. 112855: 1. Terra Ferma L. 210004: 7. L.
322859: 8. sono D. 52074. gr. 3. Numeri Estratti 68: 36: 71: 60:
41: Vincite. Ambi com l’Augumento D. 8760. Terni simili D. 9450.
Estratti D. 1290. D. 19500. Qualità e quantità de’Terni. N. 3.
da Duc. 500. N. 1. da Duc. 300. N. 1. da Duc. 250. N. 3. da Duc
200. N. 4 da Duc 150. N. 11. da Duc. 100. N. 13. da Duc. 50. N.
12. da Duc. 25. N. 47. La ventura Estrazione sarà li 15. Marzo.
1788 Bastimenti di Partenza. Checchia Capit. Stef.
Lombardo con can. 14. e marin. 18. per Salonicchio e
Costantinopoli entro il prossimo Marzo. Checchia Capit. Crist.
Ruscovich con can. 10. e mar. 14. per Smirne entro il cor. mese.
Brigantino Capit. Ant. Federigo con can. 12. e mar. 15. per
Cipro e Alessandretto entro il p. Marzo. Checchia Capit. Michel
Bellucci con can. 10. e mar. 12. per Lisbona entro il v. Aprile.
Checchia Capit. Franc. Maddalena con can. 6. mar. 14. per
Alessandria e Cipro entro il cor. Checchia Capit. Greg. Davanzo
con can. 8. mar. 14. per Livorno e Genova entro il cor. Checchia
Capit. Dom. Bonsignori con can. 18. e mar. 14. per Genova,
Marsigli a, e Cadice entro il cor. mese. Bastimenti Arrivati.
Degli Eccellentissimi Prov. in Zecca,
e Masseri all’Argento. Parti Oro. XXVI. Che ogni esercitante tal Professione, o per sè, o per altri, debba di mese in mese portare nota giurata al Ministro Deputato in Zecca dalle L. L. E. E. di tutte le verghe, o siano bolzoni, che averà fatto, dichiarendo il loro peso, e qualità, e le persone per le quali sono state fatte, e ciò sotto le pene &c. Fabbri. XXVII. A chiunque in tal Arte viene espressamente proibito il battere in qualunque siasi luogo verghe, o bolzoni d’argento per li Mercanti da oro, od altri, volendosi che ciò far possa soltanto il Fabbro incaricato di questo lavoro nella Zecca, a norma della Terminazione di L.L. E.E. 1677. 25 Luglio. E se a qualch’altro Fabbro fuori di Zecca portate venissero delle verghe da battere, sia esso in obbligo di presentarle al loro Magistrato, e conseguirà oltre la metà dell’offerto valore, la metà ancora della pena pecuniaria a cui condannato fosse il committente; premj che verranno accordati anche a’garzoni, o lavoranti de’Fabbri che denunziassero una simile trasgressione ne’loro padroni &c. XXVIII. Si proibisce al Fabbro di Zecca esecutore di tali lavori, il poter battere alcuna verga se prima ricevuto non abbia il solito Bollettino segnato del giorno, numero e peso delle verghe, da consegnarlo poi al Ministro a cui spetta; nè potrà batterle che in quel solo indicato giorno: alle quali cose &c. Il resto in seguito.
Metatextuality
La seguente Aria del
Sig. Serin ci viene mandata da un Incognito affine che
inserendola in questo Foglio sia mosso qualche ingegno
poetico a darne una bella Traduzione.
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Hèlene est bonne, Hèlene est
tendre, Son esprit est fait pour charmer; Qui l’entend veut
encor l’entendre, Et quì la connoit doit
l’aimer: On dit qu’elle est un peu changeante, Mais fur ce
point je la dèfends; J’ai droit de la juger constante, Elle
me hait depuis trente ans.
Metatextuality
Se il Nob. Sig. Conte Carlo
Roncalli di Brescia, che sì felicemente ha conservate le
grazie, e la semplicità originale di tanti Pezzetti Francesi
sul gusto di questo, e ne ha superati alcuni nelle
pregiatissime sue Versioni, come può vedersi nella
elegantissima Raccoltina de’suoi tradotti Epigrammi stampata
a Parma, volesse soddisfare il desiderio di chi ci ha
diretti i surriferiti Versi, non resterebbe ad esso che
bramare di meglio, e noi avremmo la compiacenza di decorar
questi Fogli con un nuovo tratto della sua penna, che senza
stendersi in dispute, ha fatto conoscere ad evidenza come
l’armonia, e pieghevolezza della nostra Lingua posso rendere
i più dilicati pensieri dell’altre.
In Senato. 16 Corrente.
Alla Giustizia Nova E. Giambat. Morosini qu. Ales. All’ Eresia E. Federico Calbo.In M.C. 17 Detto.
Pod. a Chiozza dura m. 16 Reggim. con pena, elez. dello Scrutinio confermata dal M. C. E. Filippo Priuli di E. Giacomo. Fu dispensato da tal Reggim. E. Alvise Bernardo. Pod. e Capit. a Bassan dura m.16. E. Alvise Minio qu. Alvise. Finisce E. Zuanne Tron Secondo. Consigliere a Capodistria d. m.16. E. Giustinian Maria Badoer. F. E. Pietro Marco Zorzi. (La Temi dice Marie non Zorzi) Al Magist. Sopra Gastaldo E. Z. Ant. Zorzi qu. Pietro. F. E. Alvise Bembo. Cottimo di Londra E. Gir. Marin qu. Carlo F. E. Gir. Marin qu. Domenico. Dazio del Vin E. Giacomo Morosini F. E. Giacomo Benzon. Alla Quarantia Criminal In luogo di E. Niccolò Longo + E. Marco Moro qu. Zuanne Secondo. Pieggio E. Angiolo Boldù. Sabbato p. p. dalle 2 alle 3 della notte si sentì il suono della campana a martello nella Contrada di San Luca, che sparse un improvviso terrore il quale si calmò ben presto per la breve durata de’botti funesti. s’era attaccato il fuoco del cammino al solajo d’una Casa vicina alla Locanda della Regina d’Ongaria in Corte Morosina. La prontezza con cui accorsero a porvi riparo gli Eccellentissimi Patroni attuali all’Arsenal Zustiniani e Veronese, orinando i tagli opportuni, estinse sul suo nascere un incendio che minacciava qualche gran rovina. Dacché la Pubblica Provvidenza da stabilite le Guardie degli Arsenalotti per i Sestieri della Città, i pronti soccorsi impediscono delle stragi: ma sembra che l’inavvertenza, particolarmente de’Servitori, si sia accresciuta con questo avvicinamento di rimedj a’mali, perché sono molto frequenti i pericolo gravissimi si sterminare delle Famiglie, e l’accidente, il caso, la fatalità, a cui tutto s’attribuisce in simili triste occasioni, non nascerebbe mai s’ognuno a cui spetta avesse cuore e attenzione al più importante di tutti i doveri. L’unica Figlia del Defunto Sig Francesco Pezzana rimasta erede della pingue sua facoltà ha segnalato i primordj del di lei famigliare governo con una generosa pietà, che le merita l’ammirazione, e la lode del Mondo. Non ebbe misura nelle spese funerali, e ne’suffragj proccurati all’anima del suo buon Padre. Rimeritò largamente chiunque lo assistì nella sua malattia, e supplì alla defficienza del suo testamento compartendo delle benificenze considerabili sopra tutti gli Agenti del florido Negozio di Libri da lui lasciato, e sopra l’altre persone di servizio in Città, e in Campagna. Ereditando co’Beni suoi anche i sentimenti caritatevoli del di lui cuore ha già cominciato ad assistere sull’ esempio suo quelle creature infelici, ch’erano da lui metodicamente soccorse, e il di lei contengo annunzia a’poveri una benefattrice degna del suo Genitore. Se tanto declamasi contro di quell’Anime dure, che in casi simili giungono persino a contendere i legati a de’miserabili, è ben giusto che si onori de’meritati elogj, chi sà confonderle con atti sì degni di spontanea beneficenza. Paragrafo di Lettera scritta da Corfù in data delli 24 Decembre p. p. da un Mercante di quella Piazza ad un suo Corrispondente di questa.Level 3
Letter/Letter to the editor
V’è già noto, che sino dalli
28 Mag. dell’anno passato, è partito da cotesta vostra
Patria il Sig. Leone di Menachem Vivante per venir qui
ad abbracciare la sua amata Famiglia. In tale occasione
egli fece una speculazione mercantile, che far non seppe
prima di lui alcuno de’nostri Negozianti. Acquistò
dagl’Idrioti a prezzo molto conveniente buona quantità
di formenti del maggior peso, e ne fece un carico per
Genova sul Bastimento di Capit. Bernardo Lucovich. Tal
esempio affatto nuovo per quest’Isola, animar dovrebbe
degli altri all’imitazione onde a poco a poco rendere la
nostra Piazza un magazzino di grani da provvedere
l’altre Nazioni, quando per ordinario d’essi penuria per
la poca quantità che ne produce. La sua vicinanza al
Regno ubertosissimo della Morea la mette a portata d’un
tal ramo di commercio. Se questo si vedrà un giorno
fiorire dovremmo saperne grado al prenominato Sig.
Vivante, che ne diede il benefico impulso: e se l’altrui
negligenza lascierà diseccarlo, non perirà per ciò la
grata memoria del di lui benefico tentativo scolpito
ne’cuori di tutti quelli ch’amano i vantaggi di questa
loro Patria. Giacché s’è letto sulla Veneta Urbana
Gazzetta alcune notizie mercantili di queste Isole del
Levante soggette al Dominio Veneto, starebbe bene che
faceste inserire nella medesima la presente mia Lettera,
che forse forse potrebbe produrre qualche buon effetto.