Gazzetta urbana veneta: Num. 2
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Livello 1
Num. 2. Sabbato 5. Gennajo 1788.
Cause. Certo Pietro Zanfrà con suo Testamento nell’anno
1623. 11. Agosto formò un Fideicommisso ne’suoi Figli, e
Discendenti, de’ Beni di sua ragione. La morte di certo
Giammaria Zanfrà, aprì una via alle pretese di certi Villici
Zanfrà di succedere nel Fideicommisso; ma conteso questo da
certa Angiola Boni come Tutrice, e Curatrice di sua Figlia Anna
Isabella Zanfrà Nipote del detto qu. Giammaria, dovettero li
Villici Litis Consorti Zanfrà sostenere un’acerrima lite decisa
jeri Post al Serenissimo Consigilio di 40. C. N. con uno Spazzo
a favore de’ Villici. Avvocati al Taglio per la Tutrice
Eccellente Marco Bonomo Eccellente Tom. Gallini Andriani
Interruttore Sig. Bart. Comarolo al Laudo per i Consorti
Eccellente Stefano Stefani Eccellente Dom. Campiuti
Interveniente Sig Francesco Maelo Giudizio Al Taglio 13. al
Laudo 19. n. s. o. Uno di questi Villici, che consolati
rimasero, viveva d’elemosine in questa Città. Furon assisiti
gratis tanto dagli Avvocati, che dall’Interveniente. Funzioni
Sacre ordinarie. La Chiesa Parrochiale di S. M. Mater Domini ha
per Titolare la Circoncisione del N. S. G. C. giorno, che aprì
il nuovo corso all’anno presente. In essa si stabilì nel 1130.
una delle nove Congregazioni, che compongono il Clero Veneto.
Quanto alla sua fondazione l’hanno determinata le Cronache sotto
il Dogado di Pietro Candiano IV. e sotto lo Spirituale Governo
di Pietro Marturio Vescovo di Castello. Vi sono delle opinioni,
che nella sua origine dedicata fosse a Santa Cristina, ed
uffiziata da Monache, appoggiate forse dall’ uso di celebrare
l’uffizio di detta Vergine, dall’altare innalzato a suo onore, e
dalla denominazione, che conserva una Corte della Contrada
volgarmente detta delle Muneghe. Era vicina a cadere per le
ingiurie del tempo, quando si fece risorgere da’fondamenti sul
modello del celebre Sansovino, e fu depositato in essa il
prezioso dono d’una Palla d’argento massiccio lavorata finamente
a basso rilievo, opera Greca trasportata da Costantinopoli nell’
anno 1660. Ebbe d’uopo anche in questi ultimi tempi di qualche
ristauro. Nella Cappella della Famiglia Trevisana vi sono tre
pregiatissime statue, e intorno alla Chiesa i dilettanti di
Pitture trovano da saziare l’avidità del bello in molte variate
maniere; perocchè, tacendo ancora altri nomi illustri, offrono
de’ capi d’opera de’ loro pennelli un Palma il vecchio, un
Tintoretto, un Wandich, un Cavalier Bambini. Non è da tacersi,
che in questa Chiesa ogn’anno vengono dispensate tre Grazie di
700 Ducati l’ una. La l’rima è destinata ad una Gentildonna, che
voglia farsi Monaca a Sant’ Alvise; le altre due si danno dal
Guardiano e Presidenti della Scuola del SS. alle Fanciulle di
Contrada quand’abbiano la vocazione di vestire l’ abito
Religioso in qualche Monastero dello Stato Veneto. Nel suddetto
giorno, oltre della Solennità di questo Tempio, e delle funzioni
di tant’altri per eccitare la divozione a cominciar bene il
nuovo anno con esercizj di cristiana pietà, v’ è un gran
concorso nella Chiesa Ducale di S. Marco ove scende Sua Serenità
all’ adorazione del Ss. Sacramento, che per tre giorni si tiene
esposto, nel secondo de’ quali interviene S. E. Reverendissima
Monsignor Patriarca di Venezia allo stesso divoto oggetto. Nel
terzo poi, quando il tempo lo permetta, il che di rado succede,
Sua Serenità coll’Eccellentissimo pieno Collegio, e con un
numerosissimo seguito di P. P. V. V. accompagna
processionalmente il Venerabile intorno alla Piazza: ma quando
la pioggia, o il suolo fangoso lo vieti, come Giovedì successe,
la Processione si stende al coperto intorno alla Corte del
Palazzo Ducale. In mancanza di Monsignor Primicerio, che non
ancora fece l’Ingresso della sua Dignità, portò il Venerabile
Monsignor Fabiano Blascovich Vescoco di Macasca. Oggi nella
Ducale Basilica di San Marco si benediscono l’Acque. Seguiremo
il metodo costantemente di serbare al Foglio d’ogni Sabbato la
descrizione delle ordinarie Funzioni della settimana. Esposizione per Carta. A S. M. Zobenigo. Ai 4 e 5 del
corrente mese cioè jeri ed oggi. Guardian il Sig. Matteo
Bontolozzi. Alli Frari Ai 6 e ai 7 cioè Domenica, e Lunedì. A
San Pantalon Ai 8 e ai 9 cioè Martedì, e Mercordì. Guardian il
Sig. Carlo Ferri. Risposta.
Arrivo di Bastimeti
In Venezia Dal Colombani Librajo al Ponte di Rialto. Al Caffè in Campo a S. Bartolommeo. Alla Spezieria della Vigilanza al Ponte de’ Dai. A Padova dalli Signori Fratelli Conzatti Libraj. A Verona dal Signor Giuseppe Lonardi Librajo. A Brescia dal Signor Dionisio Colombo Librajo. A Treviso dal Signor Giulio Trento Librajo. A Udine dal Signor Giambattista Damiani Librajo. Dalla Stamperia Zerletti Venezia.
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Metatestualità
Se in questi primi Fogli dell’anno
corrente impiegar ci conviene degli Articoli, che
particolarmente riguardano la nostra impresa, il Pubblico
vorrà onorarci del suo benigno perdono riflettendo, che
tendono all’unico oggetto di meglio servirlo. Nè il
dispensato Manifesto, nè la introduzione al precedente
Numero, ponno bastare alla necessità di essere bene intesi
da tutti, e di replicar delle cose per vincere l’altrui
ripugnanza, ed aver degli ajuti da scemare la nostra fatica,
e recar qualche vantaggio alla Società. Si lagnano alcuni di
non trovare in luce talvolta delle notizie, ch’esser gradite
potrebbero, quando con un pò di grazia fossero presentate.
Per esempio venne ascritto a mancanza il non veder parola
sopra un magnifico pranzo, che da numerosa allegra compagnia
fecesi, non ha molto, all’Osteria della Luna, con un
bizzarro ed ingegnoso apparecchio. Si disse: il Gazzettiere
ha taciuto questo, quando tanto s’estese su quello de’
Rovinazzi, e scappano contro di lui delle accuse. Ma saper
bisogna, che il Gazzettiere è in Carica nella Società de’
Rovinazzi, ch’egli pars magna fuit, e poteva per ciò render
conto bene di tutto. Se qualche membro dell’accennata
Compagnia ci avesse comunicata una descrizione del
trattenimento festevole di quel giorno, l’avremmo data alle
stampe. È meglio tacere, che parlar a caso. Il tavolino, la
Stamperia, ci occupano talmente, che non abbiamo tempo
d’andar quà e colà, a veder tutto quelle, che si potrebbe
vedere, nè di frequentar i Caffè dove si raccolgono tutte le
novelle del giorno. Pagate degli uomini, dice taluno,
mandateli in giro per la Città, fate che v’informino di
tutto ciò che succede. Oh sì Signore, staremmo freschi per
Bacco, se alle tante altre spese aggiungessimo ancora
queste. E poi qual servizio s’avrebbe? Vi son degli occhi
che non veggono, delle lingue che non parlano sennon per
oscurare le idee delle cose più chiare. Mandar de’ Biglietti
officiosi, recarsi personalmente talvolta, per aver de’ lumi
su’ de’ punti essenziali, non valse nulla. Scordar non ci
possiamo di San Trovaso, e de’Catecumeni, ove le prime
nostr’ esperienze ebbero un esito così infelice
da toglierci il coraggio di farne dell’altre. Anche intorno
alle Cause s’odono delle querele . Perché quella sì, e
questa nò? Perché di quella n’ebbimo l’informazione, e di
questa nulla. Nè aspettiamo su tal Articolo le sole
relazioni spontanee, ma le sollecitiamo con tutto il fervore
verso un nostro Amico Forense, che ce ne ha somministrate in
passato, e ch’ora ci sembra un pò troppo economo nel
favorirci. Se stampato fosse quello, che dir possiamo sul
presente Soggetto, si vedrebbe, che non son giuste certe
lamentazioni e rimproveri a noi diretti, e che son anche
troppi gli aggravj che ci caricano, e le gratificazioni
accordate affine che non ci manchi materia da dilettar,
interessare, e meritar la soddisfazion di chi legge,
particolarmente de’ benemeriti nostri Assocciati per i quali
c’impegna un sentimento di rispettosa riconoscenza. Vaglia
il fin quì detto a persuadere chiunque, che non abbiamo
voluto presentar un Piano dell’attuale nostro lavoro nel
Manifesto sparso in questi giorni, non per limitar
arbitrariamente le nostre fatiche, ma per evitare la
dispiacenza di mancar a qualche parte delle promesse
pubbliche, che pensiamo sempre ad arricchire non ad
impoverire questa Gazzetta, come chiaramente apparisce nel
numero di Mercordì, e che sovente potremo inserirvi qualche
cosa d’ utile, se l’esempio di chi ci mandò la breve
Dissertazione sulla Farmacia, a cui dobbiamo i più sinceri
ringraziamenti, scuoter potrà una volta l’inerzia di tante
penne, o la renitenza di chi condanna i parti del proprio
ingegno all’oscurità de’ Manoscritti sepolti.
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Lettera/Lettera al direttore
Continuazione della Lettera
Farmaceutica. La formola del Baumè (pag: 603.) sarebbe
lodabile, qualora fosse bandito il Croco orientale non
adattato per tutte le circostanze, per le quali quì si
prescrive. Circa poi alle Acque, e agli spiriti
distillati, o sian essi semplici, o composti, che si
preparano con piante odorose, e con piante di niun
odore, queste sono di pochissimo, o niun valore, per
essere prive di quello spirito rettore, che è il solo
che per distillazione comunica la sua efficacia; perciò
la ricetta dell’Acqua Vulneraria sarebbe più celebre col
rifiuto dell’erbe senza odore. In Farmacia si dovrebbe
escludere la ricetta dell’Acqua cordiale del Sassonia,
poiché essa è composta con la maggior parte di sughi di
piante prive dello spirito rettore, e ridicolosamente
schiarificati avanti della distillazione, poscia
aggiuntovi l’Aceto distillato saturato con diverse terre
inerti del genere delle Argille, e con Margherite
preparate: cosicché tenendola preparata secondo la
prescrizione dell’Autore, in breve tempo si guasta a
grave pregiudizio di Fabbricatore. Giá a quest’ ora la
maggior parte delli Medici ne hanno abbandonato l’uso.
Ma che s’avrà poi a dire di que’Manipolatori, che si
fanno lecito di alterare il loro Composti con la
capricciosa sostituzione, od aggiunta di qualche
ingrediente, che a loro torto intendere dà una più
pronta attività, come sarebbe a dire ad un Elettuario
Alterante aggiungervi un ingrediente solutivo: non
calcolando intanto nè le indicazioni opposte, nè i
diversi rapporti, nè le inopportune, e
talora dannose conseguenze, che possono risultarne? Non
accenno, che pochi capi, e questi ancora con somma
brevità. Ma non sarà poco il frutto, se qualcheduno si
riduce per la prima volta a pensare; e a rettificare il
suo metodo. Corse così scemerà uno almeno del numero di
quelli, che o ciecamente seguono gli usi appresi da
persone più ignoranti di loro, o per la mancanza delle
necessarie teorie confondendo un Sale con un altro,
commettendo altri equivoci di grave pregiudizio,
vogliono arditamente appropriarsi quella facoltà, che
appena e propria soltanto di un Uomo ben istrutto nella,
Eisica Chimica, Materia Medica, e Bottanica. Il valente
Signor Salvador Mandruzzato Professore in Farmacia
espose in un piccolo libretto Alcune idee sopra la
Riforma della Farmacia tanto necessaria per restituire a
quest’arte importante il lustro, e la riputazione, che
ad essa conviene, e per richiamare i Cultori di essa a
quella nobile istituzione, a cui ai loro natura debbono
tendere. Sarebbe desiderabile, che il suo piano si
estendesse, e si abbracciasse generalmente. Affretto co’
miei voti un’epoca, che ci viene promessa vicina.
Intanto terminerò, se vi contentate Signore, con un
passo di Spielmann.
Livello 4
Citazione/Motto
Hac ratione Formatus
Pharmacopaeus dignitatem artis suae tuebitur,
publica commoda insigniter promovebit, ad
provehendam medicinam, augendumque naturae
cognitionem, scientiaeque naturalis ambitum
ampliandum haud inanem operam contribuet, una cum
Medico saluti Civium pariter consulat, Doctoris
medicinae nequaquam, ut vulgò viderur, Famulus,
sed Frater, Collega, Cooperator, Amicus.
Metatestualità
Questa relazione ci viene
graziosamente dall’Amico accennato nel principio di questo
Foglio. Egli comincia a ricordarsi di noi, e lo ringraziamo
di cuore, pregandolo a non aversene a male se lo
stimoliamo a favorirci von più frequenza.
Metatestualità
In un Biglietto
in dialetto Veneziano, ma che inclina un pò al gergo, e d’un
carattere da chiamar l’interrogazione di Plauto se una
gallina abbia scritto, si capisce a forza di combinare, che
si vorrebbe sapere se la Sala di Westminster sia più grande
di quella del Maggior Consiglio in questo Ducale Palazzo.
Corsa una scommessa di due Bozze da lira de Vin de Cipro, lo
Scrittore del Biglietto, che non è stato mai a Londra, vi
s’è impegnato nella ferma idea, che non possano darsi Sale
più grandi di questa. Egli promette al Gazzettiere una
Bottiglia di Vino di Cipro se gli fa vincere le due Bozze.
Il suo competitore è stato a Londra, e probabilmente sarà
qualche marinajo.
Livello 3
Lettera/Lettera al direttore
Caro Sior Tomio (con tal nome
si sottoscrisse) ci duole il darvi una cattiva nuova.
Mandate il Vino di Cipro a vostro Compare Berto (così
egli chiama il suo Avversario) perchè lo avete perduto.
Se la scommessa fosse per la larghezza soltanto, in
questa Causa avreste il vantaggio d’una patta; perocchè
tutte e due le Sale hanno una latitudine di piedi174: ma in lunghezza non c’è che la
piccola differenza di cento e ventidue piedi avendone
duecento e settantadue quella di Westminster, e cento e
cinquanta questa del Maggior Consiglio. Se non siete
persuaso appellatevi ad un altro Giudice, che noi questa
volta non beviamo certamente Vino di Cipro alla vostra
salute; e vi consigliamo a non impegnarvi in iscommesse
senz’ aver alcuna idea di comparazione. C’è il piccolo,
il mediocre, il grande, il grandissimo, il buono,
l’ottimo, il massimo; ogni Paese ha le sue rarità, e il
sigillo del non plus ultra che mette a tante cose l’Amor
della Patria, sovente perde al confronto il credito
della legittimità.
Metatestualità
Nel ricorrere ad un’Opera Inglese
tradotta in Francese, per avere la cognizione necessaria a
rispondere a Sior Tomio, abbiamo trovato il Pezzo seguente,
che facendo a proposito diamo tradotto.
Livello 3
Eteroritratto
Considerazioni sulla Sala di
Westminster. Assai più, che per la vastità della sua
estensione, questa Sala è degna di Storia, per le famose
opposizioni d’alcuni avvenimenti, de’ quali divenne il
Teatro. Essa fu fabbricata nell’anno 1097. da Guglielmo
il rosso, Figlio di Guglielmo il
Conquistatore, che destinolla per delle Pubbliche Feste.
La sua lunghezza é di piedi duecento e sessantadue, ed è
larga sessantaquattro. Qualche critico trovò ch’era
troppo spaziosa. Quando il Monarca lo seppe dichiarò che
la medesima non potrebbe passare, che per una camera da
letto a fronte di quella, ch’ egli aveva avuto desiderio
ed intenzione di fare. Riccardo Secondo la fece
allargare nel 1397, ed in essa trattò dieci mila
persone. Questa Sala è il primo luogo in cui li Re d’
Inghilterra s’ assidono sul loro trono. In essa fu
deposto Riccardo. La medesima servì quasi sempre ai
reali banchetti, ove quanto v’ era di meglio nelli tre
Regn, e in Europa, fu regalato dai Re. Nondimeno una
volta Enrico Terzo la convertì in Ospitale; perocchè
raccolse in essa sei mila pitocchi, e li fece mangiar e
bere a sazietà. Nel tempo in cui li Parlamenti ancora
s’univano nella medesima, un’orribile escrescenza
d’acqua allagolla, a segno che passavasi in barca. Nei
giorni della incoronazione, il campione d’ Inghilterra,
armato di tutto punto v’entra a cavallo, e gettando a
terra il suo guanto, sfida chiunque osasse di
contrastare il diritto nel nuovo Sovrano. Videsi nel
1316 ovvero nel 1317 sotto il Regno d’Odoardo Secondo,
una donna vestita da cortigiana entrare a cavallo nella
stessa Sala, mentre che il Re dava un Festino alla
Corte, girar intorno alla tavola, gettare dinanzi al
Sovrano uno scritto nel quale censuravasi i suoi cattivi
costumi, e d’ingiustizia veniva accusato, voltare la
briglia, salutar ad uno ad uno tutti quei commensali, ed
andarsene.
28. Decembre 1787.
Piel. P. Franc. Bertoli da Zara con a Girolamo Manfrin 20 Bar. tabac caricato a Zara, e 120 Bar. ulive.29 Detto.
Bergantino nom. Bettina Cap. Giov. Apsej Ingelse, da Londra e Falmaut raccom. A Emanuel Giacur con 420 Bar. di Cospettoni. Da Londra a chi presenterà 1. Cassa Terraglie, una Balla mercanzie di lana, 3 Botti dette. 1. Forzier roba da uso. 1 cassa ferramenta lavorata. 1 Bar. Salnitro 12 Casse Bande stagnate 1743. Pezzi di legno da colori, 5 Tonnellate legno Brasiletto 1 cassa ferramenta lavorata 6 Balle Pevere 2 Bal. Peverella 2. Bar. stagno 2 Casse ferramenta lavorata 1. Collo manifatture di Montesier, 3 Coffe Birra 8 Coffe Terraglie, 3 Casse ferramenta lavorata 2 Colli Scurie 1 Bal. manifatture di Montesier 2 Bar. stagno 1. Coffa Terraglie 3 Casse ferramenta lavorata 4. Bot. Terraglie 4 Casse ferramenta lavorata una Bal. merc. di lana. Bergantino Albert Cap. Giov. Cristemaj da Londra e Falm. da Falmaut a Em. Giacur 400 Barili Cospettoni a chi presenterà 166 Gajandre di piombo a Gio: Maria Ruberti 2 Bal. Ferramenta lavorata a Franc. Lucatello 1 Casse detta a Girol. Ippoliti 1 Botta ferramenta lavorata a Giambat. Zanfardini 2 Casse ferramenta lavorata a Bart. Trevisiol 1 Botti ferramenta lavorata a Francesco Lucatelli 3 Colli mercanzia cioè uno orologi, 1 chincaglie, 1 roba da uso a chi presenterà 1 Balla merci di lana a Tom. Zandanal 1 Cassa merci di lana a Gabriel Cornet 30 Barili Rettrigerio a chi presenterà 20 Colli Pevere, e 1 Balla stoffe a Simon Carminati 2 Casse Instrumenti da Musica a Gir. Gielmi 2 Balle cannadindie, 1 Cassa serram. lavorata a Tom. Zandanal 1 Balla manifatture di gotton a Simon Carminati 12 Balle pevere a Luigi Burri 1 Cassa Instrumenti da Musica a chi presenterà 20 Bal. Pevere, 19 Bot. Budelli salati, 50 Casse Pipe a Bart. Trevisiol 1 Cassa ferramenta lavorata al Dottor Cherubini 1 Cassa Libri a Nic. Cristofolo Melèl 1 Botte Birra e Formaggio a Menachen di Leon Vivante 60 Denti di Elefante a Francesco Calvi 1 Cassa ferramenta lavorata a chi presenterà 2 Casse Droghe, 1 Cassa Instrum. da Musica, 3 Bot. Terraglie, 17 Coffe Birra, 3 Coffe Terraglie. Pielego P. Trifon Bamba da Cattaro con 550 Pezze Formaggio, 2 Tocchi Porcina, 1 Casson Cand. di sevo e una Cassetta 26 migl. Castradina, 1 Mogliazzo Carne salata 84 Mogliazzi fighi 65 Fagotti Pelli e Boldroni a rifuso 277 Pel. a rifuso 1 Rotolo rassa in più Cavezzi30 Detto.
Pinco Capit. Ant. Marovich, a Durazzo raccom. a Cap. Vicenzo Tripovich con 1875 Bal. Tabacco Piel. Pat. Alvise Ingiostro da Spalatro, Traù, Sebenico, e Zara Dalla Città di Spalatro. 9 Casse cand. di Sevo, 6 Bal. Pel. Becchine e Boldroni a rifuso Da Sebenico 3 Cai cerchiati oglio di portata Capit. e Marin 7. Tram. Oglio, 3. cai cerchiati Catrame 16 Bar. Carne salata 19 Bar. Sevo colato, e 1 pan detto 10 Lingue salate 4200 Ocche ferro grezzo 1 fag. Laton vecchio 85 Rotoli Rasse di Bedena 10. Bar. Miel 630 Bar. fighi e 6 Mastelladi 56 Bar. Ulive salate 1 Fag. Tresfusaria 4 Fag. Cera gialla 1 Bal. Pelli Becchine e Boldroni Da Zara. 166 Pani Sevo, 1 Bal. Pelli Boldroni 9 Bar. Miel 1 Fag. Bronzo vecchio 1 Fag. Seta grezza 1 Bar. Rame. Piel. P. Zuanne Piccoli dalla Brazza con 14 Cai Vino, 18 Bar. Ulive salate, 2 Mogliazzi carne salate, 2 Mogliazzi carne salata Piel. P. Prosperò Marogonvich dalla Brazza con 35 Cai Vino, 2 Cai vuoti vinati 13 Bar. Vino 7 Bar. Vino di Grazie 2 Sacchetti Grippola31 Detto.
Brich il Bel Montenegrino Capit. Pietro Lipovas da Scopolo e Zante A Fran. Cavaco e Mat Lipoves 70 Cai Vino Scopolo 26 Cantara Rasina, e 10 Pegola Spagna Tramessi dal Zante. A S. E. la N. D. Fiorenza Ravagnin Vendramin 1 Bar. Oglio A S. E. E. Francesco Vendramin 1 Bar. Oglio Primo Gennajo. Nave Olandese La Fortuna Capit. Gio. Verberne da Amsterdam rac. a sè medesimo A Rech e Laminitz 1 Cassetta Thè Agli Eredi Rubbi 10 Bar. Sucaltin 2 Bar. Giallo Santo A Frinkras e Majer 3 Cassette Vino Il resto nel Foglio de Mercordì. Commedie.Venerdì 4. Gennajo.
A Sant. Angiolo. Lo strepitoso Bando del Cavalier Onerato. Per questa Sera. Polì e Jamson Drama di Carat. Inglese Mai più rappresentata. A San Gio: Grisostomo. Venerdì, e questa Sera. Etelwige Regina d’Inghilterra. A San Luca. Venerdì. L’Orfano Inglese. Per questa Sera. I Pettegelezzi delle Donne.6 Gennajo
Alba ad ore 12 e m. 53. Leva il Sole ad ore 14 e m. 41. Mezzogiorno a ore 19 m. 5. Mezzanotte a ore 7 m. 5. Leva la Luna a ore 13 m. 54. Tramonta a ore 7 m. 21.7 Detto.
Alba ad ore 12 m. 52. Leva il Sole a ore 14 m. 40 Mezzodì a ore 19 m. 5. Mezzanotte a 7 m. 5. Leva la Luna a ore 14 m. 29. Tramonta a ore 22 m. 42.8 Detto.
Alba a ore 12 m. 52. Leva il Sole a 14 m. 39. Mezzodì a 19 m. 4. Mezzanotte a 7 m. 4. Leva la Luna vacuo Tram. a 23 m. 42.9 Detto.
Alba a ore 12 m. 49. Leva il Sole a 14 m. 37. Mezzodì a 19 m. 3. Mezzanotte a 7 m. 3. Leva la Luna a 15 m. 1. Tram. a ore 0 m. 43. Ricapiti per questo FoglioIn Venezia Dal Colombani Librajo al Ponte di Rialto. Al Caffè in Campo a S. Bartolommeo. Alla Spezieria della Vigilanza al Ponte de’ Dai. A Padova dalli Signori Fratelli Conzatti Libraj. A Verona dal Signor Giuseppe Lonardi Librajo. A Brescia dal Signor Dionisio Colombo Librajo. A Treviso dal Signor Giulio Trento Librajo. A Udine dal Signor Giambattista Damiani Librajo. Dalla Stamperia Zerletti Venezia.
1Atteso l’allargamento ordinato da Riccardo Secondo la scommessa perduta sarebbe anco in larghezza.