Gazzetta urbana veneta: Num. 6
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Num. 6. Mercordi di 20. Giugno 1787. Dalla Stamperia Zerletti Venezia.
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Abbiamo ricevute tre lettere Lunedi prossimo passato, due da Padova, l’altra da Treviso, le quali ci
presentano tre diverse ricerche letterarie che non appartengono al nostro pubblico incarico. Nella
prima, persona di nostr’ amichevole confidenza, ci prega a saperle dire se il famoso Prigioniere
dalla maschera di ferro, aneddoto singolare su cui la Francia ha tanto parlato, fosse veramente il
duca di Montmouth, come in certa sua Operetta opina Monsieur de Voltaire. Se a questo quesito
qualch’ erudito vuole rispondere, gli diamo l’eccitamento di farsi onore. Nella Seconda un
incognito, che scrive con molta eleganza, e si segna Accademico Planetario domanda: Perché i Greci,
Nazione d’organi tanto fini e perfetti, trovassero dilettevole il canto delle Cicale, a segno che
Teocrito per lodar quello d’ un Pastore lo trova al paragone superiore a quello d’ una Cicala; ed
Omero chiama le Cicale “Dolci profeti della State” e la loro voce fiorita, gigliata. Io me la tengo
con Virgilio, soggiunge questo Accademico, che le chiama rauche, ed anzi sostengo che sono stridule,
moleste, insolenti, maledettissime, peggiori delle pulci, delle mosche, e degli altri insetti che
nell’Estate ci tormentano; e basta ch’ io oda il suono delle voci gigliate, di questi Profeti della
State per andar in collera, o mettermi di tristo umore. Dò ragione a spada sfoderata a Latini, ma
son curioso di sapere perché gli orecchi de’ Greci antichi fossero tanto diversi da loro, e da
nostri. Questo Soggetto degno della signora Fantastici, di S. E. March. Pindemonte, del celebre Ab.
Lorenzi, propongasi un giorno in qualch’ Accademia di estemporanea Poesia, e a noi si faccia noto il
risultato delle opinioni, che pubblicandolo in questo Foglio serviremo al desiderio dell’Accademico
Planetario. La terza Lettera è scritta da un venerato nostro Padrone, ch’essendo in campagna, dove
non ha che pochi libri da trattenimento, ignora quante mogli abbia avuto Enrico Ottavo Re d’
Inghilterra, ed è in contesa per questo col suo Cappellano la cui opinione non s’ accorda alla sua.
A tale richiesta possiamo rispondere, giacch’ abbiamo alle mani un pezzo da noi tradotto dal
francese pochi giorni sono, che pienamente può soddisfare la domanda, senza riuscire
nojoso a’ leggitori di questo Foglio.
Riflessioni
Teatri. La Società di questo Teatro di San Samuele, si radunò nella
Settimana passata e prese Parte con 47. e 3. di fare nel suddetto Teatro quattro Opere serie, due
nell’Autunno venturo, e due nel susseguente Carnovale, tutte nuove e decorate con magnificenza.
Venti sono gli Assocciati che sborsano cento zecchini a testa, e il direttore eletto per questo
Spettacolo, è il notissimo Sig. Michele dall’Agata. Sperasi d’avere per l’Autunno il celebre
Marchesi delizia delle orecchie fine, e la Signora Pozzi che ha più volte ottenuti grandissimi
applausi sulle nostre Scene. Questa nuova Impresa servirà di stimolo a quella di San Benedetto per
unire una gran Compagnia da metterle a fronte, e trà queste gare il Pubblico rimarrà necessariamente
meglio servito, ed avrà da sciegliere. È quasi certo, che avremo anco per le due accennate Stagioni
l’abilissimo Tenore Babbini, ma non ancora si sa in quale de’ due Teatri. Noi desideriamo
sinceramente fortuna sì all’uno che all’altro; ma è difficile che tutti e due possino averla, e ch’
uno d’ essi non resti abbandonato e diserto. Sabbato di notte partì la Comica Compagnia di questo
Teatro di San Luca, per Gorizia. Era quì di passaggio tornata da Vicenza ov’ esercito il suo
mestiero. Nozze. Lunedi 18. corrente s’unì in Matrimonio la N. D. Elena Valleresso col Nobile Signor
Conte Giacomo Peccana di Verona. Noi desideriamo da questo illustre Matrimonio prole maschile, onde
vedere aggregata alla Patrizia Nobiltà anco questa chiarissima Veronese Famiglia. Il Signor Conte
Giacomo è ornato di quelle doti d’animo, che lo renderanno caro alla Sposa. Egli mostrò nella scelta
gran senno imparentandosi con una Casa di Nobiltà sì antica, e facendosi Cognato di sei Fratelli che
ne’Serenissimi Consigli di Quaranta, e in altre Magistrature esercitano colla maggior dignità la
potestà Patrizia, particolarmente il prestantissimo Senatore E. Zaccheria attuale Riformatore dello
Studio di Padova, ch’è un modello di saviezza e di rettitudine, non meno alla testa de’ più gravi affari della Repubblica, che alla direzione domestica della nobilissima sua famiglia.
Per queste Nozze Sior D. Antonio fece un bizzarro Sonetto che pizzica un po’ del gusto Fagiolano.
Funzioni Sacre. Jeri, giorno de’ SS. Gervasio e Protasio MM. si celebrò la loro festa nella Chiesa
P. C. posta nel Sestiero di Dorso Duro, detta volgarmente di S. Trovaso. Fu essa fondata nel
nascimento, può dirsi, di questa Città: perché al cominciare del Secolo Undecimo era sì antica, e in
istato di tanto pericolo, che riedificarla convenne; il che seguì nell’anno 1028. per la pietà
religiosa delle Famiglie Barbarigo e Caravella, che tutto fecero a loro spese. Nell’anno 1105. le
fiamme del memorando incendio, che distrussero la contrada, consumarono anche la sua Chiesa, ed ebbe
il merito di farla risorgere dalle sue ceneri il zelo caritatevole del Popolo, che la rese in que’
tempi una delle più magnifiche, e tale da non cedere che alle Cattedrale di Castello, come
asseriscono il Sansovino, e il Sabellico. L’atrio, e la cupola della cappella maggiore fabbricata
sul gusto de’ Greci, accrebbero grandemente il pregio di questo Tempio. Il foco non fu la sola
sventura a cui esso soggiacque. Nel 1583. la notte precedente il giorno 12. di Settembre, rovinò
dall’alto al basso; e un anno dappoi per opera del pio Religioso D. Domenico Leonardi, Piovano della
Parrocchia, fu posta la prima pietra della Chiesa ora esistente, e coll’ elemosine de’ Fedeli in
capo a sett’ anni ebbe il suo compimento sul disegno del famoso Palladio. Monsignor Giovanni
de’Rossi Vescovo di Ossaro, su quello che l’ hà consecrata. Dopo le triste vicende de’ passati
secoli alle quali fu bersaglio questo Tempio, l’ abbiamo veduto a’ dì nostri riserbato ad un fregio
il più onorevole ch’ aver potesse, nella visita di S. S. Pio VI. felicemente regnante, che fecegli
durante la sua dimora in questa Città, nel di Lei ritorno da Vienna, per opera dell’Eccellentissimo
Procurator Contarini Deputato al passaggio di questo Sommo Pontefice. La Lapida che fu scolpita in
monumento glorioso di questa visitazione, si darà in Copia da noi nel Foglio venturo, giacchè
sappiamo che molti gradiscono anco queste cose; e lo scontento di pochi non ci ha a dar legge per
privar altri della soddisfazione che trovano nelle composizioni erudite. Mestre. Lunedi 18. corrente
alle ore ventidue e mezza, malgrado la stravaganza del tempo, fu eseguita la concertata Corsa dei
Lacchè. Undici erano i Concorrenti, che in un’ora circa corsero il lungo cammino di dieci miglia.
Grande fu il concorso dei forastieri, frà i quali molti distinti Personaggj della Nobiltà Veneta, e
della Terraferma. Riportò il Primo Premio il Lacchè di S. E. la N. D. Signora Cecilia Zen Tron, i
quale non lasciò alcun dubbio ai Signori Giudici, per avere di lungo tratto precorsi i suoi emoli.
Ciascuno delli premiati, in proporzione di merito, fu regalato generosamente dalli Nobili
Spettatori. La sera seguente poi l’Opera ebbe gran concorso, come pure nella precedente
Domenica. Giovedì 21. corrente si farà l’ultima Recita della stessa, e il Sabbato 23. si porrà in
iscena le Gelosie Villane con un Finale del celebre Maestro Anfossi, assai noto per Salva Salva, che
in ogni Paese fece un piacere grandissimo. Padova. Quì non abbiamo niente di nuovo. Si sà soltanto
che nella prossima settimana si cangieranno alcune Arie nella nostra Opera. I Politici da Casini pretendono, che questo disordine abbia a cagionare lo scioglimento di
quelle Compagnia. Cose in Vendita.
Piatti da Tovagliolino N. 100 Zuppiere N. 50. Piatti per entrèe tondi N. 6 Detti più
grandi da Cappon N. 6 Detti più grandi reali N. 6. Piatti ovali di prima grandezza N. 6 Detti più
grandi da Cappon N. 6 Detti più grandi reali N. 6. Piatti a foglia di vite di prima grandezza N. 6
Detti simili più grandi N. 6. Detti simili ancora più grandi N. 6 Salattiere e Bolli da punch N.
4. Terine grandi N. 2. Dette più piccole N. 4. Piatti ovati per Terine N. 6. Vasi con
coperchio per tener in fresco i Bottiglioni N. 8. Gruppi per saliere N. 2. Sortù per oglio e aceto
N. 4. Sono in tutto Pezzi N. 234. Prezzo ristretto zecchini N. 250. Chi applicasse all’acquisto,
parli col Colombani da cui il compratore sarà indiritto a chi vende. Libri Nuovi. Trattato di
Scrittura doppia Mercantile, e di Scrittura economica, diviso in due Volumi. Il Primo
contiene
E l’esemplare di un Giornale e Maestro, per
una Società di Negozio, con il suo Maestro e Giornale per lo stralcio di essa società, nella quale
summariamente si trovano indicate le materie tutte contenute nei Libri suddetti. Il secondo volume.
Un Maestro e Giornale per il corso degli affari in commercio, sostenuti da una sola persona sciolta
dalla Compagnia con una spiegazione de’ Libri Ausiliarj, proprj alla Scrittura economica, ed un
esteso Giornale e Maestro oltre la Tavola indicante le materie contenute in questi ultimi due
Giornali. Opera molto utile e necessaria, non solo a Giovani Negozianti, ed Agenti delle Case
possidenti, ma di grande vantaggio a chiunque fosse obbligato alla verificazione e liquidazione d’
ogni sorta di conti d’ amministrazione Composta da
Di Antonio egidi
Avvocato Criminale Veneto. Questa Opera risulterà di alquanti Volumi. Escirà alternativamente un Tomo di sue Difese, ed uno de’ suoi Memoriali, ma tutto sarà anonimo, e disposto in separata Classe di respettive materie. Previe lo Sovrane Licenze, sortirà il primo Tomo nel Settembre p. v., ed in seguito un Tomo ogni due mesi. La sua forma sarà in 8, grande, la Carta ottima, la Impressione nitida, il prezzo di L. 5. venete. Li Signori Assocciati poi l’ averanno anche gentilmente legato per L. 4. Chi vorrà assocciarsi potrà ricorrere del Librajo Foglierini in Merceria appresso Menegazzo, o alla Stamperia Zerletti a S. Caterina, dove se ne farà l’edizione. Sono noti abbastanza li rari talenti di questo Giovane che esercita un così importante Professione per non aver bisogno delle lodi di questa nostra Gazzetta. Possiamo assicurare il Pubblico, che si troverà molto soddisfatto della Collezione delle sue Difese, e Memoriali, che versarono sopra gravissimi Fatti, che furono scritti con eleganza di Stile, colla più sublime energia, e che ebbero nella maggio parte un esito favorevole.Bastimenti
Arrivati
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Riflessioni
Sopra il Regno di
Enrico VIII.
Fremdportrait
Cosa era divenuta a libertà degl’Inglesi sotto il Regno d’Enrico VIII?
Questi fieri Isolani, che hanno sì spesso giudicato, e deposto i loro Sovrani, piegavano il collo al
giogo, e alle catene del Tiranno offrivan le mani. Un Parlamento ministro spregievole d’un
abbominevol Padrone, si disonora, ed avvilisce la nazione ch’ ei rappresenta, coll’eseguire le
volontà del Mostro che infama il Trono. Li sudditi divengono adunque vili a misura che i loro
conduttori si fanno temere, e manifestano la lor crudeltà! Enrico Ottavo, uomo voluttuoso, ostinato,
violento, dopo avere passati dieci anni di matrimonio con Caterina di Spagna Zia di Carlo V., da cui
aveva avuti tre Figli, s’ innamora d’ Anna Bolena, e vuol fare divorzio. A questo il Papa s’oppone.
Enrico si fa dichiarare Capo della Chiesa Anglicana; abbandona la comunione di Roma, ripudia la
Moglie legittima, sposa la sua concubina, e la fà coronare. Non vi son più né Conventi, né Monaci,
né reliquie. Seicento mila lire sterline d’Ecclesiastiche rendite entrano nell’erario del Principe,
senza calcolare il denaro contante ed i mobili, che ascendevano ad un valor eccessivo. Rivale del
Papa, Enrico esser non volle né Luterano, né Sacramentari. Fece abbruciare nella medesima Piazza
quelli che sostenevano la causa del Papa, e quelli che dichiaravansi Protestanti. Tommaso Moro, ed
il Vescovo Fisher, furono decapitati. Il Parlamento pronunziava queste inique sentenze. Anna Bolena
regnava. Enrico s’innamorò di Giovanna Seymour. Questo basta per far che Anna divenga colpevole, e
perisca sopra un patibolo. Giovanna muore di parto. Enrico vola a delle novelle nozze con Anna di
Cleves, ma poscia disgustato di Lei, fà che il suo Clero, e il suo Parlamento pronunzino un nuovo
divorzio, e divide il letto Reale con Caterina Howard, una delle sue suddite. Convinta questa Regina
d’aver avuti alcuni amorosi intrighi prima del suo Matrimonio, e condannata a perder la vita. Enrico
allora fà pubblicare una Legge ridicola e d’ impossibile esecuzione, che dichiara colpevole di lesa
Maestà ogni Figlia che sposando un Re d’ Inghilterra non fosse Vergine, ed ogni suddito che
instrutto delle galanterie d’ una Regina non le manifestasse. La sua ultima Moglie fu Caterina Pary,
che soggiacque ben presto al destino dell’altre, non per colpe d’infedeltà, ma perché in materie
teologiche essa non era sempre d’ accordo con lui. Enrico Ottavo fu un Tiranno, e morì sul suo
letto: Carlo Primo spirò sopra un patibolo, Il dispota Enrico cambiò la Religione, e il suo Popolo
vi si sottomise da schiavo, e non pensò che come piaceva ad esso. Quella Corte terribile del
Parlamento non fu che la esecutrice de’ suoi misfatti. Dei Secoli di virtù son appena bastanti a
riparare l’infamia di questo Regno.
Metatextualität
Cos’hà che fare, odo qui dire taluno, colla Gazzetta
Urbana, la maschera di ferro, le Cicale d’ Omero, le Mogli d’ Enrico Ottavo? Vogliamo delle novità,
che questo dev’ essere lo scopo di chi la scrive. Risposta. È chiuso il Foro, sono chiusi i Teatri,
tutto il gran mondo è in campagna, non nasce nulla . . . . . Che? mi sento interrompere, non nasce
nulla? Eh lo sappiamo ancor noi che nasce, e nasce pur troppo; ma di tutto quello che nasce qual
piccola porzione rimane per questo Foglio! Vediamo i Gazzettieri che abbracciano colle loro notizie
tutta la superficie del Globo terraqueo, essere costretti ad arrampicarsi su’ specchj, e non si
perdonerà a noi che siamo ristretti in limiti così angusti, se diamo delle parole alle ricerche che
ci vengono fatte, studiando di regolarsi in modo, che nella soddisfazione di chi ce la ha mandate,
abbia qualche parte anche i leggitori colti ed intelligenti? Pazienza, e in decorso di tempo,
potremo escludere ciò ch’ è un po’ estraneo al circolo da noi disegnato, per empirlo di cose che ad
esso siano più proprie.
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Bon mot, e risposta un po’ troppo forte.
Exemplum
Jeri sera ad un
Casino, che suol essere frequentato, si trovarono due sole signorine, con pochi uomini, a cagione
della corrente Villeggiatura, che spopola di gente da buon tempo la nostra Città. Si misero a
ciarlare trà loro biasimando la campagna, e chi ci và in questa calda stagione, e tessendo
de’panegirici alle loro absenti Compagne, ma non sul gusto di quel di Plinio a Trajona. D’uno
passando in altro discorso giunsero a quel delle mode, e fecero pompa d’una erudizione degna d’ una
crestaja di Parigi. Una era giovine, bella, spiritosa, ma troppo mordace: l’altra un po’ matura,
sparuta; un fusto di donna composto d’ossa e di pelle, ma adorna di tutti i ghiribizzi che inventa
la moda, e con un giardino di fiori sul capo. Scoprendo, che l’altra aveva un cappello di paglia
ornato nell’estremità d’alcune fragole ingegnosamente tessute, si mise a ridere e disse: Io non ho
mai veduto che sulla paglia stiano altri frutti che le nespole. Nemmen io, rispose prontamente la
Bella, ho mai veduto i fiori spuntare da Cimiterj. Fu questo un colpo di fulmine, che sbalordì
quella povera Donna, e le fece poi venire le convulsioni. Le fu slacciato il busto, e co’ soccorsi
dell’arte ricuperò i sensi smarriti: ma si mise a piangere dirottamente, e giurò a Nemesi di non
voler mai perdonarla a chi l’offese in quel modo. La Bella prese a braccio il suo Cavaliere
Servente, e ridendo andò a cena all’Osteria seco lui.
Cose in Vendita.
Servizio di porcellana con oro per 24.
coperte.
Piatti da Tovagliolino N. 100 Zuppiere N. 50. Piatti per entrèe tondi N. 6 Detti più
grandi da Cappon N. 6 Detti più grandi reali N. 6. Piatti ovali di prima grandezza N. 6 Detti più
grandi da Cappon N. 6 Detti più grandi reali N. 6. Piatti a foglia di vite di prima grandezza N. 6
Detti simili più grandi N. 6. Detti simili ancora più grandi N. 6 Salattiere e Bolli da punch N.
4. Terine grandi N. 2. Dette più piccole N. 4. Piatti ovati per Terine N. 6. Vasi con
coperchio per tener in fresco i Bottiglioni N. 8. Gruppi per saliere N. 2. Sortù per oglio e aceto
N. 4. Sono in tutto Pezzi N. 234. Prezzo ristretto zecchini N. 250. Chi applicasse all’acquisto,
parli col Colombani da cui il compratore sarà indiritto a chi vende. Libri Nuovi. Trattato di
Scrittura doppia Mercantile, e di Scrittura economica, diviso in due Volumi. Il Primo
contiene
Una spiegazione dei Libri ausiliarj
E l’esemplare di un Giornale e Maestro, per
una Società di Negozio, con il suo Maestro e Giornale per lo stralcio di essa società, nella quale
summariamente si trovano indicate le materie tutte contenute nei Libri suddetti. Il secondo volume.
Un Maestro e Giornale per il corso degli affari in commercio, sostenuti da una sola persona sciolta
dalla Compagnia con una spiegazione de’ Libri Ausiliarj, proprj alla Scrittura economica, ed un
esteso Giornale e Maestro oltre la Tavola indicante le materie contenute in questi ultimi due
Giornali. Opera molto utile e necessaria, non solo a Giovani Negozianti, ed Agenti delle Case
possidenti, ma di grande vantaggio a chiunque fosse obbligato alla verificazione e liquidazione d’
ogni sorta di conti d’ amministrazione Composta da
Ferrerio Antonino
Farghiscoc
Venezia 1787.
Dalle stampe di Modesto Fenzo, e si trova dal Librajo Colombani. È uscito il Tomo Primo in foglio grande, bella carta, buon carattere, e vale L. 16. Venete. Si stampa il Secondo. Quest’Opera è pregiatissima a giudizio degl’Intendenti, e lo prova la felicità del suo esito. Commedie di Antonio Piazza Tomi due in ottavo dalle Stampe del Fenzo. Nel Primo, che ha il frontispizio in rame con Antiporta, contengonsi: L’Amicizia in Cimento, La Famiglia mal regolata, e la Felicità nata dalle sventure, con Dedica e Prefazione ad ogni Commedia. Nel Secondo, che ha parimenti il Frontispizio in rame, precedute da una sola Dedica, e da una Prefazione, vi sono La Moglie Tradita, Il Cassiere, Il Misantropo punito, e l’Apparenza inganna, Farsa d’ un Atto solo. Sinora quest’Opera non s’ è dispensata, che privatamente in assocciazione, e si comincia adesso ad esporla in vendita del Colombani, al prezzo di L. 8. legata in cartone coperto di carta fiorata. Trattato contro i Balli e contro le cattive Canzoni, del Signor Gualtier Curato di Savigni, tradotto dal Francese in Lingua Italiana; Opera divisa in tre Parti, in un Volume di forma ottava, vale L. 2:10. Appresso Simon Occhi. Per questo Librajo, in compimento delle Opere dell’Autore suddetto si traduce il Libro intitolato Instruzioni famigliari per le Domeniche e Feste dell’anno, ad uso principalmente de’ Parrochi ed altri Ecclesiastici, che s’ esercitano nella predicazione. Difese CriminaliDi Antonio egidi
Avvocato Criminale Veneto. Questa Opera risulterà di alquanti Volumi. Escirà alternativamente un Tomo di sue Difese, ed uno de’ suoi Memoriali, ma tutto sarà anonimo, e disposto in separata Classe di respettive materie. Previe lo Sovrane Licenze, sortirà il primo Tomo nel Settembre p. v., ed in seguito un Tomo ogni due mesi. La sua forma sarà in 8, grande, la Carta ottima, la Impressione nitida, il prezzo di L. 5. venete. Li Signori Assocciati poi l’ averanno anche gentilmente legato per L. 4. Chi vorrà assocciarsi potrà ricorrere del Librajo Foglierini in Merceria appresso Menegazzo, o alla Stamperia Zerletti a S. Caterina, dove se ne farà l’edizione. Sono noti abbastanza li rari talenti di questo Giovane che esercita un così importante Professione per non aver bisogno delle lodi di questa nostra Gazzetta. Possiamo assicurare il Pubblico, che si troverà molto soddisfatto della Collezione delle sue Difese, e Memoriali, che versarono sopra gravissimi Fatti, che furono scritti con eleganza di Stile, colla più sublime energia, e che ebbero nella maggio parte un esito favorevole.
Bastimenti
Arrivati
e loro carrico.
Adì 16. Giugno 1787.
Checchia nominata Marianna, Capitan Antonio Simicich veneto, venuto d’ Alessandria e Salonicchio con carico di Gottoni, Filati, Tabacco etc. Ad Detto. Nave nominata Graziosa Benedetta Capitan Alessandro Budinich veneto, venuto da Costantinopoli e Salonicchio con carico di Gottoni, Plache rame, ec. Ad. 18. Detto. Pielego nominato San Raimondo Patron Vincenze Voltolina Veneto venuto dal Vasto con carico di aceto e Galla. Ad. Detto. Pielego Sant’ Antonio P. Giacomo Baffo Veneto, venuto da Porte Rè con legnami da lavoro, e Ton cotto in aceto. Ad. Detto. Pielego nominato Madonna delle Grazie P. Zuanne Rattilo Veneto, da Spalatro con carico di cera, cordoani, montoni, schiavinotti da cavallo, pelle di lepre e di gatti, rame, corni di cervo, Balle zenie, mazzi di ferro, Rasse, miel et altro. Camera d’affittare. In Contrada di SS. Appostoli, in Casa di oneste e civili Persone, v’è una Camera vuota d’ affittare, a chi volesse vivere in libertà. S’obbligano queste, all’occorrenza, di far da mangiare e d’ imbiancare alla persona che prenderla volesse a pigione e fornirsela. Se a qualcuno accomodano tali patti parli col Colombani. Il Sig. Abbate D. Marco Fassadoni, letterato di polso, che si rese stimabile alla Società degli uomini dotti, con molte belle traduzioni d’Opere grandi e massiccie; e con alcuni originali Composizioni, nella quiete che gode a Treviso sua Patria, o in campagna, non lascia d’ esercitare il suo spirito colla lettura d’ ottimi Libri, particolarmente Inglesi, e di sciogliere il canto talvolta quando gli si presentano argomenti degni di lui. Tale trovò la sua Musa il Matrimonio seguito di fresco trà il N. U. Francesco Pepoli e la N. D. Elisabetta Cappello per cui fece il seguente.Ebene 3
Sonetto. Espero sorge, e di purpureo lume Veste d’ intorno
il Ciel la vaga Aurora, E tu, Francesco, infrà le molli piume Giaci, del sonno non ridesto ancora?
Non odi Amor, d’ Imen non vedi il Nume, Ch’ esser già tarda omai, ti grida, l’ora? Sorgi, che d’
indugiar non ha costume Chi la sua Amante, e la sua Sposa adora. Tutto è già in pronto, il Tempio e
l’Ara splende, Ornata è a pompa la leggiadra Sposa, E di amore e beltà sparge una vampa. Ma, stretto
ecco è già il nodo; oh qual ne prende Speme Bologna, e qual chiara e famosa Prole ne vede, e tutta
in gioja avvampa.