Il beneficio in giro Giovanni Ferri di S. Costante Moralische Wochenschriften Alexandra Fuchs Editor Alexandra Kolb Editor Andrea Kaser Editor Institut für Romanistik, Universität Graz 30.11.2016

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Ferri di S. Costante, Giovanni: Lo Spettatore italiano, preceduto da un Saggio Critico sopra i Filosofi Morali e i Dipintori de’Costumi e de’Caratteri. Milano: Società Tipografica de’Classici Italiani 1822, 31-33 Lo Spettatore italiano 3 08 1822 Italien
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Il beneficio in giro

Coronam civicam a genere humano accepit

(Plin.. Sen.).

Egli ricevè la corona civica dal genere umano.

Se con somma diligenza dee farsi tesoro di tutto quello che dall’ingegno d’inclito uomo fu partorito, in quanto maggior pregio non dovrà aversi tutto ciò che possa del cuor suo e della sua anima le disposizioni mostrare? In questa guisa giungerebbesi ad estimare appieno il valor suo. Dalle cose già sapute nascono il più le opere dell’intelletto; ma quasi sempre i pensieri nuovi e grandi scoppiano da alti commovimenti del cuore, il cui impeto per non cognite vie tutte le morali facultà percuote; e se vivi e forti essi sono, suscitano la memoria ed infuocano la fantasia. In siffatto incitamento sa ben la mente acquistare nuove forze, ed investigando addentro il suo argomento, fa, come da cote percossa, scintillar nuova luce.

Guidaci il cuore ed ammaestra nelle venture e nelle bisogne della vita per modo che, fatta ragione d’ogni cosa, trovasi ch’egli è la più fida scorta, tutto che certe fiate in alcuno errore ne conduca. Si ha egli da operare verso altrui niun bene, a dar segno di benivoglienza e prestar alcun servigio? Consigliamoci col cuore, ed allora, più che per lo beneficio, il beneficato ce ne sarà tenuto per la maniera onde il daremo; e a noi ancora tornerà bene e gioia della letizia e della dolcezza che gli avremo porta.

Facilmente si può giudicare, quale si fosse lo stato dell’animo di Franklin, quando scrisse la lettera che quivi sono per allegare. Certo allora doveva egli avere il sorriso sulle labbra ed alcuna lagrima in su gli occhi. Colui al quale era diretta, dovette accostarsela al cuore, e pregar bene a quel gentile e pietoso il quale con sì dolce filantropia si levava a soccorrerlo. Ed io confido che niuno de’miei lettori la leggerà senza sentirsi risvegliare nel cuore i più soavi moti di tenerezza.

Il 22 aprile 1784.

“Troverete qui accluso un biglietto di 20 luigi d’oro, i quali non intendo io già di donarvi del tutto, ma di solamente prestarvi. Quando sarete ripatriato, darete certamente ordine alle vostre cose in modo di poter soddisfare ai debiti vostri. Ciò presupposto, se allora vi si para dinanzi alcun uomo dabbene cui quel bisogno, che stringe ora voi, stringesse, farete a me restituzione prestando questa somma a lui, con questi medesimi patti; cioè, che debba prestarla a un altro, subito che gli sia dato luogo e facoltà. Spero che questa moneta trascorrerà così di molte in molte mani, prima che capiti a qualche tristo che le recida il corso. Questo è un modo da me divisato per poter con poco mio costo alcun servigio adoperare. Non essendo io a grandissimo agio per usar beneficenze, sono costretto a ricorrere all’arte, e a fare il più che posso con quasi nulla.”

Il beneficio in giro Coronam civicam a genere humano accepit (Plin.. Sen.). Egli ricevè la corona civica dal genere umano. Se con somma diligenza dee farsi tesoro di tutto quello che dall’ingegno d’inclito uomo fu partorito, in quanto maggior pregio non dovrà aversi tutto ciò che possa del cuor suo e della sua anima le disposizioni mostrare? In questa guisa giungerebbesi ad estimare appieno il valor suo. Dalle cose già sapute nascono il più le opere dell’intelletto; ma quasi sempre i pensieri nuovi e grandi scoppiano da alti commovimenti del cuore, il cui impeto per non cognite vie tutte le morali facultà percuote; e se vivi e forti essi sono, suscitano la memoria ed infuocano la fantasia. In siffatto incitamento sa ben la mente acquistare nuove forze, ed investigando addentro il suo argomento, fa, come da cote percossa, scintillar nuova luce. Guidaci il cuore ed ammaestra nelle venture e nelle bisogne della vita per modo che, fatta ragione d’ogni cosa, trovasi ch’egli è la più fida scorta, tutto che certe fiate in alcuno errore ne conduca. Si ha egli da operare verso altrui niun bene, a dar segno di benivoglienza e prestar alcun servigio? Consigliamoci col cuore, ed allora, più che per lo beneficio, il beneficato ce ne sarà tenuto per la maniera onde il daremo; e a noi ancora tornerà bene e gioia della letizia e della dolcezza che gli avremo porta. Facilmente si può giudicare, quale si fosse lo stato dell’animo di Franklin, quando scrisse la lettera che quivi sono per allegare. Certo allora doveva egli avere il sorriso sulle labbra ed alcuna lagrima in su gli occhi. Colui al quale era diretta, dovette accostarsela al cuore, e pregar bene a quel gentile e pietoso il quale con sì dolce filantropia si levava a soccorrerlo. Ed io confido che niuno de’miei lettori la leggerà senza sentirsi risvegliare nel cuore i più soavi moti di tenerezza. Il 22 aprile 1784. “Troverete qui accluso un biglietto di 20 luigi d’oro, i quali non intendo io già di donarvi del tutto, ma di solamente prestarvi. Quando sarete ripatriato, darete certamente ordine alle vostre cose in modo di poter soddisfare ai debiti vostri. Ciò presupposto, se allora vi si para dinanzi alcun uomo dabbene cui quel bisogno, che stringe ora voi, stringesse, farete a me restituzione prestando questa somma a lui, con questi medesimi patti; cioè, che debba prestarla a un altro, subito che gli sia dato luogo e facoltà. Spero che questa moneta trascorrerà così di molte in molte mani, prima che capiti a qualche tristo che le recida il corso. Questo è un modo da me divisato per poter con poco mio costo alcun servigio adoperare. Non essendo io a grandissimo agio per usar beneficenze, sono costretto a ricorrere all’arte, e a fare il più che posso con quasi nulla.”