Lo Spettatore italiano: L’ambizione
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Niveau 1
L’Ambizione
Citation/Devise
Ambitio multos mortales falsos fieri coëgit;
aliud
clausum in pectore, aliud promptum in lingua;
amicitias inimicitiasque non ex re, sed ex commodo
extimare, magisque vultum quam ingenium bonum
habere
L’ambizione ha indotto molti a rinunziare alla since
clausum in pectore, aliud promptum in lingua;
amicitias inimicitiasque non ex re, sed ex commodo
extimare, magisque vultum quam ingenium bonum
habere
Citation/Devise
Sall.~k.
L’ambizione ha indotto molti a rinunziare alla since
rità; ad avere una cosa
sulle labbra ed un’altra nel
cuore; a far ragione delle amicizie e delle inimicizie
non
secondo l’onesto, ma secondo l’utile; e a com
porsi a bontà più il tolto che il cuore.
Niveau 2
Niveau 3
Dialogue
Compiango Ernisio, diceva Ormonte, che, fatto vassallo dell’ambizione,
è acceso d’una sete inestinguibile di onori e di potere, e che quando vede soddisfatto i suoi
desiderii, sempre ne concepisce altri più grandi. Ed io gliene ho quasi invidia, rispose Labindo,
perchè l’ambizione è la passion de’maggiori uomini; e se in vizio mai cade, è almeno un vizio di
nobile ed alto principio. Saria più giusto il dire, soggiunse Ormonte, ch’ella è la passion de’cuori
abietti e de’folli. Ma è duopo distinguere due specie d’ambizione: una, lecita e commendabile, la
quale ad altro non aspira che ad acquistar nominanza, ponendo a ben fare l’ingegno, e giovando forte
alla patria. L’altra, spregevole e odiosa, spasima que’gradi che a lei non si confanno, e ad
esercitare indebito comando appetisce. Quella è una virtuosa affezione, la quale, da onesta gara
mossa e dall’amor di sincera gloria, intende al pubblico bene. Questa, generata dalla
presunzione, dall’interesse e dalla conscienza della propria debolezza, si risolve a mille vizi, e
per aggiungere agl’intendimenti suoi fa ogni prova e turba di continuo gli ordini della civile
comunanza. La prima è delle anime privilegiate, intese a principare più co’meriti che con le
dignità. La seconda delle anime comunali e avide d’innalzarsi senza valore e senza ingegno. Di
queste due ambizioni, tanto s’abbisogna dell’una, quanto s’abbonda dell’altra. Che che suoni questa
voce ambizione, ricominciò Labindo, affermano l’istorie esser essa la passion de’gran cuori; e come,
per esempio, contraddireste voi che
Se d’Alessandro, reputato il più virtuoso de’conquistatori, disse Labindo, così fatta
opinione portate,
Come si può mai appellar passione dei grandi uomini l’ambizione, se in tutte le
condizioni di vivere la veggiam comandare, e quelli con più tristo impero tiranneggiare che meno
sanno e meno valgono? Che se ogni ambizione al suo desiderio aggiungesse, non è mendico che non
desse assidersi sul primo trono del mondo. Niuna cosa è più inchinevole dell’ambizione a corrompere
un cuore, e spegnere in lui ogni generoso affetto. Essa porta gli uomini ad incurvarsi per
innalzarsi, a modo dei serpi che, senza prima toccar terra col ventre, non si possono dirizzare.
Or come l’ambizioso si lascia servilmente legare e strascinare agli onori, alle dignità, alle
ricchezze, così egli tirannescamente le usa. E che altro mai fa più contro la vera grandezza, quanto
queste due disposizioni, le quali nell’ambizioso le più volte si accompagnano? Facciam dunque
schermo contro passione sì maligna, e tanto della felicità, quanto della virtù avversaria; e voi,
che forse invidioso siete della sorte di Ernisio, ponete mente come egli stia fra tanti splendori.
Senza riposo, senza piacere sempre, tutta la sua vita è una continuata paura di perdere quel che ha
acquistato a prezzo di sudori e di malvagità, non che di rimordimene. Nè crediate ch’egli sia pago
di quanto possiede. Si è prefisso uno scopo la sua ambizione; ma ella mai non lo colpisce, perchè
quello che ha colto non è mai il vero, cioè quello che non potrà mai cogliere.
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Exemple
Alessandro e Cesare, due ambiziosissimi, non fosser dotati di molta
grandezza d’animo? Sì, rispose Ormonte, io il contraddico: conciossiachè a qual patto potrebbe mai
chiamarsi grandezza d’animo quel furore che condusse Alessandro a lasciare i suoi stati per muoversi
al distruggimento d’una parte del mondo, e a piangere di non aver altri mondi da conquistare? E dove
è grandezza d’animo in quella stolta vanità di nomarsi figlio di Giove, e di volere gli onori degli
Dei? Ma quel che più nota la piccolezza del grande Alessandro, è l’essersi egli turbato con
Aristotile, che, divulgando le opere sue, avesse le scienze e le dottrine a tutti dimostro. Chi sa
ch’ei non volesse così nello scienziato come nel politico mondo regnar solo, e divenire d’amendue
universale monarca? Vero è che questa doppia ambizione da povertà di spirito e da viltà
di cuore scendeva. Grande non sapeva esser Alessandro, dice un moralista, se non facendosi egli il
più grande. Quindi il suo eroismo nacque da una mancanza di magnanimità, la quale faceva che là dove
gli avesse potuto uomo resistere, egli non si teneva sicuro.
Niveau 4
Exemple
che fia di Cesare? Gran pregi egli ebbe, proseguì Ormonte, e grandi
virtù, se il volete; perchè l’ambizione è come il fuoco che si alimenta così dalle materie più
preziose, come dalle più vili. Ma io non concederò mai che grandezza d’animo fosse nel complice di
Catilina, nel distruttore della libertà della patria sua. I fatti di lui furono sempre guidati
dall’artifizio e dall’inganno, e l’animo suo non fu mai volto a riordinar bene lo Stato, a frenarvi
la licenza, la lussuria e l’avarizia che vi aveva indotta ei medesimo. N’è magnificata la clemenza;
ma è egli verisimile che colui il quale mise a taglio di spada tante migliaia d’uomini, e che tante
e più ne ridusse alla schiavitù e alla miseria, fosse allora mosso da un vero affetto di clemenza
quando volle pur lasciare la vita a un disarmato nemico? Perciocchè non è virtù in un usurpatore la
clemenza, ma è un politico accorgimento che lo inclina più al perdono che alla vendetta. Cadde
Cesare, e ben gli stette; chè in repubblica è sommo delitto l’attentare eziandio agli avanzi della
libertà. Se l’ambizione di Cesare mirato avesse a buon segno, sarebbe egli stato grandissimo; ma
divorato dall’ingordigia di dominare, riuscì il maggior flagello dell’universo.
Niveau 4
Citation/Devise
“Solo un padrone ha lo schiavo, a sentenza di la Bruyere; ma
l’ambizioso ne ha tanti, quanti possono concorrere a farlo fortunato.”
Niveau 4
Exemple
Vedete quanto l’ambizioso Ernisio, con tutte le sue grandezze, è
piccolo a comparazione di Alberto, il quale non ha mai saputo che sia ambizione. Pare che colui poco
il pregi; ma ad Alberto niente cal di sua grazia, e di niente il richiede: anzi teme di essere da
lui conosciuto, e ne temerebbe ancora la stima, come quella che potrebbe rendergli sospetta la
stessa virtù, onde ha il cuor pieno, ed ove ogni sua gioia è riposta. Il saggio Alberto a sì alto
segno riguarda, ch’esser non può ch’egli si ristringa entro i termini di quello che ha nome dignità,
stato e fortuna; non vi trovando egli cosa che possa riempire il vuoto del suo cuore e meritare la
sua sollecitudine. Sciolto d’ogni cura e netto di coscienza gode egli dei beni de’quali è stata a
lui liberale la Provvidenza, ed è ricco e potente quanto basta a far beneficio ancora a’suoi simili.