Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "L’orgoglio", in: Lo Spettatore italiano, Vol.2\45 (1822), S. 238-243, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1035 [aufgerufen am: ].


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L’Orgoglio

Zitat/Motto► Superbiam, verborum praesertim, iracundi oderunt,
prudentes irrident

Tit. Liv..

La superbia, specialmente delle parole, è abbominata
per gli stizzosi, e per li savii schernita. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Varie sono le qualità dell’orgoglio, e varie le forme che veste. Evvi un orgoglio semplice, vero e naturale, il quale va a fronte scoperta e manifestamente apparisce, Ebene 3► Exemplum► siccome si vede in Morgante. Ha egli di se medesimo buona opinione, e parla di sè; come ne pensa. Dic’egli, senza molto circuito di parole, che ha ingegno, intelletto e talenti; ma più, perch’egli il crede, che per farlo altrui credere, lo va dicendo. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Quell’orgoglio che del valore è figliuolo, è comportato; per la qual cosa comportano a Cicerone ed a Buffon e ad altri valentuomini, l’aver essi così di sè ragionato, come ne ragionano i posteri: ma sarebbe stato meglio che maggior modestia avesser serbata. Al pubblico sta il dare altrui fama ed onore: ed è un far contro la sua autorità il farsi diritto da sè. Che se fondamento manca a questo naturale orgoglio, sente forte di un misero furore, d’una schernevol pazzia che talvolta è adulata per metterla in novelle e prenderne giuoco. Ebene 3► Exemplum► Di buona fede afferma Belmonte, avere perfezionata la tragedia, la quale Alfieri aveva lasciato nella [239] culla: gli pare che egli se non innanzi, per certo stia con quel sommo poeta a paro a paro, non s’accorgendo che la fortuna delle sue tragedie, non al suo tragico ingegno, ma all’arte de’maestri di macchine e di scene è da riferire. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Ebene 3► Exemplum► Divenuto era Batillo1 nella più frivola arte singulare; nè alcuno niegava quella essere per lui stata a compimento condotta; se ciò non fosse che ad udirlo nominarsi il Dio del Ballo, e porsi a paragone coi maggior uomini de’tempi loro, Voltaire e Federico, conveniva ridere per forza. Nè contento a questi termini, presumeva egli che il decimottavo doveva esser intitolato il secolo di Batillo. Odiare no, ma schernire e vilipendere si fa questo pazzo orgoglio. ◀Exemplum ◀Ebene 3

L’orgoglio più comunale si disinfinge e cela; perchè, non ostante il travedere dell’amor proprio, sente egli la sua insufficienza, e con ogni studio s’ingegna di apparere. È abborrito parimenti e disprezzato questo fallace orgoglio, se peravventura è conosciuto; a che non si pena molto, per essere gli uomini tutti quanti orgogliosi. Certi altri vizi sono meglio scorti da chi più n’è di lungi: ma nell’orgoglio l’opera sta altrimenti; perchè la persona che più ne abbonda, più di lieve sentelo e ritrovalo in altrui; ond’è che l’orgoglio è il maggior nemico dell’orgoglio; e quelli eziandio che nol patiscono, tengono per una quasi virtù il mostrare orgoglio agli orgogliosi.

In tutte le forme viene l’orgoglio, e talora [240] va in quella della modestia e della umiltà. Ebene 3► Exemplum► E veramente non è sì modesto nè sì umil uomo, come nella depressa sua condizione parea che fosse, Borilio, al quale era noioso a sostenere l’orgoglio de’nobili, de’ricchi e delle persone de’grandi officii. Eragli forte ad immaginare come si potesse inorgoglire la gente; perchè tutti ebbero per fermo, Borilio se a stato venisse, dover essere la più savia e conoscente persona che mai ci fosse. In grande stato è venuto, ed è sì arrogante fatto che n’è andato in proverbio. Nè quest’orgoglio ha preso dalla buona sua ventura; egli lo aveva ancor per l’addietro, ma nol mostrava, perchè suspicava di riceverne scorno, e s’umiliava per togliere altrui la voglia d’umiliarlo. Di questo sforzato nascondimento della sua superbia egli traeva la mercede dal biasimare coloro che avevan copia di farla palese, e credeva di far sì col deprimerli, che non si vedessero troppo sopra di lui sollevati. Sotto sembianti in somma di vituperar l’orgoglio come follia, egli s’assottigliava di dare altrui ad intendere ch’egli ne fosse sgombro e salvo del tutto. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Ebene 3► Fremdportrait► Altro non respirando l’orgoglio che esclusione degli altri e preferenza di se stesso, nulla concede, tutto pretende, e non vede più oltre che i suoi meriti. Sempre ingiusto e odioso, egli è incontanente posposto e messo in non cale da coloro medesimi a’quali egli vorrebbe farsi reputare e coltivare. Gli orgogliosi non possono amici possedere, perchè non soffrono uguali; nè dimandar mai consiglio, perchè non giudicano nessuno maggior di sè in prudenza: quindi [241] conviene che lor basti la compagnia de’loro pensieri, e del senno che hanno recato seco in questo mondo. ◀Fremdportrait ◀Ebene 3

Tutte le altre passioni, perciocchè intendono ai personali diletti, o ad aver fama e gloria, o ad accattar la benivoglienza altrui, godono molte fiate del loro intento: ma l’orgoglio vive di contraddizioni e di repugnanze, conciossiachè avendo uopo della buona opinion d’altrui, egli sia per tal modo disposto, che non la può mai acquistare. L’ira si dice che sia un furor breve; l’orgoglio si può dire che sia un furor lungo e continuo.

Ebene 3► Exemplum► Queste, o Altorio, son le cose che adopera la passion che vi signoreggia, e di cui spesse volte doluto vi siete. Ma piacerebbevi egli daddovero di sottrarvi alla sua tirannia? Procacciate di potervi guatare con gli occhi altrui. Fate a casa vostra una specie di prova a vedere qual personaggio voi rappresentate in sul teatro del mondo. Prima d’ogni altra cosa vi bisogna nella camera vostra porre uno specchio che vi rappresenti gli atti vostri, e l’aspetto e il portamento. Che se tutto quanto tritamente considerandovi, vi avvedeste peravventura di non esser bello, nè grande, nè forte più che sieno tutte le altre persone, troverete che siete un uomo come gli altri, e nulla più. E poichè fra le umane creature sarete conto, considerate qual luogo vi dovete tenere; riandate i titoli del vostro casato e cercate i registri delle vostre entrate: dai quali dove vi venga ricolto sanamente che voi non siete nè il più nobile, nè il più ricco uomo della terra, avrete ragione [242] di non orgogliosamente calpestarla, non altrimenti che se fosse vostra.

Appresso specchiatevi da capo, e quanto potete, atteggiatevi altero e tracotante; statevi accigliato, rabbuffato e spirante orgoglio da tutta la persona. Fatto ciò, cangiate aspetto, ornate ogni vostro atto de’più bei modi che sappiate trovare, e studiate se più l’uno che l’altro andamento vi stia bene, e se più nei soavi ed umani sembianti che nei bruschi e disdegnosi spiriate dell’uomo. Non è da pretermettere una cosa; cioè che voi con giusta bilancia libriate la mente vostra, l’accorgimento e l’ingegno e le altre doti, insieme con quelle d’altrui; e trovando il vostro tesoro nè pieno nè grande più che lo altrui, conoscerete chiaro che non di menare orgoglio, ma di portare umiltà avete materia.

Ma l’esser umile è troppo mal sicura cosa, voi direte, o Altorio: è avuto in dispregio chi non estima, quanto deve, se stesso: chi s’umilia, è umiliato. — Deh! Altorio, come sconciamente fatta immaginate voi questa virtù? non istà ella nel deprimersi e vilificarsi; nè dell’altezza e nobiltà d’animo, la quale non è da confondersi con l’orgoglio, è ella nemica. Quelli che sono d’animo altieri, pregiano se stessi; e sentendo la dignità dell’uomo, l’onorano negli altri. L’orgoglioso, purchè appaiano commendevoli le sue opere, non dimanda più oltre: e vestito delle non sue virtù, non ad aver probità si travaglia, ma il bene che da quella deriva. Nè poggia egli in alto col suo valore, ma con abbassamento dell’altrui grandezza. Magnificenza [243] delle altre virtù è l’umiltà che così vi sgomenta: da costei ricevono lume ed ornamento, oltre a quello che da sè hanno. Il rispetto che si vuole avere agli altri, ed il conoscere che nessuno orgoglio conviensi a’mortali, fa l’umile e il mansueto andare ricoprendo i suoi pregi. ◀Exemplum ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1L’italiano Vestris, il più famoso ballerino dell’Opera di Parigi.