Citazione bibliografica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "La moglie prudente", in: Lo Spettatore italiano, Vol.2\25 (1822), pp. 127-129, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1015 [consultato il: ].


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La moglie prudente

Citazione/Motto► Si prendono con tenacissimo legame gli uomini, allorchè
si fa mostra di poco apprezzare quel che a loro
si cede, e molto quel che da loro ne si accorda.

C. Ales. Verri ◀Citazione/Motto

Livello 2► Livello 3► Racconto generale► Vive Cleanto in compagnia della buona Matilde in grembo di tutte le domestiche virtù; nè d’altro ha cura o pensiero, che di render felici e la sua sposa e i suoi figliuoli. Solo il gusto delle belle arti ne lo può alquanto distrarre, per cui gli piace di ornar la casa delle dipinture e delle statue de’più celebri maestri. Ma la sua fortuna mediocre, sebbene comoda, non gli permette di soddisfare ad una passione che rare volte conosce limiti. Pur Matilde invece di contradire a così fatto gusto che spesso sopra le proprie forze si leva, gli porge colla sua masserizia i mezzi di appagarlo. Non ignora ella che, a voler mantenersi l’amore di persona a noi cara, conviene sovente esser largo, e sagrificare alla sua innocente vaghezza le nostre inclinazioni, anche forse più ragionevoli. Per la qual cosa dice ella: Ciò che agli abbigliamenti ed al lusso superfluo spenderei, è meglio che sia per lui collocato nell’acquisto delle grandi opere, le quali non solamente servono all’adornamento, ma sempre ritengono un intrinseco prezzo.

[128] Avvenne che venuto a casa un giorno Cleanto, disse aver veduto una statuetta d’Apollo, preziosa antichità de’buoni tempi e di greco scalpello: Non ne chiedono più, soggiunse egli, che quattrocento zecchini, e mi rincresce che le mie strettezze non mi permettano di fare un acquisto sì bello. Ho io questa somma, rispose Matilde. Voi, rispose Cleanto, non crederete certamente che io la volessi accettare per così spenderla, quando a voi non fosse, come a me, caro l’aver questo capo d’opera. Ne ho desiderio al par di voi, disse Matilde, ed ecco vado a pigliar il danaro. Alla prontezza onde ella fece queste parole, Cleanto acquetò l’animo suo e pose da parte tutti gli scrupoli di tener dietro alla sua voglia, avvisandosi di far cosa grata eziandio alla consorte. E così persone anche di buona indole veggiamo da se medesime ingannarsi; perciocchè quando sono di alcuna cosa innamorate, di lieve credono che quel subito consentimento alla lor vaghezza ed al lor appetito proceda non da una liberal cortesia, ma da un desiderio al loro simigliante, nato in coloro che v’acconsentono.

Ma già torna Matilde col calamaio in una mano e con la borsa nell’altra: Porto da scrivere, ella disse, e spacciatevi, perchè non vorrei n’andasse via la statua. Cleanto sorrise alla sposa con uno sguardo pieno di tenerezza, e prese la penna per iscrivere. In quel momento entrò nella stanza Giustino figlio suo primogenito, di forse sei anni, con in mano un picciol violino che a lui per suo giuoco avevan donato, perciocchè molto amore e disposizione aveva [129] mostrato alla musica. Cadde di mano a Cleanto la penna, ed abbracciatosi al petto il suo bel figliuolo: Riabbiatevi, disse, o troppo indulgente mia amica, il piccolo vostro tesoro: e perchè l’avrei io da spendere alla sculta immagine di un Dio, quando mi ritrovo questo tenero Apollo vivo e bello quanto l’immaginazion del poeta o l’arte dello scultore può formarlo? Sorrise l’affettuosa madre alle carezze che il suo diletto fanciullin ricevea, e nel cuor gioiva di quel trionfo che l’amor paterno riportava sopra un gusto il quale non di rado a mal fine trasporta. ◀Racconto generale ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1