Citazione bibliografica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "Il matrimonio di convenienza", in: Lo Spettatore italiano, Vol.2\21 (1822), pp. 113-116, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1011 [consultato il: ].


Livello 1►

Il matrimonio di convenienza

Citazione/Motto► Est illi facies liberalis et ingenua totius corporis
pulchritudo. Quae ego nequaquam arbitror negligenda:
debet enim hoc castitati puellarum quasi
praemium dari

Plin. Secund epist. XIV. lib. I..

Ha egli un liberal sembiante e ingenua bellezza in
tutta la persona; cose ch’io reputo non doversi
trascurare; perciocchè elle si denno accordare alle
fanciulle quasi per guiderdone di lor castità. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Sempre mi è stato di maraviglia, come mai Richardson, scrittor valente di così sana morale, intitolasse la sua Pamela, la Virtù ricompensata. È forse mercede alla virtù l’esser al vizio unita? E veramente il signor di Pamela è un uomo dissoluto, un rapitore, un tiranno, le massime ed i costumi del quale sono ugualmente da vituperare. “Egli è vero, potrebbe l’autore rispondermi; ma per la nascita e le ricchezze era ser Giorgio a Pamela superiore.” Non è egli un torto gravissimo che si fa alla virtù, il porla a comparazione di questi vantaggi? Conviene confessare che per questo capo Richardson si è lasciato preoccupare alle false idee de’suoi cittadini, perchè mostra egli di volere ai titoli ed alle ricchezze quella riputazion donare e quei privilegi che troppo alla virtù ed al buon ingegno son disdetti.

Questi beni della sorte in sì fatta maniera [114] ammirati sono la cagione prima di quei malcomposti maritaggi, dai quali cominciano mali e ruine senza modo. Deh! perchè non s’armano i moralisti e non s’adirano contro costoro che intendono a così immolare l’umana specie? Fra tanti delitti, ai quali non possono provvedere le leggi, quale havvi di questo più reo e più degno di essere tratto avanti il tribunale della pubblica ragione? Io non mi sono mai trovato alle solennità di simiglianti sposalizi, che non sentissi sì alto rammarico da patirmene tutta quanta l’anima; parendomi allora il sacerdote un sagrificatore crudele, vittima innocente la giovane sposa, e tiranno il padre, più spietato di quell’empio che godea di veder legati i vivi coi morti, perchè quelli spirassero sulle agghiacciate e livide membra di questi.

Livello 3► Exemplum► O infelice Elmira, ecco il tuo stato! Che t’è adesso l’aver per addietro conosciuto il bene di essere amata, l’aver un amante avuto degno di tutto il cuor tuo, se non è più quell’amore che allegra i tuoi giorni, se un orribile nodo ha stretta la tua alla fortuna di un uomo abbominevole, se tu se’dannata a strascinar nella tribolazione quel che t’avanza di vita? Livello 4► Eteroritratto► Gli occhi tuoi amorosi, l’angelica voce, le ornate maniere, la tua virtù non furon da tanto che al tuo tiranno quel cuor duro e freddo spezzassero: e tu ora, diserta e sconsolata, altro non puoi che trar guai e lagrimare il grave ed aspro tuo caso. Pur ieri abbatteimi in essa, e non potei senza sentirne pietà riguardare il suo viso, già sì bello e piacevole, ora smorto ed oscuro, che ben facea fede del dolore altissimo [115] onde ella è lento lento macerata e disfatta. Una bianca veste e lunga lasciava apparir le sue fattezze, ed un velo similmente bianco, che dalla testa le scendeva al ginocchio, la ravvolgea de’suoi addoppiamenti: laonde a riguardare sembrava un’ombra lamentevole dall’avello fuggita. ◀Eteroritratto ◀Livello 4 Mentre che io la considerava, movea lenta e taciturna i passi. Oh! misera, dissi tra me stesso, a te gli allegri vestimenti? a te i candidi veli? Lascia, lascia il color della luce che così male al tuo stato si addice, e prendi quello delle tenebre, del lutto e del dolore, che solo debbe fregiarti. Strascina per sempre, o sventurata Elmira, la grave tua catena, la quale solamente per morte potrà essere infranta.

E voi, genitori spietati, che fuori d’ogni diritto avete tanto supplizio alla vostra figliuola imposto, non sapevate voi che alla sua pudicizia si aspettava in guiderdone uno sposo di suo talento e di sua scelta? È questo dunque il premio da voi riserbato all’amor suo, alla sua pietà per voi: ma che dissi? sia pur vittima la infelice del folle giudizio di chi le diede la vita: nel fior degli anni e della bellezza il dolore la precipiti pure nel sepolcro: che vale? che importa ai barbari parenti? Ah! se per avventura la cattivella vi si parasse davanti, legga ella, amici pietosi, legga ne’vostri sguardi la dolce compassione de’mali suoi: poichè gli sfortunati, privi d’ogni speranza, conforto altro non hanno che l’altrui compassione. ◀Exemplum ◀Livello 3

Chiamano i genitori matrimoni di convenienza quei parentadi ne’quali delle figlie loro fan sagrificio all’ambizione ed all’interesse. Vogliono [116] essi che sieno donne di virtù quando per forza le accoppiano a sì fatti mariti, che altro non possono loro inspirare se non rincrescimento ed abbominazione. Lasciano talvolta campo alle innocenti da esse svergognate di rompersi al vizio, per ricreamento e consolazione loro, dando così opera a perdutamente guastarle.

Spesso anche i figliuoli de’ricchi sono alla convenienza immolati per avarizia o per orgoglio de’parenti. Oh fortunata libertà della povera gente! la quale, avvegnachè nulla possegga, può almeno scegliersi un’amica, una compagna secondo il suo cuore; mentre che i ricchi, schiavi della vanità e della convenienza, hanno poi a piangere tutto il tempo della vita lo sciagiurato acquisto di micolino d’oro. ◀Livello 2 ◀Livello 1