Cita bibliográfica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "Il quadro di famiglia", en: Lo Spettatore italiano, Vol.2\11 (1822), pp. 55-59, editado en: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Los "Spectators" en el contexto internacional. Edición digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1001 [consultado el: ].


Nivel 1►

Il quadro di famiglia

Cita/Lema► Iniquissima cosa è che il padre abbisogni, quando i
figliuoli hanno assai

Bartol. da S. Concordio. ◀Cita/Lema

Nivel 2► Nivel 3► Relato general► Nel tempo che io soggiornava in Inghilterra diventai strettissimo amico di Goodman, del quale spesse volte mi accadrà di dovere i savi ragionamenti avuti insieme con me, e la sua bontà e le altre virtù quivi allegare. Egli adunque un dì mi contò quel che or sono per riferire.

Nivel 4► Relato general► Essendo andato una sera ad un mercatante di tabacco per comperarmene una scatola, trovai la bottega, siccome era uso, illuminata; ma la porta chiusa, e mi convenne picchiare da ben due volte. Fummi aperto; ed il buon mercatante nell’empirmi la scatola mostrava in sembianza il più lieto e il più contento animo del mondo. Udiva io frattanto una donna far colla sua voce tenore ad una chitarra sì dolcemente,

Nivel 5► Cita/Lema► Che la dolcezza ancor dentro mi sona.

Dante, Par. 2. ◀Cita/Lema ◀Nivel 5

Temo, gli dissi, che per mia cagione abbiate dovuto lasciare chi sa quali convitati e quanto piacevoli: non vorrei pure un momento interrompere gli altrui sollazzi: però rendetevi tosto alla vostra conversazione. Voi non avete, rispose il mercatante, per verun modo interrotto il mio piacere; anzi voi mel potete raddoppiare, quando [56] vi piaccia che io ve ne mostri l’argomento. E forse che la cosa fia tale, che non sarà punto discaro al gentile animo vostro l’averla ascoltata.

Nivel 5► Relato general► Lungo tempo è che vivono meco sotto l’istesso tetto due giovani, a’quali per disavventura fu da un ostinato ed inumano creditore messo in carcere, e tenutovi oltre a quindici anni il padre, uomo veramente degno di miglior condizione. Essi conciofossechè, nella stremità dello stato loro, non avessero onde riscuoterlo, lo andavano immancabilmente ogni giorno a racconsolare, e lui e la seconda sua moglie reggevano con le loro fatiche, come il meglio potevano. Così hanno versato nel cuore afflitto del padre il balsamo della pietà filiale. Finalmente un atto di grazia ridona la libertà a questo padre infelice, e stasera appunto da quella prigione, in cui s’era incanutito, è stato egli tratto e ricondotto alla casa loro. ◀Relato general ◀Nivel 5 Noi per amichevole compiacimento abbiamo voluto rallegrare questi momenti con una cena, la quale era finita poco prima che picchiaste. Una delle sue figlie, cui ora sentite cantare, è venuta a congratularsi con lui della sua liberazione; e siccome tutta la casa è amante della musica, essa ha presa la chitarra per accordare all’armonia di quella il suo canto. Inesprimibile è la letizia del padre, il quale, dopo aver tanti anni nella tribulazione languito, or finalmente si rivede sicuro fra le braccia de’suoi figli.

Io v’odo raccontare, dissi io al mercatante, questa novella con tanta affezione, che gran parte del suo lieto fine pare glie vi sia toccata. [57] E non v’ingannaste nel dire che l’averla saputa non poteva essermi discaro. Perchè non posso io essere spettatore di così tenera scena, senza turbare in nessun modo sì dolci ore? Io posso ben contentarvi, rispose il mercatante; e non mi pare un violare le leggi dell’ospitalità e dell’onore il rivelare gli amici in quei punti e in quegli atti i quali non pure non sono indegni di esser visti, ma degnissimi sono che siano commendati. Venite con me; voi potrete appagare la vostra curiosità dietro l’invetriata di questa porta. Io avrei più volentier perduto ogni mia cosa del mondo, che una veduta così dilettevole, la quale mi mostrò il quadro d’una famiglia bello tanto, che qualunque ingegno d’arte si sarebbe indarno faticato d’aggiungervi. Nè di Tiziano, o di Guido, o di Raffaello lo avrebbero i pennelli saputo pure adombrare: l’avea disegnato e colorato maggior maestro ch’essi non sono, cioè l’inimitabil mano della natura.

Io vi delineerò un abbozzo del quadro, proseguì Goodman; dipingavi quinci il cuor vostro il rimanente. Immaginatevi stretta in cerchio alla tavola tutta la famiglia; e rimpetto a me, eccovi là il padre coi segnali segnati nel sembiante della vecchiezza e del male, fatti ancora più notabili dalle avversità della vita; ma la sua fronte placida e serena dimostra un’anima superiore all’avversa fortuna. Gli seggono quinci da fianco i suoi ottimi figliuoli e la donna sua, la costante compagna delle sue sciagure. L’altro spazio di questo beato cerchio compie la sua figliuola, di cui avea udito la voce, e il padrone e la padrona di casa che avevano [58] questo piccol convito consecrato all’amicizia. Seguitava ancora a cantare la donzella, accompagnandosi al suono della chitarra. Erano dolci e pietosi i suoi accenti; ma io non potea prestare la mia attenzione all’armonia del canto; tanto m’avean tratto a sè le persone che il bel quadro facevano, delle quali io contemplava gli atti e i visi, cogliendo avidamente i più vivi e più alti sentimenti onde erano animate. Ora il buon vecchio muoveva gli occhi desiosamente intorno, l’una dopo l’altra guatando ciascuna persona della sua famiglia; ora fissava lo sguardo sopra la figlia diletta, la cui voce esprimeva la gioia del suo ritorno. Talvolta levava gli occhi e le mani al cielo rendendo grazie, nel silenzio di un’intima gratitudine, a quella Provvidenza che dopo tante prove avealo finalmente ricondotto a goder la pace nel seno di sua famiglia.

Sì tosto come fu finito il canto, egli fe’ cenno alla figlia di venire a sè, e con un tenero abbracciamento la si strinse al cuore. Ebro d’ineffabile contentezza porse poi la mano ai due figliuoli, che con infinita gioia la si chiusero al petto. In tutte le sembianze appariano quei delicati affetti del cuore che al solo aspetto umano ha dato di esprimere la natura, e che nè arte nè lingua avrebbe virtù di ritrarre. Mentre ciò faceasi, non vi fu un ciglio senza lagrime nella stanza; e perchè non aggiungerò io, anche dietro l’invetriata? Il piacere ha suo pianto come il dolore; salvo che questo n’è spremuto dai patimenti, quello è dalla nostra umanità spontaneamente offerto in tributo alla virtù.

[59] Duolmi, dissi al buon mercatante, che il quadro il quale avete esposto ai miei sguardi, resti qui nascoso. Dovrebbe egli essere messo innanzi agli occhi del pubblico, acciocchè della sua vista prendessero conforto i virtuosi e vergogna i malvagi. Non mi potei dipartire da quel pietoso spettacolo senza questi preghi ed augurii: O figli di virtù, vi colmi il cielo di tutte le consolazioni! e certo vi farà egli felici in retribuzion del dono che avete fatto al mondo del grande esempio di virtù filiale. Che se la gente perduta dietro ai vani piaceri, è cieca al segno di ricusarvi l’onor che vi si appartiene, voi n’avete il guiderdone in voi stessi. V’avete voi tali segni nel cuor vostro di pura coscienza scolpiti, che il secolo non ve li può torre, come non gli potrebbe egli dare, se non a cuor siffatti, come sono i vostri. ◀Relato general ◀Nivel 4 ◀Relato general ◀Nivel 3 ◀Nivel 2 ◀Nivel 1