Lo Spettatore italiano: La severità e l’indulgenza de’genitori
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Niveau 1
La severità e l’indulgenza de’genitori
Citation/Devise
Pudore et liberalitate liberos retinere satius esse credo,
quam metu Teren.~kMi par meglio il contenere i figli coll’amore e
colla
quam metu Teren.~k
Mi par meglio il contenere i figli coll’amore e
colla
riverenza, che col timore.
Niveau 2
Per conseguir buoni figli, conviene esser soltanto loro padre, e non
giudice e tiranno. Ora che altro è egli mai l’esserne il padre, se non il persuader loro ch’ei gli
ama? Questa persuasione, a buon conto, te ne guadagna subito il cuore, perchè amiamo naturalmente
quelli da cui sappiamo d’esser amati. Se i figli tuoi t’amano, ed osservano la paterna autorità, non
come odiato diritto dato dalle leggi, e di cui sei geloso, ma come effetto di una tenera
sollecitudine, la qual prega di ciò che comandar potrebbe, e costringendo altrui patisce e non gode;
oh! allora veramente sarai il padre de’tuoi figliuoli. Ti temeranno essi non come un duro padrone,
ma come un amico degno di rispetto, e per l’affezione che lor porta e per la cura che di lor prende.
Non si guarderanno essi tanto di offendere la paterna autorità, quanto di affliggere il cuor
paterno; e così vedrai con istupore introdotta facilmente la ragione nell’anima loro,
mercè di questo tenero affetto che loro avrai istillato a tuo favore.
Essi danno chiara testimonianza che gioventù non cresciuta sotto la clemente educazione di
amorevoli genitori, o di buoni maestri, ben di rado riesce dabbene e trattabile.
Allora ebbi a dire fra me: Per certo Dionisio non debbe aver mai vista la natural sembianza
del figlio, ed io tengo che se per caso lo coglie in quella con cui ha meco favellato, avrà molto a
fare prima che lo ravvisi. Or se gliene sono ignoti i lineamenti, gliene possono essere
cogniti i pensieri e il cuore? Che difetti può egli mai correggere un padre nel suo figlio, se
quelli che ha sin dal suo nascimento sono a lui ignoti e non ardiscono appalesarsi? se sgomentati
dalla sua durezza si appiattarono nel più chiuso del cuore? se il padre altro non ha fatto di questo
figliuolo che uno schiavo che sospira la libertà, e che ne abuserà quando l’avrà acquistata? Ma se
la soverchia inclemenza de’genitori sì tristi effetti produce, non ne genera meno l’eccessiva loro
indulgenza, la quale è assai più comune della sua contraria. Vi sono molti che nè per la maturità
degli anni, nè per li lumi della ragione possono essere preservati da questo difetto. Per troppo
amor ciechi non veggono che dalla loro intemperata indulgenza prende origine la giovenil corruttela
de’figli, la quale li fa nelle sue laidezze anzi tempo invecchiare. Mimiamo, padre tenero e
indulgente, è infelicissimo per la scostumata condotta e per l’ingratitudine d’un figliuolo che
dovea formare tutta la sua consolazione; nè ancor conosce che questo è un gastigo della propria sua
colpa, e che raccoglie ciò che egli ha seminato. Se in qualche cosa, dice egli, merito riprensione,
la merito per averlo troppo amato: questo amore è quello che mi ha fatto chiuder gli occhi sopra i
suoi difetti, sopra i suoi traviamenti: questo amore mi ha fatto arrendevole quando avrei dovuto
esser inflessibile, e mi ha trattenuto il braccio quando lo avrei dovuto levare a punirlo. Dunque, o
Mimiamo, l’amor paterno è stato quello che ti ha fatto mancare ai principali offici di un buon
padre? Anche Mannio ha un figliuolo ostinato, infingardo e maligno. Ma egli a quella
invincibile ostinazione del figliuolo dà in vece il nome di fermezza che reputerebbe pericoloso il
fiaccare; e chiama spirito e accorgimento quella malignità di cui qualche volta egli ride e se ne
compiace. E così pure non gli grava che il figlio non inclini agli studi, perchè ancora è ben
giovine, e non ha ad esser poi un gran dottore. Dai principii di Mannio sull’educazione si può
argomentare la fine del figlio; e dica pure a sua posta che i figli si fanno come si vogliono più
con la persuasione che con le riprensioni, e che queste li portano più a recalcitrare che ad altro.
Tardi s’accorgerà dell’assurdo inconveniente d’usare ai fanciulli un linguaggio non a loro
intelligibile; e che è falso che le punizioni, a suo tempo e con ragione adoperate, non rompano la
dura indole de’figli, e non la rendano pieghevole e buona. Anzi quanto son quelle più ritardate,
tanto maggiori contrarietà e disgusti si procacciano ai figli in età più avanzata. L’amore delle
madri per li figli, perchè più tenero che quello dei padri, è più soggetto a cadere in una
strabocchevole indulgenza; e però quella gran parte che esse hanno dell’educazione, spesse volte fa
maggior danno. Ismenia, perchè è una idolatra del figlio, si tiene per buona madre. Per far che egli
non senta la debolezza dell’età, ella l’accresce e la prolunga; e non sa che invece di sottrarlo
alle leggi di natura, difendendolo da tutti gli insulti impossibili a schivarsi sempre, ella lo
rende ignudo a tutti i colpi ed esposto a mille pericoli. Favoleggiano che Tetide per
rendere invulnerabile il suo figliuolo lo tuffasse nelle acque di Stige; e le madri troppo
indulgenti, a forza d’immergere i loro bambini nella mollezza, li dispongono ai patimenti. Arriva il
figlio d’Ismenia all’età di cominciare gli studi: Mio figlio è delicatissimo, dice la madre al
maestro, l’unico erede di tutta la famiglia e l’oggetto di tutte le mie speranze. Bisogna
conservarlo, ne vada qualunque cosa; non voglio che sia toccato, nè che si consumi allo studio: ed
il maestro che saria stato più buono a volger l’aratro che a dettar nelle scuole, fece secondo che
gli fu imposto. Chi non prevede quale sarà la riuscita d’una educazione con questi principii
instituita sotto gli occhi di simil madre? Ufficio dei padri è raffrenare la smoderata benevolenza
delle madri, la quale impedisce che si disciplinino dirittamente i troppo amati figliuoli.
Quantunque dolce ed egregia possa essere la lor natura, non verrà giammai in vera perfezione senza
quei soccorsi che può loro prestare la disciplina. Un albero non porterà mai copiose nè saporite
frutta, ove non sia stato potato per mano maestra; ad ogni buon terreno fa mestieri l’agricoltore, e
non sarebbero di alcun uso i più utili animali se non fossero domati. Or l’uomo, fornito più
ch’altri di buone e di male qualità, come potrebbe senza la mano dell’arte purgarsi dalle triste
inclinazioni ed apprendere ad usare il bene dell’intelletto? Fia grave, nol niego, l’esercizio d’una
rigida disciplina; ma ove ragion mostri esser quella di necessità, non si dee operar
contro coscienza, e per non toccare il proprio sentimento recare un male senza rimedio a chi tanto
si ama, e così avverare che una indulgenza soverchia non è altro all’ultimo che una soverchia
inclemenza.
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Exemple
Bisogna farsi temere ai figli, diceva Silicone, che è stato sempre
monarca dispotico della sua famiglia. Padre imperioso e fiero, non ha reputato convenevol cosa il
farsi amare da’suoi figli. Ma non ha veduto che a forza di umiliarli avviliva l’animo loro, ne
inaspriva l’indole, e ne disordinava le facoltà naturali, che senza una libertà grande di spirito
germogliare non possono. Sempre tenuti indietro dall’asprezza degli ammaestramenti, sempre in
presenza di un precettore severo, i fanciulli non s’attentano mai di proferire cosa propria; così
l’immaginazione loro, che le più volte è vivace e feconda, cade e si perde sotto tanta severità. Non
era questa certamente l’intenzione del padre, che anzi volea ne’buoni studi indirizzarli, e volgerne
l’indole alla dolcezza e alla modestia. Ma mentre che intendeva d’ispirar loro la mansuetudine e
l’osservanza, poneva loro innanzi agli occhi un continuo esempio d’inflessibilità e di fierezza; e
questo esempio esser doveva assai più efficace de’suoi insegnamenti. Restando in loro più vivamente
impressi i duri modi onde erano dei loro difetti gastigati, e degli obblighi ammoniti, che la
necessità di soddisfarvi e di emendarsi, si aumentava in essi la ripugnanza e l’ostinazione secondo
che si facevano maggiori sforzi a prevenirle. Giunti all’adolescenza, e sempre curvati sotto lo
stesso giogo, compariscon nel mondo con uno sì stupido impaccio o una tanto brutale ferocia, che
resistono al commercio dell’urbano consorzio, e si rendono sempre spiacevoli e
fastidiosi a ciascuno.
Niveau 3
Exemple
Non ha molti giorni n’andai a desinare a casa di uno uomo di questi
ambiziosi della paterna autorità. Dionisio ha un figlio in età di diciott’anni o meno, novellamente
levato di collegio. Questo giovinetto, presente il padre, non fece mai motto, parlando sempre per
atti riverenti, e sempre timido riguardando nella vista del padre, se pareva de’suoi modi contento.
Ma poichè Dionisio si fu quinci per alcun momento ritratto, io già ben conoscendo che lo spirito del
figlio era stato sino allora dal paterno aspetto impedito, e desiderando di veder che farebbe fuor
di suggezione, pigliai cortesemente a dimandarlo. Egli, con le pronte risposte, parea mi rendesse
grazia che io gli dessi agio a ragionare; e già si veniva di questa consolazione compiacendo, e
cominciava certo racconto, allorchè dalla contigua stanza udì la paventata voce del padre, la quale
sbigottillo per modo che non aperse più la bocca. Gli parve dal viso tutta l’allegrezza che la
confidenza e la libertà v’avevan posta, e sì cambiato lo vidi che non mi pareva più desso alla
tornata del padre.