Il Socrate Veneto: N. XII

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Niveau 1

N. XII.

Della buona opinion di se stesso

Niveau 2

Poco v’importa d’essere buono, o cattivo, perchè vi basta che gli uomini abbiano buona opinione di voi. Ma sappiate che l’opinione non cangia mai la natura delle cose. Quantunque tutto il Mondo vi stimi un uomo dabbene, se siete vizioso, una tal stima non è ella falsa? Or questa è una pazzia di rallegrarsi per una supposta stima. Meno lusinghe vi daranno i sentimenti del pubblico, se considererete che non v’è cosa alcuna, che l’opinione non possa idearsi. Ma il bene, o il male, che risiede negli animi non varia mai per gli strepiti, o per i discorsi degli uomini. Perciò non potere mai esser buono, quand’anche ognuno vi chiamasse tale, se non lo siete in fatti, e non già di nome. Quel Saggio Ebreo disse con ragione, che il buon nome è più da pregiarsi, che molte ricchezze; e in altro luogo affermò, che la buona fama vale assai più de’profumi preziosi: volendo farci conoscere il suo prezzo e il suo odore coll’esempio dell’oro, e degli aromi. Or nè la fama, nè alcun’altra cosa può esser buona, se è falsa. Così per quanto stimato sia un empio, la sua empietà non si sminuisce. Che non si vanti adunque d’un nome vano, ma che ascolti piuttosto quell’oracolo del Sagio:

Citation/Devise

che il nome degli empj, i quali fanno una luminosa comparsa si appassirà, e manderà un cattivo odore; ed altrove: che la gloria nostra non è altro che il testimonio della nostra coscienza.
Se essa internamente vi morde, a che serviranno mai le adulazioni de’simulatori, e un onore acquistato colle lusinghe, e con le finzioni? Da una cattiva radice nulla esce di buono; e non dovete mai stimar legittimo quell’onore, che da essa pullula, mentre voi stesso non potete chiamarlo vero. V’inganna, perchè è falso. Supponiamo che tutti i vostri Concittadini abbiano buon concetto di voi, monta poco l’altrui giudizio, ma bensì quello che voi fate di voi medesimo. Se parlano in vostro vantaggio, non prestate lor fede; poichè non fanno quel che si dicano, e liberalmente mentiscono per un certo prurito di parlare che va sempre all’eccesso sì per la lode, che per il biasimo, e per un certo costume vizioso ch’è già passato in natura. Se molti parlano bene di voi, il dar fede ad ignoranti altro non è che un volontario inganno. La plebe che vi loda è forse indotta dalla vostra cortesia, o da’vostri doni; e se niente ha da voi ricevuto, aspetta già qualche cosa. Non conviene mai credere nè a chi ama, nè a chi spera. Non date adunque orecchio alla favorevole testimonianza ch’essi vi fanno; voi avete dentro di voi medesimo un testimonio incorruttibile, e più sicuro; interrogate la vostra coscienza, e date credito ad essa. L’opinione degli uomini è una cosa assai dubbiosa, ma la virtù è una cosa infallibile. Che se pare a voi stesso d’essere un uomo dabbene, siete adunque cattivo. Imperciocchè i buoni non si contentano mai di se stessi, e con verità si accusano, in vece di falsamente giustificarsi. Se gli altri sono del medesimo sentimento vostro, che importa, se voi siete vizioso, ed essi son pazzi. E poi, che vale a voi di essere tenuto per uomo dabbene, se voi sapete il contrario. Se tutti vi lodano, credete dunque a tutti? Non vi vergognate di essere stimato quel che non siete? questa è una stravagante inclinazione che noi tutti abbiamo di credere più agli altri, che a noi medesimi in ciò che risguarda le cose nostre più occulte; e come dice il Poeta,

Citation/Devise

di temere una bugiarda infamia, e di lasciarsi abbagliare da una falsa gloria.
Quand’anche tutto il popolo vi preconizasse di comun consenso, sappiate che non v’è strada che conduca più presto all’errore e al precipizio, quanto quella che si batte su le tracce del volgo. Tutto ciò, ch’esso loda, è quasi sempre degno di biasimo. Vi dirò ancora, che i contrarj si fanno conoscere da’loro contrarj. Se godete l’estimazione di uomo dabbene, è d’uopo che la conserviate coll’eguaglianza della vita, e coll’onestà: altrimenti essa ben presto si dileguerà come il vento. Se le vostre lodi sono sparse tra il popolo, voi avete piantato un albero fragile in un arido terreno; ma se esse girano ancora per le bocche degli uomini saggi, se sono vere, dureranno, metteranno una più ferma radice, e cresceranno in ogni luogo, come dice l’Orator Romano. All’opposto essendo finte e mendaci, presto cadranno come i fiori appassiti dal loro stelo. Per fine non bisogna gloriarsi nella condizione umana, nè nella virtù propria, ancorchè sia vera; ma piuttosto in chi è l’Autore delle virtù tutte. Coloro, che fanno al contrario non solo col suffragio degli uomini non acquistano quello che non hanno, ma sminuiscono o perdono interamente quello che già avevano. Non mi parlate più adunque de’discorsi vantaggiosi del popolo, avvegnacchè vi assicuro, che tutto ciò ch’egli pensa è pieno di vanità, tutto ciò che dice è falso, tutto ciò che disapprova è buono, siccome quanto egli approva è cattivo: in somma tutto quello ch’egli opera non è altro che pazzia. Voi vi lusingate ancora, perchè la stima vostra presente vi ha fatto degli amici assenti. Confesso io pure essere alcune volte avvenuto che la fama a certe persone abbia non solo acquistato degli amici sconosciuti, ma ancora fatti amici i nemici medesimi.

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Exemple

Così Massinissa si unì per tal modo con Scipione, che quel Re ch’era stato sempre il primo alla testa della Cavalleria Cartaginese, fu di poi il primo a condur quella de’Romani contro Cartagine. E non solo i nemici particolari, ma gli stessi assassini che sono i nemici pubblici di tutti gli uomini sono stati attratti dall’illustre fama di quel gran Conquistatore. In fatti ritrovandosi egli nel suo esiglio di Linterno, una truppa di ladri andò a visitarlo, e siccome essi si conoscevano per sospetti, perchè andando in numero recavano spavento al Villagio, deposero l’armi e le minacce; indi i Capi licenziati avendo i loro fatelliti, con insolita affabilità soli si presentarono a Scipione, ossequiarono la sua persona come una Divinità visibile, e la sua Casa come un sagro Tempio. Finalmente dopo aver bacciata più volte la di lui destra vincitrice, e dopo aver posti sopra la soglia della sua porta i regali, che non si soleano porre che sopra gli altari degli Dei, si ritirarono, ascrivendo a lor somma ventura di avere veduto questo grand’uomo.
Tanto successe all’illustre Guerriero. Ma quand’anche lo stesso fosse accaduto a moltissimi, poichè non nego che la Fama nel Mondo abbia una gran possanza, sempre però è da temersi che la presenza, come suole avvenire, non diminuisca la stima. Quanti disprezzarono alcuni, che avevano dinanzi agli occhi, e poi li adorarono quand’erano lontani. Il giudizio umano è una cosa assai delicata e pieghevole. Supponiamo che il vostro nome v’abbia acquistato delle amicizie di là de’Monti, e de’Mari. Le vostre immaginazioni sono quasi tutte egualmente frivole e vane. Imperciocchè qual uso o qual frutto aspettate da una persona, che non vi ha mai veduto, nè vi vedrà giammai? I vizj vostri rendono le stesse amicizie presenti inutili e pericolose; che sperate adunque dalle vostre amicizie visionarie? Il Comico disse che la servitù acquista gli amici; ed io ardisco affermare che i veri amici difficilmente si guadagnano con molti servigi. E poi voi credete di avere acquistato un amico con poche parole, e forse dette per bocca altrui? Avete dunque una speranza assai facile, o piuttosto una credulità molto sciocca. Che che ne sia, se la buona opinione vi ha procurato un amico nell’ultime parti della terra, un’altra opinione contraria ve lo toglierà; e tanto più facilmente, perchè gli orecchi degli uomini stanno più aperti a’cattivi discorsi, che a’buoni. Voglio che l’amico acquistato sia il migliore del Mondo; ma di grazia, donde sapete voi che un uomo non mai veduto sia pieno di bontà, quando que’medesimi che vedete ogni giorno, e che praticate familiarmente, non sapete ancora dopo tanto tempo e tante pruove quel che veramente essi sieno? Spesso la vostra credulità v’inganna, e vi persuadete volentieri quel che bramate. Prestate troppa fede ad una fama buggiarda. Voi credete di vedere nel cuore d’un uomo, di cui mai vedeste la faccia, quando sapete quanti raggiri e nascondigli vi sieno ne’cuori delle persone a voi note. In fatti è assai difficile il conoscere un amico fuori dell’occasione d’una grave disgrazia, Forse alcuno vi ha procurato un amico col dir di voi qualche bugia; e qualch’altro ve lo rapirà dicendo la verità. Tutte le cose si distruggono facilmente per quelle medesime vie, per cui sono prodotte; e la Natura vuole, che le cose che presto crescono, presto parimenti cessino.