Il sepolcro di Gian Giacomo Giovanni Ferri di S. Costante Moralische Wochenschriften Klaus-Dieter Ertler Herausgeber Alexandra Fuchs Herausgeber Alexandra Kolb Mitarbeiter Lisa Pirkebner Mitarbeiter Sarah Lang Gerlinde Schneider Martina Scholger Johannes Stigler Gunter Vasold Datenmodellierung Applikationsentwicklung Institut für Romanistik, Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung, Universität Graz Graz 25.07.2019 o:mws-117-1154 Ferri di S. Costante, Giovanni: Lo Spettatore italiano, preceduto da un Saggio Critico sopra i Filosofi Morali e i Dipintori de’Costumi e de’Caratteri. Milano: Società Tipografica de’Classici Italiani 1822, 407-409 Lo Spettatore italiano 4 76 1822 Italien Ebene 1 Ebene 2 Ebene 3 Ebene 4 Ebene 5 Ebene 6 Allgemeine Erzählung Selbstportrait Fremdportrait Dialog Allegorisches Erzählen Traumerzählung Fabelerzählung Satirisches Erzählen Exemplarisches Erzählen Utopische Erzählung Metatextualität Zitat/Motto Leserbrief Graz, Austria Italian Menschenbild Immagine dell'Umanità Idea of Man Imagen de los Hombres Image de l’humanité Imagem humana Italy 12.83333,42.83333

Il sepolcro di Gian Giacomo

Entre ces peupliers paisiblesRepose Jean Jacques Rousseau.Approchez, cœurs droits et sensibles;Votre ami dort sous ce tombeau.

Ducis.

Anch’io, diceva Eugenio, ho visitato la tomba di Gian Giacomo Rousseau. Le selvette di Ermenovilla lasciano nell’anima si attraenti affetti e pensieri sì soavi, ch’egli è impossibile non conservarne la rimembranza. Quanto è dolce trasportarsi colla mente in quei boschi, là onde io mal mio grado ebbi a dipartirmi, i quali dal cospetto di un così grande e sfortunato ingegno furono consegrati!

Altro non cuopre l’avello di Gian Giacomo; se non se le fronde de’pioppi e il padiglione del cielo. Ognuno si sente preso da un profondo rispetto e da una tenera compassione leggendo questo semplice epitaffio: Qui si giaccion l’ossa di Gian Giacomo Rousseau. Sopra quella pietra, dove dorme l’amico della natura, sono scolpite le insegne della virtù e del genio, la picca e il berretto simbolo della libertà, e gruppi di bambini che, disciolti dalle ritorte onde erano loro strette le braccia, sembrano annunziare un nuovo secolo dell’oro.

Gli abitanti di Ermenovilla richiamano con tenerezza i giorni che Rousseau ha passati fra loro, e si compiacciono nel narrar ai forestieri la di lui generosità e beneficenza, con orgoglio mostrando gli avanzi che hanno guardato di colui onde ebbe fama e pregio il lor villaggio. Un ricco viaggiatore offrì un giorno cento luigi d’oro ad un contadino per un paio di zoccoli stati, tempo fa, di Gian Giacomo; ma il lavoratore rifiutò il grande prezzo, posponendolo alle meste reliquie di chi vivendo aveva sempre amato gl’infelici e i mal parteggiati dalla fortuna.

Un dì due giovani inglesi andarono a visitare il sepolcro di questo amico della natura. Ma siccome poco prima una mano empia osato aveva far oltraggio alle ceneri di Gian Giacomo, Girardino, signore d’Armenovilla, forte crucciato di tal sacrilegio, aveva vietato ad ogni uomo l’ingresso nell’isola de’Pioppi senza sua espressa licenza. Indarno i due Inglesi protestaronsi devoti e veneratori di Rousseau: indarno supplicarono il barcaiuolo di tragittarli oltre il canale, tentandolo pur anco coll’esca dell’oro. Più inflessibile dello stesso Caronte, il barcaiuolo fido restossi al divieto del padrone. I due viaggiatori, scorgendo vana ogni preghiera e lusinga, spogliatisi, entrarono nell’acqua, ed a nuoto passarono nell’isola.

Fu narrato un altro giorno a Girardino come due stranieri avevano fatto incantesimi sopra la tomba di Gian Giacomo; imperciocchè erano stati veduti battere con acciaio il sepulcral sasso, ed alle scintille trattene, accendere una fiamma che buona pezza durò. Non potè da prima comprendere Girardino che volessero importare questi arcani riti; ma bentosto riseppe che due ammiratori di Gian Giacomo erano andati ad ardere sopra la sua tomba il libro nel quale Diderotto, non guari dopo la morte di quel grand’uomo, ne aveva calunniata tanto indegnamente la memoria. Tal sagrificio, onorevole per quei che l’offrirono, non sarebbe stato gradito da Rousseau, se egli vi fosse potuto esser presente; chè troppo lungi dal suo cuore aveva egli sbandita la vendetta.

Ricevette la sua tomba una offerta ben più degna di lui, e la più dolce insieme ricompensa de’suoi travagli. Una bella e giovinetta donna, novellamente divenuta madre, venne a visitar l’isola de’Pioppi, portando in braccio e al seno attaccato il pargoletto pur testè da lei posto alla luce; e adagiatolo sulla tomba, disse: Se tu non fossi stato, o Gian Giacomo, io non adempirei il più sagro dei doveri, nè la maggior dolcezza della vita potrei gustare. Senza di te il mio figliuolo suggerebbe il latte di alcuna straniera, ed io appena mezza madre sarei. Ricevi, o Gian Giacomo, il tributo della mia riconoscenza: e in questo dire lasciò cadere dal nudo petto alcuna stilla di latte sovra l’onorato sepolcroQuesto elogio d’uno de’primi moderni scrittori, il quale ha spesso svolto i principii della morale con tale efficacia che pochi altri moralisti l’agguagliano, non toglie che non si riconoscano e deplorino gli strani paradossi e i dannosi errori onde ha imbrattato le sue opere..

Il sepolcro di Gian Giacomo Entre ces peupliers paisiblesRepose Jean Jacques Rousseau.Approchez, cœurs droits et sensibles;Votre ami dort sous ce tombeau. Ducis. Anch’io, diceva Eugenio, ho visitato la tomba di Gian Giacomo Rousseau. Le selvette di Ermenovilla lasciano nell’anima si attraenti affetti e pensieri sì soavi, ch’egli è impossibile non conservarne la rimembranza. Quanto è dolce trasportarsi colla mente in quei boschi, là onde io mal mio grado ebbi a dipartirmi, i quali dal cospetto di un così grande e sfortunato ingegno furono consegrati! Altro non cuopre l’avello di Gian Giacomo; se non se le fronde de’pioppi e il padiglione del cielo. Ognuno si sente preso da un profondo rispetto e da una tenera compassione leggendo questo semplice epitaffio: Qui si giaccion l’ossa di Gian Giacomo Rousseau. Sopra quella pietra, dove dorme l’amico della natura, sono scolpite le insegne della virtù e del genio, la picca e il berretto simbolo della libertà, e gruppi di bambini che, disciolti dalle ritorte onde erano loro strette le braccia, sembrano annunziare un nuovo secolo dell’oro. Gli abitanti di Ermenovilla richiamano con tenerezza i giorni che Rousseau ha passati fra loro, e si compiacciono nel narrar ai forestieri la di lui generosità e beneficenza, con orgoglio mostrando gli avanzi che hanno guardato di colui onde ebbe fama e pregio il lor villaggio. Un ricco viaggiatore offrì un giorno cento luigi d’oro ad un contadino per un paio di zoccoli stati, tempo fa, di Gian Giacomo; ma il lavoratore rifiutò il grande prezzo, posponendolo alle meste reliquie di chi vivendo aveva sempre amato gl’infelici e i mal parteggiati dalla fortuna. Un dì due giovani inglesi andarono a visitare il sepolcro di questo amico della natura. Ma siccome poco prima una mano empia osato aveva far oltraggio alle ceneri di Gian Giacomo, Girardino, signore d’Armenovilla, forte crucciato di tal sacrilegio, aveva vietato ad ogni uomo l’ingresso nell’isola de’Pioppi senza sua espressa licenza. Indarno i due Inglesi protestaronsi devoti e veneratori di Rousseau: indarno supplicarono il barcaiuolo di tragittarli oltre il canale, tentandolo pur anco coll’esca dell’oro. Più inflessibile dello stesso Caronte, il barcaiuolo fido restossi al divieto del padrone. I due viaggiatori, scorgendo vana ogni preghiera e lusinga, spogliatisi, entrarono nell’acqua, ed a nuoto passarono nell’isola. Fu narrato un altro giorno a Girardino come due stranieri avevano fatto incantesimi sopra la tomba di Gian Giacomo; imperciocchè erano stati veduti battere con acciaio il sepulcral sasso, ed alle scintille trattene, accendere una fiamma che buona pezza durò. Non potè da prima comprendere Girardino che volessero importare questi arcani riti; ma bentosto riseppe che due ammiratori di Gian Giacomo erano andati ad ardere sopra la sua tomba il libro nel quale Diderotto, non guari dopo la morte di quel grand’uomo, ne aveva calunniata tanto indegnamente la memoria. Tal sagrificio, onorevole per quei che l’offrirono, non sarebbe stato gradito da Rousseau, se egli vi fosse potuto esser presente; chè troppo lungi dal suo cuore aveva egli sbandita la vendetta. Ricevette la sua tomba una offerta ben più degna di lui, e la più dolce insieme ricompensa de’suoi travagli. Una bella e giovinetta donna, novellamente divenuta madre, venne a visitar l’isola de’Pioppi, portando in braccio e al seno attaccato il pargoletto pur testè da lei posto alla luce; e adagiatolo sulla tomba, disse: Se tu non fossi stato, o Gian Giacomo, io non adempirei il più sagro dei doveri, nè la maggior dolcezza della vita potrei gustare. Senza di te il mio figliuolo suggerebbe il latte di alcuna straniera, ed io appena mezza madre sarei. Ricevi, o Gian Giacomo, il tributo della mia riconoscenza: e in questo dire lasciò cadere dal nudo petto alcuna stilla di latte sovra l’onorato sepolcroQuesto elogio d’uno de’primi moderni scrittori, il quale ha spesso svolto i principii della morale con tale efficacia che pochi altri moralisti l’agguagliano, non toglie che non si riconoscano e deplorino gli strani paradossi e i dannosi errori onde ha imbrattato le sue opere..