Lo Spettatore italiano: La morte d’una buona madre
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Livello 1
La morte d’una buona madre
Ma ecco ahimè! che la miglior madre
Ella avvicinavasi agli ultimi suoi momenti quando io mi recai da Bonaldo, suo marito e
mio amico, per porgergli qualche consolazione, o almeno per dividere il suo dolore. Appena m’ebbe
veduto Bonaldo, lagrimando mi si fece avanti, e menommi alla sua donna che voleva dirmi l’ultimo
addio. Che pietoso spettacolo presentava la desolata famiglia! stavano tutti intorno al letto di
morte sconsolati in vista e compassionevoli. La prima figlia, di forse quindici anni, tutta
somigliante alla madre, era intesa a prestarle la più tenera assistenza, sforzandosi, ma invano, di
frenare le sue lagrime: gli altri figli tutti inginocchiati a piè del letto pregando Iddio a non
privarli della lor madre adorata. Ma quello che più pietà faceva, era l’aspetto del più piccolo, il
quale troppo giovine per sentire la gran perdita, piangea perchè vedea piangere i
fratelli e le sorelle. La sola persona che in questo luogo di desolazione mostrasse rassegnazione e
costanza, era Emilia che moriva. Quando mi vide accanto al letto, cominciò ella con una voce debole
ed affannata: Io riconosco la vostra affezione; abbiate cura del vostro amico: egli avrà pur bisogno
dall’amicizia che lo conforti. Ella avea già detto l’ultimo addio al marito ed ai figli, come in
tanta dipartita conveniva a persona cui la religione offre le più dolci speranze. Da troppo maggior
pietà fui soprappreso ponendo attenzione a Bonaldo da un lato, che per non vie più amareggiar ad
Emilia gli estremi sospiri, si affaticava di nascondere il suo dolore; e dall’altro ad Emilia, che
per non vie più affliggere il marito, procurava di non mostrare tutto il patimento e tutta l’agonía.
E posta la tremante mano alla mano di lui, per non più porvela, ed affissate le sue nelle di lui
pupille, perdè la parola, e poco appresso trapassò. L’amico mio che sin allora s’era tenuto a freno,
come s’accorse ch’ella era spirata, messo un altissimo grido le cadde allato tramortito. E chi ha
parole a ridire i lamenti, il pianto, la disperazione de’figli a sì misera vista? Nel vedere i
genitori privi di sentimento temettero di avergli ambedue perduti, e tentarono di revocarli alla
vita con le loro carezze amorose. Ultimamente avendo Bonaldo ripreso l’uso de’sensi, e veggendo sè
esser cagione di maggior doglia ai figliuoli: Ahimè! disse, questi sventurati non hanno
lagrime bastanti per piangere la madre, ed io li fo piangare sopra di me? Così l’amor paterno
racquetò la sua disperazione, e l’aiutò a racchiudere in seno parte del gran dolore. Quanti avean
conosciuta Emilia si vestirono a lutto; ed i poverelli che lei viva benedissero, lei morta piansero;
chè pur essi avean perduta una madre.
Citazione/Motto
Santi costumi, e per virtù baldanza,
Baldanza umíle, ed innocenza accorta,
E fuor che in ben oprar, nulla fidanza:
Candida fè, che a ben amar conforta,
Avea nel seno, e nella fè costanza:
Donne gentili, questa donna è morta.
Baldanza umíle, ed innocenza accorta,
E fuor che in ben oprar, nulla fidanza:
Candida fè, che a ben amar conforta,
Avea nel seno, e nella fè costanza:
Donne gentili, questa donna è morta.
Redi.
Livello 2
Livello 3
Racconto generale
Livello 4
Eteroritratto
Condurre una vita dimestica; a sè ed alla propria famiglia badare;
usar semplicità, giustizia ed onestà, sono virtù quanto meno palesi, tanto più rare e malagevoli.
Emilia sì attentamente praticava tali virtù, che ignorava affatto ciò che il gran mondo chiama
piaceri, e riponeva la sua felicità nel vivere fra i doveri di sposa e di madre. Senza altro governo
che della famigliuola, aveva imperio sul cuor del marito per via di compiacenza, su i figli per via
di amorevolezza, e su i servitori per via di affabilità. La sua casa era il seggio dei sentimenti di
religione, dell’ordine, della pace interna, de’riposati sonni e salubri. Non vi batteva poverello
che n’andasse via a man vuote; nè persona che men che onesta fosse, ardiva accostarvisi. Aveva
Emilia una dignitosa e riservata indole da farsi rispettare, aveva modi compiacenti e affettuosi da
farsi amare, aveva un praticare savio e costante da farsi temere. Tutto che diceva,
tutto che operava, Emilia non era che grazia e semplicità. Ella sola parea che ignorasse essere
stata dalla natura ornata de’suoi doni più rari, onde rendere la virtù più bella. Novella Cornelia,
poteva Emilia, facendo mostra de’suoi figliuoli, dire: Ecco i miei abbigliamenti, ecco le mie gioie.
Andava ella formandogli con i suoi savi e pii ammaestramenti; ma erano il di lei esempio,
l’allettamento delle temperate virtù e dell’amor materno che davano ai precetti una forza
irresistibile, e che spargevano intorno a lei i sentimenti d’amicizia, di benevolenza e di felicità.
Citazione/Motto
Livello 3
Citazione/Motto
Compiè la sua giornata innanzi sera.