Citazione bibliografica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "L’uom malinconico", in: Lo Spettatore italiano, Vol.4\28 (1822), pp. 187-191, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.892 [consultato il: ].


Livello 1►

L’uom malinconico

Citazione/Motto► I grandi pensieri procedono il più delle volte dai malinconici affetti

(Cesarotti). ◀Citazione/Motto

Livello 2► Livello 3► Eteroritratto► Più che altri per avventura non si avvisa, sensibile ed affettuoso naturalmente è Dolifilo, in guisa che nulla fuor che l’altrui miseria richiama la di lui attenzione e stringegli il cuore. Forse ad alcuni che non conoscessero quanto poco gli cale di tutto ciò che ai suoi dolci affetti non risponde, egli sembrerà uno smemorato e senza sentimento; perciocchè nelle conversazioni il suo portamento non è nè leggiadro, nè troppo acconcio, e chiaro si discerne che quivi egli non istà in suo luogo e non ne trae diletto. Oltre a questo, quanto più la compagnia cresce e s’allegra, tanto il suo aspetto ed ogni suo atto languiscono e si fanno gravi. Di tutte le cose poco o niente favella; ed ei si mostra in tutto così diverso dagli altri, che molte fiate reputato è per un insensato e privo d’ogni ammaestramento. Ma se accade che si ragioni d’alcun pietoso accidente, o se quistion si propone intorno a qualunque de’punti morali, incontanente egli porge l’orecchio e ricoglie ogni cosa. E più ancora, che egli si mette fra i ragionanti, e s’avviva e s’accende per modo, che tra le cose ch’ei dice, e per la forma onde le dice, altri deduce ch’egli non solamente non è tale quale infino allora l’ha creduto, ma [188] ch’egli è dotato di sottile intelletto e di grande ingegno, e pasciuto della lettura degli scrittor migliori. Comprendesi ch’egli ha la mente ricca di dottrine, le quali estima perduta opera aprire ai cosiffatti che di tutto parlano, poco intendono e nulla sentono. Il perchè egli schiva le brigate, i diporti, i festeggiamenti; e se talvolta gli è forza il trovarvisi, mentre che tutti gioiscono, sentesi le lagrime venire agli occhi: ma non sarebbe poi già impossibile che alcuno il vedesse sorridere in mezzo alle tombe.

Malgrado della filantropia onde Dolifilo abbonda, spesse volte è avuto per misantropo. E questo incontra perchè egli conoscendo ottimamente gli uomini, e la forma del suo pensare e del suo sentire essendo discordi al tutto dal loro, non ricerca nè desidera la loro usanza. Nelle conversazioni egli nè amorevole si mostra, nè curante: ha nel cuore e non nelle maniere la sua cortesia, e salutando altrui ei non gli si scappella, ma stringegli la mano. Delle femmine non è troppo vagheggiatore; anzi conoscendosi fra esse un poco salvatichetto, con tutte contentasi d’esser cortese; ma una sola è la fiamma del suo cuore, e lo sarà sempre; imperciocchè i suoi affetti non si spegneranno che con la vita.

Benchè nemico del fasto e del lusso, ama Dolifilo l’andare ornato; nè ciò deve in lui attribuirsi a leggerezza, ma a tale delicatezza dell’animo suo, con la quale ordina e guida ogni suo fatto. E se qualche volta veste negletto e disadorno, di ciò la sua pigrizia, che molto lo assedia, è da incolpare. Dolifilo ha il volto [189] naturalmente pallido e gli occhi smorti; e questo è cagione che egli sembra uom non curante. Ma trovasi alcuno in critiche circostanze avvolto, o da estrema sciagura oppresso? subitamente quegli, che tardo e negligente pareva, accorre, affannasi, compiange e conforta. È una maraviglia a vedere come di leggieri egli s’accorda con gl’infelici, con quanto ingegno e accorgimento legge loro nel cuore, amministra loro ardire e pazienza, e li fa con buona speranza stare, mostrando loro i modi e le vie per li quali possano risorgere e riaversi. Si giudicherebbe che di tutti que’mali onde tanta cura si prende, egli ha piena esperienza portata. La sua riposta sensibilità, eccitata e commossa all’aspetto dell’infortunio, giungegli spirito ed attitudine, infonde mansuetudine ed amorevolezza alla sua natura, e piacevole fa il conversar con essolui. Per conseguente non istà guari che lo sciagurato, al quale ha egli data consolazione ed aita, sentesi verso lui tirato, e faglisi amico; e la femmina sfortunata che pianse in sua presenza l’abbandono di un amante infedele, comincia a desiderare ch’egli nel suo cuore pigli il posto di quello, perchè è certissima ch’egli sa amare.

La solitudine, l’aspetto della natura che in quella può contemplare, sono le più dilettevoli cose che trovi Dolifilo. Più che le belle prospettive, e il rider dell’erbe e de’fiori, gli aggradano e lo intrattengono i terribili fenomeni e i fieri tumulti degli elementi. Laonde la vista dello svaporante Vesuvio molto più di piacer gli ha porto, che i bellissimi giardini non [190] fecero, i quali adornano e fioriscono la riviera di Posilippo. Cara gli è la notte, e l’astro taciturno che la rischiara: Young, Sterne ed Harvey più volentier legge, che null’altro libro; e sovente per via di diporto si va spaziando fra le sepolture e gli avelli. Ha egli nel suo giardino edificato un funebre monumento, intorno al quale è sua piacevol cura piantarvi lugubri cipressi e salici piangenti. Che se il riguardar le tombe recagli l’immagine della distruzione, adducegli similmente pensiero di sempiterna pace, e gli sublima l’intelletto alla considerazione di una beata immortalità. ◀Eteroritratto ◀Livello 3

Questo è l’essere dell’uomo malinconico, il quale essendogli dato dalla natura, anzi che lo contristi e lo affligga, fa alla sua anima sentire e goder di dolcissime affezioni e dilettanze incredibili. Livello 3► Citazione/Motto► “Fra le braccia ancora della malinconia, dice Montaigne, si trovano di molte cose delicate e saporite. Sentimento è ella così soave, che io non lo darei per tutti i sollazzi del mondo.” ◀Citazione/Motto ◀Livello 3

La fantasia e la meditazione sono le compagne della malinconia. L’una dimanda solamente che l’animo si ritragga dentro se stesso; l’altra chiede che si pensi e si speculi di tutte cose altissimamente; ed amendue molto bene di questo si convengono insieme, che cercano della solitudine, che è lor troppo molesto lo strepito, e che per lo silenzio contentissime si dimorano.

La fantasia è un bene dalla immaginativa fattone, del quale spezialmente son fornite le sensibili persone. Da lei viene che sì dolce e [191] sì savorosa, secondo che l’appella Montaigne, è la malinconia.

Livello 3► Exemplum► “O ragionami di Medoro, dice Angelica, o lascia che io il faccia per fantasia.” E per certo, che più giocondo stato è che quello di amata amante donna la quale dalla gradita immaginativa a poco a poco è ratta in estatica visione? Se il suo fedele si è da lei dilungato, la fantasia lo riconduce al suo fianco. Ella lo aspetta, e dalla fantasia le sono le sembianze di lui mostrate; ella già il vede, ella gli parla, ed ecco già si son rabbracciati. ◀Exemplum ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1