Sugestão de citação: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "Lo studio", em: Lo Spettatore italiano, Vol.3\87 (1822), S. 384-390, etidado em: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Os "Spectators" no contexto internacional. Edição Digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.859 [consultado em: ].


Nível 1►

Lo studio

Citação/Divisa► Haec studia adolescentiam alunt, senectutem oblec-
tant, secundas res ornant, adversis perfugium ac
solatium praebent; delectant domi, non impediunt
foris, pernoctant nobiscum; peregrinantur, rusti-
cantur

(Cic. pro Arch.).

Tali studi la giovinezza nutricano, sollazzano la vec-
chiaia, sono nella benevventuranza adornamento, e
nell’avversità scampo ed alleggiamento; porgono in
casa diletto, non impacciano fuori; e con esso noi
fanno le notti, i viaggi e le dimore in contado. ◀Citação/Divisa

Nível 2► In fra le occupazioni tutte quella che di per sè più utile ne apporta, e i più dolci piaceri della vita ne procaccia, è lo studio. Fonte de’più bei lumi dello spirito, egli la naturale attitudine dispiega ed accresce; scuopre la fecondità de’principii, e ad inferirne insegna le più lontane conseguenze. Per guida e per esempio i più conti uomini ci presenta e i più saggi d’ogni tempo, e fa che dall’esperienza non pure di qualche uomo, ma di tutti insieme per noi si tragga profitto. E nel vero se lo studio non fosse, lo spirito umano nulla produrria di perfetto; egli solo infinita distanza mette fra uomo ed uomo, ed ai diversi stati della civil vita li dispone ed acconcia. Nè già la guerra medesima esclude lo studio; della qual cosa apertissimo argomento siano i capitani più celebri della Grecia e di Roma, i quali l’animo loro colla coltura delle lettere ammaestrarono.

[385] Lo studio, eziandio se ne’pubblici uffizi esercitiamo, nè ad alto grado siam posti, utili ci rende all’uman consorzio. Perciocchè, secondo che recita Tullio, Citação/Divisa► il letterato non è mai un semplice cittadino, ma sì bene un verace magistrato che nel mondo ha un’autorità tanto più possente, quanto che essa ha sulla verità fondamento. ◀Citação/Divisa

Non meno conducevole è lo studio alle virtù, che all’ingegno ed al sapere. Conciossiachè gli uomini o preoccupati o ignoranti considerar non sappiano nè la natura, nè i propri doveri; laddove quelli che sono dallo studio illuminati, lo spirito e il cuore sull’esempio informano e sugli ammaestramenti de’più savi e virtuosi, e per tal guisa ai volgari si soprappongono. Avvezzi a gustare i nobili e puri diletti, non sono essi ridotti a cercarsi la felicità nei grossolani e men che onesti godimenti. Già per loro le ricchezze non tengonsi pel maggior dei beni, nè a procacciarsele sono essi a violare tentati le leggi della giustizia. L’uomo allo studio inteso, soggetto non vedesi a quel miserabile stato di noia e di oziosità, da cui tutti i vizi procedono e tutti i tormenti di quegli esseri frivoli e perversi onde è il mondo ripieno. Tra tutte le passioni l’amore dello studio è quella che più lungamente dura, e men disgusto ne ingenera; perciocchè la sollecitudine e la vaghezza di apparare non vengono meno giammai, quando la infinità delle cose sempre ne pone dinanzi di che con tutto il pensiero occuparci.

Lo studio ci dilunga dalle tumultuarie scene e dagli ambiziosi obbietti, tra i quali agevol [386] non è a conservare l’innocenza e la quiete, senza che tanta attenzione ei richiede, e sì fattamente il cuor riempie di chi per entro vi si ravvolge, che rade volte consente che si trascorra alla scostumatezza; il qual vantaggio ritraesi dallo studio eziandio quando frivolo ne sembra l’oggetto, e tale che ad utili ritrovati condurci non possa. Nível 3► Exemplum► Si biasima Andrisco per ciò che egli il suo tempo impiega a raccorre e descrivere bruchi, muschi e conchiglie; ma cosiffatto genio hallo disviato da quanto gli uomini vizia, e induce discordia fra loro. Tu mai nè alle bische lo vedi, nè a quelle tresche ove ha maldicenza suo regno; ma tutto il piacere ei ripone nel suo museo e nella sua biblioteca: per bene avventurato si reputa se acquisto fa di una conchiglia incognita agli altri, nè invidia porta allo sciagurato godimento della dissolutezza, nè alle vili ricchezze che frutto sono dell’avarizia e dell’oppressione. ◀Exemplum ◀Nível 3

Nessun uomo è tanto vicino alla felicità, quanto chi dato è allo studio; perciocchè affanno non gli reca nè scontentezza l’avversa fortuna; ed i suoi libri gli additano un tesoro più agli occhi suoi prezioso che quelli non sono del Potosì. Fra tante vicende della vita le sue considerazioni, i suoi principii e le sue letture gli apprestano opportune consolazioni; e siccome ha egli imparato ad apprezzare quanto veracemente vale il mondo, e tutto ciò che in lui si racchiude, folli speranze non lo allettano, nè da soverchia noia è travagliato ove che i suoi desii gli riescan falliti.

Utilità grande dello studio è sì questa eziandio, [387] che nè tempo nè luogo fisso richiede: non è a clima nè a stagione ristretto, non alla città nè alla campagna; ma vi si può l’animo intendere e colà pure goderne ove altri piaceri fruir non si possono. E di che ad esser felice manca egli il saggio che spende nello studio quello spazio di tempo che dall’esercizio delle civili virtù gli sopravanza? Qual altro piacere è da comparare a quello sempre nuovo di leggere nell’immenso libro della natura, che ad ogni passo spettacoli ne rappresenta da eccitare la curiosità e la meraviglia nostra? Qual più dolce e qual più svariata occupazione di quella che allo spirito somministrano la contemplazione dell’uomo, le tante diverse scene del mondo morale, e il gran quadro dell’istoria?

Più lunghi sembrano pur anco gli anni dello studioso, che quelli degli altri uomini; perciocchè un momento solo trapassar non lascia senza trarne profitto: e mentre lo studio prolunga la vita, rende anche più dolce e lieta la canuta età. L’amore dello studio è la sola passione che dura sempre mai; ma le altre scemano tutte, secondo che questa misera macchina, che ce le inspira, si fa presso al suo discioglimento. Ostiniamci pure a gir dietro nella vecchiezza ai piaceri che solo alla giovanile o alla matura età si confanno: fuggirannoci essi dinanzi quanto più a loro ci avvicineremo, e amari rimordimenti ne lascieranno: dalle quali cose lungi ne tiene lo studio, i di cui piaceri non ne fanno punto accorti dello invecchiare.

Per quanti vantaggi e diletti ne rechi lo studio, [388] non vuolsi già dimenticare che egli ha sue regole; e che quando non ci proponghiamo un utile obbietto, esso pure dannoso addiviene. I più di coloro che studiano in luogo di coltivare ed arricchire il proprio spirito a rettamente giudicar delle cose, altro non fanno che di vaghe idee caricarsi la mente per farne pompa nelle brigate e comparire molto saputi. Vuolsi allo studio intendere ond’essere a bene adoperare meglio acconci; ed è mestieri che i nostri studi vadano, direi quasi, a riuscire nei nostri costumi, e il frutto della lettura sia la virtù. Nível 3► Exemplum► Eufrasto ha con lunghi studi coltivato i suoi talenti, ed è già presso a porre alla luce le sue opere, atte a formare i costumi ed ammaestrare i suoi simili. Qual più nobile incarico! egli dice seco stesso: così io sarò utile alla mia patria, e farò eterno il mio nome nella posterità. Ascolta, o Eufrasto, in altro non potresti tu adoprarti che agli uomini saria più giovevole d’assai e a te più glorioso: sii uomo dabbene. ◀Exemplum ◀Nível 3

Attendere dobbiamo agli studi utili a noi stessi ed ai nostri simili, e quei principii seguire che recar ci possano allo scoprimento della verità. Una falsa sapienza è anco peggiore dell’ignoranza medesima. Quando sviati si è una volta dal retto sentiero, il meglio è restare che proseguire il cammino; e nulla di vantaggio ne travia, quanto l’intemperanza fa del sapere. Per non essere affatto digiuno d’ogni sorta di cognizioni, tutte si abbracciano, e nessuna se ne possiede. Egli è più agevole essere delle scienze tutte leggermente informato, che in alcune poche [389] profondo. Nível 3► Exemplum► Aspira Cleone a farsi uomo universale, e già egli sa d’assai cose, ma le sa male: tutte abbraccia le scienze, e pochissimo vale in ciascuna; perciocchè in tutte ritrova un maestro che il suo non diritto favellare corregge, e accorto lo fa, essere senno lo ignorar molte cose. Sarà adunque egli sempre un uomo superficiale; e se meno talenti dato gli avesse natura, saria un prosuntuoso ignorante. ◀Exemplum ◀Nível 3

Cupidi molti della stima che tributasi alle persone erudite e scienziate, affettano per ciò solo vaghezza di studio. Quanti ci ha egli che il tempo gittano in leggere moltissimi libri senza alcun prode acquistarne e senza altresì intenderli? Nível 3► Exemplum► Come che Larvaglio sia conoscente di sua somma ignoranza, proposto si ha pure di passare per dotto; ed al cogitabondo sembiante, al guardo aggrottato e severo, alla composta taciturnità agevolmente ravvisar lo potete. Egli ad arte lungo tempo s’intrattiene nel suo gabinetto, e rade volte fa di sè mostra nelle conversazioni, tuttochè molto gli piacciano; e se talora in quelle si ode favellare, sono i suoi modi sì tronchi e scommessi, che il senso ne ignora egli stesso. Larvaglio trascura i doveri domestici, e tutto ciò che i vincoli forma del civil consorzio: “Non consentono i miei studi, ei sovente ripete, che io a sì volgari oggetti consacri il tempo e i pensieri.” Affetta egli sopra tutto (lo che gli è molto famigliare) di mostrarsi nei pubblici passeggi con qualche libro in mano; e in cambio di sfuggire gli spesseggiati luoghi, egli a bella posta li cerca; e se a dito vien mostrato, tanto sen piace, [390] quanto far potrebbe di un grande ritrovamento. ◀Exemplum ◀Nível 3 Uomini di siffatta tempera son nel mondo comuni più che altri non crede; perciocchè avvi di pochi che tanta abbiano perspicacia e tanto agio, quanto richiedesi a spinger nelle cose lo sguardo al di là della corteccia. Ma di questi falsi sapienti quello interviene che della falsa moneta, la quale, se ben si risguardi, tantosto di bassa lega si riconosce; e scoperti che essi siano, in luogo degli elogi, beffe ricevono e disprezzo. ◀Nível 2 ◀Nível 1