La pesca con l’amo Giovanni Ferri di S. Costante Moralische Wochenschriften Alexandra Fuchs Editor Alexandra Kolb Editor Andrea Kaser Editor Institut für Romanistik, Universität Graz 01.12.2016

o:mws-117-1059

Ferri di S. Costante, Giovanni: Lo Spettatore italiano, preceduto da un Saggio Critico sopra i Filosofi Morali e i Dipintori de’Costumi e de’Caratteri. Milano: Società Tipografica de’Classici Italiani 1822, 331-332 Lo Spettatore italiano 3 75 1822 Italien
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La pesca con l’amo

Un général devoir d’humanité nous attache non auxbêtes seulement, qui ont vie et sentiment, mais auxarbres méme et aux plantes

(Montaigne).

Un dovere generale di umanità ci affeziona non soloagli animali, che hanno e vita e senso, ma agli al-beri stessi ed alle piante.

Villeggiando Eugenio presso un suo amico, fu invitato ad andare in brigata alla pesca con l’amo. Trasportato dal suo connaturale entusiasmo; Detesto, egli disse, qualunque esercizio (non posso altrimenti chiamarlo piacere) che disturba la pace ed insidia la vita degli animali. Odio poi soprattutto la pesca; giacchè i pesci sono quegli animali appunto che dovrebbero essere maggiormente al coperto dalla nostra tirannia. Abitando un elemento esclusivamente loro, non usurpano essi i nostri diritti, non distruggono le nostre sostanze, nè ci recano alcun danno per la loro situazione. Io raccapriccio in vedendo ritogliere dalla sua dimora e strappare dagli oggetti suoi più cari un essere non nocivo ed inerme, per soddisfare soltanto ai gusti disordinati ed all’appetito insaziabile dell’uomo. È necessario di porre in opera tutta la forza del buon esempio e de’morali precetti, per allontanare da noi uno spettacolo così abominevole e crudele. Debb’essere assai perfido ed incapace di riflessione e di sentimento colui che ha cuore di nascondere la morte sotto l’invito del cibo, e di tormentare un essere vivente (i vermi) per ingannare e distruggerne un altro.

Io concedo che vi siano degli animali feroci e devastatori che bisogna rintuzzare e reprimere anche con la morte; ma deve in ciò stesso usarsi certa compassione, senz’aggiungervi quella inumana varietà di tormenti che uomo, per divertirsi solo, prolunga. Non so compatire io gli uomini, e mi accendo di sdegno quando meco stesso ripenso che alcune anime affatto insensibili si compiacciono di ritorre l’innocente trota dalla sua profonda e tranquilla dimora, ed estatici vederla trafitta e sospesa sull’amo, finchè spira fra i più dolorosi guizzi, vittima della crudeltà e della perfidia degli uomini, e non di rado (soggiunse guardando le dame della brigata) di quel sesso ancora che ha per sua caratteristica la tenerezza e la compassione.

Ascoltaron tutti in silenzio la declamazione di Eugenio, sorrisero, e partirono per la pesca.

La pesca con l’amo Un général devoir d’humanité nous attache non auxbêtes seulement, qui ont vie et sentiment, mais auxarbres méme et aux plantes (Montaigne~k). Un dovere generale di umanità ci affeziona non soloagli animali, che hanno e vita e senso, ma agli al-beri stessi ed alle piante. Villeggiando Eugenio presso un suo amico, fu invitato ad andare in brigata alla pesca con l’amo. Trasportato dal suo connaturale entusiasmo; Detesto, egli disse, qualunque esercizio (non posso altrimenti chiamarlo piacere) che disturba la pace ed insidia la vita degli animali. Odio poi soprattutto la pesca; giacchè i pesci sono quegli animali appunto che dovrebbero essere maggiormente al coperto dalla nostra tirannia. Abitando un elemento esclusivamente loro, non usurpano essi i nostri diritti, non distruggono le nostre sostanze, nè ci recano alcun danno per la loro situazione. Io raccapriccio in vedendo ritogliere dalla sua dimora e strappare dagli oggetti suoi più cari un essere non nocivo ed inerme, per soddisfare soltanto ai gusti disordinati ed all’appetito insaziabile dell’uomo. È necessario di porre in opera tutta la forza del buon esempio e de’morali precetti, per allontanare da noi uno spettacolo così abominevole e crudele. Debb’essere assai perfido ed incapace di riflessione e di sentimento colui che ha cuore di nascondere la morte sotto l’invito del cibo, e di tormentare un essere vivente (i vermi) per ingannare e distruggerne un altro. Io concedo che vi siano degli animali feroci e devastatori che bisogna rintuzzare e reprimere anche con la morte; ma deve in ciò stesso usarsi certa compassione, senz’aggiungervi quella inumana varietà di tormenti che uomo, per divertirsi solo, prolunga. Non so compatire io gli uomini, e mi accendo di sdegno quando meco stesso ripenso che alcune anime affatto insensibili si compiacciono di ritorre l’innocente trota dalla sua profonda e tranquilla dimora, ed estatici vederla trafitta e sospesa sull’amo, finchè spira fra i più dolorosi guizzi, vittima della crudeltà e della perfidia degli uomini, e non di rado (soggiunse guardando le dame della brigata) di quel sesso ancora che ha per sua caratteristica la tenerezza e la compassione. Ascoltaron tutti in silenzio la declamazione di Eugenio, sorrisero, e partirono per la pesca.