Référence bibliographique: Giovanni Ferri di S. Costante (Éd.): "Il crudel governo che si fa de’cavalli", dans: Lo Spettatore italiano, Vol.3\67 (1822), pp. 296-301, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.839 [consulté le: ].


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Il crudel governo che si fa de’cavalli

Citation/Devise► Est autem non modo ejus qui sociis et civibus, sed
etiam qui servis, qui mutis pecudibus praesit, eo-
rum quibus praesit commodis, utilitatique servire

(Cicer.).

Non pure a coloro che agli alleati ed ai cittadini, ma
eziandio a chi agli schiavi presiede e alle mute crea-
ture, conviensi de’sudditi suoi il bene e l’utilità pro-
cacciare. ◀Citation/Devise

Niveau 2► Niveau 3► Exemplum► Andandomene io un dì da . . . . a . . . . . ebbi a vedere un cavallo, nel punto che il cocchio per lui tirato s’arrestava alla posta, cadere sotto il traino. Gettato un alto gemito, e fermando in me gli occhi quella povera bestia rendè la vita: ed a me pareva che mi pregasse che io dovessi in pro de’suoi simili alcuna cosa ragionare. Quando intesi che egli in quel giorno era andato tre poste, essendo in prima più settimane stato senza aver luogo ne posa: sì, dissi meco, ben io torrò la vostra difesa, poveri cavalli. Per uom sensibile cui non è indifferente nessuna specie d’afflizioni, qual può esservi più degna occupazione, che proteggere le mute creature, quando son malmenate e patiscono? Certo sempre per un membro nocevole al corpo sociale ho io tenuto colui al quale aggradisce il fiero diletto di tribular gli animali. Uno de’cosifatti ammazzerebbe un suo pari, guaterebbe [297] lo stocco sanguinente, e riderebbe. O dolce simpatia, o singularità gentile dell’umanità! privato di te l’uomo, sarebbe un mostro de’più spaventevoli. ◀Exemplum ◀Niveau 3

Quante fiate mi ha mosso ad ira il vedere vetturini spietati straziare a colpi di frusta i poveri cavalli, che con fatica e con angoscia andavano su per un ripido e scosceso cammino! Che se quelli avessero avuta la favella, avrebbero detto: Deh! lassi noi, le forze nostre sono esaurite: non possiamo trarre più forte. O tu delle create cose tiranno, fa che pietà delle nostre pene ti vinca. Quante fiate, per ingordigia di vil mercede, i vetturini, perchè s’affretti l’andata, si conducono ad usar violenza agli sventurati cavalli! E se ve ne sono de’sì pietosi che non si consentano a farli correre a scavezzacollo, quando quelli possono trottare appena, si comincia contesa contro essi, e si viene alle minacce. Ora può uomo in tanta e sì premente bisogna o vaghezza trovarsi, che non abbia più i sentimenti della umanità? Voi, cortesi donne, che per vostra parte avete la tenerezza e la compassione, la cui benivoglienza ed affezione tutte e creatore abbraccia, deh! non vogliate per poco conoscimento di tal crudeltà farvi ree. Anzi piacciavi di essere sostenitrici di questi animali sì buoni ed infelici, dalla pietosa Giulia prendendo esempio.

Niveau 3► Exemplum► Con costei andai io un giorno ad una casa di campagna distante dalla città molte leghe. Avvenne, che correndo il nostro carro sì ratto che non lasciava considerar cosa, di subito scemarono la lor velocità i cavalli. Il cocchiere di [298] ciò meravigliandosi, cominciò dar loro duramente della frusta; ma niente valeva; i cavalli andavano pure passo passo: per la qual cosa egli arrabbiando raddoppiò le frustate; nè gli bastando, cominciò sopra il capo del cavallo che più tardo pareva, col manico della frusta a percuotere. Tanta crudeltà non potè vedere la Giulia; e gridava di tutta sua forza al cocchiere, che si dovesse andar piano; ma quegli era sì pien di stizza e infocato, che non prestando orecchio alle grida di lei, seguitò rigidamente a battere i miseri cavalli finchè ricominciarono un poco di trotto. E così procedendo, parve a me veder l’uno zoppicare, e lo additai al cocchiere, il quale mal volentieri si mosse a scendere giù, e guardar ne’piedi del cavallo. Nè stato molto spazio di tempo a cercarvi, gridò: L’ho pur trovato; e dalla fossa del piede di quello un ciottolo acuto trasse fuori; Oh! povero Fendano, dicendo al cavallo che egli aveva aitato, per certo non potevi tu camminar tanto; mi pare un miracolo che tu abbia mutato un passo. Povera bestia! povera bestia! Ed intanto gli faceva carezze e palpavagli il collo. Poi tornato su, riprese lento lento la via. La dicería che verso il suo cavallo fece il cocchiere, comechè non portasse il leggiadro stile di quella che verso i suoi Ettore tenne, non però di meno mi piacque; e poco mancò che, per l’affetto il quale allora gli dimostrava, non mi si facesse perdonare le ingiurie e l’offese che gli avea fatte. ◀Exemplum ◀Niveau 3

Chi è che co’suoi occhi non abbia alcuna fiata visti gli strazi che fanno i carrettieri de’poveri loro cavalli, i quali dovrebbero esser [299] avuti per compagni delle loro fatiche e de’loro affanni? Niveau 3► Exemplum► Ponete mente, mi disse Eugenio un dì che per ventura andavamo insieme a diporto; ponete mente a quella muta, a veder come il carico la travaglia. In questo freddo e rio tempo dell’anno s’affaticano in servigio dell’uomo queste sciaurate bestie; ma guardate quanto è ingrato colui che le guida: vedete là come furiosamente quinci e quindi su le lor groppe mena la frusta, come ad ogni colpo ne spiccia il sangue; come i cavalli, avvegnachè lassi è spossati, fanno pure l’estremo delle lor forze; e vedete là, come soverchiato all’ultimo il rialto, lodasi il crudel maestro del suo feroce menar delle mani, con cui ha vinta la prova. Guardate di qua un altro carrettiere non meno che il primo efferato, come con una frustata al cavallo che va innanzi, il quale, scaricando lui la carretta, si è mosso alquanto di luogo, ha cavato l’un occhio del capo; e come bestemmiando, la medesima sua ferocità ancora non si rimane dal molestare e percuotere quel dolente animale. ◀Exemplum ◀Niveau 3

Ma se la fortuna de’cavalli adoperati alla soma ed al traimento è dura, non lo è meno quella de’cavalli deputati alla carriera, quantunque meno penosi sieno in apparenza i loro travagli. Niveau 3► Exemplum► E qui meritamente son da biasimar forte gl’Inglesi, presso i quali si son mutate le corse in così disumani, come disonesti spettacoli. O quanti corridori sono sagrificati alle furie degli scommettitori, e sotto la sferza e sotto gli sproni trafelano! Perciocchè se ad una fiata ha potuto un cavallo nello spazio di un’ora [300] correre dodici miglia, non istarà guari che egli parrà sufficiente ad andarne quindici; e questo aumento non sarà l’ultimo, s’egli vince l’aringo: conciossiachè il suo possessore, sua ragione facendo, non guardi ad altro, se non se alla differenza che è dal valore del pegno messo, al prezzo del cavallo, se mai avvenisse che per lo violento correre gli stramazzasse.

In Inghilterra, come altrove, quando al cavallo per vecchiezza è venuta meno la sua bellezza e la sua gagliardia, egli è in dolorosissime fatiche condannato a distruggere il rimanente della sua vita. E imperciò con tutto che esso per lo lungo e fedele suo servire abbia meritato che il suo signore gli sia conoscente e benigno, nondimeno è infelice la sua vecchiezza. Quante volte questi celebrati corsieri che tanto onore si fecero in Newmarcket, e tanto estolsero ed arricchirono il signor loro, son riservati, non ostanti lor corone, a tirare li cocchi e le carra! Io ho veduto non senza increscimento questi corridori degradati, e la lor mestizia era aperta testimonia che essi la ingiusta lor degradazione sentivano.

Le cagioni perchè i cavalli sono sì mal governati ed afflitti, non sono solamente l’inumanità e l’avarizia; ma è da giungervi ancora un gusto capriccioso e feroce dagli Inglesi cercato, che è il mutilare e sformar questo bello animale, sotto titolo di dargli perfezione. ◀Exemplum ◀Niveau 3 La natura formandolo ha in lui posta tutta la leggiadria, la nobiltà e la proporzione delle forme; e costoro sono sì presuntuosi, che s’avvisano di far meglio essi che la natura, mozzando sua [301] coda e sue orecchie al cavallo per più ornamento. Or come dee potere esser questo, che alcuni non s’abbiano ad accorgere della bellezza e dell’utilità di quella grossa e lunga coda che l’una estremità del suo corpo sì ben termina; come quella che giovagli contro i fastidiosi insetti; che gli ricuopre le naturali operazioni, della qual decenza sarebbe anzi da trarre esempio, che da cercar distruzione; e che, oltre alla bellezza che ad ogni suo atto gli dona, aiutalo a contrappesarsi nel correre, e vie meglio i suoi passi assicura? Nullo animale ha orecchie tanto ben formate e ben poste, e mobili e deste, quanto il cavallo, di cui son quelle non men che manifestatrici d’ogni sua passione. Non per tanto sì delicata parte acerbamente sì tronca, ingrossando l’udito della bestia, e lasciandole il capo più che mai nudo al vento ed all’acqua, per lo barbaro talento di disfigurarla. E dico a voi, o grandi maestri e ammendatori dell’opere di natura, che i cavalli privati della coda e delle orecchie in pregio avete, e perchè vi gabbate voi de’Cinesi, i quali de’piedi orribilmente piccoli che hanno le lor donne, si dilettano; o perchè schernite gl’Indiani, che ai bruni denti ed alle guance tattuate delle femmine loro innamorar si lasciano? ◀Niveau 2 ◀Niveau 1