Citazione bibliografica: Giovanni Ferri di S. Costante (Ed.): "La ghirlanda di rose", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\58 (1822), pp. 254-258, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.830 [consultato il: ].


Livello 1►

La ghirlanda di rose

Citazione/Motto► Candida rosa nata in dure spine,
Quando fia chi sua pari al mondo trove?

Petr., p. I., s. 208. ◀Citazione/Motto

Livello 2► I più piccoli guiderdoni bastano per infiammare gli animi a virtù, solo che sieno concessi a chi gli ha gloriosamente meritati. Ma l’emulazione, la quale è dall’amor dell’utile eccitata, è propria, per la natura stessa delle ricompense da lei proposte, ad avvilire gli animi, anzichè a nobilitarti. Così presso i Romani le corone di quercia, di lauro e di qualche erba ancora più vile erano tenute in grandissimo pregio, ed a queste dee Roma l’imperio del mondo.

Livello 3► Racconto generale► Sia sempre in riverenza la tua memoria, o virtuoso Medardo, il quale da una semplice ghirlanda di rose sapesti far germogliare tutte e virtù, e mediante quella di una in altra generazione perpetuarle. Questo santo vescovo, nato circa la metà del sesto secolo a Salency nella Picardia, volle che ogni anno fosse decretata una ghirlanda di rose a quella verginella del suo villaggio che gli abitanti giudicato avessero la più virtuosa; e dicesi, aver lui posto colle sue mani questo bel fregio sul capo di una sua sorella, cui la pubblica voce avea gridato Rosiera; chè tale si è il nome [255] ond’è onorata chi ottien la ghirlanda di rose. L’antichità non ci ha mai mostro una più veneranda e più gentile istituzione di questa, nè che abbia prodotto più salutevoli effetti. Perciocchè tutte le giovanette aspirano solamente a conseguire la rosa; e questo dolcissimo affetto ingenera e fiorir fa in esse tutte le virtù del loro sesso. I giovanetti, per desiderio di rendersi degni della scelta delle Rosiere, usano continua severità inverso di sè, e si sforzano di reprimere i movimenti delle gagliarde passioni. Per tal guisa gli abitanti di Salency conservano l’innocenza e la semplicità dei villerecci costumi, senza averne però la rozzezza; ed una Rosiera, coll’ottenere il premio della virtù sua, riceve pur quello dell’onestà di tutti i parenti; talchè si può dire che in uno coll’eletta donzella è incoronata di rose tutta la sua famiglia.

Spesso s’imprendono lunghi viaggi non per altro che per soddisfare ad una vana curiosità: ma certamente nessun oggetto mondano dovrebbe più attrarre i viaggiatori, che la gioconda festa di Salency. La rimembranza che io n’ho serbata, si è una delle più care della mia vita. Dapprima io chiesi contezza del modo che ivi si tiene affinchè la scelta della Rosiera sia fatta non con amore di parte, ma secondo i più stretti termini della ragione; e seppi che un mese innanzi la ceremonia gli abitanti insieme uniti eleggono tre verginelle da presentare al loro signore, o a chi le veci ne adempie. Questi dichiara Rosiera colei che più degna [256] gli sembra; e tale elezione è subitamente pubblicata, acciocchè le altre concorrenti, se mai fosse a proposito, ci si possano opporre: atteso che la più lieve cagione di rimprovero è per sè bastevole ad impedire l’acquisto della desiderata corona. Livello 4► Exemplum► La scelta che allora venne in sorte alla giovane Coletta, fu anche dalle sue rivali applaudita. Alla qual donzella, per ventura, non per altro fine aveva il cielo largite tutte le sue grazie, che per rendere più vistosa ed amabile la virtù: se non che ciò da lei sola ignoravasi; e tutte le sue parole e le azioni prendevan l’immagine della naturale semplicità del suo cuore. Perduta avendo nell’età di anni quattordici la madre, ella, maggiore dei fratelli e delle sorelle, ne avea tenuto loro le veci, e cogli esempi e coi consigli suoi gli aveva alla pietà e alla virtù educati.

Il dì della festa, Coletta, di bianco vestita, recossi al castello del signore al suono dei tamburi, delle viole e delle cornamuse, dalla sua famiglia accompagnata e da dodici verginelle, pur esse adorne di candide vesti, alle quali dodici giovinetti del villaggio porgevan la mano. Fu ella in prima menata dal signore e dal suo corteggio alla chiesa parrocchiale, ove ai divini officii assistè in mezzo del coro; ed appresso introdotta nella cappella di S. Medardo. Quivi il venerando pastore celebrante benedisse la corona di rose che era sopra l’altare; e poi ch’ebbe con semplicità ed affetto sermonato, la pose in capo alla fortunata Coletta. Compiuta questa funzione, cantossi il [257] Te Deum, ed un inno in laude di S. Medardo. Oh! quanto debbono andare alteri gli abitanti di Salency dell’avere avuto un Santo per institutore di tal festa. Qual augusto carattere è alla corona di rose da quest’origine impresso! La verginella in ricevere quel dono prezioso arrossa, piange di gioia e trema per un segreto orrore, avvisando di essere incoronata dalle stesse mani di S. Medardo.

Nell’uscir di chiesa, fu la Rosiera, secondo l’uso, invitata ad un semplice e frugale banchetto apprestatole dagli abitanti; e la festa si chiuse con un ballo campestre, in cui l’allegrezza dei danzatori si concordava mirabilmente coll’innocenza dei loro costumi. ◀Exemplum ◀Livello 4

Per vaghezza di più particolarmente conoscere la giovane Rosiera, io mi condussi il seguente mattino da lei col Balì del villaggio: e mi congratulai col venerando genitore di quella, che avesse avuto in sorte una figliuola tanto virtuosa e gentile. “Ella sola mi fa caro il vivere, dissemi il vecchio; e le virtù sue si derivano tutte da quelle di una diletta madre.” Il Balì pregollo di mostrarci le molte ghirlande che il vecchio conservava, siccome egli disse, qual preziosissima eredità. Apre allora il padre di Coletta un armadio ripieno di corone, di cui ciascuna avea una data distinta: la più antica delle quali era del duodecimo secolo. “Quai titoli di nobiltà! diss’io al Balì: questi senza fallo contrappesano bene ad ogni altro, sendo la prova di un merito tutto proprio.” Coletta osservar mi fece l’ultima di queste corone, quella cioè che aveva ottenuto sua madre. “Ah! gridò [258] essa colle lagrime agli occhi, perchè non ha potuto ella esser presente al mio trionfo! Certo n’avria goduto quanto io. Ricevi, o cara madre, l’omaggio di questa corona, la quale ho acquistata imitando le tue virtù; e comporta in pace che ella da canto alla tua sia posta.”◀Racconto generale ◀Livello 3 ◀Livello 2 ◀Livello 1