Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "Il timore della luce", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\50 (1822), S. 221-222, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.822 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Il timore della luce

Zitat/Motto► . . . . . . . Come, thick night,
And pall thee in the dunnest smok of hell,
Nor heaven peep thrò the blanket of the dark,
To cry, hold, hold!

Shakesp. Macbeth.

Vientene, oscura notte; tu pur ti ammantella de’più
negri infernali vapori, nè lassar raggio di luce per
cui mezzo il cielo traveder mi possa, e gridarmi:
Ferma, ferma! ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Un giorno di primavera andando io a diporto per la campagna verso l’ora in cui il sole è alla metà del suo corso, m’accorsi da molto lontano di due persone coricate sull’erba senza alcuna apparente occupazione o soggetto di divertimento. Riguardatomi io intorno intorno, e non vedendo alcuno sulla strada o nei campi: se qui, pensai fra me, mi si annottasse, e mi si facessero incontro quei due che sì ribaldi paiono in vista, io ne potrei aver gran paura. Oh! luce, o amica luce, tu, senza aver lingua da accusare, nè braccia da fermare altrui, sei pur da te alla gente fidatissima guardia; tanto che gli scellerati non ardiscono alla tua presenza di far male.

Ed io di questa morale influenza della luce aveva avuto qualche tempo prima chiarissimo esperimento. Un uomo che s’infingeva storpio, [222] e vestito dell’abito onorevole d’un invalido sorprendeva la carità delle sensibili persone, mi si parò innanzi con sì sconcia istanza, che niente avea di ciò che mi potesse far trarre la borsa. Ebene 4► Exemplum► L’aveva io tre e quattro volte licenziato con repulse, quando, alzando sopra di me la sua gruccia e guardando intorno alla campagna che noi soli traversavamo, disse con fiera voce: Giuro a Dio, che se di notte t’avrò per la strada alle mani, tu mi darai il tuo e te, non che un soldo.

Sbigottii a questo linguaggio, ed osservando la fisonomia di chi mel faceva, ci lessi chiaro la sincerità delle sue minacce. Quando mi fui un poco rincorato: Perchè, diss’io, non l’attenterebbe adesso? Per rispetto al mondo, è sempre notte là dove non è testimonio del peccato; ma per rispetto al Creatore, qual v’ha nuvol così denso, quali tenebre così nere per impedirgliene la vista? Ma tale è l’inconseguenza dell’uomo; felice inconseguenza! Essa procede da una confusa associazione d’idee di luce e di pubblicità, ovvero dall’impero della coscienza di quel Dio che in noi alberga, e del quale nessuno abito di malvagità ne può sgombrare. Noi non ci attentiamo a fare di giorno quelle azioni che siamo ambiziosi di fare quando ci crediamo coperti dal velo della notte. ◀Exemplum ◀Ebene 4 ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1