Il Filosofo alla Moda: Lezione CXXII

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Lezione CXXII

Alle Persone illustri, non applaudite in vita.

Zitat/Motto

Romulus, & Liber Pater, & cum Castore Pollux,
Post ingentia facta, Deorum in Templa recepti,
Dum terras hominumque colunt genus, aspera bella
Componunt agros assignant, oppida condunt,
Ploravere suis non rispondere favorem
Speratum meritis.

Hor.~i L. II. ep.~i I. 5.

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La Censura, per servirmi della espressione d’un Autore moderno, assai ingegnosa, è la tassa che il merito paga al Pubblico. E una pazzia in un Uomo di merito il credere di poterla fuggire, ed una debolezza, l’esserne sensibile. Tutte le Persone illustri dell’antichità, ed anche di tutti i Secoli, sono passate per lo fuoco di questa crudele persecuzione; non vi è se non la vita oscura, che possa garrantirsene: ella è inseparabile dalla Grandezza; come le Satire, e le Invettive erano essenziali ad un Trionfo Romano. Se da una parte i grand’Uomini sono esposti alla censura, dall’altra non sono meno soggetti all’Adulazione. Se si fanno loro de rimproveri, che non meritano, si danno eziandio loro degli elogi, che non sono loro dovuti. Un Uomo innalzato à qualche considerabile posto, non è mai riguardato con indifferenza; si rimira sempre, come Amico, o come Nemico. Per questo non si conosce bene il vero Carattere delle Persone innalzate alle Dignità, se non molto tempo dopo la loro morte. Fa di mestieri, che le loro Amicizie e le loro Inimicizie particolari siano cessate; e che i Partiti, ne’quali si ritrovarono impegnati più non sussistano, pria che si possa rendere giustizia alle loro buone, o cattive qualità. Allorche gli Storiografi hanno meno occasione di conoscere la verità, allora sono meglio disposti a dirla. Cosi la sola Posterità ha il diritto di fissare il Carattere delle Persone illustri; e di terminare le differenze trà que’Antagonisti, che aspiravano alla Grandezza, e che hanno divisi gli Uomini in Fazioni per lo spazio d’un’intero secolo.

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Exemplum

Oggi possiamo convenire, che Cesare~i era un grand’Uomo, senza diminuire niente di merito a Pompeo~i; e celebrare le Virtù di Catone~i, senza fare verun torto a quelle di Cesare~i. Un Uomo già da longo tempo morto, riceve una giusta proporzione di lodi, delle quali i suoi Amici erano troppo prodighi, quando era in vita, ed i suoi Nemici troppo avari.
Giusta il calcolo d’un Autore, la Cometa, che comparve nel 1680. contrasse un sì alto grado di calore, per la sua vicinanza al Sole, che sarebbe stata due mila volte più calda del Ferro rovente, se fosse stata formata di tale metallo; ed a supporla sì grande come la Terra, e colla medesima distanza del Sole, vi sarebbero bisognati cinquanta mila anni, per raffreddarsi, e ricuperare il suo stato naturale. Cosi può dirsi, in riguardo alla eccessiva fermentazione, in cui il nostro mondo Politico oggi si ritrova; ed al violento calore, che regna in tutte le sue partite, non vi vorrà meno di trè secoli per ridurlo al suo giusto temperamento. Forse dopo questa longa sequela di anni, non vi sarà più tanta animosità frà di noi; e si rendera giustizia a’nostri grand’Uomini d’ogni ordine. Forse al fine di questo termine sorgerà qualche Storico disinteressato, che, esente dalle Passioni, e da’Pregiudizj d’un Autore contemporaneo, ci dirà le cose come sono. Non posso a meno di non raccogliere sovente la idea d’un tale Storico immaginario, che pronto a descrivere ciò che si è passato a nostri tempi, avverta i suoi Leggitori che vuole loro parlare delle cose più singolari della nostra Nazione. Allora quelli che disputavano frà di loro la gloria, sarano distinti a proporzione del loro merito; e ciascuno sarà posto nel suo punto di Prospetiva. Il tale, dirà questo Storico, benche diversamente rappresentato dagli Autori del suo secolo, mostra d’avere avuti straordinarj talenti, una meravigliosa applicazione, ed una integrità a tutte prove. Il tal’altro, benche d’un Partito opposto, non gli cedea per verun capo. Gli Antagonisti, che cercano oggi di rovinarsi gli uni cogli altri, avranno allora gli stessi ammiratori, e passeranno come Eroi nel concetto di tutti. L’Uomo di merito, che non puole oggi ottenere se non la stima di pochi, riceverà allora gli Elogi, ed applausi di tutto un Secolo. Trà le differenti Persone, che oggi spiccano, non vi è dubbio che lo Storico futuro, di cui ora suppongo la esistenza, non parli de’begl’Ingegni, che oggi fanno qualche figura in questo Paese. Per me sovente mi lusingo, che parlerà del mio individuo, in termini assai onorevoli; e che potrà, presso poco, esprimersi in questa maniera. Era, dirà, in que’tempi, che quel Filosofo alla moda pubblicava que’piccioli Fogli giornalieri, che per anco sussistono. Non sappiamo niente del suo nome, ne della sua Persona, se non ciò che gli è piaciuto dirci egli stesso, il che si riduce a questi pochi capi: Che avea la faccia molto corta; ch’era assai tacciturno; che alloggiava presso una buona vedova; e che seguia sempre il suo umore in qualsivoglia parte si ritrovasse. Questo è il tutto, che possiamo dire, con qualche certezza, così della sua Persona, come del suo carattere. Per le sue speculazioni, malgrado i termini antichi, e le frasi oscure del secolo, in cui vivea, l’intendiamo abbastanza per credere, quali erano allora i Divertimenti, ed i caratteri di questa Nazione. Certo che bisogna donare qualche cosa allo spirito gioviale dell’Autore, il quale, senza dubbio ha caricati un poco troppo i suoi Ritratti. Almeno se pigliamo con rigore ciò che dice, bisognerà supporre, che le Dame di qualità passassero molte ore alle Comedie; che concorressero in folla alle Opere; che si rappresentassero molte stravaganze ne’Teatri; che vi fosse una grande famigliarità trà gli Uomini, e le Donne; che queste si dipingessero il volto, facessero delle smorfie, e venissero adorate come Idoli, con altre cose della stessa natura sì poco probabili. Fia dunque meglio supporre, che in tutti questi, ed altri simili casi, vi possa essere qualche relazione lontana colle pazzie, ch’erano allora in voga, e che adesso non hanno lasciata veruna traccia. Possiamo bene conghietturare da varj luoghi di quest’Autore, che vi erano de’scrittori, i quali cercavano di morderlo, e di criticare le sue opere; ma si come di questi non è pervenuta cosa veruna fino a noi, non si potrebbe indovinare ciò che vi abbino ritrovato da criticare. Se esaminiamo il suo stile, colla indulgenza dovuta agli Autori antichi; se abbiamo riguardo alla varietà de soggetti che ha maneggiati; alle sue Disertazioni critiche; alle sue rifflessioni morali &c.

Metatextualität

Il fine di questo Capo mi è sì vantaggioso, e sì lontano da tutto ciò che potessi pretendere, che i miei Leggitori avranno la bontà di scusarmi, se lo trattengo dentro la penna.