Il Filosofo alla Moda: Lezione CVIII

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Lezione CVIII

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Metatextualität

Hanno a male i miei Corrispondenti, se di tempo in tempo, non avviso, che ho ricevute le loro Lettere. Acciò dunque non abbino più motivo di lamentarsi, ne voglio pubblicare alcune delle più importanti, che saranno precedute da una mia scritta già quindici giorni a certi Signori, che mi hanno voluto eleggere onorato membro della loro Società.

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Metatextualität

Al Presidente, ed a’membri della Società de’Brutti
Miei Signori.
Ho ricevuto l’avviso dell’onore, che mi avete compartito di accettarmi nella vostra Società. Ve ne professo tanto maggiore la obbligazione, quanto più me ne conosco immeritevole. Per questo studierò sempre di supplirvi per qualche altro verso, procurandovi delle membra più di me qualificate, per ogni capo. Nella prossima settimana piglierò un Calescio per venire a vedervi; ed occupare quel luogo, che mi è stato destinato nelle vostre conferenze. Vi presenterò allo stesso tempo per candidati un vecchio Damerino, e una moderna Miniata. Se questi non posseggono, in alto grado, tutti i doni naturali, che dalla nostra Società si ricercano; permettetemi il dirvi, che la loro artificiosa deformità sorpassa di molto quante ne abbiate mai vedute. Il Damerino ha cambiata, già da trent’anni, ogni giorno la comparsa, nè tralascia di aggiognere nuovi ornamenti alla sua naturale Bruttezza. La Miniata è infinitamente più degna di noi. Da che è gionta alla età della discretezza, ha rinunziato alla bellezza. E si è pigliata tutte le possibili premure per acquistare il volto, che le vedrete, e che dee raccomandarla alle vostre buone grazie. Sono &c. P. S. desidero sapere se ammettete nel vostro corpo Persone di qualità.

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Brief/Leserbrief

Metatextualität

Sig. Filosofo
Per farvi vedere, che nel nostro sesso, così vano, e debole, com’egli è vi sono delle Persone, che hanno tanto coraggio, e tanta virtù, di riconoscersi brutte, e di volere, eziandio si credano tali, ricorro a voi, acciò vi degniate d’impiegare il vostro credito in mio favore, presso la Compagnia de’Brutti.

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Fremdportrait

Io posseggo tutte le qualità, che si ricercano per entrare nella loro società, e se non mi vogliono credere (benche una Donna sia molto degna di fede in questo proposito) sono in istato di produrre loro de’fedeli Testimonj, sopra i miei Capelli, la mia fronte, i miei occhi, le mie Guancie, el mio Mento; al che aggiognerò, che mi riesce più agiato il piegare alla parte sinistra, che alla destra. Così mi lusingo d’essere gradita, per tutti i riguardi.
E per ciò che s’aspetta al buon umore, starò a fronte dello stesso Presidente. Tutta la grazia, che io dimando, in qualità della prima Donna, che ha ricercata la loro buona compagnia, sì è d’avere il primo luogo alla Tavola; poiche non dubito in oltre che non abbino bisogno d’un Trinciante; ed io mi vanto, non vi sarà persona al mondo, che possa esercitare questa fonzione, con più sgarbatezza di me. Vi prego del vostro parere sopra di questo, colla possibile solecitudine. Del resto arricordatevi di aggiognere a miei delineamenti la longhezza del mio volto, ch’è d’un buon mezzo braccio, del che io non ne ho mai saputa la ragione, se non dopo, che voi l’avete resa, per la piccolezza del vostro. Se io potessi inventare un nome ben espresso della mia bruttezza, l’userei con piacere ma con mio grande rincrescimento. Il nome, che porto è la sola bellezza scordante dalla mia Persona. Vi prego dunque di fabbricarne uno per me, che disegni tutto ciò che vi puol essere di più brutto al mondo. Ma sia che lo ricercate dal Latino, o dal Greco, o da qualsivoglia altro linguaggio, non vi scordate di far precedere, che sono di vero cuore.

Metatextualität

Vostra spaventosa Ammiratrice, e serva, Ecatissa.

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Brief/Leserbrief

Metatextualität

Sig. Filosofo
Dopo avere letto la vostra lezione sopra l’affettazione, ed essermivi bene specchiato, credevo d’avere sì bene sviluppate tutte le debolezze del mio cuore, che più non dovessi ricadervi in avvenire. Ma ahi! ritrovo, con mio grande ribrezzo, che mi rimangono per anco molte pazzie, la sorgente delle quali mi è sconosciuta. Sono di già vecchio, assai maltrattato dalla Gotta; ma animato sempre dalla sciocca vanità di voler piacere agli occhi delle Belle; non ho a pena un momento di requie, che monto su miei artigli, colle scarpe ben incerate, e di alti talloni. Due giorni dopo un fiero assalto di Podagra, fui invitato da un amico a pranzo; credetti vi dovesse essere compagnia di Dame ed a cagione della mia ordinaria politezza, mi storpiai per andarvi. La magnificenza della Tavola, la bella conversazione, e l’obbligante accoglienza, non servirono, che a rendere più acuto il mio dolore. Un Gentiluomo di Casa, avvedutosi del mio infelice stato, bevuto che ebbi la prima volta alla salute di tutti, venne egli stesso a discalzarmi alla presenza di tutti; e mi diè un pajo delle sue vecchie zavatte. Per me, che sono un vero sciocco, tollerai quest’azione dinanzi alle Dame, colla stessa ripugnanza, con cui elleno in simili casi, ammettono il soccorso degli Uomini. L’agio che ne risentii, mi fe perdonare alla grossa inciviltà d’un tale servigio, che liberò sul fatto il mio corpo dalla tortura: e che risanerà il mio spirito in avvenire da una enorme pazzia. Ho tanta riconoscenza verso l’Autore di quest’avventura, che mi servo del vostro mezzo per rimostrargliela pubblicamente con questa mia. Sono &c.

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Brief/Leserbrief

Metatextualität

Sig. Filosofo
Riceviamo quì i vostri Fogli, la stessa mattina, che vi compariscono; e ci siamo assai divertiti nel leggere quello, in cui declamate contro i falsi ornamenti degli Eroi nelle Opere. Le vostre speculazioni non poteano venire più a proposito. Abbiamo quì presentemente una truppa di Commedianti, che certamente non offendono colla ridicola magnificenza negli abiti, da voi detestata. Sono sì lontani da quelle false decorazioni, che il loro Teatro è un semplice Carro, giusta la sua prima origine. Vi si rappresentò l’altro giorno Alessandro il Grande~i, da un Autore, che portava una croatta di Carta. La seguente mattina ebbimo il Conte di N. che non parea commosso, se non dalla sua miseria. La sera, il Marchese di N. non potè darci altri segni della sua gallanteria, che con un pajo di calzette di varj colori. In poche parole, benche abbino per molti giorni attirata un Aja piena di Gente, sono sì meschini, che quando non si dieno loro gli ornamenti da voi riprovati, i loro Eroi si rassomigliano sempre a vigorosi questuanti, e le loro Eroine, a Cingare mal’attappate. Abbiamo veduto un solo Personaggio ben rappresentato, in abito proprio. Questo fù il Giudice Durotto~i. La rappresentazione fù tanto viva, che uno de’nostri giudici se n’offese, e disse loro, in presenza di tutta l’adunanza (come D. Quiziotto~i alla comedia de’Burattini) che se voleano eccitare la compassione, ciò dovessero fare nelle proprie Persone, e non in figura di Prencipi, o di Rè infelici. Aggionse che, s’erano sì bravi a commovere i cuori, si mettessero al capo de Ponti, o all’ingresso delle Chiese, loro naturali posti, in qualità di Pitocchi.

Metatextualität

Sono &c.