Lezione LXXXVIII Cesare Frasponi Moralische Wochenschriften Alexandra Fuchs Editor Lisa Pirkebner Editor Institut für Romanistik, Universität Graz 19.12.2016

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Frasponi, Cesare: Il Filosofo alla moda, ovvero, Il Maestro Universale. Venezia: Giovanni Malachino 1728, 140-145 Il Filosofo alla Moda 2 088 1728 Italien
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Lezione LXXXVIII Agl’Insolenti nelle pubbliche Barche.

Qui aut, tempus quid postulet, non videt aut plura loquitur, aut se ostentat, aut eorum quibuscum est rationem non habet, is ineptus esse dicitur.

Cic. de Orat. L. II. c. 4.

Dopo avere detto al cavaliere, mio Albergatore di campagna, che volevo partire nel giorno vegnente, ordinò, che vi fossero de’Cavalli pronti, per condurmi fino al Fiume, dove s’imbarca per N. vi arrivai all’entrare della notte. Gionto all’osteria il Palafreniero, che mi avea servito di scorta, dimandò al Cameriere, con voce sì alta, che potei udirlo: quale compagnia vi sarebbe nella Barca al che rispose: vi sarà madomosella Bettina, la famosa ereditiera; la vedova sua madre; il Sig. Guillino suo Cugino, a cui volea darla in moglie; un Giovine ufficiale, che levava delle Reclute; un Dottore Tutore della Giovane; con un Gentiluomo, che si aspettava dalla Casa di Campagna del Cavaliere Covellio, doventato muto a forza di studiare. Da ciò colui disse sopra la mia Persona, conobbi che giusta l’umore di chi eser-cita un tale mestiero, fea professione di conoscere la Carta del Paese; ne dubitai non avesse qualche fondamento in ciò, che dicea degli altri, dal Carattere bizaro che avea dato di me. Prima del nostro imbarco, la mezza Picca del Capitanio se ne stava già sulla Prora, col suo Tamburro; i soldati feano molto rumore, acciò tutto il suo bagaglio fosse ben collocato; e lo stesso capitanio, giusta la pratica assai usitata dalla Gente di Guerra, benche un poco odiosa, dia ordine al suo Lachè di stare attento nell’impedire che non venisse occupato il Luogho, si era prefisso, più commodo nella Barca, quando non fosse una della Dame.

Subito che avemmo pigliati i nostri Posti, comparve quel contegno, e quel ribrezzo che le Persone di poco buon naturale, concepiscono a prima faccia, gli uni per gli altri. Ma la vicinanza ci famigliarizò a poco, a poco; ne aveamo fatto più di due miglia, che la vedova dimandò al Capitanio, se aveano buon successo le sue Reclute. Rispose egli, con aria sciolta, da lui creduta senza dubbio graziosa.

„Che ne riesciva assai male; che gli erano desertati molti soldati. E che renuncierebbe di buon cuore alla Guerra, per dedicarsi al suo servigio, o a quello della sua gentile Figliuola. In poche parole, aggionse, io sono soldato; e la Franchez-za è il mio carattere. Voi mi vedete Giovine robusto, e ardito; pigliatemi, bella vedova, per voi; o datemi alla vostra Figlia; potete disporre di me come vi piacerà. Sono un soldato di fortuna ah! ah! ah!” Si pose a scoppiare nelle risa, mentre gli altri osservavano un profondo silenzio.

Per me non avevo altro partito da pigliare, che quello di dormire, come di fatto m’infinsi. Appena ebbi chiusi gli occhj, ch’egli prosegui col medesimo tuono superbo, e guerriero. “via madama; risolvetevi; celebreremo le nozze nella vicina Città. Sveglieremo questo piacevole Dormiente, che servira di Padre allo sposo. E questo fino Astuto accennando il Dottore, farà da Padre della Sposa.” Il Dottore, a cui non mancava vivacità, gli rispose. Amico, piglio in buona parte l’onore, che mi fai, in darmi l’auttorità di Padre sopra questa gentile e virtuosa Figliuola; e ti posso assicurare, che s’ella è a mia disposizione, tu mai l’otterrai. La tua Burla puzza un pò troppo di Pazzia. Tu hai il giudicio leggero; e la tua Cassa, che risuona, perche è vuota, ce ne somministra un buono emblema. Senza mentire, i discorsi, che hai ci fatti fin’ora, non sono argomenti della tua pienezza. Amico, Amico; abbiamo levata insieme questa Barca, per condurci a N. ne possiamo andare in verun altra parte. Se tù vuoi persistere nel dire delle Scioccherie, bisogna che questa illustre madre, tanto quanto noi, le ascolti, non essendo in nostro potere il chiuderti la bocca. Se hai del buon senno, non pigliarai vantaggio dalla tua mina guerriera, per intimidire noi, che siamo figlj della Pace. Tu sei per quanto asserisci, soldato, da, per tanto quartiere a Persone che non sono in istato di diffendersi. Perche hai tù riguardato, con aria sfrontata questo Sig. onesto, che volea dormire? egli non dicea parola; e come sai tù di qual umore egli sia? se tù rilascj delle parole indecenti, in presenza di questa giovane, e virtuosa Figliuola, fai un oltraggio ad una persona, che non può evitarlo. Se tù ci violenti ad ascoltarle, perche siamo quì, come schiavi dello scasso pubblico imbarchò: questo a un assassinio a caso pensato sulla pubblica strada.

Il Dottore qui si tacque; ed il Capitanio, con una disinvoltura, altretanto felice, quanto straordinaria, che può rimanere convinta, e sostenersi nel medesimo tempo, rispose „Per verità, Amico, ti ringrazio; si sarebbe via più inoltrata la mia impertinenza, se tù non avessi fatta questa correzione. Va, mi accorgo, che sei un vecchio viaggiatore, che la sà lunga ti prometto, che sarò discreto nel rimanente di tutto il viaggio. E voi mie Sig. avrete il contento ch’io abbandoni la mia grand’aria.

Il Capitanio rimase sì poco offeso da questa picciola Burrasca, e la compagnia sì poco alterata; che il Dottore, ed egli, si pigliarono, per singolare piacere, nel rendersi dopo graditi l’uno all’altro; raddoppiando a vicenda le loro premure in nostro favore. Il Dottore si addossò tutto ciò, che riguardava il nodrimento, l’Allogio, ed i Conti nelle Osterie. ed il Capitanio avea l’occhio sopra la condotta della Barca; e sopra i diritti, che competeano in tutti gl’incontri. Non accadde indi cosa, che sia degna della pubblica curiosità. Non mi rimane altro, che di riferire ciò, che disse il Dottore, arrivati al termine del nostro viaggio. Mi parve il suo discorso tanto sodo, quanto conforme ai principj d’una buona educazione. Avendo la Giovane Figlia mostrato d’essere ben sodisfatta del suo viaggio, e di avervi ritrovato molto piacere; il Dottore, contento anch’egli, d’avere fatto argine a quelle impertinenze, che in simili viaggj servono di divertimento agli uni, e di supplicio agli altri, si espresse ne’seguenti termini.

“Non si da verun’tratto nella vitta civile, che tanto mostri un buon giudizio, e la interna onestà d’un uomo, quanto la maniera, che si prattica verso i stranieri particolarmente con quelli che sono d’un genio assai lontano dal proprio. Quando un tale uomo si ritrova con persone simplici, ed innocenti; abbia egli qualsivoglia distinzione al mondo, o di nascita, o di cariche, o di talenti, mai se ne vanterà, anzi più tosto nasconderà la di lui superiorità, a fine di non apportare loro dell’incomodo colla soggezione. Amico, disse, rivoltandosi all’Ufficiale; siamo vicini a separarci, e forse non avremo più occasione di rivederci. Pigliate il parere d’un uomo franco, e sincero, per quanto vi apparisca poco ben obbigliato. Le mode, e gli abiti non sono che bagatelle, in riguardo all’uomo reale. Non crediate, che il vostro abito rosso vi renda più terribile, nè il mio positivo, mi renda più dispregievole. Quando due uomini, come voi, ed io, s’incontrano, colla benevolenza, che ci dobbiamo gli uni cogli altri; voi dovereste rallegrarvi, nel vedere il mio umore pacifico, e dolce; ed io dovrei essere contento, nel vedere la vostra forza, e la vostra bravura, che vi pongono in istato di protegermi.

Lezione LXXXVIII Agl’Insolenti nelle pubbliche Barche. Qui aut, tempus quid postulet, non videt aut plura loquitur, aut se ostentat, aut eorum quibuscum est rationem non habet, is ineptus esse dicitur. Cic.~i de Orat.~i L. II. c. 4. Dopo avere detto al cavaliere, mio Albergatore di campagna, che volevo partire nel giorno vegnente, ordinò, che vi fossero de’Cavalli pronti, per condurmi fino al Fiume, dove s’imbarca per N. vi arrivai all’entrare della notte. Gionto all’osteria il Palafreniero, che mi avea servito di scorta, dimandò al Cameriere, con voce sì alta, che potei udirlo: quale compagnia vi sarebbe nella Barca al che rispose: vi sarà madomosella Bettina~i, la famosa ereditiera; la vedova sua madre; il Sig. Guillino~i suo Cugino, a cui volea darla in moglie; un Giovine ufficiale, che levava delle Reclute; un Dottore Tutore della Giovane; con un Gentiluomo, che si aspettava dalla Casa di Campagna del Cavaliere Covellio, doventato muto a forza di studiare. Da ciò colui disse sopra la mia Persona, conobbi che giusta l’umore di chi eser-cita un tale mestiero, fea professione di conoscere la Carta del Paese; ne dubitai non avesse qualche fondamento in ciò, che dicea degli altri, dal Carattere bizaro che avea dato di me. Prima del nostro imbarco, la mezza Picca del Capitanio se ne stava già sulla Prora, col suo Tamburro; i soldati feano molto rumore, acciò tutto il suo bagaglio fosse ben collocato; e lo stesso capitanio, giusta la pratica assai usitata dalla Gente di Guerra, benche un poco odiosa, dia ordine al suo Lachè di stare attento nell’impedire che non venisse occupato il Luogho, si era prefisso, più commodo nella Barca, quando non fosse una della Dame. Subito che avemmo pigliati i nostri Posti, comparve quel contegno, e quel ribrezzo che le Persone di poco buon naturale, concepiscono a prima faccia, gli uni per gli altri. Ma la vicinanza ci famigliarizò a poco, a poco; ne aveamo fatto più di due miglia, che la vedova dimandò al Capitanio, se aveano buon successo le sue Reclute. Rispose egli, con aria sciolta, da lui creduta senza dubbio graziosa. „Che ne riesciva assai male; che gli erano desertati molti soldati. E che renuncierebbe di buon cuore alla Guerra, per dedicarsi al suo servigio, o a quello della sua gentile Figliuola. In poche parole, aggionse, io sono soldato; e la Franchez-za è il mio carattere. Voi mi vedete Giovine robusto, e ardito; pigliatemi, bella vedova, per voi; o datemi alla vostra Figlia; potete disporre di me come vi piacerà. Sono un soldato di fortuna ah! ah! ah!” Si pose a scoppiare nelle risa, mentre gli altri osservavano un profondo silenzio. Per me non avevo altro partito da pigliare, che quello di dormire, come di fatto m’infinsi. Appena ebbi chiusi gli occhj, ch’egli prosegui col medesimo tuono superbo, e guerriero. “via madama; risolvetevi; celebreremo le nozze nella vicina Città. Sveglieremo questo piacevole Dormiente, che servira di Padre allo sposo. E questo fino Astuto accennando il Dottore, farà da Padre della Sposa.” Il Dottore, a cui non mancava vivacità, gli rispose. Amico, piglio in buona parte l’onore, che mi fai, in darmi l’auttorità di Padre sopra questa gentile e virtuosa Figliuola; e ti posso assicurare, che s’ella è a mia disposizione, tu mai l’otterrai. La tua Burla puzza un pò troppo di Pazzia. Tu hai il giudicio leggero; e la tua Cassa, che risuona, perche è vuota, ce ne somministra un buono emblema. Senza mentire, i discorsi, che hai ci fatti fin’ora, non sono argomenti della tua pienezza. Amico, Amico; abbiamo levata insieme questa Barca, per condurci a N. ne possiamo andare in verun altra parte. Se tù vuoi persistere nel dire delle Scioccherie, bisogna che questa illustre madre, tanto quanto noi, le ascolti, non essendo in nostro potere il chiuderti la bocca. Se hai del buon senno, non pigliarai vantaggio dalla tua mina guerriera, per intimidire noi, che siamo figlj della Pace. Tu sei per quanto asserisci, soldato, da, per tanto quartiere a Persone che non sono in istato di diffendersi. Perche hai tù riguardato, con aria sfrontata questo Sig. onesto, che volea dormire? egli non dicea parola; e come sai tù di qual umore egli sia? se tù rilascj delle parole indecenti, in presenza di questa giovane, e virtuosa Figliuola, fai un oltraggio ad una persona, che non può evitarlo. Se tù ci violenti ad ascoltarle, perche siamo quì, come schiavi dello scasso pubblico imbarchò: questo a un assassinio a caso pensato sulla pubblica strada. Il Dottore qui si tacque; ed il Capitanio, con una disinvoltura, altretanto felice, quanto straordinaria, che può rimanere convinta, e sostenersi nel medesimo tempo, rispose „Per verità, Amico, ti ringrazio; si sarebbe via più inoltrata la mia impertinenza, se tù non avessi fatta questa correzione. Va, mi accorgo, che sei un vecchio viaggiatore, che la sà lunga ti prometto, che sarò discreto nel rimanente di tutto il viaggio. E voi mie Sig. avrete il contento ch’io abbandoni la mia grand’aria. Il Capitanio rimase sì poco offeso da questa picciola Burrasca, e la compagnia sì poco alterata; che il Dottore, ed egli, si pigliarono, per singolare piacere, nel rendersi dopo graditi l’uno all’altro; raddoppiando a vicenda le loro premure in nostro favore. Il Dottore si addossò tutto ciò, che riguardava il nodrimento, l’Allogio, ed i Conti nelle Osterie. ed il Capitanio avea l’occhio sopra la condotta della Barca; e sopra i diritti, che competeano in tutti gl’incontri. Non accadde indi cosa, che sia degna della pubblica curiosità. Non mi rimane altro, che di riferire ciò, che disse il Dottore, arrivati al termine del nostro viaggio. Mi parve il suo discorso tanto sodo, quanto conforme ai principj d’una buona educazione. Avendo la Giovane Figlia mostrato d’essere ben sodisfatta del suo viaggio, e di avervi ritrovato molto piacere; il Dottore, contento anch’egli, d’avere fatto argine a quelle impertinenze, che in simili viaggj servono di divertimento agli uni, e di supplicio agli altri, si espresse ne’seguenti termini. “Non si da verun’tratto nella vitta civile, che tanto mostri un buon giudizio, e la interna onestà d’un uomo, quanto la maniera, che si prattica verso i stranieri particolarmente con quelli che sono d’un genio assai lontano dal proprio. Quando un tale uomo si ritrova con persone simplici, ed innocenti; abbia egli qualsivoglia distinzione al mondo, o di nascita, o di cariche, o di talenti, mai se ne vanterà, anzi più tosto nasconderà la di lui superiorità, a fine di non apportare loro dell’incomodo colla soggezione. Amico, disse, rivoltandosi all’Ufficiale; siamo vicini a separarci, e forse non avremo più occasione di rivederci. Pigliate il parere d’un uomo franco, e sincero, per quanto vi apparisca poco ben obbigliato. Le mode, e gli abiti non sono che bagatelle, in riguardo all’uomo reale. Non crediate, che il vostro abito rosso vi renda più terribile, nè il mio positivo, mi renda più dispregievole. Quando due uomini, come voi, ed io, s’incontrano, colla benevolenza, che ci dobbiamo gli uni cogli altri; voi dovereste rallegrarvi, nel vedere il mio umore pacifico, e dolce; ed io dovrei essere contento, nel vedere la vostra forza, e la vostra bravura, che vi pongono in istato di protegermi.