Citazione bibliografica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione LXXXIV", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.2\084 (1728), pp. 114-121, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.220 [consultato il: ].


Livello 1►

Lezione LXXXIV

A quelli che troppo si riscaldano nelle Dispute.

Citazione/Motto► Alter rixatur de lana sæpe caprina.
Propugnat nugis armatus: scilicet, ut non
Sit mihi prima fides & vere quod placet, ut non
Acriter elatrem: pretium ætas altera sordet.
Ambigitur quid enim? Castor sciat an Docilis plus?
Brundusium Numici melius via ducat, an Appi?

Hor: L. I. ep. XVIII. 15. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Tutte le età, per le quali un uomo passa, e tutti li differenti generi di vita, ch’egli elegge, portano seco qualche vizio particolare, o qualche naturale imperfezione, che ricerca le più esatte premure per liberarsene. I Poeti, ed i Filosofi ci hanno già da molto tempo disegnate le debolezze, alle quali ci espongono l’Adolescenza, la Gioventù, la virilità, e la vecchiaja; ma non sò, che alcuno di loro abbia parlato di que’cattivi abbiti, ai quali siamo soggetti, non tanto a cagione della differenza nella età, o nell’umore, quan-[115]to a motivo degl’impieghi, o del genere di vita, che abbraciamo.

Rimango tanto più sorpreso, che siasi trascurato un tale assunto, quanto più veggo ch’è fondato sopra una generale osservazione; e che per così dire cava gli occhi a tutto il mondo. L’impiego, a cui un uomo si appiglia, non gli dà solamente un particolare tenore di animo, ma sovvente comparisce nella sua esterna condotta, ed in qualcuna delle azioni, anche più indifferenti della sua vita.

Quell’aria singolare, che si spande sopra tutta la Persona ci ajuta sì bene a riconoscerla alla prima occhiata, che quelli, che sono capaci di qualche attenzione, ponno distinguere un marinajo da un sartore, subito che l’incontrano.

Le Arti liberali, benche forse abbino meno influenza sull’esterno e sulla mina, fanno una sì viva impressione sopra l’animo, che lo rivoltano assolutamente ad una parte osservabile.

Il Matematico non vuole ammettere nelle cose anche più trivali, se non ciò, che si avvicina alla Dimostrazione; e lo scolastico molto ama le Difinizioni, ed il Silogismi. Il Medico, ed il Teologo fanno sovvente i Dottori nelle compagnie colla stessa autorità, ch’esercitano verso i loro Pazienti, ed i loro Discepoli; mentre il Leggista poggia de’nuovi Casi, e placita sopra tutto ciò, che se gli offre nella Conversazione.

[116] Forse qualche giorno esaminarò più a lungo il diffetto particolare di cui ciascuna Professione è infetta; Metatestualità► per ora mi restringo a quello spirito di Disputa da me or’ora toccato, che si ritrova frà le Persone di Toga. ◀Metatestualità

Codesti Signori, accostumati all’argomentazione, che pare sia di loro giurisdizione, e che porta loro anche del Dannaro; credono, che non sia prudenza il cedere, già mai ne’dubbj, che accadono nelle Compagnie.

Fanno vedere, ne’loro discorsi ordinarj il zelo, col quale difenderebbono una causa in Pubblico; e perciò anche sovvente si scordano di tenere quel giusto mezzo, ch’è si neccessario per rendere utile, e grata la conversazione.

Un Capitano mio Amico porta sì lontano questo ecceso che l’ho udito dire con poca verità che conosce pochissimi Avvocati la di cui societa sia tollerabile.

Questo ufficiale, ch’è un uomo di buon senno, ma di una conversazione un poco seca mi raccontò jeri sera una Disputa, che ebbe con uno di codesti Giovani Ciccallatori. Livello 3► Exemplum► Dialogo► „Esposi, (mi disse) la mia opinione, senza timore d’incontrare veruna opposizione, sopra la condotta d’un Generale, in una Battaglia ch’era seguita qualche anno prima, che il mio avversario, ed io fossimo al mondo. Il Giovane Avvocato subito mi rilevò, e dopo avere parla-[117]to più d’un quarto d’ora sopra un sogetto, che punto non intendea, come ben presto m’avvidi, cercò di farmi vedere, che la mia opinione era mal fondata. Per tagliare le gambe alla Disputa gli risposi, che i suoi argomenti non mi erano mai venuti in mente, e che aveano del verosimile; ma repplicò il mio Antagonista, che non volea gli scampassi di mano in quella maniera. Vi sono molte cose, che si ponno addure in vostro favore, da voi trascurate; indi si pose a declamare con nuovo calore, combattendo tutto ciò avea detto egli stesso. Io ritornai dunque al mio primo sentimento, e mi aquietai alle sue ragioni. Allora egli ripigliò il posto, che avea abbandonato, e mi confutò, per la terza volta, senza sparagnare se medesimo. Ed io convinto, ch’egli non volea se non scaramucciare, e che non avrebbe sofferte le mie repliche credetti, che il silentio fosse il meglio permettendo, che da se si applaudisse delle sue vittorie.” ◀Dialogo ◀Exemplum ◀Livello 3

Per me ho sempre rimirati li colegj di Diritto, come seminarj di Politici, e di Legislatori; per questo sovvente frequento i quartieri della Città dove sono eretti. Livello 3► Racconto generale► Passai l’altro giorno dinanzi ad’una casa dove si fanno le adunanze, udii del rumore, vi entrai, e vidi la sala piena di Giovani [118] studenti, che formavano diversi circoli, e disputavano sopra varj soggetti. Il decretto ultimamente uscito dal senato vi fù attacato, e diffeso con molto calore. Vi si proposero diversi preliminari della Pace, che furono accettati dagli uni, e rigettati degli altri. Vi fù sì gran dibattimento sopra la demolizione d’una Piazza, che vi mancò poco, non si venisse ad un cartello di disfida. In poche parole, m’accorsi che il desiderio della verbosa vittoria, sostenuto da piccioli pregiudizj di Fazione, e d’interesse, tanto si avvanzò, che gli Antagonisti concepirono fra di loro dell’odio; e si ritirarono assai malcontenti gli uni degli altri. ◀Racconto generale ◀Livello 3

L’Arte di maneggiare onestamente una Disputa è si delicata, e vi sono sì pochi ben addestrati, che arrischierò, qui qualchuna di quelle Regole, con molti avvertimenti da me dati in iscritto ad un Giovane mio congionto, il quale avea fatto si grande progresso nella estensione della Legge, che principiava a disputare in compagnia sopra tutti li soggetti, che se gli presentavano. Già tengo quel manoscritto in pronto, e potrò, di tempo in tempo, pubblicarne qualche estratto, quando mi parerà necessario per istruire la Gioventù. Ecco per tanto quello, che vi destino in quest’oggi.

“Scansate le dispute, quanto vi sarà [119] possibile se volete comparire nelle conversazioni ben educato, sappiate, che si mostra più ingegno, e maggiore creanza nel far valere, che nel contradire le nozioni degli altri. Quando siete obbligato entrare in disputa, dite le vostre ragioni con ogni sorta di calma, e di modestia, due cose, che non lasciano, quasi mai di attraervi la benevolenza degli uditori. Se non sarete nè Decisivo, nè pieno di voi stesso, si che, nè il vostro contegno, nè le vostre azioni nè le vostre parole vi palesino tale, allora ogn’uno si rallegrerà della vostra vittoria. Anzi se le vostre ragioni si ritrovassero insufficienti, potrete battere la ritirata con assai buona grazia, mentre non siete mai stato positivo, ma più tosto indifferente, e vi siete mostrato disposto ad essere meglio informato. Da questo viene che molti Filosofi approvano la maniere d’argomentare di Socrate, di non sostenere cioè quasi mai, a dirittura, opinione alcuna; così non potrete cadere in istravaganza veruna; E benche cerchiate di ridurre un altro al vostro sentimento, pare, con tutto ciò, che voi non pensiate, che a ricevere il suo parere.

Per conservare questa calma, la quale non è meno necessaria, che difficile, sovvengavi, che non si da niente di più ingiusto, ne di più ridicolo [120] dell’infastidirsi contro alcuno perche non è della vostra opinione. Gli studj gl’Interessi, la educazione degli uomini variano tanto, ch’egl’è impossibile abbino tutti le stesse idee; ed il vostro Antagonista ha lo stesso diritto contro di voi, che voi pretendete d’avere contro di lui. Esaminatevi un poco di buona fede, e chiedete a voi stesso, quale sarebbe la vostra opinione, se aveste incontrati tutti li pregiudizj della educazione, e dell’interesse, che avrà forse ricevuti il vostro compatitore. Se non disputate, che per l’onore della vittoria, e perciò venito a trasporti, questo è il passo più falso, in cui possiate cadere; che dà sopra di voi un incredibile vataggio. Terminata la disputa, quanti sodi argomenti vi fuggirono a cagione del calore, e della violenza di vostra Passione.

Riesce anche più ridicolo il trasporto contro un uomo, perche non sente la forza delle vostre ragioni, o perche sono deboli quelle, che da lui si allegano. Se disputate per acquistare dell’onore, la sua debolezza rende più facile la vostra vittoria; Dee essere per tutti riguardi più tosto l’oggetto della vostra compassione, che della vostra collera. S’egli non ha il concepimento sì facile come voi ringraziatene l’Autore di natura, che vi ha donato lume maggiore.

[121] Aggiognete a questo, che trà vostri uguali non vi è alcuno, a cui faccia gran caso la vostra collera. Ella non fà torto, che a voi stesso; a voi solo rode il cuore. Vi pare, che sia prudenza l’afligervi, ed il punirvi da voi, ogni volta, che avete la disgrazia d’incontrarvi con un Impertinente, o con un sciocco?

Se non ricercate, che la verità, la quale dee essere l’unico fine delle dispute; questo è un altro motivo, che v’impegna a conservare il vostro freddo; vi dee soddisfare con indifferenza in qualsivoglia parte la ritroviate. Ho sovente osservato ne’Circoli delle Dispute, che il migliore partito si possa pigliare, è quello di non isposarne veruno ma farla da mediatore. Questo impiego è meno esposto alla invidia; ed attrae maggiore la stima. In tale maniera si acquista il titolo di connivente; si piglia occasione di internarsi via più nella questione; di far comparire il proprio discernimento; ed alle volte anche di fare degli elogj alle parti interessate.

Concludo, quando avete ottenuta la vittoria, nolla portate in trionfo; basta, che il vostro Antagonista, e gli assistenti veggano, ch’è vostra, ma che voi siete troppo generoso per abbusarvene.” ◀Livello 2 ◀Livello 1